#VORREI SCOPPIARE GIURO
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"I hate my face sm I never even want pics taken!!" *accidentally ends up on national television* well fuck my life I guess 🥰🥰🥰
#why me#god why#how did i offend you to deserve this#A TANTO COSÌ 👌 DA RECITARE IL CALENDARIO GIURO#BOH IO VERAMENTE NON SO CHE DIRE#MA MI VOLETE MALE MI VOLETE MORTA IO NON LO SO#i want to explode tbh#MI AMMAZZO GIURO#DOVETE FALLIRE#MA SEMPRE A ME#VORREI SCOPPIARE GIURO#IO BOH CIOÈ#LA MIA FORTUNA DEL CAZZO#DIO PERCHÉ#ABBIATE PIETÀ#ORA PIANGO OK#BOH MI OBLITERO#MA DICO IO CHE CAZZO#AAAAAAAA#MA DI TUTTI I CRISTI PERCHÉ IO#CHE HO FATTO DI MALE#winter's hell#vent post#personal#text post
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auguri di buon compleanno piccina 🫶🏼
non mento sul fatto che ci ho lavorato tanto per trovare le parole giuste mi ha aiutato anche la professoressa di italiano, quando penso al futuro ti penso al mio fianco davvero con la nostra casa e magari qualche animale domestico chi lo sa. Ti giuro che dei sentimenti così forti non li ho mai provati mi sento come se tu fossi il mio primo amore farfalle nello stomaco solo a pensarti se dicono il tuo nome ti esce quel sorriso a 32 denti sei perfetta così come sei, mi hai fatto imparare che non si risolve tutto con lo scappare dai problemi o facendo finta di niente non mi ricordavo come fosse ridere fino a farsi scoppiare i polmoni sentire battere così tanto il cuore che credi che tra un po' salta fuori o incantarmi nella tua voce(la amo troppo) o addormentarmi con te amo tutto di te oppure quando siamo in chiamata che fai quei sorrisi (amo troppo.) o mi perdo nei tuoi occhi quando a volte mi fai le domande e ti rispondo tipo non ho capito un cazzo e perché mi sono perso nella tua voce vorrei passare ogni giorno con te io dopo che ti ho sentito mi manchi di già o se devo andare a mangiare mia madre « perché hai quel sorriso stampato in faccia?» e gli rispondo bho sono felice in realtà so benissimo perché sorrido solo che non voglio condividerlo con loro. uomo non mi sopporta più continuo a parlare solo di te sono così fortunato ad averti nella mia vita in questo caso il detto è vero l'amore non devi cercarlo arriverà quando meno te lo aspetti diceva così la mia mamma te iubesc micutul meu🫶🏼
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Stavo pensando al fatto che Ileo pensi che io abbia bisogno di qualcuno(in amicizia). E forse è vero, il problema è che sto male con tutti, anche quando si avvicinano: dico cose stupide o faccio la stupida per istinto. Perché boh, non saprei o forse è solo la mia paura. Però pensando a MG sorrido di istinto; qualcuno dice che sia amore, io penso solo che sia una profonda tenerezza perché è bellissima sia dentro che col corpo, fuori non saprei te lo giuro: forse sono grande e dovrei comportarmi da grande, so che sono di troppo e non voglio niente, se non la felicità di tutti. Quella la trovo in una poesia scritta con una lacrima che scorre sul viso. Penso che forse io debba avere qualcuno a cui voglio bene anche io, ma non c'è nessuno, non riesco a fidarmi nessuno, non mi vuole nessuno e io mi chiedo cosa sia davvero importante. In questo momento sento di star a portare una croce grande, papà quando non ce la fa più e sente di scoppiare dice sempre "l'ho ammazzato io Gesù Cristo alla fine" e forse c'ha ragione. Mi sento come se lo avessi ucciso io, come se io fossi quel signore che ha dovuto riscattare il mondo: rivorrei la mia anima, il mio spirito, vivere in eterno. Ci pensi a quanto sarebbe bello? Vedere la vita che scorre pulita e semplice come un fiume in piena, anche se la avverto come dolore, non riesco a immaginarlo e appena lo faccio pure un po' per finta il mio cuore è una spugna madida di acqua e dolore. E poi, non so come, vorrei parlare delle lacrime: loro imperlano i miei occhi lucidi e li rendono vivi. Il dolore non lo fa mai, ma purtroppo e stranamente il modo in cui noi reagiamo ad esso. Alcune volte mi sento come se tutto quello che c'è in pentola non basti a dissetare la fame di essere più bella: penso ai miei personaggi, molte volte sono monotoni, assomigliano a me ed è da tener conto che sono pur sempre le mie creaturine, e poi c'è Kumi: lei ha fame di essere la migliore, come se nessuno dovesse vedere come è fatta, tutto il suo morbido tenuto per sé e non per gli altri; vorrei essere bella come lei, bella e perfetta, come se il guscio in cui si trova fosse la sua forza. Mi sento fottutamente stanca, e penso che un sacco di persone siano nella bambagia anche se hanno problemi: Odio il fatto che possano stare bene e io no, proprio la vita con me è stata bastarda e...non lo so, voglio tutto l'amore del mondo anche se non riesco ad accoglierlo, o forse ho solo bisogno di provarlo in modo fraterno ma non c'è nessuno, è difficile e soprattutto non penso di esserne in grado. Alcune volte lo spiego a me come se fossi un bambino per vedere se lo capisco ma più ci provo più mi sento stupida. Sembra davvero stupida come cosa, o forse no: non sento neanche il bisogno di andare avanti perché sto conquistando il più prezioso dei tesori: me. Anche se non sarò bello, non sarò unico, o raro, è importante che io mi senta prezioso, non sarò una pietra ma il sassolino che si lancia nel mare quando si è tristi. E allora boh, non mi resta altro che pensare, scrivere, raccontare, parlare. Perché è forse di quello che ho bisogno per davvero.-Vostro, Jetaime
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Mancano 23 giorni e a me sta salendo una malinconia assurda.
È strano perché mi doveva venire quando mancava un mese e mezzo.
Ma il fatto che la sera lui va al bar, il sabato e la domenica va al mare, insomma tutte cose che farebbe anche con me.. mi butta giù. Perché vorrei essere con lui. Ma a volte proprio da starci male. Datemi della strana ahha ma purtroppo è cosi.
Non so nemmeno perché sto facendo questo post, forse per buttare fuori quello che davvero sento. Perché vi giuro a volte vorrei scoppiare.
Metteteci anche il fatto che Leonardo dietro ad un telefono non riesce ad estraniare la dolcezza. Ma basta anche solamente una videochiamata per sorridere e vederlo sorridere. Di persona poi è quasi irriconoscibile ahah è la persona più dolce del mondo. E strano che ogni tanto mi manda messaggi inaspettati. Il più banale che è stato è: "mancavi solo te oggi" o "questa è la cosa che più mi manca" al mio 'ma almeno siamo uno accanto all'altra'. E tanti altri che rimangono nel mio cuore (e telefono ahah).
Mi manca davvero davvero tanto. Questi giorni sono pochi sostanzialmente, ma alcune volte sono davvero duri, e non so come mai sto periodo mi è preso così. Abbiamo passato questi 2 anni e mezzo senza problemi, forse un po' tutto ciò che mi circonda, booooh
Scusate la pappardella, se non vi interessa andate avanti tranquillamente, volevo solo sfogarmi ahah
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Il fatto che tutto quel che fai è stare nel letto non è una colpa ma una conseguenza, non credo proprio tu abbia voglia di stare così, sei sempre nel letto perché stai male e di certo non stai male perché è divertente. Sii meno dura e un po' più comprensiva con te stessa, non sei affatto male come ti sembra di essere!
non sono troppo dura con me stessa, è che ogni cosa me lo grida... non riesco a fare finta di niente, come potrei non avere certi pensieri su di me? vedo rimproveri in ogni sguardo che incrocio, sento accuse in ogni parola che ascolto, da qualsiasi parte, mi giro e c’è il fallimento, l’orologio che segna un’ora in più urla fallimento, la cena saltata mi incolpa, la doccia che rimando mi prende a schiaffi e mi dice guardati... e mi guardo, vedo lo specchio che mi scuote il corpo con brividi di disgusto e mi dice fai schifo... e allora chiudo gli occhi, ma continuo a respirare il fallimento, voci in testa come un sottofondo delle mie giornate, a volte sono parole che mi circondano e che ho assorbito, altre volte non ne ho idea... passo i giorni a letto piena di xanax, non mi prendo cura di me, non so neanche prendermi cura degli altri, non so amare, ancora mi taglio, pianifico il mio suicidio per calmarmi, l’ansia non mi dà tregua, è tutto troppo... il mio contenitore è troppo pieno e non so come svuotarlo, sento troppa pressione, troppi problemi, troppo... ho tirato un pugno al muro perché era finito il burro di cacao, mi sono messa a piangere perché si è spezzata la punta della matita, mi sono messa urlare oggi perché mi stanno crescendo i denti del giudizio e non ho neanche tutto sto male in realtà, ho bevuto l’acqua ossigenata perché avevo paura di essermi presa il covid, ieri ho visto un paio di pantaloni e mi piacevano ma erano di mia sorella e volevo ammazzarmi per questo... ci sono momenti in cui non mi importa di niente, altri in cui vorrei fare tutto ma subito e giuro che mi sale un’angoscia assurda e poi inizio ad avere questi pensieri pesanti e ossessivi che mi lasciano senza fiato e fanno scoppiare altre crisi, non capisco più niente, sono stanca, ho paura, tanta paura di trascorrere altro tempo così che seriamente uccidermi sembra la soluzione migliore
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(In questi giorni stanno succedendo cose importanti che vorrei un sacco mettere nero su bianco anche solo per una catarsi che mi porti un po’ di pace mentale, ma sono scaramantica quindi mi taccio e vi chiedo solo di incrociare le dita per me perché sono le settimane più assurde e caotiche della mia vita e io non dormo e non mangio e poi mi abbuffo e poi digiuno e attendo e spero e scazzo e esulto e poi mi ansio e spero ancora e alterno tutti i possibili stati emotivi esistenti)
(e in tutto cio’ domani sera rivedo finalmente Matteo che viene a Parigi perché hanno rimesso i voli, e tra una settimana ci verrà a trovare per la prima volta a Como mia sorella, che è grande e si è appena maturata con lo stesso voto della sottoscritta - 97 - e io sono cosi fiera di lei e non vedo l’ora di farla innamorare di quei posti che adesso sento anche un po’ miei; e poi tra 10 giorni io e Matteo andiamo in ferie insieme per la prima volta a Maiorca, e io vi giuro che non riesco ancora a mettermi nell’ottica di credere a nessuna delle precedenti affermazioni)
(ah, e abbiamo superato entrambi l’esame per la certificazione per cui abbiamo studiato in quarantena! l’ho già detto che non mi sono mai sentita cosi spronata e ambiziosa e motivata in ogni ambito della mia vita? e che è passato un anno ed io sono ancora entusiasta e folle e innamorata pazza e felice da scoppiare proprio come il primo giorno? insieme possiamo tutto, è incredibile, eppure con la persona giusta ci si dovrebbe sentire esattamente cosi)
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Quando la violenza non è solo fisica...
Mi sto controllando con tutte le mie forze per non impazzire, le mani mi tremano, il cuore mi batte così forte che me lo sento in gola, la testa mi vaga da un pensiero all'altro alla velocità della luce, vorrei tirare un pugno così forte da spaccarmi il braccio, da scoppiare a piangere per il dolore lancinante al braccio e non sentire più il dolore che provo dentro. Io ci ho creduto davvero in questa relazione, io davvero ci ho messo tutta me stessa, ho fatto tutti gli sforzi possibili per farla funzionare, e ci tenevo, ci tenevo come a poche cose ho tenuto nella mia vita. Ma lui mi ha fatto sentire un fallimento, mi ha fatto sentire inferiore, mi ha fatto sentire brutta, mi ha fatto sentire stupida, mi ha fatto sentire la seconda scelta, mi ha costretto a cambiare il mio aspetto, a fare di tutto per piacergli esteticamente, a cambiare il mio carattere, mi ha fatto diventare una stronza che punta solo al successo, che se ne frega se agli altri non vanno bene le tua aspirazione o quello che fai. Mi ha fatto entrare in un mondo che non mi apparteneva, un mondo in cui mi sentivo inadeguata, un mondo di persone che badava solo al lusso e alle cose superficiali. Passavo giornate intere a capire come permettermi oggetti di marca che non mi facessero sfigurare in questo mondo, che non mi facessero sentire fuori luogo e giudicata, passavo giornate in cui crollavo, urlavo ai miei genitori e a mia mamma soprattutto, che proprio non se lo meritava, che era uno schifo di mamma, perché mi dava meno di quanto gli altri genitori dessero ai propri figli, perché odiavo quanto mi facesse pesare una spesa, quanto ci dovesse pensare a spendere una cifra a cui invece l'altro mondo in cui ero stata catapultata neanche faceva caso. Certe volte facevo dei pensieri, nella mia semplicità, tipo a come si potesse mettere un condizionatore in ogni stanza e lasciarlo liberamente aperto tutto il giorno senza che i genitori dicessero nulla, a come con tanta facilità si andasse sempre a cena fuori in ristoranti costosi, senza neanche porsi il problema dei prezzi e porsi il problema di avere abbastanza soldi. Pensavo queste cose ma non le dicevo, sarei sembrata una poveraccia, non volevo essere diversa dagli altri, e ho passato così anni della mia vita, come una ragazzina stupida che vuole farsi accettare per quello che non è. Ho iniziato a provar rabbia nei confronti delle mie semplici amiche che sono quelle che non mi hanno mai giudicato se un giorno avevo i capelli fuori posto, se un giorno ero giù di morale, e che ancora adesso mi sono vicine, mi faceva rabbia che avessero meno soldi di me e che non potessimo fare tutte le cose che con i soldi facevo con l'altro mondo, ma che avrei fatto con molto più piacere con loro. Mi sono trovata un lavoro, non volevo dar conto a mia mamma delle mie spese, come le potevo spiegare che avevo bisogno di 50 euro a sera per uscire con gli amici del mio fidanzato? Che avevo bisogno di una borsa di marca perlomeno, non dico tutti i vestiti, ma almeno una borsa di marca che potessi sfoggiare per sembrare a colpo d'occhio una a cui i soldi non mancano. Ora sto lavorando, un lavoro che non mi dispiace ma non si potrebbe dire neanche che mi piace, e sgobbo ogni giorno senza voglia, pensando al fatto che invece di essere là dovrei studiare e che sto perdendo di vista il mio obiettivo principale: diventare un medico. E per la seconda volta non ho passato quel maledetto test, perché ho passato le mie giornate a lavorare su un ambulanza e quando tornavo a casa ero stanca fisicamente e mentalmente e dovevo assolutamente scrivere al mio fidanzato perché sennò mi pareva capace di dimenticarsi di me. Capitava a volte che avessi degli imprevisti, che lavorassi di più o che semplicemente a casa mi mettevo a fare delle cose che non gli dicevo, magari mi guardavo un film, magari stavo a scrivermi con una certa persona ed ero online da tempo, ma lui non si chiedeva cosa stessi facendo, ritornavo sulla sua chat sperando che fosse interessato o preoccupato per quello che facevo ma lui non aveva ancora risposto ai miei messaggi di un'ora prima. Questo perché era concentrato su quello che stava facendo lui, che la maggior parte delle volte era studiare, e riusciva a rimanere concentrato o perché non gli fregava abbastanza di me o perché semplicemente si fidava. Per lui era facile, di cosa doveva preoccuparsi? Sapeva che io ci tenevo a lui, che ero la persona più sincera di questo mondo e che anche se non ci fossimo sentiti per un po' non c'era nulla di cui preoccuparsi. E a me faceva piacere che fosse così. Dovrebbe essere così per tutte le coppie, ci si dovrebbe sempre fidare ciecamente del proprio fidanzato come se fosse tuo fratello o il tuo migliore amico che anche se non ti scrive, non ti da spiegazioni su qualcosa, o non lo vedi per qualche giorno, non ti passerebbe neanche per l'anticamera del cervello che stia facendo qualcosa che ti fa soffrire. Il problema è che io non mi fidavo di lui. E non mi fidavo non perché mi fossi svegliata un giorno e avessi deciso di fare la fidanzata possessiva e gelosa, ma perché io quando lui era partito per l'America mi ero letteralmente strappata il cuore dal petto, glielo avevo dato in mano e gli avevo detto" portalo con te, ti giuro che mi fido di te e del fatto che lo saprai tenere con cura". Avevo perso i miei amici, perché nessuno accettava come era nata la nostra relazione, forse per il mio bene alcuni o altri perché infastiditi dal fatto che era palese che stessimo prendendo in giro tutti. Ora non saprei dirvi se hanno avuto ragione, all'inizio pensavo che fosse assurdo, che non avesse un senso prendersela in sto modo per qualcosa che non li riguardava affatto, ora, se qualcuno mi venisse a dire" io non potevo sopportare di vedere quanto lui si stesse prendendo gioco di te e quanto tu gli corressi dietro come una stupida" invece di incazzarmi per avermi abbandonato lo abbraccerei e scoppierei a piangere. Se invece mi venissero a dire che eravamo irritanti, tremendi da vedere, che davamo fastidio, che avevamo detto o fatto qualcosa che non dovevamo, gli chiederei il motivo per cui non me lo ha detto prima, gli chiederei scusa se mi rendessi conto che ha ragione e scoppierei comunque a piangere. Sì piangerei un sacco, perché mi sento immensamente sola e solo chi si sente davvero solo può capire quanto, senza cattiveria, si apprezzi chiunque ti stia vicino in quel momento, anche se in passato lo hai odiato, non ha un carattere che ti va troppo a genio e ci sarebbero questioni da risolvere. Mi sento sola perché nonostante questa persona non mi facesse sentire a mio agio, all’inizio pareva che fossi riuscita a cambiarlo un po', ad aprimi con lui, e a conoscere anche quello che non era solo apparenza di lui. Sentivo che le cose ben o male andassero bene, o meglio, per una coppia che, appena formata, si era trovata con 6 ore di fuso orario e chilometri di distanza le cose non andavano male quanto pensassi. Ogni tanto litigavamo, perché durante la settimana diceva che studiava sempre, e quando ci sentivamo in videochiamata non mi guardava neanche perché giocava alla play. Litigavamo perché tante volte diceva che andava a dormire e invece l'ultimo accesso su Instagram era ore dopo, vedevo foto con gente di cui non mi aveva mai parlato, in luoghi in cui, secondo quello che mi raccontava , non ci era mai stato. Dopo un po' ho iniziato a dubitare di quello che mi diceva, ho iniziato a non dormire la notte, mi svegliavo ogni ora perché se non gli chiedevo io che faceva, dalle sue 5 di pomeriggio che io andavo a dormire alle sue 3 di mattina lui non mi scriveva neanche un messaggio. Ho iniziato a svegliarmi prima la mattina, perché sapevo che lui era sveglio, gli scrivevo e lui mi diceva" ora vado a dormire" come se non mi volesse sentire né dare spiegazioni. E io andavo in università con l'angoscia, la pancia che mi faceva male, la testa che non sapeva a cosa pensare. Allora ho iniziato a “indagare”, controllavo sulla mappa di Snapchat durante la notte se si muoveva, ma nonostante la mappa dicesse che si era spostato dall'altra parte del corridoio del dormitorio lui continuava a dire che era solo una stupida mappa di un social. La mattina allora ho iniziato a chiamarlo in videochiamata, lui puntualmente la prima volta non rispondeva, mi diceva che non gli era arrivata la chiamata o che il telefono gli si bloccava quando cercava di rispondere. Io iniziavo a perdere la pazienza, gli scrivevo" non dire cazzate, rispondi immediatamente" e lui rispondeva, con il fiatone di chi ha appena corso, sempre sul letto, solo, in stanza e al mio" che fai?" rispondeva sempre" niente di che". Un giorno mi disse che non era possibile che io mi fidassi così poco di lui, che questo lo faceva star male e mi chiese una pausa. E da lì di pause ce ne furono altre e di litigate ancora di più. Ogni volta mi chiedevo se fossi io il problema, mi torturavo, mi ripetevo che probabilmente ero io quella che stava rovinando la relazione. Scrivevo ai mie amici, gli amici di cui parlavo prima che dopo un po' hanno preferito allontanarsi da me, chiedendogli che cosa ne pensavano e la maggior parte delle volte mi veniva detto che la dovevo smettere di stressarlo così e che comunque lui era sempre stato così, che non potevo aspettarmi da lui la gentilezza e l'amore del mio ex, e che dovevo piantarla perché come non stava scrivendo a me non stava scrivendo neanche a loro, che ci erano amici da prima che conoscessi loro e lui. E io ci provavo, ma nonostante questo le cose non andavano, io ci provavo ma mi sentivo una cretina a far finta di non vedere. I giorni passavano, lui si era trovato delle "migliori amiche" a suo dire, non sapevo niente di ste qua, non capivo come potesse definirle così se come diceva lui era sempre in stanza a studiare o a giocare alla play, era pure entrato in una confraternita, era molto spesso là non so a far cosa, ed è pure capitato che mi scrivesse che andava in nottata ad una festa a New York, non chiusi occhio quella notte e lui non mi scrisse assolutamente niente. E vi sembrerà strano ma nonostante questo, nonostante lui mi facesse sentire inadeguata, nonostante io non sapessi quasi nulla della sua vita, nonostante fossi abbastanza sicura che mi stava nascondendo qualcosa, io ero innamorata di lui, non so perché, era come una sfida per me riuscire a far funzionare il nostro rapporto. A Natale tornò in Italia, io lo accolsi nel migliore dei modi, lo andai a prendere in aeroporto, durante quei 5 mesi avevo fatto tutto quello che potevo fare se non troppo, avevo trascurato gli esami all'università, e non voglio dare interamente la colpa a lui del mio fallimento, ma se per un secondo voi poteste sentire la brutta sensazione che ho provato quei mesi, quando cercavo di organizzarmi con il fuso orario e lo studio, quando la mia testa non faceva altro che immaginare come stava, cosa stava facendo, il posto in cui si trovava e lo sentivo lontano e sconosciuto come puoi sentire un evento di storia che studi a scuola di anni fa, vi rendereste conto che concentrarsi sullo studio ma anche su te stessa, sugli amici, sui progetti di vita era quasi impossibile. Quel natale io scoprii che mi aveva mentito su un miliardo di cose, che aveva fatto cose che non mi aveva detto, che si era sentito con gente di cui non mi aveva detto nulla, che si era avvicinato al mondo della droga e che ogni volta che mi diceva di essere in un posto ne era in un altro. Il problema è che non si fermò a quello, non fu una grande e unica delusione, ma queste cose son continuate, per mesi, era quasi diventato un gioco, lui mi diceva balle quasi per dispetto perché sapeva che le odiavo e io attraverso le sue frasi che magari dicevano cose diverse a distanza di settimane, i suoi accessi sui social, i suoi atteggiamenti, dovevo scoprire le sue bugie. Ho iniziato a seguire gente in America, non avevo alba di chi fossero, passavo pomeriggi a guardare le loro foto, le loro storie, a cercare lui in queste foto o addirittura nello sfondo per capire se un certo giorno che mi aveva detto che era in stanza a studiare o dormire era a qualche festa o con qualcuno, e ogni giorno scoprivo cose nuove, e ogni giorno litigavamo, ma litigavamo davvero tanto, ogni volta pareva che fosse arrivata la fine della nostra relazione, piangevo come una pazza, iniziavano a venirmi gli attacchi di panico, per quanto fosse assurda la situazione, per quanto non ci potessi credere che avesse fatto certe cose, ma soprattutto che le avesse fatte dopo che per la miliardesima volta mi aveva supplicato di fidarmi di lui. Era così assurda la situazione, che pareva avesse una malattia, perché non è che i nostri caratteri non fossero compatibili, le cose non funzionassero o cose del genere, semplicemente lui era come se avesse una vita di cui io non ero a conoscenza e non riuscisse a farne a meno, e scoprivo cose assurde, che mi aveva mentito su cose su cui non aveva senso mentire, o che mi aveva nascosto cose che non avrei mai pensato che avrebbe avuto il coraggio di fare. Nonostante lo facesse di continuo ogni volta cascavo dalle nuvole, perché all'inizio, non c'è stato un momento in cui ho pensato che non fossi più innamorata di lui, che non andava più, era un passare da momenti di assoluta felicità che erano momenti falsissimi perché erano i momenti in cui mi mentiva, in cui io ero concentrata a riprovare a fidarmi di lui e lui si prendeva gioco di me, a momenti in cui non potevo credere di avere una persona del genere al mio fianco. Probabilmente se mi fossi semplicemente " disinnamorata "le cose sarebbero state più semplici, il problema è che io continuavo a esserlo, e continuavo a pensare che lui avesse un problema che bastava solo curare. Per mesi non sono riuscita ad aprire gli occhi sul fatto che stavo diventando pazza, che quello non poteva essere amore, che il suo era un continuo trovare scuse e che ero sempre nervosa, che stavo davvero buttando la mia vita all'aria per lui. Vivevo in un gioco, lui giocava con me, io soffrivo. Perdevo le mie giornate a pensare e a pensare, mi sono letteralmente mangiata il cervello a pensare a ogni cosa che facesse e dicesse per capire se le cose stavano funzionando davvero, lui continuava a dirmi" non mento" ma il problema è che non sapevo se stesse mentendo proprio in quel momento o se era la buona volta che cambiava davvero, ed è davvero una brutta bestia non avere fiducia e non sapere se tutto quello che stai vivendo è realtà o illusione. E il suo non rendersi conto di cosa faceva, la sua non vergogna nel ripetermi ogni volta" da oggi puoi fidarti", la sua sfacciataggine nel dirmi" dai dammi un bacio" mentre io lo guardavo come se fosse un estraneo, con il cuore e la testa in frantumi, per me era disarmante. Dopo quasi due anni, sono cambiata moltissimo, ero la ragazza più ottimista, più ingenua, con voglia di ridere, di ballare e di vivere che potessi incontrare per strada e sicuramente anche il mio essere così non è che fosse perfetto, avevo meno ambizioni, meno dedizione, e certe volte risultavo ridicola agli occhi della gente che non mi conosceva, perché mi comportavo come mi passava per la testa fregandomene del giudizio degli altri, ma almeno ero felice e la gente mi voleva bene, perché non c'era cattiveria in quel che facevo, non c'era giudizio, presunzione o altro. Ad ora penso che mi servirebbe uno psicologo, non so più chi sono, non so più come comportarmi, ho perso tutti e la gente non mi vede più con gli occhi di una volta. Ho il cuore rotto in mille pezzi, non ho fiducia in nessuno, ho capito quanto il mondo è brutto. Avrei preferito che mi picchiassero, che mi investissero con una macchina, sarebbe stato un grande dolore fisico che o mi avrebbe portato alla morte o a una guarigione definitiva poi. Questi tipi di male non ti passano, neanche con il passare degli anni, mentre ti stai divertendo ad una festa ti si attorciglia lo stomaco di colpo perché vedi uno che gli assomiglia, mentre conosci una persona hai paura che possa essere come lui, mentre dormi ti riappare in sogno e ti svegli con l'amaro in bocca e le mani che tremano. Questo male, ti rimane per sempre in un angolo del cuore.
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⛔⛔⛔
Dolci Torture
piccoloacrobata
Capitolo1
Accidenti!! Quanto abbiamo dovuto aspettare. Quante volte abbiamo provato e poi per un qualsiasi inconveniente....saltava tutto! No... non credo che l'attesa faccia parte del piacere! Almeno non questo tipo di attesa. L'attesa di poter stare un po' con te credo che rientri nella sofferenza, in qualcosa che brucia dentro. Ma adesso eccoti qui! Sei entrata da quella porta e ti sei avventata su di me, affamata e vogliosa come me! Passo la mia lingua sulle tue labbra, le accarezzo come impazzito per la tua bocca. Sento i tuoi capezzoli duri premere contro di me. La tua mano scivola in basso, mi tocca mi accarezza mi stringe...forte come piace a me.La mia eccitazione mi annebbia. Vorrei averti subito..li..in piedi...ti farei appoggiare le mani al mobile dell'ingresso per prenderti da dietro. Il tuo respiro si trasforma in affanno la tua voglia si legge nel tuo sguardo... sono sicuro che sei già tutta bagnata! Ti prendo i polsi li stringo con la mia mano e ti spingo con la schiena contro il muro...faccio scivolare la mia lingua sul tuo collo..arrivo in mezzo ai tuoi seni...il calore della tua pelle mi entra nel cervello e non mi lascia più spazio alla ragione.
Ti fermo! Mi fermo! Devo fermarmi! Questa volta voglio torturarti sul serio, lentamente dolcemente. Voglio vedere la tua eccitazione, la voglio toccare, voglio che sia una cosa speciale. Di quelle che non potrai e non vorrai mai dimenticare. Ti lascio lì immobile mentre faccio scendere una benda sui tuoi occhi...voglio che sia un'eccitante sorpresa! Ecco...adesso, litigando con i bottoni, ti sfilo la camicia...adesso i pantaloni...li tiro giù inginocchiandomi davanti a te...adesso le tue calze scure...le vado a prendere proprio lassù vicino al tuo inguine...quel posto morbido, caldo e profumato di eccitazione. Ti sento allargare le cosce...stai cercando di farti toccare.
Eccoti sei rimasta con un bellissimo completino intimo di colore nero.. reggiseno e un tanga che lascia il tuo culo in balia dei miei pensieri più perversi...sei lì davanti a me in tutta la tua naturale bellezza...in tutta la tua eccitante essenza...ti sento impaziente...ti faccio arrivare il calore del mio alito sul tuo sesso che appare come rigonfio, sembra voler scoppiare fuori da quelle mutandine che ormai sono diventate una costrizione. Mi spoglio velocemente... desidero appoggiarti il mio sesso sulla pelle, strusciarlo sulle tue gambe per farti sentire quanto sono eccitato...quanto è duro!
Ti slaccio il reggiseno e piano piano lo sfilo, i tuoi capezzoli sono grandi e duri... li sfioro con la bocca facendoti sentire l'umido della mia lingua...adesso le mutandine...metto le dita proprio sopra il monte di venere, lo faccio apposta per sfiorarti lentamente la fica, le faccio scorrere verso l'esterno e spingendo verso il basso...ecco adesso iniziano a scendere accarezzando le tue gambe lunghe e levigate, arrivano a terra sui tuoi piedi... sei di una bellezza unica il tuo corpo sinuoso mi accende e mi esplode dentro.
Una storia senza storia
La benda calata sui tuoi occhi non ti permette di vedere, ma ti permette di sentire ogni cosa ancora più intensamente...aspetti di poter accontentare le tue fantasie erotiche, hai voglia di sentirti toccare ,forse desideri toccarmi e stringermi con forza il cazzo... Adesso ti prendo per i capezzoli...li tirò verso di me e ti faccio camminare verso la camera...dai tuoi gemiti capisco che ti eccita farteli stringere...ti faccio sdraiare nel centro del letto, ti metto un cuscino che ti tenga sollevato il bacino e prendendo il tuo polso destro inizio a legarti, poi il sinistro e poi le caviglie, una per volta...tutto ben stretto, le braccia e le gambe allargate in una specie di croce orizzontale. La stanza è in penombra, accendo le candele profumate che avevo preparato sperando in questo appuntamento. La fiamma traballante illumina il tuo corpo nudo dando vita a luci e ombre sulla tua pelle che esaltano le tue curve, riflessi di luce che ti rendono ancora più attraente.
Mi sembra che il profumo di vaniglia che emanano le candele ti piaccia.Ti muovi ti dimeni ma questa volta ti ho legato ben stretta e non hai molte possibilità di movimento. Mi avanza un pezzo di corda...la piego in due parti e usandola come un frustino iniziò a colpirti piano. Sento il tuo mugolio ogni volta che la corda colpisce una parte del tuo corpo. I più eccitanti sono quelli che sento quando ti colpisco in mezzo alle gambe, proprio sulla fica. Sono in piedi davanti a te...ti guardo e giuro che mi prende una voglia di toccarmi e godere venendoti addosso! Cazzo! Non devo! Voglio dedicarmi completamente a te. Voglio darti tutto il piacere di cui sono capace.
Mi allungo e prendo la bottiglietta di lubrificante. Mi metto in piedi, a gambe larghe sopra di te. Guardo i tuoi fianchi, il tuo seno. ti stai bagnando le labbra con la lingua, sembri cercare, lo so cosa cerchi...lo vorresti in bocca, lo vorresti succhiare. Apro la bottiglietta e getto via il tappo che cadendo sul pavimento provoca un rumore che ti mette in agitazione. Faccio cadere lentamente delle piccole gocce iniziando dalle spalle, prima da una parte poi dall'altra sempre uguali. Poi scendo, adesso sono arrivato sui tuoi seni, cerco di centrare i capezzoli con le gocce, adesso sono sul tuo ventre. Le gocce scivolano sul tuo corpo illuminando la tua pelle, non sono calde ed agni caduta tu inarchi il corpo, per quanto i movimenti ti siano impediti dalle corde che ti stringono ben attaccata al letto. Adesso giù lungo le gambe, passando per le cosce. L'unico punto che lascio immacolato e il tuo sesso. Ti sento gemere. La tua voglia diventa sempre più incontenibile ed io, sentendoti, mi eccito sempre di più! Adesso avvicino le mani alle candele per scaldarle...non voglio toccarti con le mani fredde! Voglio che tu le senta calde...bollenti, come me!
Ecco adesso sono al tuo fianco,in ginocchio, appoggio le mani sulle tue spalle e iniziò a massaggiarti con decisione. Scendo sul braccio e risalgo su, ridiscendo, ma questa volta sono sui tuoi seni. Li massaggio li stringo poi passo,facendolo roteare, il palmo della mano sui capezzoli. Cazzo è bellissimo!
Il tuo respiro accelera, con un filo di voce mi chiedi di mettertelo in bocca ma io nemmeno ti rispondo. Ti vedo sei sempre più eccitata. Ti guardo in mezzo alle gambe e ti vedo tutta bagnata, allora prendo due mollette e le sistemo in modo che ti stringano i capezzoli. Come le sentì premere apri la bocca in un lamento che peró non lascia dubbi. È di piacere! Ne prendo altre due e le sistemo in modo da stringerti la fica. Adesso il lamento si trasforma in un grido rauco di eccitazione! Sei tutta bagnata! Non voglio perderne nemmeno una goccia di quel liquido! Si... quando hai sentito le dita toccarti pensavi che avrei continuato in quel posto,invece no sono tornato a massaggiarti le gambe. Arrivato alle caviglie mi sono chinato ed ho preso in bocca le dita dei tuoi piedi, lo sai che di te trovo eccitanti anche quelli. Li succhio uno per uno accarezzandoli con lingua come ad imitarti quando me lo prendi in bocca.
Ti guardo e sembri tesa come una corda di violino.
Adesso mi giro, metto le ginocchia ai lati della tua testa e scendendo piano ti faccio sentire sul viso le mie palle,lisce,depilate ed il mio cazzo che piano ti sfiora la bocca. Con uno strattone hai cercato di prendere tutto in bocca....non ci sei riuscita! Adesso ti faccio riprovare e da una parte spero di sentirmi afferrare anche dai tuoi denti. Un piccolo dolore si trasforma in fretta in una grande eccitazione.
Chino la testa e sono nella posizione giusta per toglierti le mollette con la bocca, ma prima voglio leccarti tutto intorno. Mentre lo faccio tu mi implori di toccarti, allora ti avvicinò il cazzo alla bocca ed aspetto che tu lo prenda. Lo fai con forza! Inizi a succhiarlo, forte, come piace a me.
Lo mordi con le labbra! È meraviglioso! Con i denti ti tolgo le mollette ed iniziò a succhiare il nettare che esce. Quanto mi piacerebbe sentirmelo spruzzare in faccia! Passo la lingua sul clitoride, lo succhio, tu cerchi di muoverti in sincronia con i movimenti della mia lingua. Con la mano scendo e con il dito tocco il tuo culo. Prendo una goccia di lubrificante e lo passo lentamente sul buco. Lo massaggio piano piano, sento che si rilassa. Ecco adesso spingo il dito dentro.
Sentirti spingere per farlo entrare ancora di più mi eccita in una maniera inconcepibile. Devo subito uscire dalla tua bocca se no ti vengo in bocca e per quanto mi piaccia quando mi ingoi, non è ancora il momento!
Stai mugolando, la tua voce quando sei eccitata, per quanto sia possibile, diventa ancora più sensuale del solito. Sei legata ma per un attimo mi prende la voglia di slegarti per guardarti mentre ti tocchi, mentre ti masturbi. Resisto al pensiero! Mi dici di toccarti...mi implori di slegarti...mi chiedi di toccarti con due dita... Tolgo la lingua e iniziò a toccarti con un dito prima fuori su quelle labbra rosse e poi spingendolo dentro. Sei calda, è un posto meraviglioso. Lo tiro fuori e lo lecco, una volta due volte. Mugolando mi preghi di toccarti con due dita. Eccomi allora ad accontarti. Le spingo dentro più che posso poi appoggiò il palmo della mano sul clitoride ed iniziò a muovermi su è giù. Ti piace! Lo sento dal tuo ansimare...mi dici ancora! Mi dice non fermarti! No...stai pure tranquilla, è talmente bello vederti e sentirti così che non mi fermerei per nulla al mondo! Non so cosa mi sta accadendo! Sono talmente eccitato che senza nemmeno toccarmi mi stanno uscendo delle gocce di sperma! Le raccolgo con il dito, poi lo infilo nella tua bocca. Mi succhi tutto il dito e la cosa mi eccita tantissimo. Continuo a toccarti aumentando il ritmo e la pressione del palmo della mano...ma non resisto e usando l'altra mano raggiungo il tuo culo e ci spingo il mio dito medio dentro. Tu lo desideravi perché, come prima, spingi per fartelo entrare tutto...piu dentro possibile. Questa volta mi urli di non fermarmi...credo che tu stia per godere! Stai urlando e non so come fare per tenerti la bocca chiusa! Appoggio la mia bocca sulla tua e tu selvaggiamente mi mordi un labbro...fa male ma sentirti così..fuori giri, giustifica tutto quello che fai! Cazzo come sei bella! Urli.. Urli... Adesso il corpo è rigido il tuo ventre é preso da spasmi, eccoti, sei arrivata stai godendo! È semplicemente magnifico!
Ti slego dalle corde e ti faccio accoccolare accanto a me. Ti accarezzo i capelli e guardò i tuoi occhi chiusi. Sembri essere ancora assente. Sembri ancora sentire le sensazioni di prima. Ti lascio tranquilla. Scendo dal letto e vado in cucina a prendere due brioche. Mi è venuta fame e so che la mangerai volentieri anche tu. Apro un succo di mirtillo, ne bevi un sorso ed una goccia ti scende dall'angolo del labbro, ti tengo il mento con la mano e con la lingua raccolgo il succo.
Devi riposare....non ho ancora finito!
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Sono incazzata con me stessa, sto provando una rabbia assurda. Si, i polsi e le gambe sono guarite ma che cazzo vuol dire questo? Vuol dire che sto meglio? No! Col cazzo che sto meglio. Perché certe canzoni non riesco più a sentirle? Perché le ascolto solo quando ho una crisi in modo da tirare fuori tutto il dolore? Perché non sto bene.
Si, nei polsi e nelle gambe avrò solo cicatrici, ma nel cuore che cazzo ho? Un buco? Un taglio? Una cicatrice grande quanto tutto il cuore? Che cazzo c'è che non va in me? A che serve convincersi di stare bene?
Provo così tanta rabbia verso me stessa, per il modo in cui sto. Sono così incazzata che vorrei vedere quei polsi e quelle gambe di merda perdere sangue, ma hey, gli altri ci stanno male. Ovviamente bisogna pensare agli altri giusto? Dove sono gli altri ora? A farsi fottere. Se anche ci fosse qualcuno a che servirebbe? Capirebbe? Certo che no.
Giuro che vorrei urlare, ma non posso. Perché? Perché in casa mi sentirebbero. Cosa direbbero? Beh, solo "tu sei una malata/ fatti ricoverare", poi ovviamente la frase d'effetto "ma perché non ti ammazzi?". Geniale da dire a tua figlia sapendo che ci ha già provato 3 volte no? In fondo l'anno scorso mi sono fatta ricoverare per gusto, non per sti motivi, giusto. Non vedevo l'ora di essere ricoverata in psichiatria per poi essere vista come la malata, psicopatica, depressa ecc ecc. Devo dire che era proprio l'obiettivo della mia vita.
Ma hey, sto benissimo, così bene che solo l'idea di arrivare al 2021 mi devasta. Per quanto mi riguarda non dovrei nemmeno essere qui ora..se solo una di quelle volte fosse andata bene. Sinceramente? Vorrei chiedere scusa a me stessa per essere ancora qua, in mezzo a tutta sta merda, per le delusioni continue. In questo periodo non fare cazzate sta diventando difficile, l'istinto è più forte del solito e forse prima o poi esploderò.
Vorrei solo che non ci fossero più momenti come questo, sono stanca di piangere così tanto da non riuscire a respirare, di trattenere urla, di sentire la testa scoppiare a causa dei pensieri.
Mi sforzo di stare bene e questo è l'unico risultato.
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Mancarsi ed evitarsi è un pó come aver fame e non mangiare.
Perché se torni io mi dimentico che te n'eri andato.
A volte la tua mancanza fa così male che devo chiudere gli occhi per non scoppiare a piangere.
A volte devo fingere che non sia così, per non crollare
E mi dispiace.
Giuro che mi dispiace.
Di essere cosi 'acida' quando qualcuno si interessa a me.
Di fare la 'fanatica' per proteggere la mia stupida personalità fragile.
Di fare l'indifferente quando invece vorrei piangere.
Di mettere le lenzuola sopra la testa ogni sera, perché credo di non farcela.
Di essere cosi stupidamente io
Quella stupida che, però, ti ha amato tanto.
lo penso che le persone non si dimenticano.
Non puoi dimenticare chi un giorno ti ha sorriso, chi ti ha fatto battere il cuore, chi ti ha fatto piangere per ore intere.
Le persone non si dimenticano.
Cambia il modo in cui noi vediamo, cambia il posto che occupa il cuore, il posto che occupa nella nostra vita.
Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c'è semplicemente un semplice "ciao".
Mi hanno insegnato a diventare quello che sono.
E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita.
lo non dimentico nessuno.
Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita.
Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che io mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti.
#mancarsi#evitarsi#mi dispiace#sono acida#fanatica#stupida#non dimenticare#non dimentico#sempre tu#sono sbagliata#andare avanti#crolla tutto#sola#fragile#tumblr#fa male#dolore#schifo#il vuoto#mai abbastanza#non meriti niente#frasi tumblr
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Un amore che mi consumi. Ecco cosa voglio. Voglio sentire quella sensazione sulla pelle, quelle famose farfalle nello stomaco. Vorrei provare qualcosa, che sarebbe già un bel traguardo per il periodo merdoso che si sta passando. Vorrei provare qualche cosa apparte lo schifo verso me stessa e la società, oltre alla voglia di fumare costante, oltre al giramento di testa per il troppo vino o alla costante fame che mi fa sentire in colpa più che mai. Mi manca il sesso, non lo nego. Ma mi manca anche sentirmi desiderata, non dico neppure amata che è un sentimento antico come il mondo, ma desiderata. Leggere un messaggio o ricevere una chiamata da qualcuno che abbia davvero voglia di me, qualcuno che sente davvero la mia mancanza e che non può fare a meno di volermi almeno sentire non potendomi avere accanto. Vorrei un bacio, un bacio come si deve, un bacio appassionato che sfocia nella feroce voglia di strapparsi i vestiti di dosso. Vorrei sentirmi le mani addosso, sentirmi il cuore battere nel petto. Mi piacerebbe tanto non sentirmi così stramaledettamente sola, anche se poi sola non sono. Sarei grata a questo mondo del cazzo se riuscissi a provare un barlume di sentimento pur momentaneo, effimero e illusorio quanto possa essere. Vorrei sentirne un briciolo e poi vorrei sentire scoppiare un fuoco dentro, caldo e intenso che non smetta di ardere. Desidero sentirmi come una barca a vela in tempesta, desidero provare stupore o anche solo paura, per potermi sentire viva almeno un po'. Questo cuore nel mio petto si è rotto e ricomposto mille volte ma giuro che non lo sento più. Credo si sia spento qualcosa, quella fiamma, la voglia di vivere che ardeva in me, ora non la sento più. Quella voglia di gridare al mondo e far vedere a tutti chi sono mi ha abbandonata da tempo. Non so se fare la colpa all'amore, alla mancanza di amore...perché probabilmente la colpa la devo dare a me stessa, è mia. Mi auguro di ritrovare anche solo una piccola scintilla in tutta questa oscurità e mi auguro di avere la forza di aggrapparmici e resistere per farla crescere pur rischiando di bruciarmi ancora.
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Mancarsi ed evitarsi è un pó come aver fame e non mangiare.
Perché se torni io mi dimentico che te n'eri andato.
A volte la tua mancanza fa così male che devo chiudere gli occhi per non scoppiare a piangere.
A volte devo fingere che non sia così, per non crollare
E mi dispiace.
Giuro che mi dispiace.
Di essere cosi 'acida' quando qualcuno si interessa a me.
Di fare la 'fanatica' per proteggere la mia stupida personalità fragile.
Di fare l'indifferente quando invece vorrei piangere.
Di mettere le lenzuola sopra la testa ogni sera, perché credo di non farcela.
Di essere cosi stupidamente io
Quella stupida che, però, ti ha amato tanto.
lo penso che le persone non si dimenticano.
Non puoi dimenticare chi un giorno ti ha sorriso, chi ti ha fatto battere il cuore, chi ti ha fatto piangere per ore intere.
Le persone non si dimenticano.
Cambia il modo in cui noi vediamo, cambia il posto che occupa il cuore, il posto che occupa nella nostra vita.
Ci sono persone che hanno tirato fuori il meglio di me, eppure adesso tra noi, c'è semplicemente un semplice "ciao".
Mi hanno insegnato a diventare quello che sono.
E, anche se oggi tra noi resta solamente un sorriso o un semplice ciao, faranno per sempre parte della mia vita.
lo non dimentico nessuno.
Non dimentico chi ha toccato con mano, almeno per una volta la mia vita.
Perché se lo hanno fatto, significa che il destino ha voluto che io mi scontrassi anche con loro prima di andare avanti.
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Solo un sogno...
“Alone!” esclamò Tenma rivolgendo un’occhiata di rimprovero all’amico seduto a gambe incrociate sul letto con stretto fra le mani un grosso blocco di fogli da disegno “Ma non stavi male fino a tre secondi fa?”
Alone gli rivolse uno sguardo perplesso e colpevole “Sì… in effetti non mi sono ancora ripreso ma…” provò a dire per giustificarsi buttando di tanto in tanto uno sguardo al disegno al quale stava lavorando: c’era una piccola linea scura sull’angolo sinistro del foglio, segno inequivocabile che entrando a quel modo nella loro stanza, urlando come un dannato, Tenma lo aveva spaventato. Beh, si disse, almeno il disegno non si era rovinato.
“Niente ma!” protestò Tenma facendolo sussultare di nuovo per lo spavento “Devi prenderti cura di te stesso, Alone” lo rimproverò poi incrociando le braccia al petto e mettendo su un piccolo broncio. Con Alone finiva sempre così, tornava mezzo distrutto dalle sue passeggiate per il bosco e poi, dopo averlo fatto preoccupare a morte, si metteva a disegnare come se niente fosse, come se non avesse rischiato di perdere i sensi solo un attimo prima.
“Ma disegnare non mi stanca affatto” protestò subito Alone “Anzi mi rilassa…” aggiunse poi posando lo sguardo con fare assorto sul paesaggio che aveva appena finito di abbozzare.
“Lo so, lo so!” sbuffò Tenma sedendosi malamente sulla sedia che si trovava accanto al letto “Ma io mi preoccupo!” aggiunse poi con fare ancora più imbronciato “Sei tornato a casa col volto tutto arrossato e sudato per il caldo, sembravi sul punto di svenire da un momento all’altro. Non puoi strapazzarti così tanto” gli fece notare cercando di ammorbidire un po’ il tono di voce, non voleva che pensasse fosse in collera con lui, era solo tremendamente preoccupato e spaventato all’idea di poterlo perdere com’era accaduto con Sasha.
“Scusa…” biascicò Alone abbassando per qualche attimo lo sguardo “Non volevo farti preoccupare… ma era solo un colpo di sole e io ora mi sento già molto meglio” aggiunse poi abbozzando un piccolo sorriso intimidito.
Tenma stava per rispondergli, per dirgli che andava tutto bene e che non era arrabbiato davvero, ma lo sguardo di Alone, perso nella stanza lo distrasse: era come se fosse lì con il corpo ma avesse la mente rivolta altrove, in un luogo distante e che solo lui e nessun’altro avrebbe mai potuto raggiungere. Era un luogo nella sua mente in cui Alone si rifugiava quando dipingeva, ed era così intimo, così privato che Tenma non aveva il coraggio di chiedergli di mostrarglielo. Sapeva bene che Alone, con la sua innata gentilezza, non avrebbe avuto problemi nell’accoglierlo almeno una volta in quel suo piccolo rifugio, ma Tenma non poteva evitare di sentirsi inopportuno e ficcanaso anche solo a pensarlo.
“È che mentre riposavo è filtrato dalla finestra un raggio di sole, uno degli ultimi prima del tramonto, ed era così bello e il suo colore così intenso, che non ho potuto trattenermi e ho dovuto ritrarlo. Anche se… come al solito, ho finito col fare qualcosa di più complicato. Vedi…” disse indicando con la punta del dito un punto preciso sul foglio “Dietro al raggio di sole ho aggiunto l’accenno di un paesaggio, è un bosco” spiegò.
Tenma guardò estasiato il disegno dell’amico “È bellissimo” disse incantato.
Guardare i disegni di Alone gli piaceva sempre tanto, perché diversamente da quelli degli altri bambini sembravano vivi, pronti ad uscire dal foglio o dalla tela in qualsiasi momento per mescolarsi con la realtà. Guardandoli a volte, Tenma aveva avuto addirittura la sensazione di poterli toccare e di sentire sotto la mano la consistenza della carne anziché del foglio. In quel caso però, trattandosi di un paesaggio, aveva l’impressione di poter sentire il frusciare delle foglie e il profumo fresco del vento primaverile.
“Trasmette così tanta pace…” bofonchiò con fare assorto
“Ne sono felice” rispose Alone sorridendo con fare allegro ma un po’ stanco, probabilmente, pensò Tenma, adesso iniziava di nuovo a risentire del malessere di quel pomeriggio.
“È proprio quello che speravo di trasmettere con questo disegno: pace e serenità, perché è ciò che ho provato io mentre osservavo rapito quel piccolo raggio di luce”
Lo sguardo soddisfatto e rapito di Alone e la concentrazione con cui si stava dedicando a quel disegno, piccolo rispetto alle tele enormi che era solito dipingere in chiesa, convinsero Tenma che forse non era poi così sbagliato che passasse un po’ di tempo a disegnare anche in quelle condizioni; in fondo, anche se affaticato dal caldo, la sua espressione era talmente serena…
“E va bene!” cedette in fine con un sospiro fintamente esasperato “Continua pure a disegnare, ma almeno promettimi che ti fermerai quando ti sentirai troppo stanco, e che mangerai qualcosa prima di metterti a dormire”
A quelle parole, che avevano il suono dei rimproveri che le madri fanno ai loro bambini, Alone non poté trattenersi dallo scoppiare a ridere. Una risata argentina, chiara come lo scrosciare dell’acqua di un ruscello, e che scaldò subito il cuore di Tenma.
“Va bene” gli disse “Prometto solennemente che mi prenderò più cura di me stesso”
“Non prendermi in giro, Alone” gli sbuffò Tenma arrossendo leggermente per l’imbarazzo “È che sei così fragile, così delicato… non voglio che ti spezzi”
“Grazie Tenma” gli sorrise Alone stringendogli con delicatezza e affetto la mano. Tenma ricambiò subito la sua stretta, poi, e non senza un po’ di esitazione e imbarazzo, si sporse verso di lui per posargli un piccolo bacio sulla fronte.
“Rimettiti in fretta”
“Lo farò”
Tenma non fece in tempo a focalizzare lo sguardo sul sorriso di Alone, che tutto intorno a lui iniziò progressivamente a diventare nero, come se avesse improvvisamente perduto la vista.
Il panico e l’ansia per quello che gli stava succedendo si insinuarono subito nel suo cuore offuscandogli quasi completamente la mente e rendendogli ogni movimento terribilmente più pesante.
Durò tutto una manciata di secondi, giusto il tempo necessario perché si risvegliasse e tornasse cosciente del luogo e del tempo in cui si trovava.
Sbatté le palpebre un paio di volte prima di riuscire ad abituare gli occhi alla luce intensa del sole di mezzogiorno: era al Tempio.
“Un sogno…” bofonchiò passandosi con fare stanco, ancora un po’ assonnato, la mano sul volto nel tentativo di allontanare almeno un po’ la stanchezza e recuperare lucidità.
Alone… non era la prima volta che lo sognava. Da che era iniziata la Guerra Sacra e aveva scoperto che proprio lui era stato scelto come corpo fisico di Ades gli capitava di continuo, sognava sempre del passato, dei giorni felici che avevano trascorso da bambini, di quando ancora provava gioia e serenità guardando i suoi dipinti e i suoi schizzi. Ora invece, se alzava lo sguardo al cielo, ricoperto ormai quasi per intero dal Lost Canvas, non provava altro che inquietudine e rabbia. Rabbia perché tutto quello non era affatto giusto, perché Alone era un ragazzo troppo candido e puro per essere destinato davvero a tutto quello, a portare la morte nel mondo.
Tenma sentiva che avrebbe potuto rinunciare con facilità a qualsiasi cosa, perfino alla sua armatura di Pegasus, pur di ritornare a quei giorni, pur di rivedere il volto sereno e sorridente di Alone mentre dipingeva, pur di rivederlo assorto in quel mondo che era solo suo; e odiava fare quei sogni perché la felicità e la gioia che provava al loro interno non erano altro che un’illusione che spariva al suo risveglio lasciandogli come unico ricordo solo un gran senso di vuoto e sconforto.
Ed era proprio così che si sentiva a volte, anche se faticava ad ammetterlo perfino a sé stesso: sconfortato e terribilmente impotente, perché qualsiasi cosa provasse a fare per raggiungere il suo obbiettivo risultava completamente inutile, e Alone sempre più vicino a trasformarsi completamente in Ades.
“Vorrei svegliarmi e scoprire che questo non è stato altro che uno stupido sogno” disse. La voce che tremava leggermente per le lacrime che stava trattenendo “Vorrei non essermene mai andato via dal nostro paese natale per diventare un Cavaliere, vorrei esserti rimasto accanto anziché lasciarti solo in balia del male, ma diamine…” continuò pestando con forza il pugno a terra creando così una piccola voragine “Giuro sulla mia vita che riuscirò lo stesso a salvarti, Alone. Lo sconforto, la tristezza, la rabbia, l’impotenza, non mi farò fermare da nulla.”
Si alzò in piedi, passò una mano sugli occhi per allontanare le lacrime, poi, con decisione prese a camminare verso il Grande Tempio: non era più il momento di piangersi addosso.
#saintseiya#the lost canvas#seint seiya the lost canvas#fan fiction#one shot#pegasus tenma#alone#tenma#cavalieri dello zodiaco#fan writing#italia#gold saint#ades
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Topi,
So che a volte sono una scassa cazzo,
Ma lo sono solo perché ci tengo, e a te ci tengo veramente molto.
Non puoi neanche immaginare quanto io ci tenga a te e a tutto quello che abbiamo condiviso e che forse condivideremo.
Ma sono dell’idea che nonostante tutto,
Ci continueremo a sostenere, anche nelle situazioni difficili in cui avremo crolli emotivi di ogni genere e non ci vorremmo più vedere né sentire come hai detto tu oggi.
Sono dell’idea che anche se non ci sentissimo, qualcosa mi porterebbe a te e viceversa, che sia una canzone, un cibo, un profumo,una bibita, qualsiasi cosa!
Sono dell’idea che anche se ci diciamo basta nel vederci, poi ci pensiamo bene diciamo che non c’è la facciamo a non vederci per tanto tempo.
Per me non vederti già per tre giorni di seguito è difficile, e mi vengono dei crolli emotivi assurdi, non so te ma per me è così.
Vorrei chiederti di vederci più spesso, ma mi vergogno, per tutte le volte che mi hai detto di no e io continuo a chiedertelo.
Ma non me ne farò una ragione del tuo no.
Ultimamente la vivo proprio male questa situazione, vorrei riuscire a essere tranquilla con me stessa, ma soprattutto con te.
È una situazione pesante, per quanto io possa sembrare impassibile,
Non lo sono, non lo sono perché mi basta guardare lo sfondo per scoppiare a piangere, oppure ascoltare le musiche che mettevo in macchina con te, e quando andavamo al mare.
Mi manca così tanto andare al mare con te,
Mi manca il tuo odore,
Mi manca farti i grattini come facevo,
Mi manca sbaciucchiarti tutta,
Mi manca giocare a monopoli per farti arrabbiare perché vinco,
Mi manca scherzare con te e ridere,
Mi manca fare ciucca con te,
Mi manca fare la lotta con te,
Mi manca darti i bacini sulla fronte e sul naso,
Mi manca tutto di te.
Vorrei riuscire a passare sopra a tutto ed essere talmente orgogliosa da ottenere ciò che voglio e ciò che desidero!
Ma la mia mente è così malata,
Che in fin dei conti mi creo solo paranoie!
Ho paura di affezionarmi alle persone,
Ho paura di avere un legame forte,
Ho paura di amare,
Qualsiasi persona cerchi di legarsi a me,
Io ne sono diffidente, non so perché ma ho paura,
Paura di mostrare le mie emozioni,
Mostrami per come sono, mostrare tutto.
A volte i miei rapporti con le persone vengo tagliati di netto, per le mie paure.
Anche se non ne parlo con nessuno,
A volte ho tanti pensieri di cui non riesco a liberarmene, e questo può durare anche molti mesi.
Non riuscirò mai a relazionarmi con nessuno, e mi dispiace..
Vorrei riuscire a parlartene,
Senza inventarmi scuse per non dirti le cose,
Vorrei riuscire a buttare tutto fuori senza esplodere in pianti senza senso per coprire le mie parole e farle annegare nel profondo.
Vorrei chiederti più spesso di uscire a mangiarci una pizza per parlare un po’,
Perché sei l’unica persona che mi riesce a comprendere nel profondo,
Vorrei riuscire a guardarti senza reprimere sempre le mie lacrime e le mie emozioni,
Per poi scoppiare quando sono da sola a casa nel buio pesto, con l’unica consolazione di abbracciare il cuscino.
Quando piango mi vergogno,
Perché sono una persona troppo emotiva, che piange per cose banali e cazzate penseranno gli altri, ma per me molte cose anche se banali sono importanti.
Ci sono notti in cui vorrei chiamarti per dirti tutte le cose che mi passano per la mente, ma non c’è la faccio, non so neanche come fare a dirti determinate cose.
Ci sono notti in cui vorrei dormire con te al mio fianco, per stare senza pensieri e riuscire a dormire tranquillamente tra le tue braccia e con i tuoi quattro baci.
Non riuscirò mai a dirti che ti amo ancora, anche se tu non mi crederai.
Non so come fare,
Ti giuro che non so come fare,
Non riuscirò mai a mandarti questo messaggio dove dico tutte queste cose e dove parlo di noi.
@crashbet
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30.06.2019
Sono la persona più forte che io conosca. Continuo a ripetermelo guardandomi allo specchio quando situazioni come queste succedono, sono la mia roccia. Devo esserlo. Mi guardo e vedo riflessa la me bambina a cui è stata insegnata l'umiltà e l'arte del nascondere, e mi chiedo come abbia fatto il tempo a passare così in fretta. Ho iniziato a scrivere questo post due giorni fa, quando lui mi ha minacciato. Mi sono bloccata due frasi dopo, non avevo tempo di piangermi addosso. Lo continuo oggi perchè oggi è stata lei a minacciarmi, lui con il braccio contro, lei con il bastone della scopa e tirandomi oggetti contro, per il semplice fatto di averle detto di non urlare, e di risolversi i suoi problemi con la persona in questione. Sono così forte da resistere a tutto, e non mi tiro indietro davanti a nulla. Che sia un muscolo puntato contro la mia faccia o un bastone a colpirmi, che lo facciano, che lo facciano pure. Ormai ho un’elasticità mentale per queste cose che va oltre, ho imparato a controllare le lacrime per non farle scendere quando succede, ho imparato a mostrarmi sempre pronta e con le spalle larghe, pronte a prenderne di ogni. La verità è che sono stanca, stanca di vivere fra questa violenza e quest’odio che continua e continua e non cessa mai fra queste quattro mura, quattro persone diverse che vivono nella stessa casa solo perchè altro posto per andare non c’è. Non mi interessa se mi chiamano “grassa” o il suo preferito “pall’e nzogn” (palla di lardo). Ormai ci sono abituata, non mi fa effetto, lo so già di mio di essere grassa. Le sue parole che derivano dall’odio verso di me e verso questa terra, alla quale è incatenata secondo lei per colpa mia. Non ho chiesto io di nascere, non ho chiesto di essere riportata qui a 8 anni e non ho mai chiesto a nessuno dei due di fare i genitori, mi sono sempre bastata. L’educazione e l’umiltà che credo di avere me li ha insegnati la mia nonna, ed è solo lei che devo ringraziare per questo petto di ferro che mi ritrovo. Posso ringraziare solo lei perchè mi ha insegnato che posso superare tutto, che devo stare tranquilla qualsiasi cosa accada. In fondo cosa puoi dire a una bambina di quattro anni che vede portaceneri di cristallo volare sopra la sua testa? O che le vengono tirati i capelli per essere andata a salutare? O a una bambina di sette anni che trascina il fratello in terra perche ha le mani intorno al collo della madre? Che finirà tutto. Solo quello puoi dirle, mentre la guardi crescere impegnata a nascondere, a non raccontare, a fingere, a fare silenzio. Le insegni che se vuole farsi degli amici l’apparenza è la cosa più importante là fuori, cosa che all’ora non capivo, mi sembrava superficiale, mi ricordo che le chiesi se davvero preferisse andare dal parrucchiere anzichè comprare il pane, e mi rispose che in queste situazioni era la cosa più importante. E lo capisco solo ora che aveva davvero ragione. Se l’avessi capito prima forse ora un po’ di forza in più l’avrei avuta (non è abbastanza?). Non so cosa darei per darti un’altro abbraccio nonna, tornare piccola piccola e sedermi sulla mia mattonella, che poi era solo un mattoncino del camino, di sedermi di nuovo sulla sedia che mi aveva costruito nonno o di rientrare dentro la casetta che aveva costruito tutta per me. Vorrei tornare a quando mi stavi aiutando a studiare la tabellina del due davanti al camino, o a quando giocavamo con la rana di plastica. Mi hai insegnato che ci vuole davvero poco per essere felice nonna, ma sento di non riuscirci più veramente. Ho paura di continuare a crescere e ritrovarmi senza tutto quello in cui credevi tu. Ho paura del mondo senza di te nonna, mi ha spaventato 11 anni e mi spaventa ora, il giorno prima del quinto anniversario della tua morte. Quanto tempo è passato e quanto sono cresciuta. Sono sicura che saresti fiera della persona che sono diventata, ti assomiglio in tante cose. Mi manca giocare a carte con te che mi lasciavi vincere sempre, mi manca bere il thè con te nelle serate fredde. Lo sai nonna, lo prendo ancora il thè. Ho iniziato ad avere una piccola collezione e so che ti piacerebbe un sacco vederla, ma il tuo thè col limone saprà sempre di te e di infanzia. Era bello aspettare e vedere se qualcuno veniva a casa a prendere il thè con noi, mi piaceva ogni giorno non sapere se dovesse arrivare qualcuno, zii e amici, alle 5 puntuali. Mi manca stare in cucina davanti al fuoco, mi manca vedere nonno aggiustarlo. Mi manca stare nel loggiato d’estate al fresco a guardare reazione a catena, mi faceva ridere provare a indovinare le parole con te. Mi mancano i natali tutti insieme, fare l’albero grande grande e cenare tutti insieme, tanto da dover unire due tavoli e uno più piccolo per farci stare tutti. Mi manca sentire lo spirito natalizio, adesso non è niente di più di una tovaglia rossa con piatti di plastica, mentre mangio cose che non mi vanno con persone che mi mettono di mal umore. Mi manca fare i disegni con te, mi manca andare dal dottore e poi tornare a flumini quando era già buio, mi piaceva un sacco stare in macchina con voi. Mi è rimasto anche questo, lo sai? Mi piace ancora tanto stare su strada, fare viaggi lunghi in macchina o in pullman, mi rilassa ancora. Mi manca quando mi cantavi “carissimo chicocchio”, perchè pinocchio non mi piaceva. Mi manca quando prima di dormire mi cantavi la nostra canzoncina un po’ stupida che mi faceva ridere, non so cosa darei per sentirla ancora una volta. Mi manca quando mi prendevi in braccio anche se ti faceva male la schiena e mi cantavi tutte queste canzoni e quando cantavi “amore mio non piangere, che non ti lascio sola. Ti lascio alla tua mamma, che tanto ti consola...” mi veniva sempre da piangere e ti dicevo che non volevo che me la cantassi, e ora ho capito perchè mi faceva piangere, lo stesso motivo per cui piango ora. Perchè non ci sei più. Mi faceva così male all’ora l’idea che tu potessi lasciarmi in quella situazione da sola che mi veniva già da piangere. Ora ci sono immersa in questa situazione da 5 anni nonnina, e me la cavo come meglio posso. Penso alle passeggiate al mare che facevamo di mattina con zio Lino e zia Elena, al mio pozzo alla fine della spiaggia dove trovavo i granchietti. Penso a quando mi facevi ascoltare da tutti mentre cantavo “o mare nero” da piccolissima quando attraversavamo quel pezzetto con le alghe. Mi ricordo che avevo sempre sonno quando andavamo al mare, mi svegliavi sempre alle 7 per arrivare presto e tornare a casa all’ora di pranzo. Adesso sono io quella sempre di fretta, lo sai nonna? Non sono più ritardataria come una volta, adesso sono sempre puntuale. Adesso esco sempre presto, sono io quella che vuole fare le cose da prestissimo. Credo che anche questo me l��abbia passato tu. Mi torna in mente quando per carnevale mi avevi cucito interamente tu il vestito da strega che tanto volevo. Eri una sarta ed eri bravissima, avevi preso le misure e comprato la stoffa, avevi cucito uno spettacolo con pazienza e dedizione. Mi dispiace che negli ultimi anni mi abbia sentito più distante nonna, vorrei poterti dire che non era colpa mia, che ho dovuto, nonna ti giuro ho dovuto diventare fredda da quando sono tornata qui, altrimenti non sarei riuscita a sopravvivere come la persona sensibile che ero e che cerco ancora di nascondere. Ci sono un milione di cose che vorrei dirti e che vorrei farti vedere. Quando mi hanno dato la scatola con le tue cose sono scoppiata a piangere, ho visto il tuo anello e i buoni fruttiferi che mi hai lasciato. La tua scrittura e la scritta dove hai compilato “Miriam Orrù, in qualità di: nonna” mi ha fatto scoppiare a piangere. So già che quei soldi mi serviranno per scappare da qui, ma come posso nonna? Come posso col peso di altre tre persone che se non ci fossi io in casa non saprebbero come andare avanti se non a suon di urla e schiaffi, più di quanto lo facciano già? Ho paura di non riuscire mai ad andarmene da qua, ho troppa troppa responsabilità che non mi spetta. Mi manchi davvero tanto, mi manca vedere nonno normale. Da quando non ci sei tu si è ammalato, non ricorda le cose e si perde sempre. A volte esce in pigiama e quando vado a trovarlo mi scalda il cuore quando non si ricorda dei nomi delle altre persone e quando glielo chiedo io mi risponde sempre “tu sei Mirietta”. Il mio nonnino adorato. Mi manca quando mi chiamavi “sa sposa” o quando per svegliarmi appoggiavo la testa sulle tue gambe quando ti sedevi nel letto e mi facevi le “carezzine” nei capelli dietro l’orecchio, come piacevano a me. Mi manca pranzare con te in giardino quando nonno faceva il pt e gli altri esami e io non potevo avvicinarmi a lui per 24 ore perchè ero troppo piccola. Mi manca giocare con i gatti in giardino, con musetto. Mi manca la capannina dove tenevamo in legno per il camino d’inverno, mi manca vedere nonno legare le fascine. Mi manca vederti seduta a vedere le mie recite, non sai a quante non è venuto nessuno a vedermi e alla fine quando tutti andavano dai genitori io rimanevo con le maestre. Mi ricordo quando in terza elementare forse era venuta la psicologa per i bambini, la chiamavamo “follettina”. Dovevamo scriverle dei bigliettini e metterli in quella casella attaccata al muro della scuola, mi ricordo che scrissi “sono triste perchè non riesco più a sorridere”, non pensavo che qualcuno l’avesse letto veramente. Poi arrivarono i turni per decidere chi far andare a parlare con questa ragazza vestita da elfo, e mi fecero andare per prima. Quando mi chiese il motivo le risposi “perchè nonno sta facendo un sacco di visite e anche quando ci provo non ho mai voglia di sorridere” o comunque una cosa del genere. Era una bugia ovviamente, lo sapevo qual era il vero motivo, ma come mi hai insegnato tu non si può mai parlare di queste cose, e uscii da lì soddisfatta che nessuno aveva scoperto il motivo. Vorrei che ci fossi tu qua ancora una volta per consolarmi come facevi sempre, senza stancarti. Vorrei ancora chiacchierare con te e tornare a casa da scuola e andare a salutare nonno in garage. Vorrei preparare ancora una volta la pasta al forno fatta in casa con te. Vorrei fare ancora la teglia più piccolina a parte per me, perchè non mi piaceva il formaggio. Vorrei tornare nel capannone a fare le pardule e a mangiare l’impasto quando ti giri. Vorrei tornare a bere il thè freddo con te nel loggiato. Vorrei andare ancora in bicicletta e sui pattini mentre mi guardi, mi ricordo che la prima volta che li misi mi dicesti “guarda che brava, hai già preso l’equilibrio!”. Mi lodavi in tutti i modi, e nonostante ciò sono sempre stata la bambina più umile ed educata che esistesse. Ero davvero brava, mi piaceva esserlo. Mi ricordo quando andavamo al parco a sant’andrea e mi piaceva giocare da sola, mi infastidivo quando venivano le altre bambine (e in questo non sono cambiata), mi piaceva giocare con te che mi guardavi da lontano. Mi ricordo il tuo sguardo fiero alla mia prima comunione quando ti avevano scelto per portare il cesto con i viveri sull’altare, lo sapevo che ti avrebbe fatto piacere. O quando feci la cerimonia per diventare chiricchetta, c’eri tu a mettermi il vestito davanti all’altare. Ora non credo di avere tanta fede nonna, mi dispiace. Ma ti prometto che proverò a riavvicinarmi alla chiesa, mai come ora ho bisogno di credere davvero in qualcosa di bello, e per ora è molto difficile farlo. Canto ancora nonnina, sono sicura che mi senti. Non sono più sicura di me stessa e della mia voce come una volta, ma ti prometto anche qui che proverò a fare del mio meglio per migliorare e per migliorarmi. è la tua luce che mi sprona ad andare avanti e sempre lo farà. Ciao nonnina, mi manchi tanto. Sempre tua, Mirietta.
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