#Un affare di famiglia
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curiositasmundi · 6 months ago
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Nel metaverso succede che la nostra presidente del Consiglio, quella che non muove un dito per fermare la carneficina a Gaza, vada ad accogliere Chico Forti in aeroporto, dopo aver organizzato il suo rientro in Italia con un jet dell’aeronautica militare. E lo accolga con tutti gli onori: sorrisi, tweet ufficiali e l’immancabile foto di rito mentre chiacchiera amabilmente con lui, prima di affidarlo al sottostante Tg1 per un bello spottone elettorale. Chico Forti ha scontato 24 anni di carcere in Florida e il fatto che il governo abbia ottenuto il suo rientro è un fatto positivo, nessuno sperava che morisse in una cella in America, lontano dalla famiglia. Ciò non toglie però che Chico Forti, oltre a essere un italiano tornato in Italia grazie a questo prodigioso governo, è un assassino. Uno spietato criminale che nel 1998 ha sparato in testa con una calibro 22 a un uomo, Dale Pike, per un affare immobiliare saltato all’ultimo momento. Ha lasciato la vittima nuda, in un boschetto, per simulare un omicidio a sfondo sessuale. Ha cercato di sfangarsela mentendo alla polizia e pure a sua moglie dicendo che non aveva mai incontrato quell’uomo per poi – di fronte a prove schiaccianti – ritrattare. Aveva un movente, non aveva un alibi, possedeva la pistola calibro 22 e sia i tabulati telefonici sia la sabbia trovata nella sua auto (che lavò accuratamente dopo l’omicidio) lo collocarono sul luogo del delitto. È stato condannato all’ergastolo, si è sempre detto vittima di un complotto della polizia, ma ha sempre negato l’autorizzazione a pubblicare il verbale del processo. Da anni in Italia c’è una credibile corrente innocentista i cui elementi di spicco sono Jo Squillo, Andrea Bocelli, Le Iene e lo Zoo di 105 che ha convinto parte dell’opinione pubblica (totalmente disinformata sul caso) che Chico Forti sia un povero innocente fregato dalla polizia americana. E quindi, la nostra presidente del Consiglio, ieri ha pensato bene di fare campagna elettorale accogliendo un assassino come fosse il papa. Poi è scappata via. Aveva fretta. Probabilmente doveva andare a trovare altri due italiani di cui andare fiera: Rosa e Olindo in carcere.
Selvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano
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scogito · 11 months ago
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Forse non è ancora chiaro che la maggioranza delle persone è priva di coscienza. Crede a volte di averla, ma in verità difende solo il proprio tornaconto, la propria famiglia, i propri interessi, per sopravvivenza, non per coscienza, né per giustizia.
Il giornalisti sono solo una categoria, un ennesimo branco. Lo stesso schifo si verifica costantemente da secoli, nel quotidiano, tra vicini di casa, nell'indifferenza, nell'omertà e nel farsi i cazzi propri, ché quello che c'è fuori dal tuo giardino non è affare personale e dunque si fotta.
L'illusione degli inetti, dei codardi e dei falsi spirituali è anche questa. Lo stare alla larga perché le cose vanno come devono, e così non solo si evita di intervenire in quello che non è alla propria portata, si evita anche tutto il resto su cui invece si può... E si deve agire.
Non vanno dimenticati gli atti discriminatori degli ultimi anni, non sono nati lì sul momento, sono interni all'uomo e nella sua natura malata. Insieme alle atrocità politiche valgono come esempio per raccontare quanto falso buonsenso e false coscienze ci sono in giro.
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viendiletto · 10 months ago
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Storia di Libera e di suo padre
Nella memoria della gente della valle di Cepic è rimasta la figura di Libera Sestan, una giovane donna di Novako, un paese del comune di Pisino. Era nata nel 1919 e all’epoca aveva 24 anni. Libera era bellissima e, raccontano, aveva un animo dolce e sensibile. La sua era una famiglia benestante che certo suscitava l’invidia di molti. Si era sposata con un ufficiale dei carabinieri e aveva due figlie piccole. Era solita recarsi molto spesso a Pisino, per fare compere o concludere qualche affare, abitudine che gli abitanti delle campagne attorno alla cittadina hanno mantenuto anche oggi. Questo però fu sufficiente e pretesto a un suo parente, Veljko Sestan, partigiano, per dichiararla spia e nemica del popolo. Andò a prelevarla a casa, con un manipolo di suoi collaboratori, trascinando via con lei anche il padre. Dicono che li pregasse in ginocchio di permetterle di rivedere per un’ultima volta le sue piccine, ma le fu negato. Prima di gettarla viva, insieme al padre, nella foiba di Chersano, la malmenarono e le bruciarono i capelli. Il delitto non restò impunito. Un altro suo cugino, Ervin Sestan, che le era molto affezionato, impazzì quasi dal dolore. Subito dopo quei fatti, si unì per vendetta e per disperazione all’esercito tedesco. Dopo qualche tempo arrivò insieme ai tedeschi a prendere Veljko in casa. Veljko appena li vide tentò di scappare scavalcando la finestra sul retro e correndo via per i campi, ma Ervin sparando con una pistola dalla finestra riuscì a colpirlo alla testa e ad ucciderlo.
Da “La Voce del Popolo”, 26 luglio 1990, a firma di “lama” (Laura Marchig, fiumana)
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sagmirmal · 5 months ago
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Stasera in TV, Rai5, Hirokazu Kore'eda, Le verità - credo che in originale sia singolare, ma verifichino gli iamatologi: 真実 .
È il regista dei grovigli familiari: di Father and son, Broker, Ritratto di famiglia con tempesta, Little sister, Un affare di famiglia.
Uno dei film del bellissimo terzo tempo di Catherine Deneuve, insieme a Dio esiste e vive a Bruxelles.
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moonyvali · 2 years ago
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I giovani non possono permettersi di studiare e pagarsi l’affitto? Sono degli smidollati.
«Piagnucolano», sostiene il giornalista Nicola Porro, «perché fare il pendolare impedisce loro di uscire a bere con gli amici!» Ecco, caro Nicola, lei non ha mai avuto evidentemente il problema di pagarsi un affitto e di far «quadrare i conti a fine mese», perché se sapesse cosa significa per uno studente che non proviene da una famiglia agiata pagare novecento euro al mese per permettersi di studiare, non avrebbe detto parole tanto superficiali e fuorvianti. E se vedesse con i suoi occhi questi bugigattoli che spacciano per «case», converrebbe con me che dai tempi di Dostoevskij non è cambiato nulla.
Ma davvero lei crede che questi ragazzi protestano perché poi non possono uscire la sera con gli amici? Vadano a lavorare, viene detto loro! I giovani che non vogliono fare sacrifici, è questo il messaggio che volete far passare! E sa una cosa?
Io ne ho abbastanza! Non esito a dirlo. Avete il coraggio di parlare ai giovani di lavoro? Voi che avete fatto dello sfruttamento un’arte e del precariato uno stile di vita, avete il coraggio di parlare di sacrifici ai giovani? Eh sì perché quando si tratta di finanziare le guerre e l’apparato bellico, i soldi non mancano. E quando per gli stipendi dei parlamentari, neanche lì mi sembra che qualcuno abbia troppo da ridire.
E quando si trattò di aiutare le banche, perché i poveri banchieri di mezz’Europa con la speculazione del mercato immobiliare capirono di aver fatto un cattivo affare, sessanta miliardi di euro, sessanta miliardi avete capito bene, non parvero una spesa eccessiva. Ma lo sa, caro Nicola, quanti alloggi avreste costruito, quanti affitti a prezzo calmierato avrebbero potuto esserci con una piccolissima percentuale di questi milioni? In Danimarca, in Svezia, in Norvegia è la prassi, ma evidentemente hanno capito il concetto che «l’istruzione non deve essere un lusso, un privilegio».
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #scuola #istruzione #filosofia #cultura #giovani
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kneedeepincynade · 1 year ago
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No one wishes for war,but if need be,the multipolar world is ready
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Translation is at the bottom
The collective is on telegram
🇨🇳 Il 15/08, a Mosca, si è aperta l'11ª Conferenza sulla Sicurezza Internazionale di Mosca, a cui ha partecipato il Generale Li Shangfu - Ministro della Difesa Nazionale della Repubblica Popolare Cinese e Consigliere di Stato 🌟
😍 La Cina, ha dichiarato il Generale, è disponibile ad espandere la Cooperazione Militare con i Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, tra cui la Russia, la Bielorussia e l'Iran 🤝
🤧 Il punto più importante, però, riguarda la Questione di Taiwan. Essa è il fulcro della Politica Cinese, e il Principio dell'Unica Cina è fondamentale, in quanto garantisce Stabilità, Pace e Sicurezza nella Regione, e di conseguenza nel Mondo 🌐
⭐️ La Questione di Taiwan è un affare interno della Cina, e nessuna forza straniera - USA, UE, Giappone - è autorizzata ad interferire. La gestione dei Rapporti tra le due Sponde dello Stretto è materia del Popolo Cinese e del popolo Cinese soltanto 🇨🇳
🔺Ma Ying-jeou (KMT): "Le persone, su entrambe le Sponde dello Stretto di Taiwan, appartengono alla medesima famiglia" 😍
🔺 Yok Mu-ming (NP): "Taiwan e la Cina Continentale costituiscono un'unica famiglia" 😍
🇨🇳 La Riunificazione Cinese è un processo storico irrefrenabile, e la Cina non accetterà mai il dito puntato degli USA e dei loro lacchè sulla risoluzione della Questione di Taiwan, così come non accetterà alcun tentativo di forze straniere di esercitare la coercizione sulla questione della Riunificazione 🤧
🤧 Il fatto che una Guerra per la Riunificazione Cinese possa trasformarsi in una guerra mondiale non dipende dalla Cina, ma dalle azioni degli USA e dei loro lacchè europei e giapponesi | 丢掉幻想,准备斗争 🇨🇳
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🇨🇳 On 15/08, the 11th Moscow International Security Conference opened in Moscow, attended by General Li Shangfu - Minister of National Defense of the People's Republic of China and State Councilor 🌟
😍 China, said the General, is willing to expand military cooperation with countries of the Shanghai Cooperation Organization, including Russia, Belarus, and Iran 🤝
🤧 The most important point, however, is the Taiwan issue. It is the core of Chinese politics, and the One China Principle is fundamental, as it guarantees Stability, Peace and Security in the Region, and consequently in the World 🌐
⭐️ The Taiwan issue is China's internal affair, and no foreign force - US, EU, Japan - is allowed to interfere. The management of relations between the two sides of the Strait is a matter of the Chinese people and of the Chinese people only 🇨🇳
🔺Ma Ying-jeou (KMT): "People on both sides of the Taiwan Strait belong to the same family" 😍
🔺 Yok Mu-ming (NP): "Taiwan and Mainland China are one family" 😍
🇨🇳 The Chinese Reunification is an unstoppable historical process, and China will never accept the finger pointing of the US and its lackeys on the resolution of the Taiwan issue, nor will it accept any attempt by foreign forces to exercise coercion on the Reunification issue 🤧
🤧 Whether a War for Chinese Reunification can turn into a world war does not depend on China, but on the actions of the USA and its European and Japanese lackeys | 丢掉幻想,准备斗争 🇨🇳
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filorunsultra · 1 year ago
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Heritage: Val di Rabbi - June 23
La settimana scorsa, a URMA, ho visto una vecchia borraccia Ultimate Direction appoggiata su un tavolo. Era venerdì pomeriggio, e i corridori dovevano ancora arrivare, così mi sono guardato attorno per provare a capire di chi potesse essere. Inaspettatamente, era del Michelino Sandri, che mi ha subito ragguagliato su dove l'aveva trovata. È venuto fuori che un negoziaccio di Dimaro, Val di Sole, aveva dei rimasugli di magazzino di UD: roba che nessuno comprerebbe, avanzi di epoche passate, per veri intenditori. Così qualche giorno dopo ho convinto Mattia e Roby a salire in valle con la scusa di fare una corsa in Val di Rabbi.
In realtà non mi capita spesso di andare in Val di Rabbi, ma è il posto perfetto per preparare gare dure, tipo UTMB o Hardrock, e anche per fare un giro in quota prima di Leadville. Siamo partiti dall'ultimo parcheggio gratuito del fondo alla valle, con l'idea di salire al Dorigoni e poi proseguire fino al Rifugio Lago Corvo per scendere dall'altro lato, ma purtroppo il tempo è peggiorato e una volta arrivati al Dorigoni siamo tornati indietro. Abbiamo pranzato con un panino al Casolet pagato 1$, poi ci siamo fermati a raccogliere un po' dell'acqua ferruginosa che esce da una piccola fontanella nascosta nel sottoscala delle terme locali. Entrando nella stanzina con il rubinetto si sente odore di ruggine, e il lavandino su cui cade l'acqua è incrostato di calcare rosso: l'acqua che ne esce non sa da acqua, pare di leccare un cacciavite, con retrogusto da Ferrarelle. Non è pubblicizzata né segnalata, la conosco per passaparola, e il che mi ha sempre fatto pensare che non siano molto soddisfatti se qualcuno la prende; comunque la porta è aperta. Arrivati a Dimaro abbiamo bevuto un caffè e mangiato un pasticcino, poi abbiamo cambiato bar e abbiamo bevuto due birre, e in fine siamo andati in questo famoso negozio.
In tutto, erano rimaste 12 borracce UD, di quelle vecchie, grigie, col beccuccio rosso. Le avevo cercate a lungo, anche su eBay e in altri siti di roba usata, ma in Europa sono introvabili, e quelle erano di certo le ultime rimaste. Il tipo del negozio ci racconta che una volta, prima che il marchio esplodesse, era lui a distribuirlo in Italia, ma quelle borracce non le capiva nessuno, così aveva finito per regalarle come premio alle gare. Il tipo del negozio deve averci presi per dei disagiati e ha fatto il possibile per rifilarci tutto a uno sconto del 60-70%, in modo da liberarsi definitivamente di quelle vecchie cianfrusaglie. UD si è diffusa in Europa solo negli ultimi anni, all'epoca era ancora una piccola azienda di Boulder, CO, fondata da Buzz Burell, ex brand manager di LaSportiva North America ma soprattutto fondatore del sito (e inventore del termine) Fastest Known Time. Una vera leggenda. Abbiamo finito per comprare tutte le borracce che aveva, inoltre Roby ha trovato un vecchio zainetto Ultimate Direction "Scott Jurek", che ha comprato per SwissAlps, e visto che c'era ha deciso di regalarmi in modo del tutto ingiustificato un bellissimo zaino "Anton Krupicka" del 2013 o 2014. In tutto gli abbiamo lasciato giù 300 euro, direi praticamente regalati: spero che almeno il tipo del negozio abbia portato a cena fuori la famiglia, quella sera. Probabilmente non è stato un grande affare, ma sarà divertente andare a correre con quella borraccia oggi, e con una vecchia maglietta Patagonia Montrail comprata a 5$ in un negozio di roba usata in Dakota Ridge a Boulder. Patagonia Montrail è stata la prima squadra professionistica di ultrarunning, e quella maglietta deve risalire agli anni in cui Goeff Roes vinse Western States, forse anche prima guardando il materiale della maglietta. In fondo, nemmeno quella maglietta usata è stata un grande affare, ma mi piace pensare che possa essere stata di Roes, o Jurek, o Koerner. Tra le altre cose, ho trovato anche questo vecchio blog (tutt'ora aggiornato): Run100s ("Run Hundreds") - A Not-For-Profit UltraRunning Corporation. Non lo conoscevo, ma il tipo che lo cura non è l'ultimo arrivato, è un ottimo concorrente di Matt Mahoney.
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zaerq-news · 8 years ago
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Soldi neri: la lista di chi è andato offshore
Tante aziende, piccoli imprenditori e persone note. Ecco chi sono i clienti di Alessandro Jelmoni che hanno portato all'estero i loro capitali
Nomi noti, piccoli imprenditori, decine ?di aziende. Secondo la Procura di Milano, Alessandro Jelmoni li aiutava a evadere ?il fisco. La lista dei clienti (solo alcuni ?di loro sono indagati) spunta dalle carte dell’inchiesta giudiziaria su Jelmoni.
Con lui sono stati rinviati a giudizio, tra gli altri, anche Paolo Perino e Gianenrico Buso della Reno, società di consulenza di Segrate, accusati di ricettazione e riciclaggio, per una somma di centomila euro. Briciole, rispetto ai 3,5 milioni che Michele e Maurilio Carasi, anche loro indagati, hanno spostato dalla San Martino srl su conti esteri. Di Michele Carasi, Jelmoni ricorda poco: «Mi sembra fosse un gestore di fondi inglesi», dice, nonostante i pm durante l’interrogatorio gli avessero sottoposto gli appunti dei 37 comparti di Titris. Era suo cliente anche Andrea Bucalossi, manager esperto di private equity, patron dell’atelier Jonofu. Stando alle ricostruzioni della Procura sfruttava false fatture emesse dalla lussemburghese J&Be per farsi pagare all’estero «prestazioni effettuate in Italia» ?per le società Opera Sgr e Arthur D. Little.
Dicono le carte dell’inchiesta che tra il 2004 e il 2011 alcuni imprenditori hanno usato le cartolarizzazioni di Titris per portare all’estero i ricavi da operazioni di compravendita. È il caso di Luca Pasini, figlio dell’immobiliarista Giuseppe. A quell’operazione partecipa anche Nicola Squillace, avvocato, ex consigliere ?di Finmeccanica. Domenico Bellomi, manager di Acciaierie Valbruna, compare in un affare immobiliare, sempre via Titris, che ruota attorno alla società Pival.
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Fra i clienti di Jelmoni compaiono i comaschi Mario Giovanni Secchi e Felice Cappellini che hanno ceduto immobili alla Addinvest di Giosuè Addamiano, costruttore incappato nel disastro ambientale delle acque del Lambro nel 2010.
Gli imprenditori di Potenza Giuseppe e Pasquale Di Leo della Astor Immobiliare, anche loro clienti Titris, possiedono lotti di terreni a Melfi. Stando alle indagini della Procura, anche altri industriali hanno sfruttato le cartolarizzazioni di Titris per spostare capitali. Per esempio, la Finanziaria Modenese, società di Enrico Campari, figlio del fondatore dell’industria alimentare Le Conserve della Nonna. Nella lista troviamo mobilifici come la ditta veneta L’Elite di Renato Nichele e la comasca Meritalia della famiglia Meroni.
E nelle carte ?di Titris viene citata anche l’azienda di Perugia Sitrex: fa macchine agricole ed è controllata dalla famiglia Signorelli. E poi ancora le succursali statunitensi e giapponesi della bresciana Flos, leader dell’illuminazione di design. E anche la Bdf Boscato & Della Fontana di Vicenza, leader nella produzione di macchine per l’industria vetraria, che tramite Titris ha fatto affari in Algeria. Indagini anche sui baresi Vito Lucatorto, Giuseppe Lacarra ?e Annamaria Lacarra della Giem, società che possiede i terreni di Punta Perrotti.
Sono accusati di aver evaso le tasse, spostando grazie a Jelmoni 10 milioni su una società offshore panamense. Si è rivolta al broker di Titris anche la Electa Financial Engineering di Simone Strocchi, vice presidente del gruppo vitivinicolo Italian Wine Brands quotato in Borsa. Stesso discorso per la Koflach Properties di Vittorio Ciccaglioni, imprenditore di Orvieto. E per la Mefim, azienda romana ?di gestione d’immobili.
Oltre alla Brovedani di Pordenone presieduta da Benito Zollia, tra i clienti Titris troviamo PM, proprietario del residence delle Olgettine. Un comparto Titris è intestato a Fabio Balbinot, «un gestore di fondi», come ?lo definisce Jelmoni. In effetti un Fabio Balbinot è il numero uno di Italfondiario, ?del gruppo americano Fortress.
A partire dalle carte di Titris, la Procura di Milano ha avviato anche indagini separate, come quella che ha coinvolto i vertici di Renco, azienda di ingegneria nel settore energetico. Davide Ripesi, ex direttore finanziario di Renco, e Pier Luigi Tomassi manager di Unicredit Lussemburgo, a febbraio sono usciti dal processo patteggiando una pena (16 mesi ripesi, 14 mesi Tommasi) per aver corrotto il figlio del presidente di Zanzibar, per allargare il resort controllato da Renco sull’isola africana.
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argentogenova · 1 month ago
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Compro Oro a Genova: una guida alla vendita dei tuoi metalli preziosi
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Nel cuore di Genova, c'è una crescente domanda di servizi specializzati nell'acquisto di metalli preziosi come oro e argento. Uno di questi servizi, "Compro Oro - Argento Genova", offre un modo semplice e sicuro per scambiare i tuoi oggetti in oro e argento con denaro contante. Che tu stia cercando di vendere vecchi gioielli, monete o rottami d'oro, il processo è semplice e può fornirti un valore equo in base al prezzo di mercato attuale. Se stai pensando "Voglio vendere oro a Genova", questo articolo ti guiderà attraverso tutto ciò che devi sapere.
Perché scegliere i servizi "Compro Oro" a Genova? Genova è una città nota per la sua storia e cultura, ma è anche un luogo in cui le persone possono trasformare il loro vecchio oro e argento inutilizzati in denaro contante. Con molte persone che conservano gioielli d'oro, monete o cimeli di famiglia, "Compro Oro - Argento Genova" fornisce un servizio prezioso per coloro che desiderano vendere questi oggetti in modo semplice e trasparente.
I motivi principali per scegliere un servizio "Compro oro" affidabile a Genova includono:
Trasparenza: "Compro Oro - Argento Genova" assicura che il processo di vendita dell'oro sia completamente trasparente. Offrono prezzi di mercato equi, basati sul valore attuale dell'oro, che fluttua quotidianamente. Prima di prendere qualsiasi decisione, puoi controllare il valore dei tuoi articoli e sapere esattamente quanto valgono.
Sicurezza: vendere oro può essere un processo scoraggiante, soprattutto quando si tratta di garantire di ricevere un affare equo. Questa attività è nota per le sue transazioni sicure e affidabili. Il loro team di professionisti garantisce che tu venga pagato in modo equo e che i tuoi articoli vengano valutati correttamente.
Stime di esperti: non tutti sono esperti di metalli preziosi, ed è qui che entra in gioco "Compro Oro - Argento Genova". I loro professionisti qualificati valuteranno la purezza e il peso del tuo oro, assicurandoti di essere pagato in base al valore dei tuoi articoli.
Transazioni rapide: se hai bisogno di contanti rapidamente, vendere il tuo oro tramite "Compro Oro - Argento Genova" è una soluzione ideale. Il processo è veloce, con perizie e pagamenti spesso completati lo stesso giorno.
Come vendere il tuo oro a Genova Se stai pensando di vendere oro a Genova, il processo è relativamente semplice. Tuttavia, ci sono alcuni passaggi che dovresti seguire per assicurarti di ottenere il miglior affare:
Raccogli i tuoi oggetti d'oro: prima di andare a "Compro Oro - Argento Genova", raccogli tutti gli oggetti d'oro che desideri vendere. Ciò potrebbe includere gioielli, monete o persino pezzi d'oro rotti. Assicurati di controllare se sono timbrati con marchi che indicano la purezza dell'oro, come 18k o 24k.
Ottieni una perizia: una volta portati i tuoi oggetti d'oro al negozio, i professionisti di "Compro Oro - Argento Genova" eseguiranno una perizia approfondita. Ciò comporta la pesatura degli oggetti e il test della loro purezza per determinarne il valore in base all'attuale prezzo di mercato dell'oro.
Esamina l'offerta: dopo la perizia, riceverai un'offerta basata sul valore del tuo oro. È importante ricordare che il prezzo dell'oro fluttua, quindi l'offerta potrebbe cambiare se decidi di aspettare. Se sei soddisfatto dell'offerta, puoi procedere con la transazione.
Ricevi il pagamento: una volta accettata l'offerta, riceverai il pagamento. La maggior parte degli acquirenti di oro affidabili, come "Compro Oro - Argento Genova", offrirà pagamenti in contanti immediati o trasferimenti, rendendolo un processo rapido ed efficiente.
Comprendere i prezzi dell'oro a Genova Il prezzo dell'oro è determinato da diversi fattori, tra cui l'economia globale, la domanda di mercato e i tassi di inflazione. Quando vendi il tuo oro a un'azienda come "Compro Oro - Argento Genova", ti offriranno un prezzo che riflette l'attuale valore di mercato dell'oro.
Il prezzo è solitamente quotato al grammo e può fluttuare durante il giorno. Tuttavia, la maggior parte delle aziende affidabili utilizzerà tariffe aggiornate per garantire che tu ottenga un prezzo equo per i tuoi articoli. Ecco perché è essenziale vendere il tuo oro in un posto che offra trasparenza nei prezzi.
Inoltre, la purezza del tuo oro influirà in modo significativo sul suo valore. L'oro si misura in carati, con 24k che è oro puro. Gli articoli con carati inferiori, come 18k o 14k, contengono meno oro e sono mischiati ad altri metalli, il che significa che saranno valutati meno dell'oro puro.
Suggerimenti per vendere oro a Genova Per assicurarti di ottenere il miglior affare quando vendi oro, considera i seguenti suggerimenti:
Controlla il tasso di mercato attuale: prima di vendere, fai delle ricerche per capire il tasso di mercato attuale dell'oro. Questo ti darà un'idea di cosa aspettarti quando ricevi un'offerta.
Conosci la purezza del tuo oro: se conosci il valore in carati del tuo oro, puoi stimarne il valore in modo più accurato. Gli articoli con carati più alti otterranno un prezzo più alto.
Scegli un acquirente affidabile: non tutti gli acquirenti di oro sono uguali. Assicurati di scegliere un'attività affidabile come "Compro Oro - Argento Genova", nota per le sue transazioni eque e trasparenti.
Conclusione Se stai pensando "Voglio vendere oro a Genova", allora "Compro Oro - Argento Genova" è il posto giusto da cui iniziare. Il loro processo trasparente, sicuro e veloce ti consente di trasformare facilmente i tuoi metalli preziosi in denaro. Che tu stia vendendo vecchi gioielli o rottami d'oro, puoi stare certo che riceverai un prezzo equo in base al valore di mercato attuale.
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alessandro54-plus · 4 months ago
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Dalle acque del Golfo di Cagliari all’oro olimpico: per Marta Maggetti la vela è «un affare di famiglia»
articolo: https://www.unionesarda.it/sport/altri/dalle-acque-del-golfo-di-cagliari-alloro-olimpico-per-marta-maggetti-la-vela-e-un-affare-di-famiglia-lnnhsgxa Marta Maggetti (Ansa) A otto anni, dopo aver provato basket, volley e ginnastica, ha optato per la tavola grazie al pap�� Alessandro che frequentava il Windsurfing Club Cagliari. Mai scelta fu più azzeccata Ventotto anni,…
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giancarlonicoli · 6 months ago
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22 mag 2024 12:57
L’ULTIMA SCALATA DI GIANPAOLO FIORANI – IL FU BANCHIERE CHE ORCHESTRÒ I “FURBETTI DEL QUARTIERINO” È RIUSCITO A SFILARE L’IMPERO DI GABRIELE VOLPI AI LEGITTIMI EREDI, MATTEO E SIMONE – IL PRIMOGENITO HA AVVIATO UNA CAUSA CONTRO FIORANI, ORMAI CONSIGLIERE E UOMO OMBRA DEL PATRON DEL GRUPPO: FIORANI, SFRUTTANDO AL MEGLIO UN PIANO CONCORDATO CON VOLPI PER RISTRUTTURARE LA CAPOGRUPPO INTELS, È RIUSCITO A… – LA RETTIFICA DELL'AVVOCATO DI GIANPIERO FIORANI E GABRIELE VOLPI -
RETTIFICA DELL'AVVOCATO DI GIANPIERO FIORANI E DI GABRIELE VOLPI
Formo la presente in relazione all’articolo apparso in data 22 maggio 2024 sul quotidiano da Lei diretto dal titolo “IL FU BANCHIERE CHE ORCHESTRÒ I “FURBETTI DEL QUARTIERINO” È RIUSCITO A SFILARE L’IMPERO DI GABRIELE VOLPI AI LEGITTIMI EREDI”, ripreso dal quotidiano La Repubblica.
Significo, preliminarmente che, a seguito di richiesta dei miei Assistiti, supportata da documentazione, il tenore dell’articolo è stato dal suo autore modificato, così come il titolo. In particolare:
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il dott. Fiorani non ha “sfilato” alcunché a nessuno, tant’è che il titolo dell’articolo de La Repubblica è stato riformulato “L’ultimo affare del “furbetto” Fiorani. La battaglia in Nigeria per l’impero del petrolio”, eliminando dal titolo l’inciso “sfila ai legittimi eredi l’impero del petrolio”;
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È del tutto privo di fondamento quanto asserito da La Repubblica in merito al fatto che il dottor Gianpiero Fiorani abbia “disgregato la famiglia” del signor Gabriele Volpi “facendo trasferire tutto alla 3M, società maltese che (occhio alle iniziali) fa capo ai tre figli Marta, Matteo e Marco Fiorani”: affermazione gravissima e totalmente priva di fondamento, che è stata rimosa dall’articolo de La Repubblica.
Distinti Saluti
Avvocato Cesare Flavio Cicorella
L’ULTIMO AFFARE DEL “FURBETTO” FIORANI. LA BATTAGLIA IN NIGERIA PER L’IMPERO DEL PETROLIO
Estratto dell’articolo di Andrea Greco per “la Repubblica”
Una famiglia semplice, del Dopoguerra italiano. Marito, moglie e due figli. Dal Levante ligure, con poche parole e tanto lavoro, il capofamiglia Gabriele conquista la logistica marittima nigeriana, arrivando a gestire tutti i materiali per l’attività petrolifera nei e dai porti del Paese.
Crea un impero da 4 miliardi di dollari, e vi fa crescere i due eredi Matteo e Simone, ben avviati a rilevarlo dopo 25 anni di lavoro in Africa.
Qui entra in scena Gianpiero Fiorani, il fu banchiere aggressivo che da un’altra provincia – la Bassa lombarda - orchestrò i “furbetti del quartierino”, nel tentato assalto ai salotti buoni della finanza italiana di vent’anni fa. Finirono quasi tutti indagati, condannati, squalificati: lui anche in carcere per sei mesi. Tuttavia, come disse lo stesso Fiorani a Il Secolo XIX nel 2016, «la mia storia per certi versi può essere un vincolo o un’opportunità. Evidentemente un imprenditore come Volpi considera l’esperienza che ho maturato un’opportunità». Così la vita, o meglio Gabriele Volpi, re delle banchine nigeriane, offre la seconda chance all’uomo che mandava un bacio in fronte ad Antonio Fazio, governatore di Bankitalia.
E lui, scaltro come ai tempi in cui la Banca popolare di Lodi scalava l’olimpo creditizio, la coglie al volo ponendosi come una plastica tra l’imprenditore e la sua famiglia: contribuendo a disgregarla, e allo smantellamento dei tre trust - Winter, Summer e Spring, avviati da Volpi con beneficiari moglie e figli - per trasferire tutto alla fondazione maltese Sera che controlla Betacorp, la nuova cassaforte di tutto il gruppo.
Da quel 2016 Fiorani, sfruttando un piano di ristrutturazione concordato con Volpi per ristrutturare la capogruppo Intels mentre il prezzo del greggio crollava, dagli uffici di Lugano si è avocato la gestione dell’intero gruppo, che in Nigeria ha ridotto i ricavi a un quarto da allora, mentre le diversificazioni nella ristorazione tricolore fanno incetta di fallimenti. Tutto sotto gli occhi ineffabili dei gestori svizzeri dei trust di Volpi, mentre l’azienda familiare di successo diventava una Succession all’italiana.
Si fatica a crederci, se Repubblica non avesse raccolto chili di carte e atti che la provano. Ma la vicenda, dopo sei anni di contese legali nei fori più esotici del mondo, volge al termine: il 21 marzo scorso la Corte suprema delle Bahamas ha emesso l’ultima sentenza a favore di Matteo Volpi, primogenito di Gabriele che dal 2018 ha avviato una causa contro il padre e contro Delanson, gestore dei trust. Tempo qualche mese e la seconda fase dell’arbitrato, appena concluso nel merito, stabilirà il “quantum” che Gabriele Volpi e Fiorani, ormai la sua ombra e amministratore delegato della capogruppo operativa Orlean, dovranno restituire ai legittimi eredi, ripristinando i trust familiari.
Tutto sarebbe meno arcano sapendo quel che passa in testa al patron: che però da anni vive segregato, tra Montecarlo e lo yacht Solinda da 50 metri lì ormeggiato, e ha rotto tutti i rapporti con il suo mondo. Ma parlano le carte, e i racconti di chi lo ha conosciuto dalla gioventù, quando orfano di madre fu allevato dal coach della Pallanuoto Recco sviluppando l’attaccamento per la squadra che dagli anni ‘90 comprerà e da allora è la più forte d’Europa. Uomo laconico e spiccio come molti in Riviera, in vasca incontra anche Giannangelo Perrucci, la cui compagnia di navigazione Medafrica nel 1975 lo porta a lavorare in Nigeria.
Nel 1982 l’azienda dell’amico fallisce e Volpi fonda Nicotes, servizi logistici all’industria petrolifera. Sono anni di grandi lavori nel Paese, partito a razzo sulla traiettoria che oggi lo vede tra i leader d’Africa. Volpi riesce ad “agganciarsi” ai colossi petroliferi, specie gli italiani Eni, Saipem e Tenaris, che negli idrocarburi nigeriani sono leader, ne accompagna l’esplorazione dai pozzi a terra verso quelli sottomarini. Sempre più al largo, con navi dal pescaggio sempre più profondo. La sua holding Orlean riesce ad attrezzare banchine adeguate, ne diventa monopolista e dal 2000 vince l’appalto di 50 anni dei porti di Onne, Warri e Lagos. Un mestiere dove è facile guadagnare bene: basta trovare il personale che manovri camion e gru a costi inferiori ai canoni d’affitto. Poi ci sono i servizi aggiuntivi, mense, dormitori e magazzini dove le major tengono tubi e materiali.
Tanta grazia, forse, distrae Volpi. Che inizia a diversificare relazioni e investimenti. E trova sulla sua strada il “ragioniere di Codogno”, carattere della commedia dell’arte finanziaria che oggi s’è perso nelle cronache, ma ne fu assoluto protagonista, piazzando una decina di scalate a banche minori, riuscite grazie alla compiacenza di sodali disinvolti e della vigilanza, che vedeva nella sua Popolare di Lodi “un polo aggregante”.
Le indagini a tappeto di Bancopoli lo travolsero, Fiorani uscì patteggiando, a metà 2008, 3 anni e 3 mesi per associazione a delinquere, truffa, appropriazione indebita; poi nell’ottobre 2015 risarcì la banca lodigiana, ingolfata da cattivi crediti e contenziosi, con 34 milioni attinti a un suo fondo di Singapore, 7 dei quali per pagare tasse in Svizzera. Volpi, nel 2000, aveva già cercato il Fiorani banchiere per parlare di investimenti, senza avere riscontro.
Ma nell’occasione aveva legato con Francesco Cuzzocrea, suo collaboratore a Lodi poi divenuto consulente di Volpi tramite Albion Finance, un family office che poi ha avviato i trust della famiglia ligure con il notaio ticinese Jean Pierre Baggi. Verso il 2010, dopo la parentesi giudiziaria, Fiorani ritrova Volpi a Porto Cervo e mostra tutt’altro interesse ai suoi affari. Ne diviene consigliere, dapprima per le diversificazioni italiane (i “giochini” dell’imprenditore tra ristoranti, negozi storici, squadre di calcio come lo Spezia, il Rijeka croato, l’Arzachena) e per creare castelli fiscali. Da cui nel maggio 2018 verrà l’inchiesta a carico dei due per autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, per l’ipotesi di aver fatto rientrare in Italia denari frutto di evasione.
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peytonblackstar · 7 months ago
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lamilanomagazine · 8 months ago
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Napoli, un macabro album fotografico per ricordare i colpi ricevuti dal suo ex: donna picchiata, vomita e sviene. I Carabinieri arrestano il suo aggressore
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Napoli, un macabro album fotografico per ricordare i colpi ricevuti dal suo ex: donna picchiata, vomita e sviene. I Carabinieri arrestano il suo aggressore. Sono le pareti domestiche le prime testimoni dei tormenti di una famiglia, ovatta che assorbe grida, timori, recriminazioni. E' nel calore della casa che le violenze assumono il loro alibi migliore, come se quel cemento potesse contenerle e in qualche modo attutirle. Spesso l'impermeabilità di quelle pareti basta e avanza, è sufficiente a lasciare le vessazioni un affare di famiglia. Un disagio da nascondere davanti agli altri, una faccenda "personale" in cui non bisogna immischiarsi. Lo dimostra la riluttanza nelle denunce, quel riserbo che solo la prevaricazione può trasformare in quel pudore ingiustificato contro cui i Carabinieri lottano ogni giorno. Le pareti di questa storia sono quelle di un appartamento dei Colli Aminei, un quartiere bene e vitale della città di Napoli. E se potessero parlare racconterebbero di una donna vittima di violenza e di un uomo troppo legato alla gelosia per lasciar parlare le labbra piuttosto che le mani. Racconterebbero di un catalogo dell'orrore lungo 365 giorni, un campionario di violenze raccolte in un cd. Foto dei colpi, dei lividi indelebili anche quando riassorbiti dal corpo. Uno scatto per ogni reazione del compagno, macabro album dei ricordi del 2023. A raccogliere anche questa testimonianza digitale i carabinieri della stazione di Capodimonte, nella "stanza tutta per sé". E' notte e il 112 registra l'ennesima richiesta di aiuto. Una donna è stata vittima del suo ex, picchiata selvaggiamente. Non un episodio sporadico ma il culmine di una relazione contaminata dalla gelosia, fatta di alti e bassi, di addii e di ritorni. I carabinieri hanno raggiunto la vittima in casa. Era pesta. Sanguinante. Il suo ex ha tentato un nuovo avvicinamento, convinto che quella relazione avesse ancora molto da esprimere. Di parere contrario la donna. La volontà di riallacciare il rapporto non era altro che un nuovo prologo a violenze sempre crescenti. Erano andati a cena insieme, lei certa di poter essere una buona amica, lui di poter essere qualcosa in più ancora una volta. Poi la preghiera di tornare insieme e il no. Poi la violenza. L'uomo l'ha seguita fino a casa, lei lo ha lasciato entrare per evitare scenate in pubblico. Al rumore della porta chiusa si è sovrapposto quelle delle botte. Calci, pugni senza pietà. La donna ha vomitato ed è svenuta. Testimone sua madre, in casa nell'istante in cui la figlia è stata picchiata. Ha provato a scollarla dalle mani del suo ex ma non ci è riuscita. I carabinieri arriveranno poco dopo e accompagneranno la vittima in ospedale. 40 i giorni di prognosi prescritti. L'aggressore è stato arrestato per maltrattamenti e atti persecutori ed è ora in carcere, in attesa di giudizio. Nel fascicolo confluiranno anche le terribili immagini scattate dalla vittima dopo ogni pestaggio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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experience-made-chella · 8 months ago
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tumblingdisaster12 · 9 months ago
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aafirelovee · 10 months ago
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sempre la stessa storia
la medicina è stato il mio primo amore. Da che ne ho memoria è sempre stata parte della mia vita, chiamalo un affare di famiglia, chiamala una votazione al sacrificio che scorre nelle nostre vene.
Ho sacrificato tanto per lei e non sempre questi sacrifici ripagano, è un percorso lungo, spesso solitario e fatto di resilienza e abnegazione, ma lo rifarei, le direi ancora si, mille volte si.
Ma è un mondo difficile, soprattutto per una donna.
Come donna difficilmente sarai presa sul serio dai colleghi, difficilmente la tua opinione avrà lo stesso peso e non ti preoccupare, incapperai in tutti i cliche del caso.
non ti è permesso essere bella, elegante, truccata o tenuta perchè le reazioni saranno solo due: le donne ti diranno che non sei un bravo medico perchè un vero medico non ha tempo di pensare alle frivolezze e gli uomini... se sono lavorativamente superiori a te cercheranno in ogni modo di abusare della loro posizione per piaceri carnali. Ti assicuro che nulla ti farà sentire così sporca come ricevere quelle attenzioni e nulla di farà sentire come se tutti i successi lavorativi siano secondari a un mero tentativo per avere in cambio qualcosa di fisico e non per le tue abilità lavorative o i mille pezzi di carta che hai cercato di far su per avere il maggior numero di titoli dietro ai quali nascondere di essere una donna.
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