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Ricordando chi nella Prima Guerra Mondiale ha sacrificato la sua vita #altaredellapatria #militeignoto #esercito #primaguerramondiale #fanteria #marina #Aereonautica #Stato #statomaggioredifesa #Roma #Lazio #sacrificio #giovani #novecentoitaliano https://www.instagram.com/p/CWHP-zgoZ71/?utm_medium=tumblr
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Usa lascia l'Iraq. Pasquale Preziosa: "Ritiriamo anche il nostro contingente"
I vertici militari Usa in Iraq hanno informato la loro controparte irachena che le truppe statunitense stanno iniziano i preparativi per "lasciare" il Paese. Il generale di brigata William Seely, capo della task force Usa in Iraq ha scritto una lettera al capo iracheno delle operazioni congiunte, visionata dall'Afp. Il Parlamento iracheno, in reazione all'uccisione del generale iraniano Qasem Solimani, aveva votato in favore della partenza delle truppe straniere nel Paese.
Cosa succede agli italiani dislocati nelle basi Usa? Lo scrive la Stampa dettagliando l'operazione di trasferimento notturna, avvenuta in tutta fretta. Alle 20.30 lo sgombero è quasi completato: in aeroporto gli elicotteri americani sono già pronti per trasferire gli italiani alla larga da Baghdad. Le precauzioni da adottare prima del decollo questa volta sono straordinarie. Nessuno lo dice espressamente ma ogni velivolo, in queste ore, è un obiettivo possibile e anche semplice da colpire. Lo Stato maggiore della Difesa, in accordo con i vertici della Nato, ha deciso di trasferire tutti gli uomini impegnati nell'operazione di addestramento delle forze di sicurezza irachene. La base americana che fino a ieri sera ospitava anche una cinquantina di carabinieri era diventata eccessivamente pericolosa: presa di mira già domenica notte e troppo esposta ai rischi di ulteriori attacchi. "Anche oggi confida uno degli italiani-abbiamo temuto di finire nuovamente nel mirino e abbiamo passato le ore a potenziare le misure di sicurezza". Alle 19.30 italiane l'aliquota di militari italiani è stata trasferita: "In questo momento della giornata i rischi sono minori ed è anche più facile prendere una strada sicura". L'intelligence ci stava lavorando da almeno 48 ore e in gran segreto i vertici del contingente hanno pianificato lo spostamento. Scelta la destinazione più sicura, e studiato il percorso meno rischioso, il piano prende il via. «Non si torna in Italia, semplicemente ci si sposta in un'altra zona più sicura. I militari che partecipano alla "Nato Mission Iraq" attenderanno, dunque, a distanza di sicurezza gli sviluppi della crisi, anche perché già dalle ore successive al blitz organizzato dagli Stati Uniti per uccidere il generale Qassem Soleimani tutte le attività operative erano state sospese. Esercitazioni ferme, militari chiusi nella base in attesa degli sviluppi.
Ma perchè non ritiriamo l'intero contingente dall'Iraq?
La risposta è stata data del generale Pasquale Preziosa, già capo di stato maggiore dell'Aeronautica Miliare fino al 2016, intervistato da Formiche.net. Generale, su queste colonne, Vittorio Emanuele Parsi ha suggerito di ritirare il contingente in Iraq perché “è inutile restare nelle coalizioni multilaterali se serve solo per le chiacchiere e non per assumere insieme decisioni”. È d’accordo? Sì. All’Italia serve una politica estera con gli obiettivi che un Paese si dà. Non mi sembra che al momento vi sia alcun pensiero strategico al riguardo. E quando non vi è una chiara risposta sul perché si è fuori area con gli assetti militari, allora è tempo di ritornare sui propri passi ed elaborare una nuova strategia. Eppure, da più parti del mondo politico italiano si invita l’Europa ad avere un ruolo maggiore per evitare la crisi tra Iran e Stati Uniti. Ma cosa può fare il Vecchio continente? L’Europa deve prima di tutto mettere a punto, con la nuova Commissione, una strategia per poter essere rilevante nel futuro. Attualmente mancano i lineamenti di una nuova politica strategica dell’Ue. Purtroppo, i tempi per definirli non sono in alcun modo compatibili con gli eventi che si susseguono a ritmo sostenuto e con una geopolitica in fermento in molti teatri. L’uccisione del generale Soleimani accelera tale ritmo? Direi di sì. Soleimani era un faro per la politica di difesa iraniana. Il raid ha voluto colpire chiaramente il regime di Teheran. Altre reazioni importanti non si sono ancora registrate. Tra l’altro, l’assenza di dichiarazioni da parte dell’Arabia Saudita significa, per certi versi, supporto all’azione americana, interpretata da Riad come un segnale del rafforzamento del rapporto con Washington. D’altra parte, Soleimani era ritenuto da molti la mente dietro attacco con i droni condotto qualche tempo fa all’Arabia Saudita. La sua uccisione rappresenta un chiaro segnale delle intenzioni della politica americana in questo momento, non solo però con riferimento all’Iran. Ci spieghi meglio. Un altro destinatario è il presidente della Corea del Nord Kim Jong-un, autore nei giorni scorsi di dichiarazioni distanti da quello che gli americani si attendevano in tema di denuclearizzazione. Il raid di Baghdad rappresenta una risposta indiretta delle intenzioni Usa in tutti i settori. Il messaggio è chiaro: quando falliscono le negoziazioni, possono mettere in campo strategie diverse in grado di causare gravi perdite nazionali per l’avversario. Tale concetto è stato palesato più volte dagli Stati Uniti, con il ricorso alle due bombe atomiche sul Giappone dopo l’attacco di Pearl Harbor, con l’uccisione di Osama Bin Laden (e del figlio), con l’eliminazione di Abu Bakr al Baghdadi e ora con quella di Soleimani. Un concetto che tra l’altro permette a Trump di lanciarsi verso le prossime elezioni in posizione di forza. E nel rapporto con una Turchia sempre più assertiva? La Turchia resta un po’ nel limbo delle sue ambizioni. Andrà avanti grazie al disinteresse americano nell’area, a condizione che non vengano toccati interessi strategici di Washington, tipo Israele, ipotesi che non pare all’orizzonte. Nonostante le frizioni sull’acquisto del sistema russo S-400, Turchia e Stati Uniti sembrano aver trovato un punto di caduta abbastanza tranquillo. L’azione di Ankara in Libia preoccupa però l’Europa. Certo. La Turchia sarà il punto nevralgico per il 2020 di quello che potrà accadere in Libia. Il soccorso a Fayez al Serraj impone a noi europei di chiarire cosa e chi stiamo supportando, ma soprattutto il modo in cui sbrogliare una matassa che adesso sembra più complicata di ciò che poteva essere previsto con l’attacco francese che destabilizzò il Paese senza un piano adeguato per la futura stabilità. Pensa che l’Unione europea abbia la forza per dire qualcosa, dalla Libia all’Iran? Non vi sono barlumi di decisioni da parte dell’Ue. D’altra parte, per prendere delle decisioni servono intenzioni e parole, ma per le parole occorre avere una bocca e dei denti. Credo che all’Europa manchino proprio i denti per poter esercitare una deterrenza utile ad affermare processo condivisibili, seppur non condivisi da tutti. Sta dicendo che il tradizionale soft power europeo non basta più all’Europa in un contesto internazionale tanto complesso? Per un mondo in subbuglio come quello attuale la risposta resta Machiavelli: servono denaro (quindi l’economia) e spada (quindi la forza). Senza la combinazioni di questi due elementi non c’è statualità, non si esprime la sovranità e non si mette in atto alcuna politica. Proprio per questo l’Europa deve decidere, oggi e velocemente, cosa vuole essere in futuro, se rispettare il pensiero onnicomprensivo dei padri fondatori, oppure no. In tal senso, un pilastro militare europeo, all’interno della Nato, potrebbe fare sicuramente bene all’Europa e agli Stati Uniti. In che modo? Nonostante il cambiamento epocale della loro strategia verso il Pacifico, gli americani hanno bisogno di alleati. Il mondo corre, e la competizione tra le potenze anche. Ne è esempio il campo della missilistica ipersonica è uscito un articolo in tema sul New York Times) di cui l’Italia è stata tra i primi a parlarne come game changer degli equilibri mondiali. Russia e Cina già possiedono tale capacità, almeno stando alle loro dichiarazioni, e gli Stati Uniti stanno recuperando solo adesso. Cambiano i termini della deterrenza ed è per questo che serve un pilastro europeo, così da rafforzare le relazioni transatlantiche in nuovi equilibri che non ci sono. Senza l’Europa, per gli Stati Uniti sarà difficile ricostruire un ordine mondiale. L’Italia ha la forza per promuovere tale ripensamento europeo? La deve trovare. Il nostro Paese ha una sola possibilità per rilanciare la sua economia e la possibilità di avere una politica estera: trovare il giusto posto che gli spetta nel contesto euro-atlantico. Oggi siamo quasi assenti, anche se restiamo nel G7 e vantiamo un livello tecnologico tra i più avanzati al mondo. Cosa manca? Manca un quadro interno più solido rispetto a quello visto negli ultimi anni. La debolezza politica interna si riflette nella debolezza dell’azione esterna. Oggi non riusciamo a fare politica estera. Occorre ripartire sviluppando l’economia e le capacità tecnologiche in un quadro europeo armonico, con la forza di promuovere una ridiscussione delle regole comuni laddove non ci stanno bene. Read the full article
#aeronauticamilitare#Carabinieri#ContingenteItaliano#Difesa#EnzoVecciarelli#Esercito#Iraq#MarinaMilitare#PasqualePreziosa#StatoMaggioreDifesa#Usa
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🌴Si celebra il 4Novembre 🇮🇹, il giorno in cui ebbe termine nel 1918 la Prima Guerra Mondiale, la Giornata delle Forze Armate e dell'Unità Nazionale. In questa ricorrenza si rende omaggio al ruolo storico che l’Esercito italiano e tutti i nostri Corpi militari hanno avuto nel tempo, non solo sotto il profilo dell’impegno per la difesa e la sicurezza del territorio, ma anche come presenza e punto di riferimento nei momenti di difficoltà che il Paese ha dovuto affrontare. Si tratta di un evento che ha segnato in modo profondo e indelebile l'inizio del '900 e che ha determinato radicali mutamenti politici e sociali. Anche a Mesagne, quando ai tempi era considerata proprio, per la sua posizione strategica ideale come capoluogo di provincia delle Terre D' Otranto. Solo più avanti lo divenne Brindisi. • • • #visitmesagnecuordisalento #visitmesagne #mesagne #borghipiubelliditalia #altosalento #lacittadellamore #lacittàdelcuore #4Novembre #4Novembre 🇮🇹 #ForzeArmate #LeNostreForze #UnaForzaperilPaese @ministerodifesa_official #giornounitànazionale #giornatadelleforzearmate #statomaggioredifesa #ministerodelladifesa #ilovemesagne #mesagneinlove #borghitalia #borghiitaliani #BorgoRomantico2019 #borgodeiborghi #comunicazione (presso Mesagne) https://www.instagram.com/p/B4b5aw_iiCM/?igshid=19h15ft7tju34
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Salerno XX Raduno Nazionale Marinai d’Italia.... 🇮🇹⭐️⚓️ #noisiamolamarina rappresentiamo la nostra tradizione #luigiborronefotografoperpassione #marinamilitare #marinamilitareitaliana #allievimarinai #bandieraitaliana #statomaggioredifesa #marinamilitare⚓️ #photography #photooftheday #photografer #fiafers #italy🇮🇹 (presso Salerno) https://www.instagram.com/p/B3E6zRth2kv/?igshid=12w6h4x1rfrw8
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Segui #NaveCarabiniere nella sua #campagnanavale “In avanti in anticipo” verso il “Futuro Blu” ► http://ow.ly/KqIY30aYt4S StatoMaggioreDifesa
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Stato Maggiore Difesa: aggiornamento sulle condizioni di salute dei militari italiani rimasti coinvolti nell’esplosione di un “Ied” ieri in Iraq Sono stabili le condizioni dei 5 militari coinvolti dall’esplosione di un IED ieri in Iraq. Per quattro di loro il quadro clinico rimane serio ma non sono in pericolo di vita. Non ci sono particolari variazioni circa il bollettino medico già precedentemente riportato a meno di un militare su cui i sanitari sono dovuti intervenire su un arto inferiore. Il rientro in Patria dei militari sarà possibile non appena la condizioni sanitarie lo permetteranno. Il Capo di Stato Maggiore augurando a nome suo e di tutte le Forze Armate una pronta guarigione ai militari continua a seguire l’evolversi della situazione tenendo informato il Ministro della Difesa.
Sono stabili le condizioni dei 5 militari coinvolti dall’esplosione di un IED ieri in Iraq. Per quattro di loro il quadro clinico rimane serio ma non sono in pericolo di vita. Non ci sono particolari variazioni circa il bollettino medico già precedentemente riportato a meno di un militare su cui i sanitari sono dovuti intervenire su un arto inferiore. Il rientro in Patria dei militari sarà possibile non appena la condizioni sanitarie lo permetteranno. Il Capo di Stato Maggiore augurando a nome suo e di tutte le Forze Armate una pronta guarigione ai militari continua a seguire l’evolversi della situazione tenendo informato il Ministro della Difesa. APPROFONDIMENTI
IED. Un ordigno esplosivo improvvisato (in lingua inglese Improvised Explosive Device, abbreviato IED) è una bomba realizzata con materiali non convenzionali, anche tramite l'impiego di esplosivi convenzionali. Gli IED possono essere di varie dimensioni e forme, e contenere quantitativi differenti di esplosivo o altro materiale destinato a nuocere e/o arrecare danni; questo rende difficoltoso prevederne la potenza, che può essere anche molto superiore ad una mina anticarro di produzione industriale. Anche i detonatori possono variare; gli attentatori a volte impiegano parti di ordigni regolamentari militari e possono anche utilizzare sistemi di attivazione artigianali - non per questo meno efficaci - come, ad esempio, sistemi radio controllati attivati a distanza da un telefono cellulare. In alcuni casi, l'IED viene "indossato" dal terrorista-suicida che si fa esplodere in prossimità del bersaglio. Read the full article
#IED#ImprovisedExplosiveDevice#Iraq#SMD#StatoMaggioreDifesa#statomaggioreesercito#statomaggioremarina
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Gli Eurofighter italiani sostituiscono gli Amx in Kuwait contro il terrorismo
Nella tarda mattinata di ieri, mercoledì 26 marzo, presso la base di Ahmed Al Jaber, il generale di squadra aerea Ferdinando Giancotti, Comandante della Squadra Aerea dell’Aeronautica Militare, in rappresentanza del Capo di Stato Maggiore della Difesa, ha presenziato al passaggio di consegne – in gergo tecnico “transfer of authority” - tra i velivoli AMX ed i caccia Eurofighter schierati in Kuwait per l’operazione “Prima Parthica”, che costituisce il contributo della Difesa alla Coalizione internazionale di contrasto al Daesh.
“Questa cerimonia – ha sottolineato il Generale Giancotti - rende omaggio ad un lavoro duro e silenzioso svolto in condizioni climatiche particolarmente difficili e sempre con risultati eccellenti. Il personale del Task Group Black Cats ha condotto egregiamente le operazioni insieme ai colleghi di tutta la Task Force Air, dando un concreto e sensibile contributo alla Coalizione internazionale per la sicurezza dell’area”. Non cambiano i compiti dei velivoli italiani: i quattro caccia F-2000 saranno infatti impiegati in missioni di ricognizione e sorveglianza aerea– in gergo tecnico Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR) – per continuare ad assicurare alla Coalizione il contributo richiesto in termini di monitoraggio e controllo dall’alto del teatro di operazioni, suggellando la loro vocazione multiruolo. L’attività dei caccia Eurofighter,che per la prima volta vengono rischierati fuori dai confini nazionali con questi compiti specifici, si andrà ad affiancare a quella degli aeromobili a pilotaggio remoto Predator, sempre per attività ISR, e a quella di rifornimento in volo con il tanker KC-767A, a supporto sia dei velivoli italiani sia di quelli della coalizione. Operazione “Prima Parthica” L'italia prende parte alla Coalizione multinazionale contro i terroristi del DAESH operanti in Iraq e Siria. Le forze dei vari Paesi che hanno espresso l’intendimento di aderire alla Coalizione stanno operando ai sensi dell’Art. 51 della Carta dell’ONU, nonché delle Risoluzioni n. 2170 (2014) del 15 agosto 2014 e n. 2178 (2014) del 27 settembre 2014, sulla base della richiesta di soccorso presentata il 20 settembre 2014 dal rappresentante permanente dell’Iraq presso l’ONU al Presidente del Consiglio di Sicurezza. Il Task Group Black Cats, ricostituito sulla base di Al Jaber nel giugno 2016, dopo l’impegno operativo in Afghanistan, ha operato in stretta sinergia con gli altri assetti della Coalizione, fornendo un contributo determinante alle operazioni - 6000 ore di volo svolte e circa 17000 punti d’interesse e prodotti intelligence realizzati grazie ai sistemi di ricognizione di cui è equipaggiato il velivolo AMX – che si aggiunge a quello espresso a partire dal 2014 dalle altre componenti dell’Aeronautica Militare schierate in Kuwait alle dipendenze dell'Italian National Contingent Command AIR (IT NCC Air)/Task Force Kuwait. Un assetto, l’AMX, che nel 1999 veniva impiegato per la prima volta fuori dai confini nazionali nell’operazione NATO “Allied Force” nella ex-Jugoslavia e che nei successivi venti anni di vita operativa è stato per gran parte impegnato in operazioni reali. Un nuovo impegno in campo internazionale per gli Eurofighter dell’Aeronautica Militare, che nel 2011 hanno partecipato all’operazione di coalizione internazionale “Unified Protector” e sono stati impegnati per la difesa aerea in ambito NATO, partecipando alle operazioni di Air Policing in Lituania, Estonia, Bulgaria, Islanda. L’Eurofighter, la cui missione principale è la difesa aerea, grazie ai sensori degli apparati da ricognizione “Reccelite” con cui è equipaggiato sarà in grado di fornire alla coalizione, sia di giorno che di notte, prodotti fotografici ad altissima risoluzione su obiettivi terrestri. Le informazioni ed i contributi raccolti ed inviati in tempo reale a terra vengono poi valorizzati da cellule intelligence specializzate e rese disponibili sotto forma di analisi. Read the full article
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4 novembre 2019: giorno dell’Unità nazionale e giornata delle Forze Armate
#4novembre #UnaForzaperilPaese In occasione della celebrazione del giorno dell’Unità nazionale e giornata delle Forze Armate, lunedì 4 novembre, alle ore 11.45 avrà luogo a Napoli, in via Francesco Caracciolo, la cerimonia militare commemorativa e lo sfilamento di alcuni Reparti dell’Esercito italiano, Marina Militare, Aeronautica Militare, Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. Il 4 novembre 1918 terminava la prima guerra mondiale. Con l’entrata delle truppe italiane vittoriose a Trento e Trieste, dopo quasi tre anni e mezzo di combattimenti accaniti, terminava quella che venne allora definita “la Grande Guerra”. Le celebrazioni del Giorno dell’Unità nazionale e della Giornata delle Forze Armate rappresentano un importante momento di coesione e di unità e identità nazionale, nonché l’appuntamento annuale dei militari italiani con i propri concittadini, luogo ideale d’incontro e di amalgama tra Forze Armate e popolo italiano. Le Forze Armate sono, allora come oggi, artefici e garanti dell’Unità nazionale. Esse operano prioritariamente nell’ambito di coalizioni promosse dalle principali organizzazioni internazionali di riferimento: L’ONU, la NATO e l’UE. In alcuni casi possono operare in autonomia sulla base di accordi bilaterali tra il nostro Paese e la nazione ospitante. Agiscono con la consapevolezza che le operazioni militari contribuiscono e stimolano la crescita del Paese ma soprattutto promuovono la coscienza dell'importanza per l’Italia di assumere ruoli di sempre maggiori responsabilità anche in campo internazionale. L’output operativo che le Forze Armate esprimono all’estero con i propri uomini e donne, rappresenta uno stimolo alla stabilità e allo sviluppo, condizioni necessarie per riportare la speranza nelle aree particolarmente martoriate. Operano anche in Patria per contribuire alla sicurezza come nel caso dell'Operazione "Strade Sicure e dell’operazione “Mare Sicuro”. L’Italia contribuisce infatti alle attuali missioni di stabilizzazione, in contesti interforze e multinazionali, con oltre 5000 militari che operano all’estero, dalla Libia al Sahel e al Corno d’Africa, in Afghanistan, Iraq e Libano, dai Paesi Baltici ai Balcani, dal Mare Mediterraneo all’Oceano Indiano fino ai cieli d’Islanda. Si tratta di operazioni internazionali – prevalentemente svolte sotto l’egida delle Nazioni Unite, in ambito NATO e Unione Europea – nelle quali le Forze Armate hanno raggiunto altissimi livelli di efficacia, confermandosi una componente affidabile e fondamentale del “Sistema Paese”, in grado di operare oltre i confini, per affrontare le nuove sfide globali alla sicurezza, alla stabilità e alla pace, e per salvaguardare gli interessi strategici nazionali. Inoltre, le Forze Armate hanno il compito istituzionale di intervenire, qualora richiesto, in caso di pubbliche calamità e in altri casi di straordinaria necessità ed urgenza. Le calamità naturali che hanno colpito il territorio nazionale negli ultimi anni hanno visto un impiego crescente delle Forze Armate nelle attività di soccorso alle popolazioni civili evidenziando la preparazione e la prontezza dei militari ad affrontare situazioni di emergenza in favore della collettività nazionale. Quest’anno cade anche il ventennale della legge 380 con la quale, il 20 ottobre del 1999, il nostro Paese si è allineato ai Paesi della NATO aprendo le porte delle Forze Armate e della Guardia di Finanza al reclutamento femminile. L’ingresso delle donne italiane del mondo militare, avverrà l’anno successivo nel 2000, rappresentando una svolta storica per il nostro Paese e per la Difesa. Insieme alla realizzazione del modello interamente professionale, la legge 380, ha rappresentato forse l’opera epocale per antonomasia nel corso del passato ventennio ed ha contribuito a rifondare lo strumento militare e a migliorarne la percezione da parte dell’opinione pubblica, creando le premesse per uno strumento sempre più moderno e inclusivo. Per le stesse donne, ovviamente, l’accesso alle carriere militari è stata una tappa fondamentale nel percorso di emancipazione che, finalmente, ha aperto loro le porte di una realtà prima fortemente declinata al maschile. In questi 20 anni è stato sviluppato un modello di reclutamento che può essere considerato tra i più avanzati come garanzia di parità, perché ammette le donne a tutti i ruoli e a tutte le categorie senza preclusioni di incarichi e di impiego. Alla fine del 2018 sono circa 16 mila donne impiegate nelle Forze armate e nell’Arma dei Carabinieri che operano in ogni settore e in grado di aspirare ad ogni tipo di carriera. Lo sfilamento coinvolgerà un reparto interforze composto da 5 battaglioni, uno per ogni Forza Armata e per la Guardia di Finanza, I numeri del 4 novembre sono la conferma di una grande partecipazione e coinvolgimento. Sfileranno oltre 500 militari, tra uomini e donne e le bandiere di guerra delle Forze Armate e della Guardia di Finanza. Alla cerimonia prenderanno parte anche i gonfaloni delle amministrazioni locali, i medaglieri e i Labari delle Associazioni combattentistiche e d’arma insieme a una rappresentanza dei decorati di Medaglia d’Oro al Valor militare, dei richiamati nel Ruolo d’Onore e degli atleti del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa. Read the full article
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F-35, lo Stato Maggiore della Difesa precisa che non esiste divergenza con il Governo. Altre notizie frutto di strumentalizzazione
Lo Stato Maggiore della Difesa ha ritenuto opportuno correggere il tiro di un articolo riportato da La Stampa a firma Francesco Grignetti, dal titolo “Stati maggiori contro la Difesa”, secondo cui ci sarebbe un contrasto tra le Forze Armate e il governo sulla revisione del programma F-35. Lo Stato maggiore della Difesa sottolinea che quanto riportato è destituito di ogni fondamento. Come riferisce la nota stampa, non c'è infatti alcuna divergenza e, inoltre, in merito a questo così come agli altri programmi ogni azione non potrà che essere intrapresa a valle dell'iter parlamentare e della decisione del governo. Lo Stato maggiore della Difesa, ribadendo il suo pieno apprezzamento verso la guida intrapresa dal ministro Elisabetta Trenta, ricorda che le forze armate sono uno strumento tecnico al servizio del paese, dalla programmazione all'esecuzione dei programmi d'investimento, dalla pianificazione alla condotta di operazioni militari, il tutto sempre in seguito alle decisioni politiche. Ogni dichiarazione che possa apparire in controtendenza è strumentalizzata, non assolutamente in linea con la posizione dello Stato Maggiore e, pertanto, non riflette gli intenti e l’istituzionalità dell'intero comparto Difesa che si muove in piena armonia con le volontà politiche. Analisi costi-benefici L’analisi costi-benefici che il ministro Trenta aveva commissionato sull'F35 è terminata. Ora la palla passa a Giuseppe Conte che ha deciso di affrontare il problema direttamente con il presidente Trump. Non si conoscono i risultati dell’ennesima analisi costi-benefici e soprattutto chi l’ha confezionata. Fare l’analisi costi-benefici su un programma militare “duale”, pensato per garantire la difesa e la sicurezza nazionale è l’ennesima riprova che per fare politica e soprattutto “governare” un Paese serve preparazione e studio. Un principio evocato proprio dal Presidente della Repubblica al Quirinale durante un incontro con gli studenti delle scuole secondarie. Si rammenta che il Presidente della Repubblica è anche Capo delle Forze armate Di riduzione del programma l’Aeronautica militare non ne vuole sentir parlare. Il generale Alberto Rosso ieri ha spiegato alle commissioni difesa di Camera e Senato di nutrire «forte preoccupazione» per il futuro del programma e della sua stessa organizzazione. «L'F35 è l'unica soluzione perseguibile. L'alternativa sarebbe certamente costituita da mezzi più vecchi, superati e più costosi». Sulla stessa lunghezza d’onda si era espresso, qualche giorno fa, anche il Consiglio Supremo di Difesa - massimo organo dell'amministrazione centrale dello Stato, che ha il compito di fissare i criteri generali per l'organizzazione ed il coordinamento delle forze destinate alla difesa militare dello Stato: “Le criticità e le incertezze dello scenario internazionale si leggeva nel comunicato finale - impongono di disporre di uno strumento militare moderno, efficace e pienamente integrato nella dimensione europea e transatlantica”. Le reazioni delle opposizioni Così la senatrice Tatjana Rojc, in quota PD: “Imbarazzante ambiguità tenuta dal governo sui milioni di arretrati. È un altro colpo alla credibilità della politica estera nazionale”. Salvatore Deidda, Wanda Ferro e Isabella Rauti, di Fratelli d’Italia: ”L'incertezza del governo sul programma F35, la possibile perdita di importanti posti di lavoro, i continui tagli al budget della Difesa, sono temi che impongono al governo italiano una seria riflessione”. Read the full article
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Apertura delle vele su #NaveVespucci, una delle manovre più complesse per i #ProfessionistidelMare della #MarinaMilitare StatoMaggioreDifesa
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Addestramento d’eccellenza per i leoni della Brigata Marina #SanMarco http://ow.ly/J2B730968yD #MarinaMilitare StatoMaggioreDifesa #AlServiziodelPaese
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Operiamo spesso dove pochi possono vedere e apprezzare ciò che facciamo... #ProfessionistidelMare sempre #alServiziodelPaese StatoMaggioreDifesa
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#MarinaMilitare Attività addestrativa di lancio con paracadute per #palombari e #incursori di #Comsubin #ilTuoFuturoèilMare StatoMaggioreDifesa
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Esercitazioni su tavolo tattico per mantenere alto il livello di addestramento dei @ProfessionistidelMare StatoMaggioreDifesa Ministero Difesa
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#EntrainMarina, scopri tutti i #concorsi attivi per diventare uno di noi! #MarinaMilitare http://ow.ly/7AAW309ovf1 StatoMaggioreDifesa
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