#Recensione Cumuli
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Cumuli
Il Teatro Officina Refugio di Livorno apre la Stagione teatrale, come da tradizione, con un nuovo lavoro autoprodotto. (more…)
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#Alessandra Falca#Andrea Luperini#Asso Zeman#Daniele Cabib#Emiliano Doninici#Ginevra Bernini#Paolo Spartaco Palazzi#Recensione Cumuli#Simona Merola
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Opinione: Marea Tossica, di Chen Qiufan
La giovane Mimi vive letteralmente sommersa dall'immondizia del mondo: è una delle "ragazze dei rifiuti" che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine.
La sua casa è l'immensa discarica che occupa l'isola, al largo della costa cinese meridionale. Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore. La realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l'anima, dove l'aria, l'acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all'arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto. E c'è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici. Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro. E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.
Ho dovuto pensare un bel po' prima di mettermi a scrivere l'opinione. Ammetto che mi aspettavo un romanzo diverso. Qualcosa più improntato sull'ecologia, visto che si parla di rifiuti e tossicità. Una sorta di storia fra realismo e fantascienza, che puntasse a far riflettere su cosa stiamo facendo al pianeta e a noi esseri umani. Sul subito ho avuto l'impressione di leggere qualcosa di molto diverso, ma riflettendoci ho intuito che ci sono tante sfumature che restano un passo indietro e che solo soffermandosi si riesce a cogliere qualche riflessione riguardo molti situazione già attuali (un inquinamento in crescita folle, per esempio). Ma partiamo dal principio e vediamo un poco la trama. Il prologo è meraviglioso! Adrenalina pura, in pochissime pagine ti incolla allo schermo, divorando le parole, volendone di più. Una scena che fa presupporre al lettore di trovarsi agli albori di una storia davvero interessante... Peccato che poi si cambi completamente stile. Tutto rallenta, si cambia scenario, e cosa c'entri (il prologo) con la storia che si sta leggendo lo si capisce solamente dopo metà romanzo, quando alcune domande avranno risposta. La storia parte con una concatenazione di personaggi, uno dopo l'altro appaiono per poi prendere parola e mostrarci qualcosa di sé. Iniziamo a capire chi siano, cosa li abbia condotti fino a lì (Silicon Isle) e che carattere abbiano. Inizia tutto da Scott Brandle, un americano che rappresenta la TerraGreen Recycling e che è lì per instaurare una collaborazione. In accordo con uno dei tre capi clan locali Lin (gli altri: Luo e Chen) , ci porta a scoprire questa piccola isola che definire un rifiuto è troppo poco. Conosciamo un piccolo mondo che viene paragonato all'inferno dantesco. Esseri umani sfruttati per dividere i rifiuti, in mezzo a sostanze terribilmente tossiche. Bambini che giocano con protesi buttate via. Insomma, pessimo sotto tantissimi punti di vista. Dopo gli occhi dell'americano, passiamo a Kaizong, il traduttore di Scott, che nacque sull'isola ma che, per fortuna sua, venne portato in America dai genitori ed ebbe un istruzione. Nonostante tutto però tornare a "casa" vuol dire molto per lui. Oltre a rendersi conto di quanto fossero differenti i suoi ricordi, ci rendiamo presto conto che è una persona piuttosto importante, poichè è un membro della famiglia Chen. Un giorno qualsiasi si imbatterà in una ragazza che viene inseguita da alcuni uomini e quando sta per essere assalita interviene, salvandola: Mimi si chiama. È proprietà del clan Luo (si, chi lavora sotto un determinato clan, diventa di sua proprietà), ma Kaizong chiede di proteggerla nel clan Chen. Passiamo quindi a Mimi. Una panoramica sulla sua vita e quella di Fratello Wen, un uomo intelligente e sveglio che in pochissimo è riuscito a creare un "sindacato" per i "lavoratori" (o per meglio dire, gli schiavi) riuscendo a farsi ascoltare dai capo clan. Wen tiene molto a Mimi, perché le ricorda la sorellina che ha perduto anni prima, ma hanno uno strano rapporto. Mimi è molto innocente, timida, riservata e molto passiva. Sa qual'è il posto che le è riservato e lo accetta senza alcuna remora. Dopo di lei (/loro) passiamo a Luo. Inizieremo a capire come mai i suoi uomini cercavano Mimi. Insieme alla mentalità così particolare di una persona che è intelligente, per aver costruito un impero sullo sfruttamento, ma anche così "antica" per credere ciecamente a rituali antichi. Faranno capolino altri personaggi, ma questi possiamo definirli i principali, attorno a cui la vicenda lentamente si farà più chiara e, intramezzando le loro vite personali ed i loro ricordi, ci porterà a vivere il nocciolo del romanzo, ovvero ciò che sta per colpire l'isola e che potrebbe distruggere tutto. Sono davvero ben caratterizzati ed ognuno ha uno scopo ben preciso nella narrazione. Niente è lì per caso. E ce ne rendiamo conto anche attraverso il loro passato che ci verrà illustrato attraverso i vari POV; portandoli ad essere ciò che sono e facendoci capire come mai hanno compiuto determinate scelte. Questo è uno dei punti migliori del romanzo e che mi ha colpito maggiormente. L'ambientazione è il futuro, ma nemmeno troppo lontano dal nostro "oggi". Ci sono alcune tecnologie che vengono citate e che sono fuori dalla nostra portata, ma restano dettagli rispetto a quello che accomuna col presente. Situazioni "forse" estremizzate, anche se non saprei dire quanto in verità. Non mi sono mai informata più di tanto sullo smaltimento rifiuti, sullo sfruttamento in tali ambiti,... quindi potrebbe anche essere estremamente realistico. E ciò rende il tutto preoccupante. La storia si svolge su Silicon Isle. Un piccolo inferno sulla terra. Divisa in molti modi, ma resta un minuscolo angolo di mondo devastato, dove non sembra importare a nessuno di garantire un briciolo di sicurezza e benessere ai suoi abitanti, nè specialmente a chi lavora lì. Anzi, vedremo come il mondo lentamente ha isolato questa isola (scusate la ridondanza), togliendogli un pezzetto alla volta. Tenendosi però i benefici derivanti dal lavoro svolto. Insieme a tutto questo c'è la parte intorno a cui ruota questa storia, poiché è tutto marginale rispetto a "Marea Tossica". Non voglio dirvi cosa sia in realtà; è il mistero che unisce tutto il romanzo, un fatto casuale che porta all'isola ed ai nostri protagonisti, mettendoli nell'occhio del ciclone di qualcosa di enorme, che cambierà le loro vite. In bene o in male, dovrete scoprirlo leggendo. Una lettura, ahimè, confusa, che mi ha lasciato davvero tanti dubbi e perplessità. Alla prima lettura, solo alla fine ho capito qual'era il punto intorno a cui girava la storia. Come già dicevo inizialmente, pensavo ad una critica ecologica e/o sociale, ma la trama si concentra su altro, facendole comunque comparire, seppur non approfondite come sarebbe interessante leggere. Ho riletto alcuni passaggi dopo giorni dalla chiusura del libro, anche per scriverne una recensione migliore e più obiettiva; mi ha schiarito un pochino di più la mente, ma tante domande restano. Ci vorrebbe un'altra rilettura completa, ma non subito. Forse così capirei meglio il tutto. Una storia complessa, articolata e con tanti elementi che ad un lettore potrebbero sfuggire e troverebbe la lettura fastidiosa, confusa, e carente in molti punti. A mente "calda" lo avrei sconsigliato. A mente fredda, sto rivalutando le mie prime impressioni di pancia e mi sto mettendo in gioco con il mio stile di lettura (spesso mi scontro con la fantascienza, nonostante la trovi interessante). Non lo sconsiglio, a meno che questo genere non faccia per voi; in quel caso forse meglio evitare: va benissimo leggere fuori dalla comfort zone, ma senza esagerare. Per esempio, a me questo genere piace, ma mi ha creato qualche problema (come spiegavo sopra). Prendete questa recensione anche come un avvertimento per avere un idea di quello che potreste trovare (o non trovare) in queste pagine, così da non affrontare una cosa del genere e ritrovarvi spiazzati, come me, ed alla fine trarne solo elementi negativi, quando in effettivo c'è molto materiale interessante. Prendetevi tempo e pazienza, se avete dubbi rileggete alcuni paragrafi o capitoli. Se volete parlarne contattatemi ,che uno scambio di pareri sarebbe molto gradito. Un esordio davvero interessante e molto particolare. Rispetto a tante "novità", questa spicca sicuramente per la sua originalità. Chissà se arriveranno altri suoi romanzi in Italia. Intanto, ringrazio la Oscar Vault per avermi permesso di leggerlo in anteprima. from Blogger https://ift.tt/39ZTe5U via IFTTT
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L'ombra, il silenzio e la musica dei fiori: "Rifrazioni" di Elio Pecora. Recensione di Marco Camerini
L’ombra, il silenzio e la musica dei fiori: “Rifrazioni” di Elio Pecora. Recensione di Marco Camerini
Recensione di Marco Camerini
La pazienza maggiore l’ha dovuta a se stesso:
ha patito le paure nuove del bambino,
i fantasmi esagitati dell’adolescente,
le saracinesche arrugginite dell’ansia,
il tramutare scomposto delle carni
i cumuli delle ombre, gli intoppi della memoria.[1]
Negli splendidi versi si trasfigura ellitticamente in III persona, con intensa e disarmante sincerità, il soggetto…
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#analisi#critica#Elio Pecora#lettura#Marco Camerini#Mondadori#poesia#poeta#recensione#Rifrazioni#Roma
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Le migliori app per macOS del 2018
Dopo aver scritto l'articolo con i miei consigli per ottimizzare al meglio macOS High Sierra alcuni utenti mi hanno chiesto di parlare anche delle app che installo sempre, quelle che ritengo essenziali. Vi dispiacerà sapere che le due cosa non coincidono, poiché tendo ad installare con rigorosa frequenza anche alcuni software che uso saltuariamente e di cui potrei forse fare a meno ma non voglio privarmene per quelle due o tre volte al mese in cui mi possono essere utili. Ci sono poi tutta una serie di applicazioni che sono direttamente correlate alla mia attività lavorativa e che, dunque, possono non avere nessun interesse generalista. Ecco perché divido la lista in diverse sezioni, con la consapevolezza che non tutto ciò che io ritengo essenziale lo sia anche per gli altri.
App di sistema di macOS Ne utilizzo tante e le trovo quasi sempre ottime. Mail è il mio client di posta preferito, Safari il browser principale (per un periodo è stato Chrome), Anteprima è utile in mille occasioni su immagini e PDF, Note è diventato ottimo, Calendario non ha bisogno di nulla in più per quanto mi riguarda, Messaggi è un caos con la sincronizzazione ma è comoda e il Terminale è praticamente sempre attivo. Un consiglio: esplorate macOS e le sue app, ne contiene tante che spesso non sono neanche ben in vista ma vi evitano di dover acquistare software di terze parti.
1Password 6 Il numero uno tra i password manager consente di tenere al sicuro anche documenti d'identità, file e note generiche. Al momento lo uso in abbonamento e per quanto tempo e fatica mi fa risparmiare si merita ampiamente il prezzo pagato. Inizialmente era del tutto Apple-centrico mentre oggi ci sono anche i client per Windows e Android, un'altra ragione per esserci profondamente legato. A parte il fatto che ho all'interno già 1168 elementi salvati...
Dropbox Rimane ancora oggi il più efficiente sistema di storage cloud perché unisce la velocità con le funzionalità e l'efficienza. In tanti anni non mi ha mai dato un singolo problema e quando mi è servito avere tanto spazio online ho scelto il loro servizio Business con spazio illimitato. Nota di merito aggiuntiva per la funzione Smart Sync, grazie alla quale possiamo vedere tutti i nostri file nel Finder pur decidendo di averli salvati solo online, scaricandoli al bisogno con un solo clic. Fantastico.
Alfred 3 Sto seguendo un ordine cronologico fino a qui, per cui potrete capire quanto sia importante per me Alfred. Si tratta di un'app che può sembrare un duplicato di Spotlight a primo sguardo ma che nasconde infinite potenzialità. Ci sono snippet, ricerche di gruppo, integrazioni dirette con Terminale, Contatti, iTunes, un Clipboard manager con storico e, soprattutto, i Workflow. All'interno di questi si può utilizzare davvero qualsiasi skill per creare automatismi, mischiando bash, php, python, apple script, javascript... insomma, quel che volete. Alfred lo uso mille volte al giorno e senza di lui il Mac sembra incompleto. Ho iniziato con la prima versione gratuita un po' come tutti, giusto per velocizzare le ricerche sul web, alla fine ho preso il PowerPack e ho continuato ad acquistarlo anche per tutte le versioni successive (ora siamo alla 3).
iStat Menus 6 Ha un posto nella mia barra dei menu praticamente da sempre. Anni fa avevo provato ad usare anche il clone gratuito (MenuMeters) ma il confronto non è possibile. Quest'app ha usi sterminati, ogni utente può configurarla come meglio crede, ma una volta capito quante informazioni ci può fornire e in che modo, pratico ed elegante, è difficile farne a meno. Al momento io ne ho tre istanze: una dedicata all'uso della CPU (in tempo reale e con storico) che all'apertura mostra informazioni su CPU, RAM, GPU, ecc... una con le informazioni di upload e download in tempo reale che cliccando offre un dettaglio completo della rete e dei singoli processi ed una al posto dell'orario di sistema, perché preferisco avere giorno della settimana, icona calendario con numero e ora, cosa che non è possibile con le impostazioni native (e all'apertura del dropdown c'è tutto il calendario del mese con gli appuntamenti). Sul portatile aggiungo anche l'indicatore di batteria personalizzato, perché si può sceglierne l'aspetto in modo condizionale (quando è carico, scarico, in carica) e si può anche cliccare per vedere tante info in più.
Carbon Copy Cloner 5 Rappresenta la mia garanzia di sicurezza in termini di operatività, poiché ogni sera faccio un clone del disco di avvio su uno gemello esterno, che posso usare come boot in caso di problemi premendo alt al momento dell'avvio del Mac. Tutto senza perdere un solo secondo di lavoro, avendo poi tutto il tempo di risolvere l'eventuale problema. Time Machine è pratico se si cancella qualcosa per errore ma io non lo attivo quasi mai perché per il sistema operativo preferisco una copia avviabile sempre pronta, mentre i file stanno o all'esterno su sistemi RAID di tipo NAS o DAS quando non nel cloud. Si paga ma non tanto per quello che offre, è sempre aggiornata e funzionale e consente di effettuare anche backup programmati, incrementali, su dischi locali o di rete. Per questi ultimi usavo un tempo ChronoSync, che ha qualche opzione in più, ma nel complesso ho trovato pi�� conveniente mantenere sempre aggiornata la licenza di CCC che ha più frecce al proprio arco anche se meno specialistica. 33,70€
DaisyDisk 4.5 Potreste non considerarla essenziale anche solo per un motivo: esistono alternative che fanno più o meno la stessa cosa e invece di costare 10,99€ sono gratuite. Tuttavia quando ho bisogno di dare uno sguardo approfondito allo spazio occupato sul mio Mac per trovare cumuli di file cancellabili, l'unica app che mi viene in mente di usare è DaisyDisk. La sua interfaccia è bellissima ma è soprattutto il metodo di visualizzazione a torta e la semplice navigazione in profondità oltre che il cestino dinamico che la rendono l'unica app del genere da considerare. La licenza non è molto costosa ed è presente anche sul Mac App Store ma compratela dal sito dello sviluppatore per ottenere una versione più completa che può analizzare anche i file nascosti e di sistema.
TranslateTab Il mese scorso mi dava qualche problema (si bloccava la UI ogni tanto) e ho provato a cambiarla. Ne ho acquistate altre due simili ma nessuna ha la stessa velocità operativa (supporta tante shortcut) e gestisce bene i testi lunghi. Per chi lavora su internet avere un'icona nella barra dei menu sempre pronta per traduzioni in tempo reale direttamente è comodissimo. Mi capita di dover convertire dal tedesco, dal francese, persino dal cinese e giapponese di tanto in tanto. In più la utilizzo per alcuni testi più ostici in inglese e per verificare la correttezza di quelli che scrivo io. Costa circa 5,49€ ed ha qualche difettuccio di funzionamento ogni tanto (richiede internet, ovviamente), ma è ampiamente la migliore nel suo genere.
Magnet Per tantissimo tempo ho usato Moom sui miei Mac, una piccola app che aggiungere un popup sul pulsante verde delle finestre per definirne un dimensionamento specifico in base a preset o ad una griglia personalizzata. Rimane ancora una delle mie preferite ma da quando macOS offre la possibilità di "appicciare" due finestre ne sto facendo a meno e al suo posto utilizzo la più semplice Magnet (al momento in offerta a 1€). Offre un numero limitato di dimensioni al contrario di Moom, tuttavia è meno invadente ed ha una serie di scorciatoie molto comode. In particolare usando uno schermo esterno sull'iMac o sul portatile, ho il problema che ogni tanto macOS decide di non riattivarlo ma lo considera comunque in funzione, per cui se ho una finestra sul display secondario non ho modo di vederla. Magnet ha tra le opzioni proprio lo spostamento di un'app tra gli schermi con una shortcut e mi aiuta spessissimo. In generale offre un sistema di snap semplice ma efficiente, che ricorda quello di Windows 10 ma con qualche funzione in più Per quel che costa, specie con le offerte temporanee, vale davvero la pena di averla.
TripMode Ho iniziato ad usarla relativamente da poco ma si è ritagliata immediatamente un ruolo di primo piano su tutti i miei Mac. Sarà che in questo periodo ho problemi continui alla linea Internet e mi tocca ripiegare sul tethering spessissimo, ma trovo che questa piccola utility sia davvero comodissima in mille circostanze come ho spiegato nella mia recensione.
ReadKit 2 Non è bella come Reeder 3 ma sul Mac la preferisco perché supporta un numero maggiore di servizi, tra cui Pocket, e consente di creare cartelle smart che funzionano trasversalmente tra tutti i nostri account. Sicuramente da migliorare per l'interfaccia ma funzionalmente non ha rivali e merita i suoi 10€.
SDFormatter Piccola utility gratuita che non si può non avere: Utility Disco di macOS è una delle app peggio riuscite dopo il suo restyling e non è mai stata davvero perfetta. Capita spesso di mandare in tilt una pendrive o una memoria SD, con partizioni nascoste che non si rimuovono e file system corrotti. In questi casi una passata con SDFormatter ripristina una situazione di partenza pulita in FAT32 e poi si potr�� fare quel che si preferisce.
Parcel 3 L'ho provata e riprovata più volte in passato ma proprio non la digerivo per via di una UI basata su uno schema cromatico sgradevole e la mancanza di una versione per Android o Windows. Tuttavia con il passare degli anni si è un po' svecchiata ed è diventata la mia preferita perché ha un pratico sistema di sincronizzazione iOS/macOS e supporta quasi tutti i corrieri. Dimenticavo di dire cosa fa: consente di tenere traccia di tutte le proprie spedizioni, avvisando dei vari avanzamenti di stato. La versione gratuita ha una limitazione sul numero di pacchi contemporanei, per cui sono dovuto passare all'account premium... tradotto: un altro abbonamento da 3,49€ all'anno. Tuttavia arrivo a seguire anche 20 pacchi in entrata/uscita, senza un'app del genere impazzirei.
Forklift 3 Cosa c'è di meglio del Finder? Di strumenti sostitutivi ce ne sono diversi ma con Forklift si ha tutto quello che può servire ed anche di più. Non è solo un gestore di file molto più avanzato ma include tutta una serie di strumenti avanzati per la sincronizzazione delle cartelle per l'accesso di rete ed anche su server remoti SFTP/FTP/ecc... con un solo acquisto di $29.95 si ottiene uno strumento che può tornare utile in mille occasioni. Ad esempio offre anche un tool di rinomina in batch abbastanza completo e consente di creare archivi Zip senza portarsi dietro i file spazzatura di macOS, cosa consigliabile per chi lavora in ambienti misti con PC Windows.
QREncoder È sempre comoda da avere: è gratuita, abbastanza completa e funziona bene. Si tratta di un semplice strumento che consente di creare codici QR validi per siti, bigliettini, eventi e qualsiasi altra cosa vi venga in mente. Iniziate ad installarlo e vedrete che prima o poi lo userete, specialmente ora che i QRCode vengono riconosciuti anche dall'app fotocamera di iOS.
TextExpander 6 Questa è un po' border-limit, perché in effetti la uso tantissimo sul lavoro. Per sostituzioni semplici si può già adoperare la funzione nativa di macOS o anche lo stesso Alfred (che infatti adopero per trasformare al volo le emoticons in emoji), ma TextExpander è molto di più di questo. Oltre a poter trasformare una serie di caratteri anche in testo formattato e di lunga dimensione, consente di far apparire un popup con richiesta di alcuni parametri. Ad esempio io ho delle email preconfezionate dove però devo personalizzare volta per volta alcune porzioni. Queste possono essere trasformate in variabili e TextExpander ci chiederà di inserirle in una finestrella prima di espandere il nostro snippet. Non potete immaginare quanto tempo mi faccia risparmiare ogni giorno ma purtroppo anche questo è diventato in abbonamento. Io ormai non ne posso fare a meno, per cui pago, ma se partite da zero ed avete esigenze simili provate prime con le soluzioni gratuite.
EasyRes 1.1 Se utilizzate uno o più monitor esterni, questa app è la migliore nel suo genere. Credetemi se vi dico che ne ho provate tante prima di lei. Con una semplice icona nella menu bar offre una miniatura di ogni schermo connesso e consente di selezionare tutte le risoluzioni supportate, dividendole tra HiDPI e normali, con la possibilità di salvare una lista di preferite e con un nome proprio specifico per ogni schermo. Per giunta è gratis mentre altre che ho acquistato sono meno efficienti.
PDF Expert Non la uso molto avendo il pacchetto Creative Cloud completo con Acrobat, inoltre per esigenze più semplici sui PDF c'è già Anteprima che svolge un attimo lavoro. Nel mezzo si trova PDF Expert, snella ma abbastanza potente, consente di lavorare sui PDF con una marcia in più e senza la lentezza di Adobe Acrobat. Ammetto però che non credo la riacquisterei al prezzo attuale di 65€, conviene attendere qualche offerta.
CleanMyMac 3 È l'unica app del suo genere di cui mi fidi. Oltre a far liberare un sacco di spazio eliminando componenti aggiunti non utili (ad esempio le lingue oltre ad italiano ed inglese) lo trovo comodissimo quando devo disinstallare qualcosa che non abbia un proprio tool. Molte app si possono semplicemente buttare nel cestino ma se le mettiamo dentro CleanMyMac ci fa vedere tutte le dipendenze e possiamo localizzarle anche con il Finder o il Terminale per fare pulizia in modo più profondo. Costa quasi 40€ ma garantisce aggiornamenti costanti praticamente a vita.
Transmission Per lungo tempo ho preferito usare uTorrent al suo posto, ma ultimamente questa è diventata un ricettacolo di pubblicità e l'ho voluta mettere da parte. Inoltre Transmission usa lo stesso backend che ho sul NAS e quindi posso usare le medesime app per il controllo remoto. Non scarico molti torrent, anzi quasi nessuno, ma è comoda da avere pronta in caso di necessità.
VLC 3 Ogni volta che apro quest'app mi cadono le braccia a terra per quanto è brutta l'interfaccia. Che bei tempi quando su macOS si poteva installare il pacchetto Perian e avere tutti i codec audio/video del mondo integrati in QuickTime. Oggi ci sono delle app che cercano di essere il VLC di turno ma con una bella UI e ne ho usate a decine, credetemi, ma tutte falliscono miseramente dopo qualche mese. C'è quella che inizia a mostrare pubblicità o ad installare schifezza, quella che non viene più sviluppata e cose così. Alla fine mi sono rassegnato e uso VLC, anche se cerco di chiudere gli occhi ogni volta che la avvio. Sarebbe troppo chiedere un'interfaccia decente o le skin anche su macOS?
iFlicks 2 Rientra nella lista degli essenziali per un pelo, ma in effetti lo installo sempre e se si "vive" all'interno dell'ecosistema Apple anche in termini di iPhone, iPad, Apple TV, ecc... può essere davvero comodo. In sostanza serve a convertire file video in formati digeribili nativamente da tutti i dispositivi Apple, in alcuni casi anche solo inserendoli in un apposito contenitore senza effettuare una ricodifica. Oltre a questo ha il vantaggio di cercare online tutti i metadati per completare i file, aggiungendo titoli, locandine, trama, ecc... creando un catalogo coerente, pratico da sfogliare e bello da vedere. Il problema è che risulta davvero caro (quasi 39€ nel momento in cui scrivo), spesa che ha senso solo se si sfrutta davvero tanto.
HandBrake 1.1 Un software open-source imprescindibile per chiunque. Non è semplice come iFlicks e non si mette a sistemare per noi i metadati dei file, tuttavia apre qualsiasi formato video e lo converte in qualsiasi altro. Negli ultimi mesi lo sto usando spessissimo perché ho deciso di fare i RIP in HEVC di tutti i miei BluRay e questo è il sistema di conversione che preferisco. L'ultima versione ha anche reso la UI più coerente e completa. Davvero un must-have.
Mediainfo Che codifica ha questo video? Quali tracce audio e con che qualità? E il framerate? Queste e tante altre cose ce le dice Mediainfo semplicemente trascinandoci sopra un filmato. Costa circa 1€ sul Mac App Store ed è comodissima da avere anche se magari non si userà tutti i giorni.
Spotify Da qualche mese ho iniziato ad usare Apple Music, tutto per colpa dell'HomePod, ma il mio servizio musicale principale è e rimane Spotify. L'app per Mac è basata su una webview ma funziona mediamente bene ed è veloce e completa. Saltuariamente dà qualche errore di connessione ma nel complesso merita più di altre. Con la versione gratuita del servizio è meglio usare l'iPhone, perché su iOS ci sono meno limiti, ma se siete utenti Premium l'app desktop offre un'esperienza ben più completa.
Audacity È gratuita, open-source e multi-piattaforma. Si aspetta a momenti la versione aggiornata per i 64-bit ma è comunque il più pratico tool di editing e registrazione audio su qualsiasi piattaforma. Anche usando software ben più complessi (e costosi) per lavoro, quando ho da fare cose semplici apro sempre Audacity. Così come non apro Photoshop ma il semplice Anteprima se devo solo tagliare o ridimensionare una immagine: ogni strumento ha il suo campo di applicazione ideale.
Audio Hijack Costa $59 e non la uso tutti i giorni, eppure non potrei farne davvero a meno. Consente di filtrare, reindirizzare, applicare effetti in real-time o registrare ogni singolo dispositivo audio del computer. Non solo quelli hardware (come un microfono) ma anche quelli virtuali rappresentati dai vari software. L'impiego più banale è quello di salvare in tracce audio di qualsiasi qualità e formato ogni sorgente musicale possibile, ma i suoi usi vanno ben al di là di questo. Ad esempio potete registrare contemporaneamente da due microfoni in tracce separate e allo stesso tempo mixarne una terza con questi più un tappeto musicale e/o effetti audio aggiunti tramite altri software. Un'applicazione davvero spettacolare.
Comunicazione
Telegram È eccellente, davvero non saprei cosa recriminargli. Non dico che sia l'app o il servizio perfetto ma di certo è il migliore esempio di sistema di messaggistica multi-dispositivo e multi-piattaforma che esista. Whatsapp ha numeri superiori ma, al contrario di questa, Telegram può essere uno strumento di produttività molto efficiente, non solo un luogo dove scambiarsi messaggini. In passato usavo Franz un po' per tutto e ogni tanto la rimpiango, però ho notato che l'app di Telegram era più limitata, che con Slack mi dava problemi di timeout, con i messaggi di Facebook non aggiornava le notifiche... insomma, alla fine ho ripreso ad usare app singole.
Skype Sarà anche peggiorata da quando sta sotto le ali di MS, ma per chiamate di gruppo resta ancora la soluzione più pratica e completa. È il nostro strumento preferito per allinearci nella registrazione dei podcast (le tracce audio le registriamo con Audacity in locale) ed è comodo essendo multipiattaforma e sempre aggiornato (anche troppo...).
Slack Può essere utile in qualsiasi attività nella sua forma gratuita, pure per gestire piccoli team e progetti. Noi la usiamo per la redazione di SaggiaMente e per offrire una piattaforma protetta a tutti i SaggiUtenti donatori, dove possono scambiarsi informazioni o aiutarsi l'un l'altro sugli argomenti più disparati, essendo anche in diretto contatto con noi h24. È gratuita nella versione base che non ha limitazioni davvero rilevanti per la maggior parte degli scenari, per cui vi consiglio di provarla: se riuscite a convincere tutto il vostro gruppo di lavoro ad usarla vi renderete conto di quanto possa essere utile!
Tweetbot 2 Non so voi ma io uso Twitter sempre meno oggigiorno. C'è stato un momento in cui era diventato il mio servizio informativo, di messaggistica e social principale, mentre ora fatico a trovargli una collocazione nella mia giornata. Rischio di rispondere esclusivamente ai messaggi diretti o alle mention per intere settimane, senza scrivere nulla di mio. Ho comunque tanti account in ballo per i vari siti/progetti al di là di quello personale e Tweetbot è sempre stato il miglior client esistente. Soldi spesi bene per quanto mi riguarda.
Applicazioni abbandonate che ancora uso
Wunderlist Ormai acquistata da Microsoft che l'ha abbandonata e ne ha creato una versione peggiore e con un sacco di limiti. Ecco perché, finché sarà disponibile, continuerò imperterrito a preferire questa. Sarò sincero, per le Note ormai uso l'app nativa di Apple, che è cresciuta tantissimo in termini di qualità ed efficienza nell'ultimo anno, ma per i task quotidiani Promemoria è indecente. Troppo limitata nella forma e nella sostanza, con una interfaccia scomoda e poco scalabile. Insomma, per i ToDo rapidi e con liste condivise e condivisibili, Wunderlist è ancora la numero uno tra le gratuite.
TextWrangler Per la serie morto che cammina, l'editor di testo gratuito di Bare Bones è ancora il mio preferito pur essendo stato abbandonato. La software house ora spinge all'utilizzo del proprio BBEdit ma non è altrettanto intuitivo e rapido oltre a pressare per passare alla versione a pagamento. Finché questa funzionerà io continuerà ad utilizzarla per coding veloce visto che supporta moltissimi linguaggi di programmazione con colorazione della sintassi, apertura multifile con memoria ed offre ottimi strumenti per ricerca e sostituzione.
FontCase L'ho acquistata tanto tempo fa sul Mac App Store, quando FontExplorer X di Linotype è diventata a pagamento mirando ad un pubblico aziendale di fascia un po' più alta rispetto le mie necessità. L'app è stata abbandonata ed ha sempre avuto qualche problemuccio di crash, che è rimasto tuttora visto che non ci sono più aggiornamenti da secoli. Continuo ad installarla trovandola nella lista dei miei acquisti, almeno finché sarà possibile, ma so già che dovrò comprare FontExplorer X Pro quanto prima. Si tratta di una versione ben più evoluta del libro font di sistema, che consente di avere un archivio memorizzato su un servizio cloud come dropbox, di organizzare tutti i font per tipologia, categoria, cartelle, visualizzandoli con anteprime prima di attivarli e con una serie plugin per i principali programmi di grafica che fanno installare il font giusto appena richiesto, tutto in tempo reale. È sicuramente più utile per chi ha a che fare con la grafica quindi la metto qui giusto come segnalazione perché è effettivamente una delle primissime app che installo ancora oggi (aprile 2018) su tutti i miei Mac.
Pixa Non è ufficialmente abbandonata ma l'ultimo update risale a dicembre del 2016, per cui non ne consiglierei l'acquisto oggigiorno, visto anche il suo prezzo di quasi 30€. È però presente in tutti i miei Mac vista la comodità con cui consente di catalogare e ricercare elementi grafici posizionando la libreria nel percorso che si preferisce (io la tengo su Dropbox). Non so se esiste qualcosa del genere ma di più aggiornato, però fa il suo dovere da diversi anni senza difficoltà, per cui è ancora la mia prima scelta.
Per il mio lavoro
Il mio lavoro negli ultimi anni si è focalizzato su un numero minore di attività. La programmazione si è ridotta per lo più a semplice scripting per lo sviluppo web ma ogni giorno scrivo articoli o faccio foto, qualche volta a settimane registro o monto video e saltuariamente mi capita ancora di lavorare nel campo della grafica più tradizionale per loghi, locandine o libri. Molte delle attività quotidiane le svolgo con le app sopra descritte ma le principali ne richiedono di specifiche. Eviterò di scendere troppo nel dettaglio in questo caso, ma non posso non citare Photoshop, Lightroom ed Illustrator... principali app per cui pago l'abbonamento Creative Cloud e grazie al quale utilizzo anche Premiere, Audition e pure un po' di After Effects di recente. Per il montaggio audio preferivo Logic di Apple ma ho la versione 9 e trovandomi Audition "omaggio" nell'abbonamento Adobe ho preferito evitare di acquistare Logic Pro X (ma sono davvero molto tentato). Ho provato più volte a passare ad altri software per la grafica ma per l'uso che ne faccio io nulla equipara la potenza di Photoshop. Lo conosco da secoli ormai e non c'è nulla che mi riesca a soddisfare ugualmente alla lunga, seppure io abbia acquistato e provato a fondo sia Pixelmator che i software del pacchetto Affinity. In futuro spero però di passare all'abbonamento "ristretto" al solo ambito fotografico non appena mi deciderò ad abbandonare Premiere Pro. Final Cut Pro X lo so usare ma proprio non mi piace il suo modo di gestire progetti e timeline, per cui non avevo molte alternative valide, ma è cresciuta sempre di più la convinzione di provare seriamente Da Vinci Resolve con la release 15 in arrivo e spero di poter fare il cambio definitivo questa estate.
Ulysses è il mio tool di scrittura preferito, dove butto giù le bozze di quelli che poi diventano articoli o recensioni, ma purtroppo è passato anche questo da licenza singola ad abbonamento. Sta diventando una tortura... spendo quasi più in abbonamenti software che per le "bollette". Tra questi c'è anche Microsoft Office 365, che onestamente trovo molto comodo per l'efficienza di Word e le potenzialità di Excel, nonché per lo spazio di OneDrive che uso per stoccare i dati che mi servono solo per Windows nel cloud (così come uso iCloud solo per quelli relativi al Mac). Se avete avuto un brivido nel leggere la parola "efficienza" a fianco di "Word" sappiate che sembra strano anche a me che uso computer da 30 anni pieni. Eppure è così: tanto per fare un esempio banale, il software di scrittura di Microsoft è l'unico che facendo copia e incolla oggi esporta testo pulito con una formattazione adatta anche al web, senza portarsi dietro stili, classi e schifezze... cosa per cui era rinomato (ma in negativo) nelle sue precedenti versioni. Per i documenti personali adopero sempre Pages, Numbers e Keynote, poiché più snelli e amichevoli, ma per il lavoro il pacchetto di Office sta ancora ben più avanti.
Per lo sviluppo web ho usato per anni Dreamweaver (quando era di Macromedia). Poi sono passato ad Espresso perché molto più snello e veloce ma oggi uso Coda. Questo software ha qualche difettuccio ed alcuni bug perenni, ma funziona bene nella scrittura ed è gradevole per la UI e le logiche di funzionamento, specie grazie alla sincronizzazione cloud dei server con Panic Sync. La stessa azienda realizza anche Transmit che è senza dubbio una delle mie applicazioni preferite di sempre sia sua macOS che su iOS, dove però è stata abbandonata. Sigh! Dopo diversi anni in cui adoperavo principalmente Chrome sono ritornato felicemente su Safari. Nel mio Dock ci sono però anche quello insieme a Firefox ed Opera. Li uso tutti per controllo di resa, per compatibilità con alcuni servizi e per salvare accessi separati a servizi che ho con altri account sul browser principale. Infine non posso fare a meno di Toast Titanium per la masterizzazione dei DVD e BluRay Video che consegno ai clienti, anche se non amo la loro politica di rilasciare ogni anno una major release praticamente identica che aggiunge solo il supporto alle più recenti versioni di macOS (infatti uso ancora la 14 per ora).
Nessuno
from Le migliori app per macOS del 2018
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#RECENSIONE #Manowar ((Battle Hymns MMXI))
"Battle Hymns" era il simbolo di un'epoca, di un modo di essere, e l'eredità che comporta è enorme. I Manowar fanno i conti col tempo che passa ma, purtroppo, lo fanno con un progetto dal sapore forzato e posticcio. "Battle Hymns MMXI" è un disco nato stanco, privo di mordente, destinato a pochi, che si ascolta giusto un paio di volte per poi finire sotto cumuli di polvere, la stessa che si è accumulata sul corpo di quell'aquila luminescente, simbolo di gloria e di libertà, e che ne ha irrigidito le ali, schiacciate da trenta lunghissimi anni di storia. Un remake resta pur sempre un remake e, come nel cinema, nel 90% dei casi il risultato è mediocre, oltre che inutile. (Andrea Cerasi)
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