#apolide
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Credo che il destino dell’uomo sia, come quello di Rimbaud, folgorante, ossia breve. Le specie animali sarebbero durate milioni di anni se l’uomo non se ne fosse sbarazzato, ma l’avventura umana non può durare all’infinito. L’uomo ha dato il meglio di sé. Noi sentiamo che le grandi civiltà ci stanno alle spalle. Quello che non sappiamo è come sarà la fine.
Emil Cioran, Un apolide metafisico
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Alessandra Jatta "L'apolide", Voland Editore
Le novità di febbraio 2024 La storia vera di una famiglia russa approdata in Italia in seguito alla rivoluzione d’ottobre del 1917. Un romanzo che parla di accoglienza, rinascita e amore, tra documento e invenzione narrativa. 1917: la Russia è sconvolta dalla rivoluzione d’ottobre, che cambia con violenza l’assetto del mondo. Dopo la terribile sorte dello zar e della famiglia imperiale, gli…
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Un anno dopo la falsa libertà dell’indifferenza | il manifesto
Pubblicato circa 12 ore fa
Edizione del 6 ottobre 2024
# Mario Ricciardi
«La storia conosce molti periodi di tempi bui in cui lo spazio pubblico è stato oscurato e il mondo è diventato così esposto al dubbio che le persone hanno cessato di chiedere alla politica niente altro se non che presti la dovuta attenzione ai loro interessi vitali e alla loro libertà personale. "
Sono parole di Hannah Arendt, scritte nel settembre del 1959, in occasione del conferimento del premio Lessing, ma rimangono attuali ancora oggi.
Le riflessioni di Arendt erano in parte ispirate dalla sua esperienza di ebrea apolide, sfuggita alla persecuzione nazista e alla Shoah, ma non avevano un carattere esclusivamente retrospettivo, e neppure riferito soltanto allo sterminio degli ebrei. L’oscuramento dello spazio pubblico cui allude Arendt è una condizione che deriva dall’impoverimento del tessuto connettivo da cui dipende la politica nel suo senso più nobile, che non la riduce al nudo uso della forza, ma si alimenta invece nel dialogo e nel confronto tra i cittadini di una repubblica.
Nei tempi bui il conflitto sociale, che è un fattore essenziale di una democrazia sana, perde il proprio carattere positivo, di espressione della pluralità delle opinioni e della parzialità delle verità che esse esprimono, e lascia il posto a contrapposizioni identitarie, e alla fuga dalla politica di ampi settori della popolazione, che si rifugiano nel culto esclusivo dei propri interessi e della propria libertà personale, priva di alcun collegamento con l’azione collettiva.
Chi si sente minacciato – i perseguitati, gli oppressi – cerca soltanto la compagnia di chi condivide lo stesso destino, e chi si trova invece in una condizione di relativa sicurezza vive sovente come un esiliato in patria, coltivando una visione individualista della vita e degli scopi che essa si prefigge. In una situazione del genere è inevitabile che si perda la sensibilità nei confronti delle ingiustizie che colpiscono gli altri, quelli che non appartengono alla nostra cerchia, e che si finisca per accettare come un fatto la prevalenza del forte sul debole.
In gioventù Arendt aveva conosciuto questo atteggiamento di acquiescenza nel modo in cui tanti tedeschi, persone in molti casi colte e ben educate, scelsero semplicemente di ignorare «la chiacchiera intollerabilmente stupida dei nazisti». Noi lo vediamo oggi nel modo in cui molti voltano lo sguardo dall’altra parte mentre c’è chi ripropone una visione suprematista e violenta dei “valori” della società occidentale, negando l’umanità delle vittime innocenti dei bombardamenti a Gaza e in Libano.
Un anno di guerra
A un anno dal 7 ottobre questa forma di cecità morale si manifesta nel ricordare la vittime dell’attacco di Hamas solo per tentare di giustificare la reazione, sproporzionata e illegale, del governo Netanyahu, e nel disinteresse nella sorte degli ostaggi israeliani, molti dei quali sono morti o rischiano di morire come “danni collaterali” di una guerra che potrebbe estendersi a tutto il Medio Oriente a servizio di un disegno politico di pura potenza.
Chi potrebbe permettersi di coltivare l’altruismo e l’apertura verso il prossimo rinuncia a farlo, lasciando il campo aperto a una guerra in cui tutti si considerano aggrediti, nessuno è in grado di riconoscere le ragioni altrui, ma una parte può mettere in campo una forza militare di gran lunga superiore, e non si fa alcuno scrupolo di usarla in modo indiscriminato, non per colpire il nemico, ma per punire un intero popolo. All’orizzonte c’è la concreta possibilità che si compia un genocidio, perpetrato dalle vittime di ieri che hanno scelto di farsi carnefici.
Dopo un anno persino chi ha criticato in modo più convinto le scelte del governo Netanyahu corre il rischio di soccombere al senso di impotenza, alla difficoltà che si incontra nel far sentire la propria voce di dissenso superando gli ostacoli e le intimidazioni provenienti da chi è convinto che lasciare mano libera all’uso indiscriminato della forza da parte di Israele soddisfi un “superiore” interesse strategico, e sia utile per puntellare una sempre più fragile egemonia.
Lasciare sole le vittime – i palestinesi, i libanesi, gli israeliani che hanno ancora il coraggio di opporsi alle scelte del proprio governo – è una tentazione ricorrente, per rifugiarsi nello spazio ristretto, ma per alcuni soddisfacente, del proprio interesse e della propria libertà. La lezione che ci trasmette Hannah Arendt e che, così facendo, ci stiamo incamminando sulla stessa strada percorsa nel secolo scorso dai tedeschi che scelsero di ignorare la «volgarità» nazista.
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La cosa veramente bella della vita è l’avere perso ogni illusione, e ciononostante fare un atto di vita, essere complici. Essere in totale contraddizione con quello che si sa. E se la vita ha qualcosa di misterioso è appunto questo, che pur sapendo ciò che si sa, si è capaci di compiere un atto che va contro il proprio sapere.
-Cioran - Un apolide metafisico
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io mi dimentico sempre però quanto bei concerti ho visto quest’anno: il MIAMI FEST con i Phoenix, i Blond Redhead, Cosmo all’ APOLIDE festival e Taylor Swift.
ascoltare musica da vivo è la cosa che mi fa stare meglio con me stessa.
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Più mi proponevano programmi e sceneggiati patriottici, più trovavo bello essere apolide.
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⚠️ NOVITÀ IN LIBRERIA ⚠️
Michel Le Maire
L’ORDINE INGIUSTO
Guida al sovvertimento dell’oligarchia globale
Edificato attorno all’unipolarismo americano, l’attuale Occidente è dominato da un “ordine ingiusto” fondato sul consumo compulsivo e sulla totale assenza di riferimenti verticali. Questa “cloaca maxima” – che ha sussunto le identità nel verbo apolide del mercato – opera il sistematico sradicamento di ogni orizzonte di senso: la persona si abbassa ad “individuo astratto”, la famiglia retrocede ad “unione fluida”, la Nazione si riduce ad “espressione geografica”, lo Stato si fa “governance tecnica” e la realtà cede il passo virtualità “social”. Spogliato delle sovranità e orfano delle Comunità, questo sistema è plasmato da una narrazione isterica e atomizzante – frutto dell’abbraccio mortale tra le utopie del marxismo culturale e i meccanismi della società liberale – che trova spazio nel quotidiano delirio del progressismo cosmopolita: la chimera della “società aperta”, la violenza del multiculturalismo, il livore femminista, la decostruzione “gender” e la martellante dittatura rivendicativa delle presunte minoranze a caccia di nuovi “diritti”. Un vuoto teorico dagli effetti devastanti, il cui trionfo – però – è tutt’altro che definitivo.
Storia, filosofia, economia, politica, attualità e cultura: questo pamphlet – coraggioso e per nulla fatalista – intende denunciare senza mezzi termini le perversioni e le idiozie di questa distopia del brutto, del basso e del vile, senza abbandonarsi alla rassegnazione del “tutto è perduto”. Perché dinanzi alla tirannia del deforme e dell’informe, alle anime libere spetta il dovere del riscatto. Queste pagine, allora, vogliono suscitare la fierezza e la speranza: per la decisiva riaffermazione della Civiltà europea, senza indugi e senza pentimenti.
INFO & ORDINI:
www.passaggioalbosco.it
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Once the race for hedonistic pleasure Filled ambitions and routines Yet it turns sweetness into heedless a soul And it disguises all its agony I aim fearless tranquility, Meticulously so where the small and the everything Be treated as if with soul Where time's not the issue Where living, then fading young Has no say In a day 'Tis a conscientious, wise fire The thing I most desire
-Apolide
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Mi sono chiesto qualche volta
Sto vedendo i mondiali di atletica e immaginavo un atleta senza patria. Un qualcuno, un campione il quale, pur essendo nato da qualche parte, ovviamente, tuttavia non si riconosce in nessuna nazione, nega qualsiasi bandiera, non vuole appartenere a niente e a nessuno, una sorta di apolide dello sport. Un cittadino del mondo: egli gareggia solo e soltanto per se stesso.
Sarebbe possibile?
Fosse possibile, farei il tifo per lui.
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Le dissonanze cognitive non si combattono con dissonanze cognitive uguali ed opposte.
Si potrebbe chiamare Teorema del colonnello Kurtz di Apocalypse Now: l'orrore non si estirpa con l'orrore, anzi lo amplifica. E ti fa diventare merda come chi combatti.
Veniamo a noi: ce l'avete con mammausa invadente? A me me pare 'na strunzata (senza guardare indietro alle cause che ci rimettete voi, oggi oltre il 90% delle critiche e delle contromisure all'andazzo suicida dell'Occidente, da là proviene, come sa chiunque sia in Rete; oltretutto il Vero Nemico, la Finanza Globale, è per l'appunto globale apolide delocalizzata) ma va bene, anche a me i Dems. paravento dle Deep State mi stanno dimolto sulle palle.
Almeno finitela di menarla col falso allunaggio. Mettetevi nei VOSTRI PANNI: state sostenendo che un reggime cinico spietato si sarebbe auto impedito il raggiungimento di un traguardo propagandistico massimo, apporre l'impronta umana sulla luna, accontentandosi di simularlo in studio ... non perché impossibile (le sonde c'eran arrivate, la circumnavigazione lunare provata con foto idem) ma solo perché troppo rischioso per le vite di MILITARI in missione ?!? Se fossero stati così bravi da simulare un allunaggio, che ci sarebbe voluto a nascondere un fallimento. Pensiero debole da dissonanza cognitiva.
Dài raga, basta lì con gli anni '40 come con gli anni '70: it's time to move on, è ora di guardare avanti, di farsene una ragione.
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✍️Ci sono tra le cose fatte e il fato uno spazio indefinito chiamato libero arbitrio.
In quello stato apolide di una cittadinanza conquistata, vive il tempo dei desideri e il mondo dei sogni.
Quando ognuno di noi approda al proprio viaggio con l' unico bagaglio la voglia di vivere, il destino si indossa come la più essenziale delle veste e ogni singola anima unisce l'utile ed il dilettevole
Siamo il frutto di un seme sparso dal vento in un tempo afono che incanta in silenzio.
Siamo il fiore di un prato incolto che sparge le proprie ceneri per seminare il futuro.
Siamo oggi per un domani che forse non esiste.
Siamo una stagione che passa,
L'estate che resta nel cuore
L'autunno che veste l'umore
L'inverno che nevica sui colori
La primavera che fummo così ingenui da non coltivare...
J.D
#streetart#juliendurix
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La malinconia è una sorta di noia raffinata, la sensazione di non appartenere al mondo. Per un malinconico l’espressione «i nostri simili» non ha senso. È una sensazione di irrimediabile esilio, senza cause immediate. La malinconia è un sentimento profondamente autonomo, indipendente tanto dal fallimento quanto dal grande successo personale.
Emil Cioran, Un apolide metafisico
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Vivo un disagio costante. Vivo in uno stato di orrore e meraviglia, in senso negativo, costante. Non trovo nemmeno le parole per definire e definirmi. Non so se il mondo sia sempre stato così pessimo o se lo sia di più oggi solo per la sovraesposizione di immagini e fatti, video e reel, praticamente ovunque, all'apertura di qualsivoglia social club e altro.
Stare male.
Dice il Saggio, Allontanati da tutto. Fatti una vita in una zona sperduta dell'Atlantico. Brucia la carta d'identità. Diventa apolide. Diventa l'indiano senza identità e con i piedi grandi, rinvenuto su una spiaggia in culo al mondo dagli indigeni del posto che ritrovavi spesso in uno dei tuoi n-all'infinito sogni.
Brucia materassi in riva al mare.
Dice il Saggio: Anche allontanandoti da tutto il Brutto radicherà, radica, ha radicato.
Stare male.
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Nel futuro fa sempre troppo freddo o troppo caldo.
Viaggiatore clandestino del tempo, pago lo scotto dell'intento con lo stato di apolide e senza residenza. Che poi non ho bisogno di molto, se non di respirare a modo mio, a tempi miei. Stamani in via Sansovino uno scorcio di Primavera, incarnata da un fiore sotto forma di fanciulla che indossava abiti che le disegnavano minuziosamente il corpo, mentre sfrecciava davanti a noi tutti, fermi al semaforo. Gratis. Finalmente un rosso giustificato.
E insomma che passerà pure l'inverno e mi chiedo se la Primavera saprà essere ancora tale.
L.
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