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Ovid’s Metamorphoses
Metamorphoseon libri XV is an 1586 Latin edition of Ovid’s Metamorphoses, printed in Venice by Nicolaum Moretum (Nicolaus Moretus). It features woodcut illustrations throughout and was edited by Italian humanist Raffaele Maffei (1451-1522), also known as Raphael Volaterranus, with commentary and arguments by ancient Roman author and scholar Lactantius Placidus (c.350-c.400 CE).
The renowned Roman poet Ovid (43 BCE-17/18 CE) drew inspiration from Alexandrian poetry by choosing myth as the central theme in his Metamorphoses. While the Alexandrian tradition used myth for moral reflection or insight, Ovid took a different approach and treated it as a form of "play and artful manipulation." The poem spins together over 250 myths and is deemed his crowning achievement.
Initially written in approximately 8 CE, it is a Latin narrative poem in fifteen books that describes the history of the world from its creation to Julius Caesar's deification within a loose mythical-historical framework. Its influence can be seen in various art forms, from paintings to literature, where its themes and stories have been reinterpreted and adapted over the centuries.
Unlike many other classical authors, Ovid's works, particularly Metamorphoses, remained popular throughout antiquity and the Middle Ages, transmitted through manuscripts. The first printings of Metamorphoses appear in Italy in the 1470s and William Caxton published the first English translation in 1480. Many editions appeared in the 16th century and Moretus first published Metamorphoses in 1543 in an unillustrated edition. Our edition is his second printing of the text, this time with illustrations, over 40 years later.
-Melissa, Special Collections Graduate Intern
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Gli Arcadi di Terra d'Otranto (4/x): Gaetano Romano Maffei di Grottaglie.
di Armando Polito
1697-1769 le date estreme della vita. Il suo nome pastorale era Onesso Boloneio, la forma più corrente; infatti è Onesso Bolonejo della colonia Mariana in Gennaro Ravizza, Notizie biografiche che riguardano gli uomini illustri della città di Chieti, Miranda, Napoli, 1830, p. 107; Onesso Bolimejo, sempre della colonia Mariana, in Gennaro Ravizza, Appendice alle notizie biografiche degli uomini illustri della città di Chieti, Tipografia Grandoniana, Chieti, 1834, p. 94). Al di là di queste oscillazioni, nulla sono in grado di dire circa l’origine di questo nome pastorale. Per quanto riguarda la colonia Mariana va ricordato che essa era stata fondata nella Religione dei Chierici Regolari delle Scuole Pie, cui il Maffei apparteneva, l’8 novembre 1703 col motto Hinc satur (Da qui sazio). di seguito lo stemma tratto dal frontespizio di Rime di Adalsio Metoneo pastore arcade della colonia Mariana, Stamperia di S. A. R., Firenze, 1738.
La produzione del Maffei, di carattere religioso e, prevalentemente, encomiastico, risulta imponente. Di seguito in ordine cronologico i titoli tratti dal volume citato del Ravizza (pp. 107-108) e, laddove è stato possibile reperirlo, qualche frontespizio.
Fasti antichi di Tarento, oggi Taranto. Sonetti del P. Gaetano di S. Margherita, grottagliese, cherico regolare delle Scuole pie, pastore arcade, consacrati all’illustrissimo signor D. Federico Valignani Marchese di Cepagatti, per S. M. C. C. presidente della Regia Camera di Napoli, fra gli Arcadi Nivalgo Aliarteo. In Chieti nella stamperia del Terzani, 17321
Componimenti poetici in occasione delle felicissime nozze di D. Pietro del Giudice, e D. Marianna Castiglione. Dedicati al merito del Marchese D. Saverio del Giudice P. A., e Vice Custode di detta colonia Tegea col nome di Olasco Panacheo. Chieti, per Ottavio Terzani, 1745
Componimenti poetici in occasione di prender l’abito Francescano nell’esemplarissimo Monistero di Santa Chiara di Lanciano la Signora D. Paola Ravizza col nome di Suor Maria Eugenia. In Chieti nella Stamperia del Terzani 1747
Componimenti poetici in applauso della professione solenne nel Monistero di Santa Chiara in Lanciano di Suor Maria Arcangela, già nel secolo Vittoria Guidotti. In Chieti per Ottavio Terzani 1747
Componimenti poetici in laude di F. Bernardo M. da Lanciano, Difinitore, Lettore Teologo, e Predicator Cappuccino. Dedicati al merito sovragrande del Sig. D. Paolo Minicucci. In Chieti MDCCLII. Nella Stamperia di P. Ferri
Caietani Romani a S. Margarita Cryptaliensis de clericis regularibus scholarum piarum carminum tomus primus. Teate. Ex typographia Petri Ferri, 17522
(Tomo I delle poesie di Gaetano Romano di S. Margherita da Grottaglie dei chierici regolari delle Scuole pie, Teate 1752 Dalla tipografia di Pietro Ferri) Teate era l’antico nome di Chieti.
Maria Assunta. Sonetti del P. Gaetano Romano di S. Margherita, Grottagliese, cherico regolare delle Scuole pie, all’Illustrissimo Signore D. Paolo Minicucci consacrati. In Chieti 1753, nella stamperia di Pietro Ferri3
Componimenti poetici fatti in lode di S. E. D. Raimondo di Sangro, Principe di S. Severo. Chieti, 1755, appresso Domenico Pachetti4
La virtù applaudita negli antichi Eroi Marrucini. Componimento Dramatico da cantarsi in occasione della solenne Accademia sul medesimo soggetto, rappresentato dagli studiosi delle Lettere umane nel Collegio de’ CC. Regolari delle Scuole Pie di Chieti. In Chieti MDCCLVIII
Relazione su la scoverta miracolosa, e tradizione antica della gloriosissima Vergine Maria delle Grazie, che si venera in Alanno, cui sono annesse le poetiche elucubrazioni del P. Gaetano Romano Maffei. In Chieti MDCCLXII
Componimenti poetici in morte di D. Giuseppe Aurelio di Gennaro, Regio Consigliere, e Lettore delle materie feudali ne’ studi pubblici di Napoli. Dedicati al Sig. D. Leopoldo Tutarini, Filologo, Pastore Arcade, Accademico Giureconsulto, ed Avvocato. In Chieti nella Stamperia del Pachetti, 17625
Componimenti poetici per l’esaltazione di D. Filippo Paini al trono vescovile di Valva, e Solmona. In Chieti, 17636
Opella in Anniversario pro fidelium animabus inexcogitabilem Purgatorii ignem patientibus, D. Jacobo Baroni Tiboni, V. I. Doctori, Patritio, Camerario, ac Theatinae Civitatis Principi dignissimo humillime dicata. Teate, MDCCLXVI, ex Typographia Dominici Pachetti7
Componimenti epitalamici per le felicissime nozze di D. Niccolò Barra Caracciolo, e D. Epifania Ramignani (nel Ravizza senza nome, senza luogo e senza data; in realtà, rispettivamente: Chieti, Pachetti e 1767)8
Il catalogo del Ravizza va integrato con i titoli che seguono.
Il Mose nel ritorno dall’Orebbe alla reggia di faraone. Oratorio composto dal padre Gaetano Romano Maffei di Santa Margherita cherico regolare delle scuole pie per cantarsi nella metropolitana dell’ill.ma citta di Chieti solennizzandovisi la festa del glorioso S. Giustino vescovo, cittadino e principal suo protettore nel giorno 11 di maggio. In Chieti : [s.n.], 17589
Grandezze del rosario di Maria opera del p. Gaetano Romano Maffei di S. Margherita chierico regolare delle Scuole Pie. In Chieti appresso Domenico Pachetti, 176810
Non desti meraviglia il fatto che tutte le opere del Maffei furono pubblicate a Chieti, dove egli visse ed operò per moltissimi anni. Non aleggia in esse ricordo della terra d’origine, fatta eccezione per la prima (Fasti antichi di Tarento). Non è un caso neppure che poche copie risultano conservate in biblioteche salentine (sottolineate nelle note 1-10).
Siamo giunti alla parte finale, forse l’unica, in fondo, originale di questo lavoro (ma vale per tutti gli altri della serie), cioè l’individuazione di componimenti sparsi in varie raccolte. Poteva andarmi peggio (come più in là si vedrà con altri autori) ma chi si accontenta gode.
Si tratta di tre sonetti inclusi in Componimenti poetici di vari autori per la promozione alla Sacra Porpora dell’Eminentissimo, e Reverendissimo Signor il Signor Cardinale Domenico Riviera seguita a 2 di Marzo del corrente anno, raccolti, e pubblicati per ordine dell’illustrissima Città dell’Aquila, Campana, Foligno, 1733, pp. 48-50. Li trascrivo aggiungendo in calce ad ognuno le mie consuete note esplicative.
Cinto allor, che fu d’ostro a il gran Riviera b,
fra l’Aterno s’accese, e fra ‘l Metauroc
lite d’onor; di chi di lor mai era
l’alta gloria novella ornata d’auro.
Da me, quegli d diceva, ei la primiera
origin trasse; è mio dunque il tesauro e.
Questof allor: Gli died’io la cunag altera,
è mia la gloria, e l’Indo il dice e ‘l Mauroh.
Giunto in quel punto al suol dall’auree porte
Giove, il gran Giove, i suoi begli occhi fisse,
e sul Riviera udio le liti insorte.
Gridò ridendo allor: Cessin le risse;
è comune tra Voi per bella sorte
tutto l’onor che l’ Cielo a lui prescrisse.
a Domenico Riviera (Urbino 1671- Roma 1752), nell’immagine che segue tratta da Effigies nomina et cognomina S.D.N. Innocentii PP. XI. et RR. DD., De Rossi, Roma, 1730, fu fatto cardinale da Clemente XII nel 1733.
Il Rivera fu socio dell’Arcadia col nome pastorale di Metaureo Geruntino (per Metaureo vedi le successive note c ed f.; per Geruntino il riferimento è al fiume Gerunte che scorreva presso la città di Elea secondo quanto si legge in Giovanni Mario Crescimbeni, L’Arcadia, Antonio de’ Rossi, Roma, 1711, p. 273). In un’adunanza dell’Arcadia il Riviera lesse, scritta in latino, la vita di Raffaele Fabretti (Urbino 1618-Roma 1700), famosissimo storico ed archeologo, che in seguito fu pubblicata in volgare da Giovanni Mario Crescimbeni (titolo: Vita di Raffaello Fabretti Urbinate detto Iasiteo Nafilio trasportata dal testo latino dell’Ab. Domenico Riviera da Urbino, detto Metauro Geruntino, nel nostro volgar toscano dal Can. Gio. Mario Crescimbeni Maceratese detto Alfesibeo Cario Custode Generale d’Arcadia) in Le vite degli arcadi illustri, I, Roma 1708, pp. 89-108, precedute dal ritratto del Fabretti che di seguito riproduco.
Il Riviera diede alle stampe De divo Joanne Evangelista oratio s Sanctissimum Dominum nostrum Innocentium duodecimum, Roma, Domenico Antonio Ercole, 1697 (era stato proprio Innocenzo XII a nominarlo prima coadiutore del Fabretti, poi suo successore nel 1700, nella custodia dell’archivio segreto); Per riconoscere lo stato del Reno, del Panaro, e del Pò, e l’accrescimento dei danni cagionati dal primo, Benacci, Bologna, 1719 e, sullo stesso tema, Alla santità di N.S. Clemente XI ed alla sagra Congregazione delle acque relazione, e voto di monsig. Domenico Riviera segretario della medesima, e visitatore appostolico l’anno 1716. Per riconoscere lo stato del Reno, del Panaro, e del Po, e l’accrescimento dei danni cagionati dal primo. Per la Congregazione delli 3 settembre 1717, Eredi del Benacci, Bologna, 1719; Sommario delle ragioni allegate nel Fatto/Dominicus Rivera Sacrae Congregationis aquarum secretarius, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, Roma, 1725; Resolutiones habitae a Sacra Congregatione aquarum in causa Bononien, seu Ferrarien. Aquarum Sper quatuor infrascriptis articulis inter interesse habentes ad dexteram fluminis Rheni in ejus parte inferiori Legationis Bononiae, et Civitatem Ferrariae, Principes Pios, & alios &cc. Die Ven. 24. Augusti 1725 / Dominicus Rivera sac. congregationis aquarum secretarius, Tipografia della Reverenda Camera Apostolica, Roma, 1725. Un suo contributo è in Nuova raccolta d’autori, che trattano del moto dell’acque, v. V, s. n., s. l., 1766.
b porpora cardinalizia. La voce è dal latino ostreu(m), trascrizione del greco ὄστρεον (leggi òstreon) che significava conchiglia e, per metonimia (la porpora era ricavata da alcuni molluschi, porpora.
c Aterno e Metauro sono i due maggiori fiumi, il primo dell’Abruzzo, il secondo delle Marche. A questo interesse per i fiumi non è estraneo quanto riporto alla fine della precedente nota a.
d L’Aterno. La famiglia Riviera era originaria de L’Aquila.
e Latinismo per tesoro.
f Il Metauro. Il futuro cardinale era nato ad Urbino.
g culla.
h L’affermano l’indiano e l’africano.
O fra gli Eroi più saggi Eroe migliore,
che sei di Storia, e di Poema degno,
gloria d’Aterno, e del Metauro onorea,
ed immortal di tutti due sostegno,
poiche te solo feo l’almo Fattore
Fenice altera nel divino ingegnob,
onde in te chiudi, e poi diffondi fuore
quanto contien delle virtudi il Regno,
la bell’almac Real del gran Clemented
cinger ti volle d’ostroe, e d’oro il Crine
per degno premio di sì eccelsa mente.
E al tuo mertof le glorie almeg latine
convengon sì, che in mirar l’ostro ardente
mira ciascun le tue virtù divine.
a Vedi le note c, d ed f del precedente componimento.
b poiché il creatore che dà vita (Dio) rese te solo superba Fenice (l’araba fenice era un mitico uccello che risorgeva dalle sue ceneri).
c anima. Da notare il gioco di parola tra questo sostantivo, che è da anima con dissimilazione (àlima) e caduta della vocale postonica e il precedente aggettivo almo, che, invece, è dal latino almu(m), che significa nutriente, che dà la vita, a sua volta da àlere, che significa alimentare.
d Clemente XII.
e Vedi la nota b del precedente componimento.
f Forma sincopata per merito.
g benefiche; si completa il gioco di parola di cui s’è detto alla nota c.
Và di Savoia a veder lieto i Figli,
disse Clemente al suo Riviera un giornoa,
Eroe fra lor vedrai d’alti consigli
famoso in guerra e di Pietade adorno.
Egli è il gran Duce Eugenio. Intanto digli,
che qualor di sue glorie il bel ritorno
da lui la Fede aspetta, omai si appigli
a quei pensier, che fagli fregio intorno.
Chinò il Riviera il ciglio a tai parole;
e d’ampie Idee già pieno alto Messaggio
partì dalla Romana augusta Mole.
Qual poi si fosse in compier con vantaggio
di Santa Fe sì belle cause, e sole,
chiedilo al Mondo, e ti dirà: Fu saggio.
a Allude alla missione diplomatica presso Eugenio di Savoia che Clemente XII gli aveva affidato nel 1707, sulla quale vedi Francesco Maria Ottieri, Istoria delle guerre avvenute in Europa e particolarmente in Italia per la successione alla Monarchia delle Spagne dall’anno 1696 all’anno 1725, tomo IV, Stamperia di Pallade, Roma, 1754, pp. 295-300.
(CONTINUA)
Per la prima parte (Premessa):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/08/gli-arcadi-di-terra-dotranto-premessa-1-x/
Per la seconda parte (Francesco Maria dell’Antoglietta di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/15/gli-arcadi-di-terra-dotranto-2-x-francesco-maria-dellantoglietta-di-taranto/
Per la terza parte (Tommaso Niccolò d’Aquino di Taranto):
http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/07/23/gli-arcadi-di-terra-dotranto-3-x-tommaso-niccolo-daquino-di-taranto-1665-1721/
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1 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi di Bari, una presso la Biblioteca civica don Vincenzo Angelilli di Gioia del Colle (BA), una presso la Biblioteca pubblica arcivescovile Annibale De Leo di Brindisi, una presso la Biblioteca comunale Francesco Trinchera senior di Ostuni (BR), una presso la Biblioteca comunale di Gallipoli (LE), due presso la Biblioteca provinciale Nicola Bernardini di Lecce, una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, due presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria di Napoli, una presso la Biblioteca nazionale centrale di Roma, una presso la Biblioteca comunale Marco Gatti di Manduria, una presso la Biblioteca S. Francesco di Sava (TA), una presso la Biblioteca civica Pietro Acclavio di Taranto, una presso la Biblioteca diocesana Beata Lucia Broccadelli, sede centrale, di Narni (TR).
2 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga Visconti-Volpi di Bari, una mutila presso la Biblioteca diocesana A. Sanfelice di Nardò (LE), una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.
3 Una copia presso la Biblioteca Calasanziana di Campi Salentina (LE), una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, una presso la Biblioteca della Società napoletana di storia patria di Napoli, una presso la Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo.
4 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
5 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, una presso la Biblioteca Melchiorre Delfico di Teramo.
6 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
7 Una copia presso la Biblioteca diocesana di Ripatransone (AP), una presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
8 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
9 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila.
10 Una copia presso la Biblioteca provinciale Salvatore Tommasi de L’Aquila, una presso la Biblioteca nazionale Sagarriga-Visconti di Bari.
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A Verona, neofascisti uccidono Nicola Tommasoli.
Forse la sua colpa fu quella di avere il codino o forse rispose con fare seccato alla richiesta di una sigaretta ma certamente il suo omicidio maturò nell’humus fascio-alcolico che spesso la sera trabocca nelle strade e nelle piazze della “città dell’amore”. Cinque ragazzi, tutti molto giovani, in giro per i vicoli del centro, ne incontrarono altri tre, un po’ più anziani e probabilmente “non conformi”. La richiesta di una sigaretta, negata, e poi quattro urla, uno spintone, schiaffi e pugni. Una violenza che ebbe conseguenze pesantissime. Nicola Tommasoli, 29 anni, di professione grafico, uno dei tre aggrediti, morì dopo cinque giorni di coma.
I cinque, quella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, fuggirono tutti, lasciando Nicola a terra.
La città si svegliò attonita, interrogandosi sui propri figli ma ci fu anche chi non si stupì, perché dal 2001 quello era “soltanto” il quindicesimo episodio di violenza, contando solo i fatti più gravi, compiuto da gruppi od esponenti del mix esplosivo ultras Hellas-destra radicale.
Particolarmente originale il commento sull’accaduto del sindaco Flavio Tosi, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” (3 maggio 2008): “Non fa storia, capita una volta su un milione”. Una frase evocata ancora oggi, che offende la memoria della città.Il 4 maggio Raffaele Dalle Donne, 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei ed ex attivista di Blocco Studentesco, propaggine di CasaPound, si costituisce e finisce in carcere con l’accusa di “lesioni gravissime”. Il Dalle Donne è già noto alle forze dell’ordine, in quanto colpito dal Daspo, il provvedimento che allontana gli ultras violenti dagli stadi e implicato nelle indagini della Procura veronese su un gruppo di 17 giovani ritenuti responsabili di vari pestaggi avvenuti tra il 2006 e il 2007, per i quali si ipotizza il reato di “associazione a delinquere con l’aggravante della Legge Mancino”. La Digos comunica anche di aver individuato altri due del gruppo aggressore, che però sarebbero fuggiti in Austria.
Lo stesso giorno, il solerte sindaco Flavio Tosi, che meno di cinque mesi prima aveva sfilato con Piero Puschiavo ed altri simpatici elementi in un corteo neonazista con codazzo di pestaggio ai danni di tre militari “terroni”, dichiara che “Verona non è una città fascista né neofascista, la matrice politica non c’entra” e chiede “pene severe” per i colpevoli (L’Arena, 5 maggio 2008). Non contento, in un’intervista al Corriere della Sera, anche questa pubblicata il 5 maggio 2008, alla domanda della giornalista: “Sindaco Tosi si dice che siano suoi elettori i ragazzi che hanno aggredito Nicola. Gente dell’estrema destra …”, il primo cittadino risponde: “Mi viene da ridere. Pensi che nella nostra coalizione abbiamo bandito tutto ciò che ha a che fare con l’estrema destra, a cominciare dai simboli. Ci sono milioni di persone che ci hanno votato. Può anche darsi che qualcuno sia un criminale …” (vedi il capitolo sulla Lista Tosi). Dal canto suo l’avvocato di estrema destra Roberto Bussinello, che ha assunto la difesa di Dalle Donne, fa una sviolinata sul dramma in cui – sostiene – “ci sono solo vittime …, il giovane disegnatore in coma, i suoi genitori e i genitori di questi ragazzi” (L’Arena, 5 maggio 2008), un assaggio di quella che sarà la sua linea di difesa in tribunale al processo per l’omicidio di Nicola.
Alle 18 del 5 maggio 2008 Nicola Tommasoli viene dichiarato morto. L’accusa di “lesioni gravissime” si trasforma per Raffaele Dalle Donne in quella di omicidio. E non solo per lui. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio la Digos preleva dalle loro abitazioni altri due giovani implicati nell’aggressione, ambedue di Illasi: Gugliemo Corsi, 19 anni, operaio, tifoso dell’Hellas e fondatore di un gruppo di supporter, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, del tutto sconosciuto sia nell’ambiente calcistico che politico. Il dirigente della Digos Luciano Iaccarino comunica che i due giovani fuggiti all’estero sono stati individuati, volti e nomi noti per la loro militanza in gruppi di estrema destra e nella tifoseria ultras, i loro soprannomi sono “Peri” e “Tarabuio”. Uno dei due, come Dalle Donne, è nella lista dei 17 indagati e perquisiti dalla Procura per le violenze 2006/2007. Iniziano le prime ricostruzioni dell’accaduto, la serata al bar Malta e poi in giro per il centro fino all’incontro con Nicola e i suoi amici a Porta Leoni: “Codino, dame na sigareta”, il rifiuto, le parole, gli spintoni, l’intervento degli altri, Nicola a terra, la fuga. E le reazioni dei cinque, il silenzio di Vesentini e Corsi, apparsi “strani” ai genitori, il tentativo di fuga di Dalle Donne, fermato dal padre e convinto a presentarsi in questura, gli altri due che spariscono. Notti insonni per la polizia e per il magistrato Francesco Rombaldoni. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due ricercati, che erano fuggiti a Londra, tornano in Italia. Sono Federico Perini, “Peri”, 20 anni, di Boscochiesanuova, e Nicolò Veneri, “Tarabuio”, 19 anni, già indagato nella lista dei 17; ambedue sono ultras dell’Hellas, colpiti da Daspo. Perini è stato candidato di Forza Nuova alle ultime amministrative per la seconda e l’ottava Circoscrizione.
Sui media locali i commenti si sprecano, dai paesani dei giovani in carcere, compresi sindaci e parroci, a sacerdoti, capi scout, psicologi, pedagogisti, educatori, scolastici e non, e, ovviamente, politici di ogni ordine e grado. L’emergenza “educativa” e la “crisi dei valori” diventano pane quotidiano, qualcuno si azzarda anche a nominare gli ultras e a criticare l’ex ministro Castelli (Lega Nord) che, in una trasmissione radiofonica andata in onda il 5 maggio ha stigmatizzato l’accaduto come “statisticamente irrilevante”. Ma il più divertente, seppur nella tragedia, resta il presidente della Provincia ed ex rettore della locale università Elio Mosele, il quale afferma (L’Arena, 6 maggio 2008) che quanto successo dipende dal venir meno della “figura materna, intesa come principio di organizzazione familiare e certezza relazionale”. Intanto, sul luogo dell’aggressione, uomini e donne, giovani e anziani, portano fiori, lasciano biglietti e poesie, si fermano in raccoglimento. La città è presa d’assalto dai media nazionali e non, al presidio antifascista che si svolge nel pomeriggio del 6 maggio partecipano centinaia di persone come centinaia sono le lettere di cittadini e cittadine alla rubrica del quotidiano locale “L’Arena di Verona”. L’assedio dei media, in particolare l’attenzione sulle frequentazioni e alleanze politiche del primo cittadino, produce strani effetti persino sul quotidiano storico dei veronesi, da sempre schierato dalla parte dei “potentati” cittadini. Stavolta neanche “L’Arena” può esimersi dal pubblicare notizie e interviste che smentiscono le dichiarazioni di chi intende minimizzare l’accaduto o escludere la matrice politica.
Il 7 maggio il quotidiano dedica nove pagine al delitto Tommasoli, dieci con quella delle “Lettere”. A p. 7 troviamo la notizia della seduta straordinaria del Consiglio comunale e della manifestazione silenziosa previste per il giorno successivo, con la richiesta al sindaco del presidente dell’assemblea Pieralfonso Fratta Pasini (Fi) di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Nicola Tommasoli. Il Fratta Pasini, collega di partito delll’ex sindaca Michela Sironi (2 mandati, 1994-1998 e 1998-2002), la prima a sdoganare i fascisti nelle istituzioni comunali, ci tiene a far sapere di voler mantenere “il profilo istituzionale di questo Consiglio straordinario, non entrando nel merito delle polemiche politiche …”. Polemiche peraltro già in atto, visto che il capogruppo dei Comunisti italiani, Graziano Perini, si è rifiutato di sottoscrivere il documento comune contro la violenza firmato da tutti i consiglieri comunali. Non bastasse, a p. 10 c’è un’intervista con un ragazzo massacrato dai fascistelli un anno prima in centro storico, che denuncia come i suoi aggressori siano ancora in giro “da un bar all’altro in cerca di risse”, tanto che lo stesso giornalista è costretto a rintuzzare il commento del sindaco Tosi sull’aggressione a Tommasoli “è un caso isolato”, ricordando le decine di pestaggi avvenuti in città nell’ultimo anno e mezzo e l’allarmante rapporto del Viminale (marzo 2007) sull’estremismo politico a Verona, in cui veniva scritto chiaro e tondo che i gruppi dell’ultradestra avevano intensificato le iniziative di impronta razzista.
Il procuratore Guido Papalìa, che aveva già parlato di una “nuova area dell’estrema destra disomogenea che si è aggregata spontaneamente” (L’Arena, 5 maggio 2008), rincara la dose parlando di “matrice nazifascista” del delitto; secondo il magistrato, passato alla storia della città non solo per aver condotto tante scomode inchieste ma anche per essere stato prematuramente “sepolto” in una aiuola di piazza Bra durante la manifestazione che la Lega organizzò nel 2005 proprio per “difendere” i suoi militanti accusati di violazione della legge Mancino in relazione alla campagna del 2001 “contro gli zingari”, dall’ideologia nazifascista questi ragazzi hanno preso “la caratteristica razzista, nel senso che si è voluto colpire il diverso. Ma non solo il diverso per razza, bensì il diverso perché si comporta in modo diverso, la pensa diversamente, perché ha un atteggiamento diverso, si veste in modo diverso e secondo questa ideologia non può convivere nel centro storico della mia città. Sono scuse per colpire chi non è omologabile a me”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Non è il caso di un certo numero di esponenti politici, dai prudentissimi Pd che fanno sapere di non voler strumentalizzare politicamente la vicenda ma invitano il sindaco Tosi a “smarcarsi definitivamente da certe forze” (Stefania Sartori, capogruppo Pd in consiglio comunale) allo stesso Tosi, che, oltre a prendersela con Perini, reo di “strumentalizzazione politica”, si produce a p. 15 in un’imbarazzante intervista. Prima invoca per le persone coinvolte nel pestaggio “una condanna durissima e pesantissima”, poi, quando gli viene ricordato (durante la trasmissione radio “Unomattina”) che i giovani fermati sono indicati come vicini alla destra più estrema, ricorda che lo stesso procuratore capo (!) ha detto che non facevano parte di un partito organizzato, sono dei disgraziati, tra l’altro non sono neanche di Verona, ma della provincia”. Dopo essersela presa con Paolo Ferrero (Prc, ministro uscente) per “l’uso fatto del tragico e brutale assassinio di Nicola Tommasoli” dichiara che tale uso “assomiglia molto alla richiesta della sigaretta fatta dal branco alla povera vittima: un puro pretesto per massacrare mediaticamente la città”. E poi avanti tutta con il “caso Marsiglia”, il professore di origine ebraica che denunciò falsamente di essere stato picchiato, mettendo la città sotto una luce ingiustamente negativa, il “disagio giovanile e l’emergenza educativa” e, infine, la replica al consigliere regionale Franco Bonfante (Pd), reo di ricordare la visita fatta da Tosi nel 2005, insieme ad Andrea Miglioranzi e Federico Bricolo, ad altri cinque giovani di estrema destra, in carcere in attesa di giudizio per il pestaggio e l’accoltellamento di Volto san Luca (2005, vedi Cronologia). Da questo momento in poi la posizione del sindaco Tosi e dei suoi sodali resterà inalterata. Verona e la sua fama di “città dell’amore” va difesa a tutti i costi e nonostante qualsiasi evidenza. Quindi nonostante la costituzione di parte civile del Comune di Verona al processo Tommasoli e la richiesta di 150mila euro di risarcimento per i danni patiti dall’immagine della città (il tribunale fisserà la cifra a 50mila euro), nonostante il successivo pestaggio di Francesca Ambrosi da parte dei soliti “disgraziati” della Curva, nonostante i raid in Veronetta di Marcello Ruffo (CasaPound e Lista Tosi) , nonostante l’approvazione in consiglio comunale di ordini del giorno ributtanti come quello proposto da Zelger sul “numero verde” per denunciare chi parla di “gender” nelle scuole.
Nonostante tutto Flavio Tosi, convenientemente aggiustato dal suo addetto stampa, partecipa a miriadi di talk-show sulle tv nazionali, dove fa la parte del gigione di famiglia, tanto amante del calcio ma in fondo dotato del tipico buonsenso della casalinga veneta. Del resto, non è il solo. La città ha dimenticato, la città dimentica in fretta.
Ma c’è ancora chi la memoria la coltiva, e sono gli estremisti tanto invisi a Tosi e ai suoi, quelli che Vittorio Di Dio vorrebbe fossero “sistemati” per la strada, gli unici che tutti gli anni, da quel 30 aprile 2008, organizzano manifestazioni, presidi, spettacoli teatrali (tra i tanti ricordiamo “Verona caput fasci” scritto e interpretato da Elio Germano ed Elena Vanni), reading, invitano madri di altri ragazzi uccisi dalla violenza di destra, intellettuali, esponenti politici, musicisti per ricordare Nicola.
Nicola, poteva essere qualsiasi di noi.
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1968
Ritratto di borghesia in nero
Also Known As (AKA)
(original title) Ritratto di borghesia in nero
Canada (French title) Moeurs cachées de la bourgeoisie
Denmark Øglereden
Finland Porvariston muotokuva
France Mœurs cachées de la bourgeoisie
Greece (transliterated) Thilykes ehidnes
Portugal Retrato de Burguesia
Spain Retrato en negro de la burguesía
Sweden Ormens näste
UK Nest of Vipers
USA Nest of Vipers
West Germany Die nackte Bourgeoisie
Yugoslavia (Serbian title) Portret burzujke u crnom
Nest of Vipers
Portrait of a Bourgeois in Black
Release Dates
Italy 3 March 1978
Spain 23 October 1978
West Germany 17 November 1978
Canada March 1979 (Québec)
Denmark 18 May 1979
Norway 15 June 1979
Finland 3 August 1979
France 9 August 1979
USA 7 September 1979
Directed by Tonino Cervi
Music by Vince Tempera
Writing Credits
Tonino Cervi ... (writer)
Cesare Frugoni ... (writer)
Goffredo Parise ... (writer)
Roger Peyrefitte ... (story)
technical specifications
Runtime 1 hr 45 min (105 min)
Cast
Ornella Muti ... Elena Mazzarini
SENTA BERGER... Carla Richter
Capucine ... Amalia Mazzarini
Paolo Bonacelli ... Paolo Mazzarini
Eros Pagni ... Commissioner
Giancarlo Sbragia ... Maffei
Stefano Patrizi ... Mattia Morandi
Christian Borromeo ... Renato Richter
Mattia Sbragia ... Edoardo Mazzarini
Giuliana Calandra ... Teacher
Maria Monti ... Linda
Antonia Cancellieri
Suxanne Crese Bates
Raffaele Di Mario
Giancarlo Marinangeli
Giovanni Caenazzo
#ritratto di borghesia in nero#nest of vipers#ornella muti#capucine#senta berger#tonino cervi#mattia sbragia#giancarlo sbragia#christian borromeo#paolo bonacelli#eros pagni#giallo fever#giallofever#italian cult#italian giallo#cinema cult#cult#gialli#international cult#giallo#italian sexy comedy#vince tempera
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Stasera dalle ore 21.00 alle 22.30 in collegamento con la base #Concordia la conferenza: "INTERNATIONAL TELESCOPE MAFFEI: OSSERVANDO L’UNIVERSO DAI CONFINI DELLA TERRA" Il Liceo Scientifico "Raffaele Lombardi Satriani" di Petilia Policastro si collegherà il 31 maggio, in videoconferenza, con la base Concordia in Antartide. https://www.instagram.com/p/CZShplaqMHD/?utm_medium=tumblr
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13 AGOSTO ... Accadde oggi
13 AGOSTO … Accadde oggi
Inaugurato il 10 agosto 2019 il nuovo post giornaliero dedicato ai fatti d’arme, alle date di nascita e di morte di personaggi importanti riguardanti il nostro blog, alle date di attribuzione delle Medaglie d’Oro e alle date principali e fondamentali dei due conflitti mondiali, buona lettura a tutti.
1899 Nasce a Roma Alberto Cadlolo una delle più giovani “medaglie d’oro” delle grande guerra.…
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#Alberto Cadlolo#Alfredo De Luca#Ammiraglio Giuseppe Sirianni#Battaglia d&039;Inghilterra#Benedetto Ippolito Maffeis#Bombardamenti aerei sulle città italiane#don Raffaele Melis#Giorno dell&039;Aquila#Roma
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Non finito / Unfinished at
RICOGNIZIONI. DAI BOCS ART I LINGUAGGI DEL CONTEMPORANEO
curated by Alberto Dambruoso
Inaugural exhibition of the permanent collection
Bocs Art Museum - Cosenza
Opening 15th of December | 18:00
[review on artribune - italian only]
Featured artists:
Paolo Angelosanto, Alessia Armeni, Paolo Assenza, Navid Azimi Sajadi, Francesco Bancheri, Antonio Barbieri, Mirko Baricchi, Gianfranco Basso, Marco Bernardi, Cristian Biasci, Davide Bramante, Marcello Buffa, Alessandro Bulgini, Francesco Cabras, Stefano Canto, Riccardo Cavallini, Francesco Cervelli, Angelo Colagrossi, Marco Colazzo, Stefano Cumia, Davide D’Elia, Giovanni De Angelis, Iginio De Luca, Camilla De Maffei, Alessandra Di Francesco, Mauro Di Silvestre, Matteo Fato, Antonio Finelli, Pietro Finelli, Raffaele Fiorella, Alessandro Fonte, Giovanni Gaggia, Dionigi Mattia Gagliardi, Paolo Grassino, Gianfranco Grosso, Sandra Hauser, Teresa Iaria, Shingo Inao, Susanne Kessler, Pierpaolo Lista, Federico Lombardo, Giovanni Longo, Adele Lotito, Mauro Magni, Vincenzo Marsiglia, Andrea Martinucci, Pablo Mesa Capella, Paolo Migliazza, Riccardo Murelli, Elena Nonnis, Maurizio Orrico, Hannu Palosuo, Alice Paltrinieri, Virginia Panichi, Alessandro Passaro, Claudia Peill, Donato Piccolo, Maria Pia Picozza, Federico Pietrella, Giuseppe Pietroniro, Mariagrazia Pontorno, Pierluigi Pusole, Gianluca Quaglia, Arash Radpour, Sara Ricciardi, Giacomo Rizzo, Giacomo Roccon, Vincenzo Rusciano, Matteo Sanna, Bariş Saribaş, Emanuele Sartori, Corrado Sassi, Thomas Scalco, Francesco Scialò, Marco Scifo, Davide Sebastian, Arjan Shehaj, Jonathan Silverman, Meri Tancredi, Matteo Tenardi, Giuseppe Teofilo, Lamberto Teotino, Alberto Timossi, Mat Toan, Saverio Todaro, Antonio Trimani, Massimo Uberti, Delphine Valli, Fiorenzo Zaffina, Serena Zanardi
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Shah Ismail Safavi emerged as the revolutionary leader of a new, Shiʻite movement in western Iran in the early years of the sixteenth century. News of his rise to power reached Western Europe almost immediately and provoked a wide range of responses: some observers hoped he would join the Christian princes of Europe in a new offensive against their common enemy, the Ottoman Turks. Others saw him as an economic and social revolutionary who brought justice to the poor and dispossessed of Persia and whose works might occasion similar reforms in Europe. Yet others saw his rise as a providential event, freighted with apocalyptic significance, or perhaps a divine endorsement of some more particular domestic agenda. Learned humanist observers in Italy and elsewhere found themselves on several sides of the question, expressing first scepticism and then later qualified enthusiasm for this new Islamic prince. The circulation of information about Shah Ismail was fluid, unpredictable, and shaped by local conditions; the printing press also played an important role in transmitting—and transforming—the story of the “Sophy” across Renaissance Europe.
Margaret Meserve. "The Sophy: News of Shah Ismail Safavi in Renaissance Europe." Journal of Early Modern History, Volume 18, Issue 6, pages 579 – 608.
News of Ismail’s spectacular rise to power spread quickly through the Mediterranean. In July 1501, the Italian humanist and diplomat Pietro Martire d’Anghiera received word in Granada that an “unknown youth” had taken up arms and conquered all of Persia, Parthia, and Media and was now threatening further campaigns; “They say the youth is called ‘Sophy,’ and that he is possessed of a generous and magnanimous spirit; but these few, hazy facts are all we have," d’Anghiera wrote.* 4 By December of the same year, a report had reached Venice, just as Sabellico says. The diarist Marin Sanudo recorded a garbled account of Ismail’s appearance, details of which would become only a little clearer in the following months.5 A new prophet had appeared in the East, Sanudo wrote, a descendant of Muhammad who claimed to be either God himself or his anointed messenger. His followers, drawn from every level of society, adored him, but he was merciless to his foes. He had crushed his rivals and seized the throne of Persia. By the following spring, Sanudo was able to report more details: the new shah {Sleek) commanded an army of 150,000 men; he preached “against the faith of Muhammad, saying it is not good,” and he had sent messages threatening war to the sultan of the Turks.6 A little later, Sanudo reported the new prophet’s name, Ismail, and the same title Pietro Martire had heard: the “Sophy.”7 The Turks were said to be terrified by the appearance of this popular and powerful adversary on their eastern frontier.
[...]
Shah Ismail’s appearance provoked a variety of responses that cut across political and class boundaries. Raw information on the Sophy came from Venetian agents—merchants, diplomats, and spies—on the ground in Constantinople, Aleppo, Damascus, and other points east.16 Their letters and reports provoked popular enthusiasm back home in Italy and the north. This in turn provoked distaste and skepticism among elite observers like Sabellico (and others, like Girolamo Priuli and Raffaele Maffei, treated below), as well as less disinterested responses by diplomats and propagandists.
[...]
The Venetian physician Giovanni Rota compiled a long dossier of information on Ismail while visiting Aleppo in 1504, an account that would have a remarkable afterlife in European literature.23 Rota had traveled through Syria in the summer of 1504. After returning to Nauplion in Greece, he sent Doge Leonardo Loredan a lengthy analysis of Ismail’s career. Rota’s report treated Ismail’s exalted family origins (nato de nobilissima stirpe regia)-, the story of his rise to power; and his remarkable personal characteristics. The Sophy’s father, Rota said, had been litteratissimo in various sciences, had lived a life of honest and virtuous poverty, and had instructed his young son “both in decorous behavior and in the liberal arts.’’24 Orphaned at the age of eight, Ismail had fled to the shores of the Caspian Sea to live the life of an ascetic dervish before emerging to challenge his kinsmen for control of northwest Persia. On the strength of his early victories in the field he was now making a tour of his domains to redistribute wealth from the rich to the poor. This princely largesse had attracted hordes of grateful followers, who would fight for him “as we do when on crusade, that is, senza stipendio."25 Moreover, Rota claimed, Ismail was very sympathetic to Christians and seemed to have repudiated Islam, at least in part. Unlike most Muslims, the Sophy drank wine and ate pork. He also kept a fat pig in his household which he liked to take with him on campaign. He had named the animal Bayezid, after the reigning Ottoman sultan, a grave insult to the dignity of the Turk.26 And he was eagerly hoping that the Venetians would join him in an alliance against their common foe.
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Paolo Angelosanto, Alessia Armeni, Paolo Assenza, Navid Azimi Sajadi, Francesco Bancheri, Antonio Barbieri, Mirko Baricchi, Gianfranco Basso, Marco Bernardi, Cristian Biasci, Davide Bramante, Marcello Buffa, Alessandro Bulgini, Francesco Cabras, Stefano Canto, Riccardo Cavallini, Francesco Cervelli, Angelo Colagrossi, Marco Colazzo, Stefano Cumia, Davide D’Elia, Giovanni De Angelis, Iginio De Luca, Camilla De Maffei, Alessandra Di Francesco, Mauro Di Silvestre, Matteo Fato, Antonio Finelli, Pietro Finelli, Raffaele Fiorella, Alessandro Fonte, Giovanni Gaggia, Dionigi Mattia Gagliardi, Paolo Grassino, Gianfranco Grosso, Sandra Hauser, Teresa Iaria, Shingo Inao, Susanne Kessler, Pierpaolo Lista, Federico Lombardo, Giovanni Longo, Adele Lotito, Mauro Magni, Vincenzo Marsiglia, Andrea Martinucci, Pablo Mesa Capella, Paolo Migliazza, Riccardo Murelli, Elena Nonnis, Maurizio Orrico, Hannu Palosuo, Alice Paltrinieri, Virginia Panichi, Alessandro Passaro, Claudia Peill, Donato Piccolo, Maria Pia Picozza, Federico Pietrella, Giuseppe Pietroniro, Mariagrazia Pontorno, Pierluigi Pusole, Gianluca Quaglia, Arash Radpour, Sara Ricciardi, Giacomo Rizzo, Giacomo Roccon, Vincenzo Rusciano, Matteo Sanna, Bari? Sariba?, Emanuele Sartori, Corrado Sassi, Thomas Scalco, Francesco Scialò, Marco Scifo, Davide Sebastian, Arjan Shehaj, Jonathan Silverman, Meri Tancredi, Matteo Tenardi, Giuseppe Teofilo, Lamberto Teotino, Alberto Timossi, Mat Toan, Saverio Todaro, Antonio Trimani, Massimo Uberti, Delphine Valli, Fiorenzo Zaffina, Serena Zanardi.
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After a great graphic restyling we are ready !!!! New Scubashooters Magazine, issue 29, is on line. An amazing interview to Alex Mustard made by Isabella Maffei talking about UWphotography and his last book, great images about Mediterranean sea by Francesco Turano, review by Simon Lorenz of Isotta housing, test of SML arms by Pierpaolo Peluso. All the winning pictures of our Monthly contest (Black & Withe topic), the presentation of the workshop of Henry Jager in Anilao with Tim Ho, a biology article by Rune Edvin Haldorsen and other features. Read and download it for free at www.scubashooters.net Many thanks to Elisa Furlani, Silvia Bogni, Alicia Mirabilis, Chiara Strica Scrigner, Marino Palla, Davide Lopresti, Fabio Iardino, Ivana Orlovic, Beth B Watson, Roland Bach, Raffaele Livornese, Cristian Umili, Susannah H. Snowden-Smith, Stefan Follows, Tony Strazzari, Steve Miller, Elisa Isotta, Egidio Isotta, Silvia Alessandro Miari, Giosim Stefano Prandi, Sergio Riccardo, David Salvatori, Pietro Cremone, Brata Kerugs, Takuya Torii, Zul Ng, Violet Ting, Fabio Benvenuti, Cristian Lazzarini, Paolo Bondaschi, Stella Del Curto, Madlen Müller, Jerome Kim
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Science in the Year 1000
Ending an extraordinary week for DigiVatLib, where nearly 4,000 microfilms were placed online as scans, I bring you a list of the new Ottoboniani Latin codices. One could argue that one of main manuscripts in terms of history here here is one that grew from an elaborate and devilishly clever early medieval political plot, the Pseudo-Isidorian Decretals. The spectacular Pontificale of King Mathias Corvin of Hungary is undoubtedly the greatest item of art in this bunch of 407 codices, but there is also one fine jewel in the history of science. Ott.lat.477, Isidore's Etymologiae in a 13th-century manuscript, is special because of an insertion: this little-known text comprises a history of medicine and a summary of anatomy. Its origin is Hebrew, from the Book of Asaph (4th-6th century CE) and what one might describe as a history-of-science course for Jewish medical students, and its Latin elaboration, a progressive version with many alterations, reviews the place of Hippocrates, Galen and others in the long course of studies of the human body. This 11th-century text is found in eight medieval manuscripts, attached to Etymologiae Book 4 (Medicine), and demonstrates that medieval science after the year 1000 was not fixed or trapped in a corset of ancient knowledge, but kept altering and being revised. See a comprehensive article and edition by Carmen Codoñer in CRMH. Here is the start of the text on the far left of frame 54 (which Codoñer gives as f. 44ra, though the page is surely a verso), beginning De initio medicine…
There has also been progress this week in understanding why the 4,000 are not yet scans in color. There has been a public assurance from @DigitaVaticana this week on Twitter, light-hearted but seriously, that the proper scans will be done. The black and white versions are just a temporary solution to the pressure from scholars to at least see "something“ of the Vatican treasures. Those scans are available for purchase at an average price of 70 euros per CD-ROM, so one could argue that putting all 3,950 sets online for free is a gift worth 276,500 euros (296,000 dollars). As far as I can understand, digitizing microfilm can be automated, and there are good arguments for taking this „American“ approach, instead of being ultra-perfect and slow. With 80,000 items to digitize and fewer than 7,000 completed, the task ahead remains enormous and will be a matter of many years. Here is the list:
Ott.lat.3, Martyrologium, 12th or 13th century in Beneventan hand, See Lowe p. 73.
Ott.lat.6
Ott.lat.7
Ott.lat.8
Ott.lat.35
Ott.lat.38
Ott.lat.62
Ott.lat.65
Ott.lat.70
Ott.lat.88
Ott.lat.93, contains one of the most famous forgeries of the early Middle Ages, the Pseudo-Isidorian Decretals, written by a scholar (or group of scholars) using the pseudonym of Isidore Mercator. They were probably a group of Frankish clerics writing in the second quarter of the 9th century. To defend the position of bishops against metropolitans and secular authorities, they created documents purportedly authored by early popes and council documents. This manuscript is held to be the best of class A1 as used by historians working on this extraordinary medieval detective story. For more, see Wikipedia
Ott.lat.107
Ott.lat.133
Ott.lat.145, Collectarium (Hymni, Cantica, Lectiones, Letaniae et Collectae) in 11th century Beneventan hand.
Ott.lat.167
Ott.lat.169
Ott.lat.176
Ott.lat.179
Ott.lat.181
Ott.lat.196
Ott.lat.222
Ott.lat.225
Ott.lat.227
Ott.lat.245
Ott.lat.254
Ott.lat.256
Ott.lat.260
Ott.lat.269
Ott.lat.279
Ott.lat.284
Ott.lat.286
Ott.lat.306
Ott.lat.318
Ott.lat.321
Ott.lat.322
Ott.lat.333
Ott.lat.338
Ott.lat.339
Ott.lat.347
Ott.lat.381
Ott.lat.382
Ott.lat.396
Ott.lat.402
Ott.lat.403
Ott.lat.441
Ott.lat.454
Ott.lat.464
Ott.lat.477, Isidore, Etymologiae, 13th century (above).
Ott.lat.481
Ott.lat.496
Ott.lat.501, the Pontificale of Mathias Corvin of Hungary, a celebrated work of religious art. This is a color microfilm, but of limited resolution:
Ott.lat.518
Ott.lat.542
Ott.lat.557
Ott.lat.564
Ott.lat.566
Ott.lat.623
Ott.lat.644
Ott.lat.662
Ott.lat.663
Ott.lat.672
Ott.lat.695
Ott.lat.702
Ott.lat.707
Ott.lat.711
Ott.lat.718
Ott.lat.731
Ott.lat.751
Ott.lat.752
Ott.lat.753
Ott.lat.757
Ott.lat.760
Ott.lat.780
Ott.lat.781
Ott.lat.782
Ott.lat.791
Ott.lat.792
Ott.lat.793
Ott.lat.823
Ott.lat.842
Ott.lat.845
Ott.lat.869
Ott.lat.870.pt.1
Ott.lat.870.pt.2
Ott.lat.877
Ott.lat.909
Ott.lat.911
Ott.lat.920
Ott.lat.960
Ott.lat.983
Ott.lat.991
Ott.lat.999
Ott.lat.1000
Ott.lat.1004
Ott.lat.1007.pt.1
Ott.lat.1007.pt.2
Ott.lat.1013
Ott.lat.1021
Ott.lat.1039
Ott.lat.1042
Ott.lat.1056
Ott.lat.1057
Ott.lat.1058
Ott.lat.1100
Ott.lat.1101
Ott.lat.1104
Ott.lat.1105
Ott.lat.1120
Ott.lat.1124
Ott.lat.1125
Ott.lat.1126
Ott.lat.1127
Ott.lat.1128
Ott.lat.1146
Ott.lat.1150
Ott.lat.1153
Ott.lat.1154
Ott.lat.1157
Ott.lat.1170
Ott.lat.1177
Ott.lat.1184
Ott.lat.1188
Ott.lat.1193
Ott.lat.1196
Ott.lat.1199
Ott.lat.1202
Ott.lat.1223
Ott.lat.1253
Ott.lat.1256
Ott.lat.1259
Ott.lat.1262
Ott.lat.1267
Ott.lat.1276
Ott.lat.1279
Ott.lat.1287
Ott.lat.1294
Ott.lat.1296
Ott.lat.1305
Ott.lat.1318
Ott.lat.1323
Ott.lat.1346
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Ott.lat.1354
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Ott.lat.1463.pt.A
Ott.lat.1465
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Ott.lat.1472
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Ott.lat.1507
Ott.lat.1510
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Ott.lat.2348
Ott.lat.2356
Ott.lat.2359
Ott.lat.2369
Ott.lat.2377, an Office for the Feast of San Vittorio of Volterra. See Rome Reborn by Anthony Grafton, who notes, "The humanist and papal bureaucrat Raffaele Maffei, "il Volterrano," recast traditional hymns to San Vittorio (the patron saint of his home town, Volterra) in various Horatian meters, adding a biography of the saint in Ciceronian Latin."
Ott.lat.2413
Ott.lat.2416.pt.1
Ott.lat.2416.pt.2
Ott.lat.2416.pt.3
Ott.lat.2435.pt.1
Ott.lat.2435.pt.2
Ott.lat.2449.pt.3
Ott.lat.2462.pt.2
Ott.lat.2472.pt.3
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Ott.lat.2974, Il Libro dell Arte, often translated as "The Craftsman's Handbook," by Italian painter Cennino d' Andrea Cennini. This is one of the four main codices, usually with the sigle VO, but it dates from the 18th century and there is general consent that it is copied from the manuscript ML of Florence, which survives. Here's a printing in Italian on Archive.org. Giovanni Mazzaferro has detailed 45 editions worldwide. In Japan, the first translation appeared in 1924. See also Jeremy Norman on the importance of this renowned work of Italian art theory.
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A Verona, neofascisti uccidono Nicola Tommasoli.
Forse la sua colpa fu quella di avere il codino o forse rispose con fare seccato alla richiesta di una sigaretta ma certamente il suo omicidio maturò nell’humus fascio-alcolico che spesso la sera trabocca nelle strade e nelle piazze della “città dell’amore”. Cinque ragazzi, tutti molto giovani, in giro per i vicoli del centro, ne incontrarono altri tre, un po’ più anziani e probabilmente “non conformi”. La richiesta di una sigaretta, negata, e poi quattro urla, uno spintone, schiaffi e pugni. Una violenza che ebbe conseguenze pesantissime. Nicola Tommasoli, 29 anni, di professione grafico, uno dei tre aggrediti, morì dopo cinque giorni di coma.
I cinque, quella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2008, fuggirono tutti, lasciando Nicola a terra.
La città si svegliò attonita, interrogandosi sui propri figli ma ci fu anche chi non si stupì, perché dal 2001 quello era “soltanto” il quindicesimo episodio di violenza, contando solo i fatti più gravi, compiuto da gruppi od esponenti del mix esplosivo ultras Hellas-destra radicale.
Particolarmente originale il commento sull’accaduto del sindaco Flavio Tosi, intervistato da Giuseppe Salvaggiulo per “La Stampa” (3 maggio 2008): “Non fa storia, capita una volta su un milione”. Una frase evocata ancora oggi, che offende la memoria della città.Il 4 maggio Raffaele Dalle Donne, 19 anni, di San Giovanni Lupatoto, studente del liceo classico Maffei ed ex attivista di Blocco Studentesco, propaggine di CasaPound, si costituisce e finisce in carcere con l’accusa di “lesioni gravissime”. Il Dalle Donne è già noto alle forze dell’ordine, in quanto colpito dal Daspo, il provvedimento che allontana gli ultras violenti dagli stadi e implicato nelle indagini della Procura veronese su un gruppo di 17 giovani ritenuti responsabili di vari pestaggi avvenuti tra il 2006 e il 2007, per i quali si ipotizza il reato di “associazione a delinquere con l’aggravante della Legge Mancino”. La Digos comunica anche di aver individuato altri due del gruppo aggressore, che però sarebbero fuggiti in Austria.
Lo stesso giorno, il solerte sindaco Flavio Tosi, che meno di cinque mesi prima aveva sfilato con Piero Puschiavo ed altri simpatici elementi in un corteo neonazista con codazzo di pestaggio ai danni di tre militari “terroni”, dichiara che “Verona non è una città fascista né neofascista, la matrice politica non c’entra” e chiede “pene severe” per i colpevoli (L’Arena, 5 maggio 2008). Non contento, in un’intervista al Corriere della Sera, anche questa pubblicata il 5 maggio 2008, alla domanda della giornalista: “Sindaco Tosi si dice che siano suoi elettori i ragazzi che hanno aggredito Nicola. Gente dell’estrema destra …”, il primo cittadino risponde: “Mi viene da ridere. Pensi che nella nostra coalizione abbiamo bandito tutto ciò che ha a che fare con l’estrema destra, a cominciare dai simboli. Ci sono milioni di persone che ci hanno votato. Può anche darsi che qualcuno sia un criminale …” (vedi il capitolo sulla Lista Tosi). Dal canto suo l’avvocato di estrema destra Roberto Bussinello, che ha assunto la difesa di Dalle Donne, fa una sviolinata sul dramma in cui – sostiene – “ci sono solo vittime …, il giovane disegnatore in coma, i suoi genitori e i genitori di questi ragazzi” (L’Arena, 5 maggio 2008), un assaggio di quella che sarà la sua linea di difesa in tribunale al processo per l’omicidio di Nicola.
Alle 18 del 5 maggio 2008 Nicola Tommasoli viene dichiarato morto. L’accusa di “lesioni gravissime” si trasforma per Raffaele Dalle Donne in quella di omicidio. E non solo per lui. Nella notte tra il 4 e il 5 maggio la Digos preleva dalle loro abitazioni altri due giovani implicati nell’aggressione, ambedue di Illasi: Gugliemo Corsi, 19 anni, operaio, tifoso dell’Hellas e fondatore di un gruppo di supporter, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario, del tutto sconosciuto sia nell’ambiente calcistico che politico. Il dirigente della Digos Luciano Iaccarino comunica che i due giovani fuggiti all’estero sono stati individuati, volti e nomi noti per la loro militanza in gruppi di estrema destra e nella tifoseria ultras, i loro soprannomi sono “Peri” e “Tarabuio”. Uno dei due, come Dalle Donne, è nella lista dei 17 indagati e perquisiti dalla Procura per le violenze 2006/2007. Iniziano le prime ricostruzioni dell’accaduto, la serata al bar Malta e poi in giro per il centro fino all’incontro con Nicola e i suoi amici a Porta Leoni: “Codino, dame na sigareta”, il rifiuto, le parole, gli spintoni, l’intervento degli altri, Nicola a terra, la fuga. E le reazioni dei cinque, il silenzio di Vesentini e Corsi, apparsi “strani” ai genitori, il tentativo di fuga di Dalle Donne, fermato dal padre e convinto a presentarsi in questura, gli altri due che spariscono. Notti insonni per la polizia e per il magistrato Francesco Rombaldoni. Nella notte tra il 5 e il 6 maggio i due ricercati, che erano fuggiti a Londra, tornano in Italia. Sono Federico Perini, “Peri”, 20 anni, di Boscochiesanuova, e Nicolò Veneri, “Tarabuio”, 19 anni, già indagato nella lista dei 17; ambedue sono ultras dell’Hellas, colpiti da Daspo. Perini è stato candidato di Forza Nuova alle ultime amministrative per la seconda e l’ottava Circoscrizione.
Sui media locali i commenti si sprecano, dai paesani dei giovani in carcere, compresi sindaci e parroci, a sacerdoti, capi scout, psicologi, pedagogisti, educatori, scolastici e non, e, ovviamente, politici di ogni ordine e grado. L’emergenza “educativa” e la “crisi dei valori” diventano pane quotidiano, qualcuno si azzarda anche a nominare gli ultras e a criticare l’ex ministro Castelli (Lega Nord) che, in una trasmissione radiofonica andata in onda il 5 maggio ha stigmatizzato l’accaduto come “statisticamente irrilevante”. Ma il più divertente, seppur nella tragedia, resta il presidente della Provincia ed ex rettore della locale università Elio Mosele, il quale afferma (L’Arena, 6 maggio 2008) che quanto successo dipende dal venir meno della “figura materna, intesa come principio di organizzazione familiare e certezza relazionale”. Intanto, sul luogo dell’aggressione, uomini e donne, giovani e anziani, portano fiori, lasciano biglietti e poesie, si fermano in raccoglimento. La città è presa d’assalto dai media nazionali e non, al presidio antifascista che si svolge nel pomeriggio del 6 maggio partecipano centinaia di persone come centinaia sono le lettere di cittadini e cittadine alla rubrica del quotidiano locale “L’Arena di Verona”. L’assedio dei media, in particolare l’attenzione sulle frequentazioni e alleanze politiche del primo cittadino, produce strani effetti persino sul quotidiano storico dei veronesi, da sempre schierato dalla parte dei “potentati” cittadini. Stavolta neanche “L’Arena” può esimersi dal pubblicare notizie e interviste che smentiscono le dichiarazioni di chi intende minimizzare l’accaduto o escludere la matrice politica.
Il 7 maggio il quotidiano dedica nove pagine al delitto Tommasoli, dieci con quella delle “Lettere”. A p. 7 troviamo la notizia della seduta straordinaria del Consiglio comunale e della manifestazione silenziosa previste per il giorno successivo, con la richiesta al sindaco del presidente dell’assemblea Pieralfonso Fratta Pasini (Fi) di proclamare il lutto cittadino nel giorno dei funerali di Nicola Tommasoli. Il Fratta Pasini, collega di partito delll’ex sindaca Michela Sironi (2 mandati, 1994-1998 e 1998-2002), la prima a sdoganare i fascisti nelle istituzioni comunali, ci tiene a far sapere di voler mantenere “il profilo istituzionale di questo Consiglio straordinario, non entrando nel merito delle polemiche politiche …”. Polemiche peraltro già in atto, visto che il capogruppo dei Comunisti italiani, Graziano Perini, si è rifiutato di sottoscrivere il documento comune contro la violenza firmato da tutti i consiglieri comunali. Non bastasse, a p. 10 c’è un’intervista con un ragazzo massacrato dai fascistelli un anno prima in centro storico, che denuncia come i suoi aggressori siano ancora in giro “da un bar all’altro in cerca di risse”, tanto che lo stesso giornalista è costretto a rintuzzare il commento del sindaco Tosi sull’aggressione a Tommasoli “è un caso isolato”, ricordando le decine di pestaggi avvenuti in città nell’ultimo anno e mezzo e l’allarmante rapporto del Viminale (marzo 2007) sull’estremismo politico a Verona, in cui veniva scritto chiaro e tondo che i gruppi dell’ultradestra avevano intensificato le iniziative di impronta razzista.
Il procuratore Guido Papalìa, che aveva già parlato di una “nuova area dell’estrema destra disomogenea che si è aggregata spontaneamente” (L’Arena, 5 maggio 2008), rincara la dose parlando di “matrice nazifascista” del delitto; secondo il magistrato, passato alla storia della città non solo per aver condotto tante scomode inchieste ma anche per essere stato prematuramente “sepolto” in una aiuola di piazza Bra durante la manifestazione che la Lega organizzò nel 2005 proprio per “difendere” i suoi militanti accusati di violazione della legge Mancino in relazione alla campagna del 2001 “contro gli zingari”, dall’ideologia nazifascista questi ragazzi hanno preso “la caratteristica razzista, nel senso che si è voluto colpire il diverso. Ma non solo il diverso per razza, bensì il diverso perché si comporta in modo diverso, la pensa diversamente, perché ha un atteggiamento diverso, si veste in modo diverso e secondo questa ideologia non può convivere nel centro storico della mia città. Sono scuse per colpire chi non è omologabile a me”. Chi ha orecchie per intendere intenda. Non è il caso di un certo numero di esponenti politici, dai prudentissimi Pd che fanno sapere di non voler strumentalizzare politicamente la vicenda ma invitano il sindaco Tosi a “smarcarsi definitivamente da certe forze” (Stefania Sartori, capogruppo Pd in consiglio comunale) allo stesso Tosi, che, oltre a prendersela con Perini, reo di “strumentalizzazione politica”, si produce a p. 15 in un’imbarazzante intervista. Prima invoca per le persone coinvolte nel pestaggio “una condanna durissima e pesantissima”, poi, quando gli viene ricordato (durante la trasmissione radio “Unomattina”) che i giovani fermati sono indicati come vicini alla destra più estrema, ricorda che lo stesso procuratore capo (!) ha detto che non facevano parte di un partito organizzato, sono dei disgraziati, tra l’altro non sono neanche di Verona, ma della provincia”. Dopo essersela presa con Paolo Ferrero (Prc, ministro uscente) per “l’uso fatto del tragico e brutale assassinio di Nicola Tommasoli” dichiara che tale uso “assomiglia molto alla richiesta della sigaretta fatta dal branco alla povera vittima: un puro pretesto per massacrare mediaticamente la città”. E poi avanti tutta con il “caso Marsiglia”, il professore di origine ebraica che denunciò falsamente di essere stato picchiato, mettendo la città sotto una luce ingiustamente negativa, il “disagio giovanile e l’emergenza educativa” e, infine, la replica al consigliere regionale Franco Bonfante (Pd), reo di ricordare la visita fatta da Tosi nel 2005, insieme ad Andrea Miglioranzi e Federico Bricolo, ad altri cinque giovani di estrema destra, in carcere in attesa di giudizio per il pestaggio e l’accoltellamento di Volto san Luca (2005, vedi Cronologia). Da questo momento in poi la posizione del sindaco Tosi e dei suoi sodali resterà inalterata. Verona e la sua fama di “città dell’amore” va difesa a tutti i costi e nonostante qualsiasi evidenza. Quindi nonostante la costituzione di parte civile del Comune di Verona al processo Tommasoli e la richiesta di 150mila euro di risarcimento per i danni patiti dall’immagine della città (il tribunale fisserà la cifra a 50mila euro), nonostante il successivo pestaggio di Francesca Ambrosi da parte dei soliti “disgraziati” della Curva, nonostante i raid in Veronetta di Marcello Ruffo (CasaPound e Lista Tosi) , nonostante l’approvazione in consiglio comunale di ordini del giorno ributtanti come quello proposto da Zelger sul “numero verde” per denunciare chi parla di “gender” nelle scuole.
Nonostante tutto Flavio Tosi, convenientemente aggiustato dal suo addetto stampa, partecipa a miriadi di talk-show sulle tv nazionali, dove fa la parte del gigione di famiglia, tanto amante del calcio ma in fondo dotato del tipico buonsenso della casalinga veneta. Del resto, non è il solo. La città ha dimenticato, la città dimentica in fretta.
Ma c’è ancora chi la memoria la coltiva, e sono gli estremisti tanto invisi a Tosi e ai suoi, quelli che Vittorio Di Dio vorrebbe fossero “sistemati” per la strada, gli unici che tutti gli anni, da quel 30 aprile 2008, organizzano manifestazioni, presidi, spettacoli teatrali (tra i tanti ricordiamo “Verona caput fasci” scritto e interpretato da Elio Germano ed Elena Vanni), reading, invitano madri di altri ragazzi uccisi dalla violenza di destra, intellettuali, esponenti politici, musicisti per ricordare Nicola.
Nicola, poteva essere qualsiasi di noi.
Il testo è tratto dal dossier “A Verona tutta l’erba è (s) fascio. Dossier sugli accadimenti veronesi dal 2001 al 2014” A cura di: Assemblea 25 Ottobre. https://kollettivoautonomoantifascista.noblogs.org/files/2015/07/Dossier-Verona-Corretto.pdf
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1968
Ritratto di borghesia in nero
Also Known As (AKA)
(original title) Ritratto di borghesia in nero
Canada (French title) Moeurs cachées de la bourgeoisie
Denmark Øglereden
Finland Porvariston muotokuva
France Mœurs cachées de la bourgeoisie
Greece (transliterated) Thilykes ehidnes
Portugal Retrato de Burguesia
Spain Retrato en negro de la burguesía
Sweden Ormens näste
UK Nest of Vipers
USA Nest of Vipers
West Germany Die nackte Bourgeoisie
Yugoslavia (Serbian title) Portret burzujke u crnom
Nest of Vipers
Portrait of a Bourgeois in Black
Release Dates
Italy 3 March 1978
Spain 23 October 1978
West Germany 17 November 1978
Canada March 1979 (Québec)
Denmark 18 May 1979
Norway 15 June 1979
Finland 3 August 1979
France 9 August 1979
USA 7 September 1979
Directed by Tonino Cervi
Music by Vince Tempera
Writing Credits
Tonino Cervi ... (writer)
Cesare Frugoni ... (writer)
Goffredo Parise ... (writer)
Roger Peyrefitte ... (story)
technical specifications
Runtime 1 hr 45 min (105 min)
Cast
Ornella Muti ... Elena Mazzarini
SENTA BERGER... Carla Richter
Capucine ... Amalia Mazzarini
Paolo Bonacelli ... Paolo Mazzarini
Eros Pagni ... Commissioner
Giancarlo Sbragia ... Maffei
Stefano Patrizi ... Mattia Morandi
Christian Borromeo ... Renato Richter
Mattia Sbragia ... Edoardo Mazzarini
Giuliana Calandra ... Teacher
Maria Monti ... Linda
Antonia Cancellieri
Suxanne Crese Bates
Raffaele Di Mario
Giancarlo Marinangeli
Giovanni Caenazzo
#ritratto di borghesia in nero#nest of vipers#ornella muti#capucine#senta berger#christian borromeo#stefano patrizi#paolo bonacelli#eros pagni#tonino cervi#giallo fever#italian cult#italian giallo#gialli#giallo#giallofever#cinema cult#italian sexy comedy#international cult#cult
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1968
Ritratto di borghesia in nero
Also Known As (AKA)
(original title) Ritratto di borghesia in nero
Canada (French title) Moeurs cachées de la bourgeoisie
Denmark Øglereden
Finland Porvariston muotokuva
France Mœurs cachées de la bourgeoisie
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Spain Retrato en negro de la burguesía
Sweden Ormens näste
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West Germany Die nackte Bourgeoisie
Yugoslavia (Serbian title) Portret burzujke u crnom
Nest of Vipers
Portrait of a Bourgeois in Black
Release Dates
Italy 3 March 1978
Spain 23 October 1978
West Germany 17 November 1978
Canada March 1979 (Québec)
Denmark 18 May 1979
Norway 15 June 1979
Finland 3 August 1979
France 9 August 1979
USA 7 September 1979
Directed by Tonino Cervi
Music by Vince Tempera
Writing Credits
Tonino Cervi ... (writer)
Cesare Frugoni ... (writer)
Goffredo Parise ... (writer)
Roger Peyrefitte ... (story)
technical specifications
Runtime 1 hr 45 min (105 min)
Cast
Ornella Muti ... Elena Mazzarini
SENTA BERGER... Carla Richter
Capucine ... Amalia Mazzarini
Paolo Bonacelli ... Paolo Mazzarini
Eros Pagni ... Commissioner
Giancarlo Sbragia ... Maffei
Stefano Patrizi ... Mattia Morandi
Christian Borromeo ... Renato Richter
Mattia Sbragia ... Edoardo Mazzarini
Giuliana Calandra ... Teacher
Maria Monti ... Linda
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Suxanne Crese Bates
Raffaele Di Mario
Giancarlo Marinangeli
Giovanni Caenazzo
#ritratto di borghesia in nero#nest of vipers#ornella muti#senta berger#capucine#mattia sbragia#giancarlo sbragia#christian borromeo#eros pagni#paolo bonacelli#tonino cervi#giallo fever#giallofever#italian giallo#cinema cult#international cult#italian cult#cult#gialli#giallo#italian sexy comedy
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Ritratto di borghesia in nero
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(original title) Ritratto di borghesia in nero
Canada (French title) Moeurs cachées de la bourgeoisie
Denmark Øglereden
Finland Porvariston muotokuva
France Mœurs cachées de la bourgeoisie
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Portugal Retrato de Burguesia
Spain Retrato en negro de la burguesía
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Italy 3 March 1978
Spain 23 October 1978
West Germany 17 November 1978
Canada March 1979 (Québec)
Denmark 18 May 1979
Norway 15 June 1979
Finland 3 August 1979
France 9 August 1979
USA 7 September 1979
Directed by Tonino Cervi
Music by Vince Tempera
Writing Credits
Tonino Cervi ... (writer)
Cesare Frugoni ... (writer)
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Roger Peyrefitte ... (story)
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Ornella Muti ... Elena Mazzarini
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Capucine ... Amalia Mazzarini
Paolo Bonacelli ... Paolo Mazzarini
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Giancarlo Sbragia ... Maffei
Stefano Patrizi ... Mattia Morandi
Christian Borromeo ... Renato Richter
Mattia Sbragia ... Edoardo Mazzarini
Giuliana Calandra ... Teacher
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Spain 23 October 1978
West Germany 17 November 1978
Canada March 1979 (Québec)
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Norway 15 June 1979
Finland 3 August 1979
France 9 August 1979
USA 7 September 1979
Directed by Tonino Cervi
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Tonino Cervi ... (writer)
Cesare Frugoni ... (writer)
Goffredo Parise ... (writer)
Roger Peyrefitte ... (story)
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Ornella Muti ... Elena Mazzarini
SENTA BERGER... Carla Richter
Capucine ... Amalia Mazzarini
Paolo Bonacelli ... Paolo Mazzarini
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Christian Borromeo ... Renato Richter
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