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Cagliari: Assegnazione contributi ad integrazione dei canoni di locazione 2024
Riapprovazione dell'avviso pubblico e proroga del termine per far pervenire le domande (esclusivamente online) sino alle ore 12 del 17 ottobre
Riapprovazione dell’avviso pubblico e proroga del termine per far pervenire le domande (esclusivamente online) sino alle ore 12 del 17 ottobre A seguito di precisazioni pervenute dalla Regione, è stato riapprovato l’avviso per l’erogazione dei Contributi ad integrazione del canone di locazione (art. 11 Legge 431/1998), annualità 2024. Per garantire la massima partecipazione da parte degli…
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"Senza identità nulla è possibile"
Diventa più che mai necessario sottolineare l'importanza di creare uno spirito identitario indispensabile per realizzare una rigenerazione urbana, che abbia le sue basi sull'inclusione anziché sulla contrapposizione.
Potremmo iniziare analizzando le caratteristiche e le peculiarità di ogni strada, rione e quartiere di Firenze, al fine di comprendere appieno l'identità della città nel suo insieme.
Dopo questa fase di analisi, si dovrebbe pensare a progetti che enfatizzino tali peculiarità e promuovano l'inclusione all'interno della comunità fiorentina, valutando tutte le ipotesi di coinvolgimento attivo dei residenti e delle parti interessate a questo processo.
Coinvolgere la comunità diventa il presupposto per rafforzare lo spirito identitario e garantire un più ampio coinvolgimento nei progetti di rigenerazione urbana.
Tra le possibili ipotesi utili per promuovere un maggiore senso di identità individuale inclusiva, il ricercare le origini dei nomi delle strade, dei rioni e dei quartieri con le rispettive originarie vocazioni diviene un affascinante modo per riscoprire la storia e l'identità di Firenze.
Integrare queste storie nelle iniziative di rigenerazione urbana aiuta a rafforzare il legame tra i residenti e il loro ambiente circostante.
Riguardo alla identificazione dei quartieri il recupero e il rafforzamento della denominazione degli stessi per colore, potrebbe essere un modo tangibile per caratterizzare e distinguere le zone della città, oltre ad evocare un'associazione con le rispettive tradizioni tipiche locali.
Il piano casa/lavoro, lavoro/casa che chiameremo "Uscio e Bottega", potrebbe sicuramente promuovere l'integrazione delle attività lavorative e residenziali all'interno della città.
Questo approccio favorirebbe uno sviluppo urbano più sostenibile e contribuirebbe a rivitalizzare le comunità locali, oltre a contenere e limitare i costi,
i disagi e l'inquinamento dovuti al pendolarismo.
È necessario pensare a iniziative specifiche per agevolare questo tipo di abbinamento tra residenza e attività lavorativa, magari offrendo opportunità di finanziamento o semplificando gli adempimenti burocratici per chi desidera aderire a questo modello.
Un piano casa mirato a sostenere coloro che svolgono attività lavorative nel centro città richiede, ovviamente, il coinvolgimento attivo dell'amministrazione comunale.
Si dovrebbero concretamente considerare iniziative per la ristrutturazione degli alloggi esistenti, piani di finanziamento integrativo per gli affitti o il supporto per l'accesso ai mutui.
Inoltre, sarebbe indispensabile valutare le modalità per facilitare l'accesso a spazi adeguati per le attività lavorative.
Questo tipo di progetto richiede un'analisi approfondita delle esigenze e delle sfide specifiche del contesto fiorentino, oltre a un piano dettagliato per l'attuazione e il finanziamento.
È assolutamente necessario un censimento dettagliato degli immobili potenzialmente idonei per il piano casa e ciò rappresenta la condizione propedeutica, il passo fondamentale.
Questo consentirebbe di valutare con precisione le risorse disponibili e le condizioni degli immobili stessi.
Inoltre, un'analisi delle persone coinvolte nelle attività lavorative svolte in centro sarebbe essenziale per comprendere appieno le esigenze della comunità e per garantire un piano efficace e adattato al contesto locale.
I dati raccolti ci fornirebbero una base solida per la progettazione e l'implementazione di iniziative mirate a sostenere coloro che vivono e lavorano nel centro di Firenze.
Per procedere con questa fase di censimento e analisi in modo efficace e partecipativo è indispensabile la stesura di un preliminare di progetto di prefattibilità per la riorganizzazione della città di Firenze, che includa i seguenti punti :
1. Valutazione del flusso turistico: Comprendere dove e quando si verificano i picchi di concentrazione dei visitatori attraverso l'analisi di dati già esistenti o la raccolta di nuovi dati.
2. Tecnologia e Gestione delle Folle: Implementare soluzioni tecnologiche, come app mobili e segnaletica intelligente, per indirizzare i flussi turistici verso aree meno congestionate, distribuendo equamente il carico di visitatori.
3. Valorizzazione dello Spazio Pubblico: Identificare e migliorare gli spazi pubblici inutilizzati o poco frequentati, trasformandoli in attrattive culturali o punti di interesse per turisti e comunità locale.
4. Miglioramento dell'Esperienza di Visita: Sviluppare contenuti digitali interattivi, come realtà aumentata o percorsi tematici, che arricchiscano la conoscenza storico-culturale di Firenze e rendano l'esperienza più immersiva.
5. Programma di Accoglienza: Formare il personale addetto al turismo e i cittadini su come accogliere e informare i turisti, enfatizzando il ruolo di ambasciatori della cultura locale.
6. Rivitalizzazione del Centro Storico: Progettare incentivi per incoraggiare i residenti a vivere nel centro storico, come agevolazioni fiscali e finanziamenti per la ristrutturazione delle abitazioni, per meglio armonizzare il rapporto tra gli ospiti temporanei della città e la popolazione locale residente.
7. Sostenibilità e Preservazione: Assicurare che ogni intervento rispetti l'integrità del patrimonio culturale e sia eco-sostenibile, per garantire un impatto ambientale e visivo minimo.
8. Collaborazione con gli Stakeholder Locali: Coinvolgere le comunità locali, gli imprenditori e le istituzioni culturali nel processo di pianificazione e decisione, per assicurare che il piano sia bilanciato e inclusivo.
9. Pianificazione e Fasi di Implementazione: Definire un piano d'azione dettagliato con fasi progressive che includano studi di impatto, progettazione d'interventi, piloti iniziali, valutazioni e regolazioni continue.
10. Monitoraggio e Feedback Continuo : Stabilire un sistema per monitorare l'efficacia delle strategie implementate e per ricevere feedback sia da parte dei turisti che dei residenti, consentendo aggiustamenti dinamici al progetto.
Questo preliminare di progetto di prefattibilità dovrebbe essere incentrato su un approccio integrato che tenga conto sia delle necessità dei turisti sia della qualità della vita dei residenti, mirando a un turismo sostenibile e a lungo termine che valorizzi e preservi l'unicità e la storicità di Firenze, Città delle Arti per antonomasia.
Riccardo Rescio
Presidente "Assaggia l'Italia ApS"
Associazione di Promozione Sociale (no profit)
Credito immagine
https://contestituristici.it/chi-siamo-lidentita-personale-sta-cambiando/
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Investire in Immobili
INDICEInvestimenti Immobiliari Conviene comprare una casa nel 2023? Costi dell'investimento immobiliare Investire in immobili conviene? Investire in immobili con pochi soldi Meglio avere Immobili o liquidi? Dal punto di vista economico per investire in immobili si tratta dell'allocazione di capitale in beni immobili con l'obiettivo di generare un rendimento finanziario attraverso l'apprezzamento del valore dell'immobile, i flussi di cassa derivanti da affitti o entrambi. Questo tipo di investimento è spesso valutato attraverso metriche come il rendimento sugli investimenti (ROI), il tasso interno di rendimento (IRR) e il rapporto prezzo-reddito. Dal punto di vista della gestione del rischio, investire in immobili è considerato un modo per diversificare un portafoglio di investimenti, riducendo la volatilità complessiva del portafoglio. Gli immobili tendono a essere meno correlati con altri asset come azioni e obbligazioni, il che può fornire un effetto di ammortizzazione durante i periodi di instabilità del mercato. Nel contesto di "fare soldi online," investire in immobili può essere fatto attraverso piattaforme di crowdfunding immobiliare, acquisto e vendita di beni immobili online, o gestione di proprietà in affitto attraverso piattaforme online. Le fonti per queste informazioni includono "Real Estate Finance and Investments" di William Brueggeman e Jeffrey Fisher per le metriche finanziarie come ROI e IRR, e "Portfolio Management" di Robert A. Strong per la diversificazione del portafoglio e la gestione del rischio.
Investimenti Immobiliari
Gli investimenti immobiliari sono una forma di investimento altamente considerata che offre opportunità per generare reddito e costruire ricchezza nel lungo termine. Dal punto di vista economico, investire in immobili implica l'allocazione di capitale in beni come proprietà residenziali, commerciali o attraverso fondi immobiliari noti come REIT. Questi investimenti sono spesso valutati utilizzando metriche finanziarie come il rendimento sugli investimenti (ROI), il tasso interno di rendimento (IRR), il cash on cash return e il rapporto prezzo/reddito. Queste metriche aiutano gli investitori a comprendere il potenziale rendimento e la redditività di un investimento immobiliare. Oltre all'aspetto economico, gli investimenti immobiliari sono anche visti come un efficace strumento di gestione del rischio. Essi offrono la possibilità di diversificare un portafoglio di investimenti, riducendo così la volatilità complessiva. Questo è particolarmente utile perché gli immobili tendono a essere meno correlati con altri tipi di asset, come azioni e obbligazioni, fornendo un effetto di ammortizzazione durante i periodi di instabilità del mercato. Nel contesto moderno di "fare soldi online," gli investimenti immobiliari hanno trovato nuove vie attraverso piattaforme digitali. Ad esempio, il crowdfunding immobiliare permette agli investitori di contribuire a progetti immobiliari con somme di denaro relativamente piccole, mentre le piattaforme di locazione online facilitano la gestione di proprietà in affitto, rendendo tutto il processo più efficiente e redditizio. Le informazioni presentate sono supportate da fonti accademiche e di settore, tra cui "Real Estate Finance and Investments" di William Brueggeman e Jeffrey Fisher per le metriche finanziarie, e "Portfolio Management" di Robert A. Strong per la diversificazione del portafoglio e la gestione del rischio. In sintesi, gli investimenti immobiliari offrono un'ampia gamma di opportunità e strategie che possono beneficiare sia gli investitori novizi che quelli più esperti. Ecco un video che spiega come investire in immobili https://youtu.be/qprxO6x4etU
Conviene comprare una casa nel 2023?
La decisione di acquistare una casa nel 2023 è un argomento dibattuto e le opinioni variano. Secondo un sondaggio di Fannie Mae, l'84% degli intervistati a settembre ha dichiarato che ora è un brutto momento per acquistare una casa, mentre solo il 16% credeva che fosse un buon momento Fonte: MSN.com. Tuttavia, una ricerca di TD Bank ha rilevato che molti americani che pianificano di acquistare la loro prima casa nel 2023 sono ottimisti nonostante le fluttuazioni dei costi abitativi Fonte: Miami Herald.com Alcuni esperti, come Dave Ramsey, sostengono che questo è ancora un buon momento per acquistare una casa, sebbene i prezzi possano essere leggermente più alti rispetto a qualche mese fa Inoltre, il costo medio mensile per acquistare una casa per principianti è aumentato del 21% in 47 aree metropolitane e gli affitti erano $483 più alti rispetto all'anno precedente Fonte: MSN.com.
Costi dell'investimento immobiliare
Gli investimenti immobiliari implicano una varietà di costi che vanno oltre il semplice prezzo di acquisto. Inizialmente, gli investitori devono affrontare un acconto, che è generalmente tra il 10% e il 20% del prezzo totale, oltre a tasse di chiusura che variano dal 2% al 5% del prezzo di acquisto. Altri costi iniziali includono spese per ispezione e valutazione, che possono variare da $300 a $1,000, e commissioni di intermediazione pagate all'agente immobiliare. Una volta acquistata la proprietà, ci sono costi ricorrenti come i pagamenti del mutuo, tasse sulla proprietà, assicurazione sulla proprietà e costi di manutenzione e riparazioni. Se si utilizza una società di gestione, i costi possono variare dall'8% al 12% del reddito da affitto mensile. Inoltre, ci sono costi variabili come rinnovamenti e utilità, oltre a tasse di vendita se si decide di vendere la proprietà. Nel contesto di "fare soldi online," molti di questi costi possono essere gestiti attraverso piattaforme digitali, come servizi di pagamento di affitto o software di gestione della proprietà. Le fonti per queste informazioni includono "The Book on Rental Property Investing" di Brandon Turner per una panoramica dei costi e "Investing in Real Estate" di Gary W. Eldred per dettagli su costi variabili e ricorrenti. Avere una comprensione completa dei costi è cruciale per calcolare il rendimento effettivo e per una gestione efficace del rischio.
Investire in immobili conviene?
Investire in immobili è una strategia che presenta sia vantaggi che svantaggi, e la sua convenienza dipende da vari fattori. Tra i vantaggi, gli immobili possono fornire un flusso di cassa costante attraverso gli affitti, apprezzamento del capitale nel tempo, e offrono un'opportunità per la diversificazione del portafoglio. In altre parole, "investire nel mattone" può essere una mossa finanziaria solida se gestita correttamente. Tuttavia, ci sono anche svantaggi come costi elevati iniziali e ricorrenti, minore liquidità rispetto ad altri investimenti come azioni e obbligazioni, e la necessità di una gestione del tempo attiva. Il rischio di mercato, dovuto a fattori economici e di mercato, è un altro elemento da considerare. Nel contesto di "fare soldi online," la gestione degli investimenti immobiliari può essere semplificata attraverso l'uso di piattaforme di crowdfunding immobiliare e servizi di gestione della proprietà online. Le fonti per queste informazioni includono "The Book on Rental Property Investing" di Brandon Turner per una panoramica dei costi e dei rendimenti, e "Investing in Real Estate" di Gary W. Eldred per dettagli su costi e rischi. In sintesi, mentre gli investimenti immobiliari possono offrire rendimenti solidi, è fondamentale fare una ricerca approfondita e considerare tutti i fattori coinvolti. Ecco qui sotto una tabella con i vantaggi e gli svantaggi di investire in immobili Vantaggi e Svantaggi di Investire in Immobili Vantaggi Svantaggi Flusso di Cassa Costante Costi Elevati Iniziali Apprezzamento del Capitale Minore Liquidità Diversificazione del Portafoglio Gestione del Tempo Leverage Finanziario Rischio di Mercato
Investire in immobili con pochi soldi
Investire in immobili con un budget limitato è assolutamente fattibile grazie a diverse strategie e tecniche specifiche. Una delle opzioni più accessibili è il crowdfunding immobiliare, che attraverso piattaforme come Fundrise o RealtyMogul, permette investimenti a partire da somme anche molto basse, come $500. Un'altra opzione sono i REIT (Real Estate Investment Trusts), fondi che investono in immobili e che sono negoziati in borsa, offrendo un modo per diversificare il portafoglio con un investimento minimo. La proprietà condivisa è un'alternativa, dove si può acquistare una proprietà in partnership con amici o familiari per ridurre il capitale necessario. Le opzioni di locazione, o "Lease Options," permettono di affittare una proprietà con l'opzione di acquistarla successivamente, spesso a un prezzo prefissato. Il "House Hacking," ovvero l'acquisto di una proprietà multi-familiare per viverci e affittare le altre unità, è un altro modo per ridurre o eliminare i costi di alloggio. Infine, l'acquisto di terreni può essere un punto di partenza meno costoso. Nel contesto di "fare soldi online," il crowdfunding immobiliare e gli REIT sono particolarmente interessanti, in quanto permettono una gestione completamente online dell'investimento. Le fonti per queste strategie includono "The Book on Investing in Real Estate with No (and Low) Money Down" di Brandon Turner e "Real Estate Crowdfunding Explained" di Salvador Briggman. In sintesi, anche con un budget limitato, esistono diverse vie per investire in immobili, ma è fondamentale fare una ricerca approfondita e, se possibile, consultare un consulente finanziario
Meglio avere Immobili o liquidi?
La scelta tra investire in immobili o mantenere liquidità è una decisione complessa che dipende da variabili come gli obiettivi finanziari, la tolleranza al rischio e il contesto economico. Gli immobili offrono vantaggi come un potenziale rendimento elevato attraverso l'apprezzamento del capitale e gli affitti, la diversificazione del portafoglio e la possibilità di utilizzare la leva finanziaria per aumentare i rendimenti. Tuttavia, sono generalmente meno liquidi e richiedono un impegno di capitale più significativo. D'altra parte, mantenere liquidità offre flessibilità, permettendo di capitalizzare su nuove opportunità di investimento e fornendo una rete di sicurezza in tempi di incertezza economica. Tuttavia, la liquidità è spesso associata a rendimenti più bassi e all'erosione del valore dovuta all'inflazione. Nel contesto di "fare soldi online," gli immobili possono essere gestiti attraverso piattaforme online, mentre la liquidità può essere utilizzata per investire in opportunità online come il trading di azioni o criptovalute. Read the full article
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Sassari, presentazione del progetto ex Turritania
Sassari, presentazione del progetto ex Turritania. Diciotto appartamenti da destinare ad altrettante famiglie, con spazi comuni e polivalenti di quartiere, tra cui giochi per i piccoli, palestra, sala studio, un giardinetto, sedi per associazioni e molto altro. È il futuro dell’ex Turritania, che inizia a muovere i suoi passi per diventare realtà. Tutti i particolari del progetto sono stati presentati il 30 dicembre, durante la conferenza stampa di fine anno del sindaco Nanni Campus e di tutta la Giunta. L’Amministrazione comunale, nell’ambito del programma PinQuA (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare), intende infatti destinare l’edificio a edilizia abitativa, con l’obiettivo di riqualificare e ripopolare il centro storico. Il futuro dell’ex hotel si inserisce in una visione più ampia che interessa tutto il quartiere, con un intervento di housing sociale diffuso nel perimetro della antica città murata, attraverso il recupero di un insieme di immobili attualmente in stato di abbandono e di degrado. L’obiettivo è rispondere alle esigenze urgenti e pressanti di rinnovo urbano e sociale di questa parte della città e contemporaneamente cercare di dare una risposta all’emergenza abitativa, con nuove residenze destinate ad affitti calmierati, rivolte a quelle categorie sociali intermedie che non riescono a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato per ragioni economiche o per assenza di un’offerta adeguata, e che non hanno i requisiti per l’assegnazione di alloggi pubblici. Tale categoria comprende un’ampia fascia della popolazione: giovani coppie a basso reddito, famiglie mono-genitore, anziani, studenti, impiegati fuori sede, immigrati. L’importo su cui può contare il Comune è di oltre 5.550.000 euro, a cui si aggiunge un bonus del 20 percento, ottenuto grazie alla celerità con cui l’Amministrazione ha dato l’avvio all’iter per far partire l’appalto. Secondo le regole del Pnrr, avviando la procedura entro il 31 dicembre è possibile godere di questo ulteriore benefit, che porta così il budget totale a oltre 6 milioni e mezzo. L’Amministrazione aveva affidato allo studio associato Mossa De Rosa l’esecuzione del progetto di fattibilità tecnico-economica, sulla base del quale ha potuto bandire la gara d’appalto secondo la procedura dell’appalto integrato complesso. Questo prevede che l’impresa aggiudicataria dovrà completare l’iter progettuale, per poi procedere con i lavori. Per poter usufruire di questo iter più snello era necessario partire entro la fine del 2022. Nei giorni scorsi sono state trasmesse le lettere di invito a operatori economici che ora hanno tempo fino a metà marzo per presentare le loro proposte. Il progetto l progetto riqualifica l’edificio e lo adegua alla nuova destinazione d’uso residenziale e alle esigenze contemporanee dell’abitare, nel pieno rispetto delle caratteristiche originarie e con la necessaria attenzione alla collocazione particolarmente sensibile dell’immobile tra importanti edifici storici, centro visuale della prospettiva dal lungo corso Vittorio Emanuele e quinta scenica lungo il percorso dei Candelieri. Sulla facciata di ingresso, per abbattere le barriere architettoniche, uno dei due piani ai lati dell’ingresso sarà sostituito da una rampa inclinata, mantenendo la particolare articolazione della scala a doppia rampa con pareti rettilinee o leggermente curve, intonacate o in pietra a vista. La parete trapezoidale che delimita le rampe di scale di accesso dalla piazza Sant’Antonio sarà rivestita con lastre di trachite simili a quelle che formano l’attuale zoccolatura, e saranno ripristinate le piccole fioriere originali ora danneggiate. Sulle altre tre pareti, non caratterizzate architettonicamente dalla maglia quadrata a rilievo ai piani della seconda fase di completamento, alcune delle aperture saranno ampliate verticalmente e trasformate in portefinestre, con il duplice obiettivo di aumentare la superficie finestrata per gli ambienti residenziali e di frammentare la composizione ora eccessivamente compatta e ripetitiva. Il progetto prevede la realizzazione sulla copertura piana, di un tetto-giardino, con sistemazione a verde di gran parte della superficie perimetrale mentre al centro e sul retro si realizzerà un’area pavimentata, coperta da una pergola con moduli fotovoltaici semitrasparenti che, oltre al pregio estetico, hanno il vantaggio di far filtrare la luce naturale nello spazio sottostante, realizzando in tal modo una veranda luminosa e contemporaneamente ombreggiata in grado di garantire protezione dalle intemperie per l’ampia area di soggiorno all’aperto a disposizione dei residenti. Anche il cortiletto interno al piano primo, vicino allo spazio gioco, sarà sistemato con sedute intorno a due fioriere in cui saranno piantate due piante di limone per offrire ai residenti un’ulteriore area di incontro all’aperto. La distribuzione interna ai vari piani è stata invece radicalmente ridisegnata, con esclusione del piano interrato con gli ambienti con volte a crociera o a botte, che saranno conservati nella configurazione originaria. Al piano rialzato e ai piani superiori si prevede la demolizione delle pareti divisorie e la ricostruzione secondo il nuovo disegno che prevede la creazione di diciotto unità immobiliari, costituite da due, tre o quattro vani più servizi, per circa cinquantaquattro residenti. Al piano seminterrato e al piano rialzato sono previsti i servizi integrativi per l’abitare e servizi urbani. Ci saranno locali comuni e spazi polivalenti di quartiere, uno spazio conferenze-riunioni, un ufficio, officine per la casa e sedi di associazioni, palestra e gioco bimbi, uno spazio studio, e una cucina condivisa. Gli alloggi saranno realizzati al primo, secondo e terzo piano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Locazioni: contributo per i proprietari che scontano i canoni di affitto residenziali del 50% #affitto #bonus #fiscogenova #agenziadelleentrate #contratto #fondoperduto #2021 #immobili E riconosciuto un contributo a fondo perduto pari al 50% per i locatori che applicano uno sconto sul canone di locazione per immobili residenziali. Nel Decreto Ristori quater dovrebbe essere inserito il "Fondo per la sostenibilità del pagamento degli affitti di unità immobiliari residenziali” L’agevolazione per il 2021 consiste in questo: - al locatore di immobile ad uso abitativo - ubicato in un comune ad alta tensione abitativa, che costituisca l'abitazione principale del locatario - che riduca il canone del contratto di locazione - è riconosciuto un contributo a fondo perduto pari al 50% della riduzione del canone - entro il limite massimo annuo di 1.200 euro per singolo locatore Per rendere il tutto valido il locatore dovrà fare la comunicazione telematica all'AdE la rinegoziazione del canone. https://www.facebook.com/commercialistagenovaromano (presso Studio Commercialista Romano Sabrina) https://www.instagram.com/p/CJn7qpppF7-/?igshid=i3pt62m7q1mz
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22 apr 2020 13:12
I RAS DELLE RSA - DITE A SAVIANO DI PRENDERE APPUNTI SU CHI COMANDA LA SANITÀ LOMBARDA: DE BENEDETTI, ANGELUCCI, BLASONI (ACCUSATO DI TRUFFA AGGRAVATA). UN BUSINESS CHE FINO AL DISASTRO CORONAVIRUS ERA POCO RISCHIOSO E ASSAI REDDITIZIO, TANTO DA PORTARE IN ITALIA ANCHE I BIG QUOTATI DALLA FRANCIA
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Nicola Borzi per il “Fatto quotidiano”
Gli esperti la chiamano "economia d' argento", perifrasi consolatoria che indica il business costruito sugli anziani. L' Italia, che nel 2017 era il secondo Paese più âgée del mondo dopo il Giappone con il 29,4% della popolazione oltre i 60 anni, 17,43 milioni di persone, nel 2050 ne avrà 22,2 milioni, il 40,3%. Secondo una ricerca di Pio De Gregorio di Ubi Banca, nel 2035 gli anziani non autosufficienti in Italia saranno circa 560mila e la domanda di posti letto nelle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) crescerà tra le 206mila e le 341mila unità che richiederanno un investimento tra 14,4 e 23,8 miliardi.
Il settore fa gola perché le Rsa sono un investimento "assicurato" e assai redditizio. Ecco perché, anche se a oggi valgono solo un quinto dell' offerta complessiva, i gruppi privati stanno investendo grandi somme sia per creare nuove strutture che per acquistare concorrenti: i principali player sono Kos del gruppo Cir (De Benedetti), Tosinvest (Angelucci), Sereni Orizzonti della famiglia friulana Blasoni, ma dalla Francia sono già arrivati i giganti quotati Korian e Orpea.
Da circa 15 anni l' Europa e il Canada hanno seguito gli Usa nella privatizzazione delle case per anziani.
I governi hanno incoraggiato gli operatori privati attraverso i meccanismi di accreditamento. In Italia a fine 2017 nelle Rsa e Rsd (residenze per disabili) operavano 1.271 imprese, 702 delle quali private e profit, ma i quattro quinti del settore sono gestiti da istituzioni pubbliche e Onlus. L' offerta dei privati profit però è in costante crescita, trainata da rette mensili medie molto più alte di quelle del non profit poiché contengono la quota alberghiera.
La retta sanitaria a copertura pubblica, che "pesa" tra il 30 e il 50% della retta totale, varia a livello regionale e vale dai 29 ai 64 euro al giorno.
Tra gli operatori italiani delle Rsa svetta Kos del gruppo Cir con il marchio "Anni Azzurri". Gestisce 77 strutture in 10 regioni italiane, in Gran Bretagna e in India per oltre 7.300 posti letto: 48 Rsa, 12 centri di riabilitazione, 11 comunità terapeutiche psichiatriche, quattro cliniche psichiatriche, due ospedali, 24 sedi centri diagnostici e terapeutici, 23 centri ambulatoriali. Kos dà lavoro a oltre 6.400 persone, fattura 550 milioni e ha acquisito da poco la tedesca Charleston (48 Rsa, 4.200 posti, 3.800 dipendenti).
I dati della Tosinvest della famiglia Angelucci, che conta alcune decine di Rsa col marchio San Raffaele, non sono noti a livello consolidato perché schermati dietro una holding lussemburghesi. Sereni Orizzonti (il cui fondatore Massimo Blasoni, arrestato a ottobre e tornato libero a gennaio, è accusato di truffa aggravata al Ssn proprio un' inchiesta sulle Rsa) tra Italia, Germania e Spagna ha 80 strutture con 5.600 posti letto e fattura 200 milioni (+150% in quattro anni), sta realizzando una ventina di nuove Rsa per 2.400 posti in cinque regioni con un investimento di 180 milioni e punta 30 milioni per acquisizioni in Ue.
Tra gli operatori esteri, dopo la fusione dell' agosto 2016 con la Aetas del gruppo Definancements, oggi il gruppo francese Korian in Italia conta 44 Rsa con circa 4.800 posti letto, otto centri diurni, 110 appartamenti per anziani con 200 posti letto, 12 case di cura riabilitative per 1.200 posti letto, tre servizi post acuzie, 19 centri ambulatoriali e diagnostici, tre comunità psichiatriche (65 posti), tre centri residenziali per disabili (200 posti) e due hospice. Il gruppo nel 2019 nel mondo aveva oltre 82.600 posti letto in 600 strutture, ricavi per 3,6 miliardi (+8,3% annuo), un utile netto di 136 milioni (+10,4%), con 353 milioni investiti nell' acquisto di 20 strutture e un portafoglio immobiliare di oltre 2 miliardi.
Grazie alle acquisizioni, in Italia i suoi ricavi sono cresciuti del 9,3% e i clienti sono aumentati del 150% in tre anni. L' altro gigante è la francese Orpea , primo operatore mondiale con 96.577 posti letto autorizzati in 950 strutture di 14 Paesi tra Europa, Cina e Brasile. In Italia possiede 18 strutture, 1.980 posti letto e 1.422 collaboratori tra Rsa e cliniche di riabilitazione in Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto e Sardegna. A livello consolidato nel 2019 ha realizzato un fatturato di 3,74 miliardi (+9,4%) e un utile netto di 245,9 milioni (+11,6%). Ha da poco acquisito le olandesi September e Allerzorg e la tedesca Axion con un portafoglio immobiliare da oltre 6 miliardi.
Proprio gli immobili delle Rsa, grazie agli affitti garantiti da rette sostenute dal settore pubblico, ingolosiscono la finanza che dal 2006 vi ha investito un miliardo. In Italia una ventina di Sgr e Sicaf hanno in portafoglio strutture sanitarie, tra cui 50 Rsa per circa 5.600 posti letto inserite in 21 fondi immobiliari. Secondo Il Sole 24 Ore a comprare c' è la Zaffiro del gruppo Mittel che ha preso sei immobili di Rsa già operative e punta ad acquisti per 120 milioni nei prossimi anni.
Il Fondo innovazione salute di Cattolica Assicurazioni , gestito da Savills Investment Management, punta a comprare 10 Rsa per 800 posti letto investendo 150 milioni. Ream Sgr (fondi Geras) sta facendo acquisizioni e ha 1.300 posti letto di Rsa in portafoglio. Il motivo è semplice: l' affitto di immobili alle Rsa genera rendimenti medi lordi annuali tra il 6 e il 7,5% l' anno.
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Solo Affitti Cosa succederà al mercato immobiliare dopo l’epidemia?
Compravendite, affitti brevi e locazioni residenziali: il punto di Solo Affitti sul futuro del mercato immobiliare, una volta terminata l'emergenza sanitaria
La crisi sanitaria che da giorni tiene in apprensione il nostro paese avrà importanti conseguenze anche sulla nostra economia. L’effetto immediato e più evidente è la chiusura di tante attività: negozi, uffici e attività produttive cui è imposto lo stop all’operatività dai provvedimenti del governo. Ma è facile prevedere che le conseguenze di questo fermo produttivo si faranno sentire anche una volta che sarà passata l’emergenza sanitaria: ci saranno contraccolpi psicologici che cambieranno le scelte di acquisto degli italiani, così come ripercussioni economiche, anche molto serie, per le imprese e i lavoratori più colpiti dall’emergenza. Il mercato immobiliare non sarà immune da questi assestamenti: vediamo gli effetti più probabili dell’emergenza Coronavirus sulle compravendite, sulle locazioni brevi e sugli affitti abitativi.
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IN ATTESA DELLE ELEZIONI! 🤔 Vi sembrerà strano, ma in attesa delle prossime elezioni politiche tutto il fermento immobiliare che ha contraddistinto la compravendita nel 2018 si è "improvvisamente attenuato" - si fa per dire! 😎 In controtendenza, invece, il mercato degli affitti residenziali. 🤗 Bilocali arredati i più ricercati; per loro non c'è "crisi", vanno via come il 🍞 (pane)... soprattutto se arredati. Ecco allora che il mercato delle locazioni si presenta saturo di richieste (persone che cercano) ma povero di proposte (proprietari che locano) 🤔 Così, i prezzi di affitto, per appartamenti piccoli e arredati ruotano attorno ai 500/550 euro/ mese a cui aggiungere spese condominiali e riscaldamento. 😱 Questo per dirti che, se sei proprietario di casa da affittare, forse è ora di puntare qualche soldino d'investimento se vuoi ottenere una rendita di tutto rispetto 💰💰💰 Certo, starai pensando: "bisogna vedere se ti pagano?!!" Per questo motivo ti scrivo... non credere a me chiedilo direttamente ai nostri clienti... ad esempio: alla sig.ra Raffaella - proprietaria di un bilocale in via Thesauro a Torino - 550 €/mese; oppure a Elena e Gianfranco - proprietari di un bilocale in via Ventimiglia a Torino - 500 €/mese; o alla sig.ra Letizia proprietaria di un bilocale in via Giusti a Nichelino - 450 €/mese; oppure a Giulia proprietaria di un bilocale a Moncalieri da 600 euro/mese... I risultati raggiunti da queste persone sono reali, tangibili e dimostrabili... E con un pizzico di vanto e molto orgoglio sono anche merito mio, Ateleon Valore Immobiliare. Loro hanno creduto in me, nei miei consigli ed hanno trovato l'inquilino perfetto... 😍 Ma poiché questo è verificabile solo dopo aver stipulato il contratto di locazione in prima istanza hanno ricevuto garanzie di affidabilità attraverso controlli specifici sui candidati conduttori, quali: protesti e pregiudizievoli, affidabilità finanziaria e reddito certo... prima della sottoscrizione del contratto. Ho provveduto a rassicurarli ulteriormente proponendo alternative al semplice deposito cauzionale quali: la tutela legale o la tutela affitti. Perché è questo il mio lavoro ed è quello che facc (presso Moncalieri) https://www.instagram.com/p/Bxt9ZDhIxS8/?igshid=smp32vqq2xn
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Da quando il mondo è finito qualche settimana fa
Intervista collettiva realizzata attraverso il programma radiofonico Counter Power Radio Hour su WDBX radio di Carbondale, Illinois, Stati Uniti il 31.3.2020
Questa è Counter Power Radio Hour e oggi abbiamo una puntata speciale perché siamo in collegamento con un po' di gente da tutto il paese per parlare di questa pandemia e della possibilità di organizzarsi. Oltre al mio co-host Matt abbiamo ospiti Frances, Kye e Walter. Volete presentarvi, dire da dove venite e la situazione intorno a voi?
Frances:
Sono isolata, mi sto isolando come molte persone: sono in una piccola città del sud, ho perso il lavoro e non so come trovare le risorse per il prossimo futuro, questa cosa mi spaventa un po'. Scorrendo la mia bacheca Instagram ho visto queste, per così dire, dichiarazioni della gente su cosa sia essenziale in questo momento per la sopravvivenza. Sono venuti fuori i cinque punti, le cinque richieste per sopravvivere al covid-19, e dando un'occhiata a chi discuteva di ciò mi sono accorta che molti discorsi vertevano sul non pagare l'affitto, o congelare l'affitto, fino allo sciopero dell'affitto. Ho notato come questa piattaforma, che sembrava uscita dal nulla, ha in effetti come base il sito 5demands.global e come la gente abbia cominciato ad organizzarsi, sia perché costretta a farlo, sia perché ha voglia di farlo in supporto a tutti coloro che non hanno la possibilità economica di pagare. Ci sono un sacco di suggerimenti/indicazioni su questo sito.
Kye:
Al momento sono in quarantena nel South West, in Arizona. Ho perso il lavoro, circa tre settimane fa, non posso fare la domanda per la disoccupazione perché prima non ho guadagnato abbastanza e non vedo alcuna prospettiva di fare qualcosa per guadagnare alcunché, e ciò mi spaventa molto. Mi sto organizzando e sto aiutando la mia famiglia e i miei amici che vivono ad Atlanta e ad Oakland, mettendoli in contatto con la gente che sta facendo lo sciopero dell'affitto in quelle città. Fino a poco tempo fa non sapevo cosa fosse un Rent Strike, lo sto imparando adesso ed è parte di un processo per la mia comunità.
Walter:
Abito nel nord est dello stato di Washington e proprio oggi io e i miei coinquilini abbiamo mandato una lettera al padrone di casa dicendo che non pagheremo l'affitto del mese di aprile perché non possiamo. Molti di noi hanno perso il lavoro quando il governatore ha chiuso con un decreto d'emergenza tutte le attività non essenziali. Un posto dove lavoravo tra l'altro ha chiuso prima e quindi ho perso due lavori di fila e non so se ho accesso alla disoccupazione. Stiamo iniziando ad organizzare lo sciopero dell'affitto con alcuni amici e vicini ed altra gente che vive in appartamenti nei complessi residenziali qui in zona. C'è molto fermento a riguardo. Dobbiamo organizzarci perché semplicemente la gente non ce la fa a pagare, ed è meglio se non paghiamo tutti insieme come una forza unita piuttosto che fallire da soli nel pagare l'affitto individualmente. In entrambi casi non paghiamo, giusto? Sono in quarantena in casa da due settimane perché una persona che vive con me sta male, quindi sto cercando di fare del mio meglio per lavorare da computer su questo progetto; sto inoltre collaborando al sito 5demands.global, c'è dell'ottimo materiale. Stiamo cercando di contattare anche i piccoli negozi che non riescono a pagare l'affitto per organizzarci con loro magari con una forma di autoriduzione collettiva da presentare ai proprietari dei locali. Direi quindi che stanno succedendo molte cose, pare che sia un momento molto interessante.
Ci sono stati molti dibattiti e molte attività da quando, beh da quando il mondo è finito qualche settimana fa, riguardo al mutuo appoggio: un concetto che nei circoli politici radicali si conosce, si pensa e si pratica da molto tempo, specialmente nelle ultime due decadi. Sempre di più nelle catastrofi la gente parla di ciò e di come una comunità si possa organizzare per rispondere ad una situazione di disastro. E di come spesso la vita migliori in queste circostanze: molte leggi e il concetto di proprietà privata che prima erano radicati spesso vengono gettati dalla finestra e le persone iniziano immediatamente a prendersi cura l'una dell'altra in un modo che ci fa stare bene. E' interessante come questo concetto stia in qualche modo esplodendo. Le comunità di tutto il mondo si stanno prendendo cura della gente, stanno cercando di capire come farlo con modalità nuove nel contesto del distanziamento sociale. E vi chiedo: cosa c’entra il concetto di Rent Strike col mutuo appoggio? Come vi risuona? È una cosa separata o vi è in relazione?
Frances:
Stavo giusto coordinando da lontano un progetto di mutuo appoggio, rispetto alla devastazione creata dal tornado che ha colpito Nashville poco prima dell'arrivo del covid-19; lavoravo col gruppo che raccoglieva gli aiuti, il cibo e aiutava la gente a ricostruire le case, quando il covid-19 ha iniziato a sussurrare la sua presenza in giro. Il gruppo immediatamente è passato a occuparsi direttamente dell'aiuto rispetto al covid-19, abbandonando l'ampia e lontana area di Nashville e focalizzandosi sul territorio locale, sviluppando modalità di intervento e di aiuto per la popolazione locale nel reperire gli aiuti di base come il disinfettante per mani, guanti, cibo e vestiti, rifugi per i senzatetto… e questo prima dell'iniziativa sui dormitori portata avanti a livello nazionale. Insomma, le necessità umane di base e tutto ciò per cui la gente si organizza per proteggere se stessi e gli altri dal covid-19.
In questo senso il Rent Strike è una tattica per mantenere la gente a casa e dare rifugio alla gente che effettivamente ne ha bisogno. Il mutuo appoggio connesso allo sciopero degli affitti non è quindi solamente un fatto basilare ma anche un sistema di supporto fondativo per chi è nei dormitori ed è anziano o immunodepresso e per chi non può più pagare e non vuole finire in mezzo ad una strada e rischiare di contrarre il virus. Il mutuo appoggio fornisce una sorta di esoscheletro che rinforza la casa come prima linea di difesa nell'immunità dal covid-19.
Molto interessante l'idea di un sistema immunitario che si estende al di fuori del tuo corpo. Kye, ne parlavamo prima dell'intervista, molta gente che ha già vissuto in condizioni difficili prima di questa crisi aveva già bisogno di molte di quelle cose che adesso si mettono in pratica...
Kye:
Esatto, e ciò mi riguarda in prima persona. Ho vissuto in un quartiere nero di Atlanta colpito fortemente dalla gentrificazione, per un po' di tempo tutte le conversazioni sui problemi relativi alla casa e la sicurezza dell'abitare vertevano su questo. Sono curioso di vedere se come movimento riusciremo a spingere il Rent Strike oltre questa emergenzialità della pandemia e a costruire un nuovo modo di abitare nel futuro.
Per concludere sul rapporto tra sciopero dell'affitto e mutuo appoggio volevo rivolgermi a Walter, perché una cosa che dicevi descrivendo la tua situazione è che c'è un potenziale nel fare ciò insieme, collettivamente: la componente della solidarietà...
Walter:
La solidarietà è complementare al modello del mutuo appoggio. Entrambi si riferiscono a come ci prendiamo cura di noi collettivamente e ci occupiamo delle nostre necessità piuttosto che rendere ognuno responsabile di fallire da solo. Ma anche questa sovrapposizione di mutuo appoggio e Rent Strike rende l'autorganizzazione molto più facile e possibile. Prima che la mia casa andasse in quarantena, quando questa pandemia si stava solo affacciando, andavamo in giro per il quartiere con dei volantini dicendo “ehi abbiamo delle risorse, questo è il mio numero, vogliamo fare una chat di quartiere, nel caso avessimo bisogno di condividere risorse e aiutare chi ne ha bisogno, o prendere frutta e verdura per chi è isolato o in quarantena.” Non avevamo nessuna rapporto con la gente del quartiere prima, nessuno era reattivo sulla questione. Poi tutt’a un tratto ci troviamo in un momento come questo in cui la gente realizza che si deve mettere insieme e ciò ci offre la possibilità di incontrarne molta altra. Degli amici in un altro quartiere hanno fatto la stessa cosa e nei discorsi di quartiere è saltato fuori “ehi cosa pensi di fare riguardo all'affitto? Hai abbastanza soldi per riuscire a pagare?” E così sono nate queste grandi discussioni sullo sciopero e sul prendersi cura di tutti, assicurarsi che si abbiano cibo e medicine, ma anche che ognuno abbia un tetto sulla testa. Credo quindi che questi due concetti siano complementari e che una delle cose più eccitanti, almeno per me, sia che è diventato tutto ad un tratto senso comune il fatto che tutti si debbono prendere cura di ognuno e del benessere collettivo nell'interesse di tutti.
Ora vorrei parlare del sito 5demands.global dove c'è un numero di telefono da chiamare per avere consigli su come costruire lo sciopero dell'affitto nel proprio quartiere. Ma è anche molto più di questo: ci danno la dimensione del discorso sanità gratuita, stop al lavoro, alle rate dei muti, ai debiti, libertà per i prigionieri, casa per tutti e tutte...
Frances e Walter fanno parte della rete di solidarietà che anima questo sito, volete parlarci di come il sito funziona da strumento organizzativo? Queste sono richieste che di solito si pongono a chi è al potere ma una lotta come quella del Rent Strike è anche un modo di implementare una di queste richieste.
Frances:
Uno dei nuovi strumenti che c'è nel sito è questa mappa del territorio nazionale dove si possono vedere i gruppi ed organizzarsi per il Rent Strike e i cinque punti: c'è appunto la possibilità di inserire i propri dati ed apparire su questa mappatura. Per esempio se sei in Oklahoma puoi cliccare sulla mappa e scoprire che c'è un gruppo, Rent Stike Tulsa, che si organizza a Tulsa, Oklahoma, e puoi trovarne i contatti. È ottimo il fatto che su questo sito puoi trovare tutto il materiale che ti serve se stai prendendo in considerazione di fare lo sciopero dell'affitto, passo dopo passo, con una sorta di cassetta degli attrezzi, ed è molto basico: se non avessi idea di cosa fosse una chiamata su Zoom o su Jitsi, Signal o Telegram ci sono tutte le informazioni. Il sito ha un approccio molto ampio, aperto a tutti, con infografiche molto chiare. E' un modo per la gente di collegarsi, essere connessi e costruire comunità, sento che ha aiutato pure me dal punto di vista del coraggio, perché sono stata molto isolata, e anche se non so se sarò in grado di sostenere lo sciopero da sola ad aprile, sembra che la situazione possa solo peggiorare a maggio e per allora probabilmente altra gente si unirà al bisogno di rendere sicuro l'abitare. Non mi sento sola e se ho delle domande rispondono molto velocemente.
Kye:
Voglio solo dire che ho mostrato il sito ad amici e familiari e che i cinque punti sono molto accessibili, li hanno trovati una fonte d'ispirazione per poter raggiungere i loro vicini. Ora non saprei il risultato di questo sforzo ma, insomma, anche per chi non è introdotto a questo tipo di linguaggio risulta molto chiaro, è un ottima piattaforma.
Walter:
Per parlare brevemente del sito devo dire che è uno strumento fantastico. Qui dove vivo abbiamo cominciato ad organizzarci riguardo alle iniziative per il Rent Strike, molte persone diverse fra loro hanno cominciato a stoccare risorse, molti sforzi erano raddoppiati, e poi è venuto fuori il sito e dicevamo “Ah cool! Vedi qua c’è proprio tutto". Vedere questa mappa riempirsi sempre più di posti e iniziative è utile e fonte d'ispirazione; ad oggi ne conto 32 in tutto il Nord America, ed è attivo solo da qualche giorno. Per risponderti riguardo al discorso dei cinque punti e l'organizzarsi intorno ad essi come richieste ma manifestando per essi allo stesso tempo: penso che siamo in questo buffo momento in cui accade tutto insieme, cose che un paio di settimane fa sembravano molto radicali adesso appaiono come senso comune. Possiamo finalmente dire, molto chiaramente e a tutti, che è ovvio che dovremmo avere la sanità gratuita per combattere con successo questa pandemia, è ovvio che la gente non dovrebbe andare nei posti di lavoro dove ci si trova esposti a molti altri, e non si dovrebbe andare a lavoro malati, perché ciò diffonderebbe il virus più velocemente, ancora più ovvio che chi è impossibilitato ad andare a lavoro, perché c'è un’ordinanza che chiude le attività e perché bisogna stare a casa, non dovrebbe pagare per le necessità di base, ancora più ovvio che le prigioni siano il più grande vettore di propagazione del virus e che mantenere le persone dentro, senza una protezione, è una condanna a morte. Che chi vive per strada dovrebbe avere un rifugio, e ci sono così tante case vuote negli Stati Uniti. E quindi c'è questa cosa buffa che questi punti sono presentati come domande ma è anche molto chiaro che il governo federale e gli stati non stanno prendendo le decisioni necessarie per proteggere le persone da questo virus. Sarebbe ottimo se le autorità dessero una risposta riguardo queste domande ma è chiaro che non lo faranno e quindi che sta noi agitarle. Anche ad Hong Kong avevano 5 punti, e uno degli slogan era: “5 punti, non uno di meno”. Appena vinciamo lo sciopero degli affitti e congeliamo mutui e rate in tutto il paese, non avremo comunque finito, sarà solo l'inizio, toccherà aprire le prigioni e le case per chi non ha dove vivere.
C'è un così ampio spettro di cose che sono successe nelle ultime settimane che prima non sembravano pensabili, così diverse fra loro in ogni territorio. Matt tu parlavi di alcuni rilasci di prigionieri che ci sono stati...
Matt:
Si a New York hanno rilasciato circa 600 detenuti, sto studiando le carte e cercando i numeri dei rilasci che ci sono stati in Illinois, ma sostanzialmente questi avvengono in molte aree. Poi c'è stata una evasione a Washington se non sbaglio, e tutto ciò ovviamente è legato ai timori rispetto al covid.
In questo programma radio per anni abbiamo parlato dei problemi connessi alla detenzione di massa, la crescita del sistema carcerario come strumento politico per colpire i movimenti di ribellione degli anni 60...E' stupefacente vedere come in poche settimane la logica possa slittare così tanto e così velocemente verso una prospettiva completamente diversa sugli eventi legati alle prigioni e molti altri aspetti. Per tornare ancora al Rent Strike, per concludere, hai detto che ci sono una trentina di posti segnati sulla mappa dei nodi territoriali, da qualche parte ho letto che ci sono già due milioni di persone collegate a questa piattaforma politica, e molte iniziative collegate. Come pensate che andrà? Cosa succederà per voi dal primo aprile e nei mesi a seguire?
Frances:
Su questo posso dire che c'è molta esitazione, insomma questo sito è apparso meno di una settimana fa, e sebbene ci sia molto interesse ci vuole un po' di tempo per conoscere i tuoi vicini e costruire queste relazioni. È pericoloso scioperare da soli, cioè, non “pericoloso”, ma rischi di certo più lo sfratto se lo affronti da solo, c'è del potenziale nei numeri. Quindi credo che quello che vedremo sarà un momento di costruzione di comunità, consapevolezza di avere bisogno degli altri, fare esperienza del mutuo appoggio. Iniziare a creare questi ecosistemi della cura, che sono così essenziali di questi tempi, indipendenti da un mondo che adesso appare come un ricordo lontano. Forse per il primo maggio ci saranno degli spazi comuni in cui si deciderà di non pagare l'affitto non solo per necessità ma anche per volontà, perché si capisca che chiediamo di più...e continueremo a lavorare su questo aspetto.
Inoltre a livello federale è successo molto rapidamente che molta gente che paga il mutuo sulla casa di proprietà e molte grandi aziende abbiano dichiarato che non pagheranno; ma non si capisce bene perché è uno scandalo quando lo diciamo noi...
Walter:
C'è una eco in quello che diceva Frances su come tutto stia velocemente cambiando, ho sentito molte critiche da parte della sinistra istituzionale o dei gruppi di inquilini organizzati da tempo, che dicono che ci vogliono mesi e anni per organizzare veramente uno sciopero dell'affitto, che è anche vero: ma viviamo in questi tempi in cui accade tutto così velocemente, e il mondo cambia ogni singolo giorno.
Una delle prime cose che ho fatto quando ho cominciato a seguire questa lotta è stata andare su questo canale telegram, che ora conta 14000 iscritti a livello nazionale, e in soli 5 giorni abbiamo assistito ad una miriade di articoli della stampa mainstream, che parlano del Rent Stike e del fatto che la gente non può pagare l'affitto. Io vivo vicino a Seattle, e il consiglio comunale di Seattle ha appena approvato una mozione che dice che bisogna sospendere affitti e mutui a livello statale durante tutta la pandemia, e che non hanno la possibilità di rinforzare questa mozione ma si appellano al governo perché lo faccia. Si è trattato di un voto all'unanimità da parte di un consiglio comunale che non è particolarmente radicale, insomma. Questo slittamento del paradigma è di fatto avvenuto. Io non so cosa succederà dal primo aprile, so che molta gente non pagherà l'affitto perché non ha i mezzi per farlo e che aiuterà altra gente a trovare le risorse e l'appoggio se devono affrontare un confronto con i padroni di casa.
Volevo chiedervi, lo abbiamo accennato prima, se qualcuno di voi ha notizie riguardo come la pandemia sta colpendo le persone detenute nelle carceri e nei centri di detenzione. Ci sono questi rilasci di solito mirati, di qualche dozzina o qualche centinaio di persone… Qualcuno è al corrente di quali siano i rischi che effettivamente si corrono dentro le prigioni? Ovviamente l'accesso alla cura e le condizioni di vita in queste strutture è notoriamente terribile, in particolare qui in Illinois da dove trasmettiamo questo programma radio.
Walter:
Alcuni di questi aspetti sono così ovvi e chiari anche a chi non è al corrente della situazione carceraria. I proclami che sentiamo dal governo e dal sistema sanitario nazionale vertono sul distanziamento sociale, stare a due metri di distanza, non avere contatti stretti con le altre persone, sulla importanza di lavarsi le mani e disinfettare l'ambiente circostante: è chiaro che in prigione e in un centro di detenzione nessuna di queste cose è possibile. Sono posti già sovrappopolati in cui la gente condivide spazi piccolissimi, se una sola persona è infetta tutti saranno esposti. Sappiamo che il sistema sanitario delle carceri è già orribile e i detenuti non hanno già accesso alle necessità di base se non attraverso iter complicati. Si tratta in sostanza di bombe ad orologeria, ci sono casi a Rikers Island a New York e in un'altra prigione della città, casi nelle prigioni dello Stato di Washington, e si propagherà molto più velocemente rispetto alla diffusione nelle città, dove quantomeno si possono applicare le misure di distanziamento sociale. Vediamo spesso questi grafici con picchi e curvature, immagini di come sarà brutta la situazione, e sarà solo peggio nelle carceri e nei centri di detenzione a meno che non facciamo uscire la gente di là.
Purtroppo è senso comune in molte situazioni di disastro in cui la vulnerabilità e l'emarginazione sociale fa sentire gli effetti del disastro in maniera più decisa su chi appunto è più vulnerabile ed emarginato. Un disastro naturale è sempre complementare a quello sociale preesistente.
Kye:
Nei centri di detenzione sono già pessime le condizioni, è come stare su una nave crociera (per la diffusione del virus) ma letteralmente dentro delle gabbie con altre centinaia di persone. Non è garantita l'assistenza sanitaria e molta gente si è ammalata e morta, dei bambini sono morti, solo con l'influenza normale prima di questo virus. E adesso, con la velocità con cui questa malattia si sta propagando, ciò vuol dire mettere a rischio la vita di centinaia di migliaia di persone. Si registrano già casi di proteste, scioperi della fame e altri gesti di ribellione. Dobbiamo capire come mostrare nella pratica la nostra solidarietà.
Negli ultimi tre anni si sono coordinati scioperi del lavoro in carcere, organizzati dagli stessi detenuti che lavorano in queste strutture, sarà quindi interessante vedere come porteranno avanti questa lotta le persone che già si battevano contro le condizioni atroci in cui erano abbandonati, quale sarà la loro risposta...Ma anche fuori dalle carceri, assistiamo a una miriade di organizzazioni di appoggio che portano avanti questa istanza legata a uno dei 5 punti di 5demands.global. Il punto relativo al carcere è dunque collegato a quello sullo stop al lavoro. Il primo aprile ci sarà anche un “Sick Out” -un giorno in cui i lavoratori non si presentano a lavoro per protesta dichiarandola malattia- per la catena “Whole Food” a livello nazionale, e inoltre i lavoratori della General Electric hanno incrociato le braccia, non perché volessero delle paghe più alte ma per chiedere di convertire la produzione nella costruzione di respiratori: questo è un fatto direi sublime, stanno rischiando il loro lavoro, mettendosi in gioco in questa azione collettiva, a beneficio di tutti gli altri, di noi, dichiarando che hanno le capacità e le possibilità di fabbricare le cose di cui abbiamo bisogno per affrontare questa crisi. Volete aggiungere altro? Anche ad Amazon stanno organizzando qualcosa, giusto?
Walter:
Il 31 marzo i lavoratori di Amazon e di Instacart hanno incrociato le braccia, con una serie di scioperi a gatto selvaggio su tutto il territorio nazionale, richiedendo migliori condizioni di lavoro e la sanificazione degli ambienti. Uno dei loro punti di forza è il fatto che tutta questa gente, come anche i riders delle consegne e i commessi degli alimentari, che prima erano visti come totalmente marginali e non importanti e che non avevano voce nei media mainstream, tutto ad un tratto vengono definiti eroi, ma continuano a non avere le malattie pagate, e lavorano in condizioni più precarie, maggiormente esposti al rischio di contagio. Ho molta fiducia in questa nuova ondata di effervescenza di lotte sul posto di lavoro, la gente si organizza e dice. “Noi vogliamo aiutare le persone, è importante per noi e allo stesso tempo vogliamo lavorare in sicurezza, lo possiamo fare insieme, in modo migliore di come sta avvenendo, e di come lo fanno i padroni”.
Sarà molto interessante vedere gli sviluppi se la situazione dovesse andare avanti così, e a quanto pare lo farà. All'inizio della settimana Trump caldeggiava l'ipotesi di tornare alla normalità ed aprire alcuni settori produttivi: ciò sembrava troppo anche per lui. Dobbiamo quindi aspettarci altri provvedimenti sul restare a casa e sul distanziamento sociale almeno fino a giugno. Questa è tutta una nuova realtà e ne vedremo le implicazioni.
Per concludere, come pensate che ciò incida sulla trasformazione dei poteri negli Stati Uniti, nel governo e nell'economia? Sono speculazioni per ora, ma qualcuno ha suggerito che queste grandi aziende informatiche, che tra l'altro operano i servizi con cui la gente comunica adesso più che mai e il servizio grazie al quale siamo in onda adesso, spingono per prendere il potere in modo spaventoso. C'è chi approfondisce questo tema da molto tempo, il modo in cui la Silicon Valley sta programmando un mondo e inventando un futuro in una modalità che il governo non riesce neanche a concepire. Come pensate che la pandemia influenzi questi grandi attori di trasformazione in uno slittamento epocale che riallineerà queste strutture del potere?
Frances:
Stiamo già vivendo nel futuro, è fantastico che sia già stato studiato da qualcuno questo aspetto perché sono cose che sembravano assurde fino a poco tempo fa. Fa paura pensare che questo accadrà con i grandi giocatori di questa partita come Amazon, Google, ecc, essi avranno successo se non saremo capaci di organizzarci e difenderci per conto nostro, provvedendo a delle basi reali per le comunità che nullifichino la necessità dell'approvazione del governo. Semplicemente perché il governo non è stato in grado di gestire la crisi e la cura della popolazione, e perché la gente si aiuta a vicenda durante la pandemia: se non avremo successo nel fare ciò la disperazione che c'è dall'altra parte, tutta la morte e la disperazione che ne uscirà fuori sarà semplicemente sussunta da queste compagnie da chi si rivolgerà a loro per avere risposte. Ma la tecnologia è anche la stessa che ci ha permesso tutta questa organizzazione: ero seduta davanti al computer, connessa con altre persone per coordinarmi e cercare di dare un senso a questo mondo, posso farlo dalla mia sedia. Sono dipesa dalla tecnologia in un modo in cui non mi era mai capitato prima. Siamo dunque in questa strana posizione in cui la gente si organizza con altra gente ma lo fa anche attraverso queste tecnologie: toccherà usare questi strumenti senza rimpiazzare il lavoro genuino dell'interazione umana che è cura, affetto e comunità che può solo venire dai corpi. Forse è una risposta un po' romantica alla domanda, ma non voglio caldeggiare uno scenario apocalittico in cui diventiamo tutti dei robot o in cui la sorveglianza tecnologica controlla rigidamente tutto cercando di impedire che accada qualcosa di nuovo. Bill Gates prefigurava scenari di pandemia mesi prima dell'avvento di essa in Cina, lo stanno già facendo e non sta funzionando, non eravamo pronti. Diamo tutti una sponda a questi discorsi, anche sui robot: è la gente che li disegna, li fabbrica e li mette in circolazione, che li controlla. Penso ci sia un modo per continuare a ribellarci e sabotare la missione di queste aziende, grazie a queste ondate di scioperi, che continuino a farle correre.
Kye:
Aziende come Google hanno usato i loro strumenti per tracciare le possibilità di contagio, fornendo dati alle autorità su chi ha violato o meno il distanziamento sociale attraverso altri servizi apparentemente utili e “amichevoli” come la geolocalizzazione per le app di traffico che ci informano su dove sia un ingorgo per evitarlo. Questa crisi sta dando loro spazio di legittimazione in un modo molto insidioso per invadere la nostra privacy, con tutta quella produzione “positiva” di contenuti e mezzi per metterci in contatto con gli amici, condividere video e musica ecc. Non voglio che la tecnologia renda il mio corpo e l'ambiente in cui vivo futili. Sono vivo e mi sento vivo con le altre persone e questo mi spinge a interrogarmi su come ci connettiamo, in questo momento e quando la situazione diventerà ancora più spaventosa.
Matt:
Ho riflettuto molto su questa idea di timore rispetto a come il potere usi questo momento per una nuclearizzazione ed atomizzazione degli individui e delle entità familiari, in una sorta di forza super-isolante, in cui partecipiamo e creiamo queste “piazze” che non hanno però le basi solide per permetterti di fraternizzare con i colleghi di lavoro in una modalità non supervisionata. Dobbiamo veramente riuscire a lottare, in questo momento, per sconfiggere questa potenziale svendita degli individui e delle unità familiari a beneficio di entità povere di contatto e interazione, per paura del virus usato sempre più come arma contro di noi, non che lo sia in sé, ma che il momento possa essere trasformato in un'arma.
Si tratta di una riorganizzazione che conosciamo dal concetto di capitalismo dei disastri, di come i disastri vengano utilizzati come modi di ristrutturazione e di imposizione di condizioni altrimenti inaccettabili, ma che diventano a un certo momento necessarie: quando rinunci temporaneamente ad una libertà non necessariamente poi torna indietro. Dobbiamo tenerci stretta una socialità non mediata dagli schermi: per quanto tu sia in quarantena puoi sempre affacciarti sulla tua veranda, aprire le finestre, ci sono insomma modi per raggiungere gli altri, ho visto immagini di gente che organizza il Rent Strike parlandosi dalle verande, mi pare fosse a Chicago. Non dobbiamo dimenticarci che abbiamo la capacità di connetterci tra di noi con un po' di distanziamento fisico, e ciò può ancora essere normale. Non rendiamolo il momento in cui… c'è un terribile futuro in cui questo era un passo sulla strada della costruzione di Matrix,il momento in cui ci siamo tutti ritrovati davanti ad uno schermo 24 ore su 24, e in cui era facile creare un mondo virtuale dove siamo più soddisfatti e ci sentiamo più al sicuro. Non lasciamo che questo scenario da incubo si realizzi.
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The Park Modern Turns 10
L'edificio Park Modern, a uso misto, del quartiere universitario ha recentemente compiuto dieci anni e il progetto offre una vasta conoscenza dell'attuale mercato immobiliare di Seattle. Avendo superato un decennio di inverni grigi, una grande recessione e l'usura quotidiana di un ambiente urbano, è il momento giusto per una recensione delle prestazioni.
L'impronta dell'edificio di Seattle è stata configurata per ottimizzare il piccolo sito di 7.500sf, un'area equivalente a 1.5 siti di abitazioni unifamiliari. Due piccoli pacchi adiacenti erano stati acquistati e combinati, il che ha permesso al progetto di avere una massa critica in scala e un valore sufficiente per il finanziamento della costruzione. Sebbene si tratti di un progetto con margini minori, questo tipo di bootstrap potrebbe essere ancora più rilevante con le sfide odierne di creare alloggi a prezzi accessibili utilizzando progetti di riempimento modesti. Poiché i lotti di città disponibili stanno diventando scarsi, mentre la popolazione della città continua a crescere, l'edificio Park Modern è diventato un modello di sviluppo del riempimento.
Progettato, sviluppato e costruito da BUILD LLC un decennio fa per un budget di costruzione di $ 150 / sf, l'edificio di 4 piani offre 12 condomini residenziali in cima a tre spazi commerciali al piano terra tra cui l'Herkimer Coffee Shop, il Tenpachi Salon e il Gary Anderson Studio di pittura. Un parcheggio sotterraneo custodito offre anche 14 stalli di parcheggio e ospita tutti i sistemi di costruzione.
Al fine di creare abitazioni urbane di fascia alta, durevoli ed eleganti di varia scala e tipologia, il team di progettazione ha raggiunto un equilibrio tra la personalizzazione degli interni e un pacchetto di specifiche che potrebbe essere ripetuto su 12 unità. Una di queste strategie utilizza un comune pacchetto di armadi impiallacciati in acero dotato di hardware migliorato e sormontato da controsoffitti in acciaio inossidabile opaco e lavandini integrali. I sistemi di costruzione sono stati ottimizzati con l'inclusione di un ascensore senza sala macchine innovativo per un consumo energetico minimo, riscaldamento radiante a pavimento, un involucro resistente di metallo corrugato, finestre in metallo termicamente rotto e tasche protette di cedro riparato che fornisce un calore per l'edificio. Elementi strutturali aggiuntivi come il prominente muro di cemento a tutta altezza nella parte anteriore sono progettati per resistere agli agenti atmosferici e alla patina nel tempo. Mentre il Park Modern è solo un isolato della città, è stato anche progettato come una dichiarazione del valore del design senza tempo in una città in ascesa con edifici che potrebbero mostrare la loro età molto prima.
Puertas de jardín delanteras de metal
La creazione di condomini piuttosto che appartamenti ha contribuito a riempire una nicchia importante della città. Le dimensioni delle unità Park Modern variano da 700 piedi quadrati a 1.900 piedi quadrati, incluse unità con una o due camere da letto e case a più livelli con tre letti. Il progetto offriva una gamma di valori di vendita - e per alcuni, una prima possibilità di proprietà in casa - per single, famiglie e tutti gli altri. La crescita annuale di Seattle, che attualmente supera le 20.000 persone all'anno, unita all'alto tasso di appartamenti piuttosto che allo sviluppo condominiale, rende la proprietà della casa più difficile che mai.
Lo squilibrio di appartamenti in condomini a Seattle è diventato evidente. Come recenti studi dimostrano che gli affitti di appartamenti stanno rallentando; i condomini potrebbero, ancora una volta, essere un saggio investimento per gli sviluppatori. Mentre ci sono sfide normative e logistiche per lo sviluppo di condomini, queste sfide sono ora superate dal valore crescente delle case condominiali, e progetti di riempimento come Park Modern hanno dimostrato che si può fare. I prezzi di rivendita al Park Modern sono aumentati del 40% e le valutazioni sono più che raddoppiate, mentre la grande recessione si è verificata durante questi 10 anni di tempo.
Il terreno disponibile a Seattle sta diminuendo mentre la complessità dei permessi sta aumentando. Ciò suggerisce l'imperativo di creare edifici più piccoli e intelligenti, personalizzati per il loro specifico ambiente. Nel frattempo, il baratro del costo tra appartamenti e case unifamiliari si sta solo allargando. In un momento di grandi progressi, c'è anche il grande rischio di continuare su un percorso che potrebbe non essere sostenibile. Con un decennio degno di esperienze, il Park Modern fornisce un esempio per il probabile spostamento verso un tipo di costruzione più reattivo e lungimirante. Sebbene possa sembrare un edificio ibrido in molti modi, questo tipo di edificio rimane rilevante per il panorama di sviluppo di Seattle e può essere utilizzato come modello per la creazione di una nuova generazione di proprietari di abitazioni sostenibili.
Puertas de jardín delanteras de metal
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buonasera, questa volta vi propongo uno scritto che si divide tra l’essere un articolo vero e proprio e una risposta netta ad un video. comparso ieri sulla pagina Facebook di un “brillante” personaggio brianzolo. nel video in essere, questa persona (riassumo e non allego il link per non fargli ulteriore pubblicità) sostiene che gli italiani ma soprattutto i brianzoli hanno un vizio a suo avviso da pena di morte: aberrare gli affitti, starsene a casa per non “sprecare soldi” e aprirsi un mutuo, perché si sa: la sicurezza materialistica di possedere qualcosa per noi brianzoli è tutto (ma dove?!?). durante i pochi minuti che concede al suo pubblico, non si limita a sparare a zero generalizzando dei cliché della figura stereotipata del brianzolo o milanese che sia, ma si avventura persino in analisi e confronti con l’estero pur di portare avanti la sua teoria fino alla fine:
le persone in Italia, e nella nostra zona soprattutto, non accettano di vivere in affitto e quindi restano a casa finché il paparino non gli dà il benestare per comprare casa. con un mutuo, ovviamente. come ho già anticipato nel video sulla mia pagina Facebook: io, che manco sono brianzola al 100% ma metà bergamasca, non la vedo proprio così. anzi appena ho visto il video mi è venuto spontaneo pensare “MA VA’ A CIAPÀ I RATT* piuttosto che fare questi video idioti solo per i like” ci sono parecchi punti che, il nostro Corrado, in arte Konrad sorvola bellamente pur di fare il suo show. certo, come commediante non è male e i suoi video sono buoni, quindi ha visualizzazioni record sia su YouTube che su Facebook... ma il fatto è un altro. come sa chi mi conosce bene, io saltuariamente creo contenuti ironici ma non mi sono mai messa a fare il pagliaccio su delle tematiche così importanti a livello sociale, culturale, economico e psicologico.
procedendo a ritroso, e partendo appunto dalla psicologia il nostro Corrado contrappone un desiderio di stabilità a quello di libertà. prendendo oggettivamente i due desideri, notiamo come non solo a livello psicologico non siano contrari l’uno dell’altro bensì sincronici per ogni essere umano. citando banalmente George Bernard Shaw “la libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono” frase correlata dalla teoria analitica di Jung che sostiene che “lo scopo della vita è il raggiungimento della completezza del Sé, che costituisce il punto centrale della personalità ed alla cui unità, stabilità ed equilibrio ogni uomo tende come meta fondamentale”. tutto ciò va letto nell’ottica che, l’equilibrio del Sé si raggiunge anche grazie alla libertà in ogni sua forma (in primis mentale, ergo contraria ai preconcetti) che deve essere però armonica rispetto alla quotidianità in cui l’individuo deve affrontare problemi relazionali, sociali, lavorativi e pratici in cui, senza stabilità, sarebbe perduto.
detto questo passiamo alla parte analitica delle affermazioni di Corrado che dice: “perché buttare i soldi in un affitto quando puoi stare comodamente a casa e poi comprarti a rate la tua bella casetta?” qui vengono a mancare le basi minime per prendere seriamente le sue parole. sapete forse che sì, l’Italia ha un alto tasso rispetto all’Unione Europea di proprietari di immobili (ergo non solo case ma anche uffici, studi etc.) e che l’80% degli italiani vive sì in una casa di proprietà, ma spesso piccola e da ristrutturare – ah se fossimo nati negli anni ‘60. sì perché attualmente richiedere un mutuo ti costa in genere: un rene, tre ipoteche, duemila garanzie e una bella rogna nel cercare la casa adatta. come accennato nel video, l’80% delle persone che conosco (sì, brianzoli d.o.c.), tra i 24 e i 32 anni vivono fuori casa in affitto. questo perché le condizioni lavorative, la precarietà, le tipologie di contratto non sono minimamente allineati agli iter e le richieste delle banche. quindi mi chiedo: per quale ragione un lavoratore con un contratto che può essere interrotto da un momento all’altro residente a Cantù dovrebbe comprare casa a Cantù per poi doversi magari spostare dopo un anno? i più fortunati, come anche i più coraggiosi, se decidono di aprire un mutuo ci pensano almeno dei mesi prima di farlo. perché la responsabilità è grande, l’impegno anche e le spese annuali da tenere sotto controllo molto più che quando si è in affitto.
per quanto riguarda l’affitto, sarò breve: basta sbirciare i dati dell’Annuario dell’ISTAT 2016 per leggere che: “per quanto riguarda il settore delle locazioni abitative nel 2015, il 18% delle famiglie italiane ha pagato un affitto per l’abitazione. La percentuale risulta più bassa nelle isole circa il 10,8%, mentre sale al Nord-Ovest e al sud, 20%”. è una tendenza solo brianzola? non credo proprio: in tutta Italia la gente, se può, compra casa.
sparare dunque a zero sul fatto che culturalmente la Brianza è “materialista” e “legata al mattone” è incoerente. semmai bisognerebbe chiedersi perché c’è la necessità, in questo periodo di crisi nera, di avere un tetto sopra la testa. e qui, il caro Corrado, taglia corto: “è una cosa che ci tramandiamo per la cultura delle nostre zone dove bisogna fatturare per crearsi un futuro stabile”, insomma il classico sogno di una villetta a schiera, un marito, due figli, un giardino ed un cane. mi stupisco che ci dividano solo 15km e sei anni d’età, perché, ancora una volta, non riesco a trovare alcuna correlazione tra le sue parole ed affermazioni con il mondo il cui vivo io. dulcis in fundo, i suoi paragoni non si limitano all’Unione Europea – dove ricordo la politica lavorativa ed economica è completamente differente dalla nostra - ma si spinge fino oltreoceano dichiarando che “prima dei cinquant’anni nessuno pensa a comprare casa”. senza dover citare ogni singola città statunitense, mi limito a dire che a Miami, nel 2013 sono stati vendute 30,041 unità abitative, tra appartamenti e case private, con un incremento annuo del’8%**. detto questo, invito tutti (e non il carissimo Konrad, che forse dovrebbe puntare più sulla carriera da comico che su quella di critico ed opinionista) a fare mente locale su come state vivendo la vostra vita e se davvero, l’avere una casa con giardino potrebbe essere un limite per la vostra libertà. perché a mio avviso, anche solo l’idea di poter piantare dei fiori, avere un garage dove tenere la bicicletta, trovare un cane non rinchiuso in 20mq quando torno dal lavoro e potermi godere una serata tra la mia cucina, le mie pentole, il mio salotto non ha prezzo. e no, non si tratta di becero materialismo, ma di sano egoismo per chi si merita una vita all’altezza delle sue fatiche e dei suoi sogni.
* Va’ a ciapà i ratt: vai a quel paese ** Miami, capitale del mondo immobiliare?, 2014 per tutti i dati forniti senza fonte specificata si rimanda a: Le statistiche sui prezzi degli immobili residenziali nel mondo. Tasso proprietà immobiliare nei Paesi dell’Unione Europea.
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di Maria Fiano – Palma di Maiorca vanta tra i migliori collegamenti aeroportuali di tutta la Spagna con voli diretti dalle più grandi città europee. Il suo aeroporto, Son Sant Joan, terzo, nella penisola, dopo Madrid e Barcellona per importanza e volume di passeggeri trasportati, si trova a pochi chilometri dal centro cittadino. Ed è in via di espansione. Negli ultimi sei anni (dal 2010 al 2016) il traffico aereo da e per le isole Baleari è aumentato del 24,13% grazie alle compagnie low cost che garantiscono collegamenti rapidi ed economici in ogni periodo dell’anno. La pressione turistica, negli stessi anni, è aumentata del 22,93% con pesanti conseguenze per le isole che si si traducono in aumento degli affitti, gentrificazione dei quartieri del centro storico, aumento del consumo di acqua potabile, delle numero di automobili in circolazione, della produzione di rifiuti. E gli abitanti delle isole sono molto preoccupati. ZTA Zona di turistizzazione avanzata La tavola rotonda Moviments socials davant el turismo. Una lluita compartida a diferents territoirs i ciutats ha concluso il 30 giugno scorso il corso di “Economia e ecologia politica del turismo” organizzato da alcune associazioni maiorchine: GOB, Cooperativa Hidra e Albasud. Seduti attorno al tavolo della della sala cittadina Flassaders si sono incontrati per la prima volta GOB e Tos Inclos! (Palma), ¿Lavapies donde vas?(Madrid), Assemblea de Barris per un Tursime Sostenible (Barcellona), Entre Barris (Valencia), Morar em Lisboa che riunisce diverse organizzazioni e associazioni di Lisbona, OPA! (Venezia) per confrontarsi sui i danni provocati dal turismo di massa che sta travolgendo moltissime città europee e i loro abitanti. Una sorta di “ludificazione” delle città, per dirla con Baptista (2005), che porta con sé cambi di destinazione d’uso per gli alloggi – da residenziali a turistici -, investimenti di grandi catene alberghiere, trasformazione dei negozi in bancarelle di rapido consumo, e quindi di fatto svuotamento – più che gentrificazione – del centro storico: gli abitanti se ne vanno – sono costretti ad andarsene – per fare posto al via vai turistico, alle due-tre notti di pernottamento e ai souvenir. Il “boom Lisbona”, racconta Eleonor Duarte (Morar em Lisboa), è esploso negli ultimi trent’anni: una serie di eventi di portata internazionale: Ccapitale della cultura nel 1994, EXPO nel 1998, la Coppa Eura nel 2004, uniti agli sforzi dell’amministrazione cittadina per attrarre visitatori e investimenti stranieri hanno trasformato il centro della città in una zona altamente turistica. Se ne lamentano gli abitanti di Bairro Alto – in pieno centro storico – che subiscono le conseguenze di questa operazione: di fatto espulsi dal loro quartiere e costretti a spostarsi in zone più economiche della città a causa del rincaro degli affitti e del non rinnovo dei contratti di locazione. È la parabola che accomuna moltissime città europee. La crisi economica, inoltre, e la cosiddetta economia collaborativa hanno intensificato questo processo da una parte giustificando la vocazione turistica come unica soluzione per la ripresa economica, dall’altra offrendo un volto buono, la sharing economy a sostegno delle entrate dell’economia familiare, alla lunga mano della speculazione immobiliare, come mette in evidenza la mappatura degli alloggi turistici fatta dal progetto insideairbnb.com di Murray Cox. Tutto incluso Il turismo da crociera è passato dai 9,3 milioni di passeggeri del 2003 ai 23,2 milioni del 2015 (cruise News, 2016). Uno dei porti che più riflette questa crescita costante è quello di Barcellona che in pochissimi anni si è attestata come la meta principale delle crociere in Europa e il quarto porto crocieristico a livello mondiale a causa sia del processo di turistizzazione che ha investito la città sia dei cambiamenti di rotta del Mediterraneo dovuti all’istabilità politica dei paesi del nord Africa. Le vacanze proposte dalle crociere rispondono alla formula del “tutto incluso” sia a bordo che durante gli scali. Si tratta di vere e proprie città galleggianti che consumano energie, inquinano e producono rifiuti spostandosi di porto in porto a poche centinaia di metri dai centri cittadini. A Palma di Maiorca, il 1 luglio transitano sette navi da crociera. Nel giro di cinque anni le navi che attraccano nel porto delle Baleari sono passate da 635 a 742, un aumento del 14,42%. Il numero dei passeggeri è aumentato del 21,17%: arrivano sempre più navi e navi sempre più grandi. Ci diamo appuntamento qui per vedere concretamente gli effetti del turismo di crociera e le consegenze che hanno sulla vita sociale ed eonomica della città e dell’isola e per condividere strategie di azione collettiva per arginare i danni e le cnseguenze derivate dalla conversione dei territori e delle città in prodotti di mercificazione turistica: aumento degli affitti, mancanza di spazi per la vita quotidiana, speculazione edilizia, impatto del turismo crocieristico del “tutto incluso”. “Tot inclòs” è il nome di un periodico militante frutto di un lavoro collettivo di informazione e analisi politica presentato all’apertura dell’incontro di Maiorca. In ventitrè pagine e numerosi articoli affronta le diverse sfaccettature dell’industria del turismo. L’immagine di una nave da crociera che solca le vie di una città in mezzo a case e palazzi è stato scelto come manifesto per le azioni di protesta con lo slogan “La città è di chi l’abita e non di chi la visita” che potrebbe diventare strategia di analisi e azione comune.
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Indice delle proprietà residenziali di Dubai: risultati di febbraio 2017
Indice delle proprietà residenziali di Dubai: risultati di febbraio 2017
Immobili residenziali: indice dei prezzi di vendita
A febbraio 2017 il mercato degli affitti è diminuito di 0,8 punti, passando da 259,9 a 259,1, il che rappresenta una diminuzione complessiva dello 0,31% nel gennaio 2017. Su base annua tutti i prezzi sono diminuiti dello 0,81%.
L’indice dei prezzi degli appartamenti è diminuito dello 0,13% mese su mese e dello 0,83% su base annua.
Anche i…
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Solo Affitti Affitto batte compravendita 2 a 1 grazie a giovani e lavoratori.
Il trend degli affitti è in positivo grazie alle nuove generazioni e al boom delle locazioni brevi.
Gli affitti registrano numeri doppi rispetto alle compravendite. Soprattutto nelle grandi città la domanda continua a crescere, spinta dalle nuove generazioni che preferiscono non legarsi a una casa di proprietà. Ad analizzare il mercato è Sidief, società che gestisce gli immobili residenziali di Banca d’Italia e che ha reso noti questi dati nel corso del convegno “Una casa da vivere – Offerte innovative per nuovi modi di abitare”.
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Solo Affitti Perché l’affitto è stato il bene-rifugio per le famiglie durante la crisi dell’immobiliare
Negli anni di crisi delle compravendite, la locazione è stata l'ancora di salvezza per le famiglie che non hanno potuto comprare casa.
Se storicamente l’affitto ha rappresentato, nel nostro paese, il modo di abitare tipico per coloro che cercano casa temporaneamente per motivi di studio e di lavoro, l’Ufficio Studi del franchising leader nel settore della locazione, Solo Affitti, ha rilevato una decisa inversione di tendenza negli ultimi anni.
Da un recente studio condotto tra le città capoluogo di regione emerge con chiarezza quanto la crisi delle compravendite immobiliari abbia inciso sul profilo socio-demografico di chi si rivolge alla locazione.
Ecco un grafico che evidenzia l’evoluzione del ricorso all’affitto negli anni 2011-2017, fotografando proprio il periodo durante il quale si è manifestata con più evidenza la crisi delle compravendite immobiliari nel nostro paese.
Compravendite di case e affitto come abitazione principale: due facce della stessa medaglia
Anche in un contesto sociale quale quello italiano, storicamente legato alla casa di proprietà, quasi costantemente negli anni tra il 2012 e il 2016 la motivazione che ha spinto ad andare a vivere in affitto oltre la metà degli inquilini è quella abitativa stabile. Con punte, nel 2015, di quasi il 60%, contro una situazione “normale” attorno al 45%.
La coincidenza temporale rispetto alla fase di maggiore tracollo per gli scambi di proprietà di case in Italia è evidente. Le compravendite di abitazioni sono infatti scese sotto quota 500 mila negli anni tra il 2012 e il 2015, toccando il picco negativo tra il 2013 e il 2014, quando il numero di immobili acquistati si è aggirato attorno alle 400 mila.
Notiamo quindi una evidente coincidenza temporale tra i due fenomeni, solamente con un leggero ritardo nella manifestazione del fenomeno sul mercato dell’affitto. È infatti nel 2015 e 2016 che si raggiungono i livelli più elevati di quota di contratti di affitto stipulati con finalità di abitazione principale per gli inquilini, anziché per ragioni di lavoro o di studio.
Siamo tornati ad un numero di compravendite “normale” per il mercato? Anche i dati sull’affitto lo confermano
I dati ci dicono che le compravendite di abitazioni sono tornate vicino ai valori del 2011, a livello di numero di scambi effettuati sul mercato. La fase più critica della crisi del settore immobiliare sembra ormai alle spalle.
Maggiore stabilità del mercato delle compravendite, quindi? Sembrerebbe proprio di sì, anche a giudicare dall’analisi del trend delle motivazioni all’affitto, che rappresenta l’altra faccia della medaglia.
Infatti, l’andamento delle compravendite residenziali ha dimostrato di avere un andamento diametralmente opposto, in questi anni, a quello della quota di contratti di locazione destinati ad abitazione principale per gli inquilini.
Il fatto che, sul fronte del mercato dell’affitto, l’indicatore delle locazioni con esigenza non transitoria sia tornato sui livelli del 2011 può senz’altro essere visto come una conferma della ritrovata situazione di normalità delle vendite di case da parte degli italiani.
Affitto: ritorno alla normalità sul mercato, ma con un mercato molto più ampio di prima
Tornano a crescere le compravendite di immobili e, al contempo, ritorna nella norma la quota di affitti destinati a finalità abitative di lungo periodo. Risultato ovvio: cala il numero di locazioni nel nostro paese.
Assolutamente no: i dati ci dicono tutt’altro.
Dobbiamo infatti ricordare che se è vero che la quota di locazioni stipulate con finalità di lungo periodo è tornato ai livelli pre-crisi del settore immobiliare, il numero di contratti di affitto stipulati ogni anno nel nostro paese è incrementato notevolmente, negli ultimi anni, con una crescita continuativa da 9 anni a questa parte. Stando alle stime dell’associazione di categoria degli agenti immobiliari FIAIP, la crescita delle locazioni risulta essere di oltre il +68% nell’arco temporale 2007-2016.
Crescita dovuta, sì, all’effetto di ripiego di molte famiglie sull’affitto, non potendo accedere al mutuo per acquistare casa. Effetto che, come già detto, si è in parte ormai riassorbito.
Ma anche, è fuori di dubbio, ad una evoluzione sociale e culturale degli italiani nei confronti della locazione. Va senz’altro rilevato, come dato tendenziale, un minore pregiudizio nei confronti dell’affitto da parte degli italiani, che non sembrano più ancorati come un tempo al mantra della casa di proprietà a tutti i costi.
Viene finalmente riconosciuta la maggiore adattabilità dell’affitto alla crescente mobilità sul territorio degli italiani: per ragioni di vita, familiari e lavorative. Se è più probabile cambiare casa diverse volte nella vista, rispetto a qualche generazione fa, l’affitto può essere la soluzione giusta in diverse fasi della vita di ciascuno di noi.
Allo stesso modo, viene finalmente apprezzata la maggiore flessibilità che l’affitto garantisce, meglio adattandosi al più mutevole concetto di famiglia e di coppia che si sono imposti negli ultimi venti-trent’anni. Pensiamo infatti a quanto possa essere più adatto alla fase, tutta nuova, di “sperimentazione” della coppia appena formata, così come alla fase di “risistemazione” della coppia che scoppia una soluzione come l’affitto.
Cambiamenti profondi, destinati a portare con sé un nuovo approccio al tema “casa” nel nostro paese.
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Solo Affitti Crisi degli affitti in nero: -42% in 5 anni di applicazione della cedolare secca.
Il successo della cedolare secca: netto calo dei contratti in nero.
La cedolare secca scoraggia gli affitti in nero o sarebbe più corretto dire che incoraggia i proprietari a dichiarare e registrare i contratti di affitto stipulati. I dati contenuti nella relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva per l’anno 2017 hanno portato alla luce una situazione di aumento del gettito fiscale derivante dal reddito di locazione che viene associato all’introduzione e diffusione della cedolare secca come sistema di tassazione alternativo all’Irpef per i redditi derivanti da affitti residenziali. Tanto che a più voci si richiede che la misura venga adottata anche per gli affitti commerciali.
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