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Livorno: cerimonia per il 33° anniversario della tragedia della Moby Prince
Livorno: cerimonia per il 33° anniversario della tragedia della Moby Prince "In questi cinque anni ho dovuto ascoltare insieme a voi pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché chiarire il quadro lo hanno complicato all'inverosimile e seguire i lavori di due commissioni parlamentari, piuttosto inconcludente la prima, indubbiamente proficua la seconda. Ora è partito il lavoro della terza commissione parlamentare, i cui componenti hanno immediatamente mostrato una grande voglia di dare un contributo concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon lavoro e invitiamo a concentrare la loro attenzione partendo dai dati significativi raccolti e delineate dai loro predecessori. In questo modo non ripartiremo ancora da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro dell'incertezza, delle verità che non arriva mai e della giustizia che ci sfugge dalle mani anno dopo anno". Nel segno del dolore che non passa, ma anche della speranza per il lavoro della nuova commissione parlamentare appena insediata, l'intervento del sindaco Luca Salvetti, durante la cerimonia che a 33 anni dalla terribile notte del 10 aprile 1991, ha visto riuniti nella Sala Consiliare di Palazzo Comunale di Livorno ancora una volta i familiari delle vittime della più grande tragedia della marineria civile italiana, quella del Moby Prince, le associazioni che lottano per la verità e per la giustizia, i sindaci delle città che hanno avuto vittime, autorità. E' il momento centrale di una giornata piena di eventi per non dimenticare, partita con la deposizione di una corona presso il Monumento in ricordo delle Vittime, proseguita con una messa in Cattedrale. Dopo l'iniziativa in Comune il corteo per le vie del centro con il momento culminate del lancio delle rose in mare all'andana degli anelli, dove si trova la lapide con i nomi, delle vittime del Moby Prince. Tornando alla cerimonie in Comune, tra gli interventi in Sala Consiliare, introdotti dal presidente del Consiglio Comunale Pietro Caruso, proprio quello dell'onorevole Pietro Pittalis, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause del disastro della nave Moby Prince e rappresentante ufficiale del Presidente della Camera dei Deputati, che ha promesso il massimo impegno. Intervenuti quindi Antonio Mazzeo Presidente del Consiglio Regione Toscana, Nicola Rosetti presidente dell'associazione 140 Moby Prince che ha ricordato con grande affetto Loris Rispoli, oggi per via di una grave malattia lontano dalla battaglia attiva ma per decenni sempre in prima linea, poi il vicepresidente Sergio Romboni. Quindi hanno parlato Daniele Atanasio Sisca sindaco di Santa Sofia D'Epiro, Zoello Forni presidente Nazionale ANMIL, Stefano di Bartolomeo presidente territoriale Anmil. Quindi è stato proiettato un video messaggio del Ministro Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare delegato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Nello Musumeci, sono stati letti una lettera del Presidente del Senato e un messaggio del Senatore Manfredi Potenti. Per chi è interessato a rivedere la cerimonia qui il link al video. Qui l'intervento del sindaco Luca Salvetti: "Per 28 anni della mia vita ho pensato al 10 aprile e alla tragedia del Moby prince solo ed esclusivamente in una maniera. Una chiamata improvvisa al telefono, una corsa al porto, un microfono in mano e la necessità di raccontare da giovane cronista una storia che segnerà definitivamente la mia vita professionale. Mi muovo basandomi sull'istinto. La mia cronaca in presa diretta fa un certo effetto, è un misto di frasi slegate, alcune senza senso, frutto dell'incertezza generale su cosa realmente fosse accaduto e dell'incertezza personale. Nel cuore della notte ci è consentito di salire su un rimorchiatore per uscire in mare a fare alcune riprese, il tragitto è breve: dopo poco cominciamo a scorgere il fuoco intorno all'Agip Abruzzo, la petroliera sta bruciando, il greggio fuoriuscito brucia, sembra di entrare in un girone infernale. Fiamme alte, equipaggio salvo, rischi ambientali, queste sono le notazioni sul taccuino. Il comandante del rimorchiatore ci dice: "Se volete vedere il traghetto dobbiamo andare a sud". Percorriamo qualche miglio, è buio, dall'oscurità quasi all'improvviso sbuca la sagoma del Moby Prince, lo scafo è completamente annerito, gli oblò sono dei puntini arancioni, all'interno sta bruciando tutto. Gli ultimi cinque anni invece li ho vissuti da Sindaco di Livorno a rappresentare una comunità che è arrabbiata e delusa. Cinque anni dove sono successe un infinità di cose. La pandemia prima di tutto che ci ha costretti a non potersi abbracciare e a non poter condividere emozioni e sensazioni nella maniera più naturale. Quel 10 aprile lo ricordo per quella camminata in solitario dal comune al porto con al fianco Loris Rispoli e con rose in mano che distribuiamo a quelle poche persone che possono stare in strada. Poi la malattia di Loris rispoli che cambia totalmente il modo con cui tutti riescono ad approcciarsi all'anniversario della strage del Moby. Loris è il simbolo di un percorso straordinario di lotta ed impegno in questa vicenda maledetta, Loris ci manca come ci manca la sua tempra da combattente. Ci manca anche Angelo Chessa che abbiamo perso l'11 giugno del 2022 Insieme al fratello Luchino ha combattuto per anni in Parlamento e nelle aule dei tribunali per fare luce sulla tragedia che costò la vita al padre comandante del Moby Tra le molte cose che sono accadute in questi anni c'è anche la scelta di consegnare la Livornina d'oro, massima onorificenza cittadina, all'associazione 140, un modo per dire ad alta voce e con passaggi estremamente significativi che tutti noi non abbiamo intenzione di dimenticare né ora né mai la consegno a Nicola Rossetti un'altra persona straordinaria che ho imparato a conoscere in tutte le sue sfaccettature e nel suo spessore umano. Abbiamo poi fatto il massimo per costruire giornate ed eventi per ricordare e per spingere con forza chi di dovere a lavorare per delineare i contorni della verità e far ripartire il cammino verso la giustizia. Docufilm, presentazione di libri, interviste e tanto altro per tenere alta l'attenzione anche al di fuori della giornata del 10 aprile. In questi cinque anni ho dovuto poi ascoltare insieme a voi pronunciamenti di giudici di varie procure che anziché chiarire il quadro lo hanno complicato all'inverosimile e seguire i lavori di due commissioni parlamentari, piuttosto inconcludente la prima, indubbiamente proficua la seconda. Ora è partito il lavoro della terza commissione i cui componenti hanno immediatamente mostrato una grande voglia di dare un contributo concreto alla ricerca della verità. Gli auguriamo buon lavoro e invitiamo a concentrare la loro attenzione partendo dai dati significativi raccolti e delineate dai loro predecessori. In questo modo non ripartiremo ancora da zero e nessuno potrà ricacciarci nel baratro dell'incertezza, delle verità che non arriva mai e della giustizia che ci sfugge dalle mani anno dopo anno". ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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CELEBRAZIONE DEL RIMPATRIO DI UN EROE
In data odierna, a Treviso, si ricorda solennemente il 70° anniversario del ritorno, dopo quasi 12 anni di atroce prigionia nell’URSS, dell’eroico Generale M.O.V.M. Enrico Reginato, allora Sten. medico del glorioso Btg. Sciatori “Monte Cervino”.
Di seguito, una emblematica pagina del suo libro di memorie sul trattamento dei prigionieri catturati dall' Amata Rossa dopo lo sfondamento delle difese tenute da Italiani ed alleati sul fiume Don:
"….Krinovaja è un grosso centro a est del Don: vi passa la ferrovia. Ai margini dell’abitato sorge un gruppo di fabbricati in muratura, circondati da reticolati : antiche scuderie.
Dentro questo recinto sono ammassati i superstiti. In quel tragico luogo entrarono trentamila uomini di tutte le nazionalità. Solo tremila, dopo venticinque giorni, uscirono ancora vivi, e in questi pochi giorni il dolore toccò il vertice dell’inumano.
I prigionieri furono ammucchiati nelle varie stalle che erano gremite sino all’inverosimile, l’acre odore della cancrena ristagnava ovunque; la fame distruggeva i corpi, la dissenteria completava l’opera di disfacimento di esseri umani martoriati da fame e sete e da parassiti che brulicavano nelle barbe incolte, sotto le vesti sudice e lacere.
Un buio tragico e ossessionante scendeva su questi orrori sin dalle dalle prime ombre della sera, interrotto ogni tanto da torce agitate da figure umane urlanti che prelevavano uomini al lavoro; poi tornava un cupo silenzio di morte interrotto da grida di dolore, da gemiti, da invocazioni pronunciate nelle più diverse lingue, da preghiere elevate al cielo ad alta voce da qualche cappellano.
Uomini furono visti diventare, per fame, feroci come lupi.
Alle prime distribuzioni di cibo, come colti da improvvisa follia, spettri umani si levavano e si precipitavano urlando, schiacciandosi, uccidendosi, rovesciando a terra ogni cosa, buttandosi al suolo per succhiare il fango impastato col cibo sparso.
Guardiani armati di spranghe di ferro dovevano fare scorta al pane per difenderlo da branchi di uomini in agguato che si avventavano per impossessarsene. Speculatori, in cambio del pane rubato, raccoglievano oggetti d’oro e falsi medici vendevano false polverine contro la diarrea in cambio di anelli ed altri preziosi.
Al centro del cortile si apriva un pozzo profondo. Là dentro, unendo cinghie di pantaloni e stracci di abiti, si calavano barattoli per attingere l’acqua. Gli assetati facevano ressa attorno al pozzo e nel tumulto qualcuno cadeva dentro e vi annegava. Con una pertica si spostavano i cadaveri e si continuava ad attingere.
Poi cominciò a profilarsi e ad estendersi una aberrazione ancora più mostruosa: la necrofagia; ma neppure chi si nutriva di quel macabro cibo si salvava dalla dissenteria e dalla morte.
Pareva che l’umanità avesse fatto d’un tratto un passo all’indietro verso i primordi: civiltà, principi morali, religiosi, sentimenti di carità e di fratellanza sembrava fossero scomparsi per lasciare posto alla brutale violenza di un raffiorare primordiale spirito di conservazione.
Quando tutti ebbero la sensazione di essere condannati dai sovietici a una crudele agonia, fu presa una risoluzione estrema. Il colonnello degli Alpini Scrimin ebbe l’incarico di chiedere al comando russo un pietoso intervento : la fucilazione per tutti. I sovietici trovarono inopportuna la richiesta e consigliarono di attendere…."
Questa era la situazione dei campi di prigionia in Russia. In quel conteso aberrante, il medico Reginato si prodigava senza riserve, amputando arti con un temperino da necessaire o con una comune sega, utilizzando come anestetico la neve o la stessa cancrena. Ma i suoi meriti andavano anche oltre: si spendeva in un continuo, esemplare trasporto di umanità, anzi di carità, nel senso evangelico del termine, che vuole sia elargito amore verso il prossimo, amore non come sensazione, ma come atto di volontà che, a Reginato, faceva vedere – in quei derelitti Soldati di ogni nazionalità, in quei corpi persino repellenti – dei fratelli, dei figli di Dio, così li definiva, così li sentiva. Li assisteva, li ascoltava, li consolava e per tutti aveva un sorriso che era luce in quelle tenebre.
Reginato ci è riuscito, anche in momenti in cui comprimeva la sua commozione al punto di impedirgli di pronunciare parola : parlavano i suoi occhi ed il suo sorriso, la sua mano carezzevole su quei corpi disfatti, finiti. E lo sguardo di quei poveri Soldati, ridotti a larve umane si spegneva, avendo come ultima percezione la luce di quegli occhi e la dolcezza di quel sorriso.
La moria dei prigionieri si attenuò solo dopo il maggio ’43 : in quei 5 mesi la maggior parte erano ormai deceduti. I sopravvissuti, ridotti a larve umane, vennero adibiti a lavori pesanti e dovettero anche sopportare un’accanita, proterva propaganda intesa a convertirli all’ideologia di quel regime. A questa imposizione si ribellò Reginato che, con alcuni altri Ufficiali, non accettò prevaricazioni ed offese, rivendicando le sue convinzioni e la sua dignità di Soldato. Alle intimidazioni seguirono, punizioni, privazioni, sevizie e continui trasferimenti sino a sfociare , negli anni ’50, in un processo basato su accuse false ed infamanti, concluso con la condanna a venti anni di lavori forzati.
Il tempo, intanto, passava e dagli altri stati belligeranti, che avevano catturato Soldati italiani, i prigionieri erano rientrati in patria nella percentuale del 95%, mentre di quelli della Russia non si sapeva nulla, sino a che, grazie alle pressioni internazionali, i superstiti cominciarono a tornare a piccoli gruppi, a scaglioni, in tempi diversi, anche a distanza di anni.
Dei Soldati italiani, su 70 mila catturati durante la ritirata, ne tornarono diecimila, molti fiaccati nel fisico, tutti nell’anima. Restavano gli irriducibili, un gruppo di 28 e, tra questi Reginato, che furono rimpatriari 11 anni dopo l’armistizio del ’43, 9 anni dopo la fine della guerra e, per Reginato, 12 anni dalla cattura. Era il 13 febbraio del ’54. Giusto 70 anni fa.
Volli essere presente al suo ritorno : appena giunse, nella sua uniforme grigioverde, fu portato a spalla in trionfo - tra una moltitudine di persone giunte anche da lontano e che non sapevano nulla dei loro parenti prigionieri, mai più tornati - sino ad una finestra della Prefettura e, così eretto, tentò di ringraziare l' enorme folla per quell’accoglienza. Con poche parole, rotte dalla commozione, non disse nulla dei suoi patimenti, dell’angoscia rinnovata, ogni volta e per anni – nel vedersi escluso dai rimpatri, perché condannato ai lavori forzati solo per aver rivendicato il suo onore di Soldato ribellandosi all’imposizione dell’ideologia marxista. Non accennò a tutto questo, ma – chiedendo scusa per essere tornato vivo e per non aver potuto fare di più come medico �� parlò dei Soldati che aveva visto soffrire, agonizzare e morire, perché privati di cibo e di ogni assistenza da chi li deteneva, ai quali aveva rivolto disperatamente le sue cure con mezzi di fortuna e raccogliendo da migliaia di moribondi le ultime invocazioni e l’estremo anelito.
Quelle parole, dette con tanta schiva umiltà e tanta tensione morale, mi rivelarono che quell’Uomo, divenuto leggenda, possedeva in modo eccelso, al di là dell’etica e dell’arte medica, il requisito che mi sembrava indispensabile per chi avesse responsabilità di uomini in armi : l’amore per i propri Soldati che vuol dire rispettarli, capirli, aiutarli e proteggerli. E questo tanto più le circostanze siano critiche e disperate. Con quel prezioso viatico, di cui gli sarò sempre grato, in seguito entrai all' Accademia Militare di Modena.
Motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare concessagli:
"Ufficiale medico di battaglione alpino già distintosi per attaccamento al dovere e noncuranza del pericolo sul campo di battaglia, per oltre undici anni di prigionia fu, quale medico, apostolo della sua umanitaria missione e, quale ufficiale, fulgido esempio di fiero carattere, dirittura morale, dedizione alla Patria lontana ed al dovere di soldato. Indifferente al sacrificio della propria vita, si prodigò instancabilmente nella cura dei colpiti da pericolose forme epidemiche fino a rimanere egli stesso gravemente contagiato. Con mezzi di fortuna che non gli offrivano le più elementari misure precauzionali, non esitò ad affrontare il pericolo delle più gravi infezioni, pur di operare ed alleviare le sofferenze dei malati e dei feriti affidati alle sue cure. Sottoposto, per la sua fede patriottica e per l’attaccamento al dovere, prima alle più allettanti lusinghe e, subito dopo, a sevizie, minacce e dure punizioni, non venne mai meno alla dignità ed alla nobiltà dei suoi sentimenti di sconfinato altruismo, altissimo amor di Patria, incorruttibile rettitudine, senso del dovere. – Russia, 1942 – 1954."
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Torna dopo una lunga assenza il #TGTable, il telegiornale di around the table, anche per quersto mese ci prendiamo l'improbo compito di segnalare tutti i #giochidatavolo in uscita per il mese di Ottobre, ancora una volta ringrazio Hirtemis Giochi da Tavolo , per la preziosa collaborazione!
In attesa di #LuccaComics, ottobre vede l'uscita di alcuni interessanti #bordgame e varie espansioni per titoli molto amati.
In coda commenteremo il terzetto di giochi che si contenderanno il Gioco dell'Anno dutante la prossima edizione di #LuccaComicsandGames.
In qursta ediziione vedremo:
@Asmodee (Casting Shadows, Classic Art, Cortex Challenge Disney Edition, #DisneySorcerersArena, Forest Shuffle, Il Signore degli Anelli LCG – Espansione Saga Le Due Torri, #NightmareBeforeChristmas, Perspectives, Soldati (+ espansione Agli Ordini), Unstable Unicorns espansione Christmas Special, Unstable Unicorns espansione Nightmares, Waterfall Park, ristampa espansione Dune Imperium L’Ascesa di Ix)
@DVGiochi (Bonsai, Paper Dungeon espansione Side Quests)
@ghenosgame (Great Western Trail – Nuova Zelanda, Terraforming Mars Dice Game, Trio)
@pendragongamestudio (#TheWitcher - Il Vecchio Mondo)
@CranioCreation ( #EscapeRoom “Ladri di Tombe” + “L’Oro di Barbarossa” + “Il Colpo” + “Il Dentista, Le Rovine Perdute di Arnak espansione “La Spedizione Perduta”, Sagrada espansione 5-6 giocatori)
@msedizioni (Sherlock “L’Intruso” + “Stanza 208” + “Frida”, Western Legends + espansioni “Ante Up” e “Il Selvaggio Mucchio di Extra” e “L’Uomo in Nero”)
@studiosupernova (Yucatan + espansioni 5-6 giocatori + solo mode)
@boardgamesinvasion (Small Samurai Empires seconda edizione 2023)
@Ravensburger (Escape The Room – Omicidio di Mafia, Scotland Yard 40° Anniversario)
@Tambu (Explorers of the Woodland e Whakaari di Sonia e Stefano - Dal sogno allo scaffale )
@HELVETIQ (On The Road)
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#boardgaming#boardgamegeek#boardgameaddict#giocodatavolo#tabletopgaming#tabletop#bgg#BoardGamesOfInstagram#boardgames#tabletopgames#gamestagram
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Restomod, 12 apprendisti presso l'Audi Neckarsulm hanno fatto rinascere ed elettrificato la NSU Prinz 4
🔴🔴 Restomod, 12 apprendisti presso l'Audi Neckarsulm hanno fatto rinascere ed elettrificato la NSU Prinz 4
Debutto del Family Day: per celebrare il 150° anniversario presso la sede Audi di Neckarsulm, dodici apprendisti dei Quattro Anelli hanno elettrificato un’iconica auto d’epoca. L’8 luglio, gli apprendisti dei corsi di meccatronica automobilistica, carrozzeria, costruzione di veicoli e verniciatura hanno presentato con orgoglio la “EP4“. La “E” sta per trazione elettrica e la “P4” per la NSU Prinz…
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Idee regalo mamma Natale
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/idee-regalo-mamma-natale/114357?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=114357
Idee regalo mamma Natale
Cercate alcune idee regalo di Natale per la vostra mamma?
Sappiate che ci sono tantissime ispirazioni, perfette per ogni tipo di budget. Tra l’altro, questi regali possono risultare ottimi anche per un’amica, una zia o la nonna.
A seguire, vi presentiamo i 3 più gettonati, stando alle recensioni positive presenti sul web e su Amazon (nei titoli trovate i link diretti ai prodotti):
Regali di natale per mamma
Rosa stabilizzata con gioiello
Le rose stabilizzate del brand Yamonic sono realizzate al 100% con delle vere rose fresche, composte da almeno 30 petali, 2,75-3,14 pollici di diametro.
Sono di ottima qualità e il fiore è frutto di un processo di conservazione unico. Le persone lo chiamano “fiore mai appassito” ma anche “fiore eterno”. L’aspetto più interessante è la loro durata, che può arrivare fino a due tre anni, senza dover necessitare di luce solare o di essere annaffiate.
La cosa più importante è che bisognerà tenerle in un ambiente con una buona temperatura (né troppo fredda, né troppo calda). Tra l’altro, vi arriverà all’interno di una scatola con su scritta la frase “MIGLIORE MAMMA DEL MONDO”.
Di conseguenza, è un regalo perfetto non soltanto per Natale ma anche per il suo compleanno, un anniversario o proprio per la festa della mamma.
Queste rose inoltre, sono selezionate in maniera accurata. Prive di ingredienti tossici, nessun polline e nessun odore. Dunque ottime anche per tutte quelle persone allergiche al polline che possono ricevere delle rose.
Oltre ad avere un bellissimo packaging, al suo interno è presente una collana con il pendente a forma di cuore. E stando alle recensioni presenti sul web, non si annerisce affatto. Buon rapporto qualità/prezzo.
Cofanetto portagioielli
Se la vostra mamma è una grande appassionata di gioielli, allora potreste benissimo pensare di regalarle un bel cofanetto.
In questo modo, avrà un posto dove poter custodire gli orecchini, gli anelli, le collane e i braccialetti. Non metterà più tutto a casaccio sul comodino, ma potrà disporli con criterio e in maniera elegante.
Tra l’altro, questo cofanetto vi consentirà di non far annerire i gioielli. Al suo interno, sono presenti: 2 cassetti, 2 porte laterali per collane e una serie di scomparti ideali per gli anelli e gli accessori.
La scatola portagioie ha le dimensioni di 26 x 18 x 17 cm (l x p x a) e vi evita di perdere ogni volta tanto tempo nel districare ciò che la vostra mamma vorrebbe indossare.
Ma non è tutto. All’interno della confezione, è presente anche una mini custodia da viaggio: A differenza di altri portagioie, qui è presente una mini custodia dotata di un ampio specchio, perfetto per truccarsi in movimento. E’ inoltre piccola a sufficienza da poterla infilare all’interno della borsa, anche per un weekend fuori porta.
Questo cofanetto per gioielli di SONGMICS sarà un regalo davvero molto per tutti gli amanti di gioielli e accessori. Ideale anche per un’amica, una nonna o una zia. Nella confezione troverete: una scatola portagioie con vari scomparti per poter organizzare tutti i vostri gioielli e accessori quotidiani, più una mini custodia che vi seguirà dovunque voi ne abbiate bisogno.
Regali Natale per la mamma
Set regalo viso anti età
In questo cofanetto di satin naturel, troverete 5 prodotti ideali per la skin care. All’interno, sono presenti il siero viso + la crema viso antirughe all’acido ialuronico, il gel di aloe vera, l’olio viso all’argan ed il siero vitamina C A E. Si tratta di un set biologico che include una serie di prodotti, adatti per la routine antirughe mattutina e serale.
Ha inoltre un super packaging, poiché i prodotti risultano poggiati su una stoffa all’interno di una scatola regalo nera. A rendere ancor più preziosa la confezione, ci pensa un nastro di raso annodato a mano.
Il set include 5 dei loro prodotti cosmetici in pratiche confezioni (dal formato di 30 ml cad) che potete portare ovunque, anche in aereo e nel proprio bagaglio a mano (ovviamente in una delle buste trasparenti richiudibili).
Sono prodotti biologici e made in Germany. Il loro gel all’aloe vera ha ricevuto più volte il voto “ottimo” all’eco test per i massimi standard di qualità. Tra l’altro, vari Test dermatologici confermano la delicatezza sulla pelle dei loro cosmetici made in Germany. Sono privi di parabeni, solfati e di micro plastiche. Ottimo rapporto qualità / prezzo.
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Tokyo Mew Mew Collection #5
> ENGLISH BELOW <
Siamo all’ultimo post sulla mia collezione di Tokyo Mew Mew!
Il quinto e ultimo post riguarda… GIOCATTOLI e VARI!
Italiani: ho una bambola di Ichigo cameriera della Giochi Preziosi, vari gadget usciti con il Mew Mew Amiche Vicenti Magazine (un portachiavi, un set di 3 anelli e 3 bracciali, un foglio di tatuaggi temporanei ad acqua, una shopping bag e un materassino gonfiabile ancora imbustato e mai aperto XD), una bustina di figurine collezionabili Merlin, un set da scuola composto da matita, gomma, temperino e righello trovato nelle patatine San Carlo (se ricordo bene), un astuccio a tre cerniere con tutto l'occorrente per la scuola, uno zainetto, il ciondolo Mew e due portachiavi doubleface realizzati da Nia-Neko's Art (uno con le Mew Mew e gli alieni e uno con Ryou x Ichigo e Masha - i lati con gli alieni e Masha non si vedono nelle foto).
Giapponesi: il Mew Aqua Rod e un set composto da penna e block notes commemorativi per il 60° anniversario di Nakayoshi.
Altro: una collana con ciondolo a forma di Strawbell Bell realizzata da una ragazza americana (non sono sicura della nazionalità), Starlight Deco Dream.
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Here we are with the last post about my Tokyo Mew Mew collection!
Fifth and last post is about... TOYS & VARIOUS!
Italian: I own a maid Ichigo’s doll by Giochi Preziosi, some gadgets come with the Mew Mew Amiche Vincenti Magazine (a keychain, a set of 3 rings and 3 bracelets, a sheet of temporary water tattoos, a shopping bag and a still wrapped and never opened air mattress XD), a packet of collectible stickers by Merlin, a school’ set consisting of pencil, eraser, sharpener and ruler found in a San Carlo’s chips packet (if I remember correctly), a three-zipper pouch with everything you need for school, a little backpack, the Mew pendant and two double-sided keychains made by Nia-Neko's Art (one with Mew Mews and aliens and one with Ryou x Ichigo and Masha - the sides with aliens and Masha are not showed in the pictures).
Japanese: Mew Aqua Rod and a set consisting of a pen and a block notes celebrating Nakayoshi 60th anniversary.
Other: a necklace with Strawbell Bell shaped pendant made by an american girl (not sure of nationality), Starlight Deco Dream
#tokyo mew mew#tokyo mew mew a la mode#tokyo mew mew 2020 re-turn#tokyo mew mew ole#tokyo mew mew au lait#tokyo mew mew new#collection#collectibles#toys#dolls#gadgets#various
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ROSA BIANCA SCATOLA BLU
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Le Nostre rose Stabilizzate sono rose che durano più di 5 anni, non hanno bisogno né di acqua né di luce, mantengono inalterate la loro bellezza, colore e morbidezza come se fosse appena raccolta.
Utilizziamo solo le migliori rose stabilizzate, Il regalo unico per san valentino, non può manche questo regalo per san valentino.
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Rosa fiore reale fatta a mano: La rosa è un simbolo di amore eterno, fiore fresco fatto a mano al 100% dalla natura, elaborato con un metodo di conservazione unico. Mantiene il tuo amore fresco e per sempre. È un regalo attraente e impressionante per le donne per mostrare il tuo amore, apprezzamento, rispetto, benedizioni, cura, amicizia, ecc. Idee regalo uniche: c'è un cassetto sotto la scatola, è l'ideale per il tuo regalo personale, come un anello di gioielli, una fede nuziale o una collana. Oppure metti una collana o una fede nuziale nel mezzo della rosa come regalo indimenticabile. Il nostro cofanetto di Portagioie rose rappresenta il tuo amore eterno. Le rose sono il simbolo dell'amore e dell'eleganza. La rosa eterna: Il fiore eterno è ottenuto dalla rosa con un processo di conservazione unico. La gente lo chiama "fiore mai appassito" e "fiore eterno".Le nostre rose eterno possono durare 3-5 anni con la dovuta cura, non annaffiare e cercare di non toccare i petali, Evita la luce solare diretta e tienilo in un ambiente asciutto.Non c'è polline, quindi anche le persone allergiche al polline possono apprezzarlo. Dimensioni: il diametro della rosa è di circa 8 cm. Portagioie: 10,3 * 9,7 * 11 cm. La dimensione della scatola del cassetto è: 8,2 * 8,2 * 2,9 cm. Braccialetti, collane, anelli e orologi normali possono essere riposti nel cassetto. I nostri fiori sono squisiti con colori vivaci e il loro buon carattere è lo stesso del tocco dei petali. Le donne adoreranno questo squisito set regalo. Regalo romantico per lei: la nostra rosa incantata è realizzata con fiori immortali di alto livello e viene fornita con un pacchetto squisito. Sarebbe il miglior regalo d'amore per donne, ragazze, madre, moglie, amici, adatto per feste da ballo, San Valentino, Festa della mamma, Natale, Anniversario, Compleanno o altre occasioni.Se il prodotto è danneggiato durante il trasporto o presenta altri problemi, non esitate a contattarci. Ti risponderemo entro 24 ore.
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Disney Negozio
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Livorno: cerimonie per il 33° Anniversario della tragedia del Moby Prince
Livorno: cerimonie per il 33° Anniversario della tragedia del Moby Prince "Per non dimenticare", anche quest'anno il Comune di Livorno, con il patrocinio della Camera dei Deputati, della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, dell'Associazione "140 Familiari delle Vittime del Moby Prince" e dell'associazione "10 Aprile Vittime del Moby Prince", celebrerà l'Anniversario con cerimonie e iniziative. Questo il programma: - mercoledì 10 aprile, alle ore 11 in Fortezza Nuova, deposizione di una corona presso il Monumento in ricordo delle Vittime; - alle ore 12, in Cattedrale, Funzione religiosa; - alle ore 14.30 a Palazzo Civico, in Sala Consiliare, saluto del sindaco Salvetti ai familiari delle Vittime e ai rappresentanti delle istituzioni. È prevista una diretta streaming della cerimonia in Consiglio al seguente link. - Alle ore 16.30 da Piazza del Municipio partirà il Corteo che raggiungerà l'Andana degli Anelli (Porto Mediceo) passando da viale Avvalorati, piazza della Repubblica, via Grande, piazza Micheli, ponte dei Francesi. - Alle ore 17 all'Andana degli Anelli deposizione del cuscino di rose inviato dal Presidente della Repubblica e della corona di alloro del Comune. È prevista la lettura dei nomi delle Vittime e il lancio di rose in mare. Moby Prince, 33 metri per non dimenticare Mercoledì 10 aprile, durante il corteo in memoria delle 140 vittime (quindi dalle ore 16.30 con partenza dal Palazzo Comunale), si svolgerà l'iniziativa "Documenta24_33 anni su tela", promossa dal progetto Documenta dell'associazione Effetto Collaterale, in collaborazione con le associazioni dei familiari delle Vittime della strage avvenuta a Livorno il 10 aprile 1991. L'iniziativa propone un gesto tanto semplice quanto simbolico: durante il corteo in ricordo della strage verrà stesa a terra – nella tratta finale del percorso prima dell'arrivo al porto – una striscia di tessuto bianco lunga 33 metri, un metro per ogni anno trascorso dalla strage. Trentatré metri che simboleggiano una linea del tempo e della memoria in cui è sempre presente il rischio di vuoto, dimenticanza, non curanza. Scopo di Documenta24 è invitare il corteo cittadino e tutte le persone manifestanti ad attraversare quella tela bianca di oblio, trasformando il gesto individuale del calpestio in un'azione corale capace di imprimere una traccia, un'orma di memoria collettiva. "Manifestare con consapevolezza e determinazione per la memoria delle 140 vittime, per la verità e la giustizia sulla strage - spiega Attilio Zavatta, ideatore dell'iniziativa e uno dei fondatori del progetto Documenta - è ciò che compiono da 33 anni tanti cittadini, oltre a tanti familiari delle vittime, ed è ciò che rappresenterà quella tela bianca alla fine del corteo dopo che centinaia di persone l'avranno attraversata lasciando la propria orma. Grazie ad un'azione collettiva diverranno dunque 33 metri contro l'oblio, in una trasposizione materiale dell'idea che anima ogni anno il corteo per la memoria delle 140 vittime del Moby Prince. La speranza è che poi quella tela, quell'oggetto di memoria collettiva e partecipata, con la collaborazione di istituzioni e associazioni, possa essere esposta in uno spazio pubblico della città, così da continuare a tenere vivo il ricordo della strage in un'azione di memoria che vada oltre il giorno dell'anniversario del 10 aprile". Dal 2019 Documenta, progetto dell'associazione Effetto Collaterale, contribuisce alla generazione collettiva di una memoria più consapevole della strage del Moby Prince, attraverso l'uso di linguaggi creativi diversi, esplorando luoghi dimenticati della città, sollecitando la partecipazione attiva dei cittadini, per non dimenticare e non smettere di chiedere verità e giustizia. Per contatti e ulteriori informazioni: [email protected] Modifiche alla viabilità Per consentire la sosta ai mezzi dei rappresentanti delle istituzioni e delle delegazioni delle amministrazioni partecipanti, mercoledì 10 aprile, dalle ore 8 alle ore 19.30, sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata in entrambi i lati della carreggiata principale del tratto di viale Avvalorati compreso tra via Mons. Filippo Ganucci e via della Madonna, con conseguente abrogazione degli spazi di sosta a pagamento ivi presenti. A partire dalle ore 16.30 la circolazione sarà momentaneamente interrotta dagli agenti della Polizia municipale lungo il percorso del corteo, per il tempo strettamente necessario al passaggio dei partecipanti. I mezzi pubblici potranno osservare itinerari alternativi. Le matinée al Teatro delle Commedie con M/T Moby Prince 3.0 A partire da mercoledì 10 aprile, 33° Anniversario della tragedia del Moby Prince, fino a sabato 13 aprile, al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno (via Giuseppe Maria Terreni, 3/5) andrà in scena, in modalità matinée per le scuole superiori, M/T Moby Prince 3.0 Quattro giorni di rappresentazioni ed incontri che coinvolgeranno gli studenti livornesi nel racconto di un episodio fortemente radicato nel territorio, ma di cui spesso si ignorano fatti e conseguenze sulle persone che ne sono rimaste colpite. Il progetto è realizzato con il Patrocinio e la Compartecipazione del Comune di Livorno e con il contributo di CONAD. Il 10 aprile 1991 la collisione tra il traghetto della Navarma e la petroliera Agip Abruzzo nella rada di fronte al porto di Livorno. Oggi, due giovani attori che all'epoca dei fatti non erano ancora nati si affiancano sul palco nello spettacolo teatrale che racconta l'incidente dal punto di vista di chi era a bordo del Moby Prince. Per farlo, si utilizza l'interazione - visiva e narrativa - tra le due componenti drammaturgiche della messa in scena in cui immagini e parole conducono lo spettatore nell'enorme buco nero che avvolge ogni aspetto della vicenda, disorientandolo fino al punto da chiedersi come tutto questo sia stato possibile. MT Moby Prince 3.0 - nuovo allestimento di una precedente produzione che ha debuttato al Teatro Goldoni di Livorno il 28 ottobre 2006 - è caratterizzato da un testo radicalmente rivisto, due nuovi interpreti e da un'immagine molto connotata nella contemporaneità che si allontana da quella tradizionalmente associata al teatro di narrazione, pur facendone parte. Lo spettacolo, coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova, si avvale della collaborazione delle due associazioni livornesi dei familiari delle Vittime e racconta la vicenda dalla sera dell'incidente alle recenti Commissioni parlamentari d'Inchiesta. Trailer Calendario degli spettacoli al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno: mercoledì 10/4 ore 11, giovedì 11/4 ore 11, venerdì 12/4 ore 11, sabato 13/4 ore 8.30 Matinées riservate alle scuole superiori di Livorno con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria. Sostengono lo spettacolo: ErreDue SPA; Le Piantagioni del Caffè Srl; E-REPAIR SRL. Info e adesioni: [email protected]... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Mariah Carey è qui per salvare il Natale
La sempre emulata, ma mai duplicata diva ha un piano per diffondere lo spirito natalizio — in un periodo in cui non ce n’è mai stato così tanto bisogno
Inizia con alcune note prolungate che esprimono un desiderio, allungate al loro limite come fossero caramelle gommose. I don’t want a lot for Christmas. There is just one thing I need. Poi, senza preavviso, tutto quel desiderio esplode in una corsa vocale che lascia senza fiato, una sferzata di dopamina grazie ai campanelli della slitta che ci fanno sentire come se avessimo ricevuto tutti i regali che abbiamo sempre desiderato e ritrovarsi con tutti quelli che si amano, il tutto mentre un’appropriata quantità di neve per fare scena cade sullo sfondo.
Non importa quante volte abbiate ascoltato l’inno “All I Want For Christmas Is You” di Mariah Carey, quel momento–l’equivalente natalizio di un beat drop nella musica elettronica–ci prende ogni volta. La canzone ha una tale valenza culturale che ogni anno, a fine autunno, inizia la sua ascesa a bordo della slitta di Babbo Natale nei Google Trends. Quest’anno è apparso anche durante un festeggiamento improvvisato postelettorale organizzato dai comici Demi Adejuyigbe e Addie Weyrich. La stessa Carey ha ripostato il video: i due presentatori, appena grandi abbastanza da ricordare l’uscita della hit nel 1994, visibilmente estasiati, che ballano sul tettuccio di un’auto parcheggiata in una stazione di rifornimento. Qualsiasi altro classico delle feste che funge da colonna sonora di una vittoria politica sembrerebbe strano. Ma questo era giusto. “È stato fantastico far parte di quei momenti celebrativi, e mi ha colto totalmente di sorpresa,” dice Carey della rinascita della canzone all’inizio di novembre quando parliamo tramite Zoom. “È stato un anno talmente difficile e sento davvero che le persone hanno bisogno di un momento celebrativo. Ogni giorno è: ‘Non possiamo stare insieme, non si può festeggiare. Questo è annullato, quest’altro pure.”
Se il Natale fosse sinonimo di un personaggio famoso, sarebbe sicuramente Mariah Carey. E per quanto riguarda Mariah Carey, molte cose potrebbero essere cancellate in questo momento, ma lo spirito del Natale no. L’America guarda a Mariah come l’arbitra che ci aiuta a determinare quando è consentito dare il via alla stagione natalizia. (L’anno scorso, il 1° novembre, ha pubblicato un video in cui annunciava “It’s time” dopo aver ricevuto il via libera da Babbo Natale.)
Ma le circostanze speciali create dal COVID-19 hanno fatto sì che la linea del tempo fosse un po’ sfocata–per proteggersi dalla disperazione della pandemia, alcune persone negli Stati Uniti e in Europa hanno persino messo luci e decorazioni natalizie a marzo durante la prima ondata del virus. Nonostante Mariah normalmente abbia regole ferree su quando, esattamente, inizi il periodo natalizio, questa volta sta facendo un’eccezione. “Non voglio mai festeggiare troppo presto. Dic sempre: ‘Non possiamo, stanno anticipando di troppo’, ma quest’anno devo accettarlo,” dice.
Il 2020 è stato un anno indiscutibilmente difficile, ma è stato comunque un grande anno nel mondo di Mariah. Malgrado il suo leggendario rifiuto di riconoscere il tempo, ha festeggiato il suo trentesimo anniversario nel mondo della musica con pubblicazioni settimanali gradite ai fan, soprannominate “MC30”. Ha pubblicato un libro di memorie che è diventato un best-seller, The Meaning of Mariah Carey (dice di essere in trattative per una versione sullo schermo), così come un doppio album di materiale inedito e di tesori preziosi dal suo archivio personale chiamato The Rarities. E da febbraio è al lavoro su La magia del Natale con Mariah Carey, uno spettacolo di varietà vecchio stile che andrà in onda il 4 dicembre su Apple TV+, completo di una colonna sonora che uscirà lo stesso giorno su Apple Music e su tutti gli altri servizi di streaming una settimana dopo, l’11 dicembre. Lo spettacolo promette un raccolto di ricchezze natalizie: una nuova versione della sua canzone “Oh Santa!” Con Ariana Grande e Jennifer Hudson, che ha definito come un “girls’ group moment”, Misty Copeland che danza sulle note del balletto della Fata Confetto, “suonate” da Mariah stessa con la sua voce, oltre alle apparizioni di Snoop Dogg, Billy Eichner, Tiffany Haddish e dei gemelli di 9 anni di Mariah, Moroccan e Monroe, tra gli altri.
“Quando mi sento davvero triste, guardo i bambini ridere e poi comincio a ridere anche’io”, mi dice Haddish al telefono, pochi giorni dopo la mia chiamata su Zoom con Mariah. Lo stesso effetto lo ha avuto La magia del Natale. “Ho iniziato a sentire la gioia”, dice Haddish. “Potremmo non essere in grado di riunirci per Natale, ma la possibilità di assistere a uno speciale festivo che ci ricorda la gioia, ci ricorda quanto è bello stare insieme, potrebbe essere bello quasi come lo stare insieme. So che mentre guardavo Mariah, avrei voluto avere dello zabaione.”
Una forma d’arte unica per questo momento storico, come la ferrotipia e lo scrimshaw prima di essa, è dedurre chi è qualcuno basandosi esclusivamente da ciò che si vede attraverso un rettangolo su Zoom. Ora che siamo tutti intrappolati in diorami digitali, impilati uno sull’altro come nella sigla de La famiglia Brady, non abbiamo altra scelta che trarre conclusioni folli: possiamo identificarci con l’attore X perché è seduto su un divano schifoso, la modella Y dev’essere un’intellettuale segreta perché The Power Broker è nella sua libreria. C’è così poco da lavorare con i profili dei personaggi famosi di tutto il mondo che si sono trasformarti in un test di Rorschach.
Ma Mariah Carey, che Dio la benedica, ti sta dando tutto ciò di cui hai bisogno proprio entro i confini di quel rettangolo. Come si addice a una donna ossessionata dai “momenti”, ti regala un momento completo: una camicia verde foresta con le maniche ad aletta che potrebbe essere indossata da un elfo, se non fosse per la scollatura generosa. Sta offrendo un momento casual da divano, con il muso del suo cane che occasionalmente compare nell’inquadratura. E in qualche modo, allo stesso tempo, un momento hollywoodiano dell’era MGM, con un cast di braccialetti e anelli di diamanti la cui qualità prismatica abbaglia anche tramite una webcam. I suoi gesti giocano sull’ultima fila, come quando dice: “Lasciami essere più globale. Fammi mettere quel cappello”, mentre fa finta di indossare una bombetta. La stanza in cui siede è piena di cuscini rilassanti sfumature verde acqua; è mezzanotte passata secondo il mio orologio, ma ancora relativamente presto per lei, se si tiene conto delle sue leggendarie tendenze da nottambula. Potrebbe non esserci un albero di Natale in vista, ma, per un usare un altro Mariahismo, tutto è festive.
Mariah sta spiegando il suo rapporto con la festività. Mentre molte persone che amano questo periodo dell’anno cercano spesso di ricreare i primi ricordi, l’approccio di Mariah è quello di correggere i Natali che ha avuto crescendo. “Penso che sia il semplice desiderio che avevo da bambina, che ho sempre voluto che le cose fossero perfette per le vacanze. E non lo sono mai state,” racconta. “C’era sempre qualcuno che rovinava il momento, sempre questi membri disfunzionali della mia famiglia che venivano per rovinare tutto. E così feci un patto con me stessa che non avrei più permesso che accadesse.” Così si concentra sulla creazione di nuovi ricordi. “Dopo che ho chiuso la mia prima relazione/matrimonio” con l’ex dirigente Tommy Mottola, il quale la teneva sotto sorveglianza coniugale in una villa di Westchester soprannominata Sing Sing, “ho creato il Natale che volevo avere.”
Non c’è da meravigliarsi che l’abbia trasformato in uno scintillante globo di neve di fantasie fanciullesche. “Vado in un posto dove c’è della neve vera. Ci sono le renne”, mi racconta a proposito del suo protocollo natalizio, aggiungendo, come se potessi accusarla di inventare “Non lo sto inventando. Arriva Babbo Natale, esce con i bambini. E comunque, anche se non avessi dei figli, lo farei.” (I figli di Carey provengono dal suo matrimonio con Nick Cannon, conclusosi nel 2016; i due restano genitori devoti). Cary, che si definisce “eternamente 12enne”, ha scelto la strada dell’ottimismo giovanile. Ci sono molte ragioni per questa mentalità, confessa. “Mi sono successe un sacco di cose brutte quando avevo 12 anni. Ma c’è anche lo spirito di quella ragazzina, quella combattente che non si arrende, che abbraccia chi è anche se il mondo non l’ha capito dal mio punto di vista.” Ricorda il Natale come “forse l’unica volta in cui ho avuto modo di respirare per un secondo”.
Nella sua autobiografia pubblicata in autunno, approfondisce come è stato crescere senza, come dice lei, “qualcuno dalla sua parte”. A grandi linee: i suoi genitori si sono separati quando lei era molto piccola. I soldi scarseggiavano. Ha cambiato casa in continuazione. I compagni di classe erano spesso crudeli. Da ragazzina multietnica, spesso si sentiva di non appartenere a nessun posto, nemmeno tra le due metà della sua famiglia. “È molto difficile da spiegare alla maggior parte delle persone che non l’hanno vissuto sulla propria pelle”, dice. “Essere ambigua ha davvero influenzato il modo in cui le persone mi vedevano o mi giudicavano, a seconda del tipo di sistema di caste con cui erano cresciute.” Tra i numerosi aneddoti strazianti c’è la storia di essere stata colpita con la parola con la N da ragazze popolari a scuola, una delle quali l’aveva invitata a casa della sua ricca zia. A volte l’aggressione era più subdola. “Arrivava con la domanda ‘cosa sei?’, non ‘chi sei? Come posso conoscerti come persona?’, ma ‘cosa sei? Oh, sei così esotica. Con cosa sei mischiata?’. Dipende da chi fa la domanda e da come la fa.” (Carey dice di aver parlato ai suoi figli di razzismo e bullismo: “Il modo migliore per proteggerli è con la conoscenza. Non posso impedire che accada, ma posso almeno provare ad assicurarmi che ne siano a conoscenza.”)
Nel bel mezzo di una crescita che avrebbe potuto essere sceneggiata da Dickens, la musica era la sua “saving grace”, grazia salvifica. “È sempre stato qualcosa che mi ha fatta sentire degna.” E sebbene non potesse controllare tutto nella sua vita, una cosa che era determinata a controllare era la sua musica. Stava quasi per vendere i diritti di pubblicazione di una delle sue canzoni per 5.000 dollari “che all’epoca mi sembrava un trilione”. Ma avendo visto un documentario sui Beatles, ha giurato di conservare i diritti delle sue canzoni, qualunque cosa accada, rendendosi conto che “questa piccola cosa, quando scrivo le parole, devo proteggerla, perché le persone cercano in tutti i modi di strappartela.”
Carey si è mantenuta salda alla sua integrità musicale anche se, ancora una volta, ha provato la sensazione di non adeguarsi perfettamente ad alcuna scatola, in questo caso quella in cui l’industria musicale ha cercato di confinarla. Quando ha collaborato con Jay-Z, Missy Elliott e Busta Rhymes nelle canzoni, gli uomini in giacca e cravatta erano sconcertati dalla sua abilità di mescolare i generi musicali. “Non sono cresciuti con l’hip-hop, non lo capivano. Quando ho pubblicato il remix di ‘Fantasy’, la casa discografica non era proprio d’accordo con ODB. Non lo capiva. ‘Cos’è il Wu-Tang?’, dicevano.” Nel suo libro di memorie, Mariah ha anche rivelato di essersi lasciata andare a un progetto parallelo segreto nel 1995, chiamato Chick, in cui ha incanalato la sua angoscia nei testi à la Courtney Love, un barbaro sbadiglio di Riot Grrrl di fronte alla crescente soppressione nella sua vita personale e professionale. Lo ricorda come una sorta di valvola di sfogo da successi casti e perfetti come “One Sweet Day” e “Always Be My Baby”. “Nono sto dicendo che non siano buone canzoni”, precisa, ma “è una cosa incontaminata in termini di performance vocale. E dopo le mie sessioni, quando non ero circondata dall’obitorio aziendale, come li chiamo io, ho pensato ‘facciamolo e basta’.” La vita più sregolata delle rockstar alternative l’attirava perché “sembrava, beh, che potessero fare tutto, indossare e dire ciò che volevano.”
L’usignolo d’America dalle cinque ottave non poteva associarsi a una canzone che parlava di “una vescica aperta”, giusto per citare uno dei testi. “Alcune persone dell’obitorio aziendale non erano felici, e così l’hanno soppresso.”, dice, anche se ricorda con affetto i giri in auto per Westchester e per New York da sola, con l’album a tutto volume a cantare a squarciagola. (Un estratto dei testi: “I don’t wanna be your doormat / I don’t wanna be / No plastic blow-up doll.”) Mentre la voce dell’album era cantata dalla sua allora coinquilina Clarissa Dane, c’è una versione con la voce di Carey sperduta da qualche parte lì fuori. “Dovrò remixarlo con tutte le mie cose di allora,” mi spiega. Avverte che il remix probabilmente porterà un adesivo di Parental Advisory: “Diciamo che non fa tanto per il pubblico natalizio.”
In contrasto con la tipica autobiografia di un personaggio famoso, che scivola da un aneddoto all’altro con la stessa fluidità di Zamboni, Il significato di Mariah Carey non fornisce al lettore l’elenco previsto di nomi in grassetto. Gli elementi e le persone che ha deciso di includere erano “essenzialmente esperienze che mi hanno cambiato la vita. Questo è il motivo per cui quelli che non sono nel libro non sono lì o,” aggiunge in tono scherzoso, “non esistono.” Non è una banale storia sul superare le sfide per emergere come, se vogliamo, una farfalla trionfante. Si tratta invece della realtà di vivere con un passato imperfetto e di affrontare il presente (con l’aiuto della terapia). Anche se il libro non approfondisce la sua diagnosi del 2001 di disturbo bipolare, parla delle conseguenze della sua apparizione a sorpresa a TRL di quell’anno, chiarendo: “Non ho avuto un esaurimento nervoso. Sono stata distrutta dalle stesse persone che avrebbero dovuto mantenermi integra.” Mi dice che il libro di memoria è “la storia di una sopravvissuta.”
Una delle scene più sorprendenti racconta l’improvvisa consapevolezza di Carey di avere dei fan. Durante la registrazione di uno speciale per il Giorno del Ringraziamento a Schenectady, tra tutti i posti, si è chiesta ad alta voce perché le strade dovessero essere barricate, solo per sentirsi dire: “Miss Carey, è per te.” La Lambily, il suo gruppo di fan, sarebbe diventata la sua famiglia surrogata, e si è tenuta in contatto con loro sin dall’inizio attraverso il suo sito web e i messaggi vocali lasciati in segreteria, molto prima che si potessero inviare messaggi diretti al proprio cantante preferito. Nel libro, Mariah ha una visione controintuitivamente positiva dei social: lo vede come un modo per fornire una contro-narrativa ai tabloid, una in cui i fan possono difenderla. Ha persino abbracciato TikTok: ai suoi figli non è ancora permesso iscriversi, ma ha collezionato 4 milioni di follower per conto suo. (E sì, ha visto la clip di una ragazza inspiegabilmente in lacrime che balla “Obsessed”, che ha dato una spinta al singolo di quasi 12 anni fa.) “L’unica cosa che non amo di TikTok è che si ascolta solo uno snippet della canzone”, dice. “Quindi questo mi dispiace, dal momento che scrivo le mie canzoni, ma è un’ottima piattaforma per le persone che non avrebbero conosciuto la tua musica per connettersi con te.”
Essere una celebrità nel 2020 è davvero una cosa bizzarra, e non nel senso “poverini”, ma in quanto la descrizione del lavoro è cambiata apparentemente da un giorno all’altro. L’eccesso che una volta veniva con la definizione di Personaggio Famoso ora sembra fuori dal mondo, come hanno scoperto coloro che si sono goduti dei festeggiamenti su isole private e feste di compleanno senza mascherine, mentre il resto del mondo è sobriamente bloccato. Mariah è una delle poche che sembra attraversare la transizione senza cappottarsi — in parte, forse, perché ha una distanza irriverente e ironica dal suo personaggio da star, che è anche in qualche modo mescolata con la sua qualità genuina e spontanea. Non è del tutto sicura su cosa significhi essere una celebrità in questo momento, o come ci si sente, se è per questo. “Quando mi inquadrano come ‘celebrità’ non so davvero come rispondere,” dice momentaneamente sconcertata. “Perché non mi vedo in quel modo. Sono un’artista. Faccio musica, di tanto in tanto. Non per sgridarti ‘come osi chiamarmi una celebrità?!’” Ma lei è qui per la musica, mi dice. “Adoro il glamour, gli abiti e tutto il resto. Ma la verità è che si tratta di lavoro per me.”
Haddish ha avuto modo di vedere la concentrazione con cui lavora Mariah di persona. Ricorda di aver visto una prova di “All I Want for Christmas Is You” durante le riprese dello speciale. Dopo otto o nove ciak, i ballerini “si stavano chiaramente stancando, ma stavano dando il meglio di sé. E lei ha dato spettacolo ogni volta. Non perdeva una nota, non perdeva un passaggio, né un attacco.” Anche Carey, come ha scoperto Haddish, possiede doti comiche nascoste. “Ragazza, la prima canzone che abbia mai imparato è stata una canzone di Mariah Carey”, mi dice, prima di entrare nella sua interpretazione melismatica di “Vision of Love”. “Avrò avuto 7, 8 o 9 anni e non potevi dirmi che non sapevo cantare.” La prima volta che hanno parlato al telefono, Haddish ha cantato per Mariah. “Ho pensato, ‘OK, probabilmente non ti piacerà, ma devo farlo’ e lei è scoppiata a ridere: ‘Tesoro, perché sembri un gatto?’” Fu allora che si rese conto che Mariah, che in precedenza aveva percepito come “altolocata”, aveva un altro lato. “Oh, è proprio come me, sciocca e divertente.”
Eichner l’ha incontrata dopo che Carey ha iniziato a twittare “dal nulla”, dice, riguardo al suo amore per il suo programma Billy on the Street. I due hanno stretto un’amicizia che è iniziata con lei che gli cantava la sigla al telefono (completa dell’effetto eco sulla parola “street”) e culminata con la sua apparizione nello show per un episodio di Natale lo scorso anno. Eichner non è certo un neofita di Mariah: ha persino dato il suo primo bacio sulle note di “And You Don’t Remember”, un pezzo nascosto contenuto nel secondo album Emotions. “Sono un lamb della prima ora. Da prima che i fan di Mariah si chiamassero lamb”, dice. Eppure, anche lui ricorda di essere rimasto sorpreso da “quanto sia davvero spiritosa” e da quanto siano simili i loro sensi dell’umorismo. Quando stava girando lo speciale, “ho fatto battute solo per far ridere Mariah,” ricorda. “Sapevo che erano troppo spinti o irriverenti per rientrare effettivamente nello speciale, sapevo che sarebbero stati tagliati, ma di tanto in tanto facevo battute solo per farla ridere e lei si piegava in due dalle risate.”
Tra le frivolezze disarmanti di Mariah, c’è anche un’apertura: su come le cose raramente siano perfette come nelle favole, su quanto possa essere dura la vita. Quella dualità potrebbe essere il segreto del fascino di Mariah in questo momento difficile. Dopotutto, anche la tristezza e il desiderio fanno parte del Natale: pensate a tutte le canzoni tristi sulla mancanza di persone care che sono lontane. “Se non lo ami, non puoi scrivere canzoni che influenzano davvero le persone o che le rendono felici, o malinconiche, qualunque cosa sia, durante le vacanze,” dice. “Vivo di Natale in Natale. È l’unica cosa che aspetto con trepidazione ogni anno. Beh, non l’unica, ma è davvero il periodo migliore dell’anno per me.”
Nonostante tutto, è entusiasta per le festività di quest’anno, anche se dovrà rinunciare a certe tradizioni. Sembra un po’ malinconica parlando dell’albero al Rockefeller Center, che ha ospitato alcune delle sue esibizioni natalizie. “Di solito lo rendo un momento. Immagino che probabilmente quest’anno non succederà. Forse ci passerò in auto,” dice. “Spero che le persone si sentano in festa quando guarderanno lo speciale, e spero che le aiuti in qualche modo. Proprio come qualsiasi bel film o canzone di Natale può sollevare il morale, era questo il mio obiettivo.” Alla fine della giornata, vuole solo dare alle persone qualcosa da aspettare con ansia, perché lei stessa vive con quest’impazienza: “Se non ho nulla per cui essere impaziente mi sento molto triste”. Ma come ci si potrebbe aspettare da un’amante del Natale che canta della perfetta visione dell’amore, Mariah Carey crede nei miracoli, e sono abbondanti nel suo magico speciale natalizio. “Ci sono arrivata con l’intenzione di rendere tutto festoso, a tutti i costi. Se si affrontano le cose con quel tipo di speranza, allora accadrà.”
Source: Elle | Glittering Mariah
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Compleanni e traguardi del 2019: le edizioni limitate da non perdere
The Bridge
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È tempo di feste e di festeggiamenti, di celebrazioni, di compleanni speciali. Alcuni brand spengono le candeline e altri si rifanno il look o lanciano nuove capsule. Si parte dallo storico brand toscano The Bridge che compie 50 anni e per festeggiare un anniversario così importante, lancia una limited edition di 50 pezzi, ispirata agli archivi del 1969 con un look tutto nuovo. Versatile, timeless e con dettagli boho-chic. Cinquanta esemplari unici della saddle bag e del modello maschile portagiornali rieditati in versione contemporanea. Un evento che celebra i cinquant’anni di artigianalità, di savoir faire italiano e di moda a 360 gradi. La saddle bag è l’icona di una generazione, la sua forma stondata, il soffietto laterale e le cuciture artigianali, la rendono la quintessenza di un look dal sapore Seventies e understated. La limited edition si arricchisce di decorazioni floreali ed effetti tatoo, mentre la cartella portagiornali è è impreziosita da una cera speciale che le dona un aspetto vintage. Inoltre, sarà possibile personalizzare la propria it-bag sia online che nei flagship store del marchio.
Per Hello Kitty, la gattina più famosa e fashion del mondo, è arrivato il momento di spegnere le candeline. Compie 45 anni e li porta benissimo. Creata dall’azienda giapponese Sanrio, ha un guardaroba da far invidia a Barbie. Per festeggiare le 45 primavere della gattina, le sorelle Francesca e Veronica Feleppa hanno disegnato una capsule collection, per mamma e per bambina, tutta dedicata a lei. Il maglione total pink, in lurex a palloncino, è il nostro preferito. Scoprire tutti gli altri modelli nella gallery.
Tempo di grandi festeggiamenti anche per lo storico marchio belga Delvaux che è arrivato a un traguardo molto importante: 190 anni e non sentirli. Per celebrare i suoi quasi duecento anni di attività, Delvaux ha creato WondeRings, un insieme di anelli metallici per il suo modello iconico, le Brillant, che possono essere indossati e cambiati proprio come si fa con gli abiti. Gli anelli, realizzati in ottone e impreziositi con perle o diamanti sintetici, si collegano al manico della borsa, così da poter creare un’infinità di look, trasformando la borsa in un vero e proprio gioiello.
Per gli appassionati di streetwear una vera chicca: SOPH. TOKYO compie venti anni di successi e per l’occasione lancia una capsule firmata da carhartt-wip.com. e SOPHNET. I due brand hanno collaborato ad un’esclusiva capsule collection composta da sette pezzi. Per questo compleanno SOPHNET. ha rielaborato una selezione di capi iconici Carhartt WIP, aggiungendo nuovi dettagli e firma del brand. Il pullover Nimbus, la felpa con cappuccio, due t-shirt, un berretto, una tote bag e un cordino. Ogni pezzo ha un logo “C” intrecciato, mentre alcuni pezzi sono anche decorati con un cinturino jacquard. Disponibile sul sito SOPH.ONLINE.
Dieci anni e tanti successi anche per KOMONO, brand di Anversa specializzato in orologi e occhiali. Per il suo primo decennio è arrivo una capsule in edizione limitata, ispirata ai modelli e ai tessuti più iconici della prima collezione la Print Series. Realizzata in collaborazione con lo studio di design Bureau Mirko Borsche di Monaco, la capsule comprende cinque orologi e cinque occhiali da sole. Stampe e fantasie la caratterizzano: tie & due, camouflage, paisley e floreale uniti al numero dieci.
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Saturno Un'immagine degli anelli di Saturno (i colori sono stati modificati e migliorati) scattata da Voyager 2 nell'agosto 1981 e ripresa dalla rivista Time, che ha raccontato l'impresa della sonda in occasione del venticinquesimo anniversario del sorvolo di Nettuno, il 25 agosto 1989
(Credits: Space Frontiers/Getty Images)
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