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PRIMA PAGINA Avvenire di Oggi mercoledì, 22 gennaio 2025
#PrimaPagina#avvenire quotidiano#giornale#primepagine#frontpage#nazionali#internazionali#news#inedicola#oggi porta#casa#editoriale#ispirazione#oriente#terzo#giorno#gaza#lanciato#parole#trump#buon#prima#tutto#come#secondo#paese#allargare#proprio#territorio#tassando
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STORIA LUNGA E TRISTE
Un po' di tempo fa mi telefona un signore del mio paese che faceva il fabbro, mi dice che gli affari gli sono andati male per svariati motivi e che sia l'oliveto di sua proprietà che il capannone andranno presto all'asta, mi dice "ho pensato che magari ti poteva interessare visto che ci confini" e così io li per li spiazzato e lusingato per aver pensato a me gli dico SI! di getto, senza pensarci troppo. L'accordo consisteva in questo: visto che avevamo pochi soldi entrambi e che a lui interessava riprendersi il capannone e a me l'oliveto (che lui aveva già abbandonato da tempo) mettevamo un po' di soldi per uno e così non lasciavamo che gli sciacalli si aggiudicassero l'asta. Bene, inizia una trafila burocratica abbastanza lunga che non sto a raccontarvi dove come al solito metto tutto me stesso, arriviamo quindi a una ventina di giorni dall'asta, è tutto pronto ma il signore inizia a gohstarmi, non mi risponde al telefono, fa finta di non vedermi quando passo in mezzo al paese, si nega al citofono; non riesco proprio a comprendere questo comportamento e intanto passano i giorni, quando a 3 giorni dall' asta mi telefona e mi dice che non se ne fa più niente, che vuole riprendere tutto la moglie (da cui è separato) che è la prima creditrice e così è tutto più semplice. Mi assicura che però il nostro accordo non si cambia, appena acquisito tutto poi per la stessa cifra mi venderà l'oliveto senza nemmeno pagare le spese notarili. La cosa mi puzza ma lascio perdere, avete presente quando proprio non avete energie per lottare? E poi lottare per cosa? Per un oliveto abbandonato? Bene, passano i mesi e il silenzio è tombale, do quest'affare per perso ormai fino a che oggi, porto l'olio a un mio nuovo cliente, iniziamo a chiacchierare e mi racconta che nella zona dove opero voleva prendere un oliveto molto bello, me lo descrive e somiglia proprio tanto a quello del fabbro, mi racconta che il proprietario se lo voleva riprendere insieme a un ragazzo agricoltore ma alla fine la moglie si è fatta prestare i soldi da due tizi e si è presa tutto lei e adesso ha messo in vendita il tutto per il quadruplo del prezzo.
Chi sono i due tizi? I miei zii.
#tutto questo per non farmi allargare troppo#io veramente boh#lo schifo#sopportatemi#scrivere mi aiuta a sfogarmi#ve vojo bene
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Ho mangiato la mia ragazza by La Sintesi is an Armandaniel song.
#armandaniel#devil's minion#I know it's an italian song but it fits so well#especially for the past dm#it's still one of my favorite songs but I never found a suitable ship and then boom#when it says ho chiuso tutte le porte con il mondo ho dormito abbracciato ai suoi vestiti#and#ho mangiato la mia ragazza per allargare la mia cultura inglobando la sua#which means I closed all doors with the world#slept hugging her clothes and I ate my girlfriend to improve my culture by incorporating hers it's them#ok bye
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Comunque le felpe di Mimmo le hanno rubate dal set di MareFuori palesemente
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Land… Land is a ship too big for me. It's a woman too beautiful. It's a voyage too long. Perfume too strong. It's music I don't know how to make
The Legend Of 900 (La Leggenda Del Pianista Sull'Oceano) by Alessandro Baricco, adapted by Giuseppe Tornatore
#la leggenda del pianista sull'oceano#the legend of 900#giuseppe tornatore#quotes#alessandro baricco#in italiano c'è ovunque dai bisogna allargare gli orizzonti#remember
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Definisci l'amore
Mi hai chiesto di dirti che cos'è l'amore per me. Ti ho risposto che è un po' come sentirsi lontani dal proprio quartiere, stando seduta a sera su una panchina di legno in un sobborgo anonimo di un'altra città. In un'altra nazione. Vedi gli altri che procedono tranquilli, camminando per i fatti loro: chi mano nella mano, chi chiacchierando animatamente e ridendo a tratti. Altri guardandosi in silenzio negli occhi, mentre sgranocchiano patatine.
E tu ti senti stringere il cuore: sola, lontana dai tuoi cari e dalle mani che t’accarezzavano da bambina. Poi t'alzi e t'incammini. Svolti l'angolo e... vedi casa tua! Non te lo saresti mai immaginato. Assurdo ma vero! Casa tua... in un’altra nazione. Ecco: l'amore è una gioia improvvisa, impossibile da prevedere e da realizzare, se solo provi a costruirlo con razionalità. Un tuffo al cuore in un mare di estrema malinconia. Un vero e proprio, improbabile ufo nella tua vita.
E come hai fatto tu a portare casa mia dentro il mio corpo, inaspettatamente, senza nessuna logica o razionalità, solo Dio lo sa. Ho partorito il primo figlio da neppure un mese. Ho un marito che mi adora, non vediamo l'ora di veder crescere il nostro bambino e invece tu mi sei entrato in testa, nel cuore e da stasera direttamente anche nel culo: l’hai voluto fortemente come prima cosa. Non ho saputo dirti di no. Tutto dopo una corte brevissima ma irresistibile. E mi piaci da morire. Mi sento molto in colpa.
Ma paradossalmente, soprattutto perché a mio marito, mio fidanzato da quando avevamo quindici anni, il culo non l'ho mai dato e a te invece... E quindi adesso eccomi qua: immobilizzata sotto il tuo corpo possente, in questo ritaglio di tempo rubato alla mia famiglia esemplare e perfetta. Da me già tradita dopo neppure un anno di matrimonio. A cercare di allargare le natiche un po' di più, per farti entrare meglio e darti più piacere nell’incularmi.
La mia prima volta nel culo... con un perfetto estraneo! Non ci posso credere! Ma godo, godo, godo. Come una troia che risponda solo ai suoi istinti. Senza alcuna morale o principio. Respiro l’odore forte e prepotente del tuo sudore e mi piace che entri nei miei polmoni: lo aspiro fortissimo, come se fossi in un parco d’autunno dopo la pioggia. Mi pervadi, mi possiedi. Sono la sposa di un altro. Penso al mio povero marito ignaro, che mi ama da impazzire e bacia la terra su cui cammino. Per me lui fa veramente tutto. Mi vizia. Mi riempie di cure e doni.
Ha ogni giorno un nuovo pensiero per me. Senza sapere che sto iniziando da oggi a dare tutto il mio corpo anche a un altro uomo, conosciuto da meno di una settimana! Godo come una puttana. Perché forse in fondo in me già c'era, senza saperlo: tu hai solo saputo farla arrivare in superficie. Ma ora non far caso ai mei scrupoli. Perché più mi sento in colpa, più godo nel mettergli le corna. Baciami il collo e la schiena. E poi spingi di più. Con una mano stritolami un capezzolo, strapazzami un seno e usa l’altra per torturarmi la fregna. Sgrillettamela, allargamela. Fammi male, fammi espiare. E poi sborra pure dentro di me quanto vuoi, liberamente. Fammi sentire la puttana che oggettivamente sono.
RDA
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(Foto: tattooedaime)
Cielo, se sei una meraviglia! Appena uscita dalla doccia. Profumi di sesso. Vieni subito qui: fatti mettere il collare. Voglio portarti a spasso per casa. D'un tratto ti ordinerò di camminare carponi, quindi di fermarti e allargare le gambe e le natiche. Vorrò vedere il tuo ano contrarsi e rilassarsi. Mi piace da morire.
(Foto: nocrysofine)
Te lo devo leccare a lungo. Voglio sentirti guaire e godere sotto i miei colpi di lingua. Stasera sarai la mia cagna. Ti infilerò mentre sei ancora a quattro zampe. Devo essere certo che mi vuoi. Lo capirò, stanne certa. Solo allora ti porterò a letto. Per passare un'intera notte di passione. Con te. La donna più bella e attraente del pianeta.
Aliantis
(Foto: eroticasensualis)
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Programmi.
Allora siamo d’accordo, sì, ci vedremo solo per scopare. Come se non ci conoscessimo, come se non ci interessasse niente l’uno dell’altra. Ci incontreremo, ci saluteremo, senza perdere troppo tempo in convenevoli. Come stai, come è andato il viaggio, ti trovo bellissima. Faremo il tragitto fino a dove ci potremo prendere senza pudore e senza rimpianti. Né rimorsi. Dove i nostri pensieri diventeranno realtà. Ti farò entrare, chiuderò la porta. Ti prenderò per un braccio per girarti e metterti di fronte a me, con i tuoi occhi nei miei. Leccherò le tue labbra prima di baciarti. Toccherò il tuo seno prima di spogliarti. Sfiorerò il tuo culo prima di stringerlo.
Poi ti farò girare.
E solo allora comincerò a parlare. Solo quando potrò avvicinare la mia bocca al tuo collo, solo in quel momento ti dirò della voglia che ho di te. Di quanto riesci ad eccitarmi, della passione che mi trasmetti, delle idee che mi fai venire. Di quello che succede al mio cazzo ogni volta che ti penso. Lo sai. Ti infilerò nei condotti uditivi le mie porche parole, sussurrate e dirette. Mi appoggerò alla tua schiena, al tuo culo. Per farti capire di cosa sto parlando. Sentirò la tua voce che mi chiede di continuare a parlare, mentre con le mani aprirò lento i tuoi pantaloni. Li abbasserò tenendoti sempre con la schiena rivolta a me. Alzerò la tua maglia, infilerò le mani sotto e slaccerò il reggiseno. Per toccarti i capezzoli, per stringerli tra le dita. Per sentirli cambiare. Per sentirli godere.
Ti farò cadere i pantaloni alle caviglie e ti abbasserò le mutandine. Le tue mutandine. Lo sai. Sarai con il culo nudo davanti a me. E allora sì, lo guarderò, lo desidererò, te ne parlerò e te lo dirò ancora; ti dirò che voglio metterci le mani.
Così, proprio come lo stai sentendo adesso che te lo scrivo.
E le mani saranno lì.
Sentirò quanto sei bagnata; come dal primo momento e avrai addosso tutta la voglia cresciuta nel viaggio per venire a scoparmi. Ad essere scopata da me, senza perdite di tempo. Diretti, espliciti, veri. Noi.
Ti farò piegare, ti farò sfilare i pantaloni solo da una caviglia, per poterti allargare un po’ le gambe. Per poterci mettere la mano in mezzo. Per passarci la lingua e le labbra. Per poterci mettere dentro il cazzo. Spingerò, tenendoti le mani sulla schiena per poi spostarle sui capezzoli, poi sui fianchi, te le farò sentire forti, sul culo. Ti farò appoggiare sulla scrivania e sulla finestra, mentre ti scoperò da dietro. Mi guarderai, voltando la testa verso di me. Mi incrocerai con gli occhi. Sentirai quello che voglio farti, la forza della mia voglia.
Continuerò, forte, fino a che non ti sentirò tutta con la testa e il corpo presa dal piacere, sfiancata dall’orgasmo, senza fiato, senza forze.
Allora ti farò girare, ti farò sedere, quasi delicatamente. Quasi delicatamente ti dirò di prenderlo nella tua bocca, con il tuo sapore sul mio cazzo, per te. Ti dirò quanto sei brava.
Quanto mi fai godere.
Lo sentirai.
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PRIMA PAGINA Il T di Oggi domenica, 12 gennaio 2025
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Fiabe classiche
Il soldatino di stagno
C'erano una volta 25 soldatini chiusi in una scatola tutti perfettamente uguali poiché erano nati dallo stesso cucchiaio di stagno.
La prima cosa che sentirono quando si aprì il coperchio della scatola fu"evviva i soldatini di stagno"era il bambino che li aveva ricevuti per regalo di compleanno .
Al bambino piacquero molto ma quello che lo colpì più di tutti fu l'ultimo soldatino perché aveva una sola gamba(purtroppo lo stagno per terminarlo era finito)ma se ne stava in piedi perfettamente nella sua divisa rossa e blu fiero con il fucile in spalla.
Sul tavolo dove erano stati appoggiati vi erano molti giocattoli ma quello che attirò più di tutti l'attenzione del soldatino di stagno fu un castello di carta, davanti al castello c'erano degli alberelli e vicino alla porta una ballerina anche lei fatta di carta ,ma con la gonna di chiffon ed un nastrino azzurro dietro la schiena
La fanciulla aveva le braccia allargare e teneva una gamba talmente in alto che il soldatino pensò che anche lei fosse senza .
"Oh com'è bella sarebbe la sposa per me!,ma lei vive un un castello e io in una scatola,non e 'certo posto per lei,ma devo tentare lo stesso di conoscerla!"
Cosi quando venne la sera e i soldatini furono rimessi nella scatola,lui però si nascose dietro ad una scatola da dove poteva vedere meglio la sua ballerina .
Durante la notte i giochi presero vita,lo schiaccianoci faceva le capriole,i soldati giocavano alla guerra e il gesso scrivevs sulla lavagna,solo il soldatino e la ballerina non si mossero,impegnati a guardarsi per tutta la notte
Suonata la mezzanotte ad un tratto dalla scatola uscì un diavoletto(o troll,) che disse "ehi soldato smettila di guardare là e prestami attenzione"!
Ma il soldatino non si curava di lui "bene disse il diavoletto,domani vedrai cosa ti succederà "!
La mattina dopo il soldatino fu messo sul davanzale della finestra aperta,non so se fu il diavoletto o una folata di vento,ma il soldatino cadde di sotto.
Il bambino andò a cercarlo ma d'improvviso arrivò un acquazzone e il ragazzino fu costretto a tornare in casa,così il soldatino rimase sotto la pioggia battente .
Appena cessata la pioggia due monelli che passavano di lì videro il soldatino ,lo presero e lo misero su di una barchetta di carta e lo fecero scorrere su di un rigagnolo.
La corrente era talmente forte che finì dentro una fogna,lì c'era un odore terribile e un buio pesto,avrebbe pianto dalla disperazione ma non lo fece perché lui era un soldato .
La corrente venne sempre più forte e la barchetta si ruppe e il soldatino fini in un canale di scolo,poi in un fiume .
"Oh povero me chissà che fine farò,non rivedrò più nemmeno la mia amata ballerina "e mentre pensava questo fu ingoiato da un pesce.
Il giorno dopo il pesce fu pescato e venduto al mercato e finì in una cucina dove una cuoca lo tagliò.
Dallo stomaco del pesce uscì il soldatino ,la cuoca lo prese e lo portò in salotto dove tutti volevano vedere l'uomo che aveva viaggiato nella pancia di un pesce,ma lui non si insuperbi ".
Ma come era possibile era finito nella stessa casa dove era prima,c'era lo stesso bambino ,gli stessi giocattoli e c'era anche lei si era ancora lì dentro il suo castello con la sua gamba alzata, il suo fiocco azzurro ,la sua gonna di chiffon che lo guardava compiaciuta .
Il soldatino voleva piangere lacrime di stagno tanto era felice ma non gli si addiceva,solo il diavoletto era arrabbiato per il suo ritorno .
Ad un tratto il bambino prese il soldatino e lo gettò nella stufa,senza alcun motivo,,forse istigato dal diavoletto.
Il soldatino vide una gran luce,poi senti un gran calore, ma lui non sapeva se era il fuoco o la fiamma dell'amore e mentre pensava questo guardava la sua ballerina e lei guardava lui,poi si sentì sciogliere.
Ad un tratto si spalancò una porta e una folata di vento spinse la ballerina che come una silfide volò proprio accanto al suo soldatino poi sparì con una fiammata
Il giorno dopo la domestica andò a pulire la stufa ,trovò un piccolo cuore di stagno con con intorno un fiocco azzurro.
Hans Christian Andersen
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Bisogna avere il coraggio di essere fragili,
e non fa niente se diamo a tanti l'illusione del bersaglio facile,
se mostriamo la crepa
che gli altri possono allargare.
Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare
sempre un po' in affanno, in disordine, in fuorigioco, lontani dalla vita,
in debito di ossigeno, di amicizie, lontani da ogni porto sicuro,
sperduti anche a noi stessi.
Franco Arminio
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Buoni Propositi
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Perché no, facciamo la lista dei buoni propositi per questo 2025. Quello che vorrei fare e non, quello che vorrei essere e non.
In questo anno vorrei restare un sognatore, ma anche un uomo concreto. In pratica uno che sa prendere per le orecchie i propri sogni e farli diventare realtà. E se i sogni esagerano due sberle, come ai vecchi tempi, e li rimetto a posto.
Vorrei essere un uomo che supera il livello "dai è simpatico", perché la simpatia non batte chiodo. Vero è che non ho bellezza, ma esiste anche quella interiore. Che nel mio caso combatte contro la fame.
Mangiare meno, mangiare giusto, mangiare sano. Questo dovrà essere un buon proposito su cui lavorare tantissimo. Lo sto scrivendo mentre sto inzuppando una fetta di pandoro nel latte e cioccolato. Qui più che buon proposito dovrà essere una missione di quelle impossibili. Prenderò esempio da Tom Cruise.
Mantenere le distanze, da chi le ho già prese senza farmi impietosire. Che certi ritorni sono come l'influenza: la ricaduta è peggiore della prima volta.
Non cambiare mai il mio lessico, mantenere un livello accettabile. Quindi niente "ciaone", "apericena", "fondamentalmente" usato come un intercalare e infine "frate'"; ogni volta che si pronuncia una di queste parole una sinapsi si secca.
Vorrei essere affascinante, non come fino a oggi dove ho attratto stuole di psicologhe, e psichiatre, affascinate del mio essere un caso umano. Da valutare per farsi nuove competenze lavorative.
Fare più movimento e meno "mo' vi mento", camminare e non mentire. Portare avanti questi due buoni propositi di pari passo. Veloce se possibile. Credo che mi aiuteranno ad alleggerirmi nel corpo e nell'anima.
Relazionarmi con persone che sappiano dare attenzioni, rispetto e siano sincere, in maniera da contraccambiare tali doni. Farsi amici, insomma, di quelli veri. Sarà una sfida, più che un buon proposito. per chi è neurodivergente come me. Mica sono semplice da interpretare. Ma a chi ci riuscirà avrà dieci punti in più sulla patente spirituale della vita.
Fare sesso. No scusate, questo è un refuso della lista dei buoni propositi del 1996. Errata corrige: trovare la pace dei sensi.
Guardare più film, quelli con il lito fine che ne ho estremo bisogno. Leggere più libri, quelli che mi coinvolgono dalla prima all'ultima pagina, senza dovermi sforzare di finirlo a tutti i costi. Ascoltare sempre più musica sconosciuta, per allargare gli orizzonti musicali e restare al passo con le nuove produzioni. No, la mia risposta è "n0" se state pensando a quel genere musicale: il trap manco morto, al massimo levo la "t" e ascolto quello che resta: rap. Ma quello di qualità, niente auto-tune.
Concludendo questa breve sintesi, vorrei essere migliore di quello che sono oggi. Un filosofo, ovvero un po' filo e cucito e un po' sofà, giovane ma anziano, immaturo ma con esperienza. Un buon padre per i miei figli, ma anche un buon figlio. Saggio ma stimolante, dentro e fuori e poi ancora dentro e poi di nuovo fuori. Oh si!
Essere più attraente e meno attrattivo, attrarre più gnagna e meno cazzi amari della vita.
Buoni propositi per un nuovo anno. È bello cominciare un anno nuovo belli carichi, pieni di energia, con buoni propositi e pronti ad affrontare l'anno nuovo.
L'ho letto su di un libro di favole.
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Per i giovani italiani il ministro Lollobrigida ha una sola proposta: raccogliere pomodori nei campi per 507 euro al mese.
Lo chiama servizio civile, ma sarebbe più esatto caporalato di Stato, volontario al momento e domani chissà.
E poi perché non allargare a operai, facchini, camerieri?
Prossima fermata la servitù della gleba.
Giovanni Paglia
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Fisso il foglio bianco, pallido, fragile
ti somiglia tanto da tradire la tua vera natura:
lo guardo assorbire l'inchiostro nelle sue trame
come le fibre dei tuoi capelli coi ricordi più neri.
Evanescente creatura quale tu sei,
mi riscopro incapace di descriverti,
non so darti una forma o tracciare il tuo contorno:
accozzaglia di vuoto e parole, dietro il muro.
Sei mare profondo, torbido, impetuoso, agitato
le crepe, tra i mattoni, lasciano scendere le gocce:
le mie dita ne ripercorrevano costantemente il solco
grattando via macerie aguzze per allargare lo squarcio.
Non esiste che il buio e il fascino che vi si cela dentro
per occhi che come i nostri hanno fame di cose vere
'ché buio non è solo dolore, sventura o disprezzo
ma ogni cosa sopita, taciuta, stagnante in noi.
Il privilegio di rimestare dentro di te con le mie mani,
di accartocciarle nelle pieghe delle tue carni
di ferirle agli spigoli delle tue ossa sporgenti
di passarle nel crespo dei tuoi capelli
di intrecciarle tra le tue dita rovinate dal gelo
di passarle sulle tue guance scavate
di stringerle attorno alle tue braccia gracili
di gettarmi nell'abisso del tuo rimuginare:
il più dannato dei piaceri, che mi manca.
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Bisogna avere il coraggio di essere fragili, e non fa niente se diamo a tanti l’illusione del bersaglio facile, se mostriamo la crepa che gli altri possono allargare. Dobbiamo avere il coraggio di farci trovare sempre un po’ in affanno, in disordine, in fuorigioco, lontani dalla vita, in debito di ossigeno, di amicizie, lontani da ogni porto sicuro, sperduti anche a noi stessi.
-Franco Arminio-
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La passione della vedova
Ha perso il marito da un anno: per uno stupidissimo incidente stradale. La rispettano tutti e tutti l'hanno aiutata a rimettersi in carreggiata. Le hanno trovato un bel lavoro nell'azienda di famiglia e s’è rimessa in discussione. Professionalmente non ha voluto sconti e quindi con le unghie e con i denti s’è ritagliata un suo spazio di utile contributo. Oggettivamente è molto brava; nei reparti la sentono, la coinvolgono. Però tutti la trattano sempre come una preziosa e fragile porcellana; cioè con delicatezza e rispetto. In azienda amavano quell’uomo. I beni di famiglia poi hanno aiutato. Tutti si sono prodigati; i suoceri non mancano di prendersi cura dei suoi figli e lei per questo li ama e li ringrazia.
Un quadretto familiare e privato tutto sommato sereno. Ma le manca il meglio: le urge. Sta impazzendo dentro perché è preda di una follia tutto sommato innocente, ma esternamente ben dissimulata: vuole assolutamente un uomo dentro di lei. Basta delicatezze e guanti bianchi. Vuole carne e sangue, sudore e odore d’amore in un letto. Lenzuola sdrucite e impregnate dei prodotti dell'amore, sporche dei desideri osceni di due amanti sfiniti ma finalmente soddisfatti. Trucco sfatto, che le cola dagli occhi. Animo e sensi felici e appagati. La sua fica desidera essere leccata e mangiata. A lungo: in breve, lei vuole soffocare un uomo d'amore. Anela ad avere nel letto qualcuno che la scaldi, che se la coccoli e che se gli gira la prenda in modo un po’ spartano; come faceva lui.
O magari anche peggio: è pronta, lo desidera da tanto, da troppo. Con suo marito si sentiva al tempo coccolata ma protetta e poi improvvisamente usata, posseduta. Perché lei era una cosa sua, che egli violava e adoperava quando gli pareva e piaceva, questo era ben chiaro, tra loro. E questa oggettiva condizione di sottomessa, ma comunque adorata e viziata, le piaceva. Moltissimo. Si sentiva desiderata: sia come leale compagna che sessualmente. E lei allora non mancava di provocarlo, per farsi saltare addosso. Lui la divorava letteralmente. Preda appetibile. Si: questo lei si sentiva. Stasera c'è una cena tra amici, a bordo piscina; vestiti pochi e assoluta informalità.
Si parlerà di libri, di sport e vacanze: problemi seri e lavoro possibilmente fuori dalla porta, per favore. Le amiche le hanno anticipato che tra gli invitati ci saranno tre o quattro bocconcini succulenti; tutti ottimi candidati alla carica di stallone, anche per una notte sola. Si, è proprio ora per lei di rispolverare i basics. Perché proprio non ne può più. Basta romanticherie. Vuole solo scendergli l’intimo a sorpresa, prendere in bocca un bell'uccello lungo e duro, lavorarselo di labbra e di gola, inghiottire il suo seme e poi farsi inculare, scopare e gridare. Le manca proprio gridare liberamente per l'orgasmo raggiunto. Ma finalmente stasera forse c'è una possibilità.
Anela già sentirlo pompare dentro di sé, con l'urgenza di svuotarsi, troppo la vuole sua. Desidera queste cose con tutta l’anima. Vuole solo fare l’amore: quello che fa male al culo e alla fica. E’ forse peccato mortale, per una donna sana? E dopo due chiacchiere e quattro risate di pausa dopo il primo riuscito amplesso - fantastica nuovamente - vuole mettersi di pancia, allargare le natiche davanti a lui e fargli capire chiaramente che brama prenderlo nuovamente ma stavolta nel culo: vuole letteralmente spompare un uomo e stordirlo, affascinarlo almeno per una notte intera, che poi si vedrà se la cosa proseguirà. Saprà drogarlo di sé. Lo sente.
E il giorno dopo al lavoro, occhiaie ma soddisfatta, vuole sedersi col culo che le faccia ancora male e brama ricevere il suo messaggio: “quando ci vediamo?" Si, si… non ne può più del rispetto e delle maniere gentili di tutti: vuole un uomo. Uno tosto, uno che la maltratti, che la faccia sentire nuovamente una cosa sua, da usare e che la faccia godere, godere, godere. Gli farà tutto ciò che lui vorrà. Stasera succederà, lo sente: è troppo tempo che non scopa e vuole qualcuno che le faccia dimenticare il passato, l'acqua che ormai non macina più. Lei è qui: viva, bellissima, affascinante e con una passera stupenda, calda, profumata, accogliente, ben rasata e… completamente inutilizzata. Ora è entrata in sala; ha visto le possibili prede ma immediatamente ha spostato lo sguardo verso il bordo piscina e ha deciso:
Ladies and Gentlemen, the winner is…
RDA
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