#accesso libero verde
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academypediait · 2 years ago
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Le 21 Migliori Riviste Mediche ad Accesso Aperto Che Gli Esperti di Technology Watch Dovrebbero Sfruttare
Introduzione :   Stare al passo con il panorama tecnologico in continua evoluzione in campo medico può essere una sfida. Se sei un esperto di orologi tecnologici, devi essere in grado di identificare rapidamente le tendenze emergenti e prendere decisioni valide basate su di esse. Ma come [...] https://is.gd/oVNURZ
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notiziariofinanziario · 10 days ago
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I clienti vulnerabili, attualmente serviti nel mercato libero o in maggior tutela, possono da oggi accedere al servizio a tutele graduali, come previsto dalla legge sulla Concorrenza. L'Arera ha pubblicato la delibera con le modalità attuative per consentire ai clienti vulnerabili di richiedere il servizio entro il 30 giugno 2025, rivolgendosi all'esercente competente nella propria area territoriale.  Anche i clienti già forniti nelle tutele graduali, che diventeranno vulnerabili entro il 30 giugno 2025, potranno richiedere al proprio esercente, fino a tale data, di permanere nel servizio. La delibera prevede che gli esercenti del servizio a tutele graduali pubblichino sui propri siti Internet, entro 30 giorni i canali disponibili (telefonico, digitale e, dove presente, sportello fisico) per richiedere informazioni e presentare la domanda di accesso al servizio; la documentazione necessaria, inclusi i moduli di autocertificazione predisposti dall'Autorità per attestare i requisiti di vulnerabilità; i riferimenti al numero verde dello Sportello per il consumatore Energia e Ambiente e alla sezione dedicata del sito Arera. I clienti vulnerabili che non richiederanno di entrare nel servizio di tutele graduali entro il 30 giugno 2025 e quelli che acquisiranno i requisiti di vulnerabilità dopo questa data, precisa l'Autorità, non potranno più richiedere di essere riforniti dall'esercente il servizio.    Read the full article
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letteredalucca · 7 months ago
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Acquaragia
Andammo a stare a Farneta con i lavori ancora da finire. Per anni, nel garage, sono rimasti pennelli, vernici, e acquaragia. Avevamo libero accesso a quei giochi pericolosi, devo dire che eravamo anche bravi, sapevamo piantare chiodi, tingere sommergibili e barche fatti con ritagli di legno color verde persiana, e passavamo più tempo a decidere cosa costruire e a tentare di farlo che poi a…
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Stop al numero chiuso nelle facoltà di Medicina, il Senato vara il testo base
AGI – Disco verde dal Comitato ristretto della commissione istruzione del Senato al testo base che darà la possibilità di accesso libero alle Facoltà di Medicina, e non solo. Lo stop al numero chiuso, di questo si tratta, era un punto fermo per la Lega ed è proprio dal Carroccio, con Roberto Marti, presidente della Commissione, che si sottolinea la novità. “Grande soddisfazione per lo stop al…
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agrpress-blog · 1 year ago
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Dal 19 al 31 gennaio 2024, presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams a Roma, sarà possibile immergersi nella profondità e nella complessità della cultura mennonita attraverso l'obiettivo sensibile di Fabiomassimo Antenozio. A cura di Luisa Briganti, la mostra fotografica offre uno sguardo penetrante su questa comunità, esplorando le sfide, le tradizioni e gli impatti ambientali della loro vita isolata. Vernissage e Dettagli dell'Evento: La vernissage della mostra fotografica "Verde Mennonita" si terrà venerdì 19 gennaio 2024 alle ore 19.00 presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams, situato in via Biagio Pallai 12, Roma. L'ingresso è libero per tutti coloro che desiderano partecipare a questo viaggio visivo unico. Gli orari di apertura al pubblico sono dal lunedì al venerdì, con la possibilità di visitare la mostra dalle 10.00 alle 1300 e dalle 16.00 alle 19.00. L'Esplorazione delle Comunità Mennonite in Bolivia: La mostra "Verde Mennonita" ci trasporta in Bolivia, dove nel corso degli anni '50 un gruppo di Mennoniti provenienti da Paraguay, Messico e Canada ha trovato rifugio. Oggi, la comunità conta circa 100.000 membri, ma la loro crescita demografica continua. La mostra svela la vita quotidiana di questa comunità, fortemente radicata nelle proprie tradizioni e costumi. I Mennoniti sono conosciuti per la loro stretta osservanza delle pratiche religiose, tra cui la libertà di religione, l'istruzione basata esclusivamente sulla Bibbia e l'esenzione dal servizio militare. Tuttavia, questa strenua conservazione li ha isolati dalla modernità, vivendo senza elettricità, automobili, telefoni e altre tecnologie che considerano estranee al loro stile di vita. I Dilemmi e le Difficoltà della Vita Mennonita: La mostra getta una luce particolare sulle sfide che le donne mennonite affrontano, costrette a ruoli subalterni all'interno della comunità. La mancanza di accesso all'istruzione e la limitata conoscenza dello spagnolo creano una barriera culturale che impedisce lo sviluppo individuale. L'economia della comunità è basata sull'agricoltura, con coltivazioni prevalentemente di mais, grano e soia, quest'ultima rappresentante il 16% del PIL locale. Tuttavia, l'uso massiccio di pesticidi, alcuni dei quali vietati in Europa, ha conseguenze potenzialmente gravi sulla salute umana, con rischi per il sistema nervoso centrale, endocrino e riproduttivo. Il Fotografo dietro l'Obiettivo: Fabiomassimo Antenozio, fotografo commerciale di Roma, è il creatore di questo viaggio visivo. Laureato in Grafica e Progettazione Multimediale presso l'Università di Roma La Sapienza, Antenozio ha una lunga passione per l'indagine della realtà attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica. Dal suo progetto "Verde Mennonita", nato nel 2020, ha ricevuto riconoscimenti come la Menzione Speciale al Prague Photo 2023.
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sounds-right · 1 year ago
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River Garden Soncino (CR): 23/09 Ama chi vuoi ma ama con noi party, ad ingresso libero
Le cose belle non vogliono finire. E, ovviamente, questa cosa capita pure alla stagione di River Garden Soncino (CR). Dopo il closing party della scorsa settimana ecco una festa dal titolo decisamente interessante organizzata con Ape?SÍ ( Instagram.com/ape_si_ ): Ama chi vuoi ma ama con noi.
Ma cosa succede? La Piazza Nel Club torna al River Garden Soncino, con un extra special day... anzi più che una giornata, si tratta di una serata tutta da vivere con amiche e amici, con il sorriso sulle labbra e tanta musica. Sabato 23 Settembre dalle 23.00 alle 03.00, si balla come se fossi in una piazza con lo staff di Ape?SÍ e quello di River Garden Soncino (CR). 
La formula facilita il divertimento, perché l'ingresso è gratuito (+16). Lo staff di River ricorda alla gentile clientela che per avere un accesso garantito e veloce, la scelta migliore sia quella di prenotare un tavolo. La prenotazione per il servizio navetta è disponibile fino al giorno 21/09/2023. 
//
In generale, ogni settimana d'estate, la formula di River Garden Soncino (CR)  è decisamente easy: è possibile prenotare, anche tramite la app Clubbing, ma l'accesso è sempre possibile anche durante le serate.
La luna splende sul River House Club di Soncino (CR), che in primavera ed estate diventa River Garden. Fa divertire ogni sabato e domenica, in primavera ed estate. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball e nel verde giardino,  è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare l'inizio di una nuova stagione.
Anche per la primavera '23 ed estate '23, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. La bella novità è che alla squadra dei bravi resident dj e vocalist del locale spesso saranno affiancati come special guest artisti attivi in tutta Italia e non solo. Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini (...). 
River Garden 
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050 
https://www.instagram.com/riverhouseclub/
#riverhouseclub
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djs-party-edm-italia · 1 year ago
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River Garden Soncino (CR): 23/09 Ama chi vuoi ma ama con noi party, ad ingresso libero
Le cose belle non vogliono finire. E, ovviamente, questa cosa capita pure alla stagione di River Garden Soncino (CR). Dopo il closing party della scorsa settimana ecco una festa dal titolo decisamente interessante organizzata con Ape?SÍ ( Instagram.com/ape_si_ ): Ama chi vuoi ma ama con noi.
Ma cosa succede? La Piazza Nel Club torna al River Garden Soncino, con un extra special day... anzi più che una giornata, si tratta di una serata tutta da vivere con amiche e amici, con il sorriso sulle labbra e tanta musica. Sabato 23 Settembre dalle 23.00 alle 03.00, si balla come se fossi in una piazza con lo staff di Ape?SÍ e quello di River Garden Soncino (CR). 
La formula facilita il divertimento, perché l'ingresso è gratuito (+16). Lo staff di River ricorda alla gentile clientela che per avere un accesso garantito e veloce, la scelta migliore sia quella di prenotare un tavolo. La prenotazione per il servizio navetta è disponibile fino al giorno 21/09/2023. 
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In generale, ogni settimana d'estate, la formula di River Garden Soncino (CR)  è decisamente easy: è possibile prenotare, anche tramite la app Clubbing, ma l'accesso è sempre possibile anche durante le serate.
La luna splende sul River House Club di Soncino (CR), che in primavera ed estate diventa River Garden. Fa divertire ogni sabato e domenica, in primavera ed estate. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball e nel verde giardino,  è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare l'inizio di una nuova stagione.
Anche per la primavera '23 ed estate '23, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. La bella novità è che alla squadra dei bravi resident dj e vocalist del locale spesso saranno affiancati come special guest artisti attivi in tutta Italia e non solo. Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini (...). 
River Garden 
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050 
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tarditardi · 1 year ago
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River Garden Soncino (CR): 23/09 Ama chi vuoi ma ama con noi party (ingresso libero)
Le cose belle non vogliono finire. E, ovviamente, questa cosa capita pure alla stagione di River Garden Soncino (CR). Dopo il closing party della scorsa settimana ecco una festa dal titolo decisamente interessante organizzata con Ape?SÍ ( Instagram.com/ape_si_ ): Ama chi vuoi ma ama con noi.
Ma cosa succede? La Piazza Nel Club torna al River Garden Soncino, con un extra special day... anzi più che una giornata, si tratta di una serata tutta da vivere con amiche e amici, con il sorriso sulle labbra e tanta musica. Sabato 23 Settembre dalle 23.00 alle 03.00, si balla come se fossi in una piazza con lo staff di Ape?SÍ e quello di River Garden Soncino (CR). 
La formula facilita il divertimento, perché l'ingresso è gratuito (+16). Lo staff di River ricorda alla gentile clientela che per avere un accesso garantito e veloce, la scelta migliore sia quella di prenotare un tavolo. La prenotazione per il servizio navetta è disponibile fino al giorno 21/09/2023. 
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In generale, ogni settimana d'estate, la formula di River Garden Soncino (CR)  è decisamente easy: è possibile prenotare, anche tramite la app Clubbing, ma l'accesso è sempre possibile anche durante le serate.
La luna splende sul River House Club di Soncino (CR), che in primavera ed estate diventa River Garden. Fa divertire ogni sabato e domenica, in primavera ed estate. L'atmosfera, sotto la grande mirrorball e nel verde giardino,  è quella di una grande festa tra amiche ed amici. Sorrisi, musica, ritmo fino a tardi, per celebrare l'inizio di una nuova stagione.
Anche per la primavera '23 ed estate '23, infatti, il sound al River House Club è di qualità assoluta. La bella novità è che alla squadra dei bravi resident dj e vocalist del locale spesso saranno affiancati come special guest artisti attivi in tutta Italia e non solo. Ad esempio, fanno tappa al River House Club di Sonico (CR) il Samsara Tour, suona forte il ritmo di Botteghi, spesso torna il sound sempre house e decisamente personale di Samuele Sartini (...). 
River Garden 
via Brescia 23, Soncino (CR)
366.1758050 
https://www.instagram.com/riverhouseclub/
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academypediait · 2 years ago
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Analisi SWOT Imperdibile delle Riviste ad Accesso Aperto Che Gli Specialisti di Technology Watch Non Dovrebbero Ignorare
introduzione   Le riviste ad accesso aperto stanno diventando sempre più popolari come alternativa ai tradizionali metodi di pubblicazione.   Ma con le nuove tecnologie arrivano nuovi rischi e potenziali minacce che devono essere presi in considerazione. In questo articolo, [...] https://is.gd/DbwnHi
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#business #communication #data #education #ict #information #intelligence #technology - Created by David Donisa from Academypedia.info
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luigicalzini · 4 years ago
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⭕️ Capannelle - Nuovo appartamento ⭕️ . MLS Elite ID: 1929895 Capannelle, a pochi passi dal Parco dell’Appio Claudio, proponiamo la vendita di un grazioso appartamento di tre camere e servizi, panoramico, accogliente e di ampio respiro. L’immobile si trova in un complesso condominiale ben curato, con ampio cortile comune e parcheggi disponibili oltre un posto auto esclusivo assegnato. L’appartamento ha un’ampia metratura, ben divisa per rendere gli spazi comodi e versatili per le esigenze più diverse. Al momento, lo spazio offre un bell’ingresso con corridoio di accesso alle camere, un salone spazioso e luminoso , due camere confortevoli, una cucina abitabile, doppi servizi e due balconi: il tutto organizzato secondo un disegno degli ambienti per nulla ordinario. Ad arricchire l’appartamento ci sono due balconi, comodi e vivibili per condividere un pasto in famiglia o una colazione silenziosa con la sola compagnia del sole, degli alberi e del canto di qualche uccellino. Uno dei due balconi è accessibile da più ambienti e ciò rende spazio pronto ad accogliere i progetti più vari. Completa la proprietà una cantina, valore aggiunto dei nostri appartamenti di città, dove tutto è utile…a partire dallo spazio libero nelle nostre stanze! La casa è molto luminosa e le ampie finestre presenti in ogni ambiente ne sottolineano questo pregio. Come ultimo piano gode anche di prezioso silenzio e affaccio con lunga vista panoramica sul verde circostante, quasi in grado di far scomparire i palazzi di cui sono splendida cornice. . Tel. 0669365567 . #capannelle #roma #statuario #casainvendita #vendocasa #agenziaimmobiliare #calzinimmobiliare #casa #appartamento #immobiliare #venderecasa #mlselite (presso Capannelle, Lazio, Italy) https://www.instagram.com/p/COQESDxh4bR/?igshid=17m3v16yvuy0f
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gigidemartino · 5 years ago
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#TECHNO 🎧 Gigi de Martino @ BAGNI SELEKTOR🔥31/7 & 1/8 dalle 19.30 alle 24, solo Techno ed ingresso LIBERO!🎧🤝🎧 La Piscina Lido (Via Villa Glori 21) è bellissima, piccolina, immersa nel verde e con una terrazza sul Po. Vi consigliamo di venire a fare un tuffo! Prenotatevi qui https://servizi.torinofacile.it/cgi-bin/accesso/base/index.cgi?cod_servizio=SPOT&params=265 #Torino #Techno #Selektor #freeparty https://www.instagram.com/p/CDRaV1LDOlO/?igshid=1oe5v53qs6hpj
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zaffanire-blog · 5 years ago
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CENTRO - In elegante complesso residenziale edificato nel 1998 negozio di ampia metratura con affaccio sul verde privato condominiale e disposto su due livelli così composti: - PIANO TERRA di 75 mq con locale open space di 45 mq oltre area archivio, disimpegno e bagno; - PIANO INTERRATO di 40 mq con locale open space ad uso magazzino con secondo accesso al vano scale servito di ascensore. Riscaldamento autonomo. Libero subito (presso San Vittore Olona) https://www.instagram.com/p/CBXQp6LB03z/?igshid=16otavws77nkx
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violet-d-enfer · 7 years ago
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Dipnoi
Anjuška si era svegliata quella mattina da un sogno di pesci volanti sulla superficie del mare. Pesci molto strani in realtà e non solo perché si muovevano a serpentina a sfioro dell’acqua. La ricostruzione che Anjuška era riuscita a fare era fastidiosamente frammentaria, nonostante fosse rimasta un buon quarto d’ora, seduta sul letto, a stropicciarsi gli occhi come se lo sfregamento dovesse e potesse riportare a galla i dettagli dei pesci in questione che, invece, rimanevano nascosti, testardi e irritanti. Soprattutto perché pensare di andare dal suo Précepteur e chiedergli una risposta esaustiva con così pochi particolari avrebbe significato, come minimo, una lezione fin troppo erudita sulla sua acerba capacità di osservazione e sulla sua mancante destrezza nella descrizione: “Questo tuo balbettare, inaccettabile per inciso, è l’ennesima prova, qualora ce ne fosse bisogno, di quanto sia improcrastinabile l’ampliamento del tuo lessico, bambina mia”. La risata fragorosa le fece perdere la concentrazione necessaria a continuare l’imitazione del pomposo aio. E questa abitudine, fuori luogo visto il resto, di iniziare o concludere le sue frasi con ‘bambina mia’. Non era più una bambina! E si ostinavano a chiamarla e trattarla come tale. Avrebbe davvero dovuto prendere dei provvedimenti. Dopo la colazione. “Insomma, questi pesci erano grandi e poi avevano…” “Bambina mia, non è corretto iniziare le frasi con ‘insomma’. Meglio: i pesci cui le accennavo.” “Mph.” “Mph? Vogliamo davvero usare espressioni degne della servitù, Anjuška?” Sì, e ancora sì, quando parlano fitto spesso sento le loro risate e sono così vere che li invidio, e non devono stare a preoccuparsi di tutta questa etichetta… “Signorina, vuole degnarmi di una risposta?” Ecco, pure il formale ‘signorina’ e il ‘lei’. “Chiedo scusa.” Non è vero. “Bene, adesso descrivimi le caratteristiche dei pesci, in modo puntuale” Puntuale! Respira, Anjuška. “Erano pesci allungati, dai colori verde, e poi blu e poi alcuni un violaceo appena accennato. Ed avevano musi antichi.” “Questa non è una descrizione puntuale, bambina mia. Non è neanche esatta dal punto di vista della terminologia: quei ‘poi’ ridondanti, quel ‘musi’. Inoltre, mi piacerebbe averti insegnato almeno la corretta progressione temporale di un racconto o di una descrizione. Si inizia introducendo l’argomento centrale. Ricominciamo. Dove hai visto i pesci cui vuoi che io dia un nome?” Lo sapevi che sarebbe andata a finire così. Te le cerchi. Da grande, sì, tra poco, pochissimo tempo, troverò il modo di vendicarmi… “…li ho sognati.” “Inammissibile. Le pare che i sogni possano essere materia da prendere in seria considerazione, signorina? Non sono che la cloaca dove si gettano gli scarti del vissuto cosciente. Niente di cui valga la pena di occuparsi, dal punto di vista scientifico. E, forse ancor più grave, niente che valga la pena di raccontare. Lo considero qualcosa di altamente scostumato. Meno di niente.” E se ne va. Un giorno, non lontano, lo vedrò andare via, diretto al bagno penale. E sorriderò. E magari andrà a finire che ci tirerà fuori delle memorie letterarie di successo. Devo architettare un pieno oculato. Oddio, parlo come lui. In tutto questo rimuginare, occhio cupo e vendicativo, Anjuška si aggira per i corridoi con passo che, se scorto, meriterebbe un altro predicozzo. Ma nessuno di pericoloso sembra in vista. La biblioteca di babuška. Se non lì, dove? La missione richiede un’attenzione tutta particolare. Non le è permesso entrare lì da sola. Il sospetto è che non sia per il timore che lei sciupi qualche tomo di gran valore, non lo ha mai fatto neppure da piccola. Tutto il contrario, aveva perfettamente imparato la lezione di babuška. Glieli leggeva quando era molto piccola, tanto che lei non ricordava altro che la stanza in penombra o buia, l’odore della babuška, del suo seno come un cuscino, e la sua voce. E non solo li cantilenava, ma le faceva anche tutta una storia del ‘libro’ quasi fosse una persona in carne ed ossa da conoscere con tutte le fascinazioni di una prima conoscenza e tutti i pericoli che ciò comporta. E non si risparmiava neppure la parte polemica. “Un libro non è un oggetto, non è un atteggiamento, non è uno strumento da usare per fare sfoggio di sé, per salire su un qualche piedistallo con aria snob: è una prova d’amore. Ma non dell’amore a cui pensi confusamente tu che ancora non ne sai quasi nulla, bambina mia. Una delle cifre dell’amore è la parola, e il dono, e la condivisione fine a se stesa.” Ruotava lo sguardo verso gli scaffali, poi lo fissava di nuovo negli occhi di lei e proseguiva. “Guarda questi libri, sembra che ti aspettino. Pensa al viaggio che hanno fatto: le notti insonni e i dì febbricitanti di chi li ha scritti, i suoi incubi, i suoi segreti, le sue gioie, le sue sofferenze, tutto racchiuso e regalato a perfetti sconosciuti. Pensa alle mani di chi ha prodotto la carta, pensa a quelle di chi ha regalato a quel tesoro intimo una degna copertina. E poi, bisogna comprare un libro, accarezzarlo, annusarlo dall’esterno, la pelle, separarne impazientemente le pagine unite, ed annusarlo all’interno, ritardare il più possibile il momento della lettura. È solo allora, sfogliando accuratamente una pagina dopo l’altra, che si scoprono idee ed emozioni che neanche il più onesto tra i trafficanti di opinioni, quello con le migliori intenzioni, può offrire.” Per Anjuška e la sua mente incantata quella era la saggezza, ne sentiva il sapore fino in fondo alla lingua. C’era un ‘ma’. C’era sempre un ‘ma’. Lei non avrebbe dovuto avere libero accesso a quel luogo. I libri avevano subito una catalogazione del tutto speciale. Essenziali: adatti, non ancora adatti. Non essenziali: di contorno, da leggere per diletto e per conversazione. Immorali, proibiti. Nessuno dovrebbe leggerli, nessuno avrebbe dovuto pubblicarli, né tantomeno scriverli. “Un giorno questi signori ne pagheranno le conseguenze davanti al giudice massimo, dal momento che gli uomini sono deboli ed educazione e censura hanno imperdonabilmente mancato il loro dovere”. ‘Mai e poi mai leggibili’: eterna, implacabile, immutabile condanna. Il giudizio di Monsieur le Précepteur era inappellabile. Un particolare, sospetto: mai una parola di condanna nei confronti di babuška che li aveva acquistati, letti e riposti in bella mostra. Strana cosa, di solito non aveva peli sua lingua né, e di questo Anjuška gliene dava atto, era un ruffiano. Un giorno avrebbe scoperto la trama sottostante. Ovviamente, l’attenzione di Anjuška era tutta concentrata sui ‘non ancora’ e ancor di più sull’eterno ‘mai’. Non poteva certo prenderli e portarseli in camera. Ma aveva memorizzato la loro posizione, gli orari delle ronde più agguerrite; quando la perdevano, se non con Kolja, avrebbero facilmente potuto ritrovarla accucciata a terra, nel posto più buio della biblioteca, con un libro tra le mani o in grembo quando le parole perdevano lei a lei stessa. Mattina e pomeriggio erano i momenti meno indicati per le sue sortite. La notte, una coperta ed una candela, erano il suo adorato rifugio. Aveva anche un alleato fidato. Rispetto ai divieti, di qualunque natura, ed in particolare di tipo letterario, babuška aveva un’idea tutta sua. Le aveva regalato, clandestinamente, la chiave della biblioteca per il suo dodicesimo compleanno. E questo era il gesto simbolico. Ma, in precedenza non si era certo risparmiata gesti molto più concreti passandole direttamente i libri, quando lei era assente. E lasciandole consigli inestimabili, anche se in parte enigmatici, al tempo in cui gliene faceva dono. “A mio avviso potresti leggere di tutto, senza particolari timori reverenziali o di altro tipo. Ci sono, evidentemente, delle controindicazioni. Rischi di non cogliere degli eventi e la loro natura. Dei passaggi possono risultarti indecifrabili, soprattutto per i saggi. Puoi non conoscere le parole, ma per questo basta un vocabolario, anzi direi che è un’ottima scuola. E poi c’è il pericolo più grande, ma quello è inevitabile: non comprendere il senso generale e particolare del romanzo o del saggio; perché le singole parole puoi impararle, ma quello che compongono insieme, il significato che anche le parole riescono solo ad adombrare, beh, per quello ci vuole tempo, ammesso e non concesso che sia mai possibile.” “Ma posso chiedere a te.” “Certo, ma non sempre potrò risponderti con la soluzione: la lettura è un’avventura intima.” “E perché, se non lo capisco, non puoi spiegarmi tu il senso del libro?” “Perché sarebbe il mio senso, non il tuo. Possiamo incontrarci su alcuni punti, discutere del libro, chiarirci dei passaggi oscuri, confrontarci, e altro ancora. Ma, in fin dei conti, anche se si saranno reciprocamente ampliati, rimarremo ognuna con il libro e l’idea che ci ha impresso dentro.” “Non mi piace. Voglio capire quello che lo scrittore voleva dire.” “Ah, hypocrite lecteur, — mon semblable, — mon frère! Ci aggiungerei: infidèle.” “Cos’è?” “Una poesia, fuori contesto, di un ‘nuovo’ poeta.” Pausa. Silenzi diversi: attesa e congetture confuse. “Mph. Tanta fatica per non capirci niente.” “Allora lo rileggerai. Crescendo, sarai tu e, insieme, una tu diversa. Ed ogni esperienza maturata aggiungerà un piccolo tassello, un’altra piccolissima tu, pezzettini insignificanti a prima vista. Eppure, essenziali. E, quindi, se leggerai un libro in età diverse, vi scoverai dettagli e significati sempre diversi che si sovrapporranno gli uni agli altri.” “Ma non finirò mai così.” “Vero. Grazie a Dio non si finisce mai.” E la lasciava così a contemplare: la voragine del tempo mancante, la sua impotenza a leggere e capire. Aveva questo potere di lasciarle nelle narici il suo profumo, e dentro queste frasi dal tono dolce, sereno, dalla facciata rassicurante in contrasto con l’eco profonda, vagamente inquietante. Mentre ricordava e sorrideva, la sua parte pragmatica aveva elaborato un piano: prendere l’Enciclopedia (catalogata: essenziale, con alcune proibizioni) e sfogliarla, in ordine alfabetico (serve metodo, Anjuška, non iniziare a seguire il filo del disordine come tuo solito), fino a trovare una riproduzione dei pesci che aveva sognato. Vaste programme. A, B, C, D che scandiscono il primo pomeriggio. E poi il ritrovamento, la fronte corrugata si distende, le labbra corrucciate si distendono anch’esse in un sorriso di soddisfazione e vittoria, quasi di rivincita. “Dìpnoi (o dipnòi) s. m. pl. [lat. scient. Dipnoi, dal gr. δίπνοος «con doppia respirazione»]. – Ordine di pesci ossei d’acqua dolce, in gran parte fossili, oggi rappresentati da poche specie, di forma allungata, coperti di squame sottili, con scheletro prevalentemente cartilagineo, corda dorsale persistente, e vertebre senza corpo vertebrale; respirano sia per branchie sia per mezzo di una vescica natatoria concamerata, che costituisce un vero organo polmonare. Le specie dei generi Lepidosiren e Protopterus, rispettivam. dell’America Merid. e della regione etiopica, scavano gallerie nel fango dei pantani e vi trascorrono un periodo di vita latente durante la stagione secca.” Lepidosiren. Vita latente. Pesci in letargo. Lei che sogna pesci d’acqua dolce che vanno in letargo ma volano a sfioro sul mare. Che cosa stramba. Doveva raccontarla a qualcuno. Rapida occhiata fuori dalla finestra. Kolja! Di corsa, è tardi, e Kolja non ha tutto il tempo che vorrebbe lui, che vorrebbe lei. Anjuška: “…e questi pesci del mio sogno, vanno in letargo!” Kolja: “Esistono davvero? E perché dovrebbero?” Anjuška: “Pare di sì, anche fuori dai miei sogni. E lo fanno per risparmiare, quando è tutto arido per il caldo e si chiama estivazione.” Kolja: “Quella è pigrizia.” Anjuška: “E sono pesci che si interrano nel fango del fiume, quando il fiume è in secca, e riducono al minimo il metabolismo, e sono i dipnoi.” Kolja: “Ed è pigrizia.” Anjuška: “Secondo te, avrebbero sviluppato un polmone solo perché troppo pigri per andare a cercarsi l’acqua, che non c’è né dove stanno, né altrove?” Kolja: “Pesci tropicali debosciati.” Anjuška: “La ‘naturale’ infingardaggine meridionale, eh.” Risate. Kolja: “Spiegazioni semplici per fenomeni semplici.” Anjuška: “Ma non è un fenomeno semplice. Sti pesci...risalgono a tipo 400 milioni di anni fa. Hanno sviluppato un polmone. Capisci? Respirano!” Kolja: “E visto che respirano possono venire nei tuoi sogni a svolazzare sul mare.” Anjuška: “Sì!” Kolja: “Io non mi posso nascondere sottofango. Devo andare se no son guai.” Anjuška: “Sì. Copio la riproduzione, domani ti porto il disegno.” Kolja: “Grazie. E stai attenta a non parlare così col tuo précepteur…e ai sogni.” Lepidosiren Paradoxa. Anjuška lo ripeteva come un’orazione, sotto le coperte, prima di addormentarsi. Credeva che se lo avesse ripetuto per un congruo numero di volte, con la giusta concentrazione e la dovuta convinzione, il sogno sarebbe venuto da sé. Come se si potessero blandire i sogni, quelli se ne fregano. E, infatti, niente. Dieci giorni di sogni scialbi e fuori tema. Il Précepteur aveva sbollito la foga degli improperi, persino Kolja aveva, infine, smesso di chiederle, con una volutamente malcelata ironia, che ne fosse dei suoi pesci irreali. Ovviamente, solo dopo aver commentato con tono canzonatorio gli sforzi artistici di lei. Persino lei iniziava a lasciar sbiadire questa fissazione itticonirica. Beninteso, dopo aver accarezzato anche l’idea di farsi costruire l’habitat adatto per poi acquistare i suoi pesci, pesci realissimi questa volta, da ospitarvi. Aveva abbandonato il progetto quando aveva sentito la sua voce proporselo a volume alto. Precisamente, la terza prova del discorso da tenere a suo padre. Infattibile. Poi, senza preghiere né rituali, la Lepidosiren Paradoa era lì, proprio lei. In un ricordo vivido. Le era apparsa sbucando e materializzandosi dal buio, uscendone aggraziata, eseguendo davanti ai suoi occhi evoluzioni lente ed eleganti. Ad un certo punto, Anjuška si era resa conto anche dell’apparizione di un contesto geografico. Se lo sarebbe aspettato abbagliante, riarso dal sole; invece, persisteva una penombra grigiastra. Il letto di un fiume, il fango, tristi arbusti, pietre. La Paradoxa, che fluttuava su quel desolato ricordo di fiume, la osserva, pare sorriderle, consapevole di avere la soluzione per questo be pasticcio. Inizia ad abbassarsi, fendendo l’aria in diagonale, alla ricerca di un fango morbido da penetrare. Lo trova. Punta il ‘muso’. La guarda con occhi sapienti mentre, con la parte prominente del ‘volto’, spinge contro la melma per forzarla ed aprirsi un pertugio. Una pressione centrale e verso il basso del corpo, spostamenti alternati del muso a destra e sinistra, che sarebbero dei tonfetti se non fossero tanto fluidi e delicati. Si fa largo, scava la tana senza violenza, muovendosi a serpentina, sinuosa, prendendosi tutto il tempo necessario. Come se ci provasse un piacere speciale, tipico della sua specie. Chissà, forse la sua babuška le aveva raccomandato, quando era piccola, di non lasciarsi sfuggire, per la fretta, il minimo dettaglio, la prima volta che avesse compiuto l’operazione che doveva conservarle la vita. Forse spiegandole che un atto così necessario alla sopravvivenza non era solo utilitaristico, ma intrinsecamente bello, piacevole, come lo scivolare molle dentro la terra ancora umida. Dopo un po’ anche l’estremità della pinna caudale scomparve. Del pesce era rimasto solo un leggero rigonfiamento sulla superficie fangosa, e il rigonfiamento si muoveva al ritmo lento ma regolare del suo respiro. Diventò un sogno regolare. Tre volte alla settimana, la Paradoxa veniva a farle visita. All’inizio, non facevano altro che guardarsi. Anjuška, nel sogno, non si vedeva, ma sapeva di essere piegata sulle ginocchia, con i gomiti appoggiativi sopra; si sentiva anche piegare collo e viso per cambiare prospettiva e visuale nella sua osservazione muta. Muta. Sentiva nel sogno dei suoni flebili, dei mugugni, incomprensibili, come se cercassero di parlarsi, senza riuscirvi. Poi successe. Quasi si fossero, infine, accordate: trovarono le parole da condividere. La Paradoxa le parlò con tono basso e calmo. Le raccontò la sua vita, i suoi viaggi, lunghi e perigliosi, le disse che aveva iniziato, un pomeriggio particolarmente afoso, a sentirsi stanca e di aver cercato un luogo sicuro dove potersi riposare. Ed in questo viaggio si era imbattuta nel suo sogno di mare pesci volanti. Si erano incontrate, casualmente. La Paradoxa l’aveva scrutata per un po’, aveva sentito tepore e affidabilità; aveva deciso di fermarsi nei suoi sogni. Anjuška ricambiava quei racconti stupefacenti con i resoconti della sua ordinata quotidianità, tanto noiosa quanto resa scoppiettante dalla sua voce squillante, dalla velocità con cui pronunciava le parole per paura di dimenticarsi qualcosa di fondamentale. Incredibilmente, Anjuška non raccontò niente di queste conversazioni. A nessuno. Solo a Kolja comunicò vittoriosa che, sì, aveva sognato il suo pesce irreale. Ne fu contento senza darlo troppo a vedere. Aveva anche smesso di passare le notti in biblioteca. Ma le parole della Paradoxa avevano lo stesso fascino, anzi quasi maggiore, di quello dei libri: c’era la sua voce ad inanellare novelle dopo novelle un romanzo fantastico, c’erano gli occhi splendenti nella penombra del sogno e del fango, c’erano le pinne filiformi che vibravano al ritmo delle diverse sfumature dei ricordi riportati a galla. “Ti ringrazio, Anjuška. Dovevo fermarmi, riallacciare le fila della mia vita. Raccontarla a te per vederla più chiara.” Fu l’ultima cosa che le disse, fu l’ultima volta che la sognò. Anjuška scoprì l’amarezza del tradimento, nella forma più sciocca possibile: un pesce sognato. Ma non riusciva proprio ad impedirsi di provare un persistente senso di imbroglio, cocente. Finse che non le importasse nulla. Finse di aspettarselo, figuriamoci. Finse di non soffrirne. Fino all’estate. Nel bosco che faceva parte della proprietà della dacia, c’era un fiume. Kolja e lei passavano sulla riva e in acqua tutto il tempo che potevano. Sempre spiacevolmente insufficiente. Un pomeriggio, Anjuška si ritrovò a battere il palmo del piede destro sul letto del fiume, saggiando se per caso ci fosse un qualche rigonfiamento nascosto. Il gesto istintivo aveva preceduto il pensiero conscio. Uscì dal fiume, senza una parola. Si accucciolò contro il tronco di un albero lontano. Kolja nuotava, non si accorse di niente. Pianse. Odiandosi per quel moto di inaccettabile debolezza. Una brutta confessione contro cui scagliare le sue recriminazioni. “Sei stata uno strumento: avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse.” Una menzogna. “Avevo questo tempo, in attesa che arrivasse il mio letargo, te l’ho regalato. Ce lo siamo regalato. Adesso, il letargo arriva. Ma ci rivedremo. Quando l’acqua tornerà, appena sveglia, prima di ripartire.” Avrebbe solo voluto un saluto. Anche doloroso. Ma vero.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Bastano poche ore di viaggio per ritrovarsi a prendere il sole in totale relax sulle spiagge bianchissime dei Caraibi incorniciate dal mare cristallino senza uscire dai confini nazionali. Non è una battuta ma realtà: basta raggiungere la località di Rosignano, a sud di Livorno, per rimanere abbagliati dalle famose spiagge bianche che, ogni giorno d’estate, accolgono centinaia di bagnanti entusiasti dello scenario da sogno e mozzafiato regalato dal bianco quasi irreale del lido e dall’acqua del mare che, riflettendo la luce, si tinge dei colori dello smeraldo. iStock I “Caraibi d’Italia”, in terra toscana, si estendono per circa quattro chilometri nel nord della Maremma con affaccio sul Mar Ligure e sono a libero accesso. Il particolare colore della sabbia fa sì che siano sufficienti poche ore per abbronzarsi, un motivo in più per rimanere stupefatti, è il caso di dirlo, da questa paradisiaca striscia di sabbia. Il tratto sabbioso va da Rosignano Marittino a Vada ed è perfetto per un bagno di sole distesi sul lettino o sull’asciugamano senza pensieri o per un vero e proprio bagno tra tuffi e nuotate nel mare limpido che ricorda l’oceano caraibico. Per la bellezza che riporta alla mente i lidi immacolati dei Paesi affacciati e bagnati dal Mare dei Caraibi, le spiagge di Rosignano sono spesso molto affollate e non è semplice trovare un posticino se non si arriva all’inizio della mattinata. Nessun problema, però, per gli amici a quattro zampe: sono sempre i benvenuti a patto che, ovvio, i padroni vigilino su di loro per una vacanza di divertimento e svago per tutti. Non mancano, inoltre, numerosi bar e ristoranti dove recarsi per una piacevole e rinfrescante sosta durante le ore più calde della giornata. Insomma, un vero e proprio paradiso di mare e di sabbia bianca e finissima a poca distanza da Livorno o Cecina. Eppure, un detto ci ricorda che “non è tutto oro quello che luccica”. Infatti, parlando delle bianche spiagge di Rosignano Marittimo, non si può non ricordare che la loro origine non è opera della natura bensì dello stabilimento Solvay che produce carbonato e bicarbonato di sodio, i cui scarichi arrivano in prossimità della costa. Ed è così che, nel corso degli anni, per via della lavorazione di materiali calcarei, hanno portato alla comparsa di questa particolare colorazione bianca abbagliante della sabbia. iStock https://ift.tt/3cc8TAa Le spiagge bianche di Rosignano, paradisi toscani che celano un inquietante segreto Bastano poche ore di viaggio per ritrovarsi a prendere il sole in totale relax sulle spiagge bianchissime dei Caraibi incorniciate dal mare cristallino senza uscire dai confini nazionali. Non è una battuta ma realtà: basta raggiungere la località di Rosignano, a sud di Livorno, per rimanere abbagliati dalle famose spiagge bianche che, ogni giorno d’estate, accolgono centinaia di bagnanti entusiasti dello scenario da sogno e mozzafiato regalato dal bianco quasi irreale del lido e dall’acqua del mare che, riflettendo la luce, si tinge dei colori dello smeraldo. iStock I “Caraibi d’Italia”, in terra toscana, si estendono per circa quattro chilometri nel nord della Maremma con affaccio sul Mar Ligure e sono a libero accesso. Il particolare colore della sabbia fa sì che siano sufficienti poche ore per abbronzarsi, un motivo in più per rimanere stupefatti, è il caso di dirlo, da questa paradisiaca striscia di sabbia. Il tratto sabbioso va da Rosignano Marittino a Vada ed è perfetto per un bagno di sole distesi sul lettino o sull’asciugamano senza pensieri o per un vero e proprio bagno tra tuffi e nuotate nel mare limpido che ricorda l’oceano caraibico. Per la bellezza che riporta alla mente i lidi immacolati dei Paesi affacciati e bagnati dal Mare dei Caraibi, le spiagge di Rosignano sono spesso molto affollate e non è semplice trovare un posticino se non si arriva all’inizio della mattinata. Nessun problema, però, per gli amici a quattro zampe: sono sempre i benvenuti a patto che, ovvio, i padroni vigilino su di loro per una vacanza di divertimento e svago per tutti. Non mancano, inoltre, numerosi bar e ristoranti dove recarsi per una piacevole e rinfrescante sosta durante le ore più calde della giornata. Insomma, un vero e proprio paradiso di mare e di sabbia bianca e finissima a poca distanza da Livorno o Cecina. Eppure, un detto ci ricorda che “non è tutto oro quello che luccica”. Infatti, parlando delle bianche spiagge di Rosignano Marittimo, non si può non ricordare che la loro origine non è opera della natura bensì dello stabilimento Solvay che produce carbonato e bicarbonato di sodio, i cui scarichi arrivano in prossimità della costa. Ed è così che, nel corso degli anni, per via della lavorazione di materiali calcarei, hanno portato alla comparsa di questa particolare colorazione bianca abbagliante della sabbia. iStock In Toscana, tra sabbia abbagliante e mare verde smeraldo, si trovano gli affascinanti Caraibi d’Italia che, tuttavia, celano un segreto.
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enkeynetwork · 5 years ago
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Alipay Health Code e Corona 100m
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L'emergenza data dal Covid-19 non cessa e si sta cercando in tutti i modi di arginarla. Nascono così delle app specifiche come Alipay Health Code tra prevenzione e controllo della nazione. L'applicazione è stata realizzata da un'azienda controllata dal colosso dell'e-commerce Alibaba e genera un codice QR per ogni utente: verde, giallo o rosso, ogni colore indica quanto l'utente può spostarsi in giro per la città.
Alipay Health Code cos'è e a cosa serve
Se il QR in tuo possesso è verde puoi accedere liberamente (una volta scansionato il tuo codice all'ingresso) a condomini, uffici, centri commerciali. Se il tuo codice è arancione invece ti spetteranno molte restrizioni, mentre se il tuo codice è rosso allora dovrai restare in quarantena preventiva per sette o addirittura quattordici giorni.
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I tre QR code restituiti dall'app Alipay Health Code in base ai dati raccolti Un metodo per limitare la circolazione in modo personalizzato, consentendo ad alcuni più azioni e ad altri invece regimi preventivi di quarantena, senza penalizzare l'intera popolazione. La vera domanda è però come quest'app generi il codice. Da dove prende i dati? Su che basi riesce ad attribuire un colore differente per ogni persona? Presumibilmente utilizza dati incrociati forniti dagli ospedali insieme a quelli dei social, per supporre una rete di persone frequentate. Ad ogni modo il calcolo rimane approssimativo, molti si lamentano infatti di non essere mai entrati in contatto con persone infette. Attualmente però girare in Cina senza quest'app è diventato pressoché impossibile. Un articolo del New York Times parla di "esperimento per controllare i cittadini" e di un possibile collegamento con la polizia per quanto riguarda l'approvvigionamento dei dati. Il sistema è stato lanciato l'11 febbraio ed è già utilizzato in 200 città e tre provincie. Quindi controlla attualmente gli spostamenti di 180 milioni di persone. E mentre anche Pechino sta pensando di utilizzarla, il NY Times si chiede se i dati condivisi nel codice sorgente alla voce "reportInfoAndLocationToPolice" non possano ledere eccessivamente il diritto alla privacy. Sembrerebbe proprio che per la Cina il corona virus, grazie ad Alipay Health Code, sia diventato un'occasione per poter monitorare tutti i cittadini in maniera ancora più stringente. Infatti l'app a detta proprio di chi l'ha realizzato, utilizza i big data e valuta il rischio d'infezione anche in base al questionario iniziale. Ma le molte persone a cui è stato segnato un codice rosso o arancione hanno iniziato ad intuire ci fosse dell'altro. Quindi si ipotizza il libero accesso a database governativi in cui è possibile trovare informazioni su voli aerei, biglietti ferroviari e per autobus.
Il modello della Corea del Sud
Sembra che la Cina, con il suo Alipay Health Code,  non sia l'unico stato ad aver scelto un piano di controllo della popolazione. Infatti anche la Corea del Sud ha deciso di utilizzare questo approccio.
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Molti i cartelli in giro per strade e attività commerciali che spiegano l'uso dei QR code L'app in questo caso di chiama Corona 100m. Anche in questo caso l'uso dei dati incrociati di big data, posizione Gps e telecamere di sorveglianza ha fatto un po' storcere il naso riguardo la privacy. Eppure, in Corea del Sud sostengono con orgoglio che è l'unico modo per sapere se si è stati in contatto con persone che hanno contratto la malattia. Europa e Stai Uniti stanno osservando con attenzione il sistema, sottolineando i limiti di questo tipo di applicazione. Infatti nonostante l'utilizzo di quest'app i contagi non hanno un trend in discesa lineare. Diversi sono i picchi di ritorno che non sarebbero dovuti esserci. Tuttavia i risultati complessivi sono molto buoni, per cui queste app continuano ad essere sempre più utilizzate. Read the full article
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learninganthropocene · 5 years ago
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SUMMIT DELLA TERRA
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La Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo, tenutasi a Rio de Janeiro nel giugno 1992 e conosciuta anche come il Summit della Terra o Eco92a, è stata la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull'ambiente. Rappresenta perciò una svolta nella coscienza collettiva e politica rispetto ai temi ambientali; un evento importante anche in termini di impatto mediatico e di scelte politiche e di sviluppo conseguenti.
Alla Conferenza partecipano 172 rappresentanze governative (tra cui 108 Capi di Stato) e 2.400 rappresentanti di organizzazioni non governative. Inoltre, 17.000 persone partecipano al Forum parallelo delle Ong. Al termine della Conferenza vengono adottati 5 documenti fondamentali che costituiranno, da quel momento in poi, le linee-guida per l'azione degli Stati membri:
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici (UNFCCC)
La Convenzione sulla diversità biologica
L'Agenda 21
La Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo
I Principi sulle Foreste.
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici (UNFCCC) è entrata in vigore il 21 marzo 1994 ed è un trattato internazionale che ha come obiettivo quello di promuovere una serie di politiche e di sforzi per affrontare a livello globale i problemi imposti dai cambiamenti climatici. La Convenzione riconosce che il sistema climatico è un bene pubblico globale e che la sua stabilità è danneggiata dalle emissioni di diossido di carbonio ed altri gas ad effetto serra. E' per questo che si decide di lavorare nell'ottica di una collaborazione universale volta ad incoraggiare i Paesi industrializzati a stabilizzare le emissioni di CO2 nell'atmosfera.
La Convenzione sulla diversità biologica, entrata in vigore il 29 dicembre 1993, ha tre obiettivi principali:
la conservazione della diversità biologica;
l'uso sostenibile dei componenti della diversità biologica;
la giusta ed equa suddivisione dei benefici provenienti dall'uso delle risorse genetiche.
La Convenzione riconosce l'importante ruolo giocato dalle popolazioni indigene e dalle comunità locali con le loro conoscenze tradizionali e il loro stile di vita. Afferma difatti che gli Stati dovrebbero creare una legislazione nazionale che possa preservare, rispettare e proteggere le conoscenze tradizionali e le pratiche dei popoli indigeni e delle comunità locali allo scopo di promuovere la conservazione della biodiversità e l'uso sostenibile degli ambienti naturali, condividendo equamente, con i soggetti portatori di tali conoscenze, gli eventuali profitti derivanti dal loro più ampio uso.
Con l'Agenda 21 si intendeva preparare il mondo alle sfide del nuovo secolo. Essa contiene proposte d'azione dettagliate nelle aree del sociale e dell'economia al fine di:
combattere la povertà;
cambiare le logiche di produzione e di consumo per la conservazione e la gestione delle risorse naturali che sono la base della vita;
proteggere l'atmosfera, gli oceani e la biodiversità;
prevenire la deforestazione;
promuovere un'agricoltura sostenibile.
Le organizzazioni dei popoli indigeni, i gruppi femminili, le organizzazioni non governative sono, per Agenda 21, importanti risorse per l'innovazione e l'azione, in quanto nel corso della storia hanno dato prova di capacità nel campo della promozione di uno stile di vita sostenibile. E' per questo che Agenda 21 si propone di sostenere i popoli indigeni attraverso un'azione mirata, rispettandone l'integrità culturale, i diritti umani, le conoscenze tradizionali. In quest'ottica, i Governi sono chiamati a favorire la partecipazione delle comunità indigene e rurali nella gestione e protezione delle risorse naturali locali, nonché la creazione di reti di scambio tra comunità che potranno condividere saperi e tradizioni.
La Dichiarazione di Rio su ambiente e sviluppo definisce diritti e responsabilità degli Stati rispetto agli obiettivi di Rio. Nel Principio 22 viene ricordato che i popoli indigeni e le loro comunità hanno un ruolo vitale nella gestione dell'ambiente, grazie alle loro conoscenze ancestrali e alle pratiche tradizionali. Secondo la Dichiarazione, gli Stati dovrebbero riconoscere e supportare la loro identità culturale e i loro interessi, rendendoli capaci di partecipare concretamente allo sviluppo sostenibile.
Tra i 27 principi di cui si compone la Dichiarazione emergono alcuni concetti fondamentali:
l'essere umano è al centro delle azioni per la promozione dello sviluppo sostenibile;
l'incertezza della scienza non deve prevenire la politica dal prendere misure che impediscano il degrado ambientale in presenza della minaccia di danni irreversibili;
gli Stati hanno diritto di sovranità sui propri territori e libero accesso alle proprie risorse, ma non hanno il diritto di causare danno all'ambiente;
sradicare la povertà e ridurre le disparità negli standard di vita a livello mondiale è indispensabile per la promozione dello sviluppo sostenibile;
la piena partecipazione delle donne è essenziale al raggiungimento dello sviluppo sostenibile;
i Paesi sviluppati hanno particolari responsabilità nel raggiungimento dello sviluppo sostenibile per il peso imposto dalle loro società sull'ambiente globale e per le conoscenze tecnologiche e le risorse finanziarie di cui dispongono.
L’importanza del documento relativo ai Principi sulle foreste risiede nel fatto che per la prima volta viene riconosciuto il ruolo svolto dalle foreste non solo per l'ambiente, ma anche per l'economia mondiale e il benessere dei popoli. Nel Principio 2 si riconosce l'importanza spirituale di questi ambienti naturali e vengono citati ancora una volta i popoli indigeni. Concetti confermati e rafforzati dal Principio 5 che ribadisce l'importanza dei popoli indigeni nella gestione sostenibile delle foreste e il dovere da parte degli Stati di riconoscere tali abilità e di permettere ai popoli indigeni di partecipare alle attività economiche forestali, nel rispetto delle conoscenze tradizionali e nel mantenimento della loro integrità culturale. Nel Principio 9, infine, viene riconosciuta l'importanza delle foreste anche per le comunità rurali e locali alle quali non è possibile offrire valide alternative ad una vita svolta in ambiente forestale. I popoli indigeni vengono ancora citati nel Principio 12 a proposito dei Paesi in via di sviluppo: le conoscenze indigene, infatti, costituiscono una possibile fonte di sostentamento per tali Paesi, ma ogni ricavo, si afferma, deve essere equamente diviso con i legittimi detentori di questi saperi.
Infine, si raccomanda che:
tutti i Paesi, in particolare quelli sviluppati, facciano uno sforzo per un mondo più "verde", attraverso la gestione sostenibile delle foreste ed il raggiungimento di un accordo globale in merito a questo tema;
gli Stati sviluppino delle politiche forestali in base ai bisogni socio-economici e in accordo con le politiche nazionali di sviluppo, assicurando specifiche risorse finanziarie allo scopo di incoraggiare politiche di sviluppo sostitutive.
Il summit è stata un'occasione sentita soprattutto dai popoli indigeni che negli stessi giorni si incontrarono a Kari-Oca (Brasile) per discutere di territorio, ambiente e sviluppo. Più di 650 rappresentanti indigeni parteciparono a conferenze ed eventi culturali e, al termine della Conferenza, adottarono 109 punti elencati nella Carta della Terra dei Popoli Indigeni e nella Dichiarazione di Kari-Oca. Questi documenti rappresentano per i popoli indigeni un nuovo modo di fare accordi con le istituzioni internazionali. Si tratta di richieste e aspettative elencate in un modo da non lasciare spazio a dubbi sulla gestione delle risorse, delle terre, dei diritti dei popoli indigeni, sui saperi e le pratiche tradizionali. Sopra ogni cosa essi chiedono di poter avere un controllo sul proprio destino.
materiale utilizzato:
https://www.minambiente.it/pagina/il-percorso-dello-sviluppo-sostenibile-1992
https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/La-Conferenza-su-ambiente-e-sviluppo-di-Rio-de-Janeiro-3-14-giugno-1992/208
https://www.ecoage.it/conferenza-rio-de-janeiro-1992.htm
http://www.difesambiente.it/uomo_ambiente/conferenza_rio_janeiro_1992.aspx
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