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#Uliano Lucas
thines85 · 4 months
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Lucas Uliano, app state wrestling
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ptbf2002 · 4 months
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My Top 10 Favorite 20th Century Fox Movies (2024)
#10 Home Alone
#9 Ice Age
#8 Ice Age 2: The Meltdown
#7 Ice Age 3: Dawn Of The Dinosaurs
#6 Ice Age 4: Continental Drift
#5 The Peanuts Movie
#4 Spies In Disguise
#3 Alvin And The Chipmunks (2007)
#2 Family Guy: Stewie Griffin: The Untold Story
And #1 The Simpsons Movie
Original Template: https://www.deviantart.com/jackskellington416/art/Top-10-20th-Century-Fox-Films-Meme-665656007
Home Alone Belongs To John Hughes, Hughes Entertainment, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Ice Age (2002 film) Belongs to Michael Berg, Michael J. Wilson, Peter Ackerman, Blue Sky Studios, Inc. 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Ice Age 3: Dawn of the Dinosaurs Belongs to Michael Berg, Peter Ackerman, Mike Reiss, Yoni Brenner, Blue Sky Studios, Inc. 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Ice Age 4: Continental Drift Belongs to Michael Berg, Jason Fuchs, Blue Sky Studios, Inc. 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
The Peanuts Movie Belongs To Charles M. Schulz, Craig Schulz, Bryan Schulz, Cornelius Uliano, United Feature Syndicate, Inc. Andrews McMeel Syndication, Blue Sky Studios, Inc. 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Spies In Disguise Belongs To Lucas Martell, Brad Copeland, Lloyd Taylor, Cindy Davis, Chernin Entertainment, Blue Sky Studios, Inc. 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Alvin And The Chipmunks (2007) Belongs To Ross Bagdasarian Sr. Jon Vitti, Will McRobb, Chris Viscardi, Bagdasarian Productions, Dune Entertainment, RatPac Entertainment, LLC, Monarchy Enterprises S.Á.R.L. Regency Entertainment (USA), Inc. FOX 2000 Pictures, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
Family Guy: Stewie Griffin: The Untold Story Belongs To Seth MacFarlane, Gary Janetti, Chris Sheridan, Alex Borstein, Steve Callaghan, Sunwoo & Company Co., Ltd. Fuzzy Door Productions, Inc. 20th Television Animation, 20th Television, 20th Century Fox Home Entertainment, Buena Vista Home Entertainment, Inc. Walt Disney Studios Home Entertainment, Disney Platform Distribution, Inc. Disney Television Studios, Disney General Entertainment Content, Disney Entertainment, FOX Broadcasting Company, FOX Entertainment, FOX Corporation, And The Walt Disney Company
The Simpsons Movie Belongs To James L. Brooks, Matt Groening, Al Jean, Ian Maxtone-Graham, George Meyer, David Mirkin, Mike Reiss, Mike Scully, Matt Selman, John Swartzwelder, Jon Vitti, Film Roman, LLC, Rough Draft Studios, Inc. AKOM Production Ltd. Gracie Films, 20th Century Animation, 20th Century Studios, Inc. The Walt Disney Studios, Walt Disney Studios Motion Pictures, Disney Entertainment, And The Walt Disney Company
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fashionbooksmilano · 7 months
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Carla Cerati Milano 1960-1970
Collana Memoriafotografica diretta da Uliano Lucas n.4
Barbieri, Manduria (Taranto) 1997, 96 pagine, 23x21cm, ISBN 9788886187411
euro 45,00
email if you want to buy [email protected]
Carla Cerati : (Bergamo 1926) fotografa e narratrice italiana. Oltre a diversi volumi fotografici (Morire di classe, 1969; Forma di donna, 1978), ha pubblicato romanzi in cui disseziona lucidamente rapporti familiari e sentimenti: Un amore fraterno (1973); La condizione sentimentale (1977); La cattiva figlia (1990); L’amica della modellista (1996); La seconda occasione (2001); L’intruso (2004).
16/03/24
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horseweb-de · 1 month
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agrpress-blog · 7 months
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Uliano Lucas: A passo lento nella realtà. Il racconto dell'Italia del secondo Novecento Il fotografo Uliano Lucas presenta il s... #fotogiornalismo #librofotografico #memoria #UlianoLucas https://agrpress.it/uliano-lucas-a-passo-lento-nella-realta-il-racconto-dellitalia-del-secondo-novecento/?feed_id=3708&_unique_id=65ec08c4c9a48
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pikasus-artenews · 7 months
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ULIANO LUCAS. Altre voci, altri luoghi
In mostra a Carrara Uliano Lucas, uno dei più importanti autori della fotografia sociale italiana
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letteratitudine · 1 year
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Libro “Le Voci del Suq” celebra i 25 anni dello storico festival genovese
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“Le Voci del Suq”
Dall’Intercultura in scena dal 1999 nasce un originale libro per festeggiare i 25 anni del SUQ Festival
Un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere, con un lungo racconto a più voci
Autori: Giulia Alonzo, Oliviero Ponte di Pino, Alberto Lasso, Carla Peirolero
Presentazione domenica 18 giugno h. 18 al 25° SUQ Festival – Genova – Porto Antico
Nel libro “Le Voci del Suq - dal 1999 l’intercultura in scena” l’originalità di questa avventura viene esaltata dalle autrici e dagli autori che hanno raccolto l’invito a scegliere una parola da cui partire per raccontare il loro rapporto con il Suq, questo mercato delle culture, dalla scenografia che riproduce un bazar mediterraneo.
Una sorta di dizionario ragionato e poetico, con interventi, tra gli altri, di Marco Aime, Lucio Argano, Mohamed Ba, Paola Caridi, Nando Dalla Chiesa, Pippo Delbono, Kossi Komla - Ebri, Goffredo Fofi, Chef Kumalé, Amir Issaa, Lucy Ladikoff, Emilia Marasco, Maria Pace Ottieri, Moni Ovadia, Andrea Porcheddu, Roberto Rinaldi, Pietro Veronese…. Arricchiscono le emozioni del viaggio le immagini di Max Valle, Giovanna Cavallo, Alessio Ursida e di Uliano Lucas.
Tra i brani, uno è firmato da Don Andrea Gallo, scritto nel 2010. Il “Gallo” come famigliarmente è chiamato a Genova, del Suq è stato grande amico oltre ad essere stato protagonista di uno spettacolo indimenticabile della Compagnia del Suq, Esistenza, soffio che ha fame, da Qohèlet ed altri testi sacri. In questo anno ricorrono i 10 anni dalla morte. A lui e a Roberta Alloisio, cantante e colonna portante del Suq, è dedicato il libro.
Ma il Suq può bastare a fare la differenza in un mondo che pare esacerbare le ingiustizie sociali e i pregiudizi?
Il Suq di Genova, ideato nel 1999 da Valentina Arcuri e Carla Peirolero – anche direttrice artistica – compie 25 anni nel 2023 mantenendo inalterata la sua forza. E’ un esperimento artistico e sociale unico nel suo genere. Un modo di ripensare il teatro e le sue funzioni. La spinta propulsiva delle ideatrici è stata questa: inventare un “nuovo spazio di rappresentazione”, meno paludato di quello dei teatri tradizionali, per accogliere linguaggi espressivi diversi, genti e culture di altri paesi, artisti dal background migratorio, cucine e artigianato… per raccontare la bellezza del viaggio che gli altri ci portano. In questo è stato fondamentale l’apporto dello scenografo architetto Luca Antonucci che ha disegnato la scenografia teatrale ispirata al “suq”, mercato in arabo. Al Suq la migrazione da fattore di disturbo e problema, diventa elemento di successo e crea traiettorie straordinarie per nuovi sguardi sull’oggi.
Un Suq che vive con il Festival di giugno, alla Piazza delle Feste del Porto Antico (nel 2019, prima del Covid, ha registrato 70.000 presenze in 10 giorni) ma anche tutto l’anno con spettacoli, progetti di innovazione civica, attività formative.
Nel libro si rincorrono voci e lingue diverse, grazie ai contributi di artisti e rappresentanti di comunità di immigrati, insieme a ricette dai sapori dei cinque continenti, rime di canzoni e poesie, versi graffianti come quelli dell’indimenticato giornalista e umorista, Enzo Costa di cui viene riproposta la sua purtroppo intramontabile “Io non sono razzista, ma…” Come scrivono i curatori nella prefazione “Abbiamo voluto fare un Suq di carta, per farlo vivere anche a chi non ci è mai stato. Di sicuro a chi legge verrà voglia di venirci, ci vediamo al Suq ”
Alcuni stralci:
Marco Aime, antropologo e scrittore, nel suo brano del libro a partire dalla parola Cultura, se lo domanda e risponde: La strada per la convivenza è ancora dura e impervia, ma l’esperienza del Suq ricorda l’antica favola del colibrì. Un giorno scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre fuggiva veloce come un lampo, il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione opposta. “Dove credi di andare?”, chiese il Re della Foresta. “C’è un incendio, dobbiamo scappare! ”Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua nel becco da buttare sull’incendio”. Il leone sbottò: “Sei impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigante con quattro gocce d’acqua!?” Il colibrì rispose: “Io faccio la mia parte”.
Goffredo Fofi parte da Città di mare, per raccontare il suo rapporto con Genova e con il Suq, che definisce un festival “necessario in mezzo a tanti superflui perché ha permesso incontri e scambi, sorprese e scoperte, e finalmente un piccolo mondo transitorio e bensì plurale di differenze vecchie e nuove, ma nel rispetto delle nuove e più faticose e anche dolorose, lottando per abbattere timori e diffidenze”.
Moni Ovadia, intorno alla parola Futuro, scrive tra l’altro:
“L’indicazione giusta per una autentica integrazione viene dalla migliore cultura. Un esempio che mi sento di proporre come paradigma è il Suq di Genova. Da anni propone nell’ambito della musica, del teatro, della danza, dell’arte culinaria e del bere, uno spettro di attività di grande respiro. Il festival fertilizza processi culturali di conoscenza che preparano la nuova Italia e la nuova Europa (…) Perché se saremo salvi, lo saremo grazie alla bellezza e all’arte e in queste due dimensioni del talento dell’homo sapiens sapiens non ci sono discriminazioni. Per questo motivo invito i politici a visitare il Suq, miglioreranno loro stessi e conseguentemente il paese che pretendono di governare.”
Maria Pace Ottieri, associa al Suq la parola Contagio, in senso positivo, e a un certo punto scrive:
“Il Suq è stato tra i primi a riconoscere invece nei nuovi arrivati l’avanguardia di un fenomeno cronico e non occasionale, che ci avrebbe accompagnato per molti decenni perché appartiene alla Storia e non alla cronaca. Il Suq non ha mai guardato all’Altro astratto e ideologico, ma agli altri concreti, che vivono le stesse esperienze, cogliendo da subito nella loro presenza l’occasione di un esperimento lungimirante per tutta la città. Se anche le cosiddette istituzioni avessero saputo vedere la forza di questo contagio immaginativo e vantaggioso, il Suq ora avrebbe una casa e un sostegno stabili”.
Chef Kumalè, naturalmente, parte da Cibi per raccontare come tutte le cucine sono figlie della mescolanza, dell’intreccio di saperi e sapori, dove tutto si confonde per trasformarsi in qualcosa di nuovo, di unico, di meraviglioso, così come accade alla musica e all’arte. (…) Gli italiani, lo si sa, amano farsi prendere per la gola e al Suq l’elemento cibo non è mai stato fine a sé stesso, è sempre stato uno strumento per mettere a confronto identità e differenze tra popoli e culture. Non esiste infatti un solo piatto al mondo che non sia frutto dell’incontro e dello scambio, avvenuto nel corso dei secoli, nello spazio e nel tempo, tra genti diverse
Nando Dalla Chiesa ha scelto la parola Evoluzione, perché conoscere il Suq gli ha fatto cambiare idea sul significato stesso della parola. “Da allora per me Suq è luci sul mare, apertura e fiducia, cultura in movimento, credito ai diversi. Di più, perfino di più, che “accoglienza” e “condivisione”. Prova che sono sempre le cose e le esperienze a fare le parole. Per me è stata una lezione. L’ennesima che ho appreso in un cammino ormai lungo. E che quella donna di teatro, Carla Peirolero, ha impresso – credo per sempre – nel mio esigente rapporto con il vocabolario.
Pippo Delbono sceglie Poesia e ricorda una serata al Suq, non l’unica perché ha partecipato a più edizioni “Ma la serata che mi ha più emozionato è stata quella con il grande poeta palestinese Mahmud Darwish. Ero stato in Palestina con la mia compagnia nel 2002 e avevamo anche incontrato Arafat. Quando Darwish è venuto al Suq nel 2008, lui leggeva le sue poesie in arabo e io le leggevo in italiano. (…) Quella sera le due lingue, con i loro ritmi, hanno danzato insieme. E ho capito ancora una volta che l’essenza della poesia è l'incontro.
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gacougnol · 3 years
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Uliano Lucas
Vico Montecalvario, Napoli
1970's
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fragrantblossoms · 3 years
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Uliano Lucas.  Via Brera, Milan, 1960. 
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immemorymag · 2 years
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Uliano Lucas was born in Milan in 1942 from a labour family. He grew up during the civil and intellectual reconstruction that characterized Lombardy during the post-world war. He carried out his studies in renaissance boarding schools where teachers such as Luciano Raimondi, Albe Steiner or Guido Petter supported partisan children offering them the possibility to study.
17 year old Uliano was expelled from school as he was too undisciplined: curious and restless when he started to mix with artists, photographers, and journalists who all lived within the area of Brera. During his endless discussions with graphic designers, intellectuals and artisans of the old Milan-at Genis or Giamaica bars- as well as talking to the photographers Ugo Mulas, Mario Dondero and Alfa Castaldi, he decided to attempt photo-journalism. At this point, Uliano saw in photo-journalism a mean of civil commitment as well as an independent profession, free from constraint, the encouragement to discover different worlds later characterizing his whole existence.
Text by Tatiana Agliani
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Uliano Lucas, Donna in libreria, 1974
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thines85 · 11 months
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Lucas Uliano, Appalachian State wrestling pt 3
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fashionbooksmilano · 6 years
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M'impiego ma non mi spezzo
Uffici, impiegati, fotografie 1900-2000.
Cesare Colombo
Alinea Editrice, Firenze 2001, 158 pagine
euro 18,00*
email if you want to buy :[email protected]
Mostra  Milano, Arengario, 19 luglio - 30 settembre 2001. “I grandi fotografi sono stati sempre attratti dai grandi temi sociali del lavoro e dei lavoratori” - dice Cesare Colombo, curatore della mostra - “ma fino alla seconda guerra mondiale è stato piuttosto l’ambiente della fabbrica e il mondo operaio ad attrarre gli obiettivi. A partire dal secondo dopoguerra, sulla scia delle tendenze neorealiste ampiamente affermate soprattutto nel cinema, il mondo dei colletti bianchi e delle segretarie, così serioso eppure così ironico e autoironico, comincia ad essere al centro dell’attenzione di registi e fotografi”. 
Il visitatore si trasforma in impiegato, timbrando il proprio biglietto-cartellino presso l'apposita macchinetta predisposta all'ingresso e iniziando il viaggio per sfatare o confermare i luoghi comuni che da sempre circolano sugli impiegati, un po’ travet e un po’ Fantozzi: il corridoio con la sua funzione di smistamento ma anche di area franca per confidenze e sfoghi; la riunione, tipica occasione di incontro/scontro, vero e proprio microdramma quotidiano; gli strumenti legati alla scrittura e alla contabilità, dalle penne fruscianti, alle rumorose macchine da scrivere di fine Ottocento, alle prime calcolatrici meccaniche fino ai moderni e silenziosissimi computer; gli archivi col loro ammassarsi di carte e il loro odore di muffa. 
Senza rinunciare al tocco ironico e al tono della leggerezza, una mostra dal titolo inequivocabile, M'impiego ma non mi spezzo, racconta per immagini la storia e le trasformazioni avvenute negli ultimi cento anni nel mondo del terziario. Cosi', l'icona degli impiegati e dei loro uffici prende corpo sulle pareti dell'Arengario, grazie alla presenza di importanti nomi della fotografia italiana, come Mario De Biasi, Gianni Berengo Gardin, Francesco Radino, Gabriele Basilico, Luigi Ghirri ed Enzo Nocera che, negli corso degli anni, hanno documentato il lavoro e la vita quotidiana dei cosiddetti colletti bianchi nel nostro Paese. (Denis Curti).
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gravantes · 3 years
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Le strade
Nella presentazione del catalogo della mostra ” La Strada, la Lotta , l’Amore ” con le fotografie di Uliano Lucas, Tano D’Amico e Letizia Battaglia, Michele Smargiassi; noto Giornalista, divulgatore e critico fotografico, definisce la strada il luogo ove Amore e lotta s’intersecano e convivono. Non potrei essere più d’accordo con lui, anche quando afferma che le strade, non le fanno gli urbanisti…
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pikasus-artenews · 11 months
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ULIANO LUCAS. Altri sguardi. “Il posto delle fragole” nell’ex ospedale psichiatrico di Trieste
Chi è il matto? Questa è la domanda che si pongono i visitatori della mostra di Uliano Lucas aperta a Piacenza
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Uliano Lucas, Torino, 1972
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