#Wolseley-Siddeley
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les-belles-mecaniques · 9 days ago
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1907 Wolseley-Siddeley Type B 30HP Four-Cylinder Tourer
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codumofr · 9 days ago
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Turboréacteur britannique développé par Armstrong Siddeley, puis par les compagnies de Bristol Siddeley et Rolls-Royce Limited entre en service en 1953 et reste en service jusqu’en Janvier 2011 au sein de la Royal Air Force. Il équipe des avions d’entraînement à la navigation comme le Aermacchi MB-326 Italien, le BAC Jet Provost et le British Aerospatial 125 Anglais. Sa conception est initialement vue comme un simple Armstrong Siddeley Adder agrandi et comprenant ainsi un compresseur à sept étages au lieu des 10 compresseurs du Adder. Vu comme un moteur “jetable” comme le J85 Américains, le Viper devait équiper les versions de production des drone-cible Australien “Jindivik”, mais sera retravaillé avec un remplacement de plusieurs systèmes pour finalement être utilisé sur des avions classiques. Malgré cela, le Viper fut sujet à de nombreux soucis de maintenance due à ses origines de moteur à usage unique et du être retravaillé avec le premier programme de maintenance du nom de “Power by the Hour” qui demandait aux clients utilisant le moteur, de payaient un taux horaire fixe de maintenance à l’entreprise Bristol Siddeley. Plus de 5 5 000 exemplaires furent produits par l’entreprise et accumulant un total de 13 millions d’heures de vol.
Armstrong Siddeley était une société anglaise créée en 1919 suite au rachat par Armstrong Whitworth de Siddeley-Deasy, fabricant de voitures de luxe. Spécialisée dans la production de voitures et d’avions, la compagnie poursuivit une politique de qualité suite à la fusion, mais sera surtout connue pour la production de véhicules de luxe et de moteurs d’avion malgré la production de boîtes de vitesses pour les chars et les autobus, des moteurs de fusées et de torpilles, ainsi que de wagons. Ce n’est qu’en 1960 malgré la poursuite de la production automobile lors des fusions et acquisitions avec Hawker Aviation et Bristol Aero Engine que la société à cesser son activité. Absorbée la même année par Rolls-Royce dû à l’intéressement de cette dernière dans les activités de l’aviation, elle sera ainsi garant de la suite de la production d’Armstrong Siddeley. Historiquement fondés en 1902 par John Davenport Siddeley (1866-1953), les produits de la firme s'inspireront de la firme Peugeot et utilisent de nombreuses pièces de ses derniers tout en équipant la mécanique de carrosserie anglaise. Fusionnant en 1905 avec Wolseley, la firme deviendra Siddeley-Wolseley dans l’optique de produire des modèles de prestige qui seront entre autres utilisés par la Reine Alexandra et le Roi George V. Démissionnant de Wolseley et mettant ainsi fin à la fusion en 1909, Siddeley reprendra Deasy Motor Company et l’entreprise deviendra ainsi la Siddeley-Deasy. En 1912, la société adopte l’imagerie du Sphynx suite à son slogan “Aussi silencieux que le Sphynx”. Elle se lance dans la fabrication de cellules et d'aéro-moteurs en 1915 et en fabriquera jusqu’en 1919 avant d’être rachetée par la Armstrong Whitworth Development Company. À partir de là, la compagnie sera de plus en plus diluée dans les différentes fusions qui se produiront et de nombreuses voitures de prestiges telle que les Lancaster 16 et 18, les Sapphire 346, 234 et 236 ou bien la Star Sapphire et sa version MKII qui seront ses dernières productions en 1958 et dont la dernière voiture produite quittera l’usine de Coventry en 1960.
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bookloversofbath · 4 years ago
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British Cars of the Sixties :: Doug Nye
British Cars of the Sixties :: Doug Nye
British Cars of the Sixties :: Doug Nye soon to be presented for sale on the inspired BookLovers of Bath web site! Stillwater: Parker House, 2008, Hardback in dust wrapper. Includes: Black & white photographs; Colour photographs; Tables; From the cover: British Cars of the Sixties describes the production vehicles manufactured by the British Motor Industry during the nineteen sixties. This…
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tmnotizie · 5 years ago
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MACERATA – Dalla Sibilla al mare è il tema della 12ª edizione di Sibillini e dintorni, il raduno di auto d’epoca promosso dalla Scuderia Marche-Club Motori Storici con la collaborazione di ASI e CRI-comitato locale di Macerata e il sostegno dei Comuni di Macerata, Appignano, Corridonia, Petriolo, Porto Recanati, San Severino Marche, Pollenza. Ogni comune è una tappa del percorso di circa 250 chilometri che, dal 21 al 24 agosto, porterà i circa cinquanta equipaggi provenienti da tutta Italia ad apprezzare le meraviglie del maceratese.
“Sono soddisfatto di aver sostenuto questa iniziativa – ha affermato l’assessore allo Sport Alferio Canesin nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa inserita nel calendario Macerata d’Estate. La città va in scena promosso dall’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata in collaborazione con le associazioni cittadine -, quando si è scelto di tagliare, ho voluto tenere Sibillini e dintorni e, a distanza di dodici anni, posso dire di aver operato correttamente per il lustro che la manifestazione ha portato alla città, la qualità dell’organizzazione che sta facendo bene al nostro territorio e il sostegno alla Croce Rossa Italiana”.
Fra le ultracentenarie, che si avventureranno per valli e colline, ci saranno una Peugeot Tipo 69 Bebè, raro esemplare del 1905, una splendida De Dion Bouton AV del 1907 e una elegantissima Wolseley Siddeley Limousine del 1911. Ciascuna col suo fascino, tutte straordinarie, le auto d’epoca raccontano di un passato fatto di ricerca tecnologica ed estrema cura del dettaglio estetico, come nella Jaguar SS 100 del 1936 o nella Gilco Mantovani del 1949. Per vedere un modello simile alla Cisitalia Berlinetta 303, che prende parte al raduno quest’anno, bisogna arrivare al MOMA di New York.
Altra chicca, particolarmente attesa dal pubblico, sono gli equipaggi in motocicletta. Modelli che hanno fatto la storia, come la Triumph Tipo H del 1917, scelta perché ritenuta la più affidabile dal governo inglese per sostituire i cavalli nelle comunicazioni al fronte durante la prima guerra mondiale, mentre dal Piemonte arriva la Indian Big Chief, modello del 1924 prodotto dall’azienda motociclistica più antica degli USA.
“La Scuderia Marche  – è intervenuto Pino Nardi presidente Scuderia Marche – Club Motori Storici  – è presente al fianco delle Istituzioni per una collaborazione a vantaggio della comunità. Tanti sono i ricordi e gli aneddoti legati alla manifestazione e al club, tanti gli amici che negli anni hanno preso parte al raduno che ha conquistato numerosi premi in ambito nazionale. Abbiamo lavorato perché anche questa edizione sia una gioia per tutto il pubblico”.
La Scuderia Marche sceglie di imprimere al raduno un ritmo intenso perché tantissime sono le cose da fare, da vedere, da vivere come ha ricordato Massimo Serra  delegato di Scuderia Marche – Club Motori Storici: “Quest’anno Sibillini e dintorni parte prima, il mercoledì pomeriggio, portando così da 3 a 4 le giornate di raduno, per complessivi 250 chilometri in 7 diversi Comuni, Dalla Sibilla al mare. Per la Scuderia Marche si tratta di uno sforzo organizzativo, ma anche un motivo di orgoglio perché in tanti abbiano voluto le auto d’epoca del nostro raduno nelle loro piazze, fra la loro gente”.
E così si parte mercoledì 21 agosto in direzione di Appignano, partner storico di Sibillini e dintorni, dove le vetture saranno in esposizione nel cuore del centro della ceramica e della terracotta. Sarà l’occasione per gli equipaggi di assistere ad una nuova, preziosa produzione a cura dell’associazione Gli Stronati dal titolo Varietà della Sibilla al Teatro Comunale Gasparrini (per info e prenotazioni al 392-0777456).
Giovedì 22 agosto le vetture arriveranno nella piazza principale di Corridonia alle 9.30, mentre la seconda parte della mattinata protagonista sarà la vicina Petriolo. Due gioielli incastonati sulla fascia collinare che è straordinario belvedere sia verso l’entroterra maceratese sia verso il Mare Adriatico. Gli oltre cento partecipanti al raduno avranno a disposizione, concentrati in pochi chilometri, oltre mille anni di storia, epoche diverse e affascinanti come il tardo Medioevo e il primo Novecento.
Nel pomeriggio è la volta di Porto Recanati che offrirà alle vetture di Sibillini e dintorni la sua passerella migliore ‘con vista Conero’. Attorno alle 18, infatti, residenti e turisti, appassionati e curiosi potranno ammirare la sfilata delle auto sul lungomare fino a piazza Brancondi. In serata per gli equipaggi si apriranno le porte del Castello Svevo, antico custode di inestimabile valore e palcoscenico di nuove avventure.
Venerdì 23 agosto alle 10 Sibillini e dintorni arriva a San Severino Marche per visitare il castello e il museo archeologico ‘Giuseppe Moretti’. Le auto daranno bella mostra di sé in Piazza del Popolo mentre gli equipaggi saranno guidati alla pinacoteca civica ‘Tacchi-Venturi’, dove sono conservate opere del Salimbeni, del Pinturicchio, di Paolo Veneziano, e polittici di Niccolò Alunno e Vittore Crivelli.
Macerata è la splendida protagonista della serata di venerdì 23 agosto: alle 21.30, infatti, torna la Rievocazione storica del Circuito della Vittoria. I nastri di partenza sono fissati, come da tradizione, in Corso Cavour da cui le auto partiranno una via l’altra per arrivare a riempire piazza della Libertà con tutto il loro fascino. Lì resteranno fino a tardi, mentre l’Amministrazione riceverà gli equipaggi e la giuria della Croce Rossa Italiana assegnerà per l’ottavo anno consecutivo il titolo La più bella sei tu all’equipaggio con il migliore abbinamento auto/abito d’epoca.
Sabato 24 agosto alle 9 tutti a Pollenza, al museo della Vespa allestito in un palazzo nobiliare del caratteristico centro storico cittadino: una esposizione raccolta negli anni con amore e dedizione verso il simbolo di un’epoca in cui tutto sembrava possibile. Al termine della visita, gli equipaggi ripartono per arrivare alle 11 al Corridomnia Park dove potranno godere di alcuni momenti di shopping e relax prima di immergersi nella serata che, negli anni, ha reso Sibillini e dintorni un unicum nel panorama dei raduni di auto d’epoca.
Sabato 24 agosto dalle 17.30, mentre alcune auto saranno in esposizione in piazza Mazzini a Macerata, gli equipaggi visiteranno i musei del centro cittadino per poi essere accolti a Palazzo Bourbon Del Monte nella storica sede della Società Filarmonico-Drammatica.
Alle ore 21 si accendono Le luci della ribalta dell’Arena maceratese e sono tutte per la beneficenza a favore della Croce Rossa Italiana. La serata, organizzata grazie alla collaborazione con il Comune di Macerata e il comitato locale della CRI, porta sul palco più prestigioso delle Marche la Fisorchestra Marchigiana insieme al coro ‘Andrea Grilli’ di Sirolo diretti da Samuele Barchiesi, il Collettivo Danza Osimo e l’Accademia del tango di Macerata. La regia è di Franco Bury, i testi sono di Massimo De Nardo, Piero Piccioni è la voce narrante. Con la partecipazione straordinaria di Sally Moriconi.
Come di consueto, l’ingresso è gratuito con donazione libera pro CRI; la prenotazione è obbligatoria chiamando i numeri 331-8382717 e 331-8439790 o scrivendo a [email protected].
“Il segreto della manifestazione – ha detto Rosaria Del Balzo Ruiti, presidente Croce Rossa Italiana comitato di Macerata – è essere una manifestazione a tutto tondo con un coinvolgimento importante del territorio, di cui spesso si parla. Sibillini e dintorni lo sostiene veramente, portando l’attenzione della popolazione e di coloro che vengono da lontano sia completamente rivolta al territorio. La collaborazione fattiva con le amministrazioni si fonda su una progettualità cui abbiamo lavorato fin dall’inizio e che ha determinato la longevità di Sibillini e dintorni. In questo sta una valenza tanto ampia e la forza del raduno della Scuderia Marche. Come CRI l’abbiamo sposata fin dall’inizio, ormai c’è un rapporto di amicizia.
Anche quest’anno scegliamo di destinare i fondi che saranno raccolti ad aiutare i ragazzi in difficoltà ad andare avanti negli studi: si tratta di un sostegno concreto verso le nuove generazioni, abbiamo bisogno di energie nuove, forti, combattive. Con le donazioni dello scorso anno da parte della Scuderia Marche stiamo portando tre ragazzi alla laurea. Evitiamo così che, quando uno dei componenti della famiglia perde il lavoro, i figli rischino di vedere interrotto il proprio percorso di studi, futuro della professione”.
Per Appignano erano presenti il sindaco Mariano Calamita e l’assessore al Turismo, artigianato e commercio Stefano Montecchiarini: “Siamo contenti di poter partecipare in maniera attiva a questa iniziativa”, ha affermato il primo cittadino, “non solo per la valorizzazione del territorio ma anche quello della solidarietà. Mette a sistema le migliori risorse del territorio, ci siamo grazie all’assessore col nostro splendido teatro nuovo”.
Di San Severino Marche, Gabriela Lampa ha definito l’automobilismo d’epoca una vera e propria espressione artistica del nostro tempo, che dal Futurismo in poi è entrata di diritto nell’arte sposandosi con l’architettura e il paesaggio.
Partner della manifestazione sono l’Università degli studi di Macerata, ALAM, APM, e Società Filarmonico-Drammatica. Sostenitori di Sibillini e dintorni sono Banca Mediolanum ufficio di Macerata, Tecnostampa, Tecnosteel, Comet-Rema Tarlazzi, MC Consulting Unipol Sai, BCC Recanati e Colmurano, Polo Diagnostico Salus Villalba, Corridomnia, La Filarmonica Ristorante, Netcubo Informatica, Silvestri verniciatura, Printcom.
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wehikulczasu-lookbook · 7 years ago
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"London’s first motor cabs were electrically powered. They were called Berseys after Walter C. Bersey, the manager of the London Electrical Cab Company who designed them, but were nicknamed ‘Hummingbirds’ from the sound that they made. 25 were introduced in August 1897 and by 1898 a further fifty of them were at work. Unfortunately, they proved costly and unreliable and there were a number of accidents, including one fatality. Public confidence in them evaporated and they were withdrawn by 1900. The first petrol powered cab in London was a French-built Prunel, introduced in 1903. Early British makes included Rational, Simplex and Herald but these appeared in small numbers. An attempt to introduce the American Ford Model B failed through lack of finance, as did efforts by Rover and others. Some of the oddities that appeared, and disappeared almost as quickly included the Vauxhall hansom cab with its driver perched behind the body, and the front wheel drive ‘Pullcar’. At the end of 1906 there were less than 100 motor cabs in London, but the appearance of the General Cab Company’s five hundred Renault cabs revolutionised the trade. The introduction of rules for motor cab design, the ‘Conditions of Fitness’ were introduced by the licensing authority, the Public Carriage Office in 1906. One regulation, demanding a 25ft turning circle deterred many would-be manufacturers and resulted in some earlier makes being withdrawn. The most numerous makes of cab post-1906 were the Unic, introduced by dealers Mann and Overton and the Napier and Panhard, both operated by W & G du Cros. Also to be found were Fiat, Sorex, Belsize, Austin, Humber, Wolseley-Siddeley, Argyll and Darracq. The fitting of taximeters was made compulsory in 1907 and cabs thus fitted became known as ‘taxicabs’, abbreviated to ‘taxis’." read more
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hotrose1960 · 7 years ago
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Wolseley Motors
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Wolseley Motors Wolseley Motors Industry Automotive Fate Merged Successor British Motor Corporation Founded 1901 Defunct 1975 Headquarters Birmingham, England Key people Thomas and Albert Vickers Herbert Austin J D Siddeley A J McCormack W R Morris Wolseley Marque Product type Automotive marque Owner SAIC Motor Discontinued 1987 Previous owners Vickers, Sons and Maxim(1901–1927) W R…
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cars4starters · 7 years ago
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A few weeks ago I decided, after much procrastination, to tidy up the bookshelves in my office.
They are crammed with mostly motoring/car books of every shape and size that I have collected or been given over five decades.
The two smallest volumes are titled “The Observer’s Book of Automobiles”.
They were first published in 1955 by Frederick Warne and Co. Ltd., of London.
A fascinating sidelight of the Frederick Warne story is that a struggling young author named Beatrix Potter submitted her first manuscript to the  company but like five other publishers – it was turned down.
The book was called The Tale of Peter Rabbit. Subsequently, Warnes changed their mind after they saw a privately published copy in 1901.
The following year they decided to publish the book providing the illustrations were in colour and by Christmas more than 20,000 copies had been sold.
Beatrix and Norman, the younger of the three Warne brothers, became engaged – but tragically he died just a few weeks later.
For 40 years, Frederick Warne published Potter’s books and in 1983, the company was acquired by Penguin books.
The first of my little automobile-observer’s books was edited by Richard T. Parsons and the second edited and revised by one L.A. Manwaring.
Both carried a forward by a young British racing driver who was showing a bit of promise at the time. Stirling (now Sir Stirling) Moss.
Both were originally published in 1955 but one of my two was an updated 1959 edition.
Each volume has nearly 300 pages and both are filled with black-and-white pics to illustrate cars as well as basic engine and dimensional details. Often there is also a bit of history of the marque in question.
The story of my two little observer’s books goes back about 10 years when a late dear mate of mine found the books in a box when he was moving house.
He had been given them as a kid and they each cost the princely sum of 8 shillings and sixpence.
As I was a busy motoring journalist at the time, he thought they would be of more interest to me than him. As well as being one of my great mates, he was also a hero of mine.
He was a Vietnam Vet whose number came out of the conscription barrel.
He was out in a paddy field one day crawling along on his hands and knees beside his sergeant gingerly stabbing the ground with their bayonets trying to find land mines.
They found one and the resulting explosion made my mate a triple amputee.
After returning to Australia for about a year’s treatment he resumed his life, got married to a wonderful wife, had a couple of great kids and went back to work as an international meat trader.
Some 50 years on, leukaemia claimed him … something the Viet Kong never could.
Naturally, when I saw my little car books tucked away on the bookshelves, I through of my mate and felt the need to burst into print.
In the first, Sir Stirling writes in his forward: ”Since the automobile first appeared before an amazed world, its shape and mechanical configuration has changed many times to arrive at the car we know today with its flowing lines, powerful engine, automatic transmission and reliable brakes.”
Thankfully, Sir Stirling is still with us. I wonder how he would word a forward were he to put pen to paper for a book’s forward in 2017.
But back to the little car books.
Flicking through them again for the first time in probably five years is was again struck by what has happened to the once-great British car industry.
With the demise of so many companies and brands, it’s fascinating to note that Morgan is now Britain’s largest locally owned car company.
While things like Vauxhall and Ford certainly have significant operations and models from which punters can choose, they are long-since owned by GM and Ford US.
Just look at the list of brands that have gone to the great wrecking yard in the sky.
AC, Allard, Alvis, Armstrong Siddeley, Austin, Austin-Healey, Bristol, Daimler, Dellow, Faithorpe, Frazer-Nash, Hillman, Humber, HRG, Jensen, Lanchester, Morris, Paramount, Riley, Kieft and Lagonda.
Then there’s Rodley, Rover, Singer, Standard, Vanguard, Wolseley, Sunbeam, Doretti, Triumph, Astra, Berkeley, Friski, Gill and Peerless.
While I acknowledge that many of our younger readers will not have heard of a heap of these, I can assure you that they were all at one time fair-dinkum car manufacturers.
The other badges that have survived include MG, which is now Chinese owned and Jaguar/Land  Rover that is now being extremely ably run by India’s Tata group.
There’s still Aston Martin and its home remains in the UK and it operates under largely private-equity ownership and still seems to lurch from financial hurdle to financial hurdle.
The two glamour British brands, Rolls Royce and Bentley, are still alive and well but are now owned by BMW and Volkswagen respectively.
Winston Churchill would be turning in his grave!
One saving grace for things motoring in Britain is now the country dominates the Formula 1 racing industry. With the obvious exception of Ferrari and Renault, just about all the other teams are British-based and full of British engineering and design talent.
For years, the British truck and transport industries were dominated by legendary names such as Commer, Bedford, Foden, Scammell, Guy, Dennis, ERF, Austin, Morris Commercial, Atkinson, Ford Thames, AEC and Seddon.
None remains. Like the cars, it’s a Pommy tragedy, and don’t get me started on the tragedy of the British motorcycle industry -just think of the great brands that are no more . . . snuffed out largely by the rise and rise of the Japanese brands.
How’s this for a list?
BSA, Matchless, Ariel, Brough Superior, Sunbeam, Velocette, Vincent, HRD, Excelsior, Norton and there is a heap more.
Looking back on more than 100 years of car, truck and motorcycle production, the Poms have a lot about which to be proud.
It’s just so sad they lost their way so tragically.
British cars keep disappearing into the mist A few weeks ago I decided, after much procrastination, to tidy up the bookshelves in my office.
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