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Saint Jerome writing -FALSARIO CARAVAGGIO CANVAS
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San Girolamo scrivente -FALSARIO DI CARAVAGGIO
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L'ORRORE .... L'ORRORE ...
fare un reply con photoshop, sostituendo all'adorabile Down un clandestino nigeriano dalla Stazione Centrale e alla mamma il muso della puta Consumatrice Ideale scrivente, col medesimo testo: dite che capirebbe la finaccia da oggetto postumano che ha fatto? Secondo me non basterebbe.
Vabbé, tanto é giusto che rosichi senza capire che in realtà ce l'ha con la propria profonda inadeguatezza. Alla pollastra da batteria qualche camicia da stirare, fotocopia da fare, caxxo da succhiare glie lo si trova; fino a quando, inutilizzabile anche come nonna, non sarà già auto convinta di chieder eutanasia e avanti un'altra Consumabile. Tout se tiens.
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Cercasi vena poetica, smarrita in via del silenzio n. 1
Chiunque l'avesse trovata è cortesemente invitato a mettersi in contatto con la scrivente.
Ringrazio tutti anticipatamente per la collaborazione
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Un frammento di luce
L'altro giorno, arrivata al parcheggio, prima di entrare in auto, la mia attenzione ricadde su un foglietto, un punto di luce sull'asfalto tetro cotto dal sole. Mi avvicinai e sorrisi, lieta di poterne leggere il contenuto senza profanare il suo luogo di riposo: "crescenza, ditalini, conchigliette, linguine asciutte, farfalle, 2 te, 2 dadi, 2 vino rosso, 2 bianco, 2 latte, biscotti, Alice". La grafia, di mano sicura e dai tratti un po' infantili, assomiglia a quella di mia nonna e di altri suoi coetanei, perciò chi ha scritto questa lista della spesa potrebbe essere una persona anziana. Tuttavia, ciò che mi intenerisce è il fatto che, prima di annotarsi ciò che occorreva, l'autore misterioso abbia testato l'affidabilità dell'inchiostro, dalla corposità incerta ma ancora presente. Cos'altro emerge poi? Ah sì, Alice... È l'artefice? È colei che ha incaricato lo scrivente di tale quotidiana impresa? O forse non è un nome proprio ma si riferisce all'omonimo pesce azzurro, per quanto sia strano sentirlo nominare al singolare? Quanti indizi, quante suggestioni si possono cogliere da un semplice foglio scritto! Salii in macchina in preda di un'emozione febbrile, come se avessi scoperto uno scrigno ricolmo di tesori. In effetti lo era, almeno dal mio punto di vista: mi ero imbattuta in un vero e proprio spaccato di vita quotidiana, un gesto comune, ma personale, intimo, perciò autentico, naturale, non costruito. Un ritrovamento che ha il sapore delle ricerche di archivio che mi hanno accompagnato negli ultimi anni, ma anche delle ricette di famiglia, cartoline, lettere e fotografie sbiadite che hanno forgiato la mia infanzia. Spero che tale lista sia stata smarrita dopo e non prima della delicata missione gastronomica a cui siamo chiamati settimanalmente. In ogni caso, mi piace pensare che il compito di questo foglietto fosse quello di andare oltre la sua funzione primaria, divenendo una storia da raccontare ai passanti, una finestra sulle abitudini di persone sconosciute, ma che nella ricerca del cibo diventano come ciascuno di noi; un frammento di umanità e uguaglianza: un punto di luce sull'asfalto tetro cotto dal sole.
#pensieri#foto mie#posticini belli#posticini belli e nascosti#aestethic#natura#un frammento di luce#sorprese della domenica mattina#la bellezza del quotidiano#uguaglianza
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Le cose grandi nascono nel silenzio.
Le cose importanti nascono nel segreto.
Se dunque ti senti sfiduciato, e se percepisci un qualche esaurimento, fisico, psichico, o nervoso, cerca di andare nel silenzio, e cerca di operare nel segreto rifugio del tuo cuore.
So bene che questa società ci spinge tutti in direzione contraria.
So bene che il frastuono delle informazioni, questa pornografia ossessiva, tenta di infrangere l'antico cristallo del suono silenzioso.
So benissimo che questa società pornografica ritiene che nulla debba essere custodito nel segreto, e che appunto l'esposizione pornografica di ogni sentimento corrisponda con la vera libertà, o, peggio, con la sospirata autenticità.
Ma tu, fratello mio, e tu, sorella nel dolore, impara presto a stare nel silenzio.
Impara presto a custodire il tuo segreto, e a lavorare in segreto sul segreto, lì dove, come dice il Cristo, la Fonte del tutto dimora, e ti dona in segreto tutta la sua gioiosa vitalità.
Proprio ADESSO!
Marco Guzzi
L'immagine è
San Girolamo scrivente, di Caravaggio
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Servitù volontaria
Va letta e riletta, la lettera di Ricardo Franco Levi, “Commissario Fiera del Libro di Francoforte del 2024”, che comunica al “professore carissimo” Carlo Rovelli di aver annullato la sua lezione alla Buchmesse dell’anno prossimo per i delitti di pacifismo e leso Crosetto. “Con grande pena, ma senza infingimenti”. Per non trasformare “un’occasione di festa e giusto orgoglio nazionale in motivo di imbarazzo per chi rappresenterà l’Italia… al massimo livello istituzionale”. Il dolente scrivente avverte tutto “il peso di questa lettera, che mai avrei voluto scrivere” (sic) e spera “che possa contribuire a non farmi perdere la sua amicizia”. Gran finale: “Con l’augurio di poter presto leggere un suo nuovo libro… le invio il migliore dei saluti”. Manca solo l’epigrafe che Longanesi voleva stampare sul Tricolore: “Tengo famiglia”.
La lettera è un reperto d’epoca, anzi d’epoche, perché avrebbe potuto scriverla qualunque prototipo d’intellettuale italiano in uno qualsiasi degli ultimi sei o sette secoli. È un capolavoro di servitù volontaria, dunque non richiesta, che spiega perché qui l’unica cultura degna di nota è quella autoritaria, qualunque sia l’autorità: l’intellighenzia non si concepisce come contropotere, ma come protesi e lingua del potere. Ha sempre bisogno di un padrone da servire. Se il padrone ordina, obbedisce. Se l’ordine non arriva, lo previene. Se il padrone cade, se ne cerca un altro. E non cambia mai idea, non avendone di proprie: cambia soltanto padrone. Il tapino Ricardo (con una c sola) – già giornalista per insufficienza di prove di Sole 24 ore, Corriere, Giorno, Messaggero e Stampa, fondatore-affondatore dell’Indipendente “liberal” (senza e), sottosegretario di Prodi, portavoce di Veltroni e ora presidente degli editori – è persino sincero, nella sua viscida cortigianeria censoria. Per lui, come per ogni maggiordomo, un intellettuale che critica il potere non è normalità democratica: è un’anomalia da stroncare prima che faccia precedente. Più del censore, che ora si rende due volte ridicolo con la retromarcia per ordine del governo, fanno pena i censori del censore (tipo Crosetto, che aveva invitato Rovelli a occuparsi di buchi bianchi e non del buco nero dei suoi conflitti d’interessi armati). Sono come Levi: per 15 mesi hanno stilato liste di fantomatici putiniani, silenziato e insultato i pacifisti, tentato di chiudere i programmi che li ospitano, ostracizzato artisti e autori russi (memorabile, ieri, il teatrino di Vespa e altri camerieri ai piedi di Zelensky). Ora la censura “liberal” e “progressista” si salda con quella della destra, che ne raccoglie i frutti senza neppure muovere un dito. Come disse Mussolini negli ultimi giorni di Salò: “Come si fa a non diventare padrone in un Paese di servi?”.
Marco Travaglio
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Non pensi che ognuno di noi sia destinato ad una sola anima (l'altra meta' insomma ). ?Quella persona che, con il suo sguardo, è in grado di farsi riconescere in mezzo ad una folla immensa e dalla quale non saresti in grado di allontanarti e di lasciarla andare via per nulla al mondo.
***ATTENZIONE*** Il testo seguente contiene quantità di cinismo e di realismo che alcune persone potrebbero trovare offensive disturbanti: la vostra prosecuzione nella lettura verrà considerata una sottintesa comprensione ed accettazione di quanto appena comunicato ed è un'azione intrapresa liberando fin d'ora lo scrivente di ogni responsabilità.
Caro anonimo, la mia risposta è molto semplice ed è NO, anzi è ASSOLUTAMENTE NO.
Destino, karma, predestinazione (solo per citare alcune delle difese emozionali su cui una teoria come la tua si basa) sono indefinibili invenzioni, create ad uso e consumo di coloro che hanno difficoltà a fare i conti con realtà quali la località, il caso, il caotico costante divenire di una realtà che non controlliamo, la volatile variabilità delle situazioni, ed anche per coloro che hanno altrettante difficoltà per accettare che nelle loro vite, a partire dalla semplice esistenza delle stesse, non c'è nulla di eccezionale, in termini assoluti.
E questo non riguarda solo le relazioni, ma proprio tutto il costrutto di abitudini, tradizioni, preferenze, valori, gusti, aspettative, valutazioni morali, dentro cui ognuno di noi è immerso e da cui ognuno di noi è definito, anche nella non accettazione o nel rifiuto delle stesse, ha carattere di casualità, località e sovrastrutturalità.
Il formaggio vi piace perché siete europei, mentre un paio di miliardi di persone che vive nell'estremo oriente lo guarda con disgusto e lo considera latte marcio; quelle stesse persone, poi, non capiscono come mai noi si stia a fare tutto sto casino e sta polemica nei riguardi dell'introduzione degli insetti nelle nostre diete, perché per loro sono delicatezze e prelibatezze da secoli. Guidate tenendo la destra perché siete nati al di fuori dei paesi anglosassoni. Scrivete da sinistra a destra perché non siete nati in un paese arabo. Vi sembra ovvio scrivere le parole a partire da un alfabeto fatto di lettere, ognuna delle quali rappresenta un brevissimo fonema, ma nel resto del mondo c'è chi trova altrettanto normale avere un alfabeto sillabico o addirittura ideogrammatico, e tutto questo non dipende da una scelta, ma dalla casualità a riguardo di dove siete geograficamente nati.
Non so se, tutti coloro che si sentono perfettamente rappresentati dalla chiesa cattolica e che si fanno vanto della loro fede nei dogmi di essa, hanno presente che fossero nati in Inghilterra sarebbero probabilmente anglicani, luterani fossero nati in Germania, islamici fossero nati in Arabia, scintoisti fossero nati in Giappone, ovvero che anche la religione ha valenza in buona parte geografica, locale.
E nemmeno mi metto a tirare dentro alla discussione anche la variabile tempo, la variabile storica, perché gli stessi, nati eventualmente in Italia , sì, ma qualche secolo prima di Cristo, avrebbero trovato delizioso il garum (usate Google, se non sapete cosa è) ed avrebbero offerto libagioni ad Apollo.
Quindi, alla luce di quanto detto, l'idea che esista una ed una sola persona per ognuno di noi e che quella persona a noi sia destinata, è quanto meno ingenua: anche quella relazionale è una circostanza su cui il momento in cui siamo nati, il luogo in cui siamo nati, la cultura in cui ci siamo trovati immersi, l'educazione che abbiamo ricevuto, solo per citare alcuni aspetti su cui non abbiamo alcun controllo, hanno una parte molto più determinante di quella che, quel rimasuglio di reale libero arbitrio rimastoci, potrà mai vantare.
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Ho postato 232 volte nel 2022
Sono 222 post in più del 2021!
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#qualche peso dal petto va gettato oltre l'ostacolo e se si confonde col cuore non fa niente
I miei post migliori nel 2022:
#5
Sulla scrittura (in itinere) I
Non è dubbio che la percentuale di persone che si approcciano alla scrittura o, in maniera compiuta, arrivano a pubblicare qualche proprio scritto è aumentata in maniera molto forte nell'ultimo secolo o poco meno.
Mi rendo conto della poca veridicità della prima espressione, o meglio della sua incertezza. Non si può determinare con alcun grado di sicurezza, nel limite della coscienza della poca diffusa scolarizzazione e alfabetizzazione, chi fosse appunto in grado di scrivere versasse questa propria capacità nello stilare un diario personale come forma di auto analisi. Alcuni di questi diari sono stati poi pubblciati, se non dagli scrittori, da qualche altro amico o storico nel caso di personaggi rilevanti -- e non. Ad ogni modo l'atto della pubblicazione di un diario, se non avviata dallo scrivente stesso, non è da considerarsi intenzionale quando attuata da qualcun altro che si sia trovato in facoltà di occuparsi di queste scritture.
Questa stessa è una bozza che precede lo stilamento di un più compiuto e accessibile saggio a riguardo, limitatosi all'esperienza descrivente/scrivente che solo lateralmente tange quella del lettore e della biblioteca.
Si scrive per differenti ragioni. Alcune di queste, o almeno la premessa che spiega le mie, sono già state accennate in uno degli articoli precedenti, forse il primo davvero che sia stato posto qui. Si trattava però di inclinazioni personali e assolutamente particolari rispetto a quel dato progetto.
Esiste la scrittura come forma di autoanalisi, e di autogodimento o passatempo ("In treno porto sempre il mio taccuino: bisogna pur aver qualcosa di fantasmagorico da leggere"); e la scrittura come comunicazione, figlia istruita del parlato. Parlato si intende non interiore ne delirante ma estroverso e significativo.
Se è ovviamente lecito scrivere-pensare qualche ovvietà precedentemente espressa, è però altrettanto lecito scrivere-pubblicare la stessa? Non si intende un esempio in buona fede, ovvero lo scrivere-ideare qualche cosa di cui non si conoscono i limiti storici, perché laddove l'ignoranza sopperisce alla personalità non c'è maniera di determinare quanto già stato fatto. Esempio: può essere che queste ovvietà da me ripetute siano pari ad un prodotto pubblicato in altro luogo in altro tempo, oppure anche solamente compite e poi perdute nel tempo stesso.
Non si intende nemmeno il plagio vero e proprio. Si intende invece la limitatezza nella conoscenza, ovvero: giungo ad una conclusione, trovo che è già stata condivisa; prendo coscienza del fatto che questa conclusione sia già stata espressa, ma non rinuncio al mio diritto di esprimere la stessa. Questo si estende alla dimostrazione di data conclusione quando la stessa è conosciuta.
Va da sé che una forma tale in opera matematica non ha alcun senso. Discopro io una proposizione: la dimostro così com'è stata precedentemente dimostrata. Ora, non ha alcun senso che io pubblichi questo, anche perché relativamente facile constatare se nella letteratura questa mia pseudo-scoperta abbia un precedente identico.
Quando invece si parla di un proprio pensiero non strutturato--e che cosa rimane? Forse, ma stentatamente, la filosofia: negli ambiti della coscienza si scade velocemente nella più nera malafede: sicuramente nel romanzo e nella poesia, nella supposizione, nell'immaginazione. Ecco, indirizziamo il tiro: è lecita o significante la ripetizione nell'opera immaginativa-raziocinante non filosofica? Non si esclude che questa parte di ragionamento sia parte integrante stessa della supposizione, cioè soggetto e oggetto dell'elaborazione.
2 note - Postate 22 maggio 2022
#4
Le sconfitte di Napoleone
La tomba di Napoleone non l'ho veduta di persona. A Parigi ho incontrato le tombe di Voltaire, di Rousseau, di Skłodowska e di Hugo; non quella di Napoleone. Gargantuesco e pantagruelico (!) l'appetito di tanto porfido rosso! Un volume smisurato solido per un corpo piccolo tanto quanto un qualsiasi corpo umano.
Davanti alla tomba di Napoleone che sovrasta in altezza quattro uomini non mi sovvengono le vittorie di Napoleone ma la sua ultima sconfitta: quel tipo di sconfitta che in vita non è possibile riscontrare, perché terminale, sensibile solamente al termine della vita stessa; Napoleone non sarà mai tanto immortale quanto avrebbe desiderato essere. Non: non sarà mai immortale come aveva desiderato (vero per certi versi, inesatto per altri: morto, sì, ma solo nella coscienza di chi l'abbia avuto vicino in vita, così com'è vero per qualsiasi altra persona - che differenza apporta la morte di chi non hai fatto esperienza in vita? Una morte apparente o vita raccontata non distano) ma non tanto quanto avrebbe desiderato, cioè non effettivamente divino. Chissà. Tanto spreco di porfido (porfido o imitazione?) per una persona sola e per il gusto di perseverare nelle coscienze altrui lungo il brevissimo periodo di pochi secoli.
Pochi secoli non bastano ad una stalammite per estendersi di millimetri. Che cosa vogliamo mai fare noi, che non siamo roccia?
(Forse la reazione è proporzionale soltanto alla misura in cui ci si trova feriti dal constatare che l'ambizione altrui non è più vile della propria. Questa sera ogni forma di ambizione mi sembra olezzare di zolfo.)
2 note - Postate 12 ottobre 2022
#3
A proposito di diari
Tengo su per giù un paio di diari. Quello onorato è un quaderno cartaceo rilegato che porta incisa la partitura dell'Erlkönig di Schubert, con segnalibro a nastro rosso e foggia blu iridescente. Non è un oggetto artigianale ma ricade nell'intersezione di quei prodotti industriali altamente personalizzati—che non ho ancora valutato se sia lodevole o triste, decisione poco interessante finché i prodotti sono gradevoli e utili. L'acquisto di questo diario l'ho programmato ed è stato effettuato qualche mese fa—l'etá! Non ricordo se fosse addirittura l'anno scorso, e che sia testamento della confusione di quei giorni—a Pisa in questa maniera: stazione di Pisa, polo Fibonacci, Corso Italia, polo Fibonacci; a piedi, in ritardo sulla lezione. Chi conosce la città saprà valutare se un desiderio così sommariamente eseguito abbia avuto un senso. Insomma, questo diario è il Diario ed è cartaceo. L'ultima entrata è datata ad un generico Giugno 2022; prima di questa, giorni di aprile.
Tengo poi (stavolta in senso quasi letterale: supporto sullo smartphone) un diario digitale, i cui contenuti sono stati travasati da un altro diario digitale che a suo tempo aggiornavo con regolarità. Lo utilizzo per le foto perlopiù. Il mio archivio è personale e sui social gocciola residui che non sono un decimo del suo corpo—fotografo molto, in alcuni casi considerando quanto ritraggo e in molti altri per fermare un frammento temporale—che sfoglio spesso con amici al fianco. Questo diario è più simile ad un cestino: c'è affollamento, c'è anche disordine.
Il calendario (anche di quello ne tengo due copie, uno cartaceo a muro e l'altro virtuale) assume da sè certe innegabili caratteristiche di diario, ma siccome nessuno chiamerebbe mai diario un calendario e viceversa consideriamo i due oggetti sufficientemente distinti da indossare il paraocchi e proseguire coi libri in mano.
Il blog D'idilli e di pinakes così come questo blog informale non sono diari. Ritengo la pubblicazione negli spazi virtuali sempre più vicina alla pubblicazione editoriale che alla stesura di un diario, nonostante la bassa aspirazione contenutistica di alcuni social o dei loro avventori.
Sia nel Diario che nel blog principale ho trovato un vuoto consistente per i mesi di Aprile, Maggio e Giugno. Non sono stata male in quei mesi; tutt'altro: sospetto anzi questo, che la fortissima avversità—quasi fisica—avvertita negli ultimi mesi ogni qualvolta mi sono avvicinata alla pagina bianca sia derivata da un istinto di auto-preservazione. Temendo di scompigliare l'ordine precario della mia persona, non ho ardito scandagliare in lei nemmeno per fissarne le impressioni private. Ora mi sarebbe piaciuto ripensare quanto ho pensato nei mesi passati, ma non posso: almeno non più, almeno supponendo che io non pensi adesso quello che pensavo allora. Non c'è modo di dirlo: non lo ricordo piú.
In quei mesi non ho fatto poche cose di poco peso. Non fatico a ricordare i fatti: a casa la vita benedetta con mia madre, e a Bologna l'incontro con Vivica Genaux, la frequentazione con Carlo Vitali, le raccomandazioni. Sono i pensieri il problema. Nemmeno ora faccio poco: ho un esame in vista (di cui non riesco a prevedere l'esito, ma il cui materiale mi piace); oggi ho dato le mie prime ripetizioni di matematica, che male non fa; sono volontaria di un collettivo freschissimo e socia di un'associazione storica in cui mi si prospettano incarichi rilevanti; ho due viaggi non brevi in programma e un coniglietto che mi rallegra il cuore quando dorme sopra di lui.
Eppure i fatti non mi bastano,
e alla me di ieri avrei voluto chiedere che cosa abbia pensato proprio mentre riteneva che i suoi pensieri non fossero meritevoli di essere ricordati.
Gli scritti come questo non sono rivisti e non nascono (o almeno non muoiono) per essere letti sul mio vero blog, lucreziaignone.wordpress.it — si chiama D'idilli e di pinakes. D'idilli e di pinakes si chiama anche il tag con cui cercare i miei scritti in questa pagina, auspicando la possano presto prendere d'assalto e asservirsi ad un vero, astratto diario umano.
2 note - Postate 30 giugno 2022
#2
'A serenata 'e Pulecenella Domenico Cimarosa (1749)
Peppe Barra e Angelo Branduardi
3 note - Postate 5 luglio 2022
Il mio post numero 1 del 2022
Question: how does one get into the Frev community?
It sounds fun
10 note - Postate 24 aprile 2022
Guarda ora l'Analisi del tuo anno 2022 di Tumblr →
#tumblr2022#bilancio annuale#Il mio bilancio dell'anno 2022#Il tuo bilancio annuale#year in review#my 2022 tumblr year in review#your tumblr year in review
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Papersera dixit: Topolino 3594
http://www.afnews.info segnala: Una nuova indagine per il Commissario Topalbano! Così annuncia uno strillo – inserto mai troppo apprezzato dallo scrivente – sulla copertina di Topolino 3594. Sono passati 7 anni dalla sua ultima apparizione sul libretto e nulla lasciava presagire una ripresa del personaggio; tuttavia, si tratta di una novità che giunge quanto mai gradita sulle pagine… Leggi il…
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Ai "docenti 454" trenta giorni di permesso retribuito per attività artistiche
Questa è una battaglia avviata al tempo della nomina attribuita allo scrivente, quale supervisore al biennio formazione docenti, dal Conservatorio “Luigi Canepa” di Sassari: l’applicazione dell’articolo 454 del Testo Unico Scuola (decreto legislativo 297 del 1994), dedicato alle attività artistiche e sportive. Oggi sono onorato di avere il sostegno del presidente dell’Anief Sassari, Marcello…
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S. O. S. (nel vero senso della parola!!)
Se qualcuno avesse trovato l'interruttore per spegnere i pensieri è pregato di mettersi in contatto con la scrivente.
Cercasi anche regolatore volume: qui le emozioni sono troppo rumorose.
Si ringrazia anticipatamente...
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ATTILIO MORDINI: IL CATTOLICO GHIBELLINO
ATTILIO MORDINI: IL CATTOLICO GHIBELLINO
di Luigi Copertino – 25 Giugno 2024 Attilio Mordini è stato uno dei più grandi studiosi italiani, nel novecento, delle radici sapienziali e metafisiche del Cristianesimo apostolico, ossia, nel suo caso, cattolico ma anche ortodosso. Ad Attilio Mordini lo scrivente deve molto nella propria formazione spirituale e culturale. Senza la prospettiva da lui indicata un cattolico, oggi, non potrebbe…
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Mercoledì 17 gennaio 2024
Se scrivere mezza pagina di nulla in cinque ore è poco, avere paura di non riuscire a scrivere la monografia finale del dottorato è giustificata. Dal ventre qualcosa si muove, un budello reclama la pace in una discussione in cui è il terzo. Eppure ancora più disarmante è la consapevolezza che sia impossibile fare diversamente, impossibile non muovere convulsamente la gamba e cercare di mangiarsi, letteralmente mangiarsi tutta la carne senza biasimare il sangue. La paura di non farcela e soprattutto la paura di non saper cosa dire, di non avere niente da dire, nulla di importante si mostra al mondo come un diniego delle difficoltà del mondo. Lo sguardo fisso sul computer, il pensiero ossessivo di sentire la mente vuota, nulla più da scrivere, poche poche semplici che non riempiono molte righe. Un volta gli è stato detto che scrive poco perché da molto per scontato e di conseguenza quello che scrive risulta ostico ma è proprio la spiegazione dell'ovvio, per lui, che lo butta giù in parte. Le cose importanti da dire sono poche e riassumibili in un corto spazio di tempo, ma il discorso per spiegarle, argomentarle, estenderle appare in più, una parte superflua, emendabile. E alla fine la pagina rimane vuota e quello che si vuole dire nell'attimo di furore pervaso di ispirazione divina, invaso dall'intuizione irrazionale, in cui da un profondo che non si sospettava escono fuori idee, reminiscenze di pezzi di libro, frasi e concetti molte volte solo immaginati, scompare senza traccia, nemmeno la striscia iridescente della bava di una lumaca. La testa è vuota, veramente vuota e le viscere però sono in sommovimento continuo e attenuato. Ieri è stato il lacrimosa dies illa. E poi non riuscire a sfuggire al potere del discorso per schema, costruito attraverso elenchi mascherati da in primo luogo, se da una parte, per un verso, per evitare il rischio di lasciarsi sfuggire un pensiero e dalla necessità di doverlo subito mettere sulla pagina. E allora il discorso si fa più povero, ridotto a poche frasi. Ci sono dei saggi scritti da inglesi scritti mirabilmente per capoversi, dove ognuno comincia con una frase, che parte dell'argomentazione e quindi una sotto tesi, e il risto del paragrafo che funge da intradiscorso argomentativo di quella frase. Alla fine viene fuori una struttura cristallina di quarzo, elegante e riproducile, lontana dai testi francesi che sono impossibili da imitare perché affidati al guizzo e alla capacità dello scrivente.
Aspettando che Paolo prendesse le chiavi, Sofia ha mostrato una foto di Paolo che durante le festa faceva una servizio fotografico a un amico di Raimondo, a torso nudo. Lorenzo ha avuto una gran pena per Luca che ha assistito al proprio ragazzo aggrapparsi al corpo di un altro e pubblicamente dire "Il mio perturbante è l'uomo etero". La voglia di un corpo bello e la bulimia di corpi alla fine è autolegittimata dalla sedicente libertà personale e dalla mancanza di responsabilità difronte all'assemblea sociale. E in questo dispiegamento ipocrita della libertà per sé ma non per gli altri, chi rimane solo è solo Luca, impossibilitato a una reazione davanti alla sfregio al suo bene che ha dato. Come Lorenzo gli aveva detto a inizio serata, il moralismo è solo la maschera per una ben peggiore perversione. Ed ecco la dimostrazione empirica. Luca dovrebbe avere il velo con gli occhi coperti perché anche uno sguardo troppo inteso, che d'altronde c'è stato tra le sue pupille piene di vita e quelle miopi di Lorenzo, può indurre sospetti di pensieri fedifraghi, Paolo può abbracciare il primo muscolo che cede alla sua retorica.
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Dal Coordinamento Primatras
Roberto Galanti Dal presidente Franco Pensiero,….. al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Salvini Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Rixi , alcune importanti considerazioni.Con la presente, in osservanza agli incontri effettuati e con l’impegno assunto di inoltrare ulteriore documentazione per illustrare proposte, la scrivente PRIMATRAS, per il tramite di una…
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#AvvisoPA - Area della Cultura, Turismo, Sport e Politiche Giovanili - comunicazione all'utenza
Si comunica che il personale in servizio presso lo scrivente Servizio Capo Area Responsabile Cultura, Turismo, Sport e Politiche Giovanili e presso l’Ufficio Biblioteche e Spazi Etnoantropologici anticiperà il rientro pomeridiano di mercoledì 14 agosto a martedì 13 agosto p.v.. Read More Si comunica che il personale in servizio presso lo scrivente Servizio Capo Area Responsabile Cultura,…
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