#Racconti immorali
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movie-gate · 5 months ago
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Immoral Tales (1974) Walerian Borowczyk
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voracita · 10 months ago
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L'idea di suggestionarti, di farti scivolare con me nell'infera oscurità dove il rivoltante ti appassiona, dove la perversione ti ammalia.
Sragioni, la pulsione prevale e mi descrivi, già rossa eppure votata all'indecenza, come ti denudi, liquida subito e pronta a ogni godimento, tanto che con cattiveria ti impongo di sfregarti, di impalarti sul più crudele dei tuoi falli finti, e tuttavia di trattenerti. Non godere come una ragazzina, è l'ordine. I tuoi prossimi 1000 orgasmi mi spettano tutti, a uno a uno: il tuo grido e il tuo nome.
Ti parlo di loro, quindi. Corpi maschili anonimi, falli eretti che prendono nome e figura di spregevoli maschi. Neppure li guarderesti, eppure ora confessi e racconti, le pareti del tuo sesso gonfie e tesissime, il tuo sfintere più vergognoso che boccheggia e si spalanca, reclamando la brutalità della massa informe, dei tanti immorali e senza scrupoli.
Mentre soffochi e uccidi l'ennesimo orgasmo, ti persuado a sentirlo, a immaginarlo risalire lungo il tuo intestino retto, un fiotto, gli schizzi più possenti dello sperma scaricato dentro il tuo ano ridotto a sborratoio della moltitudine schifosa. Lo immagini mescolarsi alla melma nascosta nelle anse della tua cloaca, lo immagini spinto ancora più a fondo, in cavità insapute, dalla cruda necessità di altri satiri.
Tremi, mi dici, per lo sforzo di eccitare e violentare il tuo clitoride e la tua vagina ancora, e intanto il liquido che cola dal tuo sesso già si confonde, nella tua mente, con il putrido miscuglio che sgocciola dal buchino devastato, poco alla volta, forma liquido dell'inferno in cui ti ho trasportata con me.
Non puoi più chiuderti, non puoi più trattenere. Ti costringo a rivestirti, a tendere il tessuto delle tue mutande contro le labbra gonfie del sesso, contro il clitoride spasmodicamente proteso, contro l'ano inviolato eppure aperto.
Lurida sporchi le tue mutande gocciolando, immaginando insieme a me gli imbarazzi impossibili da trattenere del tuo intestino messo in subbuglio. Stringi ancora eppure perdi da ogni dove.
Non ti sfreghi, non ti impali più, muovi appena il bacino istintivamente.
Sì, ora.
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queerographies · 3 years ago
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[Racconti immorali][Andreas Karayan]
“Racconti immorali” di Andreas Karayan è un viaggio tanto interiore quanto geografico, il “Mille una notte” della scoperta della propria identità unito all’Odissea dell’esplorazione dei luoghi della presa di coscienza e della ribellione ai ruoli predefini
Scritto per strati successivi, narrazioni su narrazioni e storie dentro le storie, “Racconti immorali” è un viaggio tanto interiore quanto geografico, il “Mille una notte” della scoperta della propria identità unito all’Odissea dell’esplorazione dei luoghi della presa di coscienza e della ribellione ai ruoli predefiniti della società patriarcale. Dalla provinciale Cipro e da un matrimonio…
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movie-gate · 3 years ago
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Immoral Tales (Walerian Borowczyk, 1973)
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babylovegame · 2 years ago
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I racconti immorali di Borowczyk
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cinemaeros · 7 years ago
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I racconti immorali (1971)
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t-annhauser · 7 years ago
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Kit di sopravvivenza
Sto approntando la playlist per la torrida estate calabra che verrà (non vorrei mai annoiarmi), per metà anni 80 e per metà impegnatissima, complice la mia recente imbarcata per l’opera, più Bombino e i Tinariwen. Per anni 80 intendo proprio Righeira (periodo La Bionda)/Giuni Russo (periodo Mediterranea)/Matia Bazar (periodo Elettrochoc). E Tony Esposito (Sinue, As tu As, Calimba de Luna). Per impegnatissima intendo Verdi, Monteverdi e Puccini, con un tocco di Bellini (nelle due accezioni, quella musicale e quella alcolica). E King, ve li ricordate i King? Quelli di Alone without you, più una spruzzata di Nik Kershaw, The Riddle, Wouldn’t It Be Good. Brian Ferry, Icehouse, Dead or Alive. Qualcosa degli Oliver Onions, tipo Sandokan, Orzowei. Cuba dei Gibson Brothers (no, Cuba no, è del 79).
Filmografia: 
Amarcord (1973) Audace colpo dei soliti ignoti (1960) Brian di Nazareth (1979, visto per la prima volta proprio a Scalea a 13 anni) Amleto (da Shakespeare a Laforgue) (1974) E’ ricca, la sposo, l’ammazzo (1971) Harry a pezzi (1997) Il magnifico cornuto (1964) Il piatto piange (1974) L’uomo che non c’era (2001) La banda degli onesti (1956) La Coscienza di Zeno (1988, sceneggiato RAI) La Grande Abbuffata (1973) La stanza del vescovo (1977) La strana coppia (1968) Malizia (1973) Racconti Immorali (1974) Venga a prendere il caffè da noi (1970) Vogliamo i colonnelli (1973)
Più le seguenti opere: Verdi - Rigoletto / Pavarotti, Gruberova, Wixell (Chailly 1982) Monteverdi - L'Orfeo / Zanasi, Figueras, Mingardo (Savall 2002) Puccini - Tosca / Guleghina, Licitra, Nucci (Muti, La Scala 2000) Puccini - Gianni Schicchi /  Machaidze, Grigolo, Nucci (Chailly La Scala 2008) Puccini - Turandot / Casolla, Larin, Frittoli (Mehta 1998)
E per finire i libri:
Da Monteverdi a Puccini, Coletti. Dissipatio H. G., Morselli. Metafisica dell’amore sessuale, Schopenhauer. I cancelli dell’Eden, Ethan Cohen. Maigret assortiti. I Lirici Greci, Einaudi.
Credo che possa bastare.
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giuseppebarila · 6 years ago
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Se passa la delazione di Stato
Il «governo del cambiamento» costringe sempre più spesso, con le sue esternazioni e azioni, a interrogarsi su cosa stia accadendo alla democrazia italiana. Trattando del tema del reddito di cittadinanza, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, del Movimento 5 Stelle, ha fatto sapere che, insieme alle attività dei comuni, dell’Inps etc., «anche le segnalazioni che spesso arrivano dal vicino di casa che è invidioso perché vede quello che sfrutta uno strumento di aiuto illegalmente» costituiranno uno degli strumenti che «una volta messi a sistema» contribuiranno a rendere possibile il controllo su chi ha ottenuto tale reddito. Da queste parole, pronunciate in un’intervista a Maria Latella, emerge dunque che la delazione farà parte del sistema di accertamenti.
Chi non è digiuno della storia del Novecento, chi ha letto libri, visto film, ascoltato racconti di genitori e nonni ha una reazione di immediata repulsione verso l’idea della delazione, perché sa che è stato un potente mezzo per creare paura e terrore nei regimi autoritari e totalitari. Nel suo romanzo «Vita e destino», ambientato nell’Unione Sovietica degli anni della guerra, Vassilij Grossman ne aveva colto la natura di strumento della «paura di Stato».
«In nome della morale la rivoluzione ci ha reso immorali, in nome del futuro ha giustificato gli odierni farisei, delatori e ipocriti, insegnandoci che un uomo può spingere degli innocenti nella fossa in nome della felicità del popolo tutto». Figli di una stagione che ha prodotto un nuovo moralismo, per il quale i reati economici e contro lo stato non sono un male, ma «il male», un male assoluto per combattere il quale tutto è lecito, in nome di una «onestà» che ha finito per rappresentare l’alfa e l’omega della politica, che di null’altro necessita, i nuovi governanti a 5 stelle si direbbe che trovino normale alimentare il sospetto tra cittadini, usare gli un contro gli altri, colpire e compromettere i legami sociali per realizzare il loro «cambiamento». Se le istituzioni non sono in grado di controllare il rispetto della legge, allora trasformiamo i cittadini in un esercito di spie.
Probabilmente Buffagni non è nemmeno consapevole dell’enormità da lui pronunciata. Ignora la storia, i suoi drammi e le sue tragedie. Ma esprime comunque una visione brutale, sregolata, senza limiti della politica e del fare politica. E in nome della «moralità», appunto, offre una soluzione «immorale», ovvero l’uso dei sentimenti più bassi dell’animo umano - come l’invidia tra vicini, quando il vicinato, come ci insegnano gli americani, dovrebbe costituire uno dei fondamenti dello sviluppo della società democratica - e la costruzione di una società del sospetto. Perché privo degli anticorpi della conoscenza e della consapevolezza. In un documentario di David Korn-Brzoza sulla Hitlerjugend (Jeunesses hitleriennes , 2017), un anziano intervistato che ne era stato zelante membro ricordava la madre, esasperata, che un giorno così lo apostrofò: «Ti rendi conto che ormai abbiamo paura di te?». È questo il suo modello, sottosegretario Buffagni? Ci rifletta.
di Sofia Ventura, letto su La Stampa di oggi
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lospeakerscorner · 4 years ago
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Un viaggio nel mito tra seduzione e castigo, lectiones e reading teatrali e la riscoperta  del cinema classico d’autore
POMPEI (NA) – Al Teatro Grande  Leda, Arianna e Diana. Tre donne, tre miti classici, tre racconti di passioni e tormenti. Apre con queste Storie di seduzione e castigo, la prima parte della rassegna Scena mitica. Incontri con i mondi classici, organizzata dal Parco archeologico con la collaborazione dell’Associazione A voce Alta.
Due incontri al Teatro grande di Pompei e uno a Villa Arianna dedicati alla mitologia antica a settembre, e una seconda parte Che cosa è stato il cinema italiano nei mesi di ottobre e novembre, con la visione di classici d’autore restaurati, al Cinema Montil di Castellammare.
Il progetto è organizzato dal Parco archeologico di Pompei con la collaborazione dell’associazione A voce alta, presieduta da Marinella Pomarici. La curatela è e di Massimo Osanna, Direttore del Parco Archeologico di Pompei e di Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli e alla Federico II. Per la sezione cinema ci si vale della collaborazione di Stefano Francia di Celle, Direttore del Torino Film Festival e curatore della sezione Classici della Mostra del Cinema di Venezia.
La rassegna si è avvalsa, inoltre, della collaborazione del Cinema Montil e di Surf Film.
Un progetto che, fin dal titolo, amplia il concetto di “classico”, estendendolo al contemporaneo, secondo una prospettiva multifocale e angoli visuali differenti. Ecco perché si parla di mondi classici, al plurale.
La rassegna è divisa in due sezioni: Storie di seduzione e castigo ha in programma tre incontri di riflessione sul mito tra letteratura e teatro e prevede le letture di tre Signore della scena italiana. Si parte con
11 settembre Leda e il cigno (ore 17.30)  al Teatro Grande degli Scavi con una Lectio di Laura Pepe e la lettura scenica di Elena Bucci.
18 settembre, a Villa Arianna a Stabia (ore 17.30), con Arianna e Teseo, la Lectio di Corrado Bologna, accompagnata dalla lettura scenica di Valentina Carnelutti, 
25 settembre
 di nuovo al Teatro Grande di Pompei, (ore 17.30) l’appuntamento dedicato al mito di Diana e Atteone, Lectio di Gennaro Carillo e lettura scenica di Federica Rosellini.
Ha spiegato Massimo Osanna: “Tre temi mitici che hanno avuto grande fortuna iconografica a Pompei e a Stabia e che saranno destinati a lunga durata nell’immaginario dell’Europa occidentale. Il titolo scelto, “Storie di seduzione e castigo”, identifica nell’eros e nella hybris (la tracotanza) il denominatore comune di questi meravigliosi racconti immorali, che tanto turbavano, attraendolo, Platone. Un denominatore che si salda perfettamente ai percorsi di ricerca, ed espositivi, da tempo intrapresi dal Parco Archeologico di Pompei: dalla mostra Venustas – che è una mostra sulla grazia e la bellezza, nonché sulla seduzione – e al film appena prodotto sul tema dell’eros, con Isabella Rossellini, in uscita a novembre nelle sale cinematografiche.” 
La seconda parte della rassegna Che cosa è stato il cinema italiano, in programma al Cinema Montil di Castellammare di Stabia, avrà inizio con Viaggio in Italia di Rossellini.
Seguirà la proiezione di un campione rappresentativo non solo dei migliori restauri degli ultimi anni, ma soprattutto di una stagione in cui il cinema italiano riusciva a cogliere i tratti distintivi dell’ethos nazionale e al tempo stesso si affermava nel mondo come un modello di linguaggio nuovo. Una stagione aurea, e per molti versi irripetibile.
Le opere selezionate sono
Una giornata particolare di Ettore Scola,
I mostri e Il sorpasso di Dino Risi,
La donna scimmia di Marco Ferreri,
Todo modo di Elio Petri.
Queste pellicole offrono uno spaccato che, per quanto parziale, aiuta a comprendere il valore assoluto di quei classici, immuni dall’usura del tempo. Un ‘opportunità unica per apprezzare pagine così cruciali, e globalmente riconosciute della nostra cultura, vedendo o rivedendo le pellicole – al cinema – restituite in forma smagliante.
Il legame tra un classico restaurato e Pompei è in re – ha sottolineato Gennaro Carillo – non solo perché in uno di questi titoli, “Viaggio in Italia di Rossellini”, Pompei e l’archeologia giocano un ruolo decisivo, ma perché questi classici hanno in comune con Pompei la caducità, l’estrema vulnerabilità, quella deteriorabilità che soltanto l’amorevolezza e la costanza di una cura scientificamente rigorosa possono contrastare. Non solo: il classico, che è un’opera senza tempo (o comunque senza scadenza: se Sciascia paragonava alle uova i libri normali, Pontiggia definiva i classici i contemporanei del futuro), vive nella sua tradizione, che è fatta di riusi e di abusi, di volgarizzamenti e trivializzazioni, di deferenza e infedeltà.”
Teatro Grande e Villa Arianna. La  partecipazione  agli  incontriè gratuita su prenotazione obbligatoria al seguente indirizzo mail [email protected] per un massimo di 200 persone. La disposizione del pubblico sarà soggetta alle misure di distanziamento sociale previste dalla normativa sanitaria in corso.
Cinema Montil: Partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti
Il calendario delle proiezioni sarà a breve comunicato sul sito www.pompeiisites.org
Di seguito il programma della manifestazione in dettaglio
STORIE DI SEDUZIONE E CASTIGO
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  Storie di seduzione e castigo Un viaggio nel mito tra seduzione e castigo, lectiones e reading teatrali e la riscoperta  del cinema classico d’autore…
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whogoesthere-thething · 8 years ago
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(Murders in the Rue Morgue, USA 1932, 75’, BN)
Regia di Robert Florey.
Sceneggiatura di Tom Reed e Dale Van Every dal racconto di Edgar Allan Poe The Murders in the Rue Morgue, 1841 (I delitti della Rue Morgue, in I racconti, ET Biblioteca, Einaudi 2009).
Con Bela Lugosi, Sidney Fox, Leon Ames, Bert Roach, Betty Ross Clarke.
Tra i classici horror della Universal degli anni trenta, quali il Dracula di Tod Browning (1931) e il Frankenstein di James Whale (1931), questo è probabilmente il film meno noto e di minor successo del lotto. Tutto ciò nonostante la presenza del divo horror del momento Bela Lugosi in un ruolo non molto dissimile dal villain interpretato nel menzionato Dracula e ne L’isola degli zombies (White Zombie, 1932), e della stupenda fotografia che richiama visivamente il capolavoro espressionista Il gabinetto del dottor Caligari (Das Cabinet des Dr. Caligari, 1920), di Karl Freund, regista lo stesso anno di un altro classico Universal di successo come La mummia (The Mummy, 1932).
Nella Parigi del 1845, il dottor Miracolo (Bela Lugosi) esibisce al pubblico di un circo uno scimmione di nome Erik (nella fattispecie un orangutan), cercando di spiegare loro, essendone deriso, le teorie evoluzionistiche (più di dieci anni prima della pubblicazione de L’origine delle specie di Charles Darwin!). Nelle notti, il dottore utilizza Erik per rapire giovani donne da utilizzare come cavie dei suoi esperimenti atti a dimostrare le proprie teorie evoluzionistiche, esperimenti che si concludono invariabilmente con la morte delle ragazze. Tutto ciò va avanti fin quando il dottore decide di rapire Camille (Sidney Fox), fidanzata dello studente di medicina Pierre Dupin (Leon Ames).
Come si evince dalla trama, il film è ispirato molto vagamente dal racconto originale di Edgar Allan Poe I delitti della Rue Morgue (1841), aggiungendo atmosfere da horror espressionistico, una certa dose di umorismo, un’irrinunciabile storia d’amore e una figura di scienziato pazzo a quello che è considerato uno dei primi esempi di letteratura poliziesca, dove a prevalere era l’indagine analitica di un “caso” di omicidio multiplo, perpetrato da uno orango. Nel racconto mancava la figura di un personaggio negativo su cui indirizzare il biasimo dei lettori, proprio per questo il regista Florey e gli sceneggiatori introdussero la figura interpretata da Lugosi, uno scienziato con più di un punto in comune con il dottor Frankenstein del coevo film di Whale, soprattutto per quanto riguarda la loro volontà di usurpare il ruolo di Dio nell’universo. Ricorrere alla scienza per cercare di svelare i misteri della vita e del suo sviluppo non può che portare alla corruzione e alla depravazione. Soprattutto il modo in cui è presentato il dottor Miracolo (accennando a bestiali incroci di razze) è indicativo di come negli anni trenta erano ancora viste dal grande pubblico le immorali ed eretiche teorie evoluzionistiche. L’Auguste Dupin di Poe, prototipo del moderno investigatore e padre putativo dello Sherlock Holmes di Conan Doyle, nel film diventa Pierre Dupin, studente di medicina, professione funzionale a scoprire durante un’autopsia la natura dei nefandi esperimenti del dottore, ma mantiene un certo carattere analitico del personaggio letterario, anche se in maniera meno pedante. Altro elemento tratto direttamente dal racconto, è la scoperta del corpo di una donna trovato dentro la cappa del camino, anche se nel film si tratta della madre di Camille (Betty Ross Clarke) e non di Camille stessa, personaggio eletta al ruolo di amata da Dupin e quindi assolutamente da salvare. Nelle apparizioni della scimmia nelle scene, si alterna un attore (Charles Gemora, specialista nell’interpretare ruoli da primate in diversi film hollywoodiani) a una vera scimmia per i primi piani, con un effetto non molto convincente. Il finale sui tetti parigini, con la scimmia che tiene in braccio la bella, anticipa di un anno una scena analoga del King Kong di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack. Da segnalare quale autore di alcuni dialoghi, la presenza del giovane John Huston, che proprio in quegli anni muoveva i primi passi nel mondo del cinema.
  IL DOTTOR MIRACOLO (Murders in the Rue Morgue, USA 1932, 75’, BN) Regia di Robert Florey. Sceneggiatura di Tom Reed e Dale Van Every dal racconto di Edgar Allan Poe…
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mtonino · 2 years ago
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Immoral Tales (1974) Walerian Borowczyk
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movie-gate · 3 years ago
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Immoral Tales (Walerian Borowczyk, 1973)
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