#Record TV Discografica
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Storia Di Musica #294 - Simple Minds, New Gold Dream (81-82-83-84)
Se in un ipotetico cruciverba la definizione chiedesse: Famoso gruppo rock scozzese degli anni '80 (10 lettere) la risposta è una sola. Simple Minds. Tutto comincia a Glasgow quando tre ragazzi, Jim Kerr, Charlie Burchill e Brian McGee fondano nel febbraio del 1977 un gruppo a tre, Johnny & The Self Abusers, nome in pieno stile punk. Pubblicano anche un singolo, Saints & Sinners / Dead Van Dals, ma l'insuccesso li porta a sciogliere il gruppo. Un anno più tardi ci riprovano, ma scelgono come nome Simple Minds, partendo da un verso di The Jean Genie di David Bowie, He's so simple-minded, he can't drive his module. Si uniscono le tastiere di Michael McNeil e il basso di Derek Forber, e firmano con la Zoom Records, una etichetta in orbita Arista. Suonano come gruppo di apertura a diverse band, come Siouxsie & The Banshees, gli Ultravox di Midge Ure, e pubblicano il primo disco, nel 1979, Life In A Day, dalla stupenda copertina. Vivono in maniera turbinosa il passaggio dalla scarna dimensione del punk all'arrivo imperioso dell'elettronica e della new wave. Nello stesso anno, desiderosi di fare grandi cose, pubblicano Real To Real Cacophony, un disco che vira con violenza verso l'elettronica, con atmosfere quasi spettrali e in vena di sperimentazione. Le vendite scarseggiano, e l'Arista concede un ultimo tentativo: Empires And Dance nel 1980 è un interessante incrocio tra Krafwerk e Joy Division, con canzoni che hanno un potere magnetico come Celebrate, ma nemmeno stavolta arrivano vendite, nonostante la critica apprezzi tantissimo il disco. Si dividono dalla Arista e firmano con la Virgin, ed iniziano con il botto: originariamente infatti pubblicano un doppio album, composto da due album separati, che la casa discografica prontamente vende separatamente, Sons & Fascination e Sister Feelings Call (1981), con Steve Hillage dei Gong in produzione, sono il primo tentativo organico di dare forma alle ritmica mai banali, alla chitarra ieratica di Burchill e a indirizzare meglio la appassionata e versatile voce di Kerr. Finalmente le vendite arrivano e gli album sfiorano la Top Ten degli album più venduti. Ma c'è il primo abbandono: McGee se ne va, e per un certo periodo c'è una rotazione di batteristi finchè, dopo un lungo tour, viene ingaggiato il batterista Mel Gaynor, formidabile, che subito viene mandato in studio per registrare del nuovo materiale.
Ciò che ne viene fuori, abbassata la tensione personale e ritrovato un approccio più spirituale alla composizione, parole di Jim Kerr, è il tanto atteso capolavoro. In regia c'è un giovanissimo Peter Walsh, che a 21 anni aveva lavorato con gli Heaven 17 e a 22 aiuta la band scozzese a produrre un disco che nelle atmosfere generali è sofisticato, etereo ma ricco di vibrazioni intense, suonato benissimo e che ha canzoni meravigliose al suo interno. Il titolo viene in mente alla Band durante un tour in Australia, nel 1981, in cui il promoter oceanico chiedeva se volevano già preparare un tour nel 1983 e 1984: New Gold Dream (81-82-83-84). Il primo singolo è Promised You a Miracle, con il meraviglioso lavoro del basso di McNeil e il riff accattivante di Burchill, con un inaspettato ritmo funk, e con questa canzone debuttano persino in Tv nella storica trasmissione della BBC Top Of The Pops. Il disco ha canzoni che sono diventate famosissime: Someone Somewhere In Summertime, dall'atmosfera sognante e la ritmica innovativa, Glittering Prize che divenne una hit anche per il fantasioso video girato in uan camera tutta dipinta d'oro, canzone che come poche tra l'altro racconta la new wave degli anni '80 nelle sue tastiere a tappeto e nel beat elettronico. Del tocco elettronico dei primi dischi rimane solo Big Sleep, in una mutazione che trova però un perfetto equilibrio in musicalità e diventerà una sorta di pietra di paragone per qualche anno. C'è persino uno strumentale, Somebody Up There Likes You, nella meravigliosa Hunter And The Hunted c'è persino la leggenda del jazz Herbie Hancock a suonare un assolo al sintetizzatore, e New Gold Dreams (81-82-83-84) con il suo andare a salire diventerà una hit e un inno da stadio, anticipando il suono elettronico dei Depeche Mode. Il successo di critica e vendite è altissimo, tanto che la band sfrutta l'onda e pubblica nello stesso anno Sparkle In The Rain. Chiama a produrre uno dei nomi del momento, Steve Lillywhite, che aveva prodotto gli XTC e i primi tre dischi degli U2, per un suono più leggero ma che ha un alone di ruvidezza.
Nel 1985, Once Upon A Time diviene uno dei pochi dischi di grande successo più criticato dai fan. Il tutto perchè la band decide di fare una cover di Keith Forsey, Don't You (Forget About Me), che diviene una hit mondiale come colonna sonora del film Breakfast Club (canzone in primo momento rifiutata da Brian Ferry) e ritenuta troppo "pop commerciale". In tutta risposta, la Band è una delle colonne del Live Aid, con piena sorpresa di chi li aveva conosciuti come avanguardia nel 1980. Rimane tuttavia uno zoccolo duro di appassionati, tanto che hanno un record invidiabile di ben 21 singoli in classifica fino al 1998, anno in cui dedicheranno un disco a Napoli, Neapolis. I Simple Minds hanno avuto un percorso musicale del tutto particolare, e il loro ricordo è minore rispetto ad altri gruppi del periodo anche per scelte personali che li allontanarono dal pubblico (dopo Once Upon A Time, si presero una pausa di 4 anni per far uscire Street Fighting Years, che contiene due grandi inni della loro antologia, The Belfast Child e Mandela Day). Ancora oggi suonano, pubblicano canzoni e fanno concerti, probabilmente con poche nuove cosa da proporre, ma con una sfilza di canzoni inni che molti ancora ricordano, declamati tra l'altro con il meraviglioso accento di Glasgow di Kerr, che chiama propriamente la sua band Simple Mains.
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"La Zenaida", ecco la nuova bomba di Mattara, Cavax & Peruzzi su Atomika - Jaywork
Tenetevi forte! Il trio di super - produttori italiani formato da Stefano Mattara, Marco Cavax e Luca Peruzzi è tornato con una nuova e frizzante release che infiammerà i dancefloor italiani ed internazionali. Preparatevi ad un elettrizzante inno estivo pubblicato da Atomika Records / Jaywork. Il brano si chiama "La Zenaida" e regala senz'altro un bel po' d'energia. Le sonorità, decisamente immediate, sono tech house ma pure decisamente latin... in altre parole, le vibrazioni della traccia, decisamente contagiose sono Latin House.
"La Zenaida" è pronta a diventare il party starter della calda stagione. L'idea giusta è non perdersi questo brano così energico e particolare, sia che si faccia il dj, sia che, semplicemente, si abbia voglia di ballare. In discoteca, in spiaggia, all'autogrill...
Stefano Mattara & Marco Cavax & Luca Peruzzi - "La Zenaida"
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Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
www.jaywork.com
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"La Zenaida", ecco la nuova bomba di Mattara, Cavax & Peruzzi su Atomika - Jaywork
Tenetevi forte! Il trio di super - produttori italiani formato da Stefano Mattara, Marco Cavax e Luca Peruzzi è tornato con una nuova e frizzante release che infiammerà i dancefloor italiani ed internazionali. Preparatevi ad un elettrizzante inno estivo pubblicato da Atomika Records / Jaywork. Il brano si chiama "La Zenaida" e regala senz'altro un bel po' d'energia. Le sonorità, decisamente immediate, sono tech house ma pure decisamente latin... in altre parole, le vibrazioni della traccia, decisamente contagiose sono Latin House.
"La Zenaida" è pronta a diventare il party starter della calda stagione. L'idea giusta è non perdersi questo brano così energico e particolare, sia che si faccia il dj, sia che, semplicemente, si abbia voglia di ballare. In discoteca, in spiaggia, all'autogrill...
Stefano Mattara & Marco Cavax & Luca Peruzzi - "La Zenaida"
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Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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VENETOROCK FESTIVAL 2023
VENETOROCK FESTIVAL Edizione 2023 Venerdì 22 - Sabato 23 e Domenica 24 Settembre presso Radio City Music Hall (Padova)
VENETOROCK FESTIVAL
Il VenetoRock Festival giunge così alla terza edizione, è un evento che ha riscosso un notevole consenso ed è tra i più apprezzati nella regione. A causa della emergenza pandemica le edizioni 2020-2021 non sono state realizzate.
I gruppi e le band prevalentemente provenienti dal Veneto suonano musica originale di estrazione Hard and Heavy Rock, Alternative, Progressive, Elettronica, Beat e Blues.
LE ASSOCIAZIONI
"Promuovere le forme innovative di espressione artistica, valorizzando la creatività"
Bacchiglione Beat e Artisti No Limits sono Associazioni costituite legalmente senza fini di lucro, si prodigano con agilità e diffusione, dinamismo e competenza per lo sviluppo di progetti atti alla valorizzazione delle arti, dello sport e della comunicazione. Una rete di soggetti attivi, ognuno impegnato a garanzia del raggiungimento degli scopi comuni. Un punto di riferimento, una sinergia con una forte vocazione allo scambio e incontro, per sviluppare strumenti che diano visibilità e occasione di crescita.
PARTECIPANO: Altre realtà legate all'intrattenimento e alle forme artistiche che sono coinvolte in questa manifestazione, sono: l'etichetta discografica DeFox Records e tutte le sub-labels, Heart Of steel Records - Invincible Records - Eur Records - Bubble Blood Records - Brit Beat Records - Queen Records - Altar of The King.
i portali RockItaly.com - Strillostrano.eu - il canale video Mytuberock.
Le webzines musicali: Musica Follia.com - Virgin Musica.eu - Euro Musica.nlz.it - Veneto Rock.nlz.it - Andromeda Relix - Aua Records
IN COLLABORAZIONE con: Italy Eventi - Euromusica Tv - Best Musica Magazine - Playlistradio Network - Best Music Contest - Best Magazine - Best Star Magazine.
EVENTI CONNESSI: Durante il Festival si svolgerà la presentazione di alcune release discografiche e letterarie con la presenza degli autori ed artisti.
Su Youtube e Facebook previste le DIRETTE VIDEO con "Playlist Radio Network" e Rock Italy.
ROCKITALY AWARD: E’ un attestato di stima indetto ed assegnato dalla associazione ROCKITALY.COM e ARTISTI NO LIMITS e i suoi partners per valorizzare la musica Rock italiana da sviluppare e promuovere anche nel Web.
FAI CONOSCERE LA TUA BAND (Per le band emergenti e unsigned) Presso lo stand della DeFox Records, sarà possible prendere contatti, consegnare direttamente alle etichette discografiche un CD demo oppure una chiavetta, con l'opportunità di far ascoltare la propria musica ai talent scout e ottenere un deal.
ABBATTIAMO LE BARRIERE La prima fila sottopalco sarà accessibile alle persone diversamente abili in carrozzina che potranno avere al loro fianco un amico o un famigliare. Nelle vicinanze le uscite con il personale di sicurezza.
LOCATION: Radio City Music Hall via Palestro 62 - PADOVA https://goo.gl/maps/WjT9GYfYbQrkgVvU6
INGRESSO: Con consumazione telefonare 049-5221232
Roberto: 345-3498089
BAND che esibiranno a partire dall ore 21:00:
Venerdì 22 Settembre
AXE HERO - VI
SPITFIRE - VR
SERENA ROCK BAND - PD
Sabato 23 Settembre
CARILLON - VR
BLACK REFLEX - VI
500 HORSE POWER - VI
Domenica 24 Settembre
NFF - PD
O.N.O.B. - VR
METALMEISTER - PD/VI
Il Blog-Site: https://venetorockfestival.blogspot.com/
La pagina Facebook: https://www.facebook.com/venetorockfestival
La Pagina Instagram: https://www.instagram.com/venetorockfestival
Il canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCXJN3jGGwetqE0_Y1_VmlTQ
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Giancarlo Genise presenta i Ragazzi di Hoop 2023 “Hoop - The Music Circle”
Torino: Giancarlo Genise presenta i Ragazzi di Hoop 2023 “Hoop - The Music Circle”. Giancarlo Genise, vocal coach di riferimento in Italia per molti artisti e vocal coach ufficiale per tutti gli Artisti partecipanti a Eurovision Song Contest 2022 a Torino, è l’amministratore delegato dell’etichetta indipendente Hoop Music, e qui presenta i nuovi ragazzi che appartengono ad un progetto di social network discografico iniziato da tre anni. “Sono molto felice che anche quest’anno, dopo la masterclass che si è tenuta ad Abano Terme presso l’Hotel Ritz - afferma Giancarlo Genise - alcuni ragazzi inizino il loro percorso nel mondo della musica digitale con delle cover, come è stato nel 2022 e che 4 ragazzi della scorsa masterclass (Alice Stocchino, Lechien, Carlo F. Vitrano, Monavrìl) quest’anno abbiano già pubblicato il loro secondo inedito e quindi ritengo doveroso ringraziare tutti coloro che, radio tv e stampa, stanno abbracciando il progetto Hoop Music diffondendo la musica frutto del loro sacrificio e determinazione. Infatti come spiego ai ragazzi, esistono mille possibilità ma non basta sempre il talento, ci vogliono anche tanta determinazione e avere voglia di fare, sempre. Si dice che è meglio vivere di rimorsi che di rimpianti e forse oggi tra questi ragazzi ci sarà qualcuno che domani potrà arrivare in alto ed è quel che gli auguro. ‘La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro: leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare ’. Io con tutta la mia squadra, il #teamhoop, stiamo cercando di trasferire questo. Auguro il meglio per loro qualsiasi obiettivo raggiungano nella vita e nella musica.” Il Progetto Hoop Music, non una scuola di canto ma, un percorso mirato alla formazione diretta con tutte le figure collegate ad un’etichetta discografica che fornisce ai ragazzi, direttamente e da subito, un lavoro mirato sulla progettualità e la creazione dei propri inediti con la pubblicazione e promozione. Hoop Music affianca ai ragazzi tutte le figure che servono per la crescita personale, un team a disposizione come lo ha un artista già affermato, che si basa sul lavoro e sacrificio immediato. Nello specifico i ragazzi si ritrovano catapultati nel mondo discografico avendo a disposizione, dal social media manager alla produzione con Hoop Produzioni, dalla comunicazione, grazie alla partnership con RECmedia comunicazione e promozione, senza dimenticare il supporto nella fase di produzione del Q–Recording Studio e l’aiuto di autori quali Gabriele Cannarozzo e per gli arrangiamenti del Maestro Michele Lombardi e Vanni Antonicelli. Non ultime tutte le figure che servono per la formazione vocale che vanno proprio da Genise a Franco Fussi (foniatra di riferimento Italiano), alla dottoressa Marina Tripodi (Logopedista), Marcello Moronesi (direttore di doppiaggio ed esperto di comunicazione) con l’aggiunta di counseling psicologico nell’aiuto e nella gestione emotiva del Centro di Psicologia Sole di Roma nella figura del Dott. Andrea Santarcangelo. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Diana Ross
https://www.unadonnalgiorno.it/diana-ross/
Diana Ross, cantante, attrice e produttrice discografica, grande diva che dagli anni 60 calca i palcoscenici di tutto il mondo.
Con oltre 100 milioni di dischi venduti è l’unica artista ad aver avuto un singolo al numero uno in classifica come parte di un gruppo, da solista, in duetto con altri artisti, come parte di un trio e come parte di un super gruppo per la sua partecipazione al progetto USA for Africa.
Ha ricevuto due stelle nella Hollywood Walk of Fame, una come parte della band The Supremes e una come artista solista. Tra gli innumerevoli riconoscimenti, ha ricevuto uno Special Tony Award, un Kennedy Center Honors, un Grammy Award alla carriera e la Medaglia Presidenziale della Libertà nel 2016 consegnatale da Barack Obama.
Nata a Detroit il 26 marzo 1944, sua madre era un’insegnante e il padre un ex soldato dell’esercito che lei ha conosciuto solo alla fine della seconda guerra mondiale, quando è tornato dal fronte. I due, dopo un matrimonio burrascoso, si sono lasciati quando Diana era ancora una ragazzina.
Aveva studiato design sognando di diventare una stilista e, nonostante lavorasse ai Grandi magazzini Huston, si era diplomata un semestre prima dei suoi compagni di classe.
È arrivata al successo negli anni sessanta come frontwoman del gruppo vocale Supremes, uno dei più prolifici di tutti i tempi, con dodici singoli arrivati al vertice della classifica statunitense.
Nel 1969 ha pubblicato l’album Diana Ross Presents the Jackson 5, in cui ha introdotto il debutto artistico dei Jackson Five, il gruppo di Michael Jackson e i suoi fratelli e sorelle.
Nel gennaio 1970, con un concerto chiamato Farewell tenuto a Las Vegas, si è separata definitivamente dalle Supremes per iniziare la sua lunga e fortunata carriera solista. Ha firmato un contratto con la Motown e pubblicato il suo primo album Diana Ross, il cui singolo Ain’t No Mountain High Enough ha subito scalato le classifiche statunitensi.
Nel 1972 ha debuttato al cinema interpretando Billie Holiday nel pluripremiato film La signora del blues, sua anche la apprezzata colonna sonora che ha venduto oltre due milioni di copie, rimasta in hit parade per ben 54 settimane. Questo successo l’ha resa la prima cantante pop a portare al primo posto delle classifiche USA un album di blues e jazz, Lady sings the blues.
Nel marzo 1976 è stata la prima cantante della storia a esibirsi via satellite da Amsterdam, per la giuria degli Oscar eseguendo Do You Know Where You’re Going To, brano contenuto nel film film Mahogany che aveva avuto la nomination agli Oscar e venduto oltre un milione di copie in poche settimane.
A settembre dello stesso anno, la rivista Billboard l’ha nominata “la più grande artista femminile del XX secolo“.
Il suo LP di maggior successo, Diana, ha visto la luce nel 1980, consegnando alla storia della musica di ogni tempo singoli come Upside Down e I’m Coming Out, acclamato inno della comunità Lgbtq+, che le hanno fatto ottenere decine di dischi d’oro e di platino.
Tanti altri sono stati i dischi di successo e le prestigiose collaborazioni.
Alla fine del 1981 ha lasciato la Motown per la RCA con un contratto record, per l’epoca, di venti milioni di dollari. Ha fondato diverse società per gestire gli affari e le finanze sue e di altri artisti, di management, di produzioni televisive e teatrali e anche di prodotti di moda e cosmetici.
Nel 1982 la canzone Endless Love ha ottenuto la nomination agli Oscar e le è stata dedicata la stella sull’Hollywood Walk of Fame.
Il 21 luglio 1983, a Central Park, New York, ha tenuto, davanti a 400.000 persone il primo concerto pubblico all’aperto trasmesso in mondovisione, il più visto nella storia delle tv statunitense.
Nel gennaio 1985 ha partecipato alla registrazione della canzone che più di tutte ha rappresentato il decennio, We Are the World.
Per tutti gli anni ’80 e ’90 ha continuato a scalare i vertici delle classifiche mondiali e vincere dischi di platino esibendosi in tutto il pianeta.
Il 23 dicembre 1992 ha tenuto il concerto, Christmas in Vienna, assieme a Plácido Domingo e José Carreras, l’omonimo CD ha venduto oltre un milione di copie nel mondo.
Nell’anno 1993 si è esibita alla cerimonia di insediamento di Bill Clinton alla Casa Bianca, ha ricevuto il premio Global Youth Forum Award all’ONU e il Guinness dei primati l’ha dichiarata l’artista di maggior successo del XX secolo per il numero di dischi (circa 150) presenti nelle classifiche inglesi e statunitensi. Per i suoi 30 anni di carriera, è stata pubblicata la raccolta di successi, One Woman – The Ultimate Collection che, nella sola Gran Bretagna, ha venduto oltre un milione di copie, ottenendo quattro dischi di platino.
Nel 1994 è stata insignita della cittadinanza onoraria di Cannes, le è stato conferito il titolo di commendatrice per le Arti e le Scienze e ha inaugurato i mondiali di calcio con un grande concerto di apertura.
Il 9 aprile 1998 si è esibita per la prima volta in Sudafrica, tra il pubblico c’era anche il presidente Nelson Mandela che l’ha ricevuta privatamente il giorno seguente.
Nel 2000 è stato trasmesso il documentario Divas 2000: A Tribute to Diana Ross, a cui hanno partecipato celebrità del calibro di Donna Summer, Mariah Carey, Destiny’s Child, RuPaul e Faith Hill che hanno cantato le sue canzoni.
Il 21 settembre 2001, allo Shea Stadium di New York, ha cantato God Bless America, dopo la tragedia dell’undici settembre.
Numerosi sono stati i premi ricevuti per il suo impegno umanitario e artistico. Una diva leggendaria che ha avuto anche la sua bambola Mattel, disegnata da Bob Mackie.
Nel 2004 è stata l’unica donna nera presente nella lista delle donne più glamour di tutti i tempi, stilata dalla rivista Harper’s Bazaar.
L’anno successivo, ha partecipato al concerto televisivo Tsunami aid: a concert of hope, per raccogliere fondi a favore delle vittime dello tsunami in Asia e ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Parigi.
Nel gennaio 2007 è uscito il film Dreamgirls, ispirato alla sua vita e alla storia con the Supremes, in cui è stata interpretata da Beyoncè. Nel mese di febbraio si è esibita al Muhammad Alì Humanitarian Award, per raccogliere fondi a favore della lotta contro il Parkinson.
Nel 2012 ha ricevuto il Grammy alla carriera.
Nel 2013 la rivista People l’ha messa al primo posto nella classifica dei 100 artisti più pagati al mondo.
Nel 2021, dopo 15 anni dall’uscita di un disco inedito, è tornata in scena con il singolo Thank You, che anticipava l’album omonimo.
Diana Ross è una delle dive più amate, imitate, discusse, pagate.
Le sue canzoni sono state interpretate dalle più note cantanti da Mariah Carey a Whitney Houston, donna dai tanti primati, ha ispirato intere generazioni di musiciste, è stata la prima artista nera con un reale potere contrattuale.
Una vita costellata di successi, impegni, premi di ogni natura. Icona gay per antonomasia, ha avuto anche cinque figli e figlie e ancora oggi, sembra non voler arrestare la sua ascesa sfavillante.
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The first release of the new record label @milanorecords is on NETFLIX in the very popular TV series "Vis a’ vis "! Listen to the song “Angels” by Mariana Daris: https://orcd.co/angeli
La prima release della nuova etichetta discografica @milanorecords è su NETFLIX nella seguitissima Serie TV “ Vis a’ vis”! Ascolta la canzone “Angeli” di Mariana Daris: https://orcd.co/angeli
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Storia Di Musica #232 - Roy Buchanan, Second Album, 1973
La storia di oggi inizia più o meno come altre che ho raccontato già in questo mese di chitarristi leggendari ma dimenticati: il nostro guitar hero di oggi a 5 anni è già un prodigio, a 15 anni va via di casa per cercare la sua strada di musicista, armato solo della sua Fender Telecaster. Ha il primo colpo di fortuna unendosi a Tulsa a Dale Hawkins (quello Susie Q, poi ripresa dai Creedence Clearwater Revival) e inizia a girovagare per il mondo del rock’n’roll che conta. Ma non si riuscirebbe a capire in fondo cosa sia stato Roy Buchanan solo da queste info, un tizio dal talento straordinario, ma che per vari motivi (sfortuna, mancanza di salute psicofisica nei momenti decisivi e aggiungo pure un caratteraccio da sbruffone) non è il primo nome che viene in mente alla voce: grandi chitarristi della storia del rock. Eppure già quando, e siamo nel 1958, Buchanan è con Hawkins, alla mitica Chess Records, per incidere My Babe, quel chitarrista canadese lascia sempre tutti a bocca aperta. Nel ’61 si trova con Hawkins in tour in Canada, dove conosce il cugino di Dale, Ronnie, che aveva una band di supporto, gli Hawks, che qualche anno più tardi cambieranno il nome in The Band e scriveranno pagine memorabili di storia del rock. Buchanan fa solo in tempo a insegnare qualche trucco al chitarrista di quella band, tale Robbie Robertson, da lui inventati, tra cui lo smanettare col volume di chitarra e amplificatore per creare una specie di wah wah ante litteram, prima delle pedaliere. Ma lui l’occasione per svoltare l’avrebbe anche avuta: nel 1971 un documentario della PBS, la tv pubblica americana, dal titolo Introducing Roy Buchanan lo fa scoprire al grande pubblico, tanto che lo stesso documentario è conosciuto con il bizzarro epiteto di The Best Unknown Guitarist in the World. Lo contatta John Lennon, la Polydor gli fa firmare un sontuoso contratto, e ci sono due leggende memorabili. La prima, anche documentata, vuole che i Rolling Stones gli propongano di prendere il posto di Brian Jones, prima di scegliere poi Mick Taylor: Buchanan passerà alla storia anche per l’uomo che disse di no al più grande gruppo rock della storia; la seconda, che sa più di sentito dire, vuole che sua maestà Eric Clapton lo avesse contattato per suonare con Derek & The Dominoes, ricevendo un nuovo no. Sono anni comunque di soddisfazioni discografiche, con dischi d’oro e un nuovo contratto con la Atlantic, per una produzione discografica che per tutto il decennio ’70 è di alto livello. Ma la sua vita sregolata passa all’incasso: l’alcolismo e la dipendenza dalla cocaina, sette figli da mantenere avuti da 3 donne diverse lo allontanano dalla musica. Nel 1985, dopo anni di oblio, una piccola etichetta specializzata nel blues, la Alligator, gli propone di suonare e incidere per loro. Buchanan si sente quasi in debito con loro e dopo essersi ripulito, registra tra il 1985 e il 1988 tre meravigliosi dischi di blues in libertà assoluta: When A Guitar Plays The Blues, Dancing On The Edge e Hot Wires. Tre esempi di classe e virtuosismo, con la sua capacità innata di innestare il blues con il funky, il flamenco, ritmi latini, messi in fila con la sua amata e fidata Telecaster e con una più morbida Les Paul che proprio in quegli anni inizia ad alternare alla sua amata solid body Fender. Ma l’album che ho scelto dalla sua discografia è probabilmente il suo disco più conosciuto, il più facile anche da reperire: Second Album del 1973, gli anni dei dischi Polydor. Roy Buchanan lavora di nuovo con il produttore Pete Sigel. Tanta attenzione per il blues così amato, con ben cinque originali. Buchanan prende i riflettori con la sua voce frastagliata in un paio di brani, per me la sua esibizione vocale migliore è in Thank You Lord. Ma per altre cose passerà un po’ alla storia, tipo il suo remake di After Hours di Avery Parrish (considerato dai chitarristi un classico di tutti i tempi per tecnica, passione, dedizione e creatività), il bellissimo strumentale Filthy Teddy, la sbalorditivo Five String Blues, Treat Her Right (con Chuck Tilley alla voce solista) e I Won't Tell You No Lies, con un emozionante omaggio ad un suo mito in Tribute To Elmore James. Come tutta la sua storia, persino l’uscita di scena ha dei tratti sbalorditivi: il 14 agosto del 1988 una lite familiare degenera, Roy si mette alla guida ubriaco e viene arrestato. Lo sceriffo lo lascia in cella per una notte, a smaltire la sbornia, ma qualcosa va storto. Al mattino Buchanan viene trovato morto, si è impiccato con la sua camicia. Sulla sua morte ci furono anche delle versioni diverse, con una tesi di alcuni suoi amici che supposero, visto il corpo gravemente ferito, una relativa messa in scena della polizia; non si ne seppe più nulla, fatto sta che si conclude nel modo più strano la parabola di uno che poteva davvero diventare una leggenda clamorosa, una sorta di Jimi Hendrix bianco secondo molti addetti ai lavori, ma che non ha mai voluto esserlo davvero, dato che per tutta la vita sostenne sempre che: Se non ho mai avuto successo è perché non ho voluto. Per avere successo bisogna volerlo, mentre io volevo solo suonare la chitarra.
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SUNRISEPOP, DOMENICA 21 MARZO RITORNA IL TALK SHOW WEB CON UNA PUNTATA DEDICATA ALLO SPETTACOLO IN TV. OSPITI SANDRA GOMEZ, HELDIN, GIAMPIERO GENCARELLLI E NICOLA PEPE... e PURE TIME FOR MUSIC
Domenica 21 Marzo, alle ore 18.00, nuovo appuntamento con SunrisePop, il talk show web di DiTutto condotto da Tommaso Barone, con la regia di Gino Brotto.
Nella seconda puntata, dedicato al mondo dello spettacolo in tv, saranno ospiti del talk show web la ballerina e attrice Sandra Gomez, l’illusionista Heldin, il coreografo e ballerino Giampiero Gencarelli e l’enogastronomo Nicola Pepe.
SANDRA GOMEZ Brasiliana di nascita e italiana di adozione, fin da bambina inizio a studiare danza classica, moderna, hip hop fino a orientarsi in età adolescenziale verso i balli etnici tra cui la danza del ventre, balli Brasiliani. Le vere soddisfazioni arrivano dai 25 anni fino ad oggi dalla più inaspettata partecipazione ad “Avanti un altro” come showgirl nei panni della brasiliana fino a quelle in film con grandi nomi del cinema italiano come Massimo Boldi, Veronica Pivetti, Enzo Salvi. La vediamo anche in programmi TV come ballerina non solo Mediaset ma anche Rai come “Alle falde del kilimangiaro”, “Ai soliti ignoti” con Amadeus e tante altre.
NICOLA PEPE, enogastronomo, ha iniziato la sua carriera in ristoranti stellati di Milano già a 15 anni, Chef della catena di alberghi Boscolo e attualmente è sus Chef all’Hard Rock di Davos in Svizzera. Vincitore dell’edizione 2018 del reality show culinario Hell’s Kitchen Italia, presentato da Carlo Cracco su Sky.
MAGO HELDIN Prestigiatore e illusionista, ha debuttato nel 1995 in TV con il programma “Carramba che sorpresa”, condotto dalla straordinaria Raffaella Carrà, ma sono innumerevoli le sue partecipazioni a programmi tv, giusto per citarne qualcuna: “Buona Domenica”, “Telethon”, “Rai Notte”, “Maurizio Costanzo Show”, “Detto Fatto” “Stasera tutto è possibile”, “I Fatti Vostri”, “Uno mattina” “ItaliaSi”. Premio Leone D’Oro per la comunicazione attraverso la magia, il suo nome viene spesso associato al Papa, per essere stato l’unico illusionista al mondo ad aver divertito e coinvolto Papa Francesco, durante un’udienza alla Sala Nervi, con il numero del tavolo volante, immagini che hanno fatto il giro del mondo.
GIAMPIERO GENCARELLI Ballerino professionista e coreografo Rai nativo di Corigliano, dove è attualmente direttore artistico della scuola di danza New Latincuba. Coreografo del concorso Miss Italia Giampiero Gencarelli lavora da diversi anni In Rai dove ha curato diverse trasmissioni, come Domenica In con Pippo Baudo, La Prima Volta di Cristina Parodi, Italia Si con Marco Liorni e la Prova del cuoco con Elisa Isoardi.
DOMENICA 21 MARZO ALLE 18.00 SunrisePop sarà trasmesso in diretta streaming multivisione sulle pagine Facebook Ditutto Italia, LecceVideo, Inondazioni.it, Silver Music Radio, Music Records Italy, AllaDiscoteca, sul Canale Youtube DituttoMovie e sui canali streaming dell’emittente televisiva Mediterranea Tv (mediterraneatv698.com e mediterraneatv.it)
LUNEDÌ 22 MARZO ALLE 21.00, invece, il talk show sarà trasmesso in replica sull’emittente Mediterranea TV che si potrà seguire sui canali del digitale terrestre 214 e 698 per la PUGLIA e 623 per la BASILICATA, e in streaming su mediterraneatv698.com e mediterraneatv.it
DITUTTO, A ”TIME FOR MUSIC” SABATO 20 MARZO GUEST DEEJAY NICOLA AMORUSO
Sabato 20 Marzo quarto appuntamento con TIME FOR MUSIC, il music show televisivo di DiTutto dedicato al mondo del Clubbing. Il programma, prodotto dalla Wd Editore srls - andrà in onda alle 21.30 sull’emittente televisiva Mediterranea Tv e si potrà seguire sui canali del digitale terrestre 214 e 698 per la Puglia e 623 per la Basilicata, e in streaming su mediterraneatv.it e mediterraneatv698.com.
Guest di questa puntata il pugliese Nicola Amoruso, deejay di grande esperienza e producer di successo. Lele Procida lo ha intervistato prima della sua performance musicale.
Ciao Nicola, benvenuto sulle pagine di DiTutto. Possiamo considerarti come dj un vanto della Puglia nel mondo, sei conosciutissimo con lo pseudonimo di Amorhouse e le tue tracce vengono suonate praticamente dappertutto. È una bella soddisfazione ma anche una grande responsabilità. Raccontaci come nasce una track di successo.
Grazie davvero per l’ospitalità, ne sono onorato. Una track di successo può nascere concordata a tavolino e non è il mio caso, o può nascere semplicemente esprimendo il proprio gusto e credo musicale con tanto lavoro di studio e perchè no, collaborando alle varie realizzazioni con musicisti e tecnici che condividono la stessa passione e sound. Le soddisfazioni prima o poi arrivano.
Sei ormai un veterano della scena House nazionale, ma anche tu hai avuto i tuoi esordi. Come nasce Nicola Amoruso dj?
Nicola Amoruso nasce come dj nel 1993 quando durante le prime festicciole tra amici ha capito che il suo divertimento consisteva nel vedere gli altri divertiti dalle proprie selezioni musicali. Di lì poi tanti sacrifici, sforzi ed anche un pizzico di fortuna mi hanno permesso di trasformare una grande passione in lavoro.
Parlaci del tuo rapporto con i social. Ti vediamo sempre particolarmente attivo sul web. Quanto è importante per un dj come te la costante presenza online?
Oggi purtroppo, anche se non dovrebbe essere proprio così, l’essere presente sui social conta per un buon 50% nella buona riuscita del nostro lavoro e quindi bisogna adeguarsi altrimenti sei fuori dai giochi ... e questo non deve assolutamente accadere se si ha veramente voglia di andare avanti.
Spostiamoci nel futuro… come ti vedi tra qualche anno? Dietro la consolle o imprenditore del mondo della notte?
Non mi piace fare programmi a lungo termine ma spero di riuscire ad essere in console quanto più a lungo possibile ed allo stesso tempo, occupandomi di formazione di nuovi talenti ormai da anni e gestendo un’etichetta discografica house/tech house (Famillia Recordings), perchè no, vedere i miei figliuoli e giovani artisti che formo e seleziono, raggiungere grandi successi grazie anche al mio lavoro ed ai miei consigli.
Nel dj set che ti vedrà protagonista nel nostro “Time for Music” hai scelto una location molto particolare.. Raccontaci come è nata l’idea di proporre musica suonando su una barca in una meraviglia cornice portuale.
Organizzare un djset nel bellissimo porto di Bisceglie, paese in cui sono nato ed in cui vivo, nasce dall’idea di dar lustro quanto più possibile al territorio che amo e che spero sia valorizzato sempre di più da imprenditori locali ed amministrazione comunale.
E per concludere questa interessante chiacchierata non possono mancare i saluti di Nicola Amoruso.
Saluto tutto lo staff di DiTutto e… viva la musica!
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"Palante”, nuovo singolo per il trio Mattara, Cavax e Peruzzi su Atomika - Jaywork
Il 22 marzo 2024, su Atomika - Jaywork, esce "Palante", il nuovo singolo di Luca Peruzzi, Stefano Mattara e Marco Cavax. E' un vero inno da dancefloor, perfetto per far scatenare la primavera e poi l'estate 2024. Infatti, questa traccia è davvero 'Palante' è l'ultima traccia di un potente trio di super produttori italiani, che senz'altro farà scatenare il pubblico dei club del pianeta (isole comprese). Con un ritmo tribale contagioso e un campione vocale che vi rimarrà impresso nella mente, questo brano è un must assoluto. Da non perdere, per ogni topo di dj.
www.jaywork.com
COS'E' JAYWORK MUSIC GROUP
Jaywork Music Group è presente ed attiva sul mercato discografico dal 1998. Dal 2011 Luca Facchini, dj e produttore, ha acquisito il marchio e tutto il catalogo trasferendolo a Ferrara per proseguirne l'attività discografica. Dal 2018 Luca Peruzzi diventa A&R delle Label di Jaywork e gestisce il gruppo con Luca Facchini. Jaywork Music vanta all'attivo la produzione di numerose Hit tra le quali il progetto "2Black" con la notissima "Waves of Luv", che ricalca il grande successo del brano musicale "In alto mare" di Loredana Bertè.
Jaywork Music attraverso le sue etichette discografiche si propone di dare spazio e scoprire nuovi talenti emergenti in Italia e non solo, essendo proiettata nel futuro ed alla costante ricerca di contenuti innovativi. Jaywork Music dispone di numerose Sub-Labels che abbracciano vari generi e stili musicali, dalla musica Italiana alla musica Dance. "Se siete dei produttori e state cercando un etichetta discografica sempre in evoluzione, Jaywork è la vostra scelta migliore", spiegano Luca Facchini e Luca Peruzzi.
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I Trillici
I Trillici sono un gruppo indie-punk. Nato a ridosso del 2018, il trio emiliano fonde la freschezza dei lidi romagnoli con il disagio esistenziale adolescenziale, il tutto coadiuvato da una generosa dose di ukulele e distorsioni rigorosamente ingiustificabili. “Così Underground Che Mi Vorrei Seppellire” è la loro prima fatica discografica, un disco che si prepara a offendere l'animo sensibile degli hipster romani e indispettire la setta del Rock Distorto Bestiale, con le sue melodie catchy e un’atmosfera ad alta densità.
1 - Ti svegli su un isola deserta. No panic: hai potuto portare con te tre cose e una di queste è un album.
- Il libro di ricette di Benedetta Parodi, del balsamo per capelli, qualsiasi album di Ozuna, sono perfetti per farci il fuoco.
2 - On the road: c'è un’ autoradio con dentro una musicassetta. Dentro ci sono almeno tre canzoni da cantare a finestrino aperto.
- Beh, West Coast dei FIDLAR, Wave di Jobim, e Frocidellanike dei Pop X.
3 - Hai rimandato, hai rimandato, ma oggi tocca a te. La playlist dal dentista per non sentire il trapano nelle orecchie.
- Hammered Smashed Face, in loop.
4 - Qual è il tuo memorabilia musicale a cui non potresti mai rinunciare?
- Selling England By The Pound dei Genesis.
5 - Guilty Pleasure : quella canzone che ti fa vergognare, ma che non puoi proprio fare a meno di ascoltare.
- Qualsiasi canzone dei Piccoli Cani Squadra, gruppetto trap super politically incorrect.
6 - Film o serie tv : questa volta sceglilo per la colonna sonora.
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Her di Spike Jonze o Gran Budapest Hotel di Wes Anderson. 7 - La chiavetta nello spazio : la band o il musicista di cui la terra non ha proprio bisogno.
- Amoroso di Joao Gilberto è l’album di cui la Terra non è degna.
8 - Il 1999 per noi Caroline Records è stato l'anno in cui abbiamo cominciato a diventare quello che musicalmente siamo oggi: tu a che punto eri?
- Ancora dentro un paio di palle.
9 - E invece un album degli ultimi 12 mesi che tutti dovrebbero ascoltare?
- Catarsi aiwa maxibon di Pufuleti regaz è il futututuro. forever never ramadan.
10 - Dal vivo: il miglior concerto che hai visto, quello che rimpiangi di aver perso e quello che non vuoi assolutamente perdere.
- Miglior concerto visto: Caparezza nel tour dell’ultimo album. Concerto che rimpiango di aver perso: Steve Hackett a Bologna. Concerto che non voglio perdermi: prossimo live dei Trillici :(
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▼ foto di Matteo Verona
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Rising Voice Contest 2023 al Caffè Letterario di Roma
21/22/23 aprile le semifinali e la finalissima in onda il 4 giugno su Lazio Tv
Al via la quarta edizione del “Rising Voice Contest”, il contest discografico nato nel 2015 da un’idea della manager e discografica Maria Totaro della MMLine Production Records che, grazie alla sua professionalità e all’infallibile fiuto, o per meglio dire all’orecchio allenato, scopre e porta alla ribalta giovani talenti emergenti. Il concorso cresce di anno in anno e punta a diventare uno dei contest più importanti d’Italia, basandosi anche su premi “concreti” che spaziano dalle opportunità offerte da alcune radio tv partners come Radio Bella & Monella (Castelfranco Veneto), Radio Ciccio Riccio (Brindisi) e Radio Roma (Roma), premi “live”, produzioni video, session in studio con autori musicali. Le semifinali di quest'anno si svolgeranno il 21,22,23 aprile al Caffè Letterario di Roma e la finalissima il 4 giugno in onda su Lazio Tv. Il vincitore assoluto del contest si aggiudica un contratto discografico e di management proprio con la MMLine Production Records.
Selezionare partecipanti provenienti da tutta Italia non è un’impresa semplice come spiega in prima persona la manager Totaro: “È difficile trovare artisti non impegnati con un contratto. Fare scouting diventa sempre più complicato ed è così che ho deciso di creare un mio contest dove da regolamento i giovani artisti non devono avere contratti. Vengono selezionati circa 30 finalisti con tanti premi, e certamente non possiamo accontentare tutti, ma chi è predisposto discograficamente, sarà sicuramente aiutato”.
Solitamente la manager, oltre al vincitore, porta con sé altri ragazzi meritevoli e dunque il Rising Voice Contest non si ferma alla vittoria del singolo artista, ma dà una concreta possibilità anche ad altri giovani. Un lavoro duro e coraggioso, realizzato al momento senza sponsor, nel quale Maria Totaro impiega tutte le sue forze, come quando ha portato in tv la prima edizione che ha visto come primo vincitore di un contratto discografico, Thomas, (Thomas Bocchimpani), giovanissimo talento che entrerà nel talent Amici di Maria De Filippi . L’artista, dopo l'uscita dal programma, pubblicherà il suo primo EP raggiungendo la seconda posizione in classifica e dopo solo due settimane viene certificato disco d'oro ed ancora secondo disco d’oro dopo pochi mesi. L’edizione numero due ha visto vincitrice una donna, la cantante Marina Erroi, con la quale prende il via un progetto importante con la partecipazione speciale del rapper Biondo. Nella terza edizione stava per firmare la partecipazione Luna Melis (entrata poi ad “XFactor”) ma è andata ugualmente bene poiché a vincere è stato Aaron, nome d'arte di Edoardo Boari, diciottenne di origini umbre, attualmente concorrente ad Amici ’22, dove ha vinto la gara interna di inediti. Soddisfatta ed orgogliosa dei risultati ottenuti, la manager sta lavorando duramente per portare il Contest in tv, sua grande passione oltre alla musica, e dunque ottenere maggiore visibilità verso il grande pubblico. Intanto si stanno ultimando gli ultimi preparativi per la 4° edizione che si svolgerà a Roma e che vedrà in giuria gli autori A&R e molti addetti del settore giornalistico e degli uffici stampa.
https://risingvoicecontest.mmlinerecords.it/
Isabel Zolli Promotion Agency
Sede Operativa: via Simone De Saint Bon 47 - Roma
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ECCOLA! BOOM 💥💥💥 ESCE OGGI QUI, IN RADIO E TV ⚡"SONO ANDATO A FAR PIPÌ"⚡ #musicaitaliana #fabriziofesta #newsong #radio #canzone #followme #production #instagram #top #boom #rock #music #musica #instagram #video #videomaker #producer #girl #boy #singer #writer #musician #youtube Mastering Felix Davis @metropolismastering @felixldd - Actress @miriamdiblasio - Actor @carlodipp - Missaggio @ngrpedals Bass recording @ngrpedals - presso Ngr Studio Recording - ufficio stampa promozione discografica @redblue_musicrelations @marcostanzani @sarasalaorni @machitelhachiesto (presso Rome, Italy) https://www.instagram.com/p/B3xNKAGIsP8/?igshid=ga12l7r1rsqv
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Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz: chi ama la musica vede in quella americana un faro da seguire. E il sogno degli appassionati è proprio quello di fare un tour degli Stati Uniti seguendo i ritmi musicali più disparati. Un viaggio che noi di SiViaggia abbiamo fatto e che vi raccontiamo. La musica degli States è diversa da tutte le altre e, diciamolo, ha fatto scuola. Merito delle diverse influenze ricevute, quelle degli immigrati arrivati dal Vecchio Continente e quella dagli schiavi deportati dall’Africa. L’apporto culturale originato da questo duplice e immenso movimento di popolazione arrivata da ogni angolo del globo verso il Paese a stelle e strisce ha creato un mix di tradizioni vive ancora oggi. Così, la tradizione pop occidentale affonda molte delle proprie radici nel blues afroamericano, nel rock’n roll, nel jazz e via dicendo. Appassionati di musica come tanti altri, siamo andati alla scoperta dei luoghi che hanno reso celebre la musica americana, un tour di quegli Stati iconici partito da Chicago, nell’Illinois, patria del blues (o meglio del “Chicago blues”), scendendo nel Tennessee, dapprima a Nashville, famosa per la musica country, e poi a Memphis, a casa di Elvis Presley (con tappa obbligata a Graceland) e patria del rock and roll. Abbiano scoperto, però, che in ogni città non esiste una netta divisione musicale, ma che jazz, blues e rock attraversano questi Stati indistintamente. Ecco il nostro itinerario. Chicago, la città del blues Il “Chicago blues”, come abbiamo anticipato, è una forma di blues che si è sviluppata nei locali di questa città intorno agli Anni ’40. Suonato da piccole band, si è diffuso in tutti gli Stati Uniti e fuori dai confini nazionali. Il blues era cantato dagli schiavi nelle piantagioni del Sud ed è principalmente un’espressione religiosa. Cantata (tra i ritornelli più comuni ricorre l’espressione “Oh my Lord!”, una preghiera insomma). Sono tanti i locali che hanno fatto la storia di questo genere musicale a Chicago e dove andare tutt’oggi ad ascoltare buona musica. Dal Kingston Mines, il club più longevo della città, fondato nel 1968, dove si sono esibiti artisti come Magic Slim, Koko Taylor, Sugar Blue, Billy Branch, Junior Wells, Mike Wheeler, Joanna Connor e che ogni giorno ospita musicisti che si esibiscono dal vivo sul palco. Storica è la House of Blues, dove hanno registrato un album anche i mitici Blues Brothers (le cui statue accolgono i visitatori all’ingresso e, come tutti, anche noi ci siamo fatti un selfie!), ci sono concerti live tutto il giorno. Imperdibile, qui, è il gospel durante il brunch domenicale. Non solo blues a Chicago, però. In un pezzo di Michigan Avenue, la strada più famosa della città, detta anche Magnificent Mile, tra gli Anni ’50 e ’60 erano concentrate le principali etichette e case discografiche del Paese. Qui, in questo tratto, giustappunto soprannominato “Record Row“, al numero 1827, sede della One-Derful Records, ha registrato la sua prima canzone nientemeno che Michael Jackson. Al numero 2129 si trova, ancora, la Vee-Jay Records, la casa discografica che nel 1964 ha lanciato i Beatles negli Stati Uniti e dove gli Spaniels, nel ’54, hanno registrato “Goodnite Sweetheart, Goodnite”, mentre al numero 2120 si trova la Chess Records, che ha visto sfilare nomi del calibro di Chuck Berry, Jimmy Rogers e persino dei Rolling Stones. Nashville, “the music city” Un’ora di volo da Chicago e si arriva nella celebre “Music City”, il soprannome di Nashville, nato dal fatto che, un tempo, ospitava la sede del Grand Ole Opry, un programma radiofonico di musica country della Gibson, una famosa azienda che costruisce chitarre e bassi elettrici. Ed è proprio il country che si sente suonare in tutta la zona (anche a Nashville c’è una Record Row) tra la 16th e la 17th Avenue a South of Broadway (SoBro) dalla mattina fino a notte fonda. Ogni locale ospita più band musicali contemporaneamente: sullo stesso piano ci sono diversi stage su cui si esibiscono i gruppi. Non è obbligatoria la consumazione, quindi si passa da un locale all’altro alla ricerca della musica migliore. Tanti sono anche i luoghi legati alla musica che vale la pena visitare. A partire da The Ryman Auditorium, detto anche “la cattedrale della musica country”. Rinomata per l’ottima acustica, ospita concerti e ha visto passare sul proprio palco James Brown, Patsy Cline e pure Bruce Springsteen. Nel 2015 è stato ristrutturato e oggi ha un teatro rinnovato e ospita mostre permanenti. La Country Music Hall of Fame è anche definita lo “Smithsonian della country music” per via dell’immensa collezione di oggetti legati a questo genere musicale che si possono ammirare nei suoi 32mila metri quadrati di esposizioni, dalle registrazioni alle foto ai video. È stata ampliata qualche anno fa e oggi ospita anche una scuola di musica per ragazzi talentuosi offerta nientemeno che da Taylor Swift. Nel pieno centro di Nashville, è facilmente raggiungibile. Prima di uscire, fate tappa al pian terreno dove si trova Hatch Show Print, una delle tipografie più antiche d’America, dove venivano (e vengono ancora) creati e stampati i poster dei concerti degli artisti più celebri, da Bob Dylan a Johnny Cash fino ai Coldplay. Tra i luoghi imperdibili di Nashville c’è però l’Historic RCA Studio B, lo studio di registrazione più antico della città e uno dei più famosi del mondo, aperto da Dan Maddox nel 1957. Qui hanno registrato i loro dischi cantanti come il mitico Elvis Presley, Dolly Parton, Chet Atkins, Eddy Arnold e gli Everly Brothers e oltre 350mila canzoni sono uscite da qui. Questo studio era considerato la culla del “Nashville Sound” negli Anni ’60 ed è anche merito suo se la città è divenuta la Mecca delle case discografiche. Tra gli ultimi musei aperti a Nashville c’è la Musicians Hall of Fame & Museum che ospita una mostra permanente dedicata ai Grammy Awards. Quando vennero in città i Rolling Stones, per l’ultima tappa del loro tour del 2018, fu organizzata una grande mostra intitolata “Exhibitionism”. Una grande bocca rossa con la lingua di fuori è ancora lì, a disposizione di chi la vuole immortalare. Per chiudere il cerchio non può mancare uno stop al Johnny Cash Museum, un museo interamente dedicato a “The man in black”, soprannome attribuito all’artista per la sua propensione a vestirsi sempre di nero. Si trova anch’esso in centro. Ospita la più vasta collezione di memorabilia dedicati all’artista, compreso un pezzo di muro della sua casa al lago a Hendersonville. Ma per concludere in bellezza il tour musicale di Nashville, oltre ai locali di SoBro, merita una tappa The Bluebird Cafe. Per arrivarci dal centro bisogna prendere un taxi perché è in periferia. Dietro un’anonima porta a vetri, di quelle con gli infissi di metallo in stile Anni ’60, tra un parrucchiere per signora e un “dely shop”, si nasconde uno dei locali più cool che abbiamo mai visto. Qui, ogni sera, si esibiscono dal vivo musicisti famosi e non. Alcuni sono autori sconosciuti che hanno scritto hit musicali di successo per i nomi più celebri del panorama musicale internazionale. Il locale ospita una novantina di persone che prendono posto intorno ai tavolini a pochi centimetri dai musicisti, dando un morso a un panino con pomodori verdi fritti (come quelli del film) tra un brano e l’altro. Il posto è famosissimo. Arrivano da ogni dove per ascoltare la musica. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo. Chi non trova posto, può sempre portarsi dietro un telo su sui sedersi e accomodarsi all’esterno, insieme a decine di altre persone, dove gli altoparlanti trasmettono la musica suonata all’interno del locale. Memphis, a casa di Elvis In auto abbiamo raggiunto l’ultima tappa nel nostro tour tra le città della musica americana, una meta fondamentale: Memphis, patria di Elvis Presley, culla del rock and roll, è dove c’è Graceland, la gigantesca villa dove visse ed è sepolto “The King”, che oggi è un museo a lui dedicato, meta di pellegrinaggio di turisti che accorrono dal tutto il mondo. Non è una semplice visita, ma una vera e propria esperienza. Anche chi non è un conoscitore dell’artista e neppure un suo grande fan ne uscirà entusiasta. Il tour dell’enorme complesso che si trova al 3734 di Boulevard Elvis Presley è organizzato nei minimi dettagli: ognuno viene dotato di un tablet con spiegazioni nella propria lingua e i pulmini stile school bus portano i gruppi di turisti alla villa, che comprende 23 stanze, ma non tutte sono visitabili. La più originale è sicuramente famosa “Jungle Room”, dove Elvis amava rifugiarsi, che ha persino una cascata interna, ma ci sono anche la “stanza delle Tv”, nello scantinato, dove Elvis si intratteneva guardando anche tre televisori alla volta; la “sala dell’oro”, un lungo corridoio dove sono esposti i suoi dischi d’oro e i riconoscimenti ricevuti e la “stanza della musica” ubicata all’ingresso vicino al salotto. All’esterno, invece, Elvis volle un “giardino della meditazione”, dove ora si trova la sua tomba e quelle dei suoi famigliari. Graceland comprende anche il museo delle automobili appartenute a Elvis, quello dei cimeli che vanno dall’abbigliamento agli oggetti personali e il parcheggio degli aerei, a bordo dei quali si può salire per vedere in quale lusso viaggiava il Re del rock and roll. Ma Memphis non è solo Graceland. Tanti gli indirizzi importanti del panorama musicale. primo fra tutti il Memphis Rock ‘n’ Soul Museum che racconta la storia della musica rock e soul, creato dalla Smithsonian Institution. Lo Stax Museum of American Soul Music testimonia il contributo che la musica soul americana ha dato al mondo grazie a nomi quali Isaac Hayes, Otis Redding, gli Staple Singers e Booker T. & the MG’s. Ma l’indirizzo da non perdere è il Sun Studio, dove è nato veramente il rock and roll. Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbison e B.B. King sono solo alcuni dei nomi che hanno registrato i loro brani più celebri in questo studio discografico che funziona tutt’oggi. Fondato da Sam Phillips nel 1950, divenne il cuore della musica. Non è possibile visitare Memphis senza trascorrere le serate ascoltando musica. Tra i locali più famosi c’è indubbiamente il B.B. King’s Blues Club nella centralissima Beale Street, dove gustare il tipico barbecue (BBQ) del Sud ascoltando gruppi soul, rock ecc. che si esibiscono live. L’altro indirizzo “cult”, infine, è The Arcade, il ristorante più antico della città, all’angolo tra South Main Street e G.E. Patterson. Con i tipici divanetti di pelle, c’è un tavolo dove era solito sedersi Elvis che deve essere prenotato con largo anticipo. Ma il locale è talmente affascinante da essere stato usato come set da fotografi, artisti, scrittori e registi. Vi sono state girate scene di tantissimi film, tra cui “Il socio” con Tom Cruise, “Great Balls of Fire” con Dennis Quaid e Winona Ryder, “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, “Elizabethtown” con Kirsten Dunst e Orlando Bloom e molti altri ancora. https://ift.tt/2B2duV5 USA, viaggio tra gli Stati della musica americana Rock and roll, country, rhythm and blues, jazz: chi ama la musica vede in quella americana un faro da seguire. E il sogno degli appassionati è proprio quello di fare un tour degli Stati Uniti seguendo i ritmi musicali più disparati. Un viaggio che noi di SiViaggia abbiamo fatto e che vi raccontiamo. La musica degli States è diversa da tutte le altre e, diciamolo, ha fatto scuola. Merito delle diverse influenze ricevute, quelle degli immigrati arrivati dal Vecchio Continente e quella dagli schiavi deportati dall’Africa. L’apporto culturale originato da questo duplice e immenso movimento di popolazione arrivata da ogni angolo del globo verso il Paese a stelle e strisce ha creato un mix di tradizioni vive ancora oggi. Così, la tradizione pop occidentale affonda molte delle proprie radici nel blues afroamericano, nel rock’n roll, nel jazz e via dicendo. Appassionati di musica come tanti altri, siamo andati alla scoperta dei luoghi che hanno reso celebre la musica americana, un tour di quegli Stati iconici partito da Chicago, nell’Illinois, patria del blues (o meglio del “Chicago blues”), scendendo nel Tennessee, dapprima a Nashville, famosa per la musica country, e poi a Memphis, a casa di Elvis Presley (con tappa obbligata a Graceland) e patria del rock and roll. Abbiano scoperto, però, che in ogni città non esiste una netta divisione musicale, ma che jazz, blues e rock attraversano questi Stati indistintamente. Ecco il nostro itinerario. Chicago, la città del blues Il “Chicago blues”, come abbiamo anticipato, è una forma di blues che si è sviluppata nei locali di questa città intorno agli Anni ’40. Suonato da piccole band, si è diffuso in tutti gli Stati Uniti e fuori dai confini nazionali. Il blues era cantato dagli schiavi nelle piantagioni del Sud ed è principalmente un’espressione religiosa. Cantata (tra i ritornelli più comuni ricorre l’espressione “Oh my Lord!”, una preghiera insomma). Sono tanti i locali che hanno fatto la storia di questo genere musicale a Chicago e dove andare tutt’oggi ad ascoltare buona musica. Dal Kingston Mines, il club più longevo della città, fondato nel 1968, dove si sono esibiti artisti come Magic Slim, Koko Taylor, Sugar Blue, Billy Branch, Junior Wells, Mike Wheeler, Joanna Connor e che ogni giorno ospita musicisti che si esibiscono dal vivo sul palco. Storica è la House of Blues, dove hanno registrato un album anche i mitici Blues Brothers (le cui statue accolgono i visitatori all’ingresso e, come tutti, anche noi ci siamo fatti un selfie!), ci sono concerti live tutto il giorno. Imperdibile, qui, è il gospel durante il brunch domenicale. Non solo blues a Chicago, però. In un pezzo di Michigan Avenue, la strada più famosa della città, detta anche Magnificent Mile, tra gli Anni ’50 e ’60 erano concentrate le principali etichette e case discografiche del Paese. Qui, in questo tratto, giustappunto soprannominato “Record Row“, al numero 1827, sede della One-Derful Records, ha registrato la sua prima canzone nientemeno che Michael Jackson. Al numero 2129 si trova, ancora, la Vee-Jay Records, la casa discografica che nel 1964 ha lanciato i Beatles negli Stati Uniti e dove gli Spaniels, nel ’54, hanno registrato “Goodnite Sweetheart, Goodnite”, mentre al numero 2120 si trova la Chess Records, che ha visto sfilare nomi del calibro di Chuck Berry, Jimmy Rogers e persino dei Rolling Stones. Nashville, “the music city” Un’ora di volo da Chicago e si arriva nella celebre “Music City”, il soprannome di Nashville, nato dal fatto che, un tempo, ospitava la sede del Grand Ole Opry, un programma radiofonico di musica country della Gibson, una famosa azienda che costruisce chitarre e bassi elettrici. Ed è proprio il country che si sente suonare in tutta la zona (anche a Nashville c’è una Record Row) tra la 16th e la 17th Avenue a South of Broadway (SoBro) dalla mattina fino a notte fonda. Ogni locale ospita più band musicali contemporaneamente: sullo stesso piano ci sono diversi stage su cui si esibiscono i gruppi. Non è obbligatoria la consumazione, quindi si passa da un locale all’altro alla ricerca della musica migliore. Tanti sono anche i luoghi legati alla musica che vale la pena visitare. A partire da The Ryman Auditorium, detto anche “la cattedrale della musica country”. Rinomata per l’ottima acustica, ospita concerti e ha visto passare sul proprio palco James Brown, Patsy Cline e pure Bruce Springsteen. Nel 2015 è stato ristrutturato e oggi ha un teatro rinnovato e ospita mostre permanenti. La Country Music Hall of Fame è anche definita lo “Smithsonian della country music” per via dell’immensa collezione di oggetti legati a questo genere musicale che si possono ammirare nei suoi 32mila metri quadrati di esposizioni, dalle registrazioni alle foto ai video. È stata ampliata qualche anno fa e oggi ospita anche una scuola di musica per ragazzi talentuosi offerta nientemeno che da Taylor Swift. Nel pieno centro di Nashville, è facilmente raggiungibile. Prima di uscire, fate tappa al pian terreno dove si trova Hatch Show Print, una delle tipografie più antiche d’America, dove venivano (e vengono ancora) creati e stampati i poster dei concerti degli artisti più celebri, da Bob Dylan a Johnny Cash fino ai Coldplay. Tra i luoghi imperdibili di Nashville c’è però l’Historic RCA Studio B, lo studio di registrazione più antico della città e uno dei più famosi del mondo, aperto da Dan Maddox nel 1957. Qui hanno registrato i loro dischi cantanti come il mitico Elvis Presley, Dolly Parton, Chet Atkins, Eddy Arnold e gli Everly Brothers e oltre 350mila canzoni sono uscite da qui. Questo studio era considerato la culla del “Nashville Sound” negli Anni ’60 ed è anche merito suo se la città è divenuta la Mecca delle case discografiche. Tra gli ultimi musei aperti a Nashville c’è la Musicians Hall of Fame & Museum che ospita una mostra permanente dedicata ai Grammy Awards. Quando vennero in città i Rolling Stones, per l’ultima tappa del loro tour del 2018, fu organizzata una grande mostra intitolata “Exhibitionism”. Una grande bocca rossa con la lingua di fuori è ancora lì, a disposizione di chi la vuole immortalare. Per chiudere il cerchio non può mancare uno stop al Johnny Cash Museum, un museo interamente dedicato a “The man in black”, soprannome attribuito all’artista per la sua propensione a vestirsi sempre di nero. Si trova anch’esso in centro. Ospita la più vasta collezione di memorabilia dedicati all’artista, compreso un pezzo di muro della sua casa al lago a Hendersonville. Ma per concludere in bellezza il tour musicale di Nashville, oltre ai locali di SoBro, merita una tappa The Bluebird Cafe. Per arrivarci dal centro bisogna prendere un taxi perché è in periferia. Dietro un’anonima porta a vetri, di quelle con gli infissi di metallo in stile Anni ’60, tra un parrucchiere per signora e un “dely shop”, si nasconde uno dei locali più cool che abbiamo mai visto. Qui, ogni sera, si esibiscono dal vivo musicisti famosi e non. Alcuni sono autori sconosciuti che hanno scritto hit musicali di successo per i nomi più celebri del panorama musicale internazionale. Il locale ospita una novantina di persone che prendono posto intorno ai tavolini a pochi centimetri dai musicisti, dando un morso a un panino con pomodori verdi fritti (come quelli del film) tra un brano e l’altro. Il posto è famosissimo. Arrivano da ogni dove per ascoltare la musica. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo. Chi non trova posto, può sempre portarsi dietro un telo su sui sedersi e accomodarsi all’esterno, insieme a decine di altre persone, dove gli altoparlanti trasmettono la musica suonata all’interno del locale. Memphis, a casa di Elvis In auto abbiamo raggiunto l’ultima tappa nel nostro tour tra le città della musica americana, una meta fondamentale: Memphis, patria di Elvis Presley, culla del rock and roll, è dove c’è Graceland, la gigantesca villa dove visse ed è sepolto “The King”, che oggi è un museo a lui dedicato, meta di pellegrinaggio di turisti che accorrono dal tutto il mondo. Non è una semplice visita, ma una vera e propria esperienza. Anche chi non è un conoscitore dell’artista e neppure un suo grande fan ne uscirà entusiasta. Il tour dell’enorme complesso che si trova al 3734 di Boulevard Elvis Presley è organizzato nei minimi dettagli: ognuno viene dotato di un tablet con spiegazioni nella propria lingua e i pulmini stile school bus portano i gruppi di turisti alla villa, che comprende 23 stanze, ma non tutte sono visitabili. La più originale è sicuramente famosa “Jungle Room”, dove Elvis amava rifugiarsi, che ha persino una cascata interna, ma ci sono anche la “stanza delle Tv”, nello scantinato, dove Elvis si intratteneva guardando anche tre televisori alla volta; la “sala dell’oro”, un lungo corridoio dove sono esposti i suoi dischi d’oro e i riconoscimenti ricevuti e la “stanza della musica” ubicata all’ingresso vicino al salotto. All’esterno, invece, Elvis volle un “giardino della meditazione”, dove ora si trova la sua tomba e quelle dei suoi famigliari. Graceland comprende anche il museo delle automobili appartenute a Elvis, quello dei cimeli che vanno dall’abbigliamento agli oggetti personali e il parcheggio degli aerei, a bordo dei quali si può salire per vedere in quale lusso viaggiava il Re del rock and roll. Ma Memphis non è solo Graceland. Tanti gli indirizzi importanti del panorama musicale. primo fra tutti il Memphis Rock ‘n’ Soul Museum che racconta la storia della musica rock e soul, creato dalla Smithsonian Institution. Lo Stax Museum of American Soul Music testimonia il contributo che la musica soul americana ha dato al mondo grazie a nomi quali Isaac Hayes, Otis Redding, gli Staple Singers e Booker T. & the MG’s. Ma l’indirizzo da non perdere è il Sun Studio, dove è nato veramente il rock and roll. Elvis Presley, Jerry Lee Lewis, Carl Perkins, Johnny Cash, Roy Orbison e B.B. King sono solo alcuni dei nomi che hanno registrato i loro brani più celebri in questo studio discografico che funziona tutt’oggi. Fondato da Sam Phillips nel 1950, divenne il cuore della musica. Non è possibile visitare Memphis senza trascorrere le serate ascoltando musica. Tra i locali più famosi c’è indubbiamente il B.B. King’s Blues Club nella centralissima Beale Street, dove gustare il tipico barbecue (BBQ) del Sud ascoltando gruppi soul, rock ecc. che si esibiscono live. L’altro indirizzo “cult”, infine, è The Arcade, il ristorante più antico della città, all’angolo tra South Main Street e G.E. Patterson. Con i tipici divanetti di pelle, c’è un tavolo dove era solito sedersi Elvis che deve essere prenotato con largo anticipo. Ma il locale è talmente affascinante da essere stato usato come set da fotografi, artisti, scrittori e registi. Vi sono state girate scene di tantissimi film, tra cui “Il socio” con Tom Cruise, “Great Balls of Fire” con Dennis Quaid e Winona Ryder, “Il cliente” con Susan Sarandon e Tommy Lee Jones, “Elizabethtown” con Kirsten Dunst e Orlando Bloom e molti altri ancora. Un viaggio itinerante per tutti gli appassionati di musica (e non) che parte da Chicago e che tocca Nashville e Memphis, tra Record Row (viali musicali), indirizzi “cult” e canzoni famose.
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Locandina e primo trailer di “Ongaku Shoujo”
La serie andrà in onda a partire dal 6 luglio.
Pubblicati una nuova immagine promozionale ed un primo trailer di “Ongaku Shoujo”, progetto d’animazione originale ispirato all’omonimo corto prodotto per l’Anime Mirai (ora Anime Tamago) del 2015. Il cortometraggio originale diretto Kenichi Ishigura (Sakura Trick) era incentrato sulle due aspiranti idol Haru ed Eri. In Giappone fu proiettato al cinema il 22 marzo 2015 e il mese dopo fu anche trasmesso in tv.
La serie sarà prodotta ancora una volta da Studio DEEN, ma stavolta a dirigerla ci sarà Yukio Nishimoto. Il primo episodio debutterà il 6 luglio su AT-X ed in seguito su Tokyo MX e BS11.
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Il brano di chiusura si intitolerà “Shining Peace” e sarà cantato dal cast della serie sotto il nome del gruppo di idol protagonista della storia, Ongaku Shoujo appunto.
Pine Records, la prima etichetta giapponese per personaggi fittizi e King Amusement Creative, l’equivalente nel mondo reale della casa discografica presente nell’anime, lanceranno il primo singolo del gruppo il 6 giugno. Il disco si chiamerà "On Stage Life" e conterrà il brano omonimo presente nel trailer.
SilenziO)))
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Non uno, bensì due concerti per la lunga notte del sabato di Collisioni. Saranno prima i Maneskin e poi Salmo a salire sul palco del festival Agrirock in collina al termine della prima giornata di incontri.
Maneskin
I Maneskin sono un gruppo musicale pop rock formato a Roma nel 2015.
Quattro ragazzi giovanissimi diventati famosi nel 2017 in seguito alla partecipazione all’undicesima edizione di X Factor, nella quale, pur essendosi classificati secondi, sono stati gli artisti di maggior successo.
Al termine del talent infatti la band ha firmato un contratto con l’etichetta discografica Sony Music.
A far nascere Maneskin nel 2015 sono stati la bassista Victoria De Angelis e il chitarrista Thomas Raggi, compagni di scuola.
Successivamente si è unito al gruppo il cantante Damiano David e infine, tramite un annuncio su internet, anche il batterista Ethan Torchio.
Cosa vuol dire Maneskin? Si tratta di una parla danese (Victoria De Angelis ha origini danesi) che significa “chiaro di luna”.
La carriera
Nel 2017 prendono parte all’undicesima edizione del talent show X Factor Italia e, dopo aver superato le fasi iniziali del programma, si classificano al secondo posto, sotto la guida del giudice Manuel Agnelli.
In concomitanza con il talent esce Chosen, EP prodotto da Lucio Fabbri, certificato disco di platino dalla FIMI e contenente l’omonimo singolo, certificato doppio disco di platino.
Dopo diverse ospitate tv, il 23 marzo esce il loro terzo singolo, Morirò da re, certificato doppio disco di platino.
Il 12 giugno partecipano alla seconda serata dei Wind Music Awards, dove ricevono Premio CD Platino per l’album Chosen e il Premio Singolo Platino per Chosen.
Il 16 giugno i Maneskin partecipano alla settima edizione di RadioItaliaLive – Il concerto.
Si esibiscono alla sesta edizione del Wind Summer Festival.
Morirò da re è inserito anche nella compilation Power Hits estate 2018.
Nella data del 6 settembre della loro tournée autunnale del 2018 aprono il concerto degli Imagine Dragons a Milano.
Poi Torna a casa, il singolo in poco tempo certificato disco di platino.
Salmo
Salmo torna al festival da headliner, dopo una memorabile esibizione nel 2014.
Salmo si è inserito nella scena rap cambiandone i connotati e introducendovi elementi di elettronica e rap hardcore ancora inediti in Italia.
Nella sua carriera ha collezionato 18 dischi di platino e 18 dischi d’oro, raggiungendo un totale di oltre 312 milioni di visualizzazioni su YouTube.
Salmo non è solo un rapper, ma anche un produttore discografico italiano. È nato in Sardegna, per la precisione a Olbia, nel 1984.
Gli ultimi lavori
Con l’ultimo album in studio, Playlist, Salmo si riconferma come uno dei rapper di successo nel panorama musicale italiano, conquistando diversi record per la sua carriera e riscuotendo un grande successo di pubblico.
Il disco, pubblicato il 9 novembre scorso, ha visto anche la partecipazione di importanti nomi del rap e del trap italiano, come Sfera Ebbasta, Nitro, Fabri Fbra e Coez.
L’album contiene anche il brano Il cielo nella stanza con un testo molto intimo, che è finito dritto al primo posto della classifica di Spotify.
Sono presenti anche 90MIN di Salmo e il testo di Lunedì.
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