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Manolo Blahnik
The Art of Shoes. La ricerca della perfezione
Cristina Carrillo de Albornoz
Skira, Milano 2017, 128 pagine, 21 x 30cm, 100 ill.colori, cartonato, ISBN 9788857234991
euro 42,00
email if you want to buy [email protected]
Eleganza raffinata, genio architettonico, stile inconfondibile: le scarpe di Manolo Blahník sono considerate capolavori del design contemporaneo. Sono oggetti al tempo stesso femminili e forti, d’avanguardia e senza tempo, e attingono a una vasta gamma di forme, colori e materiali.A cosa si ispirano le visioni creative apparentemente illimitate di Manolo Blahník? Pubblicato in occasione di una grande mostra internazionale, questo libro esplora attraverso una serie di voci in ordine alfabetico le fonti d’ispirazione e le passioni che si celano dietro le celebri creazioni di Manolo Blahník. Il volume offre uno sguardo inedito sull’arte e l’artigianalità delle scarpe di Blahník, ma anche sulle relazioni e le esperienze che influenzano il suo lavoro: dall’amata famiglia e dai preziosi ricordi dell’infanzia trascorsa alle isole Canarie, fino alle sue muse – Anna Piaggi, Diana Vreeland, Julie Christie, Paloma Picasso – e alla passione per l’architettura, la letteratura e il cinema. Aneddoti molto personali, tratti dalle conversazioni con l’autrice Cristina Carrillo de Albornoz, curatrice della mostra, offrono al lettore la rara opportunità di scoprire dalle parole di una leggenda della moda la visione che sta dietro un paio di calzature.
Milano, Palazzo Morando 26 gennaio – 9 aprile 2017 San Pietroburgo, Museo dell’Ermitage 28 aprile – 21 luglio 2017
14/04/23
orders to: [email protected]
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twitter: @fashionbooksmi
instagram: fashionbooksmilano, designbooksmilano tumblr: fashionbooksmilano, designbooksmilano
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🖤🍒🖤🍒🖤🍒 𝙋𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙙𝙞 𝙥𝙖𝙨𝙨𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙩𝙧𝙖𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙉𝙪𝙤𝙫𝙖 𝘾𝙤𝙡𝙡𝙚𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙪𝙣 𝙗𝙧𝙚𝙫𝙚 𝙧𝙞𝙚𝙥𝙞𝙡𝙤𝙜𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙨𝙩𝙖𝙢𝙥𝙚 𝙥𝙞ù 𝙨𝙞𝙜𝙣𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖𝙩𝙞𝙫𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙘𝙖𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙞𝙯𝙯𝙖𝙩𝙤 𝙡'𝙚𝙨𝙩𝙖𝙩𝙚 𝙚 𝙡'𝙖𝙪𝙩𝙪𝙣𝙣𝙤 𝙚 𝙨𝙞 𝙧𝙚𝙣𝙙𝙚𝙧𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙖𝙜𝙤𝙣𝙞𝙨𝙩𝙚 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡'𝙄𝙣𝙫𝙚𝙧𝙣𝙤.
Il trend più gustoso ed irresistibile del momento? La stampa #DGCiliegie per trascorrere un Autunno Inverno goloso, brioso, divertente e soprattutto fashion. Dolce & Gabbana rende questa stampa altresì elegante declinandola su elegante e timless fondo nero. Ecco alcuni capi per creare look assolutamente glamour.
Bellissima Valentina Felicetti che da Dolce & Gabbana ci seduce con l'abito longuette con spacco, mostrando senza esagerare risultando così elegante e sensuale. Un semplice tocco che mette in evidenza gambe e caviglie. Completa il look con sensuali calzature rosse.
From Anna Valentina Felicetti (Instagram)
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Dolce & Gabbana
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Cos’abbiamo fatto per Anna Calzature
Realizzazione di eCommerce
Utilizzo piattaforma Prestashop
Proposta grafica e creativa
Versione Responsive
Collegamento al gestionale aziendale
Disponibilità dei prodotti reale
Servizio fotografico di tutti i prodotti del negozio (settimanale)
Inserimento prodotti all’interno dell’eCommerce
Gestione Blog di Prestashop
Gestione social (Pagina Facebook)
Il cliente
Anna Calzature è uno storico negozio di calzature della zona di Brescia e propone scarpe, borse e accessori di qualità.
Il negozio di Anna è riconosciuto in tutta la provincia di Brescia come una delle attività commerciali più salde e consolidate nella vendita delle scarpe.
La richiesta Anna Calzature ha richiesto la nostra collaborazione per la realizzazione di un eCommerce, monolingua e costantemente aggiornato alle novità del negozio (scarpe e borse), in arrivo tutte le settimane. Per questo progetto il nostro staff ha curato tutti i dettagli, a partire dalla grafica, all’implementazione dell’eCommerce, fino alla gestione settimanale di inserimento delle scarpe. Per la realizzazione dello Shop Online abbiamo scelto la piattaforma Prestashop, sfruttando anche il relativo blog.
Al fine di garantire una disponibilità reale del magazzino di Anna, il nostro staff si è occupato del collegamento del gestionale aziendale all’eCommerce.
Visita il sito di Anna Calzature >
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Manuel “ Manolo ” Blahnik Rodríguez CBE, nato nel 1942 a Santa Cruz de la Palma – nelle isole Canarie (Spagna) – da madre spagnola e padre ceco, è uno stilista spagnolo, fondatore del omonimo marchio di calzature high-end. Il padre dello stilista, lascia Praga negli anni ’30 per evitare l’avanzamento del fascismo; la famiglia della madre possedeva una piantagione di banane nella città insulare di Santa Cruz de la Palma, dove era cresciuto insieme a sua sorella Evangelina. Dopo essere cresciuto, ha frequentato un collegio svizzero. Più tardi, i suoi genitori volevano che fosse un diplomatico e lo iscrisse all’Università di Ginevra laureando in Politica e Giurisprudenza. Tuttavia, Blahnik ha cambiato i suoi studi in letteratura e architettura. Nel 1965, laureato, si trasferisce a Parigi per studiare arte all’École des Beaux-Arts e Stage Set Design presso la Louvre Art School, mentre lavora in un negozio di abbigliamento vintage. Nel 1969, si trasferisce a Londra per lavorare come buyer presso la boutique di moda “Feathers” e scrive per L’Uomo Vogue, una versione maschile italiana di Vogue.
Nel 1969, stava studiando arte e scenografia a Parigi quando il suo amico intimo Paloma Picasso lo presentò all’allora direttore del Met Costume Institute, Diana Vreeland, il caporedattore di US Vogue, mentre era in viaggio a New York. Manolo mostrò il suo portfolio di mode “Sogno di una notte di mezza estate“; la Vreeland si concentrò sul sandalo con il tacco alto di Hippolyta decorato con edera e ciliegie a quel punto lei lo ha guardato dritto negli occhi e ha detto:
Giovane, crea oggetti, crea accessori, crea scarpe
La Vreeland è rimasta affascinata soprattutto dagli schizzi di scarpe e consiglio Blahnik di concentrarsi sulla progettazione di calzature; consiglio che lo stilista ha seguito.
Nel 1971, Ossie Clark, stilista inglese che è stato una figura importante nella scena Swinging Sixties a Londra, lo ha invitato realizzare le scarpe per la sua sfilata; come ha avuto richieste e ha disegnato scarpe per altri stilisti londinesi, come Jean Muir e Zandra Rhodes. Dal 1971 vi è, anche, la vendita Manolo Blahnik per Zapata. Con un prestito di £ 2.000, Blahnik acquistò la Zapata Shoe Company dal suo proprietario e aprì la sua boutique. Nel 1974, Blahnik divenne il secondo uomo ad apparire sulla copertina di UK Vogue (dopo l’attore Helmut Berger).
In quei primi giorni, Manolo non abbandonò mai il suo negozio. La sua personalità magnetica ha creato un’atmosfera di bellezza e fascino per clienti e amici come Bianca Jagger, Rupert Everett, David Hockney e Anna Wintour.
Nel 1977 ha creato la sua prima collezione americana, attraverso Bloomingdales. Manolo Blahnik apre la sua prima boutique negli Stati Uniti nel 1979 e da allora, è diventato un famoso designer di scarpe e un simbolo di puro stile classico per il 21 ° secolo.
Espandendo la sua influenza a New York nel 1983, Manolo aprì un negozio sulla West 54th Street. Con l’aiuto della sua amica, Anna Wintour, è diventato rapidamente il designer di scarpe da passeggio per la passerella, creando collezioni per Izaac Mizrahi, Oscar de la Renta e Calvin Klein, tra gli altri. Nel 1990, ha vinto il CFDA e il premio del Designer dell’Accademia dell’Anno del British Fashion Council. I suoi disegni regali sono apparsi sul grande schermo del film di Sofia Coppola, Maria Antonietta , che ha vinto l’Oscar come miglior costume nel 2007.
Nello stesso anno, Sua Maestà la Regina Elisabetta II ha presentato Manolo con un comandante onorario dell’Impero Britannico (CBE) per il suo contributo alla moda britannica.
Il flagship store di Manolo Blahnik rimane fino ad oggi in Old Church Street, l’elegante quartiere Chelsea di Londra .
Le boutique Blahnik si trovano a Londra, New York, Ginevra, Madrid, Barcellona, Mosca, Dubai, Abu Dhabi, Doha, Hong Kong, Kuala Lumpur, Seoul, Singapore, Tokyo e Taipei. Bloomingdales, Nordstrom, Neiman Marcus, Barneys, Bergdorf Goodman e Saks Fifth Avenue portano la sua linea negli Stati Uniti e sono stati recentemente aperti nel Dubai Mall. La società ha firmato un accordo a lungo termine con il rivenditore di calzature Kurt Geiger per gestire le boutique Manolo Blahnik.
Nel 2000, Blahnik, insieme a Neiman Marcus – una catena di grande distribuzione organizzata di lusso- ha lanciato il primo showroom commerciale online di realtà virtuale con modelli 3D delle sue scarpe.
Blahnik risiede attualmente a Bath, nel Regno Unito e nel luglio 2012 ha ricevuto una laurea ad honorem dalla Bath Spa University.
Una delle più grandi ispirazioni di Blahnik è stata sua madre. Ha studiato riviste di moda e ha interpretato l’ultima moda del suo abbigliamento. Blahnik e la sua famiglia viaggiavano spesso a Parigi e Madrid per ordinare vestiti. Sua madre era sempre insoddisfatta delle scarpe della loro città natale. Ha imparato i rudimenti della sua arte da un ciabattino delle Canarie e da ragazzo, Blahnik amava guardare sua madre quando faceva realizzava i disegni delle scarpe. Ha ereditato l’amore di sua madre per i tessuti di broccato e raso e ha raccontato di come, da ragazzo, abbia trovato un baule pieno di scarpe dei famosi yanturni russi tutti realizzati con sete, pizzo antico e broccati decorati con fibbie delicate. Tutti erano leggeri, eleganti e femminili; attributi Blahnik in seguito l’ha trasferito nei suoi disegni.
Quando Blahnik frequentava l’università, viveva con la zia e lo zio. Nel frattempo, sua zia ha influenzato profondamente il suo senso della moda. Ha raffinato i suoi gusti e imparato ad apprezzare la bellezza del lusso, dell’arte e della felicità. Blahnik ha ricordato che, secondo sua zia,
… la felicità è avere la borsa più elegante mai realizzata, in tutti i colori disponibili
Blahnik non ha mai studiato come realizzare le scarpe, ma ha imparato le abilità visitando le fabbriche di scarpe e parlando con modellisti, tecnici e operatori di macchine del settore. Inizialmente, disegnò calzature da uomo, ma immediatamente scoprì che il design di scarpe da uomo limitava la sua immaginazione e mancava dell’elemento della moda. Quando lo stile delle scarpe tradizionali era ancora dominato da piattaforme goffe negli anni ’70, ha fatto rivivere il tacco a spillo elegante, che da allora è diventato un classico. Inoltre, non ama le zeppe e crede nel potere dei tacchi e del sex appeal che trasmettono.
Blahnik ha lavorato con tutto il cuore sulle sue scarpe. Non solo disegna il modello di un paio di scarpe, ma anche a mano realizza le scarpe da solo. Ogni scarpa creata da Manolo inizia come uno schizzo a mano libera utilizzando pennelli di zibellino e inchiostro acquerello. Il suo uso stilistico di linee, luci e colori conferisce ai rendering una qualità impressionistica, rendendoli opere d’arte a pieno titolo. Una volta che ha abbozzato un’intera collezione, Manolo porta i suoi disegni nelle fabbriche in Italia per lavorare con i tecnici su come costruirli in tre dimensioni. Quando arriva il momento per la produzione di massa, supervisiona ogni fase per garantire che ogni scarpa sia una copia esatta della sua creazione originale. Conserva sempre tutti i suoi disegni: 25.000 scarpe sono disposte in ordine cronologico in armadi a pannelli che riempiono due case adiacenti in una terrazza georgiana a Bath.
Schizzo tutti i miei pensieri come una meditazione interiore con la mia mano. Non uso mai un computer.
Manolo è coinvolto in ogni fase del processo di costruzione delle sue scarpe, e crea ogni campione per assicurarsi che corrisponda alla sua visione originale. È noto per frullare a mano le forme di legno, tagliare i motivi della tomaia e assemblare le parti per soddisfare il suo rigoroso standard. Gli artigiani della fabbrica studiano quindi i prototipi per realizzare copie esatte per soddisfare gli ordini.
In una carriera durata oltre quattro decenni, Manolo è rimasto inesauribilmente creativo e senza sforzo originale. Nel 2015, ha pubblicato Fleeting Gestures and Obsessions , una trascrizione di conversazioni con altre icone come Pedro Almodóvar e Sofia Coppola sulle sue preziose influenze nell’arte, nel design e nella letteratura, insieme a foto selezionate del suo archivio di oltre 30.000 disegni. Nel 2017, un ritratto filmato della sua vita, MANOLO: Il ragazzo che ha fatto scarpe per lucertole , diretto da Michael Roberts, è stato distribuito nelle sale di tutto il mondo e su Netflix. Una mostra itinerante della durata di due anni del suo lavoro intitolato The Art of Shoes arriverà presto alla sua ultima tappa al BATA Shoe Museum di Toronto, in Canada.
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Come ogni grande couturier, gli stili di scarpe di Manolo Blahnik sono tenuti a piccoli numeri di produzione esclusivi e la sua firma di stile è facilmente riconoscibile.
Oggi, Manolo Blahnik lavora allo stesso ritmo dinamico che ha sempre avuto. Se non disegna disegni nel suo ufficio a Marylebone o nella sua casa di Bath, Manolo può essere trovato nelle fabbriche in Italia, sviluppando campioni a mano, vestito con il suo caratteristico camice bianco da laboratorio con un fazzoletto di seta infilato nel taschino – animato e meticoloso in tutto ciò che fa e tutto ciò che è.
Manolo Blahnik, azienda privata a conduzione familiare, è tuttora a capo del marchio come direttore creativo e presidente. Ha lavorato con sua sorella Evangelina Blahnik come Managing Director dal 1981 fino a quando la nipote Kristina Hulsebus Blahnik ha assunto il ruolo di CEO nel 2013. Kristina sta attualmente lavorando per espandere e ottimizzare il business in tutto il mondo e gestisce tutti gli aspetti dell’impresa familiare.
Attualmente il marchio detiene più di 300 punti vendita tra cui 17 negozi monomarca in tutto il mondo a New York, Hong Kong, Madrid e Ginevra per citarne alcuni. La società ha anche subito una trasformazione in Asia in partnership con il gruppo Bluebell per espandersi in Giappone, Malesia e, più recentemente, un nuovo flagship store nel cuore di Singapore.
Nel luglio 2018 Manolo Blahnik ha lanciato la sua prima boutique maschile dedicata a Londra, adiacente al negozio femminile di Burlington Arcade.
Con quattro collezioni femminili all’anno e borse e una collezione uomo, Manolo disegna ancora tutte le scarpe e lavora con la nipote per portare a compimento la collezione. Oltre a più di 150 pezzi stagionali creati attraverso le collezioni pre e principali, sono i classici permanenti e i preferiti duraturi tra cui l’iconico Hangisi, BB e Chaos.
Aggiornato al 27 maggio 2019
Autore: Lynda Di Natale Fonte: manoloblahnik.com, en.wikipedia.org, web
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BATA lavora con noi: ecco come inviare il curriculum vitae.
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Bata, la catena di negozi specializzata nella vendita di calzature ed accessori, sta facendo registrare ottimi risultati di crescita e sta investendo nel personale con una serie di assunzioni stabili e stage per giovani. L’azienda Bata: Ricordiamo che il Gruppo Bata Brands SA nacque nel 1894 per mano dei fratelli Anna ed Antonin Bata. Nel … The post BATA lavora con noi: ecco come inviare il…
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La camera delle meraviglie al Festival di Venezia 2019
Vittoria Schisano
Quando Harry Potter aveva bisogno di qualcosa gli compariva davanti “la stanza delle necessità”, tra i corridoi magici della scuola di Hogwarts. Qualcosa del genere accade ogni anno alla Mostra del cinema di Venezia. Tra un red carpet e una premiere, le celebrity hanno bisogno di un momento di break lontano dagli occhi dei curiosi e così si rifugiano in una specie di camera delle meraviglie sul Canal Grande, più precisamente al SINA Centurion Palace hotel, dove scoprono le tendenze del momento – tutte rigorosamente made in Italy – e si fanno coccolare. Sorseggiano un aperitivo Campari, bevono una tazza di caffè Hausbrandt (Toni Servillo e Alessandro Gassmann, ad esempio, iniziano a carburare solo dopo una massiccia dose di caffeina) e nel frattempo si affidano alle mani esperte di Anna e Guglielmo Barbaresi, due fratelli siciliani di Castelvetrano, punta di diamante dell’equipe del make up artist romano Robin Facemaker. C’è chi si gode il tramonto sbirciando le gondole e chi invece si diverte a provare ogni tipo di accessorio, dalle scarpe ai foulard, come se fosse nel backstage di una sfilata.
Alessandro Gassman
LA FIERA DELLE VANITA’ Il regista Terry Gilliam ha messo su un vero e proprio teatrino passando un intero pomeriggio a sbirciare il contenuto delle borsette Ynot? e a provare i gemelli di Ottaviani. Il collega Spike Lee, invece, dopo un giro in Porsche (alle star è stato fatto provare l’ultimissimo modello in arrivo sul mercato), ha ricevuto da Marco Melis un paio di occhiali da sole personalizzati con dedica incisa al laser. L’istrionico artista confeziona personalmente da vent’anni ogni creazione usando un pantografo degli Anni Sessanta e venticinque manichini con teste diverse per tratti somatici, dagli zigomi al naso, in modo da realizzare il modello perfetto – e unico – per ogni viso.
Il regista Spike Lee
I GADGET CULT Gli ospiti del festival si sono divertiti a scoprire vere e proprie chicche realizzate in edizione limitata per l’evento, come i due mazzi di carte – da uomo e da donna – di Fragiacomo, fuori commercio, con modelli diverse di calzature al posto dei semi. Da Edoardo Leo a Diana Del Bufalo, l’idea ha fatto impazzire tutti i divi nostrani. Il caldo torrido della Laguna ha fatto correre ai ripari Laboratorio Olfattivo che ha creato per l’occasione uno speciale ventaglio su cui spruzzare le proprie fragranze e da rinfrescare all’occorrenza con un tocco personalissimo. Lo hanno provato subito – e da allora non se ne sono più separate – le attrici Anna Foglietta, Miriam Candurro e Vittoria Schisano.
Anna Foglietta
STRAVAGANZE & SUPERSTIZIONI Per la serie “non è vero ma ci credo” arriva Dop, un gioiello a forma di peperoncino/corno portafortuna nascosto in una miniconfezione di pasta – farfalle, per la precisione – che non poteva non attirare la curiosità delle star, da sempre fortemente scaramantiche, soprattutto prima di salire sul palco. Chiara Giallonardo e Andrea Cocco hanno promesso che avrebbero indossato il bracciale h24. Dei cappelli gioielli e delle fasce tempestate di pietre preziose di Chic Beachwear si sono invaghite Stella Egitto e Aurora Ruffini. Che le portino con sé nel weekend scelto nei Nero Hotel d’Italia? La compagnia ha anche realizzato uno champagne con bottiglie autografate dai vip e poi messe all’asta per beneficienza. Ogni visitatore ha deciso la destinazione preferita. Elena Sofia Ricci ha puntato su Verona, Euridice Axen, Paola Minaccioni e Massimiliano Bruno hanno preferito la Toscana, mentre Terry Gilliam visiterà Ostuni.
Stella Egitto
CI METTO LA FACCIA L’oggetto dei desideri? Il buono da duemila euro nella beauty clinic Villa Brasini, la preferita di Chiara Ferragni, che a Roma e a Milano rigenera le celebrity (e non solo). Per il festival ha realizzato un kit travel size per “emergenze di bellezza” prima della tappa di benessere al centro, che hanno subito provato – tra le altre – Denny Mendez e Caterina Guzzanti. Dai trucchi naturali Dolomia (lo dice il nome, realizzati nelle Dolomiti) alle fragranze dedicate ai sette colli di Roma di Mauro Lorenzo, gli artisti italiani hanno scoperto piccoli grandi segreti di bellezza che promettono non abbandoneranno mai. L’accessorio cult invece è diventato la giacca in pelle, coloratissima e dall’allure vintage, di Suprema. Gialla per Micaela Andreozzi, verde militare per Jenny De Nucci e rossa per Giulia Elettra Gorietti. Paolo Ruffini punta sul blu, Euridice Axen preferisce il bianco. Per completare il look da festival arriva Ottaviani, partner storico di moltissimi eventi cinematografici: Valeria Solarino ha puntato su un collier a cascata e Alessia Barela sugli orecchini stile Charleston, mentre Rocco Papaleo e Filippo Melloni puntano sul più classico degli orologi.
Rocco Papaleo, Valeria Solarino
Molti look da red carpet sono nati tra queste mura e diventeranno di tendenza nel giro di pochi giorni, perché qui non si segue la moda, la si crea con una serie di commistioni suggestive e imprevedibili. Il lato più sorprendente di questo angolino segreto sta però nel fatto che quasi tutte le coccole che le celeb si sono concesse nella stanza sono alla portata di tutte, per sentirsi dive tutti i giorni con un tocco di brio.
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Omicidio Anna Maria Scavo: fermato il marito E' stato fermato per omicidio Marco Ricci, 42 anni, che lo scorso 15 giugno in un negozio di calzature di Carini ha ucciso con colpi di taglierino alla presenza del loro figlio la moglie, Anna Maria Scavo, 36 anni, commessa.
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SAN BENEDETTO – Per il lancio della collezione Primavera Estate 2020 il brand Anna Virgili ha pensato ad un Red Flamingo Party al quale invitare buyer e clienti italiani e stranieri: l’esclusiva festa sulla spiaggia si è svolta sabato 29 Giugno presso lo Chalet 45.com di San Benedetto del Tronto.
In una cornice completamente rosa e rossa, con rimandi allo stile hawaiano, Ermanno Gaetani insieme ai figli Alessandro, Mattia e Luca e alla moglie Manuela ha presentato al prestigioso parterre multilingue le ultimissime novità della collezione che sarà in vendita la prossima estate.
Una selezione di borse, calzature e portafogli coloratissima e molto raffinata: dal rosso all’arancio, dal giallo al celeste per una gamma di modelli dallo stile contemporaneo e glam. La collezione, anticipata in questi giorni, sarà poi presentata ufficialmente alla prossima edizione del Mipel che si terrà a settembre a Milano. Dress code rosa e rosso in tinta con l’allestimento scenografico per una festa alla quale hanno partecipato anche le influncer Veronica Bagnoli e Augusta Iezzi, entrambe seguitissime sui social network.
Anna Virgili ha ospitato in questi giorni una nutrita delegazione di buyer stranieri giunti nelle Marche per vedere la nuova collezione e stringere accordi commerciali con l’azienda. Dalla Cina e dal Vietnam, dalla Svezia e dalla Corea del Sud, dal Qatar, dall’Oman, dalla Bulgaria, dalla Francia e dagli Stati Uniti.
Gli operatori commerciali, dopo due giorni di appuntamenti ed incontri nel quartiere generale di Anna Virgili, hanno partecipato all’esclusivo party in riva al mare rimanendo piacevolmente colpiti dall’atmosfera ricreata nello chalet di Viale Europa. Ermanno Gaetani, microfono alla mano, ha salutato gli ospiti della serata ringraziando ad uno ad uno i partecipanti e ha dato il via alla festa che si è protratta fino a tarda notte fra musica e divertimento.
Negli ultimi anni Anna Virgili, azienda fondata nel 1988 da colei che le ha dato il nome insieme al marito Ermanno Gaetani, ha spinto il piede sull’acceleratore dell’espansione estera a trecentosessanta gradi, dall’Europa (Germania, Francia, Benelux) agli Stati Uniti passando soprattutto per l’Estremo Oriente.
L’obiettivo a breve termine è quello di rendere il mercato interno pari a quello estero per quanto riguarda il fatturato che nel 2018 è stato di 8,2 milioni di euro, con una previsione di 10 milioni per il 2019. Oggi il brand conta 21 negozi monomarca in Italia, con 80 dipendenti e oltre 200 persone impiegate nell’indotto.
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Vincenzo Ferdinandi, stilista italiano e tra i fondatori dell’Alta moda in Italia. Deve la notorietà grazie al taglio dei suoi apprezzati tailleurs oltre che a una rigorosa conoscenza sartoriale ereditata dalla secolare tradizione di famiglia di costumisti e sartoria presso la Corte Reale dei Borbone nel Regno di Napoli.
Vincenzo è nato a Newark, nello Stato del New Jersey, il 29 novembre 1920 da Antonio ed Ernestina Roefaro; una famiglia originaria di Pontecorvo, italiani, trasferiti agli inizi del secolo negli Stati Uniti dove avevano aperto una sartoria. Sin da giovane, Vincenzo apprende i segreti di un mestiere, tramandato da più generazioni, e inizia il suo percorso fortunato nel mondo della moda.
A metà degli anni ’40 si trasferisce in Italia, paese d’origine dei nonni e, dopo aver trascorso un periodo nella sartoria di famiglia in via del Babuino a Roma e affina il suo stile nella sartoria di Fernanda Gattinoni. Periodo in cui sposa Annamaria Malpieri e ha tre figli.
È stato tra i primi grandi stilisti di alta moda a competere con i più blasonati couturier francesi in ambito internazionale. Nel 1949 va a Parigi chiamato da Christian Dior, conosciuto l’anno prima, per una collaborazione stilistica con la celebre maison francese.
Dopo quell’esperienza anche Londra lo chiama per la progettazione di una linea di calzature che porta a termine con estro e creatività tutta italiana. Nel ’51 a Londra, per il mercato inglese, sigla un contratto con la Clark & Morland Ltd, per una linea di stravaganti calzature, elemento accessorio cui il giovane sarto crede fermamente.
Torna in Italia e, Ferdinandi forte della esperienza parigina, apre un atelier haute couture in via Veneto proprio al centro della Dolce Vita.
“Riconosciuto innovatore già negli anni del dopoguerra, si afferma come uno dei fondatori dell’haute-couture in Italia alla quale imprime con il suo stile un’indiscussa traccia, meritando appieno l’appellativo di maestro del tailleur che gli ambienti della moda nazionale ed estera gli conferiscono”.
Mi sono cucito addosso una passione e l’ho trasformata in un mestiere. Hanno definito ogni mio tailleur “il Signor Tailleur”… Non so se è stato realmente così, so solo che ne ero infinitamente onorato.
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Il suo stile era asciutto, privo di quei fronzoli tanto amati invece dall’amico e collega Emilio Schuberth con cui condivise un giovanissimo apprendista, Valentino Garavani.
Ferdinandi amava lo stile con misurato buon gusto e aveva una innata abilità nel taglio. La sola leziosità che aveva, come gesto scaramantico, era quello di cucire personalmente l’ultimo bottone del capo realizzato.
La donna ferdinandiana ideale era moderna e impegnata, per cui lui realizzava tailleur dalla vita sottile, le spalle prive di cuciture e imbottiture.
Vincenzo Ferdinandi è fra gli importanti stilisti invitati dal nobile fiorentino Giovanni Battista Giorgini a sfilare il 22 luglio 1952 a Firenze per la prima storica sfilata nella famosa Sala Bianca a Palazzo Pitti insieme alla Sartoria Antonelli, l’atelier Carosa, Roberto Capucci, Giovannelli-Sciarra, Germana Marucelli, Polinober, la Sartoria Vanna, Jole Veneziani e sedici ditte di sportswear e boutique. La sfilata contribuì a confermare la nascita e la legittimità di una moda italiana contrapposta alla moda francese e dando il via a “quel pionieristico fermento creativo” ben descritto da una giovanissima Oriana Fallaci inviata a riportarne la cronaca dal settimanale Epoca.
A Palazzo Pitti nel 1952, sfidando le convenzioni dell’epoca, fece sfilare per primo su di una passerella internazionale di Alta Moda, una modella di colore, l’americana Dolores Francine Rhiney che gli costò polemiche e ostracismo.
Vestì Ingrid Bergman, Sandra Dee, Rhonda Fleming, la moglie di Sammy Davis jr. May Britt, Virna Lisi, Anna Magnani, Gina Lollobrigida, Sylva Koscina, Lucia Bosè, Ilaria Occhini, Elsa Martinelli, Marta Marzotto,Eloisa Cianni che fu Miss Italia nel 1952. La figlia di Gabriele D’Annunzio fu sua cliente affezionata.
Nel 1953, Vincenzo Ferdinandi, concorre a fondare il SIAM – Sindacato Italiano Alta Moda (diventato poi Camera Nazionale della Moda Italiana) -, in disaccordo con il fondatore dell’Alta Moda in Italia il nobile fiorentino Giovanni Battista Giorgini, insieme ad altri grandi nomi dell’epoca, tra cui: Emilio Schuberth, le sorelle Fontana, Alberto Fabiani, Jole Veneziani, Giovannelli-Sciarra, Mingolini-Gugenheim, Eleonora Garnett, Simonetta. I secessionisti, come vengono chiamati, sono gli stilisti romani che polemicamente fanno sfilare le loro creazioni nei propri atelier a Roma, due giorni prima delle sfilate di Palazzo Pitti a Firenze.
Nel luglio del 1954, insieme alle Sorelle Fontana, Emilio Schuberth, Giovannelli-Sciarra, Garnett e Mingolini-Gugenheim partecipa ad Alta Moda a Castel Sant’Angelo ambientato nella suggestiva cornice del celebre castello.
Jole Veneziani, Emilio Schuberth e Vincenzo Ferdinandi
In quella occasione fu premiata la statunitense Sally Kirkland, Fashion Editor di Life e di Vogue USA, per il suo ruolo di ambasciatrice della moda italiana negli Stati Uniti che ricevette l’onorificenza direttamente da Ferdinandi. Il cocktail/conferenza stampa per la fondazione del SIAM si tenne a Roma all’Open Gate di Rudy con Consuelo Crespi. Tra i partecipanti, un giovane Beppe Modenese che sarebbe poi divenuto presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana.
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Jennifer Jones indossò un suo tailleur nel film Stazione Termini diretto da Vittorio De Sica, anche se nei titoli di coda i costumi vengono accreditati a Christian Dior.
Rimasi incantato dal suo portamento ricordava Ferdinandi, mi disse che voleva un mio tailleur che la facesse sentire a suo agio durante le riprese del film, ma ne aveva già uno di Dior che gli aveva fornito la produzione. Sottolineò che avrebbe però tranquillamente scelto il mio se le fosse piaciuto di più. E così fece.
Quell’anno Dior vinse l’Oscar per il miglior costume e, da vero gentiluomo gli confidò: “Vincenzo…. a bòn retour….“.
Lo stile asciutto e privo di ornamenti aggiuntivi, valse allo stilista, molti riconoscimenti. I tailleur impeccabili by Ferdinandi, lo fanno apprezzare molto anche all’estero. Negli anni sessanta il produttore di moda tedesco Frederich gli chiese di disegnare una linea prêt-à-porter, cui dà spessore e validità stilistica non indifferente.
Tailleur comodi da indossare ma sempre eleganti tanto da meritarsi l’appellativo coniato per lui da Vogue/USA di A Star Tailor, nel settembre del 1952, e numerosi servizi su riviste specializzate di moda e di settore tra cui Harper’s Bazaar e Marie Claire.
Le creazioni Ferdinandi sono state indossate da attrici e mannequins di quegli anni come: Virna Lisi, Sylva Koscina, Lucia Bosè, Luciana Angiolillo, Eloisa Cianni, Lilli Cerasoli, Jennifer Jones, Eliette von Karajan, May Britt, Ivy Nicholson, Janet Sprague, Loredana Pavone, Anna Maria Ghislanzoni, Marta Marzotto e una giovanissima Elsa Martinelli sono solo alcune.
Elsa Martinelli, molto giovane, accompagnava le sorelle maggiori che lavoravano per Ferdinandi ogni giorno. Restava lì, con loro, fino a tarda sera, trascorrendo del tempo tra tessuti, modelli e disegni, in un mondo tutto suo, fatto di sogni. Elsa voleva esibirsi, non voleva altro che quei vestiti, ma era troppo giovane e mio nonno Antonio l’avrebbe cercata in modo protettivo. “Sei troppo giovane”, le avrebbe detto, ed Elsa non vedeva l’ora di diventare una “ragazza grande” come tutte le altre. Un giorno, alla premiere di una collezione, una modella non si fece vedere e mio padre – contro i desideri di mio nonno – le permise di indossare quei vestiti e la catapultò letteralmente nell’enorme soggiorno, instillandola con coraggio; “cammina con un’altalena come una vera signora”, ha detto, “e tutto andrà bene”, finalmente lanciando la sua carriera. Fu un successo immediato perché la modella in provetta affascinò donne, compratori e giornalisti con la sua elegante postura. Fu proprio quell’esperienza che lasciò il posto a una lunga carriera trascorsa sulle passerelle di diversi atelier prima che, finalmente, arrivando al cinema, diventasse il suo mondo…
Elsa Martinelli nel 1955 con un abito della linea “Sfinge”
Al Festival della moda, tenutosi a Napoli nel ’54, si riconoscono a Vincenzo Ferdinandi anche i meriti per la creazione di cappelli – altro accessorio che lui stesso disegna e fa realizzare da Canessa – quali gli impeccabili “tamburelli” guarniti di visone o ciondoli neri e oro, le sue “pagodine” di velluto nero e le sue piccole “cloches” di feltro fumo di Londra.
Vittorio Gallo realizza per la Astra Cinematografica il docufilm Sete e Velluti sulla moda italiana degli anni ’50 colta negli ateliers romani delle case di moda Ferdinandi, Gattinoni e Garnett.
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Ferdinandi è stato tra i primi ad intuire l’importanza degli accessori applicata alla moda – come borse, scarpe, cinture, profumi – marcata con una propria griffe.
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Personaggio estroverso – nel pieno della Dolce vita capitolina è rimasta famosa una sua scommessa calcistica col pittore Antonio Privitera in occasione di un derby Lazio-Roma, persa la quale fece sfilare per la celebre strada undici mucche addobbate con mutandoni giallorossi.
Ferdinandi negli ultimi anni di vita si è dedicato anche alla pittura, con un suo stile basato tutto sui contrasti e i chiaro-scuri, con una tecnica a olio e ad acquerello.
Con l’inizio degli anni ‘60 Ferdinandi non sfilerà più, ma continuerà con l’attività del suo atelier e lavorerà come consulente per diverse industrie di abbigliamento in Italia e all’estero.
Nel 1963 decide di allontanarsi dal mondo delle grandi istituzioni di moda e con il successo del prêt-à-porter assume una posizione più defilata, pur creando abiti fino alla sua scomparsa avvenuta il 22 aprile 1990 a Roma.
Il suo percorso gli ha portato onorificenze e riconoscimenti: i suoi abiti da cerimonia sono stati indossati da molte donne dell’alta società italiana e internazionale. Molti altri sono stati i riconoscimenti conferiti alla sua arte e alla sua creatività nel corso di tutta la sua esistenza.
Nel 2014 il museo Maxxi di Roma all’interno della mostra Bellissima lo considera tra i pionieri della moda italiana.
aggiornato al 19 aprile 2020
Autore: Lynda Di Natale Fonte: wikipedia-org, patrimonio.archivioluce.com, https://ferdinandialtamoda.com/, web
Vincenzo Ferdinandi #vincenzoferdinandi #ferdinandi #creatoredellostile #creatoridellamoda #perfettamentechic #felicementechic Vincenzo Ferdinandi, stilista italiano e tra i fondatori dell'Alta moda in Italia. Deve la notorietà grazie al taglio dei suoi apprezzati tailleurs oltre che a una rigorosa conoscenza sartoriale ereditata dalla secolare tradizione di famiglia di costumisti e sartoria presso la Corte Reale dei Borbone nel Regno di Napoli.
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A Milano dal 26 gennaio al 9 aprile 2017, le Sale museali di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, ospitano la mostra “MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes”
“La scarpa di Manolo porta in sé le sue emozioni, le sue passioni per il cinema, l’arte e la letteratura: il suo amore per la vita”. Cristina Carrillo de Albornoz, curatrice della mostra
Manolo Blanhik
Questa intima retrospettiva, per la prima volta in Italia, fa luce sulla notevole carriera dell’artista couturier spagnolo Manolo Blahník, attraverso l’esposizione di 200 delle scarpe preferite da Manolo dagli anni Settanta a oggi. La mostra intende raccontare ed evocare la profonda influenza che l’arte e la cultura italiana hanno avuto e hanno ancora oggi sullo stilista.
Le scarpe di Manolo Blahník non sono accessori ma veri e propri oggetti d’arte
Dalla scultura greco-romana al barocco, dal capolavoro di Luchino Visconti – Il Gattopardo – ai coralli di Sicilia, tutto questo e molto altro ancora si ritrovano nelle scarpe visionarie di Manolo Blahník. Milano è stata scelta dallo stilista per il suo forte legame con l’Italia, patria dell’arte e dell’artigianato riconosciuti in tutto il mondo.
Custoditi nell’archivio privato dello stilista che conta oltre 30.000 modelli, Manolo e la curatrice Cristina Carrillo de Albornoz hanno selezionato 212 scarpe e 80 disegni. Questi ultimi rappresentano una riflessione personale del lavoro del grande designer e attraverso la loro essenza rivelano le sue passioni, che sono la fonte della sua ispirazione: le espressioni artistiche quali l’architettura, l’arte, la letteratura e il cinema, la botanica, la cultura di paesi quali l’Italia, la Russia e la Spagna nonché la storia del XVIII secolo.
Il percorso espositivo, diviso in 6 sezioni, esamina i temi costanti e ricorrenti della carriera di Manolo Blahník. La prima sezione, la più vasta, è intitolata Core in cui sono esposte le calzature dedicate a personaggi storici e contemporanei che hanno ispirato o avuto un ruolo importante nella vita di Blahník: da Alessandro Magno a Brigitte Bardot, sino a Anna Piaggi, leggendaria direttrice di Vogue Italia.
La seconda, Materiali, comprende una selezione di scarpe che illustrano l’attenzione per il dettaglio elaborato e la ricchezza di materiali e colori usati con maestria squisita. La terza sezione esamina la sua passione per l’arte e l’architettura e il modo in cui queste ispirano le sue “costruzioni”.
La quarta sezione, Gala, espone una selezione delle scarpe più fantasiose dello stilista mettendo in evidenza la sua ironia e creatività: in questa sezione sono presenti le scarpe Marie Antoinette. La quinta sè dedicata alla natura, al suo profondo amore per il mondo botanico, evidente fin dalla prima collezione.
Nell’ultima sezione sono esaminate le varie influenze geografiche e ambientali: qui sono i modelli ispirati a Spagna, Italia, Africa, Russia, Inghilterra e Giappone.
Oltre alle calzature di Manolo Blahník, nelle Sale museali del palazzo è in mostra un piccolo nucleo di scarpe provenienti dalla collezione delle Civiche Raccolte Storiche selezionato da Chiara Buss, storica del costume e del tessuto. Ove i modelli antichi convivono con le creazioni di Manolo, impreziosendosi a vicenda e, al contempo, rendendo chiaro il percorso creativo che ha caratterizzato l’evoluzione della calzatura nel corso di cinque secoli, dal Cinquecento sino ai primi anni Novecento.
Il catalogo è firmato da Cristina Carrillo de Albornoz e pubblicato in edizione italiana da Skira e in edizione inglese da Rizzoli. Il volume raccoglie le conversazioni tra Manolo e la curatrice, attraverso un elenco dalla A alla Z guida il lettore alla scoperta delle motivazioni e passioni dello stilista.
26 gennaio - 9 aprile 2017 “MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes” a cura di Cristina Carrillo de Albornoz Palazzo Morando | Costume Moda Immagine via Sant’Andrea 6 - primo piano, Sale museali Orari: mart. - dom. ore 9-13 e 14-17.30 (lunedì chiuso; la biglietteria chiude un’ora prima) T. +39 02 884 65735 - 46056 [email protected] www.civicheraccoltestoriche.mi.it Ingresso con biglietto (comprendente il biglietto del Museo): 10 € intero - 8 €
“MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes”
A Milano dal 26 gennaio al 9 aprile 2017, le Sale museali di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine…
“MANOLO BLAHNÍK. The Art of Shoes” A Milano dal 26 gennaio al 9 aprile 2017, le Sale museali di Palazzo Morando | Costume Moda Immagine…
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Bellissima e affascinante Anna Maria Di Francesco @annamariadifrancesco_ con il meraviglioso abito fantasia Ortensie e fiori della Collezione Primavera Estate 2019. Si nota immediatamente il meraviglioso abbinamento di @annamariadifrancesco_ alle calzature: infatti sceglie i fashion e glamorous sandali in rafia con plateau impreziositi da applicazioni e pietre ricamate a mano. Cinturino in vernice con fibbia gioiello. Sandali realizzati con la massima attenzione al dettaglio. Un sandalo estremamente di tendenza decisamente elegante, prezioso, brillante e anche grintoso che dona ad @annamariadifrancesco_ ancora più fascino e classe. Un vero e proprio sandalo gioiello con plateau che illumina: è questa la grande tendenza della Primavera Estate 2019! Un trend assoluto ed immortale. In questa mise @annamariadifrancesco_ è davvero bellissima, chic e seducente. #DGDNA #DGSS19 #DGGirlSS19 #DGWomenSS19 #DGStyle #DolceGabbana @dolcegabbana @dgbeauty #DolceGabbanaCommunity @dolcegabbanacommunity @dolcegabbanafamily @dolcegabbanapassion @dolcegabbana.fanpage @official_dolcegabbana @dolcegabbana_man @crisvegasdg @zh.olga.5862 #DomenicoDolce #StefanoGabbana @stefanogabbana.01 #lamodaèbellezza #lamoreèbellezza (presso San Benedetto del Tronto) #Repost @annamariadifrancesco_ . . . Buongiorno ☀️ Buona Festa della Repubblica 🇮🇹❤️ @stefanogabbana.01 @dolcegabbanacommunity https://www.instagram.com/p/ByPWg8zIiaX/?igshid=jtkw2o2tos77
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Il diktat per i Christmas parties è di indossare gli abiti più eleganti dell'anno e ricreare la magia di questo periodo così speciale dell'anno con mises dalla fashion attitude, sofisticate, ricercate. Non c'è nulla di meglio di un abito lungo per onorare i Christmas parties all'insegna del glamour e per grandes soirées. Abito lungo verde dalla vestibilità scivolata, dal prezioso tessuto luminoso, dall'eleganza massima nella sua essenzialità e purezza e l'abito non si lascia di certo scappare uno dei colori per eccellenza del Natale ovvero il verde, un colore rigoglioso, energico, speranzoso, insomma, il colore positivo per eccellenza. En pendant con il colore dell'abito il fashion bolero verde in pelliccia all'insegna di un look che incanta, fa sognare esaltandone la bellezza e la femminilità. Gli accessori perfetti con uno dei vestiti più eleganti che ci sia sono le décolletés in pizzo Taormina con ricamo gioiello in punta caratterizzato da preziosi cristalli Swarowski e la micro Devotion bag in nappa matelassé adatta alle occasioni speciali. Come bijoux potete scegliere tra il meraviglioso bracciale della sfilata "Eleganza" Autunno Inverno 2019 2020 con elementi decorativi in strass e resina oppure gli orecchini pendenti dal sapore barocco e arricchiti da elementi decorativi di strass e perle. Un'illuminazione per le Festività Natalizie divina per essere le più eleganti, chic e super glam! Per maggiori informazioni potete rivolgervi alle Boutiques Dolce & Gabbana. Il bolero, le calzature, la Devotion bag ed i bijoux sono disponibili consultando lo store.dolcegabbana.com 🎄🎅👼🎁✨🥂💚💚💚💎💚 link in bio. #DGEleganza #DGDress #DGShoes #DGDevotionBag #DGBijoux #DGWomen #DGStyle #DolceGabbana @dolcegabbana @dolcegabbana_man #DolceGabbanaCommunity @dolcegabbanacommunity @dolcegabbanafamily @dolcegabbanapassion @dolcegabbana.fanpage @official_dolcegabbana @dolceegabbana___ @dolcegabbana_love @dolcegabbanacz @crisvegasdg @zh.olga.5862 @joanna.dglasvegas @fdcisp7300 @dolce.qatar #DomenicoDolce #StefanoGabbana @stefanogabbana.01 @siqueiragui #lamodaèbellezza #lamoreèbellezza Special tanks to Anna Maria Di Francesco @annamariadifrancesco_ por the photo of the Cover. https://www.instagram.com/p/B6c1dnbIb0v/?igshid=cptb08i6z80j
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La camera delle meraviglie al Festival di Venezia 2019
Vittoria Schisano
Quando Harry Potter aveva bisogno di qualcosa gli compariva davanti “la stanza delle necessità”, tra i corridoi magici della scuola di Hogwarts. Qualcosa del genere accade ogni anno alla Mostra del cinema di Venezia. Tra un red carpet e una premiere, le celebrity hanno bisogno di un momento di break lontano dagli occhi dei curiosi e così si rifugiano in una specie di camera delle meraviglie sul Canal Grande, più precisamente al SINA Centurion Palace hotel, dove scoprono le tendenze del momento – tutte rigorosamente made in Italy – e si fanno coccolare. Sorseggiano un aperitivo Campari, bevono una tazza di caffè Hausbrandt (Toni Servillo e Alessandro Gassmann, ad esempio, iniziano a carburare solo dopo una massiccia dose di caffeina) e nel frattempo si affidano alle mani esperte di Anna e Guglielmo Barbaresi, due fratelli siciliani di Castelvetrano, punta di diamante dell’equipe del make up artist romano Robin Facemaker. C’è chi si gode il tramonto sbirciando le gondole e chi invece si diverte a provare ogni tipo di accessorio, dalle scarpe ai foulard, come se fosse nel backstage di una sfilata.
Alessandro Gassman
LA FIERA DELLE VANITA’ Il regista Terry Gilliam ha messo su un vero e proprio teatrino passando un intero pomeriggio a sbirciare il contenuto delle borsette Ynot? e a provare i gemelli di Ottaviani. Il collega Spike Lee, invece, dopo un giro in Porsche (alle star è stato fatto provare l’ultimissimo modello in arrivo sul mercato), ha ricevuto da Marco Melis un paio di occhiali da sole personalizzati con dedica incisa al laser. L’istrionico artista confeziona personalmente da vent’anni ogni creazione usando un pantografo degli Anni Sessanta e venticinque manichini con teste diverse per tratti somatici, dagli zigomi al naso, in modo da realizzare il modello perfetto – e unico – per ogni viso.
Il regista Spike Lee
I GADGET CULT Gli ospiti del festival si sono divertiti a scoprire vere e proprie chicche realizzate in edizione limitata per l’evento, come i due mazzi di carte – da uomo e da donna – di Fragiacomo, fuori commercio, con modelli diverse di calzature al posto dei semi. Da Edoardo Leo a Diana Del Bufalo, l’idea ha fatto impazzire tutti i divi nostrani. Il caldo torrido della Laguna ha fatto correre ai ripari Laboratorio Olfattivo che ha creato per l’occasione uno speciale ventaglio su cui spruzzare le proprie fragranze e da rinfrescare all’occorrenza con un tocco personalissimo. Lo hanno provato subito – e da allora non se ne sono più separate – le attrici Anna Foglietta, Miriam Candurro e Vittoria Schisano.
Anna Foglietta
STRAVAGANZE & SUPERSTIZIONI Per la serie “non è vero ma ci credo” arriva Dop, un gioiello a forma di peperoncino/corno portafortuna nascosto in una miniconfezione di pasta – farfalle, per la precisione – che non poteva non attirare la curiosità delle star, da sempre fortemente scaramantiche, soprattutto prima di salire sul palco. Chiara Giallonardo e Andrea Cocco hanno promesso che avrebbero indossato il bracciale h24. Dei cappelli gioielli e delle fasce tempestate di pietre preziose di Chic Beachwear si sono invaghite Stella Egitto e Aurora Ruffini. Che le portino con sé nel weekend scelto nei Nero Hotel d’Italia? La compagnia ha anche realizzato uno champagne con bottiglie autografate dai vip e poi messe all’asta per beneficienza. Ogni visitatore ha deciso la destinazione preferita. Elena Sofia Ricci ha puntato su Verona, Euridice Axen, Paola Minaccioni e Massimiliano Bruno hanno preferito la Toscana, mentre Terry Gilliam visiterà Ostuni.
Stella Egitto
CI METTO LA FACCIA L’oggetto dei desideri? Il buono da duemila euro nella beauty clinic Villa Brasini, la preferita di Chiara Ferragni, che a Roma e a Milano rigenera le celebrity (e non solo). Per il festival ha realizzato un kit travel size per “emergenze di bellezza” prima della tappa di benessere al centro, che hanno subito provato – tra le altre – Denny Mendez e Caterina Guzzanti. Dai trucchi naturali Dolomia (lo dice il nome, realizzati nelle Dolomiti) alle fragranze dedicate ai sette colli di Roma di Mauro Lorenzo, gli artisti italiani hanno scoperto piccoli grandi segreti di bellezza che promettono non abbandoneranno mai. L’accessorio cult invece è diventato la giacca in pelle, coloratissima e dall’allure vintage, di Suprema. Gialla per Micaela Andreozzi, verde militare per Jenny De Nucci e rossa per Giulia Elettra Gorietti. Paolo Ruffini punta sul blu, Euridice Axen preferisce il bianco. Per completare il look da festival arriva Ottaviani, partner storico di moltissimi eventi cinematografici: Valeria Solarino ha puntato su un collier a cascata e Alessia Barela sugli orecchini stile Charleston, mentre Rocco Papaleo e Filippo Melloni puntano sul più classico degli orologi.
Rocco Papaleo, Valeria Solarino
Molti look da red carpet sono nati tra queste mura e diventeranno di tendenza nel giro di pochi giorni, perché qui non si segue la moda, la si crea con una serie di commistioni suggestive e imprevedibili. Il lato più sorprendente di questo angolino segreto sta però nel fatto che quasi tutte le coccole che le celeb si sono concesse nella stanza sono alla portata di tutte, per sentirsi dive tutti i giorni con un tocco di brio.
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Stupendi e straordinariamente affascinanti Anna Maria Di Francesco @annamariadifrancesco_ con suo figlio Giuseppe Cianciolo in occasione del suo compleanno. Entrambi vestono @dolcegabbana. @annamariadifrancesco_ veste lo splendido abito fantasia Ortensie e fiori su fondo naturale della Collezione Primavera Estate 2019 mentre suo figlio Giuseppe Cianciolo @giuseppecianciolo indossa una favolosa, fashion e glamorous camicia con immagini religiose su fondo azzurro. Le immagini sacre e i simboli religiosi da sempre insiti nel DNA di Dolce & Gabbana, facenti parte della loro tradizione grazie all'indiscussa ed incondizionata devozione alla moda ma anche alla religione e quindi da sempre grande fonte di ispirazione per il duo creativo. @giuseppecianciolo abbina la camicia a dei trendy pantaloni bianchi e calzature nere. Entrambi belli, eleganti, stylish e decisamente attraenti. Un inno alla bellezza e al glamour. Stupendi. #DGDNA #DGSS19 #DGGirlSS19 #DGWomenSS19 #DGMan #DGStyle #DolceGabbana @dolcegabbana @dgbeauty #DolceGabbanaCommunity @dolcegabbanacommunity @dolcegabbanafamily @dolcegabbanapassion @dolcegabbana.fanpage @official_dolcegabbana @dolcegabbana_man @crisvegasdg @zh.olga.5862 #DomenicoDolce #StefanoGabbana @stefanogabbana.01 #lamodaèbellezza #lamoreèbellezza (presso San Benedetto del Tronto) #Repost @annamariadifrancesco_ . . . Happy Birthday 🎂🍾🍸 @giuseppecianciolo ❤️❤️ @dolcegabbanacommunity https://www.instagram.com/p/ByPY-n2I-Y_/?igshid=mbcntypl1bjx
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