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#Tre passi nel delirio
batterknowsbetter · 1 year
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cosmonautroger · 1 year
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Tre Passi Nel Delirio -  Federico Fellini, Roger Vadim, Louis Malle (1968)
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Spirits of the Dead (French: Histoires extraordinaires, lit. 'Extraordinary Tales', Italian: Tre passi nel delirio, lit. 'Three Steps to Delirium'), also known as Tales of Mystery and Imagination, is a 1968 horroranthology film comprising three segments.
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Dopo un film di Fellini sparisce nel nulla. Caccia a una Ferrari oro del '65
AGI – Toby Dammit è ubriaco e confuso. Guida una Ferrari 330 LM carrozzata Fantuzzi che gli è stata offerta per fargli accettare la parte in un film western. È questa la trama di uno degli episodi del film di Federico Fellini “Tre passi nel delirio”, del 1968. Terence Stamp, che veste i panni del protagonista, spinge sull’acceleratore per girare la scena della folle corsa che finirà con uno…
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sounds-right · 1 year
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#Costez - Telgate (BG): 28/4 Happyland, 29/4 Federico Chimirri, 30/4 Happy Birthday Fnky
Ben tre party per il lungo weekend di #Costez - Telgate (BG) grazie al Ponte dell'1 maggio '23. Venerdì 28 aprile la festa è HappyLand, il party perfetto per far tardi con amiche e amici, ballando, ovviamente al #Costez, dove tutto questo è davvero facile, grazie a dj set scatenati e show unici.
Sabato 29 aprile ecco invece alla console di #Costez - Telgate (BG) Federico Chimirri.  Italoargentino e seminifinalista di Masterchef è prima di tutto un dj decisamente richiesto nei locali italiani e non solo. Vive tra Formentera e Milano con la sua fidanzata Giulia e suo figlio Romeo, avuto da una relazione precedente. Romero è la sua vita, il suo più grande orgoglio: tutti i suoi traguardi sono sempre dedicati a lui. L'amore per la cucina scorre da sempre nelle sue vene perché la sua è una famiglia di ristoratori. Suo padre si è trasferito dall'Argentina a Formentera più di 25 anni fa, costruendosi una nuova vita nella ristorazione da zero, senza il supporto di nessuno. Da bambino amava passare del tempo in cucina con i suoi genitori, osservando ogni minimo dettaglio. Adesso vorrebbe seguire la strada del padre e riuscire ad aprire un posto che possa conciliare le sue due più grandi passioni: la cucina e la musica.
Si chiude domenica 30 aprile, con il decimo compleanno del party Fnky, un party che porta un certo delirio (musicale e non) in pista. Il sound è house, trap, reggaeton e dintorni. "Sarà un giorno straordinario, una data da non dimenticare. La vogliamo festeggiare con voi, che da 10 anni siete pronti al delirio: Tanti auguri #FNKY", racconta lo staff. 
///
Anche per la stagione autunno / inverno / primavera 2022 / 2023, #Costez a Telgate (BG), dopo un'estate scatenata,  a due passi dall'uscita A4 Grumello, si continua a ballare con grandi show e grandi dj, ogni weekend.
Costez è un brand simbolo di divertimento, ritmo, party e notti passate a ridere con gli amici. Creato da Paolo e Francesco Battaglia nel 2007, nel tempo è cresciuto facendo scatenare club, discobar, festival in diverse regioni italiane. Oggi prende vita al #Costez di Telgate (BG), ovvero nella grande disco Nikita e all'Hotel Costez di Cazzago (BS), uno scatenato dj bar. Chi balla con Costez lo fa al massimo con ottimi dj, show di qualità, scenografie, servizio sempre curati e soprattutto con uno staff di ragazzi che mentre lavorano si divertono… o viceversa. 
#Costez Future Club - Telgate (BG) c/o Nikita
Via dei Morenghi 2 - Telgate (BG) A4: Grumello
Dalle 24 alle 4, ogni venerdì, sabato e prefestivi
info: 3480978529 (Bobe)
Ingresso a pagamento  con consumazione
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tarditardi · 1 year
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#Costez - Telgate (BG): 28/4 Happyland, 29/4 Federico Chimirri, 30/4 Happy Birthday Fnky
Ben tre party per il lungo weekend di #Costez - Telgate (BG) grazie al Ponte dell'1 maggio '23. Venerdì 28 aprile la festa è HappyLand, il party perfetto per far tardi con amiche e amici, ballando, ovviamente al #Costez, dove tutto questo è davvero facile, grazie a dj set scatenati e show unici.
Sabato 29 aprile ecco invece alla console di #Costez - Telgate (BG) Federico Chimirri.  Italoargentino e seminifinalista di Masterchef è prima di tutto un dj decisamente richiesto nei locali italiani e non solo. Vive tra Formentera e Milano con la sua fidanzata Giulia e suo figlio Romeo, avuto da una relazione precedente. Romero è la sua vita, il suo più grande orgoglio: tutti i suoi traguardi sono sempre dedicati a lui. L'amore per la cucina scorre da sempre nelle sue vene perché la sua è una famiglia di ristoratori. Suo padre si è trasferito dall'Argentina a Formentera più di 25 anni fa, costruendosi una nuova vita nella ristorazione da zero, senza il supporto di nessuno. Da bambino amava passare del tempo in cucina con i suoi genitori, osservando ogni minimo dettaglio. Adesso vorrebbe seguire la strada del padre e riuscire ad aprire un posto che possa conciliare le sue due più grandi passioni: la cucina e la musica.
Si chiude domenica 30 aprile, con il decimo compleanno del party Fnky, un party che porta un certo delirio (musicale e non) in pista. Il sound è house, trap, reggaeton e dintorni. "Sarà un giorno straordinario, una data da non dimenticare. La vogliamo festeggiare con voi, che da 10 anni siete pronti al delirio: Tanti auguri #FNKY", racconta lo staff. 
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Anche per la stagione autunno / inverno / primavera 2022 / 2023, #Costez a Telgate (BG), dopo un'estate scatenata,  a due passi dall'uscita A4 Grumello, si continua a ballare con grandi show e grandi dj, ogni weekend.
Costez è un brand simbolo di divertimento, ritmo, party e notti passate a ridere con gli amici. Creato da Paolo e Francesco Battaglia nel 2007, nel tempo è cresciuto facendo scatenare club, discobar, festival in diverse regioni italiane. Oggi prende vita al #Costez di Telgate (BG), ovvero nella grande disco Nikita e all'Hotel Costez di Cazzago (BS), uno scatenato dj bar. Chi balla con Costez lo fa al massimo con ottimi dj, show di qualità, scenografie, servizio sempre curati e soprattutto con uno staff di ragazzi che mentre lavorano si divertono… o viceversa. 
#Costez Future Club - Telgate (BG) c/o Nikita
Via dei Morenghi 2 - Telgate (BG) A4: Grumello
Dalle 24 alle 4, ogni venerdì, sabato e prefestivi
info: 3480978529 (Bobe)
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aa05150 · 4 years
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Toby Dammit (1968) directed by Federico Fellini
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sigurism · 4 years
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Alain Delon during the production of the film 'Histoires extraordinaires' (Italian title 'Tre passi nel delirio') - Episode 'William Wilson' by Louis Malle on the set in the upper town, Bergamo, 21/03/1967.
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vincentp17 · 4 years
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Qualcosa da dire -IL DESTINO 2°parte-
Per molti di noi, il destino è qualcosa di inevitabile, di tangibile, la predisposizione di un futuro prescritto in un progetto, un disegno cui un architetto a predisposto per l'intera umanità. Inutile dire che il progettista non sarebbe altri che il dio creatore del cielo e della terra, tutto quanto da lui proviene, il sole, la luna e le stelle, non che ogni forma di vita che cammina sulla terra, che si libri nell'aria, che nuoti nelle acque dei mari, fiumi e laghi. In poche parole, per questi individui, il futuro di ogni cosa è già prescritto, ognuno di noi, infatti nasce con un destino che gli pende sulla groppa, praticamente come il il debito pubblico che lo stato ci appioppa fin dalla nascita, ovvero il famoso codice fiscale. Sono strane credenze quelle di questi individui, ovvero quei religiosi che credono in un dio che tutto dispone e tutto decide, si, perché in linea di massima questo modo di vedere la realtà, non che l'esistenza di ogni singolo essere vivente, indicherebbe che il tutto è praticamente come un romanzo già scritto, i cui personaggi, attori e allo stesso tempo lettori, in quanto coscienti di quello che gli capita, non possono fare a meno di recitare la loro parte, anche se ne conoscessero lo svolgimento che deve avvenire avendone letto il copione, ovvero la storia che devono vivere non che recitare. Allo stesso tempo, però, noi in qualità di creature senzienti, nonché conoscitori del nostro destino, siamo responsabili, infatti se ci comportiamo male, facciamo i cattivi bambini, anche se il destino che viviamo è già stato predisposto da un supremo creatore del tutto, non possiamo fare meno di essere colpevoli e responsabili delle nostre azioni, ovvero saremo tacciati dal supremo creatore del cielo e della terra come peccatori in quanto responsabili del nostro accedere al destino, ovvero di non aver eseguito la sua volontà.
È mai possibile, che nessuno vede il controsenso, le contraddizioni che in tutta questa credenza si avviluppa fino all'inverosimile? Beh, non so che pensare, questi una spiegazione la trovano sempre ma a loro volta, più spiegano, più risposte danno, più tutto quanto non coincide e più contraddizioni sorgono dalla trama intessuta. Non credo che non si rendano conto delle ridicolezze che spargono in giro per dare ragione quanto dicono e affermano della realtà cui viviamo. In definitiva, queste persone d'anno una spiegazione all'universo su come è nato, come funziona, come la vita esiste, soprattutto ciò che è l'esistenza, insomma, per loro tutto è già preconfezionato fino dall'inizio dei tempi, così era, così è, così sarà nei secoli dei secoli amen; così, infatti, essi recitano nelle loro preghiere, qui sta anche la contraddizione, poiché essi parlano anche di libero arbitrio, ovvero ognuno di noi può decidere del proprio destino, nessuno può intervenire, regola che a quanto pare persino il creatore prende sul serio rispettandola. Ma, e dico ma, perché non ha senso, come possiamo avere la facoltà di decidere della nostra vita, il nostro destino, la strada da seguire se allo stesso tempo il creato è tutto qui, ovvero non si può minimamente prendere in considerazione la teoria dell'evoluzione di Darwin, e a buon ragione non la possono accettare, in quanto il creato è sempre stato e sempre sarà, così come venne progettato fin dal principio. Questo, perché in considerazione dell'evoluzionismo, il creatore, non solo non ha predisposto alcun progetto, forse solo iniziale ma non di certo finale, in quanto ogni creatura fin dalla comparsa sulla terra, non solo non è stata quella che è adesso ma inoltre non potrà essere in futuro quella che è attualmente. Poiché l'evoluzione non comprende solo una mutazione fisica senza prende in considerazione cambiamenti comportamentali, quindi spirituali, ovvero cambiamenti radicali, la volontà del creatore va a farsi fottere nel vero senso della parola, forse il vero motivo per cui non viene accettata. Ma, e ripeto di nuovo ma, se costoro credono che il creatore ha dotato le forme di vita di libero arbitrio, allora l'evoluzionismo dovrebbe essere accettato appieno, in quanto questa teoria prevede che ogni forma di vita cambia nel tempo, spiegando il perché noi saremmo colpevoli delle nostre azioni, in quanto siamo liberi, ovvero ci evolviamo, e poiché siamo creature senzienti, possiamo decidere che strada intraprendere, di creare o degenerare; nel senso di seguire il male oppure il bene, ovvero di adempiere la volontà del creatore.
Quindi, da un lato essi accettano, credono che il dio li ha dotati di facoltà di scelta, allo stesso tempo, però, non possono accettare che egli abbia predisposto che l'intero creato possa essere autonomo, indipendente dalla sua stessa volontà, evolvendosi, ovvero generandosi in qualcosa che lui stesso non aveva previsto; in poche parole una forma di vita che decide del proprio destino da seguire. Come ho detto precedentemente, costoro, trovano sempre una spiegazione alle incognite della loro credenza, o fede come la si vuol vedere, dando al così detto essere supremo, nel senso che al di sopra di lui non ce niente, l'appellativo di buono, generoso, amorevole ma soprattutto misericordioso. Egli, infatti, ovvero il creatore, commosso dalle sofferenze delle creature da lui create, mosso dalla sua infinita bontà, decide di cambiare quanto ha predisposto, concedendo loro, alle sue creature, la salvezza indipendentemente se costoro sono compresi in quelli che si salvano, ovvero destinati al paradiso al termine della loro vita terrena oppure no. Come si fa a fare appello alle qualità precedentemente che ho descritto? Semplice, basta pregare il creatore, facendolo con tutto sé stesso ma soprattutto con umiltà, in poche parole, basta elemosinare, implorare perché gli tolga quella condanna che gli pesa sulla groppa da prima ancora che egli nascesse, ovvero che commettesse tutti quei crimini che gli hanno valso il testino di finire nelle fiamme eterne dell'inferno.
Nonostante la spiegazione alquanto fantasiosa, per non dire ambigua, non meno subdola e persino perversa, non si rendono conto di quanto tale alternativa alle loro contraddizioni possa essere oscura e priva di senso. In primis, la preghiera non solo rende l'uomo tutt'altro che libero e dotato di libero arbitrio quale loro definiscono, ma addirittura lo schiavizzano alla supremazia del così detto misericordioso creatore, spogliandolo di ogni dignità e umanità possibile e immaginabile. Il povero disgraziato, se non vuole fare la fine che gli è stata assegnata nel copione che il creatore gli ha appioppato, dovrà prostrarsi ai suoi piedi, strisciare come fosse un verme implorando la sua misericordia, non tanto per le colpe commesse ma perché gli tolga il destino crudele che egli stesso gli ha assegnato, con preghiere che lo implorano di togliergli quei peccati per delle colpe che non ha commesso di sua principale iniziativa.
In definitiva, secondo le credenze di costoro, o fede come la si vuol definire, l'uomo è si, colpevole ma non delle proprie azioni, in quanto non decide nulla del proprio destino, essendo questo già preconfezionato fin dalla nascita. L'unica colpa che l'essere umano deve attribuirsi, sentirsi responsabile, è di accettare il destino assegnatogli, oppure di non aver pregato come si deve colui che ha predisposto del suo futuro come meglio di aggradava, in poche parole, egli è colpevole, si, ma solo perché è cosciente di quanto gli accade, ovvero sapendo di quello che gli sarebbe successo, soprattutto del perché, non ha preso provvedimenti o non adeguatamente, in definitiva non è degno di salvezza, poiché non è stato capace di evocare nel creatore tutta la sua compassione e misericordia. Quindi, lui e soltanto lui rimane colpevole del proprio destino ma solo perché pecca di disobbedienza in quanto non è un pecorone e un verme strisciante quale spera tanto l'onnipotente creatore del tutto.
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grantaere · 6 years
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Jane Fonda as Countess Frederique de Metzengerstein in Spirits of the Dead (1968) 
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batterknowsbetter · 4 years
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Terence Stamp as Toby Dammit in Spirits of the Dead (1968)
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giallofever2 · 5 years
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ilm Storici di Producione Italiana e Internazionale)
«Mi hanno chiamato pazzo; ma nessuno ancora ha potuto stabilire se la pazzia sia o non sia la più elevata forma d'intelligenza, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non derivi da una malattia del pensiero, da umori esaltati della mente a spese dell'intelletto generale.»
(da Eleonora, 1841)
Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) è stato uno scrittore, poeta, critico letterario, giornalista, editore e saggista statunitense.
Considerato uno dei più grandi e influenti scrittori statunitensi della storia, Poe è stato l'iniziatore del racconto poliziesco, della letteratura dell'orrore e del giallo psicologico.
Poe è considerato il primo scrittore alienato d'America, avendo dovuto lottare per buona parte della vita con problemi finanziari, l'abuso di alcolici e sostanze stupefacenti e con l'incomprensione del pubblico e della critica dell'epoca.
🇬🇧 "They called me crazy; but no one has yet been able to establish whether madness is or is not the highest form of intelligence, if most of what is glorious, if all that is profound does not derive from a sickness of thought, from exalted moods of the mind at the expense of the general intellect. "
(From Eleonora" short story 1842)
🇬🇧 Edgar Allan Poe (born Edgar Poe; January 19, 1809 – October 7, 1849) was an American writer, editor, and literary critic.
Poe is best known for his poetry and short stories, particularly his tales of mystery and the macabre. He is widely regarded as a central figure of Romanticism in the United States and of American literature as a whole, and he was one of the country's earliest practitioners of the short story. He is generally considered the inventor of the detective fiction genre and is further credited with contributing to the emerging genre of science fiction.
He was the first well-known American writer to earn a living through writing alone, resulting in a financially difficult life and career.
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20th-century-man · 9 years
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Jane Fonda / from Roger Vadim’s "Metzengerstein" segment of Histoires extraordinaires [English title: Spirits of the Dead; Italian title: Tre Passi Nel Delirio] (1968)
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piovascosimo · 7 years
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Toby Damitt
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radheidiloveme · 3 years
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Le parole e le persone a cui chiedere.
Le parole bisogna che abbiano un senso. È la quotidiana fatica di parlarci, capirci, essere conseguenti. Non diamo alle parole un carico eccessivo d’emozione che le sbilancia, poi le inquina e fa che si perdano in un oggetto sfilacciato e insignificante .
Le parole sono capaci altresì di dischiudersi, di rivelarsi in grado di dire l’altro che avevamo creduto perso.
Non so se sia quest’ultima l’arte del pensare o la storia del pensiero, chiediamo a Char o a Foucault.
Se un palazzo può diventare cattivo, una radice paurosa (Sartre), un oggetto minaccioso, non è perché siamo ‘a tre passi dal delirio’ con Fellini, Vadim e Malle, potremmo chieder conferma a Poe.
È perché siamo entrati nel pensiero dei folli che raddrizza le parole verso le cose in modo folgorante e indicibile.
Ma è più vero che quel mese così caldo si dica Agosto o si dica Rosso, ci siamo chiesti con un amico ier l’altro ?
Chiediamo a Van Gogh.
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corallorosso · 4 years
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“Maledetti! Dovete morire, maledetti. Non vi perdoneremo mai. Dovete morire male”. Queste le frasi urlate ripetutamente contro di me e mia figlia mentre ci trovavamo a pochi passi da casa, ieri sera a Roma, da una signora che credevo una signora qualunque (non era così, ma lo vedremo poche righe sotto). Per me poco male: in quasi otto anni di attività parlamentare mi è capitato solo due o tre volte di essere apostrofato per strada: e tutte le volte ad opera di persone evidentemente disturbate, che non ho preso troppo sul serio per il chiaro stato di squilibrio nel quale si trovavano. Questa volta era con me mia figlia Nina, 9 anni. Che ha vissuto come un pericolo reale la minaccia di morte che quella signora ci stava rivolgendo e che è scoppiata a piangere in strada e proprio davanti a lei. Ho fatto notare alla signora che se non è consentito minacciare di morte nessuno, è tanto piú inaccettabile minacciare di morte qualcuno mentre cammina con sua figlia piccola; che stava spaventando Nina; che se non avesse interrotto subito le contumelie e le minacce avrei chiamato la polizia. Niente da fare. Ha continuato a urlare, senza alcuna pietà per una bambina in lacrime e in un fortissimo stato di agitazione che è poi proseguito per tutta la sera e la notte. Questa mattina scopro che quella signora ha rivendicato con orgoglio, sui social e alla radio, quella che definisce “una contestazione politica”. Non so cosa mi abbia contestato di preciso, se non l’esistenza in vita mia e di mia figlia. Ma so che mia figlia ne è stata tremendamente spaventata, e che neanche il suo pianto spaventato e disperato ha frenato quel delirio di violenza verbale. Cosí come so che episodi di questo genere non possono essere lasciati correre, se non al prezzo di considerare la barbarie come una condizione naturale. Oggi ho presentato denuncia penale alla Questura di Roma contro Daniela Martani, la signora autrice del “gesto dimostrativo” da lei stessa rivendicato sui social. Non mi interessa la sua ricerca di visibilità e le motivazioni per le quali ritiene che lei o altri possano augurarsi la morte di un genitore e di sua figlia, anche se quel genitore si trova provvisoriamente a svolgere il ruolo di parlamentare. Mi interessa che atti di violenza come questo non passino sotto silenzio, che mia figlia non debba patire ulteriori conseguenze per la funzione pubblica di suo padre, che il confine tra la vita reale e il cabaret mediatico a cui tutti noi partecipiamo non sia travolto da chi pensa che si tratti solo di un circo dove triturare tutto e tutti. Andrea Romano
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