#afidi
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Formiche che allevano e formiche che coltivano
Non è un segreto che alcune specie di formiche si dedichino all'allevamento gli afidi. Sebbene tecnicamente questo comportamento si chiami trofobiosi e venga definito come "associazione simbiotica tra due organismi, uno dei quali fornisce cibo all'altro", non c'è molta differenza con gli allevamenti praticati dagli umani. Infatti ci sono formiche che si prendono cura di "greggi" di afidi, proteggendoli dai predatori, li spostano per garantirgli sempre nuovo cibo e, se la colonia diventa troppo numerosa, alcuni esemplari vengono uccisi per essere mangiati. Tutto questo lavoro al fine di ricavare la melata, una secrezione zuccherina che gli afidi producono a partire dalla linfa delle piante. Linfa che gli afidi prelevano in così grande quantità che una buona parte non viene assimilata e quindi rimane a disposizione delle formiche allevatrici.
Insomma i parallelismi con gli allevatori umani sono molti.
Un comportamento meno conosciuto è invece quello delle formiche che coltivano. Esiste infatti un intero genere di formiche, il genere Atta (conosciute anche come formiche tagliafoglie, poi vediamo perché), che coltiva i funghi, in particolare quelli della divisione Basidiomycota. Ogni specie di formiche Atta coltiva una particolare specie di funghi di questo tipo, e si nutre solo del micelio. Ovvero non del corpo fruttifero (che noi umani invece apprezziamo, mangiamo e chiamiamo impropriamente fungo) ma dell'apparato vegetativo formato dalle sottili ife che assorbono il nutrimento.
Il nome con il quale sono conosciute queste formiche tradisce il metodo con il quale praticano la coltivazione di questi funghi. Infatti, una delle caste di queste formiche, le operaie major, vanno in giro per il bosco a tagliare grossi pezzi di foglie e le portano nel nido. Il loro nido può essere gigantesco: profondo fino a 8 metri, con 2000 camere e 1000 ingressi, ospitando colonie di anche 8 milioni di individui. Qui dentro le operaie minor si occupano della vera e propria coltivazione, disponendo i frammenti di foglie in camere apposite, in lettiere che mantengono umide con la propria saliva: l'ambiente ideale per la proliferazione di quella specie di funghi.
Però, dal momento che lo spazio è poco e che si nutrono solo delle ife, le formiche devono evitare la formazione degli inutilmente ingombranti corpi fruttiferi e quindi raggruppano le ife e le legano in grappoli, impedendone quindi la crescita.
Non solo. Alcune formiche tagliafoglie portano sulla loro cuticola (ovvero il rivestimento esterno) alcuni batteri del genere Pseudonocardia e li trasportano sui funghi coltivati, comminandoci sopra. Questi batteri producono sostanze antibiotiche che proteggono il fungo coltivato dalle infezioni di altri funghi, questi però patogeni. In pratica, una lotta biologica alle infestazioni delle loro preziose coltivazioni.
Le società estremamente organizzate come le formiche sono in grado quindi di utilizzare tecniche molto avanzate per garantirsi risorse alimentari in abbondanza. E infatti quelle del genere Atta riescono in questo modo a concentrare milioni di individui in poco spazio.
E ci insegnano che anche allevare e coltivare non sono comportamenti esclusivi delle società umane.
#formiche#atta#allevamento#coltivazione#funghi#insetti#imenotteri#società#eusocialità#caste#afidi#batteri
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In The City Of Black Vices: Book One of The Alzad The Unhonored Saga ~wip~
Grand title, I know. This is the main post for my current WIP, pretty self explanatory.
Some Info:
Genre - Sword & Sorcery/Dark Fantasy | This book, and by extension the whole saga is a dark tale of betrayal, corruption, death, love, and loss. A primary inspiration is the Elric Saga by Michael Moorcock.
Synopsis - Following his devastating loss in battle, the warrior Alzad-Arfael-Lazar, or simply Alzad, is slain. Before his spirit may venture to his destined afterlife, he is granted a weapon from an angel of the creator god Sammuat and is given the task of eliminating a sinful merchant-ruler known as the Daukhar Afidi. His revival causes him great inner turmoil, and he grapples with his own feelings and his divine mission.
Setting - The story takes place centered around the city of Tashaedo, located within the Caliphate of Ashetara. This setting is the same setting I've used for my Pathfinder/D&D campaigns since 2021, known as Aerop. Primary influences for the specific setting of this story include: Ancient Egypt and Mesopotamia, Feudal Europe and Japan, Fullmetal Alchemist, Supernatural, and The Elric Saga. There are a lot of elves, warlocks, and obvious samurai influences.
His pained crawls came to a stop, and with what was to be the last second wind of his life, he turned his form over, his faded violet shawl turning up dust as he slumped back into the dune. “Yurah, I shall die with you as my last thought. May we be reunited in the eternal oasis…” A small weakness of heart, true, but he did not find it unsavory. With that, Alzad’s dying breaths had been filled with hope. Hope that he would soon find himself in a paradise of divinely design. A paradise where one day he would be free with his love, to whom he would’ve married after the war. Of course, he had not accounted for an uninvited guest. - Chapter I, paragraphs 3-5.
#Alzad The Unhonored#writerblr#young writer#writers and poets#writers of tumblr#creative writing#aspiring writer#aspiring author#fantasy#fantasywriter#sword & sorcery#sword and sorcery#dark fantasy#fantasy world#writeblr#writing community#writers on tumblr#writing#fantasy tropes
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Potrò anche essere conosciuta come la killer delle piante, ma non lascerò che gli afidi attacchino le mie piante. Ci hanno provato, gli è andata male
#ma poi sulle mie fragole!#sulle mie fragole di sottobosco che stanno per darmi delle fragole!#(le sorelle fragole quattro stagioni piene di quasi fragole grazie a bowie stanno bene!)#givemeanorigami
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Capricorno
22 dicembre-19 gennaio
Alcuni insetti sono utili agli esseri umani. Per esempio, le coccinelle divorano gli afidi, che sono altamente nocivi per le coltivazioni. I nabidi mangiano dei parassiti chiamati cicaline e i crisopidi si nutrono delle fastidiose e perniciose cocciniglie. Ti ricordo anche che alcuni insetti sono bellissimi, come le farfalle, le libellule e i buprestidi. Tienilo a mente, Capricorno. Metaforicamente parlando, nelle prossime tre settimane incontrerai molti insetti. Ma questo non sarà un problema se ti alleerai con quelli buoni, utili e belli.
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A proposito di… 🐞 coccinelle
Questo coleottero di origine nordamericana viene considerato un "portafortuna" presso molte culture in tutto il mondo e anche nel Feng shui cinese (l’antica arte di organizzare gli spazi per permettere un flusso ottimale di energia) spesso è presente il simbolo coccinella.
Portafortuna a parte, la coccinella è una benedizione in agricoltura e nel giardinaggio per la sua voracità nei confronti dei parassiti, soprattutto degli afidi. Secondo il Dipartimento di Entomologia dell’Università del Kentucky, infatti, una sola coccinella può mangiare fino a 5.000 afidi durante la sua vita.
Quando le giornate si accorciano e gli afidi cominciano a diminuire sempre di più, le coccinelle si rendono conto che l’inverno sta arrivando, e quelle che vivono in climi più freddi vanno in ibernazione. Le coccinelle femmine depongono fino a 1.000 uova color oro, durante una sola stagione, tuttavia non tutte le uova maturano e diventano esemplari adulti. Comunque, la strategia migliore quando le prede scarseggiano è quella di deporre le uova sulle foglie coperte di afidi, così le giovani coccinelle possono divorare sia le uova che le larve.
Le macchie sulle elitre non sono messe a caso, ma hanno lo scopo di avvertire i potenziali aggressori che questo coleottero ha un sapore terribile. Oltre a questo (e a morsicare), quando sono spaventate le coccinelle emettono sangue maleodorante dalle articolazioni delle zampette. Questo liquido giallognolo è tossico per molti predatori, come uccelli e piccoli mammiferi.
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Tutto sulla orchidea Pleione.
Una bellezza esotica per il tuo giardino Ciao a tutti! Sono Andrea e oggi voglio parlarvi di una delle mie orchidee preferite: la Pleione. Si tratta di una pianta affascinante e relativamente poco comune, che regala fioriture spettacolari in primavera o in autunno, a seconda della specie. Un fiore che arriva dall'Oriente Originaria delle regioni montane dell'Asia, la Pleione vanta una storia antica. In Cina, ad esempio, veniva coltivata sin dal XVI secolo e utilizzata anche nella medicina tradizionale. Oggi, questa orchidea è apprezzata dagli appassionati di tutto il mondo per la sua eleganza e la sua resistenza. Caratteristiche e varietà Le Pleione sono orchidee terrestri o litofite, ovvero crescono sul terreno o sulle rocce. Presentano pseudobulbi ovali o tondi, da cui spuntano le foglie e gli steli fiorali. I fiori, generalmente raggruppati in infiorescenze, sono grandi e appariscenti, con petali che possono essere bianchi, rosa, lilla o porpora. Esistono diverse specie di Pleione, ognuna con caratteristiche e periodi di fioritura differenti. Tra le più diffuse troviamo: Pleione formosana: fiorisce in primavera con fiori bianchi o rosa. Pleione Formosana Pleione lagenaria: fiorisce in autunno con fiori bianchi o verdi. Pleione Lagenaria Pleione bulbocodium: fiorisce in primavera con fiori rosa o porpora Pleione bulbocodium Come coltivare la Pleione La coltivazione della Pleione non è particolarmente difficile, ma richiede alcune precauzioni. Ecco alcuni consigli: - Posizione: predilige una zona semi-ombreggiata e ben ventilata. - Temperatura: ideale una temperatura tra i 10°C e i 20°C. Non tollera il gelo. - Substrato: utilizzare un terriccio drenante e ricco di materia organica. - Annaffiature: annaffiare regolarmente durante il periodo di crescita, lasciando asciugare il terreno tra un'annaffiatura e l'altra. In inverno, ridurre le annaffiature. - Concimazione: concimare ogni 2-3 settimane durante il periodo vegetativo con un fertilizzante specifico per orchidee. - Rinvaso: rinvasare ogni 2-3 anni, in primavera, utilizzando un vaso leggermente più grande del precedente. Riproduzione La Pleione si riproduce per divisione dei pseudobulbi in primavera. Malattie e parassiti Le Pleione sono generalmente piante resistenti alle malattie e ai parassiti. Tuttavia, possono essere attaccate da afidi, cocciniglie e marciumi radicali. Consigli per la fioritura Per favorire la fioritura della Pleione è importante: - Fornirle un periodo di riposo fresco e asciutto in inverno. - Esportarla in primavera in un luogo luminoso e caldo. - Concimare regolarmente durante il periodo vegetativo. Un'orchidea per veri appassionati La Pleione è un'orchidea affascinante e gratificante da coltivare. Con un po' di attenzione e cura, regalerà al vostro giardino o terrazzo fioriture spettacolari che vi lasceranno senza fiato. Se siete appassionati di orchidee e cercate una sfida, la Pleione fa al caso vostro! E voi? Avete mai coltivato la Pleione? Fatemi sapere le vostre esperienze nei commenti! Un saluto a tutti! Andrea P.S. Se avete domande o curiosità sulla Pleione, non esitate a contattarmi. Sarò felice di aiutarvi! Read the full article
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Il tulipifero l'ape e il pidocchio
Una prospettiva marxista
Di ritorno dalla passeggiata sul Viale, il sole tiepido, brezza accennata, per mano lei, si passa a fianco di un tulipifero. Ha le foglie coperte di melata, morse dagli afidi, e su ogni foglia sorregge almeno un'ape bottinatrice che sugge quella linfa prendendosi un po' di riposo dalla ricerca furiosa dei pollini. Attimi di pace e fresca dolcezza, nessun bisogno di lavorare per vivere. Il grande albero offre stille dal suo corpo ferito perché le piccole operaie abbiano tregua.
...
Il grande albero, accenna alla fioritura. Come ogni anno l'aspirazione alla vita eterna ha per nome impollinazione. Lanciare a ogni costo nel futuro la propria linea di sangue. Eternità. I pidocchi come ogni anno muoiono di fame. Loro sì possiedono solo le loro larve e null'altro e il vecchio lo sa e permette loro di rubare linfa bastante per non morire, di quella fame. In fondo un piccolo danno. Con quella stessa linfa l'albero ha di che sedurre le piccole api. "Fermati mia cara, riposati e bevi il dolce dalle mie vene. Ti offro una vita lunga e agiata, la fuga dalla servitù bruta e affannosa della ricerca. Dimentica la madre e le sorelle, aspetta con me lo sbocciare dei fiori. La tua fine arte allora mi risarcirà del dolore, rendendomi gravido ogni fiore." Eternità.
Sfruttamento e inganno. Cosi la classe dominante corrompe e fomenta la guerra tra poveri, col miraggio di una vita decente, con l'illusione di una vita migliore.
Ma per il padrone, Eternità.
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Importadores de hortalizas creen que Senave no otorga Afidis como represalia
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Filossera
Filossera
La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
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Filossera
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La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
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Filossera
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La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
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La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
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Potrò anche essere conosciuta come la killer delle piante, ma non lascerò che gli afidi attacchino le mie piante. Ci hanno provato, gli è andata male
#ma poi sulle mie fragole!#sulle mie fragole di sottobosco che stanno per darmi delle fragole!#(le sorelle fragole quattro stagioni piene di quasi fragole grazie a bowie stanno bene!)#givemeanorigami
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Filossera
Filossera
La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
https://online-wine-shop.com/filossera/
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Filossera
Filossera
La filossera (Phylloxera vastatrix) è un insetto parassita che attacca le radici delle piante di vite e può causare gravi danni alle viti coltivate. Questo insetto è lungo circa 1,5-2 mm ed è di colore giallo-verde. Ha un aspetto simile a quello di una cicalina, con un corpo tozzo e piccole ali.
Come si riproduce?
La filossera ha un sistema di riproduzione molto complesso e diversificato, che coinvolge diverse generazioni di insetti. La femmina adulta depone le uova nelle radici della vite, dove le larve emergenti si nutrono del tessuto vegetale. Queste larve possono svilupparsi in due modi differenti:
Larve galligene: in questo caso, le larve producono una sostanza chimica che induce la pianta a sviluppare delle escrescenze (chiamate galle) intorno alla zona infestata. Le larve si nutrono del tessuto vegetale all’interno di queste galle, che forniscono loro protezione e nutrimento.
Larve radicicole: in questo caso, le larve si nutrono direttamente delle radici della pianta, provocandone la morte.
Le larve possono svilupparsi anche in modo asessuato, senza la necessità di accoppiamento. In questo caso, la larva si trasforma in un adulto senza la formazione di uova, ma producendo invece un tipo di sostanza chiamata “cera di riposo”, che la protegge dalle condizioni avverse.
Quanto vive?
La filossera ha un ciclo di vita breve, di solito di poche settimane, ma può produrre molte generazioni in un anno, a seconda delle condizioni ambientali. Questo significa che l’infestazione può diffondersi rapidamente, causando gravi danni alle viti e all’industria vinicola.
Che danni fa al vitigno?
L’infestazione delle radici può causare una riduzione della resistenza alle malattie e una riduzione della produzione di uva, fino alla morte della pianta stessa.
Da dove arriva?
La filossera (Phylloxera vastatrix) è originaria del Nord America, dove attacca le radici di alcune specie di vite selvatica, senza però causare danni significativi alla pianta. Si ritiene che la filossera sia stata accidentalmente introdotta in Europa alla fine del XIX secolo, probabilmente attraverso piante importate dall’America o attraverso il terreno utilizzato per la coltivazione delle viti.
La crisi in Europa
L’infestazione della filossera in Europa è stata documentata per la prima volta nel 1863 e si è rapidamente diffusa in tutta l’Europa, distruggendo molte delle viti europee non resistenti. Questo ha avuto un impatto significativo sull’industria vinicola europea, portando alla perdita di intere coltivazioni di uva e all’impoverimento di intere regioni vinicole.
Questo ha portato alla crisi dell’industria vinicola europea e alla necessità di trovare soluzioni innovative per contrastare l’infestazione.
Come ci si difende dalla filossera?
In generale, la gestione integrata delle infestazioni di filossera prevede l’uso combinato di diverse strategie di controllo, adattate alle condizioni locali e alla gravità dell’infestazione.
Alcune delle strategie più comuni includono:
Utilizzo di piante resistenti: alcune varietà di viti sono naturalmente resistenti alla filossera. Gli agricoltori possono scegliere di coltivare queste varietà per evitare l’infestazione.
Innesto su portinnesti resistenti: la pratica di innestare le viti europee su portinnesti americani resistenti alla filossera è stata adottata con successo in Europa alla fine del XIX secolo. Questa pratica permette alle piante di resistere all’infestazione, ma può influire sul sapore e sull’aroma del vino prodotto.
Controllo chimico degli insetti: l’uso di prodotti chimici per controllare gli insetti può essere efficace, ma può anche avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana.
Controllo biologico degli insetti: l’uso di predatori naturali della filossera può essere una strategia efficace di controllo biologico. Ad esempio, la coccinella è un insetto predatore che si nutre di afidi e può ridurre l’infestazione della filossera.
Pratiche agronomiche: alcune pratiche agronomiche, come la rotazione delle colture, la gestione della fertilità del suolo e la potatura delle piante, possono aiutare a prevenire l’infestazione della filossera.
La filossera Oggi
Oggi, la filossera è presente in molte regioni vinicole del mondo, compresi Stati Uniti, Canada, Messico, America Centrale, Australia e Nuova Zelanda, ma è stato sviluppato un sistema di prevenzione e controllo per evitare i gravi danni causati in Europa nel XIX secolo.
La filossera attualmente è ancora una minaccia per le coltivazioni di uva in tutto il mondo e gli agricoltori continuano a lottare contro questa infestazione utilizzando una combinazione di metodi, tra cui l’uso di piante resistenti, l’innesto su viti americane e il controllo chimico degli insetti. Tuttavia, l’obiettivo principale è quello di preservare la biodiversità del suolo e delle piante di vite, per garantire la sostenibilità a lungo termine dell’industria vinicola.
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Moretti si tiene le figurine
Ormai sono mie Fedriga non tocchi quella legge; dice Moretti. Quella norma è stata votata nel 2007 (Presidente Riccardo Illy PD) da una larga maggioranza (L’Ulivo CSX). Il nostro esperto di telepatia, specializzato nella comunicazione telepatica con vari parassiti telepaticamente telepatici come zecche, pulci, pidocchi, afidi, percettori di reddito e politici vari, è riuscito a percepire…
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