#Sapere disegnare
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apropositodime · 11 months ago
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Io 🥰
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24hdrawinglab · 8 months ago
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L'arte di disegnare all'aperto: libera la creatività nella natura
L’arte di disegnare all’aperto: creatività nella natura. L’arte del disegno è una pratica intrinsecamente connessa con l’osservazione e l’interpretazione del mondo che ci circonda. Tuttavia, spesso ci ritroviamo a limitare la nostra creatività a spazi chiusi, senza esplorare il potenziale ispiratore che si nasconde all’aperto. Disegnare all’aperto non solo offre una connessione più profonda con…
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ffantasmi · 1 year ago
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Milo Manara il male di questa società quando schiatterà sarà sempre troppo tardi
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pensieri-inlacrime · 4 months ago
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Questo o quello?
(mandami un numero)
1. Cani o gatti?
2. Dolce o salato?
3. iOS o android?
4. Fotografare o farsi fotografare?
5. Alcolico o analcolico?
6. Pizza o sushi?
7. Coca-Cola o Pepsi?
8. Frutta o verdura?
9. Patatine o popcorn?
10. Ciliegie o fragole?
11. Film o serie TV?
12. Rock o pop?
13. Pianoforte o violino?
14. Vacanze in Italia o vacanze all'estero?
15. Letto o divano?
16. Pallavolo o basket?
17. Europa o America?
18. Pari o dispari?
19. Amicizia o amore?
20. Papà o mamma?
21. Telecinesi o telepatia?
22. Saper volare o invisibilità?
23. Baciare o essere baciati?
24. Sesso o amore?
25. Nero o bianco?
26. Rosso o blu?
27. Tacchi o scarpe da ginnastica?
28. Estate o inverno?
29. Tè caldo o tè freddo?
30. Tè al limone o tè alla pesca?
31. Sole o luna?
32. Spazio cosmico o profondità marine?
33. Mori o biondi?
34. Occhi chiari o scuri?
35. Ricci o lisci?
36. Doccia o vasca?
37. Acqua liscia o gassata?
38. Automobile o moto?
39. Aereo o treno?
40. Mareno montagna?
41. Pulire casa o cucinare?
42. Appartamento o villetta?
43. Figli maschi o figlie femmine?
44. Aglio o cipolla?
45. Medicina o omeopatia?
46. Italiano o matematica?
47. Inglese o spagnolo?
48. Bellezza o simpatía?
49. Cuore o cervello?
50. Walt Disney o Pixar?
51. Jasmine o Belle?
52. Laura Pausini o Elisa?
53. Tiziano Ferro o Marco Mengoni?
54. Cinema o teatro?
55. Cuffiette o cuffione?
56. Gonne o pantaloni?
57. Cravatta o papillon?
58. Instagram o Tik Tok?
59. Vaniglia o cioccolato?
60. Birra o vino?
61. Baci o abbracci?
62. Barba o pizzetto?
63. Condizionatore o ventilatore?
64. Stufa o termosifone?
65. Eurospin o Carrefour?
66. Nord o sud?
67. Est o ovest?
68. Pesce o carne?
69. Caffè dolce o amaro?
70. Cono o coppetta?
71. Capelli tinti o naturali?
72. Slip o boxer?
73. Penna o matita?
74. Ballo o canto?
75. Scrivere o disegnare?
76. Neve o pioggia?
77. Affitto o mutuo?
78. Cina o Giappone?
79. Sashimi o Carpaccio?
80. Tiramisù o profiteroles?
81. Casual o elegante?
82. Ristorante o fast food?
83. Pasta corta o lunga?
84. Harry Potter o LOTR?
85. Hunger games o Divergent?
86. Francia o Spagna?
87. Contanti o bancomat?
88. McDonald's o burger King?
89. Scacchi o dama?
90. Videogiochi o giochi in scatola?
91. Sport singoli o di squadra?
92. Ketchup o maionese?
93. Soldi o amore?
94. Batman o Superman?
95. Iron man o Captain America?
96. Bicicletta o monopattino?
97. Ansia o paura?
98. Sabato o domenica?
99. Bridgerton o stranger things?
100. _____ o _____? (Scegli tu)
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myberrylove · 23 days ago
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6 day Pokeshipping Week: Disney AU
Iniziando a disegnare questa illustrazione, ho provato a immaginarmi come poteva svilupparsi la storia, con Misty da protagonista. Così ho buttato giù qualche idea, fino ad avere una piccola trama. Storia che ovviamente non scriverò per sto già scrivendo altre fics, però mi sono ugualmente divertita a idearlo.
Ringrazio Andy per avermi dato qualche consiglio per il disegno.
In breve:
Disney (Alice in wonderland) x Pokémon
Misty (Alice) ha 12 anni ed è la più piccola di quattro sorelle, che spesso viene sottovalutata e derisa dalle sorelle perché più piccola e con meno fascino. Le quattro sorelle Waterflower vivono a Cerulean City e sono orfane di genitori.
La famiglia Waterflower è famosa per il loro talento negli spettacoli acquatici, ma Misty a causa di un’incidente che l’ha quasi fatta annegare da piccola, non riesce a nuotare senza provare panico.
Un giorno lei e le sue sorelle sono al parco, e mentre loro si intrattengono flirtando con dei ragazzi mostrando le loro abilità nel nuoto sincronizzato, Misty viene lasciata in disparte. Indispettita per venire sempre trattata come una bambina, Misty sale su un albero nel momento che vede un grosso papero giallo uscire dal lago. Nessuno dei presenti sembra notarlo e il papero indisturbato si infila in una cavità dell’albero dov’era salita Misty. Non vedendolo più uscire, Misty incuriosita si infila nella cavità, ma finisce per precipitare in un buco apparentemente senza fondo.
Quando finalmente atterra, si ritrova in un mondo diverso dal suo, dove vivono strane creature che si fanno chiamare Pokémon.
Senza sapere come tornare indietro, Misty decide di seguire il papero giallo, Psyduck (Bianconiglio), che sembra avere molta fretta. Lungo il cammino Misty conoscerà gli stravaganti abitanti che vivono in quel mondo, tra cui Ash (Cappellaio matto) con il suo amico Pikachu (Ghiro), che si divertono a organizzare feste invitando i Pokémon alla loro grande tavola. Misty arriverà al suo party seguendo Psyduck che è un ospite fisso al tè party di Ash. Ash ha 10 anni ed è considerato dagli abitanti di quel mondo un po’ matto perché parla con i Pokémon e li tratta come amici. Ha un indole allegra e festaiola, ma è anche distratto e imbranato. Tra Misty e Ash nascerà una sincera amicizia, perché Misty è l'unica a riconoscere che non è pazzo come credono gli altri e ad apprezzare la sua natura generosa verso tutte le creature. Ash in cambio l’aiuterà nella sua ricerca di un modo per tornare a casa, comparendo e togliendola spesso dai pasticci. Anche se talvolta i guai li provocherà lui, finendo che lei dovrà aiutare Ash.
Oltre a Ash, Misty farà amicizia con Brock (Tartaruga finta), un ragazzo di 16 anni che si atteggia in molto più maturo per la sua età, venendo quindi spesso scambiato per un adulto. Inoltre ha una predilizione per le donne mature, perdendosi in sproloqui sul suo amore per donne appena conosciute e rimbambendosi ogni volta che si innamora. Sarà Misty che ogni volta lo dovrà rimettere in riga.
Misty farà la conoscenza del Prof. Oak (Brucaliffo), un signore anziano che passa tutto il suo tempo a dispensare spiegazioni criptiche su quel mondo e sulle creature che ci vivono. Misty andrà da lui a chiedere un modo tornare a casa, ma lui risponderà solo con indovinelli facendole perdere tempo.
Misty incontrerà anche il dispettoso Meowth (Stregatto) che la condurrà con l’inganno da James e Jessie (Re e Regina di cuori), che si divertiranno a strapazzare e ingannare la ragazza, invitandola a un torneo Pokémon, in cui cercheranno di barare.
C’è poi Gary (Humpty Dumpty), sempre seduto su un muretto da cui non può fare a meno di vantarsi della sua intelligenza al malcapitato che passa. Fa così tanto innervosire Misty, che lei finisce per dare un calcio al muretto senza sapere che questo avrebbe franato e che Gary sarebbe caduto giù.
Dopo diverse disavventure, Misty riuscirà a tornare nel suo mondo con l’aiuto di Ash e Brock, e ai Pokémon. Una volta tornata all’albero cavo, Misty scopre che i mesi trascorsi nel mondo dei Pokèmon, nel suo mondo equivalgono a pochi minuti. Quindi le sue sorelle non si erano neanche accorte della sua scomparsa.
Grazie a quell’esperienza Misty è più sicura delle sue capacità, superando la sua fobia con l’acqua e mostrando alle sorelle di avere talento nel nuoto sincronizzato.
Passato un anno, Misty sente nostalgia del mondo abitato da Pokémon e dei suoi amici, ma è ancora incerta se tutto sia stato un lungo sogno dettato dalla sua fantasia. Un giorno le sorelle comprano un vecchio specchio da cui Misty sente che qualcuno la sta chiamando, ma non vedendo nessuno crede di avere le allucinazioni. Più avanti però vedrà comparire nello specchio Psyduck in stato di agitazione e Misty comprende che qualcuno l’ha mandato a chiamarla perché ci sono problemi nel mondo dei Pokémon.
Come per magia, Misty riesce ad attraversare lo specchio e si ritrova dall'altra parte con i suoi amici che la aspettano in un mondo in guerra.
Misty, Ash e Brock, con altri abitanti di quel posto, si ritrovano coinvolti in una battaglia per riportare la pace in quel mondo. Guerra causata da una lotta di potere tra Green e Yellow (Re e Regina bianchi) contro Red e Leaf (Re e Regina rossi), e che minaccia di coinvolgere il mondo reale dove vive Misty. Nel frattempo i sentimenti tra Misty e Ash si sono evoluti in qualcosa di più profondo, sbocciando in amore e complicando la sua scelta se tornare nel suo mondo o rimanere nel mondo dei Pokémon.
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smokingago · 2 months ago
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Non hai più voglia di fare l’amore?
È normale, questa società ti ha tarpato l’origine dell’energia radice per radice: il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, le sorprese.
Per aver voglia di fare l’amore, devi fare il pane, trovare nuovi utilizzi agli oggetti, giocare con dei bambini, impiastricciarti tutto e morire dal ridere.
Devi cedere il comando alla fantasia e disegnare quello che viene su tutto quello che vedi.
Cucinare con combinazioni nuove ogni giorno, invitare gli amici, sperimentare con la materia, annusare pugni di sottobosco, abbracciare gli alberi, giocare con un cane sporcandoti da capo a piedi.
Per aver voglia di fare l’amore, la tua giornata dev’essere un tripudio di situazioni tragicomiche, surreali e poetiche…
Le persone di cui ti circondi dovrebbero essere collegate al cuore e alla pancia, ridere di gusto, godersi i sapori veri, vedere la bellezza in ogni cosa, saper tornare bambini, divertirsi con niente… E se non se lo ricordano, accendili tu.
Per aver voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua! Un circolo virtuoso. Un vulcano inesauribile. Una nave piena di tesori.
Scrivi, dipingi, canta ogni volta che puoi, gioca, fai scherzi, balla da sola, non importa che tempo fa, non importa cosa capita fuori, non importa se puoi o non puoi fare questo o quello oggi: svegliati con la certezza che tu renderai la tua giornata esilarante!
Per aver voglia di fare l’amore, devi sorprenderti, stupire te stessa, camminare sui divani, sdraiarti per terra, mangiare quando ti pare, creare con qualunque cosa - situazioni, opere, doni, battute, avventura...
Il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, la sorpresa devono diventare ingredienti immancabili della tua esistenza, dal momento in cui apri gli occhi alla mattina.
Per avere sempre voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua.
Sonia Serravalli
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orotrasparente · 8 months ago
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l’amore è bello, bellissimo, ma a me piace più guardarlo che viverlo, come fosse una meravigliosa opera d’arte, una di quelle che ti lascia senza fiato a pensare quanto ti piacerebbe saper fare una cosa del genere, ma io i pennelli non li so usare, non so neppure scolpire il marmo e figurati se so disegnare
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raccontidialiantis · 6 days ago
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Sabato sera d'agosto in paese
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“Amare od aver amato, basta: non chiedete nulla, dopo. Non è possibile trovare altre perle nelle oscure pieghe della vita: amare è essere completi” (Victor Hugo)
“Spesso ci sono più cose naufragate in fondo a un’anima che in fondo al mare” (Victor Hugo)
“Vivere è simile all’arte del disegnare, solo che si fa senza la gomma” (Victor Hugo)
“Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai.” (Gabriel Garcia Marquez)
“Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza come nel momento in cui amiamo.” (Sigmund Freud)
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Era passata da poco la mezzanotte. Fra un po’ avrebbero finito la serata, nel pub della cittadina in cui anche Mario, rappresentante di commercio, era nato e dove tornavano ogni estate per le vacanze. Quello era decisamente il loro posto dell’anima. Lui suonava la chitarra, nel loro gruppo. Si ritenevano a buon diritto una “jazz band”, ma poi in pratica suonavano di tutto: oltre agli standard di jazz, eseguivano impeccabilmente brani rock dei gloriosi anni sessanta-settanta e canzoni italiane sempreverdi.
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Che poi alla fine erano queste ultime, quelle che facevano battere il piedino a tutti. Erano bravissimi: anche gli altri componenti della band erano tutti professionisti fuori sede da decenni. Un professore, un ingegnere, un poliziotto e un dermatologo. Uomini maturi che si riunivano puntualmente in paese nell'agosto di ogni estate. Tutto l’anno ognuno nella propria città si impegnava e proponeva spunti agli altri via web.
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Si scambiavano idee e brani, mantenendo così viva la loro grande passione per la musica. Accadde che quel sabato, verso la fine, durante una pausa, gli altri quattro membri della band erano già scesi dal palco: chi per andare a fare pipì, chi a bere una birra. Ma Mario invece era rimasto ancora un attimo seduto, con lo strumento in grembo. Perché gli sembrava di aver improvvisamente scorto, all’ultimo tavolo in fondo e nell’angolo buio del locale, il viso di Sonia.
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All’epoca, primi anni settanta, avevano entrambi diciott’anni. Lui aveva avuto in regalo in estate dai genitori una bellissima e fiammante motocicletta Gilera 124 con cui la portava in giro e grazie alla quale potevano appartarsi lontani dalla città. Di lei era innamoratissimo e anche Sonia sembrava ricambiarlo. Amavano entrambi il rock inglese: Yes, Genesis, King Crimson, Gong, Gentle Giant…
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Tra gli italiani, erano entrambi fan di Lucio Battisti; come tutti in quel periodo. E sulla moto ovviamente spesso cantavano a squarciagola “Il tempo di morire” (motociclettaa… dieci accappìììì…) e poi altre canzoni dell’epoca, quelle che oggi chiameremmo a buon diritto “evergreen.” Stettero insieme solo un altro inverno e la successiva estate, giusto il tempo di passare l’esame di stato. Lui era convinto che l’avrebbe sposata. Le aveva giurato amore eterno.
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Faceva nella sua testa mille progetti. Lei invece a settembre a bruciapelo gli distrusse il cuore. Dal juke box del baretto in cui si videro l’ultima volta prima di lasciarsi si sentiva “L’Aquila” di Lucio Battisti. Questo le diede il coraggio e lo spunto per farlo: gli disse perciò che lei si sentiva come un’aquila. Che era nata libera e perciò troppo costretta in quel paesello; voleva andarsene e avere molto di più, dalla vita. Infatti dopo qualche giorno si trasferì a Roma per frequentare l’università.
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Mario seppe in seguito che forse non era stato estraneo alla faccenda un altro giovane che l’aveva incantata a sua insaputa quando ancora stavano insieme. Stupido, ingenuotto, farlocco: non s'era accorto di nulla! Dopo aver rammendato - ma non curato - il suo cuore, anch’egli si iscrisse all’università. Nelle sue intenzioni da sempre avrebbe voluto anche lui scegliere Roma, ma per ragioni ovvie d’orgoglio preferì darci un bel taglio e scelse Pisa. Nessun dolore.
Tu mi sembri un po’ stupita - Perché rimango qui indifferente Come se tu non avessi parlato - Quasi come se tu non avessi detto niente
Ti sei innamorata - Cosa c'è, cosa c'è che non va? Io dovrei perciò soffrire da adesso - Per ragioni ovvie d'orgoglio e di sesso
E invece niente, no, non sento niente, no - Nessun dolore -Non c'è tensione, non c'è emozione - Nessun dolore
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E adesso nel pub quella lì in fondo era lei: ne era sicuro. Scherzava e rideva assieme ai suoi amici di tavolo. Forse uno di loro era suo marito. O forse no. Era la prima volta che la rivedeva dopo moltissimi anni e gli sembrava sempre bellissima. Gli venne spontaneo: rialzò il volume dell’amplificatore e piano, da solo iniziò a suonare “L’aquila”. Dopo un’era geologica fu la prima volta.
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Perché era un brano che categoricamente si rifiutava di suonare, coi suoi amici. Loro sapevano, capivano e lo rispettavano. Chi l’ha detto che dopo un po’ di tempo qualsiasi rancore sparisce: per la freddezza e l’egoismo con cui era stato liquidato, ancora dopo decenni provava soltanto un’intensa rabbia. Una pena sorda nel cuore. Eppure cominciò a suonare in modo dolcissimo.
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Erano, gli arpeggi iniziali, a loro modo inesorabili e penetranti: rimandavano a una canzone che era impossibile non riconoscere. Il timbro caldo che scaturiva dalle sue dita portava l’armonia in alto. Senza ancora la melodia vocale inconfondibile: un accompagnamento armonico nudo, scarno ma bellissimo. Lei si fece seria: di sicuro ora l’aveva riconosciuto. Le era tornato in mente il brano e quell’espressione della donna fu l’ultima che vide, perché subito dopo abbassò il viso e si concentrò sui tasti, sulla diteggiatura e sulla dinamica dell’esecuzione.
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Sentì appena la voce di lei che da lontano del pezzo iniziava a cantare le parole. Dapprima esitante, poi via via più decisa. Incredibile a dirsi, si fece silenzio nel locale, durante quell’esecuzione drammatica: si percepiva chiara la forte tensione emotiva tra i due. Lontani tra loro dieci metri e trent'anni. Eppure eseguivano il pezzo benissimo, incastrando la melodia della voce con l'armonia degli accordi.
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Lei man mano si avvicinò: dal tavolo raggiunse dapprima il centro del pub, più vicina al palchetto. Cantava con una tale intensità che qualcuno si commosse, persino. Aveva una voce stupenda e intonata; lui l’accompagnava e sottolineava le frasi con rara perizia nel fraseggio. Finito di suonare, insieme ma ancora lontanissimi, lei arrivò vicina alla pedana.
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Muta, lo fissò per tutto il tempo. Mario non alzò neppure per un momento lo sguardo. Ripose lo strumento nel suo fodero imbottito, che con un rapido movimento mise in spalla. Poi staccò la spina, prese con l'altra mano l’amplificatorino da pub che usava in quelle occasioni, si girò e senza dire una parola se ne andò.
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Disse appena ai suoi amici poco distanti e imbarazzati che si sentiva poco bene, che continuassero senza di lui: tanto all’una avrebbero comunque finito e mancava pochissimo. Tornato a casa fece una doccia, si infilò nel letto in silenzio insieme alla moglie che già dormiva serena da tempo.
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La guardò a lungo, ritrovò nel comodino, tra i calzini e i libri in perenne standby, un sorriso ancora pulito; le accarezzò i capelli pianissimo per non svegliarla. Si infilò sotto le coperte e finalmente si concesse due lacrime, prima di cadere nel sonno. Lei si girò e nel dormiveglia gli si strinse. Il suo cuore ebbe un lieve sobbalzo. L’amore da qualche parte in lui esisteva ancora, evidentemente.
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RDA
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claudiaplescia · 8 months ago
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Un anno fa in questo mese avevo un numero imprecisato di schede costantemente aperte su reperti naturalistici che mi servivano da reference alla lavorazione di "Le 60 avventure da vivere nella natura". È sugli scaffali delle librerie dallo scorso giugno, ma lo ritiro fuori ora che si sta affacciando la primavera perché è tornato il periodo migliore per rimettersi l'uniforme da esplorator* e andare in giro a caccia di tesori. Mi piacciono i manuali, non sai mai quando ti può tornare utile saper costruire una bottiglia filtrafango, oppure può capitare che qualcuno ti chieda di disegnare una cacca e tu ne conosci almeno venti tipi diversi e da uno scherzo iniziate a parlare dei regimi alimentari degli animali selvatici dei colli bolognesi. Ho guadagnato un badge per questo. Questa e altre avventure meravigliose sono il frutto del lavoro incredibile di Marco Priori e Alice Centioni, che ringrazio moltissimo per avermi dato fiducia nella realizzazione delle illustrazioni. La veste grafica è di Sara Signorini <3 e il libro è edito da Il battello a vapore 🌱
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calim3ro · 6 months ago
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Buongiorno 😴 (ore 6:02)
Ieri notte ho visto un film fantasy carino, si chiama Lady in the water. La parte finale non mi ha fatto impazzire, per il resto molto carino.
Sono molto contento e stressato allo stesso tempo ahahah. Stressato perché oggi a lavoro mancherà un collega e quindi devo farmi carico io del suo lavoro oltre che al mio. E contento perché tra una settimana esatto ho l'appuntamento dal tatuatore 😍 mi farò il mio quarto tatuaggio e sarà sul signore degli anelli.
Dovete sapere che io sono un grande appassionato del mondo di Tolkien. Se mi date una mappa dell'Italia e mi doveste chiedere dove si trovano tutte le regioni sicuramente sbaglierei (lo so è una cosa vergognosa, il mio non è un vanto ma un dato di fatto😅) , se invece mi date un foglio di carta bianco ed una matita vi potrei disegnare nel dettaglio la mappa di Valinor la terra degli immortali 🤣
Pensate che io ho un amico che invece è super appassionato di One piece, e una volta al giorno ci facciamo degli audio con delle "perle". Io gli racconto qualcosa sul signore degli anelli e lui qualcosa su One piece. Ormai è diventata un'abitudine ahaha
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(piccolo set di foto di un viaggio fatto a Parigi ad ottobre)
Un abbraccio 💕
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nitroglycerin-a · 8 months ago
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A te piacerebbe creare un manga? avendone la possibilità.
Dipende cosa si intende per manga, il manga vero e proprio lo dico con risolutezza estrema, possono farlo solo i giapponesi, sono oggettivamente più bravi a disegnare tutti quanti perché disegnano il doppio di un normale occidentale ed è ovvio il motivo, in più non essendoci qui la cultura della tradizione del manga vero e proprio, ma lo strascico dell’essere fan, rende i prodotti un po’ delle copiature ma peggiori, non c’è una vera e propria idea originale, sembra che vogliano rendere l’idea del manga prendendo fin troppo spunto tanto da arrivare a non avere più un’identità, io come roba non la farei mai, ciò che ho fatto è stato prendere le mie influenze manga e trasformale in un ibrido con altre cose, si possono fare stili ispirati al disegno nipponico, ma pensare di creare un manga senza la capacità al 100% e senza sapere come si imposta una storia di quel tipo (perché è quello che conta) è a mio gusto personale, noiosissimo e non tiene per niente bene la competizione, prendi le influenze e fai qualcosa di tuo senza la paura di andare troppo fuori tema, il manga è fumetto come tutti gli altri dopotutto
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wildartsstuff · 1 year ago
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heyyy ciao :) voglio dirti che adoro abbestia la tua arte, e che cerchi di mettere un po’ di toscano non soltanto a pinocchio ma anche nel tuo oc lucignolo, l’ho apprezzo molto💖 e poi finalmente vedo qualcuno di italiano in questo fandom😭 a e voglio darti un headcanon: per me lucignolo sarebbe un perfetto livornese, ce lo vedo troppo a dire “ir tegame di tu ma” come sua parolaccia preferita o sennò “dé sei proprio un buodiùlo”
Ayooo!! Mi fa piacere sapere che siano altri toscani nel fandom, e grazie mille!! Molta gente sta apprezzando il mio Lucignolo e sono contento, me lo godo prima del reveal finale del gioco hahaha ( lo continuerò a disegnare, non abbandonerò il mio design ) Comunque, sì, anche io sono per il Lucignolo livornese perché sinceramente il suo essere rozzo si sposa perfettamente per quello che è il livornese stesso e adoro. Ecco uno sketchino che ho realizzato con le due frasi che hai detto e che ammetto mi hanno fatto ridere :^)
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24hdrawinglab · 1 year ago
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intotheclash · 1 year ago
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“Mi dovrai scusare”, gli ho detto. “Ma non ci riesco proprio a spiegarti com’è fatta una cattedrale. Non ne sono proprio capace. Non posso fare meglio di così”. Il cieco è rimasto seduto immobile e mi ascoltava con la testa abbassata. Ho detto: “Il fatto è che le cattedrali non è che significhino niente di speciale per me. Niente. Le cattedrali. Sono solo cose da vedere in tv la sera tardi. Tutto lì”. È stato a quel punto che il cieco si è schiarito la gola. Gli è venuto su qualcosa. Ha tirato fuori un fazzoletto dalla tasca di dietro. Poi ha detto: “Ho capito, fratello. Non è un problema. Capita. Non stare a preoccupartene troppo”, così ha detto. “Ehi, sta’ a sentire. Me lo fai un favore? Mi è venuta un’idea. Perché non ti procuri un pezzo di carta pesante? E una penna. Proviamo a fare una cosa. Ne disegniamo una insieme. Prendi una penna e un pezzo di carta pesante. Coraggio, fratello, trovali e portali qua”, ha detto. E così sono salito di sopra. Mi pareva di non avere più un briciolo di forza nelle gambe. Me le sentivo come dopo aver fatto una corsa. Ho rovistato un po’ nello studio di mia moglie. Ho trovato delle penne a sfera in un cestino sulla scrivania. E poi mi sono sforzato di pensare a dove potevo trovare il tipo di carta che mi aveva chiesto. Sono sceso in cucina e ho trovato una busta di carta del supermercato che aveva ancora delle bucce di cipolla in fondo.
L’ho svuotata scuotendola per bene. L’ho portata di là in soggiorno e mi sono seduto per terra vicino alle gambe del cieco. Ho spostato un po’ di roba, ho allisciato la busta e l’ho stesa sul tavolino. Il cieco si è tirato giù dal divano e si è seduto accanto a me sul tappeto. Ha passato le dita sulla busta. Ne ha sfiorato su e giù i margini. I bordi, perfino i bordi. Ne ha tastato per bene gli angoli. “Perfetto”, ha detto. “Perfetto, facciamola”. Ha trovato la mia mano, quella con la penna. Ha chiuso la sua mano sulla mia. “Coraggio, fratello, disegna”, ha detto. “Disegna. Vedrai. Io ti vengo dietro. Andrà tutto bene. Comincia subito a fare come ti dico. Vedrai. Disegna”, ha detto il cieco. E così ho cominciato. Prima ho disegnato una specie di scatola che pareva una casa. Poteva essere anche la casa in cui abitavo.
Poi ci ho messo sopra un tetto. Alle due estremità del tetto, ho disegnato delle guglie. Roba da matti. “Benone”, ha detto lui. “Magnifico. Vai benissimo”, ha detto. “Non avevi mai pensato che una cosa del genere ti potesse succedere, eh, fratello? Be’, la vita è strana, sai. Lo sappiamo tutti. Continua pure. Non smettere”. Ci ho messo dentro finestre con gli archi. Ho disegnato archi rampanti. Grandi portali. Non riuscivo a smettere. I programmi della televisione erano finiti. Ho posato la penna e ho aperto e chiuso le dita. Il cieco continuava a tastare la carta. La sfiorava con la punta delle dita, passando sopra a tutto quello che avevo disegnato, e annuiva. “Vai forte”, ha detto infine. Ho ripreso la penna e lui ha ritrovato la mia mano. Ho continuato ad aggiungere particolari. Non sono certo un artista. Ma ho continuato a disegnare lo stesso. Mia moglie ha aperto gli occhi e ci ha fissato. Si è tirata a sedere sul divano, con la vestaglia tutta aperta. Ha detto: “Che cosa state facendo? Ditemelo, voglio sapere”. Non le ho risposto. Il cieco ha detto: “Stiamo disegnando una cattedrale. Ci stiamo lavorando insieme, io e lui. Premi più forte”, ha detto, rivolto a me. “Sì, così. Così va bene”, ha aggiunto. “Certo. Ce l’hai fatta, fratello. Si capisce bene, adesso. Non credevi di farcela, eh? Ma ce l’hai fatta, ti rendi conto? Adesso sì che vai forte. Capisci cosa voglio dire? Tra un attimo qui avremo un vero capolavoro. Come va il braccio?”, ha chiesto. “Ora mettici un po’ di gente. Che cattedrale è senza la gente?” Mia moglie ha chiesto: “Ma che succede? Robert, che cosa stai facendo? Si può sapere che succede?” “Tutto a posto”, le ha detto lui. “E adesso chiudi gli occhi”, ha aggiunto, rivolto a me. L’ho fatto. Li ho chiusi proprio come m’ha detto lui. “Li hai chiusi?”, ha chiesto. “Non imbrogliare”. “Li ho chiusi”, ho risposto io. “Tienili così”, ha detto. Poi ha aggiunto: “Adesso non fermarti. Continua a disegnare”. E così abbiamo continuato. Le sue dita guidavano le mie mentre la mano passava su tutta la carta. Era una sensazione che non avevo mai provato prima in vita mia. Poi lui ha detto: “Mi sa che ci siamo. Mi sa che ce l’hai fatta”, ha detto. “Da’ un po’ un’occhiata. Che te ne pare?” Ma io ho continuato a tenere gli occhi chiusi. Volevo tenerli chiusi ancora un po’. Mi pareva una cosa che dovevo fare. “Allora?”, ha chiesto. “La stai guardando?” Tenevo gli occhi ancora chiusi. Ero a casa mia. Lo sapevo. Ma avevo come la sensazione di non stare dentro a niente. “È proprio fantastica”, ho detto.
Raymond Carver - Cattedrale
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klimt7 · 11 months ago
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È tempo di iniziare un progetto. Fine gennaio forse è il periodo giusto.
Un pò come seminare in un vaso, dentro casa, il basilico. Quello che poi a maggio ti stupirà col suo verde brillante e le foglie folte e quasi lucide.
Parlo dello scrivere.
È parecchio che non mi dedico a qualcosa di più organico. Un progetto appunto. Una storia articolata. Dare uno sviluppo, cercare un narrare, più che un semplice catturare dettagli, e scattare dei flash alla materia viva e incandescente che solo gli altri da noi.
Forse è il momento di superare la dimensione del testo-frammento che riempie di norma, il Blog-dario e cominciare a impegnarsi sul livello di un racconto-lungo, magari.
Il titolo che mi frulla in testa, ruota attorno a un concetto. "LE VITE DEGLI ALTRI".
La curiosità sempre avuta fin da bambino per le "vite degli altri". Per lo spazio individuale in cui si fanno scelte. In cui accadono fatti che poi decidono il destino di quella particolare persona .
Il brillare di questa materia così speciale, che sono le vite che ci passano accanto. Che intravediamo per strada o che ci pare di intuire facendo foto mentali o reali, quando usciamo.
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In quei momenti ci piace catturare quel frammento di luce, che percepiamo nei gesti, negli sguardi, nelle battute, nei dialoghi o perfino nella postura o nel bagliore di un viso.
Le vite degli altri, mischiate alla nostra. Ogni volta che dialoghiamo e bussiamo alla porta di un altro individuo ascoltiamo un rumore di passi o un'incertezza, una pausa fra le parole o una esitazione. Un ritegno che di per se stesso è comunicazione, è messaggio e alfabeto
E saper ascoltare senza un atteggiamento giudicante è importante. È fondamentale.
E in fondo è ciò che ho deciso di fare nella vita. Incontrare persone e ascoltarne la storia, tracciarne i contorni. Imparare i limiti. Auscultare le debolezze, le pause o le esitazioni, che dicono più della intonazione della voce. Non saremo mai monadi o torri d'avorio chiusi in noi stessi.
Siamo tutti interdipendenti, per questo la curiosità umana è lo strumento essenziale per affacciarsi con rispetto e delicatezza sull'abisso che sono le vite degli altri. Quelle che poi finiscono per insegnarci lo spazio e la dimensione della nostra, attraverso un gioco di specchi e riflessi. E allora nasce il bisogno di trovare la giusta distanza per permettere lo scambio e l'empatia. Il comune esercizio della "simpatia" : il sentire condiviso.
Da domani comincerò a "disegnare", per così dire, a organizzare, e poi a raccogliere spunti e dettagli, oltre alle idee base che ruotano attorno a questo progetto.
Ciò che mi spinge forse è il desiderio di superare il livello e la dimensione del "frammentarismo" nello scrivere, per dare inizio a qualcosa di più organico e strutturato.
E stanotte, l'immagine che sento meglio rappresentare questo tipo di argomento è il mare, la traversata di un mare palpitante e vivo.
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susieporta · 1 year ago
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LA VOGLIA DI FARE L’AMORE
Non hai più voglia di fare l’amore?
È normale, questa società ti ha tarpato l’origine dell’energia radice per radice: il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, le sorprese.
Per aver voglia di fare l’amore, devi fare il pane, trovare nuovi utilizzi agli oggetti, giocare con dei bambini, impiastricciarti tutto e morire dal ridere.
Devi cedere il comando alla fantasia e disegnare quello che viene su tutto quello che vedi.
Cucinare con combinazioni nuove ogni giorno, invitare gli amici, sperimentare con la materia, annusare pugni di sottobosco, abbracciare gli alberi, giocare con un cane sporcandoti da capo a piedi.
Per aver voglia di fare l’amore, la tua giornata dev’essere un tripudio di situazioni tragicomiche, surreali e poetiche…
Le persone di cui ti circondi dovrebbero essere collegate al cuore e alla pancia, ridere di gusto, godersi i sapori veri, vedere la bellezza in ogni cosa, saper tornare bambini, divertirsi con niente… E se non se lo ricordano, accendili tu.
Per aver voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua! Un circolo virtuoso. Un vulcano inesauribile. Una nave piena di tesori.
Scrivi, dipingi, canta ogni volta che puoi, gioca, fai scherzi, balla da sola, non importa che tempo fa, non importa cosa capita fuori, non importa se puoi o non puoi fare questo o quello oggi: svegliati con la certezza che tu renderai la tua giornata esilarante!
Per aver voglia di fare l’amore, devi sorprenderti, stupire te stessa, camminare sui divani, sdraiarti per terra, mangiare quando ti pare, creare con qualunque cosa - situazioni, opere, doni, battute, avventura...
Il gioco, la gioia, la risata, la fantasia, la magia, il ballo, il tatto, l’abbraccio, l’improvvisazione, la sorpresa devono diventare ingredienti immancabili della tua esistenza, dal momento in cui apri gli occhi alla mattina.
Per avere sempre voglia di fare l’amore, devi far sì che la tua vita sia un atto di creazione continua.
Sonia Serravalli
www.ilboscofemmina.com
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