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#Umberto Bonelli
anchesetuttinoino · 3 months
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- Noi l’avevamo detto che Ilaria Salis sarebbe stata la nuova Soumahoro. E infatti sono bastati un paio di giorni da neo eurodeputata per convincere Angelo Bonelli a "scaricare" di fatto la santa protettrice degli occupanti abusivi. Non ci credete? Dovete sapere che oggi l’Adnkronos ha raccolto una storia meravigliosa riguardo le occupazioni abusive di immobili. A Napoli infatti un povero cristo, di nome Umberto, un bel giorno si è ritrovato la sua casa popolare improvvisamente nelle mani di uno sconosciuto. E sapete chi l’ha aiutato con tutte le forze a riprendere possesso dell’immobile? Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ovvero lo stesso partito il cui leader - Bonelli - si commuove per l’elezione in Ue di Ilaria Salis. Capite il paradosso?
- Umberto peraltro ha inviato un messaggio alla Salis che si spera che la deputata possa leggere: chi pensa che le occupazioni sono sacrosante, dice il pover’uomo, dovrebbe “provare la sensazione di rientrare dal lavoro, dall'ospedale, dal supermercato e vedere che la chiave non apre più la porta di casa tua, che qualcuno si è infilato nel tuo letto e si è disfatto dei tuoi vestiti, ha ripulito il frigo e buttato via i mobili dalla finestra come fossero spazzatura”. Altro che “occupare è logorante”, come sostiene Ilaria. Umberto per 9 giorni ha dovuto dormire in auto in attesa che qualcuno cacciasse gli abusivi.
Via Il Giornale
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enderockz · 6 months
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menssuitssale-blog · 7 years
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sergioleonardi67 · 6 years
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Ospedale di Nicosia, dura replica del sindaco Luigi Bonelli alle affermazioni dell’amministrazione comunale di Enna La vicenda della disposizione di servizio  di mobilità d’urgenza di due tecnici di radiologia dall’ospedale Umberto I di Enna verso il Basilotta di Nicosia, ha creato nelle ultime ore un vero e proprio caso politico.
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luciamosca14 · 6 years
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IL 7 e 8 LUGLIO PESCARA COMIC CONVENTION
IL 7 e 8 LUGLIO PESCARA COMIC CONVENTION
PESCARA – Ci sarà il più giovane copertinista della Bonelli, Fabrizio De Tommaso, che ha disegnato la locandina del Pescara Comic Convention interpretando con la sua insuperabile matita il tema dell’edizione 2018: l’esordio. Con lui, il 7 e l’8 luglio, tra corso Umberto I, piazza Sacro Cuore e il lungomare pescarese arriveranno tantissimi fumettisti, editori, sceneggiatori e graphic designer…
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Un tuffo nella vita e nelle passioni del creatore di Dylan Dog ricostruita dalle parole di chi l’ha conosciuto. Da Stefano Bartezzaghi (si, quello della Settimana Enigmistica!) a Grazia Nidasio, da Mino Milani ad Alfredo Castelli, e ancora Aldo Di Gennaro, Antonio Serra, Giancarlo Berardi, Giorgio Cavazzano, Angelo Stano, Roberto Recchioni, Giancarlo Soldi, Claudio Nizzi, Umberto Eco, Marcheselli, Recchioni, Queirolo, Boselli, e molti altri, tante la voci che vanno a comporre il puzzle che è Tiziano Sclavi.
Una cavalcata che inizia da “La provincia pavese”, giornale della città dove vivo e lavoro da più di vent’anni, che è anche un tuffo nei ricordi della mia giovinezza: “Il corriere dei ragazzi“, “Altai & Johnson“, “Ken Parker“, “Kerry il trapper“, “Zagor” e “Mister No“… Infine, ovviamente, “Dylan Dog“, non dimenticando neanche i tanto sottovalutati romanzi: “Film“, “Dellamorte Dellamore“, “Nero” (cui curò anche la sceneggiatura del film che Giancarlo Soldi ne trasse), “Il tornado di valle Scuropasso“, a oggi il suo ultimo.
Una lettura veloce e appassionante, prezzo non proprio popolare.
“Tiziano Sclavi, il narratore dell’incubo”
a cura di Franco Busatta e Federico Maggioni
Sergio Bonelli Editore.
Prezzo di copertina: 32,00 €
TIZIANO SCLAVI, IL NARRATORE DELL’INCUBO Un tuffo nella vita e nelle passioni del creatore di Dylan Dog ricostruita dalle parole di chi l'ha conosciuto.
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nunopds · 7 years
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Dylan Dog: Mater Morbi é um presente para os amantes de comic de terror.
Dia 11 de agosto chega às bancas o sétimo volume da coleção Novelas Gráficas 2017. A obra em questão é “Dylan Dog: Mater Morbi”, escrito por Roberto Recchioni e desenhado por Massimo Carnevale.
A Levoir e o jornal Público apresentam em estreia nacional Dylan Dog, o popular detective do sobrenatural criado por Tiziano Sclavi em 1986 para a editora italiana Sergio Bonelli Editore, e que, mais de trinta anos depois da sua estreia se mantém como um verdadeiro fenómeno de culto, que aliou o sucesso do público à aclamação da crítica e mesmo de intelectuais conhecidos como Umberto Eco, que declarou: “Posso ler a Bíblia, Homero e Dylan Dog dias e dias sem me aborrecer”.
Não, não é exagero de Umberto Eco. Dylan Dog é tão interessante quanto os clássicos, lá encontramos referências não gratuitas à literatura, aos clássicos, à música, que vão desde o pop ao cinema de autor, temos filosofia, crítica social, religião, reflexões acerca da humanidade, uma enorme mistura tratada com muito bom humor, inteligência e um cinismo ácido e mordaz.
Clique nas imagens para as visualizar em toda a sua extensão:
Eis a sinopse da editora:
Massimo Carnevale e Roberto Recchioni são os autores da obra apresentada esta semana, Dylan Dog: Mater Morbi. Nomes grandes dos fumetti italianos, o argumentista Recchionie o desenhador Massimo Carnevale criaram uma história em que o conhecido detective Dylan Dog, hipocondríaco confesso, enfrenta o seu medo mais profundo: a deterioração do próprio corpo devido a uma doença desconhecida e talvez até incurável. Uma doença que o levará às profundezas de um mundo onírico e aterrorizador, onde encontrará… Mater Morbi!
Prémio de melhor novela gráfica de terror pelos prestigiados The Ghastly Award 2016, Dylan Dog: Mater Morbi é uma reflexão carregada de crueza sobre os efeitos que uma doença grave tem no ser humano, sobre o medo irracional dos hospitais e da perda de saúde, o terror provocado pela aproximação da morte, a atitude com que cada pessoa enfrenta a sua doença e com ela convive.
nota: imagens cedidas pela editora.
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Dylan Dog: Mater Morbi #fumetti #bonelli #levoir #bandasdesenhadas Dylan Dog: Mater Morbi é um presente para os amantes de comic de terror. Dia 11 de agosto chega às bancas o sétimo volume da coleção…
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freaknetmuseum · 7 years
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TAPE MARK 1, Nanni Balestrini: ricerca e ricostruzione storica
Qualche anno fa la nostra biblioteca ha acquisito due libri che hanno sollevato il nostro interesse: “Computer Graphics – Computer Art” di Herbert W. Franke e “Tre Secoli di Elaborazione Dati” prodotto dalla IBM e a cura di  Roberto De Pra. In entrambi i testi viene citato un singolare esperimento letterario avvenuto piu’ di 50 anni fa a Milano.
Nel 1961 Nanni Balestrini, all’epoca ai suoi esordi letterari, penso’ di utilizzare un computer per ricombinare in modi nuovi ed imprevisti dei pezzi di differenti poesie di altri autori, generando cosi’ un flusso di versi nuovi e sempre diversi. A questo evento, che ha avuto luogo nel Dicembre del 1961 nei sotterranei della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, in Via Verdi a Milano, assistettero anche Umberto Eco e il musicista Luciano Berio.
In base ad un algoritmo, pensato dallo stesso Balestrini, che mescola tra loro le frasi in base a regole stabilite e a fattori casuali, l’elaboratore genero’ un lungo tabulato di stampa da cui il Poeta seleziono’ alcuni versi particolarmente significativi. Il nome della nuova poesia venne preso dal nome di uno dei nastri magnetici del computer IBM 7070, utilizzato come memoria di massa durante l’esperimento.
Questo genere di commistione tra scienza e arte ci ha sempre affascinato, e pensiamo che il compito di un museo di informatica sia quello di andare oltre la semplice conservazione di dispositivi elettronici per addentrarsi nelle pratiche umane che hanno accompagnato l’evoluzione della societa’ dell’informazione. Inoltre, ci e’ sempre piaciuto il lavoro di Nanni Balestrini e siamo rimasti colpiti dal fatto che questo esperimento e’ stato realizzato 15 anni prima della cosiddetta rivoluzione informatica, in un periodo in cui i calcolatori erano pochissimi in tutta Italia, e quasi 10 anni prima della diffusione del termine “Computer Art” (Cybernetic Serendipity, 1968).
All’epoca dei fatti, il centro di elaborazione dati della banca, appena inaugurato, disponeva di un sistema IBM 7070 collegato a 14 unita’ a nastro magnetico 729/II, e 2 sistemi IBM 1401. Originariamente Balestrini, con l’aiuto dell’Ingegnere IBM Alberto Nobis, trasformo’ le regole di combinazione da lui stilate in un  diagramma di flusso, dal quale si passo’ alla “minutazione”, cioe’ alla trasformazione in istruzioni in linguaggo simbolico “autocoder” su 322 schede perforate. L’elaboratore, leggendo le schede, converti’ il tutto in 1200 istruzioni di codice macchina. Successivamente venne preparato un nastro magnetico contenente il programma da eseguire ed i dati su cui operare (tre frammenti di testi pre-esistenti scelti per la combinazione: Diario di Hiroshima, di Michihito Hachiya; Il mistero dell’ascensore, di Paul Godwin; Tao Te Ching, di Lao Tse).
A questo punto entra in gioco l’elaboratore, che non fa altro che prendere parti di questi poemi, scriverle in locazioni di memoria temporanee, spostarle su nastri magnetici, rileggerne altre parti, ricombinarle tra loro, riscriverle su nastri magnetici, e cosi’ via, al ritmo di 6 minuti per ogni strofa fino al risultato finale, stampato al ritmo di 600 righe al minuto su decine di metri di carta.
Dall’intero stampato Balestrini ha individuato un frammento di 6 strofe consecutive particolarmente interessanti.
L’intero processo si trova dettagliatamente documentato, insieme al risultato finale, sulla pubblicazione “Almanacco Letterario Bompiani 1962 – le applicazioni dei calcolatori elettronici alle scienze morali e alla letteratura”. Nella nostra (limitata) esperienza di lettori, non abbiamo memoria di un altro elaborato poetico pubblicato insieme a una dissezione cosi’ minuziosa della tecnica utilizzata per realizzarlo. Cio’ tuttavia non ci stupisce nel caso di Nanni Balestrini, da sempre interessato agli aspetti piu’ formali della composizione e affascinato dalla impossibile missione di eliminare l’autore dal processo creativo. Dopo piu’ di 50 anni di produzione letteraria, Balestrini continua a vantare il primato, come ebbe a dire Umberto Eco, di essere l’unico scrittore “che di suo non ha mai scritto una sola parola”: ciascuno dei suoi lavori consiste di un collage di testi estratti da altre pubblicazioni o “sbobinati” da conversazioni orali.
Tornando a noi, la nostra prima idea e’ stata quella di ricostruire il programma in modo da poter riprodurre questo esperimento su un moderno computer. La scelta e’ stata quella di scrivere da zero un programma che seguisse fedelmente le 4 regole di combinazione definite dall’Autore; infatti, tutti i dettagli di implementazione, dal diagramma di flusso in poi, sono strettamente legati all’hardware ed al funzionamento dell’IBM 7070. Pertanto il nostro programma (scritto da Emiliano “fanfani” Russo del MIAI nell’autunno del 2014) e’ stato realizzato in Python.
Date le differenze nell’implementazione dei programmi, ci siamo chiesti se questo genere di ricostruzione fosse legittima, ovvero riproducesse fedelmente il programma e l’idea originale. Da questi ed altri dubbi, e dietro suggerimento di Federico Bonelli  (MusIF / Dyne.org), e’ nata l’intenzione di intervistare il Poeta in modo da raccogliere la sua testimonianza su quello storico evento e chiarire alcuni dubbi sull’intera operazione di ricostruzione da noi effettuata.
Uno su tutti: qual’e’ l’opera? L’evento del 1961? Il software originale? La poesia scelta da metri e metri di tabulato? L’intero tabulato? Le 4 regole combinatorie e i dati di partenza? Tutto questo insieme?
Grazie a Franco Piperno, professore di Fisica all’Universita’ di Cosenza e storico leader di “Potere Operaio“, organizzazione nella quale militava anche Nanni Balestrini, siamo riusciti a stabilire un contatto ed a girare una video intervista, nella quale il Poeta ripercorre lo storico evento e le idee che lo hanno spinto a realizzarlo, la sua carriera, molti aneddoti interessanti e chiarisce i nostri dubbi, descrivendo la nostra ricostruzione con la metafora di uno spettacolo teatrale: il programma e’ il copione, e l’evento del 1961 e’ una sua messa in scena, cosi’ come la nostra.
A distanza di un anno, dopo le prime fasi di editing della video intervista, abbiamo incontrato nuovamente Balestrini per mostrargli una prima versione del girato ed informarlo dell’impossibilita’ di reperire i materiali originali (tabulati, schede perforate, nastri magnetici, immagini di archivio) presso gli Archivi di Bompiani, IBM e Fondazione Cariplo e dei nostri infruttuosi tentativi rintracciare l’ing. Alberto Nobis.
In occasione di questo incontro, abbiamo pensato di fargli un regalo: un piccolo box/TV di legno che, all’accensione, riproduce su un tubo catodico in bianco e nero le poesie generate dal nostro software. L’oggetto, realizzato da Emiliano Russo del MIAI, Gabriele Zaverio del MusIF e da Vittorio Bellanich, gli e’ piaciuto cosi’ tanto che ci ha immediatamente proposto di esporlo nella sua mostra personale presso lo ZKM di Karlsruhe, curata da Margit Rosen, dove ci troviamo in questo momento
Il pezzo si trova esposto di fronte ad una seconda ricostruzione software, realizzata da Daniel Heiss in collaborazione con Margit Rosen; si tratta di una videoproiezione su parete bianca con la continua generazione di TAPE MARK 1 (tradotto in tedesco). di fronte alla parete, si trova esposto il nostro schermo, che riproduce invece la poesia nella sua lingua originale, l’italiano. L’effetto scenico e’ quello di due installazioni che si parlano tra loro.
Il nostro software e’ pubblicato qui: http://ift.tt/2stTiVj
La video intervista a Nanni Balestrini si trova qui: https://www.youtube.com/watch?v=8i7uFCK7G0o, in italiano con sottotitoli in inglese.
youtube
  Un breve video sulla realizzazione del nostro prototipo TAPE MARK 1:
youtube
    L'articolo TAPE MARK 1, Nanni Balestrini: ricerca e ricostruzione storica sembra essere il primo su Museo dell'Informatica Funzionante.
http://ift.tt/2t7WtnF
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redazionecultura · 7 years
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sede: Palazzo Mazzetti (Asti); cura: Umberto Ferrari e Giacomo Ghiazza.
Le maggiori produzioni fantascientifiche e d’azione degli ultimi trent’anni nei disegni dello storyboard artist Giacomo Ghiazza in mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.
Matita italiana a Hollywood, lo storyboard artist astigiano Giacomo Ghiazza è attivo nel cinema statunitense dalla fine degli anni Ottanta. Ha collaborato con importanti registi (Barry Levinson, Paul Verhoeven, John Carpenter, John Woo, Ang Lee) ed attori (Arnold Schwarzenegger, Tom Cruise), contribuendo alla riuscita di popolarissime saghe come “Pirati dei Caraibi”, “Mission: Impossible” e “Hunger Games”. Oltre ad una cospicua selezione di disegni dell’artista, ordinati in sequenze tali da rappresentare un’idea del suo lavoro per ogni lungometraggio, l’esposizione offre ai visitatori un viaggio all’interno della macchina-cinema, attraverso il racconto di una delle sue professioni meno conosciute – quella dello storyboard artist – arricchito anche dalla presenza di manifesti, fotografie, musiche e proiezioni. Lo storyboard artist costituisce un punto di contatto fra l’arte più antica, quella semplice del disegno a mano, e quella più moderna, delle immagini in movimento e degli effetti visivi più sofisticati. Il suo ruolo, nell’ambito della produzione di un film, è fondamentale soprattutto quando si devono effettuare sequenze acrobatiche con stuntmen, per le quali tutti i dettagli devono essere pianificati in anticipo, per scongiurare rischi in caso di esplosioni e incidenti simulati. Lo storyboard artist realizza una sorta di sceneggiatura per immagini che consente di visualizzare le sequenze prima che vengano girate. Gli storyboard costituiscono, dunque, l’equivalente visivo di quello che è una sceneggiatura per i dialoghi o una partitura per la musica. Giacomo Ghiazza, uno dei maggiori storyboard artist nel mondo, è originario di Asti. Da trent’anni vive e lavora negli Stati Uniti. Talento precoce, dopo gli studi artistici e una breve esperienza a Roma, dove comincia a disegnare storyboard per la pubblicità, viene folgorato dalla visione di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e dalla lettura di un libro che raccoglie i disegni realizzati per “I predatori dell’arca perduta”, entrambi di Steven Spielberg. Nel 1985 parte per l’America e nel 1988, con la scelta di trasferirsi a Los Angeles, centro nevralgico della produzione hollywoodiana, comincia per lui una carriera che continua ancora oggi con successo, contando decine di lungometraggi, come “Robocop 2”, “Speed”, “Twister”, “Fuga da Los Angeles”, “Face/Off”, “Vita di Pi”. La storia del cinema è legata ad Asti fin dai suoi albori. La città dette infatti i natali al regista Giovanni Pastrone, uno dei pionieri della settima arte, che nel 1914 con il kolossal storico “Cabiria” fece scuola in tutto il mondo per l’imponenza dei mezzi tecnici e artistici, citato e studiato da registi come David Wark Griffith, il padre del cinema americano.
In occasione della mostra, il programma didattico di Palazzo Mazzetti si arricchisce con una serie di workshop dedicati ai giovani, in collaborazione con la Scuola di Fumetto e Animazione del Comune Asti. La scuola, nata da un progetto dei disegnatori professionisti della Sergio Bonelli Editore, è attiva da quasi vent’anni e si avvale di docenti affermati a livello nazionale. Da maggio ad agosto, i ragazzi dai 13 ai 20 anni potranno iscriversi ad uno dei mini-corsi in tre lezioni pagando solo il biglietto ridotto (€ 3. 00). Per informazioni: tel. 0141 530403, [email protected].
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Una matita italiana a Hollywood. Giacomo Ghiazza Storyboard Artist sede: Palazzo Mazzetti (Asti); cura: Umberto Ferrari e Giacomo Ghiazza. Le maggiori produzioni fantascientifiche e d’azione degli ultimi trent’anni nei disegni dello storyboard artist Giacomo Ghiazza in mostra a Palazzo Mazzetti di Asti.
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enderockz · 1 year
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enderockz · 2 years
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enderockz · 2 years
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enderockz · 2 years
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enderockz · 2 years
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enderockz · 2 years
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enderockz · 2 years
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