#Recensione Guerrilla
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Killzone Mercenary PS Vita gameplay - decisamente valido
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Un ottimo spin off sulla PS Vita
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Horizon Zero Dawn Remastered per PS5, la recensione
(Adnkronos) – Nonostante fosse stato già adattato alle potenzialità di PS5 con un update, il capolavoro di Guerrilla Games torna in una versione totalmente pensata per l’ultima console Sony Read More (Adnkronos) – Nonostante fosse stato già adattato alle potenzialità di PS5 con un update, il capolavoro di Guerrilla Games torna in una versione totalmente pensata per l’ultima console…
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Guerrilla
La Compagnia catalana El Conde de Torrefiel, guidata da Pablo Gisbert e Tanya Beyeler, apre il Danae Festival con lo spettacolo Guerrilla – al Teatro dell’Arte della Triennale di Milano. (more…)
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RECENSIONE: Tha Supreme - 23 6451 (Epic Records / Sony Music Italy, 2019)
di Agnese Centineo
L’album d’esordio di tha Supreme si chiama 23 6451, titolo poco eloquente a differenza del suo contenuto esplicito. Prendendo come riferimenti i brani Sw1n6o, 5olo e Scuol4 ho decodificato il titolo traducendolo in “le basi”. Mi piace pensare che questo sia il viaggio fatto anche da tha Supreme con un blun7 a swishland, mentre era intento a scegliere il nome del suo primo lavoro. Già dal titolo, il disco non si rende leggibile a tutti. Il linguaggio utilizzato è indirizzato ai giovani, e sia nel vocabolario che nei contenuti parrebbe ammonirti a gran voce. (“Stai al passo o non ti diverti quanto tha Sup!”). Tuttavia, c’è chi lo trova credibile anche per un pubblico più adulto e meno calibrato sulla trap italiana alla Gallagher e Dref Gold, ed io non dissento.
Giovanissimo, ma musicalmente sicuro, Davide Mattei, diciottenne di Fiumicino non accetta interviste e si palesa al mondo in beat e numeri, senza troppi fronzoli. Approda nelle nostre città con il suo avatar viola sfrontato e spiritoso, à la Gorillaz, ma in salsa generazione 2000. Se nelle settimane passate vi è capitato di spostarvi in treno passando da Roma e Milano avete rischiato di inciampare sulle sue statue che accoglievano i passanti in stazione. Senza troppa fatica mediatica, tha Sup è stato subito chiamato da Rockol l’enfant prodige del rap italiano. In effetti, che si meriti il titolo di prodigioso o meno, ci ha messi davanti ad un album dal carattere pieno, che lascia frastornati, ma curiosi.
23 6451 è ovunque. E chiunque si è accorto che è un disco blasonato di feat. potenti. Pubblicato da Epic/Sony Music Italy annovera le collaborazioni più interessanti del panorama hip hop/rap/trap italiano: figurano Lazza, Salmo, Fabri Fibra, Dani Fiv, Mahmood, Gemitaiz, MadMan e persino la sorella di tha Sup, Mara Sattei, con la quale canta M12ano, una delle tracce più naif dell’album. Senza farci abbagliare subito da tutti questi nomi, quello che ci sorprende veramente è un unico fatto: dal concept al mix il progetto è stato interamente orchestrato da tha Supreme. Nonostante sia innegabile che i featuring costituiscano un bel booster per un artista giovane ed emergente, non credo neppure costituiscano il cavallo di battaglia dell’album. Synth articolati, basi, rime non chiuse e interpretazione sono attraenti, a prescindere dalla presenza di Salmo, Mahmood e Lazza.
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E c’è chi ha anche vedute più ampie sul giovane artista: qualche giorno fa, chiacchierando informalmente su tha Supreme con un importante personaggio dell’ufficio artistico di Sony Music, si è arrivati alla condivisa opinione che potrebbe essere tranquillamente esportato all’estero. In effetti, non ha assolutamente importanza comprendere i contenuti del disco: basta sapere che sono giovani, fighi e non scontati. Per il resto, ciò che convince e cattura sono le sonorità nuove, le accelerazioni sorprendenti, il flow e l’interpretazione che si adatta bene a quella dell’artista del feat., ma non rischia mai di appiattire. Nel panorama attuale, sembra una palla da basket esplosiva - stile Pearl Jam - che assorbe il meglio dei poteri esterni e fa vincere la squadra conquistando il pubblico.
Di tha Supreme nel frattempo abbiamo quasi zero interviste, poche storie Instagram autocelebrative e a dirla tutta non conosciamo ancora bene i lineamenti del volto e nemmeno la vera attitude. In poche parole, sarebbe bello vederlo presto in un live. Il rapper del momento ha in realtà fatto i primi passi nella scena musicale come produttore e beatmaker. Non a caso, ancora prima di riconoscere il suo avatar coloratissimo, si distingue per la produzione e il sound squillante.
Tra i detrattori dell’album c’è chi riscontra un’entropia caotica. Il risultato è un album disordinato, ma che funziona. Tutto sommato, la cosa fondamentale è che abbia creato dello sgomento: questo album scuote il mercato e sbalordisce. Apre a frontiere nuove. In inglese il termine giusto è disruptive, ovvero, come dice Filippo Motti per Esse Magazine: “sta cambiando la musica italiana”.
In fondo, nonostante l’impeccabile operazione di guerrilla marketing in perfetto stile Netflix, non c’era bisogno delle statue a Termini e in Centrale per dare l’idea del potenziale espressivo di questo album di debutto. L’hype su 23 6451 sarebbe comunque arrivato, veloce come un frecciarossa in stazione. Infatti, media se ne parlava anche prima che esistesse il suo avatar fumetto. Qualche mese fa dopo essersi reso riconoscibile con le collaborazioni più interessanti del rap italiano, tra Salmo e Machete, tha Supreme si era già guadagnato il titolo di innovoatore del beatmaking, proponendo produzioni ricercate e tecnicamente solide.
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Eppure, quando qualche settimana fa è approdato imponente e rivoluzionario, ha avuto l’attenzione di tutti. Cosa cattura di 23 6451? E’ eloquente, è evocativo, suona quasi alieno. Ogni brano ha un suo carattere, diverso dall’altro e riconoscibile. Tha Supreme racconta e comunica immagini semplici e stati d’animo da ragazzino, con un’interpretazione solida.
Pur essendo stato fortemente pubblicizzato, non pone tutta l’attenzione sulla sua immagine. Il beat, i flow e la musica rimangono al centro della scena. Il contenuto visivo è correttamente subordinato a quello musicale e non distrae dal focus artistico. E i numeri, a differenza del titolo dell’album, sono eloquenti: “23 6451” è il secondo album più ascoltato in Italia su Spotify. Tha Supreme ha fatto “bling blaow come i beatles” ma non vogliamo, che si riveli una cometa.
Su quali pianeti continuerà ad orbitare?
TRACCE MIGLIORI: Sw1n6o; no14; m8nstar; scuol4
TRACCE PEGGIORI: bubb1e; 9um; ch1 5ei te
VOTO: 85/100
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#31 - Recensioni casuali di videogiochi dal 1971 ad oggi. Volume I
Killzone: Liberation
Sistema: PSP ◼︎ Produttore: SCEE ◼︎ Sviluppatore: Guerrilla Games ◼︎ Versione: Europea ◼︎ Uscita: 3 novembre 2006
Dopo aver imbracciato le armi ed aver lanciato granate in Killzone su PS2, Guerrilla rivolge di nuovo il suo interesse sugli sparatutto, anche se questa volta più per necessità che per desiderio. A differenza di Konami quando ha realizzato Coded Arms, lo sviluppatore olandese ha preso il classico set di comandi degli FPS, lo ha mappato su PSP e ha scoperto che, semplicemente, non funziona; quindi ha ideato qualcosa di vecchio e nuovo allo stesso tempo: uno sparatutto con visuale asimmetrica e un gameplay sostanzialmente diverso.
I giocatori riprenderanno il controllo di Jan Templar: benché l’obiettivo era creare un senso di continuità tra questa storia e l’ultima, la somiglianza più grande è che entrambe sono spazzatura. Il pianeta ospitante Vekta è caratterizzato da istallazioni militari e campi di battaglia piuttosto che da parole ed eventi. La narrativa di Killzone ha già scandagliato tali profondità di cliché, ma in Liberation non troverete altro: i quattro capitoli visitano diverse terre morenti che prendono vita solo quando qualcuno preme il grilletto. Fortunatamente, raramente c’è un momento di pausa.
Il combattimento privilegia la decisione rispetto alla precisione, i due tasti dorsali della PSP lavorano da soli e in tandem per fornire agganci affidabili, uno per le persone, l’altro per gli oggetti. Le abilità di Templar non hanno subito riduzioni, con l’attacco in mischia e il lancio di granate che ne completano le caratteristiche. Attenzione però perché Killzone: Liberation non è un run-and-gun, tutt’altro. Gli Helgast si dimostrano tiratori sorprendentemente astuti e improvvisare, nella maggior parte delle situazioni, è infruttuoso. Il successo di ogni battaglia passa per la scoperta di opportunità nell’ambiente subdolo, la scelta dell’arma giusta, la posizione migliore rispetto ai nemici e alle casse di rifornimento nelle vicinanze. Ma quando essere adeguatamente armati è imperativo, come lo è qui, è frustrante vedere come il gioco sia avaro a volte di munizioni o di un mezzo di fuga.
Con checkpoint ben distribuiti e unità alleate reattive, Liberation riempie in modo affidabile i momenti di inattività. Sebbene abbia abbastanza assi nella manica Killzone: Liberation trova presto il suo ritmo e raramente se ne allontana. Un paio di sanguinose battaglie contro i boss aumentano il livello di difficoltà durante la seconda metà dell’avventura, ma ciò che accade per la maggior parte è una routine ciclica anche se ispirata. VSP
Voto: Sette su dieci
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La recensione di Killzone: Liberation è quella apparsa sul numero 169 di Edge Magazine UK, dicembre 2006. Quanto sopra riportato è un adattamento in lingua italiana - e non completo - dell’originale in lingua inglese (tutti i riferimenti all’articolo originale sono qui sotto). L’articolo è stato editato, tradotto, trascritto e pubblicato senza alcun fine di lucro. Autore: Sconosciuto ◼︎ Da: Edge Magazine (UK) ◼︎ Data: Dicembre 2006 ◼︎ Immagini: YouTube (Levan) ◼︎ Adattamento: @GenmaSensei Riferimento: Edge Magazine (UK) issue 169, December 2006
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Tutti i diritti sono dei rispettivi proprietari.
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Horizon Zero Dawn Recensione: l'open world di Guerrilla arriva su PC#games_news
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Red Faction: Guerrilla Re-Mars-tered - Recensione
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Finalmente torniamo in una Marte colonizzata ma oppressa dal pugno duro dalla Earth Defense Force, siamo entusiasti di rimettere i bastoni tra le ruote alla EDF a suon di esplosioni spettacolari grazie alla nuova versione di Red Faction: Guerrilla!
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Horizon Zero Dawn [Recensione]
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Fumetti – comics – manga, anime, videogames, cartoon, film Horizon Zero Dawn [Recensione]
L’Action RPG di Guerrilla Games è uno dei migliori Open-World di questa generazione. Vasto, divertente e visivamente impressionate , in un mondo che rimarrà impresso a lungo.
Siamo nel 3000 dc in un futuro post-apocalittico nel quale l’essere umano vive una sorta di nuova età della pietra e il mondo…
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Killzone 5 potrebbe essere in sviluppo
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Gli sviluppatori di Guerrilla Games hanno da poco concluso i lavori dedicati a Horizon: Zero Dawn, nuova IP della società incredibilmente apprezzata dalla critica e in uscita l'1 marzo 2017, ovviamente in esclusiva su Playstation 4 (potete leggere la nostra recensione di Horizon: Zero Dawn seguendo questo link). In rete sono partite ovviamente le prime indiscrezioni legate al prossimo passo del…
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Killzone 3 PS3 gameplay - La fine della trilogia
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Il terzo capitolo della saga è un must ancora oggi
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Killzone 2 PS3 gameplay - in territorio nemico
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Un ottimo sequel
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Killzone HD PS3 gameplay - prime impressioni
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Un gran gioco
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