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#allontanando la mente
silviadeangelis · 2 years
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ALLONTANANDO LA MENTE ...
ALLONTANANDO LA MENTE …
Morbida rifrazione di fatti inconsulti celati su falda d’ombrello. A giro di vento si lasciano andare nel parapiglia schermato di pensieri opposti. Fluttua altrove l’immaginoso scivolando su seducenti germogli d’alberi d’acero innervando fantasie ed esaltazioni distanti da inganni e cadenze che scrollino frutti d’eloquenti tumulti… @Silvia De Angelis
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i-help-you · 2 years
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Vivo nel limite, ogni giorno, tra il restare e l’andare
Sai oggi la mia migliore amica, mi ha detto di aspettarti, che tornerai… me lo dicono un po’ tutti e lo sento..almeno credo
La mia mente col tempo si sta dando pace, continua a dirmi “vai avanti mari”, ma il mio cuore continua a voltarsi
Sento che dentro di me qualcosa è cambiato..che ti stai allontanando.. se prima ero sicura che mi scrivevi.. adesso so che non lo farai..
Un po’ per le cose che ti ho detto, che ci siamo detti, un po’ perché ho teso la corda e dopo tutto si è spezzata..
Come deve essere, perché non fa bene a nessuno dei due…
Alcune sere vorrei dirti “ io ti aspetto, quando vorrai, io sono qua” ma so che probabilmente non mi risponderesti, che ti sentiresti un peso, e forse ti perderei di più..
Il sorriso che fingi di avere, so che non è vero.. io i tuoi demoni gli ho visti, c ho ballato, gli ho assaporati…e anche se facevano male.. me ne sono innamorata.
E dirai sei stupida mari, perché lo sai cosa vuol dire stare con una persona così perché è tale e quale al tuo primo amore.. ed è forse per questo, che mi sento così legata a te, che ti voglio aiutare..
Ma poi penso hai momenti passati insieme, e mi accorgo che tu non sei lui, sei simile a me, lo sei sempre stato, forse più stronzo, ma sei tale e quale a me, al limite, tra cadere e rialzarsi..
Ed è forse per questo che non ti lascio andare, perché una persona che possa comprendere quello che abbiamo veramente dentro c’è ne gran poca… tu sei buono dentro e lo vedo nei tuoi occhi quando ti guardo, anche se in certi momenti non ti comprendo, sento quello che non mostri..
Mi ricorderò sempre quella sera, “non fare così che mi fai stare male” in una sola frase seguita da quel abbraccio, mi hai dato il cuore in mano, e non ho potuto è voluto più ferirti, e così ho fatto.
Ma tu questo non lo saprai mai, non so neanche se ci ritroveremo, se la tua testa di cazzo col tempo penserà che io sia andata avanti e non c’è più niente da recuperare.. oppure troverai la persona giusta per te..
Questo mi fa paura… che tu possa trovare qualcos’altro che tu ti possa dimenticare di me, e io perda tempo ad aspettarti.. e magari a farmi sfuggire persone che meritano il mio tempo.. anche se il mio cuore rimane sempre lì, affianco al tuo.
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xfumblinginthedark · 2 years
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vieni qui, siediti un attimo con me. vorrei mettere in chiaro un paio di cose e non so nemmeno se rileggerò tutto il casino che sto per scrivere perché sono davvero arrabbiato, deluso, triste e so che solo scrivere buttando giù le prime cose che mi passano in mente mentre ascolto musica può aiutarmi.
allora, prima cosa. io ho notato, SO PER CERTO - e lo sai anche tu - che il nostro rapporto di amicizia è cambiato, non mi venire a dire che non è vero. quello che voglio sapere è il perché, dato che io ancora non l’ho capito, non me lo so spiegare. da un giorno all’altro mi dici che sei diventata apatica, che non provi più niente, che ti va di stare da sola. okay, ci posso pure stare, magari è un periodo o magari hai i cazzi tuoi per la testa. sei ritornata ad uscire da sola, come facevi prima di conoscere me. e va bene così, lo accetto, ti rispetto. non usciamo più tutte le sere insieme, ma ti sono vicino. eppure, io a tutta questa storia dell’ apatia ci credo ma fino ad un certo punto. e adesso ti spiego anche il perché. io ti ho vista, io le conosco bene le persone, le leggo dentro, non hanno segreti con me, le spoglio, metto a nudo le loro emozioni e tu di certo non puoi uscirtene dai miei occhi. io ti ho vista, ti ho letto dentro quando stavi male e non mi sembra che l’atteggiamento che hai adesso sia un malessere, perche questa presunta “apatia” l’hai solo con me, non con gli altri. le persone apatiche certo escono da sole, ma non se ne vanno a ballare e a ubriacarsi la domenica sera, non ridono e fanno come se niente fosse con gli altri. e allora sinceramente mi sembra che tu mi voglia, per qualche assurdo motivo che ancora non ho capito, allontanare. non mi dai più abbracci - prima ci abbracciavamo TUTTI I GIORNI, SEMPRE - non mi parli più come prima, ogni volta che ti dico qualcosa mi rispondi sempre scazzata, mi dici che non vuoi il “contatto fisico”. ma solo con me. anche gli altri se ne sono accorti. “ma che succede tra te e lei?” “tutto bene lei, come sta? con me è normale” però poi il contatto fisico lo cerchi in quella stronza, vipera, falsa, che è tutto il contrario di come sei. lo sai, hai sempre avuto un talento nell’ avvicinare ragazze tossiche che ti fanno star male. però poi com’è, perché con lei ridi e scherzi, ti fai fare e le fai i grattini, e a me levi gli abbracci che per me significavano tutto? mi diresti “perché quel contatto fisico non significa niente per me”, cazzo, e io allora che sono? ti sento più fredda nei miei confronti, più distante. c’è poco da fare, mi stai allontanando. e io ci sto male da tre settimane. non sto mangiando, piango tutte le ore del giorno, sto vomitando, non sto dormendo. “ma tu non ti devi preoccupare per me, devi pensare a te ora” già, bella scusa per levarmi dal cazzo. vorrei capire perché ti stai allontanando, perché stai inventando scuse stupide per non dirmelo in faccia. in realtà un paio di idee me le sono fatte. forse questo rapporto di AMICIZIA ti stava un po’ stretto, forse per una lesbica non è facile approcciarsi al proprio sesso se si esce sempre con un ragazzo etero che è tuo amico. o forse, ma se davvero è così non hai davvero capito un cazzo di me, forse pensi che io sia innamorato di te e mi stai allontanando per non farmi stare male. qualora sia così, posso garantirti che non è vero. ti ho sempre vista come una sorella, sei sempre stata una delle poche certezze che avevo e nel post del tuo compleanno te l’ho scritto anche, e ho anche detto che non mi stancherò mai di abbracciarti ogni volta che ti vedo. ma che succede se ti stanchi tu? per quale motivo assurdo? prima era un “mi fido di te, ti voglio bene, sei unico” e ieri nemmeno ti sei accorta che ho avuto un attacco di panico in pieno giorno, perché eri troppo occupata a fare l’apatica con la tua amica. anna mi ha chiesto come stavo, figurati. ANNA, non TU. TU che mi sei sempre stata vicina da AMICA, nient’altro. davvero, io non so più che pensare. un giorno sei importante per una persona, il giorno dopo non lo sei più. e mi incazzo perché nonostante tutto io ci credo ancora nelle persone. ma non dispero più di tanto, perché ormai ci sono abituato. sono abituato a fare l’aeroporto, le persone con me non restano mai. ci sono quando LORO stanno male davvero, poi, quando si riprendono, ti trattano come la merda. e chi rimane deluso poi sono sempre io. vaffanculo.
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promozionisitiweb · 1 year
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Da manager di Stato alle fortune nel privato. Le porte girevoli di Battisti
Con “pantouflage” s’intende il passaggio di un manager dal pubblico al privato. Dal 2012, in Italia una norma regola il fenomeno. Il caso di un’azienda nata quattro anni fa, Renova Red, dimostra che i controlli sono ancora carenti
In quattro anni di vita sul registro imprese, Renova Red – sede legale a Roma e ramificazioni in Romagna – è passata da poche decine di migliaia di euro a 2,7 milioni di utili. Si occupa, come recita il sito, di «infrastrutture, edilizia, rigenerazione urbana, tlc (telecomunicazioni, ndr), ambiente, risparmio energetico». Tra i promotori della candidatura di Roma per ospitare l’Expo 2030, dall’estate 2022 sta discutendo un piano per l’acquisizione di un ramo d’azienda della Cooperativa muratori & cementisti di Ravenna (Cmc), a rischio fallimento da diversi anni. «Siamo l’aggregazione di trent’anni di attività ingegneristiche», viene messo in chiaro sul sito dell’impresa.
Il proprietario è Umberto Ambrosini, imprenditore romano titolare effettivo di diverse società in Italia e all’estero. Nel management di Renova Red ci sono i fratelli Cesare e Stefano Trevisani, provenienti dal Gruppo Trevi così come Marco Casadei, l’ex Cmc Paolo Porcelli e Rosalba Veltri, nel cui curriculum spicca la Direzione generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. A presiedere il consiglio d’amministrazione, da agosto del 2022, è invece l’ex numero uno di Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti.
La presenza del manager di Fiuggi avrebbe dovuto impedire a Renova di partecipare a due bandi indetti da società di cui Ferrovie dello Stato è socia o addirittura controllante, ovvero FerrovieNord e Anas. Lo stabilisce la legge Severino del 2012, dal nome dell’allora ministra della Giustizia, che ha introdotto il divieto per i dipendenti pubblici che abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali di lavorare per aziende private nei primi tre anni dall’uscita dalla pubblica amministrazione. La norma prevede, nel caso di assunzione, che l’impresa per tre anni non possa avere rapporti economici con gli enti presso cui il lavoratore prestava servizio. Un periodo che viene definito di raffreddamento e che serve ad arginare un fenomeno noto con l’espressione “porte girevoli” oppure pantouflage.
Dal francese pantoufle, pantofola, il termine pantouflage è stato coniato per descrivere il percorso di chi rinunciava a fare carriera negli apparati statali per accasarsi nel settore privato. In Italia, l’intento del legislatore è stato quello di evitare la nascita di conflitti interessi che, a loro volta, possano tramutarsi in terreno fertile per la corruzione.
La questione di opportunità è immediatamente percepibile: basti pensare, per esempio, ai vantaggi che un’impresa otterrebbe dall’avere tra i dipendenti qualcuno in possesso di informazioni su una gara d’appalto bandita poco prima di lasciare la pubblica amministrazione oppure ai condizionamenti che potrebbe subire un funzionario a cui viene promesso, da un’azienda privata che partecipa a una gara, un futuro incarico lautamente retribuito.
«Il pantouflage è tra le modalità più sofisticate con cui oggi si manifestano i condizionamenti delle scelte pubbliche da parte dei portatori di interessi privati», spiega a IrpiMedia l’esperto di corruzione e docente di Scienza politica all’Università di Pisa Alberto Vannucci. «Ci stiamo allontanando dallo schema tradizionale della bustarella – continua -. Un atto contrario ai doveri d’ufficio può passare da forme di scambio differite nel tempo. Bisogna tenere a mente, infatti, che la corruzione vive all’interno di ecosistemi basati su un forte sentimento di fiducia, dove un favore fatto oggi verrà restituito domani».
Dipendente di Ferrovie dello Stato dal ’98, Gianfranco Battisti, oggi 61 anni, viene collocato a capo della holding nel 2018, nei primi mesi del primo governo Conte, quando la maggioranza in Parlamento era espressione dell’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega. A nominarlo è l’allora ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: «Alla faccia di chi ci accusava di voler occupare delle poltrone, ai primi due gradini abbiamo messo due eccellenti manager interni all’azienda», sono le parole pronunciate da Toninelli facendo riferimento, oltre a Battisti, anche al neopresidente di Ferrovie dello Stato Gianluigi Vittorio Castelli.
Nei panni di ad, tra le prime decisioni prese da Battisti c’è la designazione del nuovo numero uno di Anas, controllata di FS dal gennaio 2018. Sceglie un dirigente interno, Massimo Simonini, che prima di diventare amministratore delegato (carica che lascerà nel 2021) era dirigente dell’ufficio Ponti, viadotti e gallerie. Posto che poco dopo va a occupare, su decisione dello stesso Simonini, il funzionario che è stato responsabile della gara a cui ha preso parte Renova Red. Simonini attualmente è indagato a Roma insieme ad altri dirigenti di Anas perché sospettato di avere garantito la «messa a disposizione delle funzioni pubbliche» per andare incontro alle richieste di una serie di imprenditori vicini a un altro indagato, Tommaso Verdini, il figlio dell’ex senatore Denis.
Le gare di Anas aggiudicate a Renova Red sono state due: una per la manutenzione di ponti e viadotti, l’altra per lavori nelle gallerie. In entrambi i casi si tratta di opere che negli ultimi anni sono finite al centro di inchieste giudiziarie, dal crollo del viadotto Scorciavacche in Sicilia al tragico cedimento del ponte Morandi di Genova, fino alla caduta del ponte sul fiume Magra. Per le due gare, Anas ha scelto la formula dell’accordo quadro: la ditta che vince si impegna a intervenire dove richiesto dalla stazione appaltante per la durata del contratto, che nel caso di ponti e viadotti è stata individuata in due anni, mentre è di tre per le gallerie.
Per la manutenzione di ponti e viadotti, Anas ha fissato in 50 milioni di euro il valore di ognuno dei cinque lotti in cui è stato suddiviso il territorio nazionale. Il bando per le gallerie, invece, ha previsto due lotti dal valore di 65 milioni di euro l’uno e ha riguardato solo il Nord Italia. La gara è stata indetta a fine 2022 e le buste sono state aperte nei primi mesi del 2023: in cima alla graduatoria, in entrambe le gare, si è piazzata Renova Red.
Il 26 luglio, poco meno di due mesi dopo la proposta di aggiudicazione, accade un colpo di scena: Anas esclude Renova Red dalla gara. Il motivo, però, non sta nelle porte girevoli, nonostante la norma prevista dalla legge Severino sia citata anche nel documento sulle misure per la prevenzione della corruzione adottate da Anas, Renova viene esclusa per motivi legati a problemi con le dichiarazioni relative al subappalto delle opere. Una necessità, questa, che come si legge nel provvedimento di revoca è connessa al fatto che «l’impresa non possiede alcuna qualificazione Soa (società organismo di attestazione, ndr) nelle categorie di lavori a base di gara». La situazione, tuttavia, si è ribaltata proprio oggi: il Tar del Lazio ha accolto il ricorso presentato dalla società di Battisti, che così torna a essere l’aggiudicataria dei lavori.
Nel provvedimento di revoca, Anas aveva specificato di avere rilevato anche la mancata comunicazione di alcuni carichi pendenti da parte di un amministratore e di un socio dell’impresa ma di avere deciso di «soprassedere» per evitare di prolungare ulteriormente i tempi di sottoscrizione dei contratti per via del contraddittorio che ne sarebbe derivato. Adesso, però, dopo la sentenza del Tar, bisognerà capire se tali questioni verranno riprese in considerazione da Anas. Il pronunciamento del tribunale amministrativo del Lazio rimette al centro dell’attenzione la mancata contestazione del pantouflage, che se riconosciuto, oltre a implicare la perdita dei due affidamenti da circa un centinaio di milioni di euro, impedirebbe a Renova Red di contrattare con Anas per tre anni.
«Avere il potere di affidare incarichi dirigenziali e promozioni – commenta il professore Vannucci – crea reti di relazioni forti, e ciò accade anche nel caso in cui tali affidamenti siano frutto di valutazioni oggettive e non celino favoritismi. Ciò, però, rischia di creare anche debiti di gratitudine ed è per questo che una disciplina come quella sul pantouflage diventa essenziale, in quanto – sottolinea – ha l’obiettivo di rendere impossibile che tali rapporti possano un giorno essere usati come merce di scambio, nel momento, per esempio, in cui ci si ritrova davanti, come manager di una società privata, colui che un tempo era stato il proprio superiore».
Contattata prima del pronunciamento del Tar da IrpiMedia per capire come mai il pantouflage fosse passato inosservato, Anas si era limitata ad affermare che «la questione (la gara, ndr) è oggetto di contenzioso davanti al Tar: in questa fase Anas, di conseguenza, non assume posizioni ufficiali nel pieno rispetto del lavoro dell’autorità giudiziaria».
L’assegnazione della gara di FerrovieNord in Lombardia
In Lombardia, Ferrovie dello Stato possiede il 14,74% di Ferrovie Nord Milano Spa (Fnm). È il secondo azionista, dopo Regione Lombardia. A luglio 2023, due anni dopo la fine del mandato in FS e un anno prima della conclusione del “periodo di raffreddamento”, Battisti e la sua Renova Red hanno vinto la gara per H2iseO Hydrogen Valley. Il progetto darà vita a una “valle dell’idrogeno”, un ecosistema integrato su base regionale dove si produce e consuma idrogeno per produzione industriale e mobilità pubblica, lungo la linea Brescia-Iseo-Edolo, in occasione delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026. Renova Red si è aggiudicato l’affare da 29 milioni e 668 mila euro presentandosi insieme al consorzio Appaltitalia.
«Se Battisti era amministratore delegato del Gruppo Ferrovie dello Stato, come può, a meno di tre anni dalla cessazione di tale carica, diventare presidente del Cda di Renova Red Spa, quando il capitale azionario del Gruppo Fnm – cui appartiene la società appaltante, FerrovieNord – è detenuto per il 14,74% dalle stesse Ferrovie dello Stato Italiane? – si chiede l’avvocata amministrativista Valeria Passeri, a cui IrpiMedia ha chiesto un commento – È un’evidente fattispecie di pantouflage».
Non è d’accordo FerrovieNord, secondo cui la posizione di Battisti in FS prima e in Renova poi non comporterebbe un caso di “porte girevoli”: «FerrovieNord non è una società soggetta al controllo, diretto o indiretto, di Ferrovie dello Stato Italiane», recita una nota di risposta. La società lombarda aggiunge che «Battisti non è un ex dipendente e/o amministratore della stazione appaltante (ma neppure, a tutto voler concedere, di altra società del gruppo Fnm)» quindi non avrebbe potuto avere alcuna influenza sull’aggiudicazione di Renova Red (i dettagli nel box).
In merito al primo punto, oltre alle parole dell’avvocata Passeri, va sottolineata la «doppia natura giuridica» del Gruppo FS, sia impresa pubblica sia soggetto privato, di cui si legge ad esempio negli annunci di lavoro di Ferrovie dello Stato. La stessa descrizione è riportata in decisioni e relazioni di organi pubblici come il Consiglio di Stato o la Corte dei conti (vedi box per i dettagli). Sul secondo punto, invece, va tenuto presente un principio generale: «Quando parliamo di poteri autoritativi – commenta il professore Vannucci – bisogna sempre considerare un piano formale e sostanziale nelle relazioni. Questo perché se è vero che a volte si svolgono ruoli che formalmente non assegnano poteri autoritativi, al contempo i soggetti in questione si muovono all’interno di reti relazionali che li mettono nelle condizioni di incidere comunque nei processi decisionali».
Negli anni in cui Battisti è stato ai vertici di FS, però, l’ex amministratore delegato ha più volte incontrato sia i vertici di Regione Lombardia sia il Gruppo Fnm per discutere il futuro delle società ferroviarie lombarde. Da parte di Renova Red, invece, non è arrivata nessuna risposta sulla valutazione o meno dei rischi che avrebbe potuto comportare la partecipazione alle gare bandite da Anas e FerrovieNord.
Quanto sono rari i casi di pantouflage? Le porte girevoli tra aziende pubbliche e private quanto condizionano l’assegnazione degli appalti? Per rispondere a questa domanda servirebbero i dati. A Merida, in Messico, nel 2003 è stata firmata la Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione che all’articolo 61 stabilisce che «ciascuno Stato considera la possibilità di monitorare le proprie politiche e le attuali misure per combattere la corruzione e di valutare l’efficacia e l’efficienza delle stesse». Il principio è chiaro: in quanto fenomeno umano, anche la corruzione è soggetta a mutamenti che possono essere determinati da fattori di natura diversa. Non esistono però dati sui casi di “porte girevoli”: «Ogni caso di pantouflage accertato è a sé, e quindi non esiste un elenco di casi accertati o denunciati, con relative sanzioni». A rispondere così è stata Anac, l’autorità nazionale anticorruzione che per sua stessa ammissione, come si legge in una relazione al Parlamento inviata nel 2022, «è chiamata direttamente a vigilare sui casi di pantouflage».
Nello stesso documento inviato alla Camera, l’autorità presieduta da Giuseppe Busia afferma la necessità di ritoccare la norma in quanto «estremamente scarna e ciò crea evidenti difficoltà applicative». Nel mirino c’è il meccanismo delle sanzioni. «Attualmente esiste un automatismo, senza alcuna gradualità o valutazione di fattispecie diverse», si legge nella relazione. Per questo si suggeriscono modifiche «al fine di valutare l’elemento psicologico sotteso alla violazione del divieto» ma anche per graduare «il periodo di interdizione, ancorandolo ad elementi oggettivi valutabili caso per caso».
«In Italia si è ancora indietro nella gestione dei big data e questo riguarda in particolar modo il settore pubblico. Non stupisce che Anac non abbia idea di cosa sia stato fatto in questi anni sul fronte del contrasto al pantouflage – commenta il professor Vannucci -. Bisogna lavorare affinché le tante banche dati presenti siano in grado di comunicare tra loro, e questo nell’interesse anche dei singoli funzionari chiamati a effettuare i controlli amministrativi nel corso di una gara d’appalto».
Gli occhi dell’Ue e il nuovo codice degli appalti
A maggio la Commissione europea ha varato una direttiva sull’anticorruzione in cui si specifica che «disporre di norme aggiuntive efficaci sulla dichiarazione dei conflitti di interessi, sulle “porte girevoli” o sul finanziamento dei partiti politici può contribuire a evitare zone grigie e prevenire influenze indebite».
Il nuovo codice italiano degli appalti, in vigore da luglio, ha posto al centro il tema della «reciproca fiducia». L’articolo 2 riporta: «L’attribuzione e l’esercizio del potere nel settore dei contratti pubblici si fonda sul principio della reciproca fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici. Il principio della fiducia favorisce e valorizza l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici, con particolare riferimento alle valutazioni e alle scelte per l’acquisizione e l’esecuzione delle prestazioni secondo il principio del risultato».
Si tratta di un importante cambiamento di prospettiva rispetto al passato. «L’introduzione del principio della fiducia può rappresentare un aspetto positivo perché ci allontana dalla visione del funzionario come soggetto che è oberato da adempimenti formali che impediscono il raggiungimento degli obiettivi – commenta Vannucci -. Ma è necessario dotarsi di strumenti che consentano, a posteriori, di verificare la qualità del risultato, così da stabilire se il funzionario abbia esercitato i propri poteri per il conseguimento di interessi collettivi o se invece gli stessi siano stati sfruttati per favorire interessi privati. Insomma – conclude l’esperto – non può trattarsi di una fiducia cieca. E non avere dati su cui ragionare, come nel caso del pantouflage, spinge invece proprio in questa direzione».
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daniela--anna · 1 year
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The amount of caffeine contained in tea varies according to the type, but there are varieties of herbal teas and infusions that do not contain it at all.
Caffeine is the most common and most widely used natural stimulant.
It is present in coffee, cocoa, tea, cola, guarana and mate plants and in the drinks obtained from them.
Although it helps our body and mind to stay active longer by removing the feeling of fatigue and tiredness, we all know that in the long run it can have undesirable effects, such as migraines, sleep disturbances, high blood pressure, etc., of consequently we understand that it is good not to exceed with its assumption.
Tea in particular almost always contains caffeine, and the amount can vary depending on the type of tea.
However, there are also varieties of tea that do not contain any.
Are you looking for a valid alternative to not giving up your favorite drink and at the same time not taking caffeine?
Here are four caffeine-free alternatives:
Rooibos
Karkade
Chamomile
Turmeric herbal tea
La quantità di caffeina contenuta nel tè varia a seconda della tipologia, ma esistono varietà di tisane e infusi che non la contengono affatto.
La caffeina è lo stimolante naturale più comune e più utilizzato. E’ presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle bevande da esse ottenute. Sebbene aiuti il nostro corpo e la nostra mente a mantenersi attivi più a lungo allontanando la sensazione di fatica e stanchezza, sappiamo tutti che a lungo andare può avere degli effetti indesiderati, quali ad esempio emicrania, disturbi del sonno, pressione alta ecc., di conseguenza capiamo che è bene non eccedere con la sua assunzione.
Il tè in particolare contiene quasi sempre caffeina e la quantità può variare a seconda del tipo di tè. Tuttavia esistono anche delle varietà di tè che non contengono affatto. Stai cercando un’alternativa valida per non rinunciare alla tua bevanda preferita e al tempo stesso non assumere caffeine?
Ecco quattro alternative che non contengono caffeina:
Rooibos
Karkadè
Camomilla
Tisana alla curcuma
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Bicicletta: i benefici per mente e corpo
Quando pensiamo ai benefici della bicicletta la nostra mente immagina un fisico tonico: via pancetta, via chiletti di troppo. In effetti, pedalare è di grande aiuto se si hanno in cantiere obiettivi di forma fisica. Alla bicicletta spesso sono associati bei ricordi: le vacanze da bambino, il momento in cui si ha imparato a pedalare da soli. Approdati nel mondo adulto, una passeggiata in bicicletta a pedalata lenta può aiutare a fare chiarezza nei propri pensieri. La pandemia, che ci ha costretto ha cambiare visione, ha messo in luce un altro punto forte della bicicletta: la sostenibilità. Ed ecco che in brevissimo tempo, grazie anche a una campagna di incentivi, la bicicletta è tornata a essere un mezzo di trasporto urbano molto apprezzato. La sua versione elettrica, detta anche a pedalata assistita, viene in aiuto nei tratti urbani più difficili e a inserirsi al meglio nel contesto urbano caratterizzato dall'alta presenza di veicoli a motore. Possiamo affermare senza timore di sbaglio che la bici elettrica è il simbolo della mobilità sostenibile dei nostri giorni. Bicicletta: quali sono i benefici per il corpo Avete qualche chiletto di troppo di cui volete sbarazzarvi? La bicicletta, come dicevamo, può fare al caso vostro. Pedalare, al pari di camminare o correre, rappresenta infatti un esercizio aerobico e come tale aiuta a dimagrire. Andare in bicicletta aiuta a bruciare il grasso corporeo e percorrere brevi salite accelera il metabolismo. Il vostro corpo risulterà ben presto molto più tonico. Se pensavate che i vantaggi dell'andare in bicicletta si fermassero qui sbagliavate di grosso, eccone altri che siamo sicuri cattureranno la vostra attenzione: - previene delle malattie del sistema cardiocircolatorio. Lo sforzo effettuato durante la pedalata affatica il cuore che per risposta aumenta di volume e diventa più resistente allo stress; - contrasta il declino cognitivo. L'attività fisica ossigena il cervello allontanando o ritardando malattie quali Alzheimer o Parkinson. - combatte l'insonnia. Chi pratica attività sportiva si addormenta prima e dorme circa un'ora in più. Per sentire gli effetti benefici della bicicletta non occorre allenarsi fino allo stremo; basta un esercizio di 20 o 30 minuti al giorno. Pedalando il buon umore Andare in bicicletta apporta benefici anche mentali oltre che fisici. Pedalare rilassa, permette alla mente di distrarsi dalle preoccupazioni e scaricare lo stress accumulato. Lo sforzo legato alla pedalata in salita, invece, stimola la produzione di endorfine e serotonina. I due neurotrasmettitori sono noti per regalare stati di gioia ed euforia. Dopo settimane di pratica, beneficiando di tutti i vantaggi fisici elencati, ci potremmo scoprire in grado di fare percorsi sempre più lunghi e difficoltosi. Un vero toccasana per l'autostima. Il ciclismo, in questa sua forma non agonistica, è un'attività praticabile da tutti a qualunque età. E' adatto a chi fa già attività fisica e a chi parte da 0. Si può infatti modulare lo sforzo adattandolo alle proprie esigenze. In più, il tipo di movimento protegge le articolazioni del ginocchio e della caviglia riducendo al minimo il rischio di infortuni. Infine, sulla bicicletta il peso corporeo è distribuito tra sellino e manubrio, vale a dire tra gambe e braccia dando così sollievo alla colonna vertebrale. Perché scegliere una bicicletta elettrica Con la pandemia, dicevamo, la bicicletta, nella sua versione elettrica, è diventata uno dei mezzi di trasporto urbano più diffusi. Gli italiani l'hanno scelta per motivi pratici ed ecologici. Nei tratti cittadini dove non sono realizzate piste ciclabili, le biciclette consentono comunque di divincolarsi con molta più facilità da strade intasate a causa del traffico dalle auto. La bicicletta, in più, consente l'accesso a zone a traffico limitato e pedonali. L'ebike, o bicicletta a pedalata assistita, dà un vantaggio in più nei tratti cittadini in salita. Vi immaginate ad arrivare in ufficio con l'aspetto di chi ha appena corso una tappa al giro d'Italia? I vantaggi della bicicletta per l'ambiente sono anch'essi molteplici: non inquina, è silenziosa. Per questo motivo è diventata una scelta di responsabilità da parte di quanti vogliono dare il loro contributo alla salvezza del pianeta. In copertina foto di u_d7hddm5o da Pixabay Read the full article
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3- Le lavatrici
 Una notte autunnale, non paghi della serata trascorsa in un pub, giravamo con l’auto di Luca, senza una meta, così, giusto per passare il tempo e magari trovare qualcuno cui rompere le scatole.
Mentre percorrevamo la via Prenestina, l’occhio malefico di Luca vede un qualcosa che non gli quadra.
Mi fa, “hai visto quelli nella traversa che abbiamo appena superato?”
Assento, “erano due donne e due uomini vicino una macchina”.
Un istante e dopo spericolata inversione di marcia ci ritroviamo nella stradina da poco superata. Avanziamo lentamente, con i fari spenti per non farci notare.
Come detto, c’erano due ragazze, piuttosto giovani, vestite con gonne cortissime. Due uomini che armeggiavano nel cofano della loro auto. Stavano cercando di scaricare una pesantissima lavatrice.
Nel prato accanto, ce ne erano almeno altre tre o quattro.
Quindi l’intenzione di abbandonarvene un’altra era chiara.
Chiedo a Luca, “che vogliamo fare?” Lui senza minimamente scomporsi, “aspettiamo che finiscono di scaricare”.
Appena la lavatrice tocca terra, si accendono i fari della nostra auto, la quale schizza in avanti a gran velocità, per arrestarsi bruscamente, con relativa sgommata, quasi a ridosso dei malcapitati.
Luca esce al volo e giocando sul ormai collaudato equivoco che porta la maggior parte della gente a scambiarci per forze dell’ordine, apostrofa gli uomini, “Beh, che vogliamo fare? Qui c’è divieto di scarico, che fate, ve la ricaricate o vi accollo pure le altre nel prato?”.
Uno dei due. Il più anziano, cerca di accampare una qualche scusa, ma assicura che se la riprendono.
“Bene”, fa Luca, “noi aspettiamo”.
Io intanto facevo una fatica immane a cercare di non sganasciarmi dalle risate, mentre con la coda dell’occhio noto una cosa un po’ strana. Le ragazze, pian piano, un passo per volta si stavano allontanando dalla scena, finché, arrivate a una certa distanza se la danno a gambe levate.
Intanto i due imprecando e sbuffando si ricaricano la lavatrice con immane fatica e la rimettono nel cofano della loro vettura.
Appena terminano, ripartiamo di gran carriera sgommando alla grande.
Appena fuori vista, scoppio di risate da mal di pancia.
Ma non è finita.
Dopo una decina di minuti, il mio compare inverte la marcia. “Che vuoi fare?” gli chiedo.
E lui tranquillamente, “voglio controllare una cosa”.
Appena imbucata nuovamente la stradina di prima, ecco che di nuovo ci sono i due uomini alle prese con la lavatrice.
“Lo sapevo!” esclama Luca. “Adesso aspettiamo che finiscono di scaricare, altrimenti non faticano abbastanza e poi mi sentono”.
E così fu.
Appena buttata la lavatrice nel prato gli arriviamo addosso con più verve di prima.
E subito, con voce incazzatissima, “Allora non ci siamo capiti! Io adesso vi faccio pagare per tutte quelle buttate, così imparate!”
Colti nuovamente in fragrante i due subito corrono a riprendere l’elettrodomestico appena buttato.
Giurando e spergiurando, “no, per carità, la riprendiamo e andiamo via.”
Con rivoli di sudore che gli inzuppava ad entrambi la camicia, tra un impropero e l’altro, fatti a mezza bocca, caricano nuovamente il pesante fardello.
Finito il carico salgono in macchina e si allontanano.
Stavolta non ci muoviamo per essere certi che non tornino. Ovviamente risate a crepapelle.
Poi mi torna in mente un particolare. “Luca, ma le due ragazze che fine hanno fatto?”
Ci guardiamo con aria interrogativa, ma l’unica ipotesi che ci viene in mente è che fossero due prostitute e che per tanto se la sono squagliata.
Bene, così oltre ad averli fatti faticare per aver cercato di imbrattare ancor di più la pubblica via, gli abbiamo rovinato pure la serata, punizione più che meritata.
Riprendiamo il nostro girovagare, anche se guardandoci in faccia, quasi in coro ce ne usciamo con…”io ciò fame”.
Erano più o meno le due di notte, quindi trovare locali aperti abbastanza difficile, allora direzione Porta Maggiore.
Qui chiosco mobile. Paninaro notturno, detto lo zozzone, per motivi che lascio all’immaginazione.
Con poche lire ci si può fare un panino con salsiccia, wurstel, hamburger, bistecca. Ci si poteva aggiungere praticamente di tutto. Tipo melanzane sott’olio, carciofini, cipolle, crauti, pomodori secchi ecc. ecc., immancabili ovviamente le più svariate salse.
Alla fine, veniva fuori una cosa che più che un panino era una vera bomba.
Per mangiarlo era un’impresa, non si riusciva a morderlo, lo schiacciavi e usciva roba dappertutto, ovviamente scolava olio e salsa dovunque, impossibile non imbrattarsi. Il tutto veniva aiutato a scendere da una bella birra gelata.
Cerchiamo in qualche modo di togliere l’unto dalle mani, prima di rimontare in auto, ma non era facile.
Ripartiamo, un giro veloce all’Esquilino, piazza Vittorio e poi visto che la notte ormai pareva morente, decidiamo di chiuderla li.
Luca mi riporta a casa, dove Silly mi sta aspettando per saltarmi addosso e farmi le feste.
Ci salutiamo e resto qualche minuto a fare un po’ di coccole al cane.
Rientrato in casa, tolgo i vestiti, una sciacquata e letteralmente un tuffo nel letto.
La stanchezza è tanta, ma il sonno tarda a venire, ancora ronzano nella mente gli eventi della serata.
Alla fine, mi addormento, con un sorriso di soddisfazione sul viso.
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ma-pi-ma · 2 years
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E poi ti accorgi che la serenità te la crei allontanando ciò che disturba la tua mente.
justhewayouare
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la-ragazza-turbata · 3 years
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Oggi mi sento confusa, esattamente come gli altri giorni.
Il mio percorso in comunità non finirà a breve e so che dovrò avere tanta pazienza.
Ho paura di non farcela e di perdere mio figlio.
Mi hanno fatto un test psicologico, e sono venute fuori parecchie cose.
Ho una personalità evitante.
Non avrei mai immaginato di avere questo tipo di personalità.
Per tanto tempo ho pensato di essere borderline, perché mi riconoscevo in quasi tutti i sintomi, ma mi sbagliavo.
Mi è stato detto che non ho un vero e proprio disturbo e che sono solo dei tratti della mia personalità.
Le altre cose che sono venute fuori sono: disturbo ossessivo compulsivo, disturbo evitante, disturbo schizoide, disturbo schizotipico, disturbo paranoide, depressione maggiore, disturbo da stress post traumatico, ansia, dipendenza affettiva, abuso di sostanze, masochismo e negativismo.
Le cose che spiccano di più sono il disturbo evitante e il disturbo ossessivo compulsivo.
So di essere una persona strana, ma non mi aspettavo di avere una personalità così complessa.
In effetti mi ritrovo in alcune cose.
Per quanto riguarda il disturbo ossessivo compulsivo, mi rendo conto di avere sempre avuto delle strane manie, fin da bambina.
Avevo la fissazione di ripetere le parole per otto volte, e sentivo il bisogno di unire alcune di queste parole ad altre, ad esempio "stronzo" e "coglione" le dicevo sempre insieme, e anche "stupido" e "scemo".
Mi ritrovavo a ripetere le stesse cose per otto volte, nonostante mi rendessi conto che fosse una cosa strana.
Con il tempo questa fissazione è sparita, ma ora ho altre manie.
Sento il bisogno di mettere gli oggetti sempre verso sinistra, ed esempio i pettini, i coltelli.
Lo faccio con tutti gli oggetti.
Ho una paura tremenda del buco della vasca.
Prima amavo fare il bagno, invece ora mi viene l'ansia solo a pensarci.
Non sopporto l'idea di avvicinare i miei piedi a quel buco, infatti faccio solo la doccia e sto dalla parte opposta della vasca, in modo tale da stare il più lontano possibile.
Ho la fissazione di mettere bene i piatti nella lavastoviglie, infatti devono essere sempre messi nello stesso modo, ben allineati.
Non so perché ho queste fissazioni.
Ci sarebbero anche altre cose da dire ma non mi vengono in mente.
Per quanto riguarda il disturbo evitante, mi sto rendendo conto che ultimamente sto allontanando le persone perché le vedo come ostili e sono convinta che mi faranno del male.
Non ho più nessuno, sono completamente isolata dal resto del mondo, se non per qualche familiare o qualche persona che mi cerca ogni tanto, e che scarto dopo pochi messaggi.
Credo di essere diventata così a causa delle persone che mi hanno fatto del male.
Ho sprecato così tanto tempo con persone inutili che ora non mi aspetto altro che pugnalate alle spalle, ed è per questo che mi allontano quando mi rendo conto che mi sto affezionando a qualcuno.
Credo che questo sia collegato anche alla dipendenza affettiva.
Io mi affeziono subito alle persone, e questo mi spaventa terribilmente.
Tutto questo mi sta facendo capire che forse la cosa migliore è stare sola.
Anche la solitudine fa male, ma credo sia meglio soffrire perché si è soli, piuttosto che dover sopportare il rifiuto o l'abbandono di qualcuno.
Mi sento sempre più persa, ma non voglio arrendermi.
Voglio sperare che un giorno, prima o poi, riuscirò a stare bene e a lasciarmi alle spalle tutta questa situazione.
Ho un disperato bisogno di compagnia e di amici, ma credo che continuerò a percorrere questo percorso da sola ancora per un bel po'.
Voglio ricominciare.
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iwantobeskinnysblog · 3 years
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Non ce la faccio più, la mia mente è inondata di brutti pensieri.
In questo periodo mi sto allontanando dalle persone a cui voglio bene, sta sera mia mamma mi ha chiesto se le volessi ancora bene dato che non voglio più stare con lei e mi si è spezzato il cuore. Sento che qualcosa in me è cambiato mi isolo, non voglio nessuno vicino a me, tratto tutti male, sono sempre nervosa, odio ogni attimo della mia vita.
Sono esausta della mia inutile e monotona vita, mi chiedo perché una volta per tutte non riesca a farla finita. Basta una grande quantità di medicine, perché non riesco a farlo?
Perché stare male quando potrei chiudere gli occhi e non risvegliarmi mai più.
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abygaille96 · 2 years
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Succede qualcosa quando cambi prospettiva.
Succede qualcosa quando smetti di pensare. Cambi focus.
Immagina i tuoi pensieri, come se li stessi osservando da una lente di ingrandimento. Prova a dare loro un numero o un colore, così forse riesci a visualizzarli meglio.
"ok e allora? Facendo questo come posso staccarmi dai miei pensieri e stare di nuovo bene?"
Lo hai appena fatto.
Sei all'esterno, sei il testimone dei tuoi pensieri. Li hai colorati e quindi classificati, schematizzati come solo una mente esterna può fare. Non ci sei più dentro. Non ti identifichi più. Tu, non sei quello che pensi.
"se non sono i miei pensieri, allora cosa mi rimane? Se non sono le mie ideologie, le mie convinzioni, i miei giudizi.. Cosa sono io?"
Sei arrivato in profondità. Adesso, staccandoti completamente. Vediamo quello che realmente sei. Un'anima pura. Una tela bianca. Puro come un neonato, siamo tornati all'origine.
La meditazione parte da questo, ti porta in contatto con il tuo essere, allontanando l'ego.
Sei solo tu, qui e ora.
E solo quando avrai appreso questa verità potrai scegliere i tuoi pensieri, riordinare, prendere posizioni. Prima devi esserci tu.
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d460mm · 3 years
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Il silenzio della mente avvolge la mia anima la solitudine mi accompagna allontanando i miei demoni mentre attendo i raggi del primo sole si rinasce ancora per non morire #buongiornoATutti #NoiSiamoIlDestino S4Medizioni in vendita www.s4m-edizioni.it, Amazon, shop on line anche in versione Kindle #ParlamiDiPoesia #Parole #Libri #lettura #narrativa #poesia #booklovers #book #books #reading #leggere #Libro #romanzo #emozione #destino #novità #coraggio #amoleggere #leggo #ioleggo #amor #life #lifestyle #amore #frasi #libridaleggere #librichepassione #libriconsigliati https://www.instagram.com/p/CVzWkT3sfyK/?utm_medium=tumblr
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bee-ingquinn · 4 years
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Densaugeo ( 30/01 )
[ La mattina del 30 gennaio, verso la fine della colazione, verrà fatto arrivare un pacchetto a Leo e Jonas tramite passamano. Di forma quadrata e dalle piccole dimensioni, chiuso alla bell'è meglio con carta color banana e pieno di sticker, una volta aperto rivelerà come contenuto due figurine delle Cioccorane disegnate a mano. La differenza tra le originali e queste è che il retro non porta nessuna scritta, mentre sul davanti sono stati disegnati rispettivamente Leo e Jonas in maniera più dettagliata possibile. Queste figurine sono inoltre più piatte rispetto a quelle vere. Sotto di esse, un biglietto che profuma di agrumi. ]
CONGRATULAZIONI AGLI EROI DI HOGWARTS. Mi dispiace per il ritardo ma sto ancora imparando a disegnare bene e mi ci vuole tempo, però spero che il regalo sia di vostro gradimento! Sul retro delle figurine potete scrivere voi quello che vi pare, ho pensato fosse meglio lasciarvi scegliere cosa mettere. PS. Il pacchetto è uno solo visto che siete sempre assieme. Quinn [ La mattina del 30 gennaio, verso la fine della colazione, verrà fatto arrivare un pacchetto a Felix tramite passamano tra un tavolo e l'altro. Di forma quadrata e dalle piccole dimensioni, chiuso alla bell'è meglio con carta color pistacchio e pieno di stickers, una volta aperto rivelerà come contenuto una figurina delle Cioccorane disegnata a mano. La differenza tra le originali e questa è che il retro non porta nessuna scritta, mentre sul davanti vi è ritratto Felix in maniera più dettagliata possibile. Questa figurina è inoltre più piatta rispetto a quelle vere. Sotto di essa, un biglietto che profuma di agrumi. ] CONGRATULAZIONI AGLI EROI DI HOGWARTS. Grazie di aver salvato la scuola Nuif Neuvim Felix, spero che il regalo sia di tuo gradimento visto che sembri un tipo difficile e scusa per il ritardo nel consegnarlo, ma per disegnare bene mi ci vuole ancora tempo! Non sapevo cosa mettere sul retro delle figurine, quindi voi tre potete scrivere quello che vi pare. Quinn
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B. « Sono felice che vi sia piaciuto! Stavo giusto dicendo a Leo che vorrei farvene tre ogni anno, così nel caso dovreste fare altri atti eroici come quest’anno… avreste una piccola collezione di ricordi » torna poi subito seria, portandola una mano sul fianco – chiusa a pugno – mentre l’altra sale ad indicare il moro con l’indice. « Ma guai a te se ti sento dire altre cose come l’altra volta ad Incantesimi! Mica mi sono scordata che ho minacciato di usarti come cavia » sbuffa, allontanando una ciocca di capelli dal volto chiaro. Ah, era questo che è successo a lezione? J. « Ma quando LEO doveva provare il Finitus? » tenta di recuperare qualcosa « E tu mi hai minacciato di ... cheeeee!? » Un`espressione a dir poco disgustata gli si dipinge in volto all`istante.  B. « Non mi è piaciuto come hai insinuato che io e Sophia non fossimo un granchè con la bacchetta » in pratica si è già fatta un’idea tutta sua su una frase sola « Questa volta ci passo sopra, ma alla prossima se vengo a sapere che hai detto una cosa del genere ti mostro quanto posso essere brava » sorride con fare innocente, l’incarnazione del femminismo instaurato in maniera sbagliata. « Anche perché non mi sembra che tu sia tanto meglio » alza nuovamente la mano in un gesto come ad indicare il fu ombrello, praticamente l’unica prova che ha di questa “incapacità” del Grayhare. J. « AAAAh! » Esclama allargando le braccia « Sì, ora mi ricordo più o meno. Ma non era perché siete scarse con la bacchetta » ci tiene a rincuorarla « Anche perché io di bacchetta non posso proprio parlare purtroppo ...» inclina le labbra verso sinistra « Io dicevo soltanto che LEO per avere vita facile si era scelto due femmine. Perché gareggiare con voi è sempre e comunque un vantaggio ». Insomma era solo questo, niente di che. B. Non fa neanche in tempo a rilassarsi per la prima parte della risposta, quando il seguito la fa bloccare. E ammettiamo che ci mette qualche secondo a riflettere su quella frase, interpretandola in una sola maniera possibile per la sua mente. Più velocemente possibile per i suoi limiti, farebbe scivolare la bacchetta dalla manica destra dell’impermeabile per poi puntarla contro lo scozzese. (...)  E’ puntandola contro il viso del ragazzino e tenendo quell’immagine a mente che va a pronunciare la formula con voce decisa « Densaugeo » con l’intento di impedirgli di parlare bene per un pochino.
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Nessuno capisce, nessuno sente che io mi sto allontanando sempre di più.  Ormai non so più con chi parlare, di chi fidarmi: l’unico modo che ho per non scoppiare a piangere all’ improvviso è tenere la mente occupata attraverso la lettura.  Nessuno si sta rendendo conto che, giorno dopo, sto abbandonando questa vita e che sto “perdendo cocci” lungo la strada.  Nessuno sa che prima o poi io scomparirò dalle vite di tutti...
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olstansoul · 4 years
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Sacrifice, Chapter 25
Pairing: Wanda Maximoff & James Bucky Barnes
Le luci delle sirene della polizia riuscì a vederle da lontano, il cancello principale era aperto e lui parcheggiò di fretta e perfino male, tanto da ottenere una multa ma in quel momento poco gli importava. Scese dalla macchina, sbattendo la portiera mentre Wanda era ancora dentro combattendo con la cintura di sicurezza che aveva indossato prima, per colpa della corsa che James aveva fatto. Lui era appena arrivato sull'uscio della porta, quando iniziò a vedere della roba sparsa già per l'ingresso della casa.
Dei cocci di vetro sparsi per terra e alcune piume di cuscini che continuavano a volare a mezz'aria. Proseguì fino ad arrivare nel salotto, si girò verso la sala da pranzo e solo lì potè vedere sua mamma seduta su una delle sedie con un'infermiera che la stava medicando.
"Mamma..."
"James"
Lui la raggiunse e l'abbracciò facendo attenzione alla fascia che aveva attorno al braccio sinistro. Si abbracciarono e restarono fermi in quella posizione per alcuni minuti, fin quando l'infermiera che era vicino a sua madre poco prima gli disse di staccarsi. E nonostante lui non lo volesse fare decise di staccarsi lo stesso. Se avrebbe fatto il contrario avrebbe iniziato una questione che non sarebbe mai finita.
"Avevi ragione"
"Avevo ragione su cosa?"
"Su quella ragazza, non era come sembrava..."
Lui fece un respiro profondo, stava per mangiarsi le mani a morsi. Sua madre non l'aveva creduto ma non aveva nessuna intenzione a prendersela con lei. Sua madre era solo una vittima, colui che avrebbe dovuto pagare che ciò che aveva fatto, era la stessa persona che ora, in questo momento, in casa non c'era.
"Beh, allora hai scoperto che ti tradiva e tu non mi hai creduto dall'inizio..."
"Vorresti prendertela con me che sono tua madre?"
James si zittì un secondo, rendendosi che stava facendo esattamente l'opposto che si era promesso di non fare. Ora quello che c'era da fare era rassicurarla, era farla sentire meglio e se suo padre non c'era riuscito allora il compito passava a lui. E lo avrebbe portato a termine perfettamente.
"No, non ho nessuna voglia di prendermela con te...ma ho bisogno di sapere perché sono dovuto ritornare a casa di fretta e furia e la ritrovo quasi distrutta. Poi ci sei tu con dei lividi e...mi fai pensare solo al peggio. Allora quello che mi avevi detto l'altra sera non è servito a niente? Dove cazzo è finito l'amore fra voi due? Dimmelo!"
"È complicato James"
"L'avete reso voi complicato, tu e papà. O preferisci che lo chiami quel brutto stronzo che ti ha messo le mani addosso? Lo avete ridotto così a suon di bugie, con cui riempite me e Rebecca dalla mattina alla sera. Lascia che ti dica una cosa...puoi riempire di bugie Rebecca quanto vuoi, ma non voglio che quando si faccia più grande abbia paura dell'altro sesso perché suo padre riempiva di botte sua madre. E non puoi più farlo con me, ho diciotto anni e se volete che cresca, non lo farò come credeva lui, in un'azienda. In un'azienda dove mi sarei dovuto subire quelle stupide smancerie di quella puttana..."
"James..."
"No, niente James mamma. Io ho il dovere, d'ora in avanti di proteggere te e Rebecca cosa che tuo marito non ha saputo fare perché troppo occupato a portarsi a letto minorenni e prendere a botte sua moglie"
Quando lui finì il suo grande sfogo, entrambi sentirono alcuni passi provenire dal piano di sopra e un vociare abbastanza alto da fuori la porta di casa sua. Era cosi concentrato a far uscire la sua rabbia, che aveva dentro di sé da tanto tempo, che non si era accorto che non era solo in casa. E che aveva lasciato qualcuno fuori di essa.
"James?"una vocina da sopra i gradini delle scale di casa sua lo fece girare e poi ritornò con la sua attenzione sull'uscio della porta, dove c'era Wanda che si dimenava ad entrare nonostante i poliziotti continuavano a fermarla.
"Lei è con me...fatela entrare"disse lui sovrastando le voci dei poliziotti.
Wanda mosse i primi passi dentro casa sua. Si avvicinò a loro, stando lontano di poco da James e quando vide l'immagine di sua madre la salutò con un cenno della mano.
Winnifred sorrise leggermente, invece James guardava la scena con un'espressione sconfitta sul viso. Sua sorella continuava a rimanere in mezzo alle scale e subito dopo rivolse uno sguardo di supplica verso Wanda, in quel momento per lui era diventata l'unica speranza. Voleva veramente badare a sua sorella, ma in questo momento aveva bisogno di chiarire la questione con sua madre. Si allontanò con Wanda di poco e le sfiorò il fianco destro con la sua mano sinistra e a quel contatto lei riuscì ancora a sentire quelle strane farfalle nello stomaco.
"Ho bisogno che tu mi faccia un favore..."disse lui guardandola in maniera speranzosa e con quelle pozze profonde blu.
Lei fece prima un respiro profondo, abbassò lo sguardo e poi lo guardò una seconda volta sapendo che prima o poi, più poi che prima, avrebbe perso la testa per quegli occhi.
"Dimmi..."disse lei a voce bassa, che riusci a sentire solo lui.
"Ho bisogno che tu distragga Rebecca, non voglio che si metta in questo casino a meno che quel cretino non l'abbia già messa...ti prego, non farla scendere per nessun motivo"
"Okay, sarà fatto...poi mi dici cosa è successo"
"Non so se ne sarò in grado"
"Se non vuoi parlarne, va tutto bene non ti costringo..."
"Lo so..."
James vide che Wanda si stava allontanando e stava per salire le scale per poter andare al piano di sopra, lei prese la piccola mano di Rebecca e si diressero insieme nella stanza della piccola. Ma prima che mettessero piede lì dentro James richiamò Wanda e lei si girò una seconda volta.
"Grazie per essere venuta...non so cosa avrei fatto se tu non ci fossi stata"
Wanda non ebbe il coraggio di rispondere a parole figuriamoci a gesti, cosi gli fece un piccolo sorriso. Rimasero lì alcuni secondi fin quando lui si girò verso sua madre e lei seguì Rebecca che non entrò nella sua stanza ma in quella del fratello.
"Perché non in camera tua ma bensì in quella di tuo fratello?"
"Quando i nostri genitori litigano, io li sento spesso. Di solito lui non li ascolta perchè ha sempre le cuffie nelle orecchie e così se io li sento entro in camera sua. Non mi molla fin quando non ho preso sonno con le sue storielle"
"Con le sue storielle? Sapevo che giocava con te e le tue Barbie"
"Come facevi a saperlo? Era un segreto, lui non sa mantenerli"
Wanda rise un po' di fronte alla dolcezza della piccola Rebecca, ma decise di andare a difendere il suo compagno di fisica.
"Sei sicura che sia solo di fisica?"si chiese nella sua mente ma lei non badò a quel pensiero.
"Guarda che non è vero! Tuo fratello è davvero bravo a mantenere i segreti ed è anche un ottimo cavaliere"disse lei ricordando il gesto dell'aprirle la portiera e lei solo con quello sorrise.
"Un cavaliere? Forse intendevi un principe azzurro!"
"Okay, si quello. Un principe azzurro"
A Wanda si scioglieva il cuore al solo pensare che un ragazzo come James fosse il suo principe azzurro. Di solito, nelle storie, il principe salvava la fanciulla dalle grinfie del drago o della strega cattiva. E se fosse stato cosi, lei sarebbe stata la principessa, James il principe e il drago quella brutta cosa che aveva? Le faceva paura persino nominare quella cosa che aveva, se non era paura allora era ribrezzo.
"Ma come ogni principe azzurro che si rispetti, lui ha bisogno della sua principessa"
"Già, hai ragione!"
"Credo che quella principessa debba essere tu"disse la piccola avvolgendosi nelle coperte e tenendo stretto quello che doveva essere un koala di peluche.
"Davvero?"chiese lei.
"Si, vedo mio fratello davvero felice con te...tu sei la sua principessa!"
"Rebecca, per l'età che hai credo che corri troppo"
"Forse è vero, me lo dicono tutti. Ma non negare che non sia vero..."
Okay, una bambina di soli nove anni stava per tirare fuori dalla bocca di Wanda quello che nascondeva da un bel po' di tempo a questa parte, ovvero quello che James poteva essere davvero il principe azzurro.
Ma davvero il suo futuro principe azzurro, davvero uno come James avrebbe avuto tutta la forza di saper affrontare un male del genere, come lo aveva lei? Qui non si trattava più di streghe cattive o di draghi che sputano fuoco, ma della vita vera... E per quanto lei potesse negarlo, la piccola Rebecca aveva ragione. Non aveva intenzione di mentire dinanzi ad una creatura così pura come lei ma certamente non l'avrebbe neanche detto apertamente dinanzi a suo fratello, perché se l'avrebbe fatto sapeva che sarebbe andata a finire male. Fra loro due o solo a lei? Questo non l'avrebbe mai saputo se lei non si sarebbe mai dichiarata, giusto?
"Un po' lo è..."
"Visto? Vedi che avevo ragione?"
"Shh, abbassa la voce! Al piano di sotto tuo fratello e tua madre credono che tu stia dormendo o almeno che tu stia per farlo, quindi non urlare..."
"Va bene, non lo faccio più! Allora raccontami una storia...con un principe e una principessa"
Wanda si arrese e si fece convincere dalla dolcezza della piccola che le fece un gesto di venire da lei e stendersi sul letto di James, dove lei poté sentire molto chiaramente il suo profumo. Lei iniziò a raccontare una storia piena di fantasia ma che si rifaceva molto alla realtà e nel mentre che le sue narici si riempivano ancora una volta del suo profumo, Rebecca aveva già preso sonno e insieme a lei anche Wanda. Nel frattempo, al piano di sotto erano rimasti solamente madre e figlio. Ormai i poliziotti e i paramedici erano andati via e le sirene con le loro luci blu avevano finito di infestare la strada. Ma l'unica cosa infestata in quel momento, era la testa di James. Quelle bugie dei suoi genitori, che credeva avessero distrutto il loro matrimonio, erano solo per proteggere lui, sua sorella e persino sua madre. Ma proprio quest'ultima è stata ferita.
"Che intenzioni hai?"chiese lui dopo essersi passato le mani fra i capelli dalla frustrazione.
"Non lo so..."
"Non dirmi che vuoi fare finta che non sia successo nulla, sai che non funziona così..."
Vedendo che sua madre non gli rispondeva, sì alzò dal divano e andò verso di lei accovaciandosi sulle ginocchia. Restò fermo in quella posizione guardando con occhi supplicanti sua madre.
"Mamma, ti prego rispondimi..."
Alcune lacrime uscirono dalle sue pozze blu e con quelle supplicava sua madre di ragionare e di pensare per lui, per Rebecca ma soprattutto per se stessa.
"Chiederò il divorzio"disse lei spezzando il silenzio che si era creato fra di loro.
Ma che in fondo era presente già da tempo.
Lui alzò la testa appena sentì le parole di sua mamma, rimase scioccato e continuò a guardarla con ancora un po' di incertezza.
"Ne sei sicura?"chiese lui prendendole le mani fra le sue.
"Ho bisogno di liberarmi di lui e la soluzione del divorzio è quella giusta..."
"Per quanto possa esserlo, sai bene che non ci metterai così presto a mandarlo via? E poi ce la farai a mantenerci..."
"James...per ora sono sicura della mia scelta, del resto non mi importa"
"Io voglio solo aiutarti"
"Lo farai James, lo so che ci riuscirai..."
Restarono a guardarsi per alcuni minuti con un espressione dispiaciuta che avevano entrambi sul volto. Sua madre provava a rassicurarlo ma James non riusciva a smettere di far fuoriuscire le sue lacrime.
"Cercherò di essere il meglio solo per te..."
"Tranquillo, non esserlo per me"disse lei sorridendo di poco e quando lui stava per rispondere sua madre parlò una seconda volta.
"Fai in modo che tu sia il meglio per qualcun'altro...ti conviene andare di sopra"
Fece un respiro profondo e si alzò da terra, diede un bacio sulla guancia a sua madre e si allontanò da lei salendo le scale. Appena arrivò di fronte camera sua, aprì la porta e una volta che accese la luce si trovò dinanzi agli occhi la scena più tenera che aveva mai visto. Sua sorella era nel suo letto e avevo stretto fra le sue braccia il pupazzo, che era un unicorno o un koala non cambiava nulla. E dall'altro c'era Wanda, anche lei con già gli occhi chiusi.
Rimase fermo a guardare quella scena e in quel momento pensava a quanto sarebbe stato bello se l'avrebbe vista ogni giorno così. Prese Rebecca e la porto in camera sua, appena la mise sotto le coperte sua sorella si girò sentendo il calore di esse. Lui ritornò indietro in camera sua e stavolta Wanda era girata dal lato del muro, ancora con i suoi vestiti e le sue scarpe addosso. James non badava a quanto fosse scomodo per lei doversi addormentare così ma anche con qualsiasi cosa addosso lui avrebbe voluto che accadesse così ogni volta.
Si stese di fianco a lei dandole le spalle, ma solo dopo si rese conto che così, con lei di fianco, non avrebbe mai preso sonno come si aspettava. Si girò dall'altro lato e lei ancora non si era mossa, lui riusciva solo a vedere la massa di capelli ondulati che coprivano quasi tutto il suo cuscino. Si fece più vicino a lei e con cautela poggiò una mano sul suo fianco.
Lei aprì gli occhi di scatto, si non era vero che stava dormendo. O almeno, era tra veglia e sonno, ma quel minimo contatto la fece svegliare di scatto. La mano di James era ancora ferma lì, senza andare troppo a fondo come se volesse abbracciarla, ma bastò che lei facesse un solo piccolo movimento, ovvero avvicinarsi a lui e subito dopo James l'abbracciò completamente. Lei sapeva perfettamente che non doveva essere lì in quel momento, che sua madre avrebbe urlato fino a farsi sentire in Asia se non sarebbe tornata presto.  Ma d'ora in poi sapeva che avrebbe contato su di lui in tutti in sensi.
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ginnyoceane · 3 years
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          🧬🧬    —     New Role         Nevil & Ginny       13.05.2021 ; Studio fotografico —  #ravenfirerpg               « Ciao modella, ti lascio subito il set! »
Esclama Nevil recuperando la felpa da una delle sedie presenti nello studio, voltandosi verso Ginny che - appena arrivata - ha già catturato l’attenzione dei presenti. Grazie alle passioni comuni, i due, hanno stretto una forte e duratura amicizia che non è stata affatto minata dai repentini cambiamenti di umore del Dekker che fatica sempre di più nel reprime quel suo lato malvagio che, ogni giorno, diventa sempre più forte.
« Oggi sono molto pretenziosi e moooolto nervoso, ti consiglio di assecondare ogni loro richiesta oppure — beh, scappa finché sei in tempo! »
Esclama ridacchiando ma utilizzando un tono di voce abbastanza basso da non farsi sentire dai fotografi presenti in studio.
Ginny R. Océane Lagarce
Era dura tornare alla vita di tutti i giorni, soprattutto quando i ricordi erano ancora piuttosto confusi riguardo a quegli avvenimenti che l'avevano vista finire in ospedale ancora una volta. Non vi era stato nulla di rotto, almeno non questa volta, eppure era a livello psicologico che Ginny ne risentì maggiormente, soprattutto provando a riprendere la vita di tutti i giorni. Erano diversi incubi a tenerla sveglia la notte, ma occuparsi delle cose più semplici come trascorrere un po' di tempo allo studio fotografico aiutava a distrarsi. Ridacchiò la giovane mentre ascoltava le parole dell'amico che, ancora una volta, cercava di farle nascere un sorriso ovviamente con successo. « Credimi, potrei diventare io il loro incubo... Settimane che non ti vedo e sei sempre più in forma. Mi sono persa qualcosa? »
Nevil Axel Dekker
La borsa a tracolla con all’interno alcuni vestiti di cambio per le varie fotografie viene issata senza difficoltà sulla spalla destra di Nevil ed è pronto per lasciare il campo libero a Ginny, una modella senza dubbio meglio di lui. « Sai che ho una vita frenetica e mi piace tenermi in forma per poter sgarrare qualche volta e concedermi del poco sano ma gustosissimo “ cibo spazzatura. “ » Ridacchia e si accarezza la pancia con la mano destra, compiendo dei leggeri movimenti circolari. « Se stiamo parlando di una guerra all’ultimo sangue tra incubi è meglio che io mi nasconda per bene o… beh, meglio che io scappi a gambe levate. » Ridacchia e scuote il capo, sa che le ultime vicende sono state difficili per tutti e non è facile superare anche questa ennesima stranezza che ha colpito la città. « Tu come stai? »
Ginny R. Océane Lagarce
Ascoltò con attenzione la replica dell'amico che non vedeva da qualche tempo. Sapeva dei suoi mille impegni quadi come quelli della veggente che cerca di fare occupare quasi l'intera giornata, ma sapeva anche che entrambi apprezzavano quelle piccole gioie che dava loro fare cose semplici, come mangiare un hamburger. Si ritrovò così a sorridere la Lagarce, un qualcosa che non faceva da tempo, soprattutto dopo il terremoto che aveva scosso tutti in città. « Ecco perché siamo amici... Cavolo, non farmici pensare, non mangio patatine fritte da fin troppo tempo e il sol pensiero mi fa brontolare lo stomaco. Stiamo preparando un servizio importante e ultimamente se non sono qui, sono in redazione al giornale. » Commentò come se fosse del tutto naturale avere impegni su impegni, dividersi su fronti, e chi altro avrebbe potuto capirla meglio di Nevil? Era però quella domanda ad essere insidiosa, come si sentiva davvero? « Diciamo che ho avuto momenti migliori... Tu, invece? E dico sul serio, non rifilarmi la solita versione che rifili a tutti. »
Nevil Axel Dekker
« Siamo amici perché ti ho conquista la prima volta offrendoti una porzione doppia di patatine. » Ridacchia a quel ricordo, sembra ormai passata un’eternità ed è anche un po’ triste ripensare al passato, a quando tutto era normale e nessuno strano avvenimento aveva ancora scosso l’intera città. « Io tuo stomaco dovrà aspettare ancora un po’ però, se vuoi, ho una stecca di cioccolato nel borsone. Sai, per le emergenze. » Le fa un’occhiolino e con la mano destra indica la tasca contenente la Beretta appena nominata. « Anche io sto lavorando parecchio per il giornale, sono felice di poter affacciarmi su diversi argomenti in modo da poter avere un’ampia visuale e poter decidere cosa è più affine a me. » Buffo come due ragazzi vent’enni parlino di lavoro e di svariati impegni piuttosto che discorrere di serate, di sbronze e di conquiste di una notte. « La verità? Sono stanco. Tutti questi avvenimenti mi hanno davvero distrutto. » E quanta verità nascondono quelle poche parole? Più di quanta egli vorrebbe ammettere.
Ginny R. Océane Lagarce
Non era un caso che i due fossero amici, avevano più in comune di chiunque altro, ma la verità stava nel fatto che in qualche modo avevano sempre fatto un passo indietro. Non appena toccavano determinati argomenti, i due amici si sentivano in dovere di ritrovare il loro equilibrio. Ricordò quando si conobbero tanto tempo prima, molto prima di diventare colleghi allo studio fotografico e al giornale, eppure qualcosa nel ragazzo l'aveva sempre attirata a lui. « Oh lo ricordo bene, sai? Anzi, uno di questi giorni dovremmo replicare... E poi abbiamo ancora un sacco di cose in sospeso! » Ammiccò in modo divertito la veggente prima di scrollare distrattamente le spalle. Ripensò poi al suo blog a come lentamente stava diventando qualcosa di più serio, mentre quelle parole colpirono decisamente la Lagarce. « La stanchezza penso sia ormai all'ordine del giorno.... E non si tratta di stanchezza fisica, piuttosto di quella mentale che ha messo a dura prova tutti noi. Dio, nell'ultimo anno sono finita in ospedale più volte che in tutta la mia vita, e la cosa è estenuante... A volte vorrei solamente un po' più di spensieratezza. »
Nevil Axel Dekker
La loro amicizia è qualcosa di strano, si, ma di davvero unico. Tra loro c’è quel magnifico equilibrio che mai nessuno dei due ha minato, permettendo entrambi di poter coltivare quel legame nel tempo, facendolo diventare sempre più forte. Ed è per questo che Nevil, spesso, si sente in colpa nel non averle mai raccontato ciò che gli successo in quegli ultimi anni, di non averle mai detto la verità su ciò che è diventato e nel non averle mai confessato che, quella estenuante stanchezza, è dovuta sopratutto agli incubi che tutte le notti lo tengono sveglio per ore. « Quando vuoi Miss Lagarce, Nevil Dekker sempre pronto per sfamare le sue voglie di patatine fritte. » Ridacchia, scaccia via quei pensieri che gli occupano la mente e cerca di allontanare il più possibile i sensi di colpa che lo divorano. « Hai ragione, ci servirebbe davvero una bella vacanza. Lontani da tutti i nostri impegni e da questa città. »
Ginny R. Océane Lagarce
Un sorriso comparve sulle labbra della veggente che in quel momento ripensava alla loro amicizia come ad un qualcosa che mai si sarebbe potuto rompere. Fin da quando s'erano conosciuti avevano trovato il loro equilibrio, il loro confidarsi tutto li aveva portati a creare un legame di fiducia, eppure vi era un qualcosa che Ginny non aveva mai confessato all'amico, il suo essere una veggente. « Sai che potrei prenderti in parola? » Disse la Lagarce prima di rabbuiarsi per un momento. Aveva sempre pensato a Ravenfire come la sua casa, il suo punto di riferimento, e per quanto desiderasse visitare luoghi lontani, aveva sempre accettato la sua condizione di buon grado. « Mi limito alla mia piscina privata, anzi se vuoi venire a farmi compagnia sei sempre il benvenuto! »
Nevil Axel Dekker
« E quando mai non mi hai preso in parola, scusa? » Domanda con un tono di voce ironico ma divertito accompagnato da una fintissima espressione delusa. « …. E sopratutto quando mai non sono stato di parola? » Aggiunge subito dopo scuotendo il capo e fingendo ancora di essere molto offeso con l’amica. È divertente punzecchiarla e, per certi versi, è anche divertente allontanare le mille preoccupazioni e pensieri con giochini stupidi ed infantili come quelli. « Che ne dici se una sera ti porto una super pozione di patatine e ci godiamo la tua bella piscina privata? È tanto che non chiacchieriamo come si deve e questi sporadici minuti dove ci incrociamo per caso non valgono. »
Ginny R. Océane Lagarce
Lo scherzo che intercorreva tra il Dekker e la veggente metteva sempre di buon umore quest'ultima che ormai aveva ritrovato nel ragazzo un punto di riferimento. Si mostrò divertita a quel battibeccare mentre ripensava a come quel luogo che era la sua casa, non era solamente la sua dimora, ma anche il luogo in cui poteva essere se stessa. « Credo che avresti dovuto chiedermelo molto tempo fa. » Replicò con lo stesso tono canzonatorio che aveva Nevil. Gli strizzò così l'occhiolino, allontanando definitivamente quei pensieri che ormai angosciavano la Lagarce anche in piena veglia. « Abbiamo tante cose da raccontarci, e soprattutto credo che non tutti possano comprenderle. E ricordati che ogni promessa è debito! » Ammiccò tradendo quelle parole così veritiere con uno sguardo che cozzava ma che era certa che Nevil comprendesse. Inspirando sonoramente, Ginny si accinse poi a salutare l'amico lasciandolo così allo studio fotografico.
❪ 𝑭𝒊𝒏𝒆 𝑹𝒐𝒍𝒆. ❫
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