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#amati (enzo)
freebirdyance · 1 year
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Enzo had woken up in the middle of the night in a cold swear from an, as of late, all too familiar nightmare. Usually he'd just lay back down and try to force himself back to sleep or lie awake until the sun rose, but this time was.. different. There was no way in hell he was waking Yancy with his panicked breathing. So he'd gotten up as silently as possible to go to the balcony; maybe the view could calm his mind a little.
Sitting with his back against the wall on the balcony, he takes a long drag of his cigarette, gazing blankly at the water visible from where he is. He hasn't felt this bad in a while.
-@paperbackpieces-makemewhole
Yancy could sleep through an earthquake if he really wanted to. Although, that wasn't very recommended for a man in his position. But nothing wakes him up faster than when he reaches for the other side of the bed and doesn't feel Enzo's warm skin against his hand.
Venturing out of the bedroom in nothing but his lounge pants, he eventually checks the balcony and frowns slightly when he sees him. The look in his eyes is worrisome, and he wonders just how long he's been out here. Silently, Yancy walks fully onto the balcony and carefully sits down next to him. "Hey, sweetheart..." He says quietly.
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flashfuckingflesh · 23 days
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Nothing Will Stop Detective Belli from Bringing Down EVIL Heroin Traffickers!
Perhaps the Best Itali-Crime Film Ever! A hot-headed and determined police commissioner will not stop his pursuit until all the drug trafficking in Genoa is annihilated but the insidiousness of the crime’s reach within society is proving to be difficult to root out.  With the help of one of Genoa’s long-in-the-tooth drug kingpins, living out the last of days before terminal illness overcomes…
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Yancy should have been home by now.
He had one last bit of business to take care of for the day before heading home to Enzo, but he's over an hour late with no messages to explain why.
Until an audio message comes through. There's muted sounds of gunshots in the background, which could be written off as the TV playing an action movie. Except that Yancy is breathless and his voice is strained with pain.
"Baby... I need you to listen to me, I don't have a lotta time. I need you to stay put at the apartment, alright? Don't talk to nobody, not even if they work for me or say they do. I can't... I dunno who to trust now, its..." a shaky breath before he continues. "Type in 013487 into the security system by the door, and no one can get in there, okay? Fuck... I love you, amati. I'll see you soon, I swear."
Things not happening when they're supposed to always stresses Enzo out. So Yancy being an hour late with no communication is fucking terrifying to him.
And the message doesn't help console him. Especially with how breathless Yancy is and the gunshots in the background.
He does exactly as Yancy says, even barracading the door and closing the blinds just to be safe. Then he sends a text back.
[αγαπημένο κοράκι: I love you too, φιλάτος. Please be careful.]
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #264 - Fabrizio De André - Non Al Denaro Non All’Amore Nè Al Cielo, 1971
La piccola scelta di dischi ispirati a grandi romanzi non poteva che finire con questo disco. Senza dubbio è forse il primo che viene a mente riguardo al tema di un disco italiano che ha la caratteristica appena citata, e rimane uno degli episodi più significati della carriera, straordinaria, del suo autore. Fabrizio De André aveva appena pubblicato un disco che, in teoria, poteva benissimo rientrare nel tema principale di Febbraio: La Buona Novella (1970) infatti era un concept, tipologia molto cara all’autore genovese, che si ispirava ai Vangeli Apocrifi. Il Gesù di De André è profondamente umano, in una Palestina antica che in molti passaggi rimanda ai riflessi dell’Italia degli anni ‘70, in una sorta di porta incantata di quotidianità. Allora lo aiutarono Roberto Danè, produttore, paroliere, arrangiatore che proprio in quegli anni fondava la Produttori Associati (che pubblica il disco) e gli arrangiamenti di Giampiero Reverberi. Album toccante, ha una delle mie canzoni preferite di De André, il Testamento Di Tito. Proprio questa canzone fu registrata dal cantante Michele, nome d’arte di Gianfranco Michele Maisano, come lato b di Susan Dei Marinai, scritta dallo stesso De André nei cui titoli non appare, sostituito dal grande Sergio Bardotti. Il progetto iniziale di un disco ispirato ad uno dei libri più amati da De André doveva essere infatti un progetto curato dallo stesso trio De André, Darè e Reverberi per il cantante Michele, ma dissidi interni ruppero l’accordo, e Reverberi se ne va. A questo punto, De André riprende l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, il libro in questione, e ne inizia a ragionare con la sua amica Fernanda Pivano, colei che, su suggerimento di Cesare Pavese, per prima portò in Italia e tradusse questo viaggio sentimentale e particolare che Lee Masters fa dell’America di provincia, ancora più ricca di contraddizioni e storie marginali. Per chi non lo ricordasse, l’Antologia è una raccolta di poesie-epitaffio della vita dei residenti dell'immaginario paesino di Spoon River sepolti nel cimitero locale, pubblicato tra 1914 e il 1915 sul Reedy's Mirror di Saint Louis, che la Pivano tradusse e che Einaudi pubblicò  nel 1943 (prima edizione parziale) e nel 1945 (tutti i 212 epitaffi dei personaggi). De André collabora con un suo amico paroliere, Giuseppe Bentivoglio, con cui scrisse Ballata Degli Impiccati da Tutti Morimmo A Stento del 1968, per i testi e sceglie agli arrangiamenti un fresco diplomato del conservatorio, Nicola Piovani, al suo primo impiego importante di una carriera che lo porterà fino all’Oscar. Ad aiutarli una squadra di musicisti grandiosa:  il violista Dino Asciolla, Edda Dell'Orso, soprano, i chitarristi Silvano Chimenti e Bruno Battisti D'Amario, questi tre ultimi storici collaborato di Ennio Morricone, il bassista Maurizio Majorana, membro dei Marc 4, il violoncellista classico d'origine russa Massimo Amfiteatrof, il batterista Enzo Restuccia, il maestro beneventano Italo Cammarota e il polistrumentista Vittorio De Scalzi, membro fondatore dei New Trolls. De André compone 9 brani, partendo come Lee Masters da La Collina, il luogo dove sorge il cimitero dove riposano i defunti di Spoon Rivers. 7 brani sono divisi in due grandi categorie: uomini morti d’invidia, ovvero Un Matto, Un Giudice, Un Blasfemo, Un Malato Di Cuore e uomini di scienza, con le sue contraddizioni etiche, ovvero Un Medico, Un Chimico, Un Ottico. Rimane poi Il Suonatore Jones, l’unico che rimane con lo stesso titolo del libro, che chiude il disco, con De André che però gli “toglie” il violino e lo fa suonatore di flauto. Straordinario è il lavoro di rifacimento e di ricreazioni nei testi: per esempio ne Un Giudice, ispirato a Selah Lively, deriso per la sua statura, in Masters è 5 piedi e 2 pollici (=157 cm circa) e nel testo di De André diviene così: Cosa vuol dire avere\Un metro e mezzo di statura\Ve lo rivelan gli occhi\E le battute della gente. I personaggi dell’invidia sono il giudice che ha trovato nella vendetta la sua alternativa alla derisione di essere basso, il matto che è stato spinto dall'invidia a “imparare la Treccani a memoria” (anche qui splendido gioco di trasposizione, in Lee Masters è l'Enciclopedia Britannica), il malato di cuore che riesce a vincere l'invidia attraverso l'amore, nonostante muoia appena porge le sue labbra su quelle della ragazza di cui è innamorato, Un Blasfemo invece è la canzone più politica, essendo uno strale contro chi “non Dio, ma qualcuno che per noi l'ha inventato / ci costringe a sognare in un giardino incantato”. Degli uomini di scienza, un medico è costretto dalla sua benevolenza, cioè curare i malati gratis, a vendere pozioni “miracolose” essendo caduto in miseria, un chimico è invece una storia di disillusione sull’amore, di un uomo che non capisce le unioni imperfette degli uomini rispetto a quelle perfette delle sostanze chimiche, un ottico invece, che vorrebbe regalare ai clienti un paio di occhiali magici per vedere davvero la realtà, è l’unico che probabilmente non è morto, dato che parla al presente (unicità che è presente anche in Lee Masters). Chiude il disco Il Suonatore Jones, inno alla libertà, di chi non ha voluto chiudere la sua libertà lavorando nei campi ma “Finii con i campi alle ortiche\Finii con un flauto spezzato\E un ridere rauco\E ricordi tanti\E nemmeno un rimpianto”. Oltre la qualità immensa del lavoro testuale è la musica che stupisce: gli arrangiamenti orchestrali, gli sviluppi tematici (come nel caso del motivo principale dell’iniziale La Collina, in continua trasformazione), la sovrapposizione di parti in forma di suite (un Ottico, con evidenti echi progressive ad un certo punto), l’uso di strumenti classici come clavicembali e violini. Sulla copertina della prima edizione, quella che ho pubblicato anche io, c’è un evidente errore grafico, con l’errata accentazione di "né". L’errore fu aggiustato nelle edizioni successive, e nel disco era presenta una lunghissima e delicata intervista di Fernanda Pivano a De André sulla genesi di questo disco e sul libro di Edgar Lee Masters, e alcuni racconti dello scrittore americano erano inseriti all’interno della confezione. Disco memorabile, da riscoprire e che formerà con il successivo, l’amatissimo e criticatissimo Storia Di un Impiegato uscito appena un anno più tardi (ad inizio del 1973) una trilogia lucidissima e potentissima sull’Italia di inizio anni ‘70.
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late-night-cabaret · 1 year
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Enzo quietly walks towards Yancy, looking nothing short of exhausted. He'd finally been allowed to go back to work but all he's had is paperwork to do and he is not good at reading English, even after all these years.
Without a word, he straddles Yancy's lap, wrapping his arms around his shoulders as he gets comfortable there, resting his head on his shoulder with a quiet hum.
"Love you.."
@paperbackpieces-makemewhole
Yancy welcomes his love with open arms, wrapping his own around Enzo's waist and holding him close. His eyes close as he takes a deep breath in and slowly lets it out, one hand moving in comforting circles on his back.
If Yancy had his way, he'd support Enzo in an early retirement and take care of everything he needed. Or even support him in a different venture if that's what he wanted. But his amati was more than capable of making such decisions for himself, knowing the detective wouldn't be content in sitting still for long.
"I love you too, baby..." He murmurs next to his ear before kissing his cheek. Content to sit there as long as he needed.
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cinquecolonnemagazine · 4 months
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Django Western sbarca su Prime Video Channels
Minerva Pictures amplia ulteriormente la propria offerta digitale con il lancio di Django Western, che dal 29 maggio è entrato a far parte della proposta di canali tematici di Amazon Prime Video. Django Western è la nuova casa di uno dei generi cinematografici più amati di sempre: il western. Una ricca selezione, costantemente aggiornata, che spazia da Django, il maestro pistolero di Sergio Corbucci, al cacciatore di taglie Acquasanta Joe, di Mario Gariazzo, dagli inseguimenti mozzafiato del grande Sergio Garrone al vendicativo Ringo di Duccio Tessari, dai ladri messicani di Sergio Sollima al Django di Edoardo Mulargia e al misterioso Hallelujah di Giuliano Carnimeo. Duelli di fuoco, grandi praterie, speroni, tramonti mozzafiato e distillati d’annata: tutta l’epica intramontabile del grande West in un unico canale. https://www.youtube.com/watch?v=W5CRPeMXprw&pp=ygUUUHJpbWUgVmlkZW8gQ2hhbm5lbHM Tra i film proposti al lancio: “Il prezzo del potere” (1969) di Tonino Valerii, “Acquasanta Joe” (1971) di Mario Gariazzo, “Un dollaro tra i denti” (1967) di Luigi Vanzi, “Blind Man” (1971) di Ferdinando Baldi, “Dead 7” (2016) di Danny Roew, “Pochi dollari per Django” (1966) di León Klimovsky e Enzo G. Castellari, “Little Rita del West” (1967) di Ferdinando Baldi, “Il massacro di Fort Apache”  (1948) e “I cavalieri del Nord Ovest” (1949), entrambi diretti da John Ford, “Un uomo, un cavallo, una pistola” (1967) di Luigi Vanzi, “F.T.W. - Fuck The World” (1994) di Michael Karbelnikoff, “Dead Men” (2018) di Royston Innes, “Hostile Territory” (2022) di Brian Presley e molti altri. Django Western è il sesto canale di Minerva Pictures su Prime Video Channels, dove sono già disponibili i canali The Film Club, Rarovideo Channel, Full Action, Minerva Classic e LaF – Feltrinelli Media Collection. I canali di Minerva Pictures su Amazon Prime Video sono accessibili ai clienti Prime Video sottoscrivendo un abbonamento aggiuntivo con possibilità di disdetta in qualsiasi momento. Riservato agli abbonati Prime Video, il canale Django Western è accessibile in prova gratuita per 14 giorni e a seguire con un abbonamento di € 4,99 al mese. Inoltre, il canale Django Western sarà presto disponibile anche sulla piattaforma The Film Club, ampliando ulteriormente le opportunità di fruizione per gli appassionati del genere. Foto di copertina: Minerva Pictures Read the full article
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m-a-86 · 5 months
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Stefania Rotolo (1951-1981)
Ballerina, showgirl, cantante, attrice, conduttrice televisiva e fantasista, scomparsa prematuramente all'età di 29 anni.
Stefania Rotolo è stata uno dei personaggi televisivi più amati tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80.
Showgirl eclettica e conduttrice di programmi cult come "Piccolo Slam" e "Non stop".
Nella trasmissione "Tilt", andata in onda il 7 Aprile del 1980, esprime al meglio le sue capacità cantando e ballando con le coreografie ideate da Enzo Paolo Turchi.
Le originali scenografie realizzate con animazioni grafiche in chroma key dal sapore futuristico e visionario rendono questo show davvero unico.
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Consiglio Puglia, sbloccate commissioni con elezione presidenti
Dopo nove mesi e tre tentativi a vuoto, oggi la maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale ha trovato l’intesa sulle presidenze delle commissioni. Confermato Fabiano Amati di Azione in commissione Bilancio, mentre rinuncia a una presidenza il gruppo Con.     Questo il quadro definitivo: commissione Bilancio Fabiano Amati; Affari generali e sport, Enzo Di Gregorio (Pd) al posto di…
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musicarenagh · 8 months
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UBU: A Diverse Sonic Tapestry of Memories In the world of music, tributes often tread a fine line between heartfelt homage and saccharine sentimentality. The album "UBU" by UBU not only walks this tightrope with grace but also leaps into an exploration of diverse styles and profound messages that transcend mere words. Released on April 28, 2023, "UBU" is both a memorial and celebration of Marco Trinchillo's life—a co-founder whose sudden departure at 41 added layers of poignancy to the concluding stages of the album’s production. https://open.spotify.com/album/6PmPxKzRTY8BfF57cCpV8Z Over two years in Forli, Italy's 'L’Amor Mio Non Muore' studio, this collective endeavor emerged under the stewardship of UBU alongside Franco Naddei. What sets "UBU" apart is its embrace of multiplicity—each song reflects a confluence of emotions swathed in distinct musical genres ranging from pop to easy listening and euphoric highs that defy categorization. With eleven tracks acting as canvases for expression, "UBU" introduces us to an ensemble cast including Hannah Saunders, FRNQ, Nicola Biondi, Pieralberto Valli, Hellis, Cleats, Luca Parma, Emma Perrot, Enzo Moretto, Francesca Amati, and Mattia Mercuriali (co-founder, Amycanbe), each bringing their unique touch influenced by Trinchillo’s expansive creativity. His legacy—a testament to self-taught brilliance spanning drumming to photography (captured in esteemed outlets like The Guardian)—echoes throughout the album. [caption id="attachment_53967" align="alignnone" width="2000"] UBU: A Diverse Sonic Tapestry of Memories[/caption] The tribute extends beyond rehashed nostalgia; it invites listeners into an immersive experience where melodies carry stories versatile enough to appeal across the spectrum—from seasoned aficionados seeking depth and innovative soundscapes to casual listeners cherishing moments captured through tunes. Trinchillo's spirit looms large—guiding these artists as they weave together influences capturing his essence without chaining themselves solely unto grief. [caption id="attachment_53968" align="alignnone" width="1280"] UBU: A Diverse Sonic Tapestry of Memories[/caption] Tracks oscillate between introspection and unbridled joy—the kind we imagine Marco would have insisted upon. Listeners are guided through an evocative journey marked by super edgy artistic choices that challenge yet comfort simultaneously: A sonic rollercoaster reflecting life itself with all its inherent contradictions. Ultimately, "UBU" is not just another entry into music archives—it holds up a mirror showing us resilience borne out of love lost too soon yet celebrated eternally through artistry emerging triumphant against despair’s shadow.“UBU” accomplishes what few tributes can: It ensures Marco Trinchillo vibrates forever heartbeats aligned amidst rhythms birthed from collective memories cherished always—an undying testimony celebrating influence transcending mortal confines onto divine mélange melody whispers witnessed worldwide.*(An ethereal rhapsody inscribed indelibly upon souls stirred evermore).* Follow UBU on Facebook, Bandcamp, YouTube and Instagram.
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lamilanomagazine · 9 months
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Capodanno a Lecce: tre concerti gratuiti in tre giorni
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Capodanno a Lecce: tre concerti gratuiti in tre giorni Il Comune di Lecce concluderà il 2023 e inizierà il 2024 nel segno della musica con tre concerti gratuiti in tre giorni. Si comincia con un doppio appuntamento gratuito in piazza Libertini, organizzato in collaborazione con Molly Arts. Il 30 dicembre, alle 21, protagonista sarà Raf, all'anagrafe Raffaele Riefoli, cantautore fra i più amati, padre del pop italiano, che annovare fra i suoi successi la hit internazionale "Self Control", "Cosa resterà", "Gente di mare" (che si è classificato tra i primi veri successi italiani all'Eurofestival), "Il battito animale", "Due", "Sei la più bella del mondo", "Infinito" e "In tutti i miei giorni". Come autore, ha firmato la celebre "Si può dare di più" portata al successo da Gianni Morandi, Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. Ha pubblicato 14 album in studio vendendo 10 milioni di dischi in tutto il mondo. In scaletta a Lecce anche il suo ultimo singolo "80 voglia di te", un concentrato di musica pop che attraversa generazioni e che Raf racconta con queste parole: «Gli anni ottanta non sono soltanto qualcosa che resta in un passato nostalgico ma le novità di quel decennio ancora oggi fanno tendenza. I rifermenti espliciti nel titolo, il linguaggio e le sonorità di "80 voglia di te" sono un omaggio alla leggerezza di quegli anni memorabili che cambiarono il mondo». Il singolo sarà contenuto nel nuovo album "La mia casa", che fa parte dell'omonimo progetto che prevede anche l'autobiografia scritta insieme a Cosimo Damiano Damato e il tour. Ad aprire la serata sarà il dj set di Cesko. La notte del 31 dicembre, ad animare la piazza nell'attesa del 2024 sarà la musica travolgente di Enzo Petrachi con la sua Folkband e di Claudio Prima con la Bandadriatica insieme ad altri artisti. Petrachi riproporrà i grandi successi del repertorio folk leccese scritti dal padre Bruno, da "Arcu de Pratu" a "Mieru, pezzetti e cazzotti", mentre Bandadriatica guidata dall'organettista, compositore e cantante Prima, coniuga la musica popolare salentina con elementi di tutte le coste sonore mediterranee, come una complessa "babilonia", dove i linguaggi iniziano ad armonizzarsi sulle melodie popolari, confrontandosi con le musiche di Albania, Macedonia, Croazia, con le fanfare serbe e il Nord Africa e spingendosi fino al Mediterraneo più orientale. Fra i pezzi che saranno eseguiti, anche l'ultimo singolo "Capisutta". Ad aprire la serata Ade & Steppo e Zimba Trio. La mattina del 1° gennaio, giornata mondiale della Pace, il Comune di Lecce in collaborazione con PugliArmonica e con l'Associazione Musicale Salentina offrirà alla cittadinanza al Teatro Apollo il Gran concerto di Capodanno della Banda della Città di Lecce "Nino Farì" diretta dal maestro Giovanni Pellegrini. L'ingresso al teatro sarà gratuito fino ad esaurimento posti. Il concerto avrà inizio alle 11, avrà la durata di circa 90 minuti, il programma musicale prevede arie dalla Norma, dalla Carmen, da L'italiana in Algeri, dal Barbiere di Siviglia, dalla Traviata, dalla Cenerentola, dalla Turandot e si concluderà con la Marcia di Radetzky. La Banda della Città di Lecce "Nino Farì" è stata costituita per volontà di questa Amministrazione comunale nel 2019 recuperando una lunga tradizione bandistica risalente alla metà dell'Ottocento. È composta da 38 elementi, organizzata come una tradizionale "banda da giro" con la direzione affidata al maestro Pellegrini con l'obiettivo di salvaguardare e valorizzare un fenomeno che è parte del patrimonio artistico, storico, culturale e sociale della città, profondamente radicato nella coscienza collettiva e nella tradizione del territorio e che, nel tempo, ha scandito i più importanti momenti della vita civile e religiosa della comunità, avvicinando alla musica ampi strati di popolazione.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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freebirdyance · 5 months
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🕯
@paperbackpieces-makemewhole for mafia!enzo <3
My darlin' amati. I knew as soon as I laid eyes on you that I needed to have you for myself. What I didn't anticipate was to fall so deeply in love with you that I nearly forgot how to breathe. You are the oxygen I need. Mine.
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personal-reporter · 1 year
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Gli altri sport: Luigi Musso
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Uno dei piloti della Ferrari più amati degli anni Cinquanta… Luigi Musso nacque a Roma il 29 luglio 1924, terzo figlio di una famiglia benestante, e s’ innamorò ben presto delle auto seguendo l’esempio dei suoi fratelli. Nonostante la riluttanza della famiglia, nel 1952 iniziò a correre con la vettura prestatagli dal fratello, il talento era innegabile e la Maserati che lo invitò a entrare nella propria squadra. Fu nel 1953, al volante di un'auto del Tridente, che Musso vinse  il campionato italiano sport prototipi e debuttò nel Gran Premio d'Italia di Formula 1 con la Maserati 250F, grazie alla quale riuscì a conquistare il settimo posto finale. Nel 1954, alla guida di una Maserati A6 GCS, trionfò nel Gran Premio di Napoli e nel Gran Premio di Pescara, aggiudicandosi il secondo posto al Gran Premio di Spagna valido per il campionato di Formula 1, inoltre prese parte anche alla Targa Florio e alla Mille Miglia, dove ottenne il terzo posto con Augusto Zocca. Luigi Musso era uno spirito indomito che, al volante, dava prestazioni che pochi avrebbero osato imitare ma, insieme ai fratelli, in poco tempo si trovò a sperperare l'intero patrimonio che il padre aveva accumulato in anni di duro lavoro. Corse con la Maserati fino alla fine del 1955, conquistando un podio al GP d'Olanda e numerosi piazzamenti in altre competizioni, ma senza riuscire ad avere la soddisfazione del trionfo. Per raggiungerla Musso attesa l'anno successivo, quando si mise alla guida della Ferrari-Lancia D50, grazie alla quale vince il Gran Premio d'Argentina 1956: che il suo primo ed unico  successo in F1. Nonostante la costanza non fosse il suo punto forte, nel 1957 tirò fuori il meglio dalla sua Ferrari 801 e conquistò due piazzamenti in seconda posizione e un quarto posto che lo portarono al terzo posto alla fine del Mondiale, terminando con il suo miglior piazzamento. Anche nel 1958 rimase con il team del Cavallino Rampante e l'inizio di stagione fu ottimo, con due piazzamenti in seconda posizione in Argentina e a Monaco. Musso poteva essere l'erede di Ascari alla Ferrari, ma il suo essere incostante lo portò a non essere la prima scelta di Enzo Ferrari che gli preferì a volte  Mike Hawthorn, altre Peter Collins. Eppure Luigi voleva fare di tutto per dimostrare di essere il migliore, ma proprio questa smania lo portò a una tragica fine. A Reims, una pista sulla quale aveva vinto un anno prima in una gara extra campionato, Musso il 6 luglio 1958, mentre era in gara, entrò in pieno alla curva Calvaire, toccò l'erba, perse il controllo della sua monoposto e finì fuori strada, capottandosi più volte e morendo sul colpo. Luigi Musso oggi è sepolto nel cimitero monumentale Campo Verano di Roma. Read the full article
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wdonnait · 1 year
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Televisione italiana anni 60
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/televisione-italiana-anni-60/115814?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=115814
Televisione italiana anni 60
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Negli anni ’60 la televisione italiana vive un periodo di grande sviluppo e di trasformazioni che hanno segnato profondamente la storia della televisione italiana. Alcuni dei programmi più famosi di quegli anni includono:
Carosello – un programma televisivo pubblicitario che andava in onda prima della messa in onda dei programmi serali. Era caratterizzato da brevi sketch pubblicitari che divennero famosi per le loro jingle e per l’uso di personaggi noti della televisione dell’epoca.
Canzonissima – uno dei programmi più amati degli anni ’60, che presentava alcuni dei più grandi artisti musicali dell’epoca. Il programma si basava sulla competizione tra cantanti che cercavano di conquistare il titolo di “Re e Regina della canzone italiana”.
Lascia o raddoppia? – un quiz show condotto da Mike Bongiorno che diventò uno dei programmi televisivi più famosi e popolari di sempre in Italia. Il programma offriva ai concorrenti la possibilità di raddoppiare la propria vincita o di perderla completamente.
Non è mai troppo tardi – un programma di varietà condotto da Raffaella Carrà che presentava numeri musicali, comici e acrobatici, nonché interviste a personaggi famosi.
Il Musichiere – un programma di intrattenimento musicale che andava in onda la domenica pomeriggio e presentava alcuni dei più grandi artisti musicali dell’epoca.
Studio Uno – uno dei primi programmi di varietà trasmessi in diretta, che presentava numeri musicali, comici e acrobatici, nonché sketch comici interpretati da alcuni dei più grandi comici dell’epoca.
Questi sono solo alcuni dei programmi televisivi più famosi degli anni ’60 in Italia. La televisione italiana di quel periodo ha influenzato profondamente la cultura popolare del paese e ha avuto un impatto significativo sulla società italiana. personaggi della televisione italiana anni 60
Personaggi televisivi anni 60
Negli anni ’60 la televisione italiana ha visto l’emergere di numerosi personaggi che sono diventati icone della cultura popolare italiana. Alcuni dei personaggi più famosi di quegli anni includono:
Mike Bongiorno – uno dei più celebri conduttori televisivi italiani degli anni ’60, noto soprattutto per il suo programma “Lascia o Raddoppia?”.
Raffaella Carrà – cantante, ballerina, attrice e conduttrice televisiva italiana che ha debuttato in televisione negli anni ’60 con il programma “Canzonissima”.
Mina – una delle più grandi cantanti italiane di tutti i tempi, che ha debuttato in televisione negli anni ’60 con il programma “Canzonissima”.
Enzo Tortora – uno dei più celebri conduttori televisivi italiani degli anni ’60, noto soprattutto per il suo programma “Il Musichiere”.
Gigi Proietti – comico, attore e doppiatore italiano che ha debuttato in televisione negli anni ’60 con il programma “Il Musichiere”.
Walter Chiari – attore, comico e conduttore televisivo italiano che ha partecipato a numerosi programmi televisivi degli anni ’60, tra cui “Il Musichiere” e “Canzonissima”.
Pippo Baudo – uno dei più celebri conduttori televisivi italiani di tutti i tempi, che ha debuttato in televisione negli anni ’60 con il programma “Canzonissima”.
Paolo Panelli – attore, comico e conduttore televisivo italiano che ha partecipato a numerosi programmi televisivi degli anni ’60, tra cui “Studio Uno” e “Il Musichiere”.
Questi sono solo alcuni dei personaggi più famosi della televisione italiana degli anni ’60, ma ci sono molti altri che hanno contribuito a rendere questo periodo uno dei più importanti nella storia della televisione italiana.
I
l musichiere anni 60
“Il Musichiere” è stato uno dei programmi televisivi più amati degli anni ’60 in Italia. Il programma, trasmesso dalla Rai, ha debuttato nel 1957 e ha continuato ad andare in onda fino al 1960.
Il format del programma consisteva in una gara tra due squadre, le quali dovevano indovinare i titoli delle canzoni suonate dall’orchestra del programma. Oltre alle gare musicali, il programma prevedeva anche la presenza di sketch comici, balletti e numeri di varietà.
Il presentatore del programma era il famoso conduttore televisivo Enzo Tortora, che divenne un vero e proprio idolo del pubblico italiano grazie al suo stile di conduzione innovativo e coinvolgente.
Tra gli artisti che hanno partecipato al programma ci sono stati nomi di spicco della musica italiana come Mina, Domenico Modugno, Ornella Vanoni, Gino Paoli e tanti altri.
“Il Musichiere” è stato uno dei programmi televisivi più popolari e longevi della televisione italiana degli anni ’60, e ha contribuito a fare conoscere al pubblico italiano alcuni dei più grandi artisti della musica italiana di tutti i tempi.
Canzonissima
“Canzonissima” è stato uno dei programmi televisivi più famosi e longevi della televisione italiana. Il programma, trasmesso dalla Rai, ha debuttato nel 1956 e ha continuato ad andare in onda fino al 1974.
Il format del programma consisteva in una gara tra le canzoni più famose dell’anno, interpretate da artisti italiani e stranieri, selezionati dal pubblico attraverso un sondaggio. Oltre alle esibizioni canore, il programma prevedeva anche sketch comici, numeri di varietà e la presenza di celebrità internazionali come Sammy Davis Jr. e Frank Sinatra.
Tra i conduttori del programma ci sono stati nomi di spicco della televisione italiana come Mina, Raffaella Carrà, Mike Bongiorno, Pippo Baudo e tanti altri.
“Canzonissima” ha rappresentato uno dei momenti più alti della televisione italiana degli anni ’60 e ’70, e ha contribuito a far conoscere al pubblico italiano alcuni dei più grandi artisti della musica italiana e internazionale di tutti i tempi.
Lascia o raddoppia
    “Lascia o raddoppia?” è stato uno dei programmi televisivi più celebri e innovativi della televisione italiana degli anni ’60. Il programma, trasmesso dalla Rai, è stato condotto da Mike Bongiorno e ha debuttato nel 1955, continuando ad andare in onda fino al 1959.
Il format del programma consisteva in una gara tra due concorrenti, che dovevano rispondere a domande di cultura generale per guadagnare dei punti. A ogni round, i concorrenti avevano la possibilità di decidere se “lasciare” i loro punti accumulati o “raddoppiare” la posta in gioco rispondendo a una domanda più difficile. Il vincitore alla fine del gioco vinceva una somma di denaro molto elevata per l’epoca.
Il programma ha suscitato un enorme interesse tra il pubblico italiano degli anni ’60, diventando una vera e propria leggenda della televisione italiana. Mike Bongiorno, il celebre conduttore del programma, è diventato un’icona della televisione italiana grazie alla sua simpatia, alla sua eleganza e alla sua capacità di coinvolgere il pubblico.
“Lascia o raddoppia?” ha rappresentato un momento di grande innovazione per la televisione italiana, che ha portato alla nascita di molti altri programmi televisivi di successo negli anni successivi.
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My 100 best movies of all time
As a start, this is a top 100 I made back in 2018.
To make things tasty, the first rule I followed was "no more than one movie per director". The second one was "don't get mad trying to order that top 100, just write it down".
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I told myself a lot of lies about the fact that this top could change any day but I'm too lazy to make a new one every day. So here I am, stuck with this one :)
BEST MOVIES OF ALL TIME ACCORDING TO ME (with no particular order)
Kiss Me Deadly (1955, Robert Aldrich)
The Professionals (1966, Richard Brooks)
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970, Elio Petri)
Queimada (1969, Gillo Pontecorvo)
C'eravamo tanto amati (1974, Ettore Scola)
Reservoir dogs (1992, Quentin Tarantino)
The Killing (1956, Stanley Kubrick)
Notorious (1946, Alfred Hitchcock)
The Asphalt Jungle (1950, John Huston)
Les enfants du paradis (1946, Marcel Carné)
Kiss Me Stupid (1964, Billy Wilder)
Sullivan's Travels (1941, Preston Sturges)
The Shop Around The Corner (1940, Ernst Lubitsch)
Rio Bravo (1959, Howard Hawks)
The Man Who Shot Liberty Valance (1962, John Ford)
The Conversation (1974, Francis Ford Coppola)
Le trou (1960, Jacques Becker)
Dead Poets Society (1989, Peter Weir)
Le salaire de la peur (1953, Henri-Georges Clouzot)
Judex (1963, Georges Franju)
The Departed (2006, Martin Scorsese)
The Prestige (2006, Christopher Nolan)
Unbreakable (M. Night Shyamalan)
Le cercle rouge (1970, Jean-Pierre Melville)
Il buono, il brutto, il cattivo (1966, Sergio Leone)
Curse of the Demon (1957, Jacques Tourneur)
Singin' In The Rain (1952, Stanley Donnen - Gene Kelly)
Hero (1992, Stephen Frears)
It's a Wonderful Life (1946, Frank Capra)
All About Eve (1950, Joseph L. Mankiewicz)
Das indische Grabmal (1959, Fritz Lang)
Le voleur (1967, Louis Malle)
Born Yesterday (1950, George Cukor)
Ben-Hur (1959, William Wyler)
Seven Samurai (1954, Akira Kurosawa)
Ginger e Fred (1986, Federico Fellini)
Small Time Crooks (2000, Woody Allen)
Barton Fink (1991, Joel and Ethan Coen)
Batman returns (1992, Tim Burton)
I due superpiedi quasi piatti (1977, Enzo Barboni)
The Goonies (1985, Richard Donner)
Carlito's Way (1993, Brian De Palma)
French Connection (1971, William Friedkin)
The Incredible Shrinking Man (1957, Jack Arnold)
Gremlins 2 (1990, Joe Dante)
The Bad and the Beautiful (1952, Vincente Minnelli)
Warlock (1959, Edward Dmytryk)
The Unknown (1927, Tod Browning)
Johnny Got His Gun (1971, Dalton Trumbo)
El ángel exterminador (1962, Luis Buñuel)
Le grand blond avec une chaussure noire (1972, Yves Robert)
Down by Law (1986, Jim Jarmusch)
Jurassic Park (1993, Steven Spielberg)
Ladri di biciclette (1948, Vittorio De Sica)
Man without a Star (1955, King Vidor)
Peter Ibbetson (1935, Henry Hathaway)
City Lights (1931, Charlie Chaplin)
Il mio nome è Nessuno (1973, Tonino Valerii)
Excalibur (1981, John Boorman)
Dance of the Vampires (1967, Roman Polanski)
Au hasard Balthazar (1966, Robert Bresson)
Be Kind Rewind (2008, Michel Gondry)
The Fly (1986, David Cronenberg)
Mononoke hime (1997, Hayao Miyazaki)
Les Douze Travaux d'Asterix (1976, René Goscinny - Albert Uderzo)
Touch Of Evil (1958, Orson Welles)
Star Wars (1977, George Lucas)
The Empire Strikes Back (1980, Irvin Kershner)
Groundhog Day (1993, Harold Ramis)
The Front (1976, Martin Ritt)
Big (1988, Penny Marshall)
El secreto de sus ojos (2009, Juan José Campanella)
Amores perros (2000, Alejandro González Iñárritu)
El espinazo del diablo (2001, Guillermo del Toro)
The Man in the White Suit (1951, Alexander Mackendrick)
Village of the Damned (1960, Wolf Rilla)
The Thing (1982, John Carpenter)
Ms. 45 (1981, Abel Ferrara)
The Gunfighter (1951, Henry King)
Copland (1997, James Mangold)
Terminator 2 (1991, James Cameron)
Starship Troopers (1997, Paul Verhoeven)
Le Schpountz (1938, Marcel Pagnol)
12 Monkeys (1995, Terry Gilliam)
Man on the Moon (1999, Milos Forman)
Imitation of Life (1959, Douglas Sirk)
The Most Dangerous Game (1932, Ernest B. Schoedsack and Irving Pichel)
A Perfect World (1993, Clint Eastwood)
Dances with Wolves (1990, Kevin Costner)
Gentleman Jim (1942, Raoul Walsh)
Good Will Hunting (1997, Gus Van Sant)
Elephant Man (1980, David Lynch)
Casablanca (1942, Michael Curtiz)
The Man with the Golden Arm (1955, Otto Preminger)
The Killers (1946, Robert Siodmak)
Punch-Drunk Love (2002, Paul Thomas Anderson)
L'Atalante (1934, Jean Vigo)
La classe américaine (1993, Michel Hazanavicius and Dominique Mézerette)
Back to the Future (1985, Robert Zemeckis)
Un singe en hiver (1962, Henri Verneuil)
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late-night-cabaret · 7 months
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👀 + "Well, um... How do I put this?"
"I want you to hurt me. Within reason, of course — slapping, spanking, biting, choking... all that. I want bruises from you and I think about it more than I care to admit."
Being laid out on bed, hands tied together and ankles tied to either side of the bed as Yancy rails him into the mattress, a hand around his throat and the other holding his hip like a lifeline.
Enzo clears his throat. "Can we discuss it some time?"
@paperbackpieces-makemewhole, for mobby
They have dabbled in some of the things that Enzo lists off. However, as soon as he says 'slapping', Yancy can practically feel the blood leave his head and swiftly move south as he's reminded of just how much of a sadist he is.
He wants to be covered in his marks, claimed inside and out, so there is no question who his amati belongs to? Sign him the fuck up.
Something almost predatory flashes in his gaze as he eyes Enzo up and down, wheels already turning. The scene is playing out in his head as he slowly nods and speaks in a deep rumble. "Yeah, sweetheart... yeah, we can."
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psychodollyuniverse · 3 years
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CIAO STEFANIA! 
40 anni senza Stefania Rotolo, la "ragazza uragano"
Aveva un soprannome, "Ragazza Uragano", e non le stava male. Si, perché Stefania Rotolo, scomparsa 40 anni fa il 31 luglio del 1981 a trent'anni, era veramente una ragazza carica di energia. Energia vitale, però, non distruttiva, anzi, comunicava gioia e allegria, voglia di vivere e spensieratezza. Era nata a Roma nel 1951, figlia di Martha Matoussek, una delle leggendarie Bluebelles di Erminio Macario, e aveva iniziato la sua carriera ballando con i ‘collettoni e le collettine’, il giovanissimo corpo di ballo che accompagnava Rita Pavone nel 1964 e che animò le notti del Piper negli anni successivi, assieme a Loredana Bertè e Renato Zero che diventarono suoi amici.
Ci volle qualche anno perché la stella di Stefania Rotolo cominciasse a brillare: avvenne quando Franco Estil, primo ballerino con Raffaella Carrà e noto coreografo televisivo, la scoprì e decise di portarla con la sua compagnia in tour, portandola in America Latina, in particolare in Brasile, dove rimase per qualche anno. Al ritorno in Italia Stefania Rotolo approda nel mondo dello spettacolo italiano, con una particina in un fim di Riccardo Garrone, poi partecipando come ballerina al Cantagiro, nel 1975, e poi a teatro, in uno degli spettacoli di maggior successo di Garinei e Giovannini, Felicibumtà con Gino Bramieri. Ma fu la disco music a segnare il suo vero successo, quando nel 1977 viene scelta per condurre, al fianco di Sammy Barbot, Piccolo slam, un programma del primo canale Rai dedicato al pubblico più giovane, dove la Rotolo veste i panni di conduttrice, dj, e showgirl. La trasmissione ha un grande successo e viene riproposta nel 1978, anno in cui la showgirl pubblica il suo primo album, Uragano Slam, con molte cover di successi disco, a cui segue un fortunato tour nelle discoteche. Ma è prima con Non Stop, con la regia di Enzo Trapani, nel 1978, e poi soprattutto con Tilt del 1979 che la showgirl diventa uno dei volti più amati della TV italiana della fine del decennio, soprattutto per merito della sigla di Tilt, Cocktail d’amore, che diventerà il suo più grande successo.
Nell’80 approda a Canale 5, al fianco di Mike Bongiorno, ma poco dopo è costretta a ritirarsi dalle scene a causa di un tumore, che la porterà alla morte esattamente 40 anni fa. La stagione della disco music porta il suo marchio, il taglio di capelli, biondi e corti, lo stile giovanile, vivace ma mai eccessivo, la simpatia e la comunicativa, avevano consentito a Stefania Rotolo di diventare un personaggio televisivo di grande successo in pochissimi anni, anche perché, come si addice a una showgirl, sapeva cantare, ballare, recitare, condurre, e soprattutto era riuscita a conquistare il cuore del pubblico di tutte le età, bambini, adolescenti e adulti, con una verve e una carica da “uragano” davvero uniche.
da https://www.repubblica.it/
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