#alienata
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Girare per Lucca cercando spille di Evangelion e delle CLAMP mi ha fatto sentire: vecchia.
#ita#personal#no non ho visto demon slayer. no non ho visto jujutsu kaisen. so a malapena di che cosa parla boku no hero academia#grazie genshin per non farmi sentire completamente alienata dalle hot new things degli adolescenti#certo che dire questa cosa a venti[redacted] anni è grave
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Chi è figlio della solitudine conosce il silenzio e la quiete del singolo nei lunghi campi delle ore, in quelle distese di tempo che la pianura del reale apre all'occhio nell'alternarsi delle luci.
C'è qualcosa nel principio che porta all'isolamento (senza alienata esasperazione, senza condizione di malattia) di sano e riflessivo, una forza naturale dell'uomo che se gestita senza timore, frutta un elevata conoscenza delle cose. Sviluppa una profonda attenzione alle dinamiche delle situazioni di vita e distacca dalle superficialità di quest'ultima; un aspetto che comprova la capacità dell'individuo dell'essere al di sorpa di ciò che lo circonda.
In molti hanno il terrore della solitudine, pur essendo talvolta momentanea, e ricercano distrazioni per non sopperire a quel sentimento di abbandono, ma quella solitudine, quel momento distante da ogni percezione condivisa può creare una rivoluzione nell'individuo.
A quel punto si è soli senza mai percepire l'isolamento, si è coscienti senza mai sovrastare gli altri.
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“Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi eccetera, tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro che né i tarli né la polvere possono consumare, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato. Tutto ciò che l’economia ti porta via di vita e di umanità, te lo restituisce in denaro e ricchezza.
Quando il denaro diventa il fine ultimo, tutti i beni che non sono di natura economica come l’intelligenza, la cultura, l’arte, la forza, la bellezza, l’amore, per l’avaro cessano di essere valori in sé, perché lo diventano limitatamente alla loro convertibilità in denaro, che, a questo punto si presenta agli occhi dell’avaro come la forma astratta di tutti i piaceri che tuttavia non vengono goduti.”
Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici, 1844
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Sono così alienata da tutti e non conosco un altro modo di essere e mi fa paura
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#liberopensiero #laduraverità
Immagino lo sfacelo totale dell' Italia in caso di guerra. Una Nazione senza più identità, alienata dalla ricerca ossessivo compulsiva di un "identità sociale dettata da social rossobruni". Alla ricerca perenne di denaro che non trova, lavori abbandonati e clientelismo, politica e compravendita, sesso e identità, sondaggi e illusioni, pornografia delle emozioni e consumo di massa. E ancora: culto del fluido, famiglie castrate, patrie svendute e censure arbitrarie, restrizioni crescenti e statue abbattute, tirannia dei “diritti per tutti”, lotte per pronomi di genere e liberalizzazione delle droghe: insomma un inutile armata Brancaleone. Un paese naufragato nello schifo per l ingerenza della politica magnereccia in ogni campo. E i loro figli? I figli e famigli del cerchio politico ma anche i più in lay fino all ultimo assessore sconosciuto imboscati da qualche parte, mica sono politici Israeliani che vanno in prima linea i nostri!
Nel tempo del delirio politicamente corretto, dove le opinioni autoritarie e gridate della follia woke soppiantano le idee autorevoli, l' uomo occidentale ha già perso. Sempre più assente e sradicato si è trasformato in un perfetto ingranaggio del conformismo, astratto e ripetibile, senza Dio, senza confini, perennemente migrante e precario, spogliato di ogni profondità e di ogni connessione con lo spirito e il suo passato. È questo la verità. Siamo passati dalla morale del Bene alla moralizzazione della società e alla colpa di essere europei.
La soluzione? Forse sarebbe proprio una guerra. La rinascita di una nuova integrità che sviluppi anticorpi necessari a sanare le follie di questo tempo liquido, la putrefazione degli individui e lo scenario infernale dell’ "uomo folla". Ciò che serve, in questo contesto liquido, globale e virtuale è la volontà di edificare un uomo sovrano di se stesso che non si accordi all' imposizione e combatta l’auto annichilimento in atto.
#robertonicolettiballatibonaffini
#europe #ww3
#italia2024 #geopolitica
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"Tra il 2007 e il 2008 Facebook fa il boom, milioni di iscritti in tutto il mondo lo rendono una realtà, anzi LA realtà. (...) Dov’è il network se ognuno di noi si rifugia in comunità scollegate le une dalle altre? Il Social Network riesce a imporsi come rete principale di socialità virtuale attraverso un paradosso: non fornisce un’arena ma crea un individuo. Il profilo è il colpo di genio dei Social Network che Zuckerberg si ritrova per le mani “naturalmente”, ispirandosi all’album di foto del suo college. (...) Qui entra in gioco l’ultimo fattore della rivoluzione operata da Facebook, quello decisivo: l’Identità. Il nuovo assoluto che Facebook introduce nella cultura internet della metà degli anni zero è la richiesta – più o meno mandatoria – di registrarsi con la propria identità reale: il tuo nome, il tuo cognome, la tua faccia. (...) Rete, profilo e identità, dicevamo. Dall’interazione di questi tre elementi emerge il paradigma del Social Network moderno e la conseguente mutazione antropologica che ha prodotto nelle nostre vite. In cosa consiste questa mutazione? Dovessi dirlo con una sola, lapidaria affermazione: siamo diventati tutti famosi. (...) Nell’architettura del Social Network interagiamo come un uno che si rivolge a molti, a un numero imprecisato di ascoltatori, diversi dei quali neppure conosciamo. È la struttura del palcoscenico. Pensateci, quante volte fuori dai social network vi siete trovati a vivere un’interazione simile dalla parte del palcoscenico? Per la stragrande maggioranza dei viventi, dall’età della pietra al 2004, era una situazione che poteva non verificarsi mai oppure solo occasionalmente: la recita scolastica, la presentazione ai colleghi d’ufficio, la poesia di Natale. Oggi ci troviamo a vivere questa interazione ogni giorno, più volte al giorno, ogni volta che “postiamo qualcosa”. Solo una ristrettissima cerchia di individui viveva con costanza questo tipo di interazione alienata e alienante, le chiamavamo figure pubbliche o V.I.P. (...) Il rapporto è verticale, da qualunque punto lo si guardi."
Alessandro Lolli
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È ancora troppo freddo...
Esco poco. Arrivo fino al "nostro" cafè.
Non mi piace stare solo,ma non sopporto la gente. Le conversazioni senza profondità, questa generazione alienata che non stacca gli occhi dallo schermo, neppure per ordinare un tè.
Tra poco tornerai a trovare questo vecchio amico...ed io trascino i giorni per sentirmi ancora vivo.
#inverno
#paris
#ritornapresto
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Mi hai spenta, mi hai completamente alienata.
Sono una persona completamente diversa rispetto a come ero prima e solo per colpa tua che con la tua negatività non hai fatto altro che invadere la mia quotidianità fino a farmi diventare più grigia di te.
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Si fa presto a dire "amore".
Ma quel che c'è sotto a questa parola lo conosce solo il diavolo.
Per questo diciamo che amore non è una cosa tranquilla, non è delicatezza, confidenza, conforto. Amore non è comprensione, condivisione, gentilezza, rispetto, passione che tocca l’anima o che contamina i corpi. Amore non è silenzio, domanda, risposta, suggello di fede eterna, lacerazione di intenzioni un tempo congiunte, tradimento di promesse mancate, naufragio di sogni svegliati. Amore è violazione dell’integrità degli individui, è toccare con mano i limiti dell’uomo.
Come controaltare della realtà sociale, dove a nessuno è concesso di essere se stesso perché ciascuno deve essere come l’apparato lo vuole, l’amore diventa l’unico ricettacolo di senso rispetto a una vita considerata alienata, il luogo dell’individuazione, lo spazio per l’esercizio della propria libertà fino ai limiti dell’anarchia, perché là dove il diritto del sentimento è considerato assoluto e divinizzato come unica e autentica via per la realizzazione di sé, che cosa ci difende dalla natura del sentimento che ha come sue caratteristiche l’instabilità e la mutevolezza? Nulla. E perciò in amore costruzione e distruzione avvengono insieme, esaltazione e desolazione camminano affiancate, realizzazione di sé e perdita di sé hanno intimi confini.
Che cos'è la vita a due?
Una combinazione di forze per sopperire alla propria debolezza, un'opportunità per possedere una casa propria, una modalità socialmente accettata per allontanarsi dai propri genitori, una fuga dalla solitudine, un sacrificio dettato dalla compassione, un effetto indotto dalla fascinazione o dall'ammirazione, un aiuto reciproco fondato sul denaro, un'ascesa sociale garantita dal prestigio di un nome, un estremo rimedio contro l'insonnia o contro la dispepsia, un'autorizzazione a procreare, un sedativo contro l'eccesso passionale, una via d'accesso all'adulterio, un'anticamera alla separazione, un patto di cameratismo, un espediente per sentirsi normali, un modo per non destare sospetti e curiosità, una casa di riposo per la vecchiaia, una casa di piacere, una camera di tortura?
Umberto Galimberti, da Le cose dell'amore
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L'ho soffocato troppo. Non me lo perdonerà, io credo. Ho forzato troppo la mano, i tempi, il da farsi quando lui in fondo non era pronto. Lo ero io? Non proprio, ma avevo questa smania perché credevo che l'avrei perduto. Invece l'ho perso comunque. E perché? Perché non l'ho ascoltato neanche un po'. Non l'ho ascoltato per tanti motivi... Tra i più importanti, forse, e anche quello che maggiormente cerco di ignorare è la sua diversità. Che talvolta mi attrae, altre volte mi perplime e altre ancora mi ferisce. Anche la sua capacità di rispondere alle mie domande, i miei stimoli, è sempre piuttosto ottusa dalla sua insensibilità. Lui si lamenta, dice d'essere "pragmatico", e non "distaccato". Intanto ha avuto la freddezza di ragionare e prendere delle decisioni che mi hanno lasciato semplicemente sconvolta. E che non possono darmi alcunee impressione non quella di una persona affettivamente alienata, o comunque disinteressata.
Mi ha ferita. Dio sa quanto mi abbia ferita. E l'ha fatto non solo in diversi modi e intensità, ma anche con una certa frequenza. Del tutto involontario. E su questo gli credo, ma cosa vuol dire, precisamente? Mi sembra voglia dire che non abbia voluto imparare dalla prima volta che gli ho detto "guarda che mi stai facendo male".
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sun burn, lil peep in the night. false romantic belgium hope. body dysmorphia, che palle, forse non ci si dovrebbero inviare lettere, i will try a mio rischio, kiss me with your eyes close cit lil, voglio la montagna e la leggerezza del non pensare ossessivo, stavo bene la', adesso tutte le angoscie dell'uomo moderno si scagliano su di me volevo solo dormire la natura e' l'unica soluzione, i dispositivi telecomunicativi mi uccidono, stavo bene solo con libri e album, kung fu master zeno, bello giocare in montagna, molte erre moscie, perche' lil peep mi soddisfa cosi' tanto? perche' rispecchia melodicamente il cuore tormentato del contemporaneo essere schiaccato dal consumismo iperestetismo-immagine status capitalista del bro di or'ora, (si parla di mero suono musicale non di effettiva analisi testuale) ammazzatemi la faccia non vorrei averne una; cosi' con me tutti eh, xke ti vuoi sentire sempre belloa, ma ammazziamoci tutti assieme, tutte le girls stanno male x immagini estetiche riflesse ma basta ke rottura vorrei smettere, sembra da tossici, lo si e' in effetti, oggi mi hanno scambiato x un ragazzo mi e' alquanto piaciuto. forse troppo
bella la solitude, friends con cui fare open emotions e' bello sognare a riguardo mi chiedo se ne ho , nei sogni esistono , nella realta' del presente tangibile bo, vorrei piangere sotto una chiesa di notte con la mia amica che forse non esiste S bello stato ciciarare con te tvb
nn so xke scrivo ste cose adesso sto alienata quindi non mi pongo domande sul perche io stia utilizzando cosi' tumblr
in high school i was a loner i was a reject i was a poser cit il grande
16 lines of blow cit sempre lui
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A chi ti affidi? Chi regna nel tuo cuore?..Il tuo piccolo ego? il tuo piccolo "Io" razionalistico, scientistico, moralistico? Oppure quella cosa che possiamo dire Dio assoluto, Spirito, Mistero, quella potenza inaudita che fa crescere le piante che fa girare i pianeti. A chi ti vuoi affidare?... A metà degli anni 70 lo psichiatra " Ronald David Laing" un grande psichiatra diceva: La vera Sanità mentale richiede che in un modo o in un altro l'IO normale scompaia. Quel falso io che è riuscito ad adeguarsi alla nostra realtà sociale alienata. Siamo tutti così..non è giusto sviluppare il senso di colpa, ma siamo tutti responsabili. Ora c'è una parte di noi che riconosce questa alienazione ed i suoi trucchi ed un'altra che invece vuole la libertà..." L'eterno".E questo nuovo Io è l'unica chance del pianeta che abbiamo. Ora o ci incamminiamo in questa consapevolezza comune o davvero ci stiamo dirigendo verso la disumanizzazione. Un nuovo Io...cosi come annunciato da Cristo Buddha e i piu grandi profeti. Badiamo a chi doniamo il cuore
Marco Guzzi
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sono dimagrita, emotivamente instabile, più aperta ma anche eremita, presente ma alienata, produttiva come una macchina e procrastinatrice, piena e vuota: sempre bello l'arrivo dell'estate
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Una giungla di grattacieli 🏙️
Bevo una tisana sul sofà e tutto va bene. Fuori, una giungla di grattacieli.

"Qual è il mio posto nel mondo?" mi chiedo. "Come districarsi in una società tanto alienata e sull'orlo del collasso? Cosa fare quindi dei talenti che mi hai donato e delle capacità che ho coltivato nel tempo?"

" Oh Signore mio guidami verso la semplicità, riconducimi nelle grazie della natura madre e mantienimi connesso all'essenza della vita. Con pazienza e rispettosa lentezza potrò, così, esprimere il mio potenziale nella gioia di aiutare il prossimo."

Fuori, una giungla di grattacieli. Ascolto il mio respiro profondo e tutto va bene.
(01/05/2023, Toronto, Canada)
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Perché un libro sull'amore? Perché, rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell'età della tecnica l'amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall'altro lato questo spazio, essendo l'unico in cui l'io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto con l'altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l'identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza. Per effetto di questa strana combinazione, nella nostra epoca l'amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d'amore, ciò che si cerca non è l'altro, ma, attraverso l'altro, la realizzazione di sé. [... ] L'amore diventa a questo punto la misura del senso della vita, e non ha altro fondamento che in se stesso, cioè negli individui che lo vivono, i quali, nell'amore, rifiutano il calcolo, l'interesse, il raggiungimento di uno scopo, persino la responsabilità che l'agire sociale richiede, per reperire quella spontaneità, sincerità, autenticità, intimità che nella società non è più possibile esprimere. Come contro altare della realtà sociale, dove a nessuno è concesso di essere se stesso perché ciascuno deve essere come l'apparato lo vuole, l'amore diventa l'unico ricettacolo di senso rispetto a una vita considerata alienata, il luogo dell'individuazione, lo spazio per l'esercizio della propria libertà fino ai limiti dell'anarchia, perché là dove il diritto del sentimento è considerato assoluto e divinizzato come unica e autentica via per la realizzazione di sé, che cosa ci difende dalla natura del sentimento che ha come sue caratteristiche l'instabilità e la mutevolezza? Nulla. E perciò in amore costruzione e distruzione avvengono insieme, esaltazione e desolazione camminano affiancate, realizzazione di sé e perdita di sé hanno intimi confini. [...] E' come se l'amore reclamasse, contro la realtà regolata dalla razionalità tecnica, una propria realtà che consenta a ciascuno, attraverso la relazione con l'altro, di realizzare se stesso. E in primo piano, naturalmente, non c'è l'altro, ma se stesso. E questo di necessità, quindi al di fuori di ogni buona o cattiva volontà, perché a chi sente di vivere in una società che non gli concede alcun contatto autentico con il proprio sé, come si può negare di cercare nell'amore quel sé di cui ha bisogno per vivere e che altrove non reperisce? Ma così l'amore si avvolge nel suo enigma: il desiderare, lo sperare, l'intravedere una possibilità di realizzazione per se stessi cozzano con la natura dell'amore che è essenzialmente relazione all'altro, dove i due smettono di impersonare ruoli, di compiere azioni orientate a uno scopo e, nella ricerca della propria autenticità, diventano qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano prima della relazione, svelano l'uno all'altro diverse realtà, si creano vicendevolmente ex novo, cercando nel tu il proprio se stesso. Se tutto ciò è vero, nell'età della tecnica, dove sembrano frantumati tutti legami sociali, l'amore, più che una relazione all'altro, appare come un culto esasperato della soggettività, in perfetta coerenza con l'esasperato individualismo cui non cessa di educarci la nostra cultura, per la quale l'altro è solo un mezzo per l'accrescimento di sé.
#Le cose dell'amore#Umberto Galimberti#prefazione#le cose dell'amore#educazione emotiva#amore#amare#educazione sentimentale#citazioni#citazione#citazioni libri#citazione libro#frasi#umberto galimberti#saggi#saggisti#saggistica italiana#psicologia#filosofia#libri#letteratura#libri letti#pensiero#pensare bene#come pensare
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Quanto meno mangi, bevi, compri libri, vai a teatro, al ballo e all'osteria, quanto meno pensi, ami, fai teorie, canti, dipingi, verseggi, ecc., tanto più risparmi, tanto più grande diventa il tuo tesoro, il tuo capitale. Quanto meno tu sei, quanto meno realizzi la tua vita, tanto più hai; quanto più grande è la tua vita alienata, tanto più accumuli del tuo essere estraniato.
Karl Marx
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