#affluenza bassa
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Elezioni Regionali in Liguria: Bassa Affluenza e la Sfida Bucci-Orlando
Affluenza al 30% alle 19, mentre prosegue la competizione per la presidenza della Regione tra centrodestra e centrosinistra
Affluenza al 30% alle 19, mentre prosegue la competizione per la presidenza della Regione tra centrodestra e centrosinistra. L’articolo di Open offre un’analisi completa e aggiornata sulle elezioni regionali in Liguria, dove la sfida principale per la presidenza è tra Marco Bucci, sindaco di Genova e candidato del centrodestra, e Andrea Orlando, parlamentare ed ex ministro per il centrosinistra.…
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Tutti partiti pro €uropa
Tutti partiti pro USA
Tutti partiti pro Ucraina
Tutti partiti pro Élite
Motivo bassa affluenza ?
Gurpa de gli asdensionisdih
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affluenza talmente bassa che sono sul terrazzo a fumare
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La Metà Di Niente*
Il fatto che ormai per qualsiasi cosa si tiri in ballo "quelli che non vanno a votare" credo sia l'apoteosi del "metodo ultras" che ha impregnato il nostro costume sociale. che si riassume in: Se non fai come la penso io, sei inferiore (e sono stato elegante). Ribadito che è un segnale negativo, preoccupante e ormai consolidato la bassa affluenza, e ribadito che il diritto\dovere del voto è principio ambiguo, pochissimi si chiedono il perchè ci sia disaffezione al voto. Moltissimi tuttavia immaginano questa quota di non votanti di volta in volta: un enorme bacino per qualsiasi formazione politica, una quota maggiore di popolazione su cui fare i conti elettorali (che è un assurdità, dato che le elezioni si vincono appunto sui votanti effettivi e non sugli aventi diritto, ci vorrebbe un nuovo Trilussa per spiegarlo), ma soprattutto la causa della vittoria o sconfitta della parte avversa. A volte è "il partito vincente", e diventa un monolite. Altre volte è il partito dei delusi, probabilmente aspetto importante nella questione.
Il significato della rappresentanza dei partiti politici è proprio nel "mirare a una piena comprensione delle domande dell’elettorato e alla migliore rappresentanza possibile". (I problemi della rappresentanza politica di G. Pasquino, Enciclopedia Treccani). Ci si dovrebbe chiedere cosa fanno i partiti, e cosa vogliamo chiedere loro, per attivare la comprensione che citava il professor Pasquino. E qui che si dovrebbe discutere: sui modi, sulle persone, sui candidati, sui metodi per sceglierli e così via.
Detto che è ampiamente condivisibile la volontà di non esprimere un voto qualora non vi siano espressioni delle proprie idee politiche, mi chiedo come sia possibile criticare chi non vota quando è pratica comune, e spesso espressione di giubilo, denigrare giornalmente i partiti (soprattutto un paio) per la quasi totalità delle scelte che fanno. Tra l'altro tutte le formazioni, spesso improvvisate, fatte per "catturare gli spazi liberi" lasciati dai partiti di cui sopra alle elezioni prendono decimali di preferenze, che ovviamente hanno il mio totale rispetto, ma che contributo danno a portare le persone al voto?
Ho preso il titolo di questo post dal libro, sensazionale, che Catherine Dunne scrisse nel 1998 (che in inglese si intitola In The Beginning). In esso c'è questo passaggio, che mi sembra azzeccato:
Gli uomini e le donne sono come tanti laghetti. Esternamente sono molto simili, nel punto di partenza e nella destinazione. La tragedia è che mentre uno è ancora impegnato nel tragitto di andata, l'altro ha appena iniziato quello di ritorno.
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Affluenza sotto al 50%
Siamo messi male.
Un’Italia di vecchi
Per i vecchi
Governata da retrogradi.
Nella fascia 18-29 anni la destra si trova solo al 4°posto, poi per merito dell’astensionismo e dei vecchi dinosauri che ancora votano, ci ritroviamo ad avere sempre la stessa merda.
In un modo o nell’altro.
Guarda, non ne parliamo..
Per me è assurdo una così bassa affluenza.. le motivazioni dietro al mancato voto sono ancora più assurde.
Però magari poi sono i primi che si lamentino che tutto stia andando in vacca e che l'Italia non è un paese pee giovani.
Però guarda caso, quando c'è possibilità di far sentire la propria voce, tutti comodoni sul divano.
Ho i brividi.
Il problema che manco il resto dell'Europa mi da quel briciolo di speranza, al momento.
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bassa affluenza anche al secondo turno | www.ilmattino.it
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Come ha votato Favara alle scorse Elezioni Europee dell'8 e 9 giugno 2024? I dati sono peso specifico di ogni partito a Favara?

Come ha votato Favara alle scorse Elezioni Europee dell'8 e 9 giugno 2024? Dei 26.435 elettori (12.688 uomini + 13.747 donne), si sono recati alle urne solo in 8.356 (4.362 uomini + 3.994 donne). Con una bassa affluenza di votanti, pari al 31,61%, anche il voto riportato dai vari partiti potrebbe fornire una verosimile cartina tornasole sul peso di ogni singolo partito a Favara. L'inesistenza di candidati strettamente locali hanno portato diversi elettori a disertare le urne. Una discreta percentuale di chi si è recato pertanto a votare è probabilmente perché interessato a manifestare pubblicamente l'adempimento del proprio dovere, anche verso chi "si aspettava" il voto. I numeri raggiunti potrebbero pertanto essere interpretati come una sorta di peso specifico di ogni partito. Non solo, lo stesso vale soprattutto per i voti di preferenza espressi verso questo o quell'altro candidato (o gruppo di candidati), in relazione alle "correnti" in seno al partito stesso. Cominciamo subito col mettere in ordine i partiti che hanno riportato più voti di lista a Favara in questa elezione europea. LISTA 10 - FORZA ITALIA - NOI MODERATI - PPE 3.045 LISTA 3 - FRATELLI D'ITALIA 1.200 LISTA 2 - MOVIMENTO 5 STELLE 1.008 LISTA 4 - PARTITO DEMOCRATICO 938 LISTA 5 - LEGA SALVINI PREMIER 840 LISTA 11 - ALTERNATIVA POPOLARE 706 LISTA 1 - ALLEANZA VERDI E SINISTRA 257 LISTA 8 - LIBERTA' 224 LISTA 6 - STATI UNITI D'EUROPA 134 LISTA 9 - PACE TERRA DIGNITA' 108 LISTA 7 - AZIONE - SIAMO EUROPEI 54 Primo partito a Favara con 3.045 voti risulta Forza Italia - Noi Moderati - PPE (sostenuto dalla Democrazia Cristiana di Cuffaro). Poi segue FdI (partito della Premier Giorgia Meloni) con 1.200. Al terzo posto si piazza il M5S che riporta 1.008 voti. Al quarto posto, con 938 voti il Partito Democratico, segue quindi la Lega di Salvini Premier con 840. Alternativa Popolare ne riporta 706. Con circa 500 di stacco, esattamente con 257 voti il 7° partito a Favara si piazza Alleanza Verdi e Sinistra, segue Libertà di voti ne riporta 224. Poi Stati Uniti d'Europa con 134, Pace Terrà Dignità con 108. Ultimo partito a Favara è Azione - Siamo Europei con 54 voti di preferenza. Ecco i voti riportati da ogni singolo candidato alle Elezioni Europee LISTA 1 - ALLEANZA VERDI E SINISTRA Leoluca ORLANDO 79 Ilaria SALIS 111 Domenico LUCANO 59 Cinzia DATO 12 Emanuele BARBARA 3 Giuliana FIERTLER 2 Francesco MUSCAU - Stefania PAGLIAZZO 29 LISTA 2 - MOVIMENTO 5 STELLE Giuseppe ANTOCI 175 Cinzia PILO 48 Patrizio CINQUE 96 Antonella DI PRIMA 104 Virginia FARRUGGIA 77 Matteo PORCU 17 Antonino RANDAZZO 102 Matilde MONTAUDO 22 LISTA 3 - FRATELLI D'ITALIA Giorgia MELONI 511 Salvatore DEIDDA 14 Elvira AMATA 150 Massimiliano GIAMMUSSO 347 Giuseppe MILAZZO 293 Ruggero B. Italo RAZZA 151 Giuseppa SAVARINO 475 Alessia SCORPO 160 LISTA 4 - PARTITO DEMOCRATICO Elena Ethel SCHLEIN 365 Antonio NICITA 151 Lidia TILOTTA 226 Pietro BARTOLO 146 Angela Maria QUAQUERO 6 Giuseppe LUPO 224 Maria Flavia TIMBRO 17 Giuseppe BELVISI - LISTA 5 - LEGA SALVINI PREMIER Annalisa TARDINO 371 Roberto VANNACCI 95 Esterina BONAFEDE 22 Antonino S.re GERMANA' 64 Michelina LUNESU 50 Francesca REITANO 21 Raffaele STANCANELLI 107 Girolamo TURANO 397 LISTA 6 - STATI UNITI D'EUROPA Rita BERNARDINI 9 Francesco C. CALANNA 4 Fabrizio MICARI 21 Valentina FALLETTA 25 Pietrina PUTZOLU 8 Luca BALLATORE 13 Carola POLITI 1 Matteo RENZI 57 LISTA 7 - AZIONE - SIAMO EUROPEI Carlo CALENDA 19 Sonia ALFANO 4 Gianfranco DAMIANI - Martina BENONI 2 Gianni PALAZZOLO 5 Rosanna COCOMERO 1 Nicola TRUDU - Elena BONETTI 4 LISTA 8 - LIBERTA' Cateno DE LUCA 110 Laura CASTELLI 28 Piera AIELLO 11 Edgardo BANDIERA 3 Giulia FERRO 12 Barbara FIGUS 5 Ismaele LA VARDERA 79 Antonio G. PARRINELLO - LISTA 9 - PACE TERRA DIGNITA' Michele SANTORO 52 Benedetta SABENE 9 Raniero Luigi LA VALLE 4 Federica BACCOLI 4 Ginevra Roberta BOMPIANI 6 Giovanni FRESU 22 Antonino MANTINEO 4 Elisa MONNI - LISTA 10 - FORZA ITALIA - NOI MODERATI - PPE Caterina CHINNICI 658 Michele COSSA 354 Maddalena CALIA 62 Massimo DELL'UTRI 994 Marco FALCONE 524 Bernadette Felice GRASSO 800 Margherita LA ROCCA RUVOLO 854 Edmondo TAMAJO 1 LISTA 11 - ALTERNATIVA POPOLARE Stefano BANDECCHI 16 Mattia GATTUSO 3 Alfonso ALAIMO 6 Manuela CIAMBRONE 3 Massimo ROMAGNOLI 53 Valentina VALENTI 3 Read the full article
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Bassa affluenza per le elezioni in Iran: perché?
Le elezioni in Iran del 1° marzo 2024 hanno registrato un'affluenza alle urne storicamente bassa, con stime che si aggirano intorno al 40%. Un dato che rappresenta una sconfitta per il regime e un chiaro segnale di disaffezione da parte della popolazione. Le cause della disillusione Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla bassa affluenza: - La repressione politica: Il regime iraniano ha negli ultimi anni intensificato la repressione del dissenso, con arresti, incarcerazioni e intimidazioni di attivisti e oppositori. Questo clima di terrore ha dissuaso molti cittadini dal recarsi alle urne. - La crisi economica: L'Iran sta attraversando una grave crisi economica, con un'inflazione galoppante e un alto tasso di disoccupazione. La popolazione è sfiduciata nella capacità del governo di risolvere i problemi del paese e non vede nelle elezioni una via d'uscita dalla crisi. - La mancanza di riforme: Le riforme promesse dal presidente Ebrahim Raisi non si sono concretizzate, alimentando la delusione della popolazione. - Il boicottaggio delle opposizioni: L'appello al boicottaggio lanciato da alcuni gruppi di opposizione ha avuto un effetto significativo sull'affluenza. Le conseguenze della bassa affluenza alle elezioni in Iran La bassa affluenza alle urne indebolisce la legittimità del regime e rafforza la sensazione di disconnessione tra il governo e la popolazione. Inoltre, potrebbe incoraggiare il regime a intensificare la repressione per mantenere il controllo del paese. La bassa affluenza alle urne è un campanello d'allarme per il regime iraniano. Il governo dovrà trovare una risposta alle istanze della popolazione per evitare che la disaffezione si trasformi in proteste e in una crisi di legittimazione. Scenari futuri: - Repressione: Il regime potrebbe rispondere alla disaffezione con un'ulteriore repressione del dissenso, limitando ulteriormente le libertà civili e aumentando il controllo sulla società. - Riforme: Il governo potrebbe attuare alcune riforme per rispondere alle richieste della popolazione, come la lotta alla corruzione e il miglioramento della situazione economica. - Proteste: La disillusione potrebbe sfociare in proteste popolari contro il regime, come già avvenuto in passato. L'incognita del futuro L'esito delle elezioni iraniane e la bassa affluenza alle urne aprono un periodo di incertezza per il futuro del paese. Le possibili evoluzioni dipendono dalla capacità del regime di rispondere alle istanze della popolazione e di gestire la disaffezione. La comunità internazionale ha un ruolo importante da giocare nel sostenere le aspirazioni democratiche del popolo iraniano e nel promuovere il rispetto dei diritti umani. L'Unione Europea e gli Stati Uniti dovrebbero continuare a condannare la repressione del dissenso in Iran e a chiedere al regime di attuare riforme concrete. Foto di jorono da Pixabay Read the full article
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Elezioni in Bielorussia, affluenza del 73%
(ANSA) – ROMA, 26 FEB – Le elezioni per la Camera bassa del parlamento bielorusso si sono concluse. L’affluenza alle urne – come riporta la Tass – è stata del 73,09%. Il presidente della Commissione elettorale centrale, Igor Karpenko, in una conferenza stampa ha nominato i candidati vincitori in tutti i 110 distretti e ha affermato che, secondo i risultati preliminari, sono stati formati tutti i…
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International Blog PR sbarca al Matis di Bologna con una grande affluenza
Il Matis di Bologna è pronto ad accogliere una serata straordinaria in collaborazione con lo staff Maverick di Cristian Di Pasqua e il team Fiore, Calcagno, Cristofori. L'atmosfera sarà vibrante di energia, con un tavolo che promette di essere un tripudio di belle ragazze, buon cibo e sano divertimento.
La serata avrà inizio con un tavolo cena esclusivo, pensato per deliziare i palati più raffinati. L'antipasto sarà un maialino cotto a bassa temperatura, accompagnato da una salsa al yougurt che donerà una nota fresca e cremosa. I croccanti crackers di semi aggiungeranno la giusta croccantezza, creando un equilibrio perfetto di sapori e consistenze.
Il primo piatto, ottoni di pasta all'uovo con bieta e crumble al San Daniele, trasporterà gli ospiti in un viaggio gastronomico unico. La combinazione di ingredienti freschi e sapori autentici creerà un'esperienza culinaria indimenticabile, sottolineando l'impegno per l'eccellenza gastronomica dell'evento.
Il secondo piatto presenterà la succulenta guancia di manzo, abbinata a un robusto sangiovese e frutti di bosco. Questa combinazione di carne tenera e sapori intensi sarà un tripudio per il palato, soddisfacendo gli amanti della carne e gli appassionati di vino.
Dopo la cena, l'attenzione si sposterà sul tavolo con disco, dove si prevede una grande affluenza di partecipanti. La presenza di bellissime ragazze, come anticipato dallo staff, aggiungerà un tocco di glamour e fascino all'atmosfera già elettrizzante. La pista da ballo diventerà il centro della festa, con una selezione di brani che faranno vibrare tutti i presenti.
Ma questa serata non sarà solo una celebrazione del buon cibo e della musica accattivante; sarà anche un'opportunità per socializzare, creare nuove connessioni e divertirsi in un ambiente accogliente e vivace.
L'International Blog PR ha orchestrato un evento che va oltre il semplice intrattenimento. È un'esperienza completa che coinvolge tutti i sensi, dalla vista al gusto, dal ritmo della musica alla compagnia delle persone. La combinazione di elementi di alta qualità, dalla cucina al divertimento, renderà questa serata indimenticabile per tutti coloro che parteciperanno.
In conclusione, preparatevi a immergervi in un turbine di emozioni e sapori al Matis di Bologna, grazie all'International Blog PR. Un'occasione unica per vivere una serata straordinaria, dove il lusso della buona tavola si unisce alla gioia del divertimento.
https://www.facebook.com/InternationalBlog2021
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Elezioni in Montenegro: vince il partito europeista di Milojko Spajić
Dopo la fine dell'era-Djukanović, il Montenegro volta pagina e guarda sempre più verso l'Europa. Ma lo ha fatto con la più bassa affluenza elettorale mai registrata prima
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Affluenza elezioni comunali 2023, alle ore 12 è del 14%: più bassa rispetto all’ultima tornata
DIRETTA TV Elezioni amministrative 2023 14 Maggio 2023 Secondo i dati del Viminale l’affluenza alle 12 per le elezioni amministrative che si svolgono oggi, domenica 14 maggio, dalle 7 alle 23, e domani, lunedì 15 maggio, dalle 7 alle 15, è stata poco sopra il 14%. 9 CONDIVISIONI Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su Elezioni amministrative 2023 ATTIVA GLI AGGIORNAMENTI Urne…

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La bassa affluenza sta alla politica come la salumeria in cui non entra un anima ma a fine giornata trova lo stesso 1000 euro in cassa: 'zzo gliene frega dei clienti.
eia, eia, a la l'hub
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Di avvistamenti nei parchi estivi bolognesi mentre si pascolano i cinni
1. Su una panchina c'era un assembramento di vecchini in tenuta estiva d'ordinanza (per gli uomini: pantaloni beige con cintura ascellare, camicia a maniche corte azzurrina con tessuto semi-trasparente che permetta di apprezzare in tutto il suo splendore la canottiera bianca a spalla strettissima; per le donne: abito accolatissimo lungo a fantasia da tappezziere di tessuto talmente sintetico da essere stato bandito dall'ONU nel 1958 e da provocare sudore agli occhi alla sola vista). Guardandoli chiacchierare di cose amene in dialetto (una sdaura stava raccontando particolarmente divertita di suo marito che era ruzzolato da una scala mentre puliva i quadri col vetril) ho realizzato che è un quadretto destinato a scomparire in tempi brevi. Di coetanei in grado di reggere una conversazione completa in dialetto ne conosco forse due e nessuno che lo usi abitualmente. Fausto Carpani fa il possibile con Al Cåurs ed Bulgnaiṡ per la lingua, forse potrei sobbarcarmi l'onere di perpetrare la tradizione sull'abbigliamento opinabile.
2. Vedo aggirarsi fra alcuni alberi un tizio allampanato (aggettivo che speravo di usare da anni, finalmente calzante) armato di tablet, macchina fotografica digitale moderatamente anziana e un set di cartellini numerati che sbuffa per il caldo come solo chi è fuori per lavoro. Mi rendo conto di aver finalmente avvistato una figura mitologica: l'uomo che mette i cartellini sugli alberi (nelle zone pubbliche del comune di Bologna gli alberi sono censiti e numerati, o almeno questo si evince dalle targhette numeriche inchiodate a quasi tutti gli alberi). Data una mia moderata passione per la botanica, gli opendata pubblici e lo scassare il cazzo al prossimo, attacco bottone e gli chiedo se il database degli alberi del comune sia consultabile pubblicamente. Mi dice che glielo chiedono in tanti, ma no, perché "ci sono tanti aggiornamenti fra abbattimenti e nuove pose". Vedendo il mio sopracciglio destro raggiungere l'altezza dell'olmo alle mie spalle, aggiunge prontamente "...e non è nel contratto di appalto per il comune. Credo che semplicemente nessuno l'abbia chiesto". Lo saluto e lo lascio mentre martella un cartellino su un albero di giuda sbuffando.
3. Agosto segna anche una tregua importante fra i cinni e gli appassionati di calisthenics. Nei parchi in cui incautamente sono stati messi a poca distanza giuochi per bambini e strutture per esercizio fisico, la bassa affluenza permette finalmente interazioni più rilassate in cui i (pochi) cinni possono saltuariamente intralciare i (pochi) atleti ricevendo qualche sorriso e non più dodici doverosi “diobono spostateli”
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L'Oratorio della Congregazione dei Vanchetoni e un bruttissimo fattaccio di cronaca


L'oratorio di San Francesco è chiamato anche "dei Vanchetoni", si trova in Via Palazzuolo ed è sede dell'Arciconfraternita di San Francesco. Venne fatto costruire dal tessitore Ippolito Galantini, fondatore della Congregazione della Dottrina Cristiana. La costruzione dell’Oratorio e degli ambienti annessi, risalgono tra il 1602 e il 1620, su progetto dei fratelli Matteo e Giovanni Nigetti e furono edificati su una parte degli orti concessi dai frati francescani di Ognissanti.

Il complesso è composto da un ampio atrio, dall’aula confraternale o Oratorio, dalla Cappella del Beato e dalla sagrestia antica. Il Beato Ippolito ebbe sempre il sostegno morale e fattivo della famiglia Medici e grazie al loro contributo fece costruire la facciata, l’atrio, l’imponente altare e fu affrescato parte del soffitto.

Il soffitto è suddiviso in tredici riquadri, dove sono riportate scene di Santi e del Beato, e furono dipinti da Domenico Pugliani, Giovanni Martinelli, Cecco Bravo, Baldassarre Franceschini detto il Volterrano, Lorenzo Lippi e il pittore veneto Pietro Liberi che affrescò il grande ovato centrale con l’effige dei Medici. Questo grande affresco del soffitto è ritenuto dalla critica d’arte come una delle testimonianze più importanti della pittura fiorentina del seicento. Alle pareti, nella parte alta, vi sono affreschi di Niccolò Nannetti e Rinaldo Botti, mentre nella parte bassa, troviamo una ampia struttura lignea, gli stalli confraternali, che furono opera di Giovan Battista Paolesi e risalgono intorno al 1750.

Sul retro dell’altare è posta la Cappella del Beato, che è stata modificata nel 1825 in occasione della Beatificazione di Ippolito Galantini; le sue spoglie furono ricomposte in un’urna che tutt’oggi è conservata su uno degli altari.

La sagrestia conserva pregevoli mobili intagliati e intarsiati con lumeggiature in oro, che risalgono tra il XV e il XVI secolo. Il curioso nome pare derivare dalla frase "van cheti cheti", ovvero zitti zitti, con cui veniva descritto il comportamento, improntato ad estrema discrezione, dei seguaci del beato Ippolito Galantini. L'accezione "Bacchettoni", ancora oggi utilizzata in senso dispregiativo per indicare persone che ostentano una fede esasperata, più per ostentazione che altro, nasce dalla storpiatura del termine ed anche dalla bacchetta utilizzata a scopo penitenziale. Nel 1619, alla morte di Galantini, i suoi confratelli, laici come lui, si dedicarono all'assistenza dei poveri e all'educazione evangelica dei bambini. Le loro scuole erano aperte anche agli adulti ed esisteva anche una scuola del "noviziato", dove venivano formati i nuovi catechisti.


Quando nel 1785 Pietro Leopoldo attuò la soppressione di tutte le confraternite religiose, l'Arciconfraternita della Dottrina Cristiana fu tra le poche ad essere risparmiata. Le attività caritatevoli diminuirono nel secondo dopoguerra, fino ad arrestarsi negli anni settanta. L'attività simbolo della Confraternita era la "cena dei cento poverelli", dal rigido cerimoniale. Se uno passava di lì verso le cinque di pomeriggio l'ultima domenica di carnevale, scorgeva una folla di persone che si assiepava dinanzi alla porta della chiesa per la curiosità di vedere, oltre alle autorità, molti signori dell'aristocrazia, noti professionisti e un buon numero di forestieri col loro biglietto in mano, perché l'accesso era limitato ad un dato numero di invitati, onde evitare confusione.

Questa affluenza di pubblico era giustificata perché in chiesa si compiva un atto insolito, alquanto suggestivo e pieno di poesia, in una cornice di pregio artistico indiscusso. Dalla porta spalancata che dava sulla chiesa vera e propria, si ammirava uno spettacolo inconsueto: sullo sfondo, l'altare maggiore era illuminato a giorno e sopra, alcuni pezzi di argenteria composta di vassoi cesellati ed a sbalzo; poi, il palco delle autorità. Fra queste, significativa era la presenza di S.E. l'Arcivescovo, che per l'occasione metteva anche lui il simbolico grembiale bianco.



Gli invitati stavano a sedere lungo le pareti laterali della chiesa sugli scanni di legno scolpito, lavoro certosino di Giambattista Paolesi, ed avevano sotto di loro, seduti più bassi, i convitati davanti a tavole apparecchiate. Erano infatti imbandite cinque tavole per lato, ad ognuna delle quali dieci poveri, che avevano superato i cinquant'anni di età, aspettavano con gioia e con compunzione la lauta mensa. La cena era sontuosa ed abbondante con stracotti, polli arrosto, salami, prosciutti, formaggi, frutta, dolci e vino toscano ed era servita in massima parte da bambini e ragazzi. I cento poveri venivano rasati, rivestiti dell’abito della congregazione (una cappa nera con un bavero bianco attorno al collo), confessati e comunicati, prima di venir fatti sedere al tavolo riccamente apparecchiato, dove la cena veniva consumata in silenzio, mentre venivano eseguiti brani di musica, canti e letture spirituali. In ricordo di questa usanza un ristorante vicino prende il nome appunto di "Osteria dei cento poveri". Accanto a questa nobile attività e alle altre della Congregazione, vi fu però uno scandalo sessuale del tipo più turpe che, nel 1875, coinvolse i Vanchetoni. Si trattò di un fatto che fece molto parlare, in tutta Italia. Dal periodico triestino "Alba" il resoconto dello svolgimento dei fatti: «Non è molto tempo, un individuo si presentava al delegato di pubblica sicurezza, nella sezione di S. Maria Novella, e gli rivelava certe nefandezze che si commettevano nella chiesa dei Vanchetoni in Palazzuolo. In questa chiesa si riuniva già una Confraternita e la sua amministrazione dipende dal Consiglio provinciale. Molti ragazzi andavano nella chiesa in certi dati giorni per impararvi il catechismo ivi insegnato ora da due ex frati, che vestono l'abito di preti. Ambedue gli ex frati hanno ciascuno l'età di circa 40 anni. Attiravano i fanciulli nella chiesa col pretesto dell'insegnamento religioso, mentre impartivano il quale la chiesa restava chiusa: e, allorché i fanciulli erano ivi raccolti, ne studiavano l'indole e cercavano famigliarità con quelli, che appunto sembravano loro di indole meno risoluta e più dimessa. Poi li facevano rimaner soli uno ad uno, e di questi fanciulli inesperti i due frati abusavano nel più orrido modo. Impossibile è il ridire le schifose brutture, le violenze, le turpezze di ogni sorta che questi due frati scellerati hanno commesso, abusando della innocenza di fanciulli in tenerissima età e adoperando perfino gli arredi e i simboli sacri della religione a sfogo delle loro sozzure. Mai la fantasia più sbrigliata dei più osceni novellieri è andata tant'oltre quanto le opere dei due ex-religiosi: ad essi debbono esser sembrate innocenti anche le pagine più salaci di Petronio. Appena la questura ebbe sentore che si commettevano tali enormità, fece indagini segrete e accurate e riuscì in poco tempo ad ottener confessioni e a distrigare i fili arruffati di questa matassa scompigliatissima. Varii sono i fanciulli che patirono onta e sfregii vituperevoli dalla incontinente e infernale lussuria fratesca: e non paghi di tanta strage i due frati si vituperavano a vicenda, l'un con l'altro, dinanzi ai fanciulli già stati loro vittime, obbligandoli, durante simili atti, che fanno raccapricciare, agli uffici più ignominiosi. Il giudice istruttore ha cominciato ad occuparsi degli obbrobriosi e non più misteriosi delitti, commessi nella chiesa dei Vanchetoni: la popolazione è indignatissima. Intanto, udiamo con sorpresa che nessuno dei due frati fu ancora arrestato e abbiamo anzi da buona fonte che uno di essi è fuggito.» Questo quanto descriveva, in modo tristemente dettagliato, il giornale triestino. Dalle cronache, si sa che il 19 novembre 1875 il prete don Mansueto Rossi, già frate, fu arrestato, di notte, "nella sua casa in Porta Rossa", per "turpissimi fatti avvenuti nella chiesa dei Vanchetoni". Il 21 novembre fu arrestato, con un appostamento in borghese nei pressi della sua abitazione, il cinquantenne don Filippo Conforti, che per non farsi riconoscere s'era vestito in abiti laicali. Il 3 giugno 1876 il primo sarebbe stato condannato a 12 anni di lavori forzati, e il secondo a 10 anni. Assieme a loro fu condannato, a sei anni, un valigiaio, certo Cappugi. L'episodio fu occasione di episodi di anticlericalismo spicciolo anche a livello popolare, come quello riportato il 26 giugno dalla "Nazione", relativo a un prete che aveva preso a pugni un vetturino che lo aveva apostrofato come "don Mansueto". La sentenza sarebbe stata confermata l'anno successivo, il 27 ottobre 1876, dalla Corte d'Assise di Arezzo, mantenendo invariata la pena per don Mansueto e per Cappugi, mentre la concessione delle circostanze attenuanti avrebbe ridotto la pena di don Conforti a sei anni e due mesi.

Gabriella Bazzani Read the full article
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14 feb 2023 11:19
PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELL’ASTENSIONE BASTEREBBE AVERE CANDIDATI ALL’ALTEZZA – ROBERTO D’ALIMONTE: “È MOLTO PROBABILE CHE UNO DEI MOTIVI DELLA BASSA AFFLUENZA SIA CHE I CANDIDATI ERANO POCO GRADITI” – “IL CENTRODESTRA HA VINTO MA NON È ANDATO MEGLIO DELLE ULTIME POLITICHE. QUESTA È UNA LETTURA SBAGLIATA DEL VOTO. PROPRIO PERCHÉ SONO POCHI GLI ELETTORI ANDATI A VOTARE SONO ANCHE RELATIVAMENTE POCHI GLI ELETTORI CHE HANNO VOTATO I PARTITI DEL CENTRODESTRA. CHI ESCE MALE DA QUESTO VOTO È IL TERZO POLO”
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1. CHE COSA HA CAUSATO L’ASTENSIONE RECORD
Estratto dell’articolo di Roberto D’Alimonte per “il Sole 24 Ore”
Non c’è stata nessuna sorpresa. L’esito del voto in Lombardia e Lazio è stato quello ampiamente previsto da mesi. […] La sorpresa viene invece dal dato sulla partecipazione al voto. Era prevedibile che fosse più bassa rispetto a cinque anni fa ma non che fosse tanto bassa.
Eppure nemmeno questa è una novità assoluta. Nel 2014 in Emilia-Romagna […] si è recato alle urne per l’elezione del presidente della regione solo il 37,7% degli elettori. Un record negativo che nemmeno il dato di oggi scalfisce. […] Nelle elezioni successive, le politiche del 2018, in Emilia-Romagna la partecipazione al voto è tornata su livelli “normali” ; ha votato infatti il 78,3% degli elettori.
Il caso della Emilia-Romagna è particolarmente interessante perché evidenzia alcune delle ragioni responsabili per l’elevato livello di astensionismo delle elezioni di oggi. Con buona pace di Bonaccini, eletto allora presidente della regione e oggi candidato alla segreteria del Pd, in quella occasione gli elettori hanno disertato le urne perché l'offerta proposta, cioè i candidati, erano poco graditi.
È molto probabile che questo sia stato uno dei motivi della bassa affluenza in Lombardia e Lazio. A questo occorre aggiungere altri due elementi: l’assenza di temi coinvolgenti e la percezione diffusa che l’esito fosse scontato. Sommando a questi fattori contingenti le ben note cause strutturali che da tempo incidono sulla affluenza (debolezza dei partiti in primis) ne esce fuori un quadro caratterizzato da un astensionismo tendenzialmente crescente ma in parte intermittente. In altre parole si vota sempre di meno ma si vota anche selettivamente. […]
Con un astensionismo così alto occorre prudenza nell’analizzare questo risultato.
Il centrodestra ha vinto ma non è vero che sia andato meglio delle ultime politiche. Questa è una lettura sbagliata del voto. Proprio perché sono pochi gli elettori andati a votare sono anche relativamente pochi, rispetto alle politiche di settembre, gli elettori che hanno votato i partiti del centrodestra.
Ma in politica contano le percentuali. E questo spiega l’esultanza di Salvini che alle politiche aveva preso in Lombardia il 13,3 % e oggi, pur avendo ottenuto meno voti di allora, si ritrova con una percentuale più alta e soprattutto con un distacco da Fdi che nel 2022 era di quindici punti e oggi è diminuito.
E così Salvini si rafforza dentro il suo partito e in fondo anche Meloni si rafforza dentro il governo. Il suo risultato in Lombardia non è esaltante visto che alle politiche aveva preso il 28,5 % e oggi meno ma proprio per questo la convivenza con la Lega diventa meno problematica. […] il Pd ha dimostrato una sostanziale tenuta e il M5s ha confermato di essere sempre più un partito meridionale.
Chi esce male da questo voto è il terzo polo. […] Aver ottenuto meno del 10% con una candidatura di prestigio come quella di Letizia Moratti deve far riflettere. In una competizione, come quella delle regionali, in cui la sfida è prendere un voto in più degli avversari è difficile attirare consensi se non si è percepiti come competitivi. […]
Nel centrosinistra resta aperto il problema delle alleanze. Per quanto limitato, il test di oggi dice che non basta una coalizione Pd-M5s o Pd -Azione/Italia viva per essere competitivi nei confronti di un centro-destra unito. […]
2. IL PARTITO DELL'ASTENSIONE È MAGGIORANZA ASSOLUTA A ROMA VOTA SOLO UNO SU 3
Estratto dell’articolo di Giovanni Diamanti per “il Messaggero”
Il voto regionale in Lazio e Lombardia è stato netto, più del previsto, e ha chiaramente premiato il centrodestra a guida Fratelli d'Italia. Non può essere archiviato come "voto locale": in primo luogo perché le elezioni regionali sono un voto più politico e meno amministrativo rispetto alle comunali, e in secondo luogo perché si tratta delle prime due regioni italiane per numero di abitanti, con la capitale politica e la capitale economica a rappresentarne i capoluoghi.
Per queste stesse ragioni, tuttavia, il dato tragico di affluenza dovrebbe essere un segnale preoccupante per tutte le forze politiche, senza distinguo di sorta. Mai avevamo assistito a un voto regionale così poco partecipato: se la tendenza viene da lontano, i risultati di questa tornata elettorale sono particolarmente preoccupanti.
[…] Ad ogni modo, il dato dell'affluenza, pur aiutato dal voto in due giorni, dovrebbe allarmare chiunque. Nel Lazio, a fronte del 66,6% delle regionali scorse, quest'anno ha votato solo il 37,2%: il peggior dato di sempre.
L'affluenza è particolarmente negativa nella Capitale, dove regge un po' di più solo il voto nei primi tre municipi. E non va molto meglio in Lombardia: il 41,7% è il terzo peggior risultato di affluenza nella storia delle regionali in Italia, con picchi negativi a Mantova, Sondrio, Pavia, Varese. Solo pochi mesi fa, in occasione delle elezioni politiche, in Lombardia si era superato il 70% di affluenza, cinque anni si raggiunse il 73,1%.
Non si può dire che l'astensionismo abbia colpito solo una parte politica, considerando che i rapporti di forza rispetto al voto politico di pochi mesi fa non sembrano variare troppo: siamo di fronte a una disillusione politica dilagante e trasversale, che colpisce anche regioni con un tasso di affluenza al voto storicamente molto elevato.
[…] Il dato di partecipazione al voto complessivo è così basso che rende difficile qualunque analisi elettorale: gli astenuti non sono più solo il primo partito, ma la stragrande maggioranza dei cittadini. Con un simile livello di disaffezione, le elezioni diventano una sorta di sfida a motivare i propri elettori fidelizzati più che un rito democratico.
In conclusione, non è stato per Giorgia Meloni un voto di mid-term, ma una prova parziale avvenuta in una fase di "luna di miele" non ancora archiviata. Non c'è dubbio che sia stata brillantemente superata, ma un simile dato di affluenza dovrebbe lasciare l'amaro in bocca a tutti. Giovanni Diamanti
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