#Stile di marzo
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campadailyblog · 5 months ago
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Moda di marzo: Tendenze primaverili da non perdere
Marzo segna il passaggio dall’inverno alla primavera. Porta con sé nuove tendenze e stili da non perdere. Questo periodo è perfetto per aggiornare il guardaroba con capi di transizione. Il trench, le salopette in denim e le gonne sbarazzine sono ideali per rinnovare il guardaroba. Vogue Italia suggerisce di abbinare il trench a slingback nere e accessori trendy. Le salopette in denim si combinano…
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occhietti · 9 months ago
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14 marzo: Giornata Internazionale della Matematica 
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Non è un caso che il giorno scelto per celebrare il π sia proprio il 14 marzo. Questa data in stile anglosassone si scrive infatti "3/14", l'ordine delle tre cifre corrisponde a quello del Pi Greco (3,14).
Il Pi Greco (π = costante matematica che rappresenta il rapporto tra una circonferenza e il suo diametro) è una presenza astrofisica, elettromagnetica, astronomica, è un rapporto che troviamo anche nelle conchiglie, nelle spirali, nel DNA.
Il suo "inventore",  Archimede di Siracusa, il più grande e moderno matematico dell’antichità, ci ha lasciato studi sulle spirali, sugli specchi ustori e sulle leve. Questi studi sono ancor oggi fonte d’ispirazione per gli scienziati di tutto il mondo, partendo proprio dal Pi Greco. 
Il Pi Greco sta ad Archimede come la Matematica sta ad Einstein. Che scritta sotto forma di formula è così:
Pi Greco : Archimede = Matematica : Einstein.
- Il Nuovo Terraglio
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diceriadelluntore · 11 months ago
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Storia Di Musica #309 - Led Zeppelin, Led Zeppelin, 1969
Come iniziare un nuovo anno di storie musicali? Si inizia con la scelta di 4 dischi che portano lo stesso nome dei loro autori, 4 band molto differenti tra loro, alcune famosissime, altre molto di meno (la scoperta di grandi dischi da artisti sconosciuti vorrei fosse una sorta di cardine di tutte le scelte del 2024). La Storia di Musica della prima domenica di gennaio 2024 parte con un modo di dire inglese: Go over like a lead ballon, che significa “è fallito del tutto” perché un lead ballon è un palloncino di piombo che ovviamente non può volare. Leggenda vuole che fu questo detto ad ispirare Keith Moon e John Entwistle, che suggerirono a Jimmy Page il nome per quella che diventerà una delle più formidabili formazioni di sempre: i Led Zeppelin. La storia è piuttosto nota: Page entra nel 1966 negli Yardbirds (già di Eric Clapton) come seconda chitarra di Jeff Beck. La band era già allo sfascio, e Page aveva intenzione di formare una nuova band con Moon ed Entewinstle. I tre con Jeff Beck registrano la storica Beck’s Bolero, registrata nel Maggio del 1966 ma pubblicata come singolo solo mesi più tardi, nel Marzo del 1967, brano fenomenale ma dalla storia travagliatissima, tra cui una intricata questione di diritti d’autore. Page, titolare del nome Yardbirds, prende accordi come leader degli Yardbirds per un mini tour in Scandinavia, ma nessuno dei suoi compagni accetta. Ne trova di altri: convince un session man mago delle tastiere, John Paul Jones, nel progetto, e tramite l’ex cantante degli Yardbirds Chris Dreja (che nel frattempo si è dato alla fotografia) assolda un biondo cantante, Robert Plant, che si porta con sé un batterista un po’ pazzo, John Bonham. È il 1968. Nascono così i Led Zeppelin (scritto così per non confondere il lead “piombo” con il lead “guidare”).
Senza nemmeno un po’ di gavetta registrano in 36 ore, sotto la guida del grande ingegnere del suono e produttore Glys Johns per poco più di 1700 sterline il loro primo, omonimo album per la Atlantic Records (fa più impressione il dato temporale che quello economico, 1700 sterline del 1968 sono 35 mila di adesso). E bastano: Led Zeppelin esce il 12 gennaio 1969 e diviene uno dei 10 album di debutto più belli ed importanti della musica rock. Venderà decine di milioni di dischi e manda in orbita, forse quasi troppo velocemente, il dirigibile più famoso del rock. In copertina mettono l’incidente del dirigibile Zeppelin LZ 129 Hindenburg avvenuto il 6 maggio 1937 nel New Jersey (vicenda leggendaria, su cui aleggia un complotto internazionale e non l’ufficiale incidente aereo). I 4 partono dal furente suono del british blues, ma arrivano dove nessuno si era mai spinto: rifanno due classici del blues, I Can’t Quit You Baby (eccezionale, caldissima e stupenda) e You Shook Me di Willie Dixon, e prendono da Jack Holmes Dazed And Confused (che nei live diverrà infinita con medley di altri classici della Musica del Delta). Per capire il suono Zeppelin e la sua travolgente natura, basta capire come strutturano il suono di una canzone tutto sommato banale come Good Times Bad Times. Your Time Is Gonna Come è quasi corale, come la veloce How Many More Times. Black Mountain Side è uno strumentale acustico in cui Page rincorre la maestria del fingerpicking di Bert Jansch, allora in auge con i superbi Pentagle. Communication Breakdown diviene un altro classico, con il suo stile particolare: parte blues, poi sale con l’intensità della voce di Plant e diviene furiosa ed accesa, e per molti è la nascita dell’hard rock. Gemma dell’album è però Babe I’m Gonna Leave You: presa da Joan Baez, in realtà la canzone, accreditata come traditional, è dalla folksinger inglese Anne Bredon (che fu ricompensata con un cospicuo assegno dalla band una volta risolto il mistero). Plant canta babe come mai nessuno più farà, la canzone ha un intro acustico ma poi esplode nel nuovo suono elettrico e potente, diviene struggente, torbida, assolutamente memorabile.
Questo fu il primo episodio di un modo di “gestire” le ispirazioni da altre canzoni che fece scuola, e si potrebbe aprire un dibattito infinito sulla loro musica. Per alcuni (pochini, va sottolineato) il loro rock blues portato all'estremo, con la chitarra rivoluzionaria di Page (che influenzerà 3 generazioni di chitarristi), il bombardamento ritmico di Bohnam (davvero feroce), l’elegante e mai invasivo tessuto sonoro di Jones (che suona basso e tastiere) e la voce, straordinaria e incantatrice di Plant, non è niente di così innovativo. Per altri (la stragrande maggioranza degli appassionati) il loro suono, le idee, la maestria tecnica dei musicisti e l’alone leggendario che la band riesce a costruire su di sé, li pongono ai vertici assoluti della storia del rock, ne fanno i padri putativi dell’Hard Rock (con i coevi Deep Purple), e la loro genialità è dimostrata dalle future evoluzioni stilistiche e musicali. È innegabile però che per farlo saccheggiarono un po’ dovunque, dal blues del Delta a quello urbano di Chicago, spesso non accreditandolo sui dischi, con picchi assoluti di sorrisetti ironici (tipo il caso di Stairway To Heaven per l’intro uguale ad una canzone degli Spirit, Taurus, caso che finirà addirittura in tribunale con la vittoria di Page e Plant, sebbene lo stesso tribunale ne riconosce le somiglianze). All’epoca era prassi comune raccogliere i semi del blues e riadattarli nel suono, un po’ per convenienze e un po’ perché non esistevano le normative precise e puntuali che esistono oggi sui diritti d’autore (molti altri, tra cui i Rolling Stones, furono protagonisti di episodi analoghi). Il successo dei Led Zeppelin amplificò la questione: il problema fu molte volte la paternità delle musiche, spesso passate come traditional (vedi il caso della canzone della Bredon) e quindi non riconducibili ad un artista detentore dei diritti. In tutti i casi di presunta usurpazione di diritti altrui, hanno sempre pagato i richiedenti ufficiali. Quelli che li accusano di scarsa inventiva, sinceramente non li hanno mai ascoltati: nessuno prima di loro suonava così, probabilmente sono tra le band più imitate in assoluto, saranno centinaia quelli che dopo vorranno suonare come loro. E rivoluzionarono anche altri aspetti del mondo del rock: l'andare in tour, i rapporti con le case discografiche, con i promoter, persino con le radio: ruolo centrale lo ebbe in ciò il loro manager Peter Grant, un gigante di stazza e di potere, passato alla storia anche per i modi tutt'altro che amichevoli con cui convinceva i gestori dei locali o chiunque potesse danneggiare il gruppo a farla finita. Un’ultima curiosità: con il crescente successo, una discendente dei Von Zeppelin citò la band per uso improprio del nome, e per un unico, storico concerto a Copenaghen la band si presentò come The Nobs. Poi però tornarono ad essere quel dirigibile di piombo che volava altissimo.
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ragazzadalsorrisonero · 9 months ago
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è passato così tanto tempo dall'ultima volta che presi i miei spazi, è da un po' che non scrivo di me.
ma partiamo dall'inizio o dalla fine.
21 luglio 2023
un giorno d'estate come tanti, ancora inconsapevole dei molteplici cambiamenti che sarebbero avvenuti da lì ai mesi successivi.
rapporti d'amicizia chiusi.
rapporto chiuso con quel ragazzo che non sai nemmeno come definire il rapporto, in cui si è sempre disposti a fare funzionare le cose, e poi non funzionano, prendendocela con noi stesse, quando alla fin fine, nessuno ha colpe, semplicemente non è quella persona per cui ne vale la pena davvero dedicare il nostro tempo.
aver ripreso un rapporto d'amicizia con una ragazza d'infanzia, l'unica amica che ho tutt'ora.
aver deciso di non uscire più, solo il minimo indispensabile, come andare al lavoro, all'università e a fare spesa.
aver deciso di non postare più nulla sui social, tranne su tumblr, l'unico social diverso, lo sappiamo tutti.
aver deciso di chiudermi nella mia zona confort, che equivale ad alternare studio e lettura, tutto accompagnato da una buona tazza di thè caldo prima di andare a letto.
aver deciso di non intraprendere più nuove conoscenze.
aver deciso di dedicare tutta la mia pazienza e sforzi nel lavoro.
aver deciso di mettere al primo posto mia mamma e mio fratello.
aver deciso di non commettere gli stessi errori, per poi essere di nuovo punto e a capo.
tutto un “aver deciso di” e giustamente la prima domanda che una persona si pone è il fatidico “perché? perché queste scelte? sei così giovane”
non sono solita a criticare o giudicare certi stili di vita, eppure ogni volta che mi si pone questa domanda, la mia risposta è sempre la stessa “non voglio perdere tempo a divertirmi, voglio perderlo per costruirmi un futuro ed essere indipendente”
è così sbagliato?
è così sbagliato lavorare nel settore che più ti piace anche se la paga non è granché?
è così sbagliato lavorare per non avere quel macigno nel petto che porta il nome di “le mie spese sono tutte alle spalle dei miei genitori” ?
è così sbagliato studiare per avere un titolo che mi permetta di lavorare sempre nel settore che mi piace, ma allo stesso tempo avere uno stile di vita più appagato e un buon stipendio?
è così sbagliato essere selettivi con le persone, per il semplice fatto di non volermi circondare di nuovo da persone meschine, egoiste e false?
è così sbagliato mettere al primo posto la propria famiglia perché vuoi che stiano bene?
è così sbagliato voler rimanere a casa il venerdì sera o il sabato sera, anziché andare a ballare e ubriacarmi, solo per il pensiero di risparmiare soldi?
ripeto, non giudico certi stili di vita, ma perché giudicare la mia?
è così sbagliato tutto questo? porsi degli obbiettivi, fare progetti, è sbagliato?
siamo arrivati ad oggi, 4 marzo 2024.
in cui ho capito che stare da soli fa bene, ma starci per troppo tempo fa alquanto male.
in cui ho capito che avere soltanto due amici in croce è meglio che averne dieci di cui non puoi fidarti.
in cui ho capito che se voglio una cosa, la ottengo, con pazienza, determinazione e dedizione, ma la ottengo.
in cui ho capito che se una cosa non la faccio oggi, ma il giorno dopo, non succede nulla, basta farla, ovviamente dipendentemente dalle circostanze.
e siamo attivati ad oggi, 4 marzo 2024, in cui ho capito di stare finalmente bene dopo tanto tempo, così bene che ogni tanto durante la giornata mi chiedo “dov'è la fregatura?”
perché si sa, ogni momento di quiete prima o poi verrà spazzato via dalla tempesta.
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valentina-lauricella · 3 months ago
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Tolse la mano dalla tasca per grattarsi la pancia
Gli anni 1945-50 furono per Pavese un periodo d'intenso lavoro editoriale, e l'epistolario è in larga parte costituito da lettere scritte da Pavese in ufficio. ... Da questa mole di lettere abbiamo cercato di scegliere le piú interessanti, sia dal punto di vista della personalità di Pavese, sia dal punto di vista della cronaca culturale italiana del dopoguerra. ... Il numero di lettere editoriali scritto da Pavese è enorme; naturalmente molte sono "di ordinaria amministrazione"; per alcuni anni infatti Pavese seguí con minuziosa cura le varie fasi del lavoro editoriale. (Ma) ...lo stile e il mordente pavesiani saltano fuori talvolta anche da semplici comunicazioni d'ufficio.
Italo Calvino
Torino, 31 marzo 1947
Cara Luisella, 
la sua traduzione è arrivata e mi ha già rallegrato qualche pomeriggio. Non abbia paura: è degna e scrupolosa. Se difetto c'è, è anzi questo, che è troppo scrupolosa: "tolse la sua mano dalla sua tasca per grattare la sua pancia". Capisce come voglio dire? Pronomi e aggettivi sono sovente troppo rispettati. Ma con un normale lavoro di revisione andrà benissimo. ... visto che adesso sa nuotare, si permetta qualche feat, qualche fantasia, e sarà fatta. ... Come sta fra i polli e le capre? Io sono ancora tutto contento di sapere che metto soggezione e me la godo.
[Questo è solo uno dei moltissimi esempi, scelto "a caso".]
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ilsalvagocce · 1 year ago
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ieri mi vestivo
e cercavo abiti per un incontro di lavoro fuori, che durava tanto e che prima mi faceva viaggiare, che poi magari era freddo, ma mica è detto, e io nella mia torre d'avorio non son abituata a farne stile motivo giustezza, perché lavoro da me, allora poi ho scelto gli anfibi
quando mamma stava in ospedale, per due mesi ho indossato le stesse scarpe anfibie e lo stesso giaccone per salire a piedi in cima alla collina dove stava l'ospedale, perché ci volevo arrivare camminando. non ricordo se fossi cosciente della scelta reiterata, avevo bisogno di arrivarci a piedi e tornare a piedi, tempo per prendere respiro vedere i fiori di marzo il ciglio della strada gli alberi sbocciare, poterle raccontare, all'aria attorno a lei, il tempo del passo passo passo
quegli stivaletti uno penserà ora li odierai, invece quando li indosso sto bene, perché sono padrona del mio camminare del mio andare
sopra avevo sempre un giaccone della decathlon, che uno dice hai 5 cappotti, metti il cappotto, no io dovevo affrontare la bufera freddo e caldo, mascherine e non, sale d'attesa, seggiole plastica e lettini, scale ascensori pioggia e sole, cuscini viste occhi chiusi occhi aperti, io arrivavo a piedi, tornavo di giorno tornavo di sera con la zainetto e il giaccone andavo come un randagio, bellissimo, con la sua casa cespuglio sulle spallette. anni fa avrei detestato quella giacca, poco cangiante, poco femminea, ora mi sembra la cosa più calda più giusta, la cosa più forte più me
e poi sulle spalle quello zainetto di stoffa con un cervo ricamato bastava per tutto per avere tutto, un libro su nina simone da leggerci, una mela, una bottiglia d'acqua matite un taccuino lacrimato ma vivo più che mai
da allora, nel tempo fresco e freddo una di queste 3 cose per stare bene io le voglio indossare, mi basterebbero solo loro, ma per una caleidoscopica lista di motivi poi non puoi, non lo fai mica
però quando calzo quegli stivaletti ho i piedi caldi come le radici trasportabili, quando ho addosso la gran giacca col cappuccio posso sentire la forma di tutti i venti, con quello zaino artigiano ho sulle spalle il mio necessario vivo, e ora, di tutte queste cose, io ti leggo, ricevo, ma black friday cosa vuoi che ti dica
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angelap3 · 9 months ago
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"Poi la porta si spalancò. Ed entrò quella donna. Tutto quello che posso dirvi è che ci sono miliardi di donne, sulla terra, giusto? Certune sono passabili. La maggior parte sono abbastanza belline, ma ogni tanto la natura fa uno scherzo, mette insieme una donna speciale, incredibile. Cioè, guardi e non ci puoi credere. Tutto è un movimento ondulatorio perfetto, come l'argento vivo, come un serpente, vedi una caviglia, un gomito, un seno, un ginocchio, e tutto si fonde in un insieme gigantesco, provocante, con magnifici occhi sorridenti, bocca leggermente piegata in giù, labbra atteggiate in modo che sembrano scoppiare in una risata alla tua sensazione di impotenza. E sanno vestirsi, e i loro lunghi capelli incendiano l'aria. Troppo di tutto, accidenti".
(Charles Bukowski, da "Pulp", romanzo postumo, 1994)
Lontano dalle atmosfere tenebrose delle ordinarie follie, "Pulp", ultimo libro di Bukowski, è il testamento spirituale di uno scrittore che non ha mai esitato a immergersi nel degrado della società contemporanea. È un libro incredibile che, pur lasciando invariato e riconoscibile il suo stile, si discosta per molti aspetti dalla sua produzione ordinaria, a partire dal genere che è quello pulp. Tornando all' autore, il 9 marzo 1994 ci lasciava Charles Bukowski, e probabilmente alle celebrazioni di questa ricorrenza avrà guardato con sarcasmo, soprattutto quelle corredate da luoghi comuni sul suo conto. Di essere uno dei grandi scrittori americani del Novecento, lo sapeva e non fingeva di negarlo. Anche perché scrivere era ciò che, oltre al bere e all'amore per le donne, lo definiva e lo salvava. Scrittore puro, senza sforzo né costruzione: ogni notte a ticchettare sui tasti della macchina da scrivere insieme a una bottiglia e alle sue sigarette. Bukowski è stato se stesso e ha raccontato il suo mondo, con quello che è stato definito "Realismo sporco", quel realismo senza abbellimenti e senza pudore, come sentiva di voler fare. A qualcuno non piace, come se davvero i suoi scritti si limitassero a parolacce e a racconti di abbuffate di sesso e alcol, compiacendosi della propria gratuita sgradevolezza. La produzione di Bukowski è, invece, costante e grandiosa alternanza di dramma e ironia. Storie di dolore, sconfitta e rassegnazione, che portano il lettore a toccare il fondo insieme ai personaggi e poi lo fanno scoppiare in una sonora risata poche pagine dopo.
(Fonte web)
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mucillo · 7 months ago
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"La Resistenza e la sua luce"
Pier Paolo Pasolini
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Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie  su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce
Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile …
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.
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schizografia · 9 months ago
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Verso il 1912, salvo errori (che comunque sarebbero minimi), mi venne l’idea di scrivere qualche poesia di indole pagana. Abbozzai qualcosa in versi irregolari (non nello stile di Álvaro de Campos, ma in uno stile di media regolarità), e lasciai perdere. Si era abbozzato in me, tuttavia, in una maltessuta penombra, un vago ritratto della persona che stava scrivendo quei versi. (Era nato, senza che io lo sapessi, Ricardo Reis). Un anno e mezzo, o due anni dopo, un giorno mi venne in mente di fare uno scherzo a Sá-Carneiro: di inventare un poeta bucolico, abbastanza sofisticato, e di presentarglielo, non mi ricordo più in quale modo, come se fosse reale. Passai qualche giorno ad elaborare il poeta ma non me ne venne niente. Alla fine, un giorno in cui avevo desistito — era l’8 marzo 1914 — mi avvicinai a un alto comò e, preso un foglio di carta, cominciai a scrivere, in piedi, come scrivo ogni volta che posso. E scrissi trenta e passa poesie, di seguito, in una specie di estasi di cui non riuscirei a definire la natura. Fu il giorno trionfale della mia vita, e non potrò più averne un altro simile. Cominciai con un titolo, O Guardador de Rebanhos. E quanto seguì fu la comparsa in me di qualcuno a cui subito diedi il nome di Alberto Caeiro. Mi scusi l’assurdità della frase: era apparso in me il mio Maestro. Fu questa la mia immediata sensazione. Tanto che, non appena scritte le trenta e passa poesie, afferrai un altro foglio di carta e scrissi, di seguito, le sei poesie che costituiscono Chuva Oblíqua di Fernando Pessoa. Immediatamente e totalmente… Fu il ritorno di Fernando Pessoa - Alberto Caeiro al Fernando Pessoa - lui solo. O meglio, fu la reazione di Fernando Pessoa alla propria inesistenza come Alberto Caeiro.
Apparso Alberto Caeiro, mi misi subito a scoprirgli, istintivamente e subcoscientemente, dei discepoli. Estrassi dal suo falso paganesimo il Ricardo Reis latente, gli scoprii il nome e glielo adattai, perché allora lo vedevo già. E, all’improvviso e da derivazione opposta a quella di Ricardo Reis, mi venne a galla impetuosamente un nuovo individuo. Di getto, e alla macchina da scrivere, senza interruzioni né correzioni, sorse l’Ode Triunfal di Álvaro de Campos: l’Ode con questo nome e l’uomo con il nome che ha.
Fernando Pessoa, Lettera a Adolfo Casais Monteiro
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Era il 19 marzo 1971 e niente fu come prima: i Jethro Tull pubblicano Aqualung è la copertina icona dei Jethro Tull. Fondati dall’istrionico Ian Anderson, i Jethro Tull hanno segnato un’epoca e hanno impresso il loro graffiante stile nella musica toccando tantissimi generi, dal jazz, al blues, al rock, al folk, fino all’elettronica. Il flauto, suonato dallo stesso Ian in modo cosi personale, è diventato un vero marchio di fabbrica. Iniziamo questo racconto sulla copertina più iconica del gruppo con una curiosità: il brano Aqualung, la title track, che eseguono dal vivo praticamente in tutte le loro performance, è uno dei pochi pezzi, che nella sua registrazione originale non ha il flauto! Il riff di Aqualung con quelle micidiali sei note eseguite da Martin Barre fu composto sulla chitarra acustica da Ian Anderson che a tal proposito racconta: “Suppongo che sia stato un po’ ispirato dalle note drammatiche di apertura di Beethoven della Quinta Sinfonia. Suoni alcune note e ti viene in mente un motivo, che è potente e stabilisce l’intera natura della canzone. È una grande cosa quando puoi farlo. I Deep Purple lo hanno fatto con Smoke on the Water. I Cream lo hanno fatto con Sunshine of Your Love. Quando crei uno di quei riff semplici e magnifici, è una cosa fantastica. È un bel gioiello nel firmamento musicale”. LA COPERTINA Ma veniamo alla copertina che in origine era textured, cioè telata. È un album “gatefold” ossia apribile che consentiva agli artisti di inserire più informazioni ed indizi sull’opera che presentavano. La cover è un dipinto di Burton Silverman raffigurante un uomo barbuto dai capelli lunghi in abiti trasandati. L’ispirazione scaturì da una fotografia di un senzatetto, scattata dalla moglie di Anderson a Thames Embankment, lungo gli argini del Tamigi. Una figura ai margini della società che osserva tutto. Perfetta per il contenuto lirico del disco ricco di riferimenti sociologici, religiosi e di vita comune. Da notare il netto contrasto tra il barbone e il manifesto alle sue spalle che pubblicizza eleganti e dispendiose vacanze natalizie in una località sciistica delle Highlands scozzesi meridionali. L’illustrazione materializza quasi il suo “rantolo” affannoso e minaccioso che è il vero senso del disco, che in origine doveva chiamarsi My God. Come lo stesso Ian Anderson ci svela, il titolo deriva dal rumore di un respiratore subacqueo. L’Aqua-lung è infatti il nome originale della prima attrezzatura subacquea sviluppata da Jacques Cousteau e Emile Gagnan nel 1943. L’interno della copertina, mostra un altro dipinto con i componenti del gruppo in abiti stravaganti all’interno di una cattedrale: Ian Anderson a bocca aperta che canta e tiene un incensiere; Jeffrey Hammond, il bassista, che beve da una tazza e ha in testa un casco da aviatore; Clive Bunker, il batterista, che è accovacciato sullo sfondo con una croce in mano; Martin Barre, il chitarrista storico della band, che è in abiti seicenteschi mentre John Evan suona il piano
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fiammarock · 9 months ago
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Il 5 marzo 1943 nasceva Lucio Battisti...
Musicista autodidatta, polistrumentista, abile in numerosi generi musicali, fu apprezzato chitarrista ritmico nonché talentuoso arrangiatore.
Dotato di una notevole forza interpretativa e di una voce caratteristica che lo espose a diverse critiche, a volte anche impietose.
A contribuire e determinare il suo successo la capacità di trasmettere emozioni. 
Battisti sostenne il primato dell'emozione sulla tecnica vocale.
Dotato di voce acuta non impostata, dal timbro chiaro tendente al falsetto, e di una tecnica Cosciente dei propri limiti di cantante, si riteneva soprattutto interprete e autore e tuttavia difendeva la peculiarità del suo stile, ponendo l'accento sull'emozione trasmessa per mezzo del canto.
Wikipedia
"tu chiamale se vuoi... emozioni..." 🎶
Semplicemente indimenticabile 👏
♥️🎶🔥
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seoul-italybts · 11 months ago
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[✎ ITA] Intervista SUGA : Beyond The Stage Photobook - The Day We Meet⠸ 22.12.2023 💜⟭ 3 / 7 ⟬💜
Beyond The Stage
BTS DOCUMENTARY PHOTOBOOK
The Day We Meet
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3. SUGA
Gli oggetti preferiti di SUGA
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29 MARZO 2020
Queste sono le mie agende dei testi, in cui annoto tutte le canzoni che ho scritto finora. A dire il vero, ne ho anche altre perché preferisco scriverle a mano. Ho molti blocchetti d'appunti, tutti piuttosto simili, ma di fatto non c'è uno stile che preferisco. Semplicemente, metto alla mano ciò che trovo in ufficio, presso l'agenzia.
Oltre ai testi, vi annoto anche i miei pensieri o altre cose random, come le mie coordinate bancarie o simili (ride). Ad ogni modo, sì, questi diari sono gli oggetti più importanti per me.
22 APRILE 2020 __Un Giorno
Ora che ci tocca questa pausa improvvisa, mi spiace un po' di aver solo sempre preso di petto il futuro, correndo senza mai guardarmi indietro. Non credo di aver fatto abbastanza. Ho quasi 30 anni e pochi ricordi cui ripensare. Il lavoro è sempre stato tutta la mia vita e finora ho vissuto solo per il lavoro. Mi sono sempre solo spinto al limite, e tutto unicamente per il successo.
10-11 OTTOBRE 2020 __BTS Map of the Soul ON:E
È stato un po' triste doverlo organizzare online ma, al contempo, sono grato per quest'opportunità. È pazzesco quanto siano cambiate le cose, ai giorni nostri, e cerchiamo di sfruttare al meglio la tecnologia. Ma sì, sento decisamente la mancanza del calore umano di un pubblico reale. Ho sempre nutrito un profondo amore per le esibizioni live.
OTTOBRE 2020
Ad inizio anno, quando il tour è stato cancellato, ne ho avvertito molto la gravità. Non fare niente mi mette ansia e non ricordo di aver mai avuto una pausa simile, nel corso della mia carriera. Però, il fatto di restare in Corea, mi dà un certo senso di stabilità. Nel pieno dei precedenti tour, mi capitava spesso di chiedermi "Dov'è che sono, già?" Mentre ora, quando mi sveglio, sono nel mio letto, a casa mia.
Sto cercando di sfruttare al meglio questa pausa, provando varie cose, tipo studiare o dedicarmi ai miei hobby. Quindi, sì, trovo sia stato un anno di alti e bassi.
FEBBRAIO 2021
"Come mi sentirei se non ci fosse nessuno ad assistere alle mie esibizioni? Se determinate location ci fossero precluse?" Ed è esattamente ciò che sto sperimentando in questo periodo. Quindi ora più che mai queste cose mi sembrano estremamente preziose.
15 MARZO 2021 __63a Ediz. dei Grammy Awards
È stata un po' una delusione. Era da un po' che non provavo rammarico per 'non aver vinto un premio', quindi, in un certo senso, è stato anche uno stimolo. Mi ha dato la motivazione necessaria per lavorare ancor più sodo.
MAGGIO 2021
È apparso subito evidente quanto i membri non sopportassero l'idea di non poter andare in tour. Prima, quando andavamo in tournée, eravamo soliti dire "Che fatica, è dura", ma immagino fosse meno peggio di quanto la facessimo sembrare (ride). Ecco perché desideriamo tutti quanti tornare in tour. Credo i BTS abbiano ancora diverso lavoro all'orizzonte.
Ultimamente, sono piuttosto fiero di me stesso. In passato, ero solito pensare "Questo è tutto ciò che sai fare?", mentre ora mi dico "Stai andando alla grande, hai dato il massimo." Rispetto ad inizio anno scorso, la mia personalità è cambiata un sacco e così anche la mia prospettiva e modo di interpretare e approcciarmi alla vita.
AGOSTO 2021
Ormai mi sono abituato alla situazione, all'assenza di tour, e a dire il vero la cosa mi preoccupa un po'. Non sono sicuro riuscirò poi a riabituarmici, ormai è passato più di un anno dall'ultima tournée.
SETTEMBRE 2021
Mentre ero in Corea, ho provato nuovi videogiochi, a guardare film e serie TV e altro. Ho provato tante cose è mi è servito per conoscere meglio me stesso; mi annoio piuttosto facilmente. Se mi concentro su una stessa cosa per troppo tempo, ad un certo punto perdo interesse. È sempre stato così, qualsiasi cosa facessi. Invece della musica non mi stanco. Ho riflettuto molto sul perché io continui a fare musica, e credo che sia perché mi piace e diverte.
24 OTTOBRE 2021
__BTS Permission to Dance on Stage
È sempre brutto non avere pubblico. Un conto è che ci siano alcuni posti o sezioni vuote perché non ci è stato possibile vendere biglietti a sufficienza, ma l'assenza di pubblico è tutta un'altra storia.
27-28 NOVEMBRE / 1-2 DICEMBRE 2021
__BTS Permission to Dance on Stage LA
Durante il soundcheck, non avevo ancora realizzato effettivamente che questa volta lo stadio sarebbe stato pieno. Mi chiedevo come sarebbe stato, una volta iniziato il concerto. Quando il maxi schermo si è sollevato e ho sentito le grida, ho pensato, "Oh, [finalmente] di nuovo come due anni fa."
NOVEMBRE 2021
Volevamo che il pubblico pensasse, "Sono davvero in gamba!". Forse sarà perché ci è mancato il poterci esibire in concerto, ma nonostante i due anni di pausa credo i BTS siano ancora migliorati nelle esibizioni, lo trovo davvero incredibile, è piuttosto sorprendente.
APRILE 2022
In un certo senso, sono grato ci si presentino ancora sfide apparentemente insormontabili. Credo sia qualcosa da apprezzare.
8-9 & 15-16 APRILE 2022
__BTS Permission to Dance on Stage Las Vegas
È stato come riscoprire qualcosa che avevo dimenticato. E questo qualcosa è me stesso: quando non abbiamo potuto esibirci in presenza di un pubblico, è stato come dimenticare e perdere la persona che ero, e ora l'ho riscoperta.
⠸ ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
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diceriadelluntore · 9 months ago
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Storia Di Musica #315 - Blackfoot, Strikes, 1979
Per le Storie di Marzo ho individuato un metodo scientifico infallibile per scegliere la tematica che legherà i dischi di questo mese: ho preso a caso con gli occhi chiusi, un bottone nella scatola in cui tengo quelli di riserve, e ho pescato un bottone nero. Di per sè, il colore nero poteva aprire una infinità di opzioni, ma seguendo il principio della scoperta, in questo 2024, di band dimenticate, ho optato per dischi di band che hanno "nero" nel nome. Tralasciando le scelte più ovvie, il viaggio musicale marzolino inizia nella Florida di fine anni Sessanta, quando stava per prendere il volo il Southern Rock. Siamo a Jacksonville, capitale dello stile, e come molti stavano facendo in quei mesi, dei giovani mettono su una rock band: Rickey Medlocke (batteria, voce) e Greg T. Walker (basso) incontrano il newyorkese Charlie Hargrett (chitarra) e danno vita al gruppo Fresh Garbage Band con Ron Sciabarasi alle tastiere. Da qui inizia una serie infinita di cambi di formazione intorno ai primi tre che seguirà per decenni il destino dei nostri: infatti il primo a lasciare è Sciabarasi, si aggiungono altri musicisti provenienti da un'altra band, i Tangerine, cambiano nome in Hammer e con questa formazione per 6 mesi sono la resident band del più popolare topless club di Gainsville, in Florida, il Dub's. Provano ad andare a New York, e lì si accorgono che esiste già una più affermata band con lo stesso nome, quindi decidono di chiamarsi Blackfoot, in omaggio al popolo dei Nativi americani, dato che Jakson Spires, entrato dai Tangerine, è parte Cherokee, Medlocke parte Sioux, e Walker parte Creek. Ma la loro strada è ancora lunga: la band si scioglie diverse volte, alcuni di loro vanno a suonare con i Lynyrd Skynyrd (Medlocke e Walker, per alcuni mesi nel 1971, uscirà solo nel 1978, dopo l'incidente aereo che colpì il leggendario gruppo, il materiale registrato in quel frangente), si trasferiscono in New Jersey, dove con una formazione stabile registrano delle canzoni, che dopo varie peripezie nel 1975 vengono pubblicate dalla Island, che cercava nel proprio catalogo un gruppo Southern Rock, con il titolo No Reservation, e nel 1976 Flying High, stavolta per la Epic: sono due dischi di southern rock che non lasciano il segno e sopratutto non vendono quasi nulla. La band è sempre in fermento, e passano 3 anni (tra scioglimenti, defezioni per problemi alle corde vocali, dissidi) quando passano alla Atco, che suggerisce loro un approccio diverso alla scrittura. Ne esce fuori il disco di oggi, Strikes (1979), con il cobra sfocato in copertina, che li fa conoscere, dopo dieci anni, al grande pubblico. Merito è di una formazione finalmente definita (almeno per il momento) composta da Rickey Medlocke, Charlie Hargrett (chitarra ritmica), Greg T. Walker (basso) e Jakson Spires (batteria) ed una scaletta che alterna pezzi propri, tra cui i loro due maggior successi, e una scelta azzeccatissima di cover, suonate in maniera originale rispetto alle versioni degli autori. Il suono è più hard o AOR (che sta per adult oriented rock, il genere che maggiormente passavano le radio), e ha una sua natura interessante, per quanto costruita nei canoni del genere senza tante innovazioni.
Mi piace molto la scelta delle cover: I Got A Line On You fu un grande successo dei favolosi Spirit di Randy California, band mitica del rock Californiano del decennio precedente, e qui viene resa più groovy e tosta rispetto all'originale; Pay My Dues fu un successo dei Blues Image, altra band della Florida, di appena qualche anno prima dei nostri, che fu uno dei pochi esempi non californiani di rivisitazione del blues, alla maniera "europea", e che come i Blackfoot era famosa come resident band, non di un topless bar, ma di un famoso locale di Miami, il Thee Image, aperto alla sperimentazione; Wishing Well fu invece un successo dei Free, la band inglese di Paul Rodgers che prima di sciogliersi (lui andrà ai Bad Company) scrisse questa hit. Di tutte e tre, i Blackfoot ne fanno una versione particolare, dove i cambiamenti seppur minimi sono quelli incisivi, regalando alle nuove versione un vestito particolare e riconducibile al loro nuovo stile. Tra gli autografi, segnalo le loro due canzoni più famose: Train Train, scritta dal nonno di Rickey Medlocke, Shorty, che diventerà una hit anche per Dolly Parton e per un'altra band dell'heavy metal, i Warrant. Ma la loro canzone simbolo è Highway Song: oltre 7 minuti spericolati, dalla costruzione epica e imperiosa e che finiscono con sensazionali duelli di assoli alla chitarra, con all'inizio anche belle melodie vocali, canzone che è un grande omaggio all'epopea dei gruppi che dalla Florida hanno messo mattoni importanti all'edificio della Storia del Rock. Il successo arriva, quasi inaspettato, e la band fa da spalla a grandi nomi in tour nel 1979 negli Stati Uniti: fondamentale per loro quello in apertura ai The Who. La band cavalca l'onda e in due anni sforna altri due dischi niente male, Tomcattin (1980, con una Pantera in copertina) e Marauder (con un falco, 1981) e fa due tour seguitissimi. Qui però finisce la loro fortuna: l'arrivo, come uno tsunami, dell'estetica MTV li taglia fuori: il rock del sud è visto come un genere passato e addirittura la ATCO non accettò il loro disco che sarebbe dovuto uscire nel 1984, Vertical Smiles. La band conseguentemente va in crisi e si scioglie per l'ennesima volta. Va detto che non saprei nemmeno contare i vari avvicendamenti, ma considerando che tentano una reunion prima nel 1990 (pubblicando un nuovo disco, Medicine Man) e poi addirittura nel 2004 e nel 2021 sono sicuro che nelle varie formazioni hanno girato almeno 40 musicisti diversi, a dimostrazione di una voglia di musica francamente ammirevole.
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donaruz · 6 months ago
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"Per me la musica e la vita sono una questione di stile."
Il 26 maggio del 1926, nasceva l'uomo che avrebbe cambiato più volte la storia dell'evoluzione della musica Jazz
Miles Dewey Davis III (26 Maggio 1926 – 28 Settembre 1991)
Compositore e trombettista statunitense jazz, considerato uno dei più influenti, innovativi ed originali musicisti del XX secolo.
Miles Davis fu e resta famoso sia come strumentista dalle sonorità inconfondibilmente languide e melodiche, sia per il suo atteggiamento innovatore (peraltro mai esente da critiche), sia per la sua figura di personaggio pubblico. Fu il suo un caso abbastanza raro in campo jazzistico: fu infatti uno dei pochi jazzmen in grado di realizzare anche commercialmente il proprio potenziale artistico e forse l'ultimo ad avere anche un profilo di star dell'industria musicale. Una conferma della sua poliedrica personalità artistica fu la sua (postuma) ammissione, nel marzo 2006, alla Rock and Roll Hall of Fame; un ulteriore riconoscimento di un talento che influenzò tutti i generi di musica popolare della seconda metà del XX secolo.
Sono trascorsi 33 anni, ormai, dalla sua scomparsa a soli 65.
Osannato e condannato dalla critica, è palese il contributo che Miles ha dato alla musica.
Durante la sua intensa carriera ha attraversato innumerevoli stili e generi, reinventandosi e rimettendosi continuamente in gioco per non essere sopraffatto dallo scorrere delle mode, dai gusti e dai nuovi idoli del pubblico.
Una carriera di eccessi tra musica, pittura, boxe, donne, droga, lusso e razzismo.
Un uomo forte e fragile nello stesso tempo, un mito, che rimarrà tra i più significativi e suggestivi per molto, molto tempo ancora
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Atlantide
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mtonino · 8 months ago
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Marzo è un mese importante per quanto riguarda i compleanni e allora #LunedìCinema dedica la puntata di stasera a Quentin Tarantino che compie gli anni in questa settimana. Sempre e solo su Radio Quar
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micro961 · 9 months ago
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Cristina Russo & NeoSoul Combo - Pieces of a Woman
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Pronto all’uscita il nuovo lavoro discografico
Si apre nel migliore dei modi il 2024 per l’artista siciliana Cristina Russo, cantante ed autrice catanese tra le più apprezzate nel panorama indipendente musicale italiano.
Il 7 Marzo esce il nuovo album in formato vinile intitolato "Pieces of a Woman", un progetto che ci trascina musicalmente nel mondo di sonorità alternative e contaminate da diversi stili caratterizzanti dell’artista, affiancata dalla sua fidata band i Neo Soul Combo.
La firma del lavoro è proprio “Cristina Russo & Neosoul Combo", ovvero il nome che da anni ormai accompagna i suoi progetti e le performance “live” in giro per l'Italia. L’artista , con sue parole, ha reso noto che è stato un duro lavoro di studio che ha visto molti brani venire alla luce con spunti ed idee in brain storming insieme ai suoi musicisti, ormai una vera e propria famiglia. La scia sonora ricalca lo stile dell'album Energy, uscito nel 2019. Questo nuovo ed appassionato progetto non sarebbe stato possibile senza la direzione artistica e gli arrangiamenti musicali di Marco Di Dio, la cui mano sapiente ed estro artistico sono dietro al successo ed ai lavori di altri artisti siciliani in vari ambiti diversi: da Club Rivera, ad Andrea La Ferla, da VIVO ad Alice B. "Pieces of a Woman" pubblicato in vinile (e dunque un tocco di classe ma anche alla moda) ha dei tratti “urban” molto vicini al sound “new jazz”, quindi in perfetto stile neosoul, ma non manca qualche sorpresa come degli accenni musicali in stile anni ‘80 che hanno influenzato le ritmiche e le melodie presenti in alcuni brani, come ad esempio nella canzone "Splendidi".
La “urban fusion music” che Cristina Russo e la sua band propongono in "Pieces of a Woman" è ritmata senza tralasciare la raffinatezza che accomuna molti dei loro lavori; la caratteristica voce graffiata e calda, in puro stile soul black di Cristina, si presta in questa occasione ad un sound più moderno: il nuovo jazz d'oltreoceano, dove il piede non smette di muoversi. Cristina Russo e la sua band ci trascinano come sempre nel loro mondo alternativo e “contaminato”; la passione per il così detto sound neo soul, mixato secondo mood e creatività con tocchi di “urban fusion” ,“ new jazz” e “new reggae” sono la base dei loro progetti. Il tutto espresso con uno stile personalissimo e di grande fascino, che si sprigiona ancor più nei “live” dove la formazione completa dà il meglio di sé, con estrosa raffinatezza, lasciandosi spesso coinvolgere dall’atmosfera del momento e dal feedback del pubblico. 
Cristina Russo & Neosoul Combo: Cristina Russo - voce  Mariano Nasello - basso  Angelo Di Marco - tastiera  Marco Di Dio - batteria
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