#Protezione Beni Bancari
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Furto alle cassette di sicurezza della Banca Intesa-Sanpaolo: Possibilità di riconoscimento dei beni a partire dal 21 ottobre
La Procura della Repubblica avvia la procedura di riconoscimento per i titolari delle cassette di sicurezza violate presso la filiale di Via Magnocavallo.
La Procura della Repubblica avvia la procedura di riconoscimento per i titolari delle cassette di sicurezza violate presso la filiale di Via Magnocavallo. In seguito al furto avvenuto presso la filiale della Banca Intesa-Sanpaolo in Via Magnocavallo, Casale Monferrato, numerosi oggetti preziosi e titoli di credito sono stati rinvenuti all’interno del caveau della banca. Il personale operante ha…
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Trapani, operazione "Mafiabet": confisca di beni a Calogero Jonn Luppino
Trapani, operazione "Mafiabet": confisca di beni a Calogero Jonn Luppino. Il 28 dicembre 2022, i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani hanno dato esecuzione, nei confronti di Calogero Jonn LUPPINO, ad un provvedimento di confisca di beni del valore di circa 6 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Trapani - Sezione Misure di Prevenzione. Tale provvedimento, che scaturisce a seguito del sequestro beni eseguito sempre dai Carabinieri di Trapani e dal ROS nel marzo 2021, è stato notificato anche nei confronti di ulteriori 15 persone (cd. “terzi intervenienti”) e 5 società, comunque riconducibili all’interessato, tuttora detenuto in carcere per associazione di tipo mafioso dopo l’arresto operato dai militari dell’Arma nel 2019. Il Luppino, in passato Consigliere Comunale di Campobello di Mazara, era stato arrestato per associazione di tipo mafioso nella c.d. indagine Mafiabet che aveva permesso di monitorare la rapidissima ascesa imprenditoriale di LUPPINO Calogero Jonn nel mondo delle scommesse e giochi on-line. Il LUPPINO dirigeva e controllava il settore economico dell’esercizio di giochi e scommesse affidando alcune delle relative agenzie ad altri associati mafiosi. La sua ascesa era stata favorita in tutto e per tutto dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara del Vallo che obbligavano i vari esercizi commerciali del trapanese ad installare i device delle società di LUPPINO, pena pesanti ritorsioni. Gli esercizi che invece accettavano il monopolio facente capo a Cosa Nostra, potevano godere della “protezione” dei mafiosi pronti a punire chi, tra la delinquenza comune, prendeva di mira quegli esercizi commerciali. Così accadeva con un bar della provincia che aveva subito un furto proprio di macchinette per giochi gestite da società legate all’imprenditore mafioso. Cosa Nostra aveva individuato il responsabile del furto e, tramite il referente mafioso di quel luogo, aveva provveduto alla punizione del presunto reo, colpevole di aver danneggiato un esercizio che già aveva pagato la protezione dell’associazione mafiosa. L’ascesa dell’imprenditore LUPPINO era stata sovvenzionata con cessioni di denaro ad esponenti di vertice dei mandamenti mafiosi di Mazara del Vallo e Castelvetrano, tra cui familiari del latitante MATTEO MESSINA DENARO, nonché ad esponenti apicali dell’associazione mafiosa. Le indagini patrimoniali condotte dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trapani costituiscono il completamento della più generale attività di contrasto condotta dai Carabinieri, coordinati dalla Procura Distrettuale palermitana, nei confronti del potente mandamento mafioso di Castelvetrano. I beni confiscati sono costituiti da 10 società e relativi compendi aziendali, 6 terreni, 14 rapporti bancari, 1 motoveicolo, 1 cavallo da corsa, nonché denaro contante, titoli di credito e finanche lingotti d’oro. https://www.youtube.com/watch?v=mIChQ-TmIvE... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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18 feb 2021 11:40
'STO SUPERMERCATO È COSA NOSTRA - MAXI SEQUESTRO IN SICILIA PER IL "RE DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE ALIMENTARE", IL 53ENNE CARMELO LUCCHESE, CONSIDERATO DAI PM VICINO ALLA MAFIA - LA GUARDIA DI FINANZA DI PALERMO HA CONFISCATO BENI PER 150 MILIONI DI EURO ALL'IMPRENDITORE - SECONDO LE INDAGINI, AGIVA SOTTO LA PROTEZIONE DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, SCORAGGIANDO LA CONCORRENZA CON ATTI INTIMIDATORI. IN CAMBIO ASSUMEVA I PARENTI DEI BOSS NEI SUOI PUNTI VENDITA...
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Da www.ansa.it
Il Tribunale di Palermo - sezione Misure di Prevenzione -, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) del capoluogo, ha sequestrato il patrimonio di 150 milioni di euro dell'imprenditore Carmelo Lucchese, 53 anni, che opera nel settore della grande distribuzione alimentare.
Nell'operazione sono stati impegnati oltre 100 militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo che hanno messo i sigilli ad aziende, quote societarie, immobili, conti correnti, polizze assicurative e auto di Lucchese.
Oggetto del sequestro è in particolare la società Gamac Group s.r.l., con sede legale a Milano, che gestisce 13 supermercati tra Palermo e provincia (Bagheria, Carini, Bolognetta, San Cipirello e Termini Imerese) che è stata contestualmente affidata a un amministratore giudiziario nominato dal Tribunale di Palermo, con il compito di "garantire la continuità aziendale e mantenere i livelli occupazionali per tutelare i diritti dei lavoratori, dei fornitori e dei clienti".
La ricostruzione della Procura della Repubblica ha consentito di evidenziare come Lucchese, pur essendo incensurato, fosse vicino alla criminalità organizzata, anche se non organicamente inserito in essa.
Per gli inquirenti avrebbe operato sotto l'ala protettiva di Cosa Nostra. Secondo i pentiti avrebbe avuto contatti con la famiglia mafiosa di Bagheria traendone nel tempo vantaggi imprenditoriali.
Lucchese sarebbe riuscito a espandersi economicamente nel settore avvalendosi di interventi della mafia e acquisendo ulteriori attività commerciali, scoraggiando la concorrenza anche attraverso atti di danneggiamento, risolto controversie sorte con alcuni soci, ottenendo la possibilità di rilevare un'impresa contesa e beneficiando di una dilazione nei pagamenti ed evitato il pagamento del "pizzo" nella zona di Bagheria.
L'imprenditore, in cambio dei favori, avrebbe assunto familiari di boss nei propri punti vendita. Secondo le indagini, inoltre, avrebbe procurato un appartamento per dare rifugio al capomafia Bernardo Provenzano nell'ultimo periodo della sua latitanza.
La Gamac, grazie all'aiuto dei clan, sarebbe cresciuta esponenzialmente, trasformandosi dall'iniziale impresa familiare in una realtà in forte sviluppo che ha incrementato costantemente il proprio volume d'affari arrivando a fatturare oltre 80 milioni di euro nel 2019.
Oltre al sequestro del compendio aziendale e delle quote sociali della Gamac Group srl sono stati messi i sigilli a 7 immobili, tra cui una villa in zona Pagliarelli a Palermo, 61 rapporti bancari e 5 polizze assicurative e 16 autovetture, tra cui 2 Porsche Macan.
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MONTEPRANDONE – La Giunta Comunale di Monteprandone ha dato il via libera a due avvisi pubblici uno per l’assegnazione dei buoni spesa “meal ticket” per l’acquisto di beni di prima necessità a favore di persone e/o famiglie residenti in condizioni di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale in atto, provocata dalla diffusione del Covid-19, per il quale gli sono stati assegnati circa 96.500 euro al Comune di Monteprandone, e l’altro per invitare gli esercenti ad aderire al circuito ed accettare i buoni spesa.
L’intervento è volto a sostenere le persone e le famiglie in condizioni di assoluto momentaneo disagio, per soddisfarne le necessità più urgenti ed essenziali. L’intervento consiste nella assegnazione di buono spesa utilizzabile per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali presenti nell’elenco che verrà in seguito pubblicato sul sito del Comune di Monteprandone.
Possono presentare istanza di ammissione all’erogazione del buono spesa i nuclei familiari, anche monoparentali, residenti anagraficamente nel Comune di Monteprandone che si trovino nelle seguenti condizioni: 1) aver avuto nel mese di marzo 2020 entrate complessive, in qualsiasi forma percepite, inferiori alle fasce indicate nella tabella sottostante: – nucleo familiare composto da 1 persona: € 900,00 – nucleo familiare composto da 2 persone: € 1.300,00 – nucleo familiare composto da 3 persone: € 1.500,00
– nucleo familiare composto da 4 persone: € 1.700,00 – nucleo familiare composto da 5 o più persone: € 1.800,00
2) essere intestatari di conti correnti bancari, postali, strumenti finanziari di qualsiasi forma (titoli di stato, azioni, obbligazioni, fondi comuni ecc) il cui valore complessivo non abbia superato € 10.000 alla data del 31/03/2020. Tale limite è inteso come sommatoria del valore di tutti i conti e strumenti finanziari come sopra descritti posseduti dai componenti del nucleo familiare.
La concessione del buono spesa avverrà dando la precedenza ai nuclei familiari che abbiano subito una sospensione lavorativa o riduzione dell’orario lavorativo a causa dell’emergenza in corso, quelli che non risultano già assegnatari di sostegni pubblici nell’anno 2020 ( RdC, Rei, Naspi, indennità di mobilità, cassa integrazione guadagni, altre forme di sostegno previste a livello locale o regionale o nazionale) e quelli che non percepiscono reddito.
Verrà, a tal fine, stilata apposita graduatoria di ammissione ai buoni spesa. Verranno concessi buoni spesa per nucleo familiare richiedente, in relazione alla sua ammissione alla graduatoria, dei valori così determinati: – nucleo familiare composto da 1 / 2 persone € 200,00 – nucleo familiare composto da 3 / 4 persone € 300,00 – nucleo familiare composto da 5 o più persone € 400,00
La domanda dovrà essere presentata utilizzando ESCLUSIVAMENTE l’apposito modello disponibile sul sito istituzionale del Comune all’indirizzo www.monteprandone.gov.it ENTRO E NON OLTRE IL GIORNO 8 APRILE 2020 ALLE ORE 13.00 via e-mail: [email protected] oppure via P.E.C.: [email protected] Nel caso in cui non si posseggano tali strumenti potrà essere inviata la domanda firmata e il documento di identità tramite Whatsapp al numero 3666156066
Solo in caso di assoluta impossibilità ad utilizzare le modalità sopraindicate, la domanda potrà essere consegnata a mano esclusivamente presso la Delegazione Comunale di via delle Magnolie a Centobuchi, depositandola c/o l’apposito box di raccolta posizionato nei pressi dell’ingresso della sede comunale. Eventuali richieste pervenute oltre la scadenza indicata nel presente avviso verranno prese in considerazione nei limiti delle residue disponibilità del fondo.
Per quando riguarda l’avviso rivolto agli esercenti di attività operanti con punti vendita nel Comune di Monteprandone, è necessario che manifestino il proprio interesse ad essere inseriti nell’elenco degli esercizi commerciali per l’accettazione dei buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari e prodotti di prima necessità.
Gli esercizi commerciali interessati alla fornitura dei suddetti prodotti si impegnano ad accettare i buoni spesa che saranno consegnati direttamente ai cittadini che ne avranno diritto. Il beneficiario consegna ad uno o più esercizi commerciali prescelti i buoni ottenuti, apponendo la data di utilizzo e la firma.
L’esercizio commerciale, con cadenza settimanale, bisettimanale o secondo la tempistica maggiormente rispondente alla propria organizzazione, allegando i buoni utilizzati dai beneficiari emette fattura elettronica al Comune di Monteprandone, che procederà al pagamento nel termine di 30 giorni.
Considerato che l’Ordinanza della Protezione Civile n. 658 del 29/03/2020, prevede la possibilità di raccogliere donazioni al fine di incrementare le risorse disponibili, la ditta dovrà compartecipare nella misura del 10% sul valore complessivo dei buono spesa (ovvero rispetto ad una spesa di 100€ del beneficiario, fatturerà al Comune €90,00).La domanda dovrà essere presentata utilizzando ESCLUSIVAMENTE l’apposito modello disponibile sul sito istituzionale del Comune via e-mail: [email protected] oppure via P.E.C.: [email protected]
Per ogni ulteriore informazione, gli interessati potranno contattare gli Uffici comunali dal lunedì al venerdì esclusivamente dalle ore 9 alle ore 13 ai seguenti numeri telefonici: 0735/710941 – 0735/710935 – 0735/710825 oppure via mail a [email protected]
Gli due avvisi e la rispettiva modulistica sono stati pubblicati sul sito a questi link: BUONI SPESA “MEAL TICKET” https://www.monteprandone.gov.it/avvisi/buoni-spesa-ecco-lavviso-pubblico-e-il-modello-di-domanda-per-lassegnazione-alle-famiglie/
MANIFESTAZIONE INTERESSE ESERCENTI COMMERCIALI https://www.monteprandone.gov.it/news/buoni-spesa-gli-esercenti-devono-manifestare-il-loro-interesse/
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Chiusura attività autonome per Coronavirus, il testo del DPCM
Coronavirus, il testo del dpcm 11 marzo 2020 sulla chiusura delle attività commerciali
TESTO DEL DECRETO CONTENENTE MISURE IN VIGORE IN VIGORE DAL 12 MARZO 2020 al 25 MARZO 2020 CON ALLEGATI CHE SPECIFICANO LE ATTIVITÀ INTERESSATE
ART. 1 (Misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale) Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sono adottate le seguenti misure: 1) Sono sospese le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 1, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato, sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali, purché sia consentito l’accesso alle sole predette attività. Sono chiusi, indipendentemente dalla tipologia di attività svolta, i mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Restano aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie, le parafarmacie. Deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. 2) Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. 3) Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti) diverse da quelle individuate nell’allegato 2. 4) Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l’attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi. 5) Il Presidente della Regione con ordinanza di cui all’articolo 3, comma 2, del decreto legge 23 febbraio 2020 n. 6, può disporre la programmazione del servizio erogato dalle Aziende del Trasporto pubblico locale, anche non di linea, finalizzata alla riduzione e alla soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministro della salute può disporre, al fine di contenere l’emergenza sanitaria da coronavirus, la programmazione con riduzione e soppressione dei servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali. 6) Fermo restando quanto disposto dall’articolo 1, comma 1, lettera e), del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 e fatte salve le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza, le pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente, anche in deroga agli accordi individuali e agli obblighi informativi di cui agli articoli da 18 a 23 della legge 22 maggio 2017, n. 81 e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza. 7) In ordine alle attività produttive e alle attività professionali si raccomanda che: a) sia attuato il massimo utilizzo da parte delle imprese di modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza; b) siano incentivate le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti nonché gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva; c) siano sospese le attività dei reparti aziendali non indispensabili alla produzione; d) assumano protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale; e) siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali; 8) per le sole attività produttive si raccomanda altresì che siano limitati al massimo gli spostamenti all’interno dei siti e contingentato l’accesso agli spazi comuni; 9) in relazione a quanto disposto nell’ambito dei numeri 7 e 8 si favoriscono, limitatamente alle attività produttive, intese tra organizzazioni datoriali e sindacali. 10) Per tutte le attività non sospese si esorta al massimo utilizzo delle modalità di lavoro
ART. 2 (Disposizioni finali) 1. Le disposizioni del presente decreto producono effetto dalla data del 12 marzo 2020 e sono efficaci fino al 25 marzo 2020. 2. Dalla data di efficacia delle disposizioni del presente decreto cessano di produrre effetti, ove incompatibili con le disposizioni del presente decreto, le misure di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 marzo 2020 e del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 9 marzo 2020. 3. Le disposizioni del presente decreto si applicano alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme di attuazione.
Roma, IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IL MINISTRO DELLA SALUTE
Allegato 1 COMMERCIO AL DETTAGLIO (APERTI) Ipermercati Supermercati Discount di alimentari Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari Commercio al dettaglio di prodotti surgelati Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati di computer, periferiche, attrezzature per le telecomunicazioni, elettronica di consumo audio e video, elettrodomestici Commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco in esercizi specializzati (codici ateco: 47.2) Commercio al dettaglio di carburante per autotrazione in esercizi specializzati Commercio al dettaglio apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (ICT) in esercizi specializzati (codice ateco: 47.4) Commercio al dettaglio di ferramenta, vernici, vetro piano e materiale elettrico e termoidraulico Commercio al dettaglio di articoli igienico-sanitari Commercio al dettaglio di articoli per l’illuminazione Commercio al dettaglio di giornali, riviste e periodici Farmacie Commercio al dettaglio in altri esercizi specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati Commercio al dettaglio di articoli di profumeria, prodotti per toletta e per l’igiene personale Commercio al dettaglio di piccoli animali domestici Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato per televisione Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto per corrispondenza, radio, telefono Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
Allegato 2 SERVIZI PER LA PERSONA (APERTI) Lavanderia e pulitura di articoli tessili e pelliccia Attività delle lavanderie industriali Altre lavanderie, tintorie Servizi di pompe funebri e attività connesse
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Attenzione ai principali modelli di design ipno dei riflettori che si trasformano in meme di tipo: picco di petrolio inquinante, movimento di denaro, proliferazione di fischer a causa di paesi canaglia, tassare un ObamaCare ricco e socializzato (uno schema di eutanasia razionata). Guarda i piani di previdenza sociale Ponzi, i piani di trattamento Ponzi, le manie immobiliari sostanziali di Ponzi, i titoli Ponzi, gli hedge fund Ponzie, Ponzi si uniscono al Fertilizzato (QE1 QE2) per non parlare di Ponzi 401K e di altre idee pensionistiche. State attenti ai soccorsi bancari associati - vedete, il contribuente finisce essenzialmente a mezz'aria a causa di un debito. La maggior parte di quegli stessi subtrifuges potrebbe essere decimata dall'intera Greater Misery. Qui spesso è dove il Capitalismo probabilmente non avrebbe funzionato correttamente. Da quando Reagan, i salari si sono sviluppati indietro. Questo potrebbe trasformarsi in un dibattito efficace che ha avuto inizio e la gente in prestito denaro che dovrebbe fornire solo i loro incredibili stipendi nel luogo iniziale. L'unico capo costituente Golden Goose Sneakers Outlet Online ella protezione per il finanziamento era il centro della classe delle case del nostro paese. Questa è la nostra convergenza da fare con beni reali e qualche nicchia finanziaria che ha incoraggiato il No cost of Markets. I dentisti devono prendere in considerazione la rete di rete per il motivo che un servizio di raccomandazione. Sicuramente se qualcun altro è materiale contenuto con loro raggiunto da tutto il loro medico le aziende lo suggeriranno su Facebook. Questi possono essere estremamente salutari se questo a sua volta è in grado di collegare questi prodotti alla loro pagina e così, tutto il primo punto è che può semplicemente produrre un blog. Includere informazioni specifiche riguardanti i praticanti lì. Offri le tue foto indicando la clinica e il dipendente. Sapevi che gran parte delle famiglie che non pagano il prelievo sul reddito negli Stati Uniti potrebbero avvicinarsi al 50%? Se nessuno paga, anche la mia pausa caffè gratuita arriva? Ci sono stati solo Golden Goose Outlet Venezia olti contribuenti 'ricchi' rimasti a morire. Sono le cose perché metteranno al # 1 un combattimento come assolutamente non altri fare un po 'di pesca - non lo presumo. Numerose altre specie come Mackerel, Mullet, Pollack scrivono un particolare inferno a un combattimento, non è vero? Il talento è solitamente talento. Nel caso in cui hai già la superstar d'oro d'oca seduto in un business da qualche parte, aggrappati a tutti i denti e unghie. Essere umano capitale sarà il tuo acquisto virtualmente di valore, non soggetto quale sia la situazione. Quindi non è dato che siano già scarse ma troppo problematiche da trovare ma un nuovo Bass ha la particolare mistica qualità di questo e un sacco di pescatori che lo indossano su un piedistallo, come accennato in precedenza altre specie. Questo compito USATO che può essere il caso che molti erano scarsi per il pescatore più non ha mai spinto Bass all'aperto e un sacco di Bass dove è Golden Goose Superstar Sneakers Outlet Online tato preso molto dal problema piuttosto che solo dal design, tranne non altri. Se una persona è alla ricerca di una vera casa, questo è molto più che vedere chiaramente insieme alle case. Anche se ti piacerebbe una casa fantastica, qualcuno desidera ardentemente vivere la tua vita in qualsiasi rete sicura. Potrebbe comunque associarsi ai tuoi privilegi di notare, tuttavia, se c'è davvero un arresto sessuale registrato nel proprio potenziale vicinato, ei broker devono rispondere con sincerità a tale scetticismo, indipendentemente dal fatto che sia probabile che lo facciano loro.
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Roma, 27 feb – Per approfondire la dibattuta situazione dei centri di detenzione governativi libici, gestiti dal Governo di Tripoli, e le presunte “inimmaginabili torture” subite dai migranti ivi detenuti, abbiamo intervistato Valeria Fabbroni, direttrice dei programmi di Helpcode. Helpcode è un’organizzazione italiana umanitaria, fondata nel 1988, “che lavora, in Italia e nel mondo, per garantire a ciascun bambino e bambina la protezione di una famiglia, una scuola di qualità e una comunità in cui crescere e sviluppare le proprie potenzialità”.
A differenza delle ben più note Ong, Helpcode è impegnata in Paesi quasi dimenticati dall’umanitarismo odierno, senza proclami politici e slegata completamente dalla rete di influenze che abbiamo spesso evidenziato. Completamente trasparente in merito ai dati economici, Helpcode ha beneficiato nel 2018 dei fondi dell’Unione Europea e del Governo italiano per i progetti in Libia, Tunisia e Mozambico.
In Italia, l’organizzazione è intervenuta anche “in contesti di emergenza per cercare di alleviare disagi e sofferenze ai bambini e alle famiglie colpite da disastri naturali”. In particolare, dal mese di agosto 2016 Helpcode è attiva con progetti a sostegno delle famiglie e di riattivazione economica nelle aree del centro Italia colpite da fenomeni sismici. Da segnalare l’iniziativa “Sapori che sanno di buono”, ovvero un bando promosso dall’organizzazione nel Comune di Acquasanta Terme, che ha come obiettivo “la ripresa e il rilancio di attività produttive esistenti, partendo dalle piccole e medie imprese del settore agroalimentare e puntando sull’acquisizione di beni e servizi che possano garantire il mantenimento e l’aumento delle attività e della sostenibilità”.
Si è inoltre appena conclusa #ceraunavoltalacena, campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa da Helpcode, per aiutare le famiglie in situazione di povertà in Italia: 1.300.000 bambini sono a rischio malnutrizione a causa del disagio economico delle loro famiglie.
Dottoressa Fabbroni, può descriverci l’impegno internazionale di Helpcode. Abbiamo constatato che l’organizzazione opera in Paesi spesso dimenticati sia dall’opinione pubblica mondiale sia dai mainstream media.
Helpcode opera in Tunisia, Libia, Mozambico, Iraq, Repubblica Democratica del Congo, Nepal, Cambogia, e sta iniziando le attività in Yemen. Le attività di Helpcode si snodano intorno a due cardini fondamentali: il sostegno a distanza, attività che Helpcode gestisce da oltre 30 anni, e risposte in caso di emergenza a necessità che non entrino in conflitto con la missione dell’organizzazione, quale la protezione e il sostegno dell’infanzia, nel senso più ampio del termine.
Helpcode è attiva anche nei centri di detenzione governativi libici. Quando è iniziata questa missione e in quale area l’organizzazione opera?
Dal Febbraio 2018, in risposta ad una gara per Ong chiamata dall’Agenzia Italiana per la cooperazione e lo Sviluppo (AICS). Helpcode si occupa in questo ambito di prima emergenza, intesa come distribuzione di beni di prima necessità, riabilitazione delle latrine e bagni ad uso dei detenuti. Inoltre, recentemente Helpcode ha iniziato l’attività di protezione, intesa come raccolta di informazioni per ogni detenuto, necessarie a facilitarne o il rimpatrio o il corridoio umanitario verso strutture idonee a ciascun caso.
Sempre in riferimento alla Libia, ci può spiegare qual è il vostro impegno operativo?
I progetti in Libia vengono gestiti in remoto dall’ufficio a Tunisi ed in Italia, per la limitata possibilità di avere personale Italiano sul terreno. Helpcode, che opera nel paese dal 2017, ha comunque sviluppato una rete di operatori Libici attraverso i quali gestisce attività in sostegno alla salute, uno dei principali problemi per la popolazione libica in questo momento.
Quali sono le problematiche delle operazioni umanitarie in un Paese così altamente destabilizzato, come la Libia?
La Libia è un paese dalle mille complessità, aggravate, negli ultimi anni, dal collasso del sistema bancario, che mette, de facto, in ginocchio l’economia e sta creando un’economia parallela che è quasi più dannosa dei problemi del post-Gheddafi. Non potendo effettuare prelievi bancari, e non potendo per motivi di trasparenza pagare in contanti, tutte le operazioni di pagamento avvengono nei paesi limitrofi. Questo si risolve il problema nell’immediato, ma alla lunga crea un’economia falsata che fa riferimento ai Paesi intorno”.
Lavorate in coordinamento con il Governo italiano e le agenzie delle Nazioni Unite presenti in Libia?
“Certo, il coordinamento è un punto basilare dell’attività di una Ong e Helpcode si muove in questa direzione. Helpcode partecipa alle riunioni indette dal Governo italiano sia in Tunisia sia in Italia”.
Può fare un bilancio della situazione attuale in Libia? Dagli accordi Italia-Libia, in seguito ai quali organizzazioni come Helpcode sono attive nel Paese nord africano, possiamo affermare che le condizioni dei centri di detenzione governativi libici siano migliorate?
Parzialmente sì, ma il miglioramento è proporzionale ai flussi di migranti che arrivano. L’inverno è un momento di ‘bassa stagione’ per i tentativi di traversata del Mediterraneo, ma si è consci del fatto che con il riavvicinarsi della bella stagione i tentativi di sbarco ed i successivi recuperi da parte della Guardia Costiera libica ricominceranno, ed i problemi di sovraffollamento si ripresenteranno, con tutte le problematiche a questi connesse.
Spesso la stampa italiana e quella internazionale descrivono i centri di detenzione governativi libici come luoghi nei quali i migranti vengono torturati. Può chiarire queste insinuazioni, che colpiscono anche l’impegno di organizzazioni come la vostra?
Non abbiamo mai testimoniato ne osservato, nemmeno tramite i nostri collaboratori che sono nei Centri di detenzione governativi libici ogni giorno, casi di tortura. Anzi, per me è necessario che si possa testimoniare che abbiamo trovato direttori dei centri di grande umanità e coraggio, che cercano di fare del loro meglio in una situazione di per se complessa. Certo, i centri sono luoghi duri e difficili, dove ci si rende conto che ogni migrante ha una storia, un nome, un passato ed un dramma da raccontare; ma ciò non vuol dire che siano oggetto di tortura.
Grazie alla vostra esperienza in contesti internazionali ad elevata problematicità, quali potrebbero essere le iniziative italiane ed europee che potrebbero aiutare ulteriormente Tripoli nella gestione umanitaria dei migranti?
Sicuramente rendere agili e rapidi i processi per rimpatrio dei detenuti, che per una complessa situazione di diritto internazionale, purtroppo ha tempi lunghi per la maggioranza delle nazionalità ospitate. E, inoltre, applicando il concetto della migrazione sostenibile: identificare i casi estremamente vulnerabili che possano essere accettati dagli Stati Europei, e sostenere i migranti detenuti nel difficile rientro a casa. E soprattutto, creare le condizioni, come già sta facendo l’European Trust Fund, per migliorar la vita nei paesi di origine.
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E’ nei Caraibi il nuovo paradiso dei security contractors
16 novembre 2017
di Pietro Orizio
Harvey, Irma e Maria sono i tre più potenti uragani — categorie 4 e 5 — che hanno flagellato isole e coste dell’Atlantico occidentale negli ultimi mesi: centinaia le vittime, danni per miliardi, migliaia di sfollati a cui mancano generi alimentari, acqua potabile e corrente, carburante ed energia elettrica. In questo scenario apocalittico sono stati schierati contractors e compagnie di sicurezza privata per portare soccorsi e ristabilire l’ordine.
Ciò risulta particolarmente evidente a Porto Rico e nelle Isole Vergini americane dove, pur territori degli Stati Uniti, il vuoto o ritardi nella risposta di Washington sono stati colmati da società private. Stabilire se ciò sia un bene o un male è ancora prematuro, tuttavia il loro precedente operato in ambito di Disaster Relief — soccorso in caso di calamità — può aiutare ad ipotizzarne le conseguenze e trarne conclusioni. Porto Rico (3.351.827 abitanti e 9.104 km2) e le Isole Vergini americane (107.268 abitanti e 1.910 km2) sono due territori non incorporati degli Stati Uniti; aree controllate da Washington ma che tuttavia non fanno parte dell’Unione. Sostanzialmente, essi godono di alcuni benefici legislativi e di una sovranità limitata ai soli affari locali, ma non hanno rappresentanze al Congresso e i loro abitanti, seppur cittadini americani, non possono votare per eleggere il Presidente degli Stati Uniti. Questo status ha provocato ritardi ed una certa mancanza di vigore nei soccorsi. Secondo José Fuentes, presidente del Consiglio per la Sovranità Nazionale di Porto Rico, infatti “I territori sono marginali, invisibili e non hanno voce a Washington perché è necessario il voto per avere una voce”. Perciò, le risposte governative ai tre uragani sono state decisamente differenti. Per Harvey, che si è abbattuto sul Texas il 25 agosto, risorse e personale sono stati schierati ancora prima che toccasse terra. In pochi giorni i soccorritori hanno raggiunto quota 31.000 ed il primo pacchetto di aiuti — 15 miliardi di dollari— è stato approvato a circa due settimane dall’uragano. Con Irma, che ha colpito la Florida il 10 settembre, i soccorritori erano più di 40.000 già quattro giorni dopo. Con Maria, che il 20 settembre ha devastato Porto Rico e le isole Vergini (già piegate da Irma il 6 settembre), dopo 5 giorni i soccorritori erano a malapena poco più di 10.000. C’è voluto infine oltre un mese prima che il Congresso approvasse un primo pacchetto d’aiuti. Perfino con l’uragano Katrina del 2005 erano stati stanziati $10,5 miliardi in soli 4 giorni! Per i ritardi e diversi approcci nei soccorsi, Trump ha incolpato la “geografia”: Porto Rico ed Isole Vergini sono distanti e ben più difficili da raggiungere e rifornire rispetto a Texas e Florida. E così, pur rimboccandosi le maniche e contando su iniziative private, a più di un mese dal disastro c’è ancora moltissimo da fare. A Porto Rico 1 milione di persone non dispone ancora di acqua corrente, mentre l’80% della rete elettrica è ancora fuori uso, lasciando 3 milioni di persone senza energia. Scarseggiano generi di prima necessità, alimentari, carburante e parti dell’isola restano ancora isolate, senza possibilità di ricevere soccorsi adeguati. Anche la situazione sulle Isole Vergini resta molto grave, ma percepita differentemente a causa di una copertura mediatica nettamente inferiore. Una delle poche cose che sembra “funzionare” a pieno regime in entrambi i territori è invece il crimine. A Porto Rico le disastrose condizioni di vita non solo hanno spinto la popolazione a commettere furti e saccheggi per necessità, ma anche per profitto. Abitazioni, negozi, centri commerciali e stazioni di servizio sono stati presi d’assalto, rendendo necessaria l’imposizione del coprifuoco. Molti ricorrono a guardie private, ma chi non se le può permettere, provvede personalmente barricando e presidiando i propri beni ed attività. I 13.000 poliziotti dell’isola, pur con rinforzi dal continente, stanno affrontando turni sempre più estenuanti, mentre i criminali si approfittano spavaldamente del clima di anarchia: manca l’illuminazione, gli allarmi e sistemi telefonici sono fuori uso e la polizia non può essere onnipresente. Nella circoscrizione di Río Piedras (San Juan) ad esempio, dei 60 agenti in servizio per ogni turno, si arriva ora a malapena a 25. Così, dal passaggio di Maria ci sono stati furti, aggressioni ed almeno 34 omicidi. Sull’isola scarseggia perfino il denaro. Molti istituti bancari sono ancora chiusi o a corto di contanti, così come gli ATM. Questo anche se a Porto Rico la moneta non scarseggia, anzi si trova ben immagazzinata nelle apposite strutture governative. Quello che manca sono agenti di sicurezza privata per trasferirla. Tutte le guardie infatti risultano impegnate in altre attività più incalzanti. Il livello del crimine era già alto da metà degli anni 2000 ed un debito pubblico da 74 miliardi di dollari, un tasso di povertà del 45% e migliaia di disoccupati non hanno di certo contribuito alla stabilità. Alla polizia sono sempre state destinate poche risorse ed equipaggiamenti superati. Più di 4.000 agenti si sono congedati negli ultimi anni e, a causa della crisi economica, mancano reclute fresche, almeno a breve termine. Dopo una drastica riduzione degli omicidi a partire dal 2012, grazie a programmi anticrimine in collaborazione con l’FBI, nel 2016 il loro numero è aumentato del 14,5%: da 592 del 2015 a 678 (comunque ben lontani dai 1.164 del 2011). Un incremento dovuto principalmente al traffico di droga, spiega José Luis Caldero, sovrintendente di polizia. L’inferno caraibico Anche nelle Isole Vergini americane l’ordine pubblico è ancora molto precario. A peggiorare le cose l’infelice provvedimento del governatore, Kenneth Mapp che, il 4 settembre, prima dell’arrivo di Irma, aveva ordinato alla Guardia Nazionale di “sequestrare armi, munizioni, esplosivi, materiale incendiario ed altri oggetti che potrebbero esser necessari alle Forze Armate e di Pubblica Sicurezza per le operazioni d’emergenza”. Senza la deterrenza della polizia, né tantomeno quella di cittadini armati, la popolazione si difende con sistemi ed armi di fortuna, in balia di criminali ed orde di disperati che vagano alla ricerca di cibo e mezzi di sussistenza: “sembra di essere in The Walking Dead”. Pure in questo territorio il crimine era molto elevato ancor prima degli uragani. Secondo l’FBI infatti, le isole Vergini hanno il più alto tasso di omicidi pro capite nel Paese. Un tasso cresciuto del 10% tra il 2014 e 2015, arrivando a 32,9 omicidi per 100.000 abitanti, seguito dai 24,1 del Distretto di Columbia e dai 19,3 di Porto Rico (l’Italia 0,78 nel 2015). Nelle altre Isole circostanti le condizioni sono addirittura peggiori. Sam Branson, figlio del miliardario Richard, rimasto sull’isola di proprietà della famiglia nelle Isole Vergini Britanniche, ha raccontato di un deterioramento della sicurezza, con evasioni di massa e bande di detenuti armati che imperversano ovunque. Da qualche anno, i vertici di polizia lamentavano già la mancanza di personale a causa di fondi insufficienti, richiedendo un maggior impiego e collaborazione con compagnie di sicurezza private. Sull’isola di Saint Martin, parte del Commonwealth dei Paesi Bassi e della Francia, bande di sciacalli razziano hotel e negozi. Il primo ministro olandese, Marke Rutte ha definito la situazione un “serio problema” ed ha inviato truppe per assistere nei soccorsi e riportare l’ordine. Arrivano i contractors Il ritardo e la scarsa incisività dei soccorsi governativi ha reso necessario l’intervento dei contractors. La Academi — ex Blackwater, ex Xe ed ora parte del gruppo Constelli’s— ha ricevuto diverse richieste per l’invio di propri uomini: da Croce Rossa, Governo locale e federale. Paul Donahue, direttore di Constelli’s ha dichiarato “siamo stati invitati a presentare un’offerta per la fornitura di servizi di sicurezza — armata e non — ad approvvigionamenti di acqua e carburante, ma non abbiamo ricevuto ancora un riscontro. Le due maggiori priorità che ci sono state segnalate sono la protezione delle scorte di carburante (per stazioni di servizio e generatori necessari al funzionamento delle attività) e di supporto umanitario quali la distribuzione di acqua potabile.” Una volta accettate le offerte, Academi potrà intervenire con i propri contractors come sta già facendo a Dominica e Saint Martin. L’americana Whitestone Group, con un annuncio sul proprio sito, ricerca per conto della FEMA — la protezione civile americana — dei “professionisti, esperti della sicurezza, armati e non, per operazioni di soccorso con dispiegamento immediato a Porto Rico”. Il compenso previsto è di ~ 2.600 dollari a settimana (16-30/ora), oltre diaria e vitto e alloggio. Le mansioni indicate, con turnazioni da 12 ore, possono variare dal pattugliamento a piedi o motorizzato di determinate aree alla sicurezza statica, controllo di accessi ed ingressi, gestione del traffico, controllo della folla ecc. Questa società, già contraente del Dipartimento della Difesa, dell’Interno ed altre agenzie, ottenne i primi contratti federali con l’uragano Katrina. A richieste di chiarimenti sul contratto, il direttore della FEMA di Puerto Rico non ha saputo rispondere, se non affermando che esiste una precisa necessità di compagnie di sicurezza privata sull’isola. Un annuncio simile è stato pubblicato anche dal colosso britannico, G4S in cui si ricercano almeno 200 operatori armati per l’emergenza a Porto Rico; turni ed incarichi sono pressoché identici a quelli della Whitestone. Si offrono paghe competitive, fino a 44 ore di straordinari a settimana, vitto e alloggio ed una diaria fino a 32 dollari al giorno. Oltre a skills prettamente militari o di law enforcement, uno dei requisiti è il saper interagire “cordialmente e diplomaticamente con il pubblico”. Anche la DynCorp è stata interpellata. L’11 ottobre il Comando appalti dell’esercito di Rock Island, attraverso un ordine di modifica del contratto logistico LOGACAP IV, l’ha incaricata di allestire e gestire campi base per la Guardia Nazionale, FEMA ed altre agenzie impegnate nei soccorsi. Il primo, per 1.000 uomini, presso Aguadilla (costa occidentale di Porto Rico); il secondo, da 1.500 uomini, presso la ex base di Roosevelt Roads, nella parte orientale dell’isola. A questi se ne aggiungerà un terzo, a Ponce (costa meridionale). Tale ordine di modifica ha un valore approssimativo di 75 milioni di dollari ed una durata di 90 giorni. La Tiger Swan invece, attraverso un apposito team, si è dedicata alla ricerca di persone che, a causa del caos e dell’interruzione delle telecomunicazioni, risultano/vano irreperibili. Procedendo di porta in porta, con generalità ed indirizzi forniti da parenti e committenti, la società della Nord Carolina è riuscita ad individuare 100 persone in due settimane e, in alcuni casi, anche a fornire generatori di corrente, acqua, ed assistenza medica. Le solite polemiche Nel frattempo sono già iniziate le polemiche anche sui contractors. Per le strade di San Juan ci sono uomini in mimetica, senza mostrine, con elmetti e maschere, pistola nel cosciale e, soprattutto, armi lunghe: fucili a pompa o d’assalto. Tali tipologie di armi potrebbero esser illegali poiché richiedono specifiche licenze governative. Secondo il Puerto Rico Weapons Act, infatti solo membri di forze armate e pubblica sicurezza possono portarle. Le compagnie di sicurezza privata, invece possono farlo solo in caso di scorta a furgoni porta valori, previa specifica licenza, sostiene Adalberto Mercado, vice presidente della società di sicurezza Ranger American; diversamente sono concesse solo armi corte. In realtà, contractors equipaggiati con armi lunghe erano già stati avvistati ad aprile, nientepopodimeno che nel Campidoglio quando, nel mezzo di un’intensa protesta per le misure di austerity adottate dal Governo, un’operatrice della Genesis Security, società incaricata della sicurezza fino al 30 giugno con un contratto da 140.000,dollari è stata ripresa nel perimetro dell’assemblea legislativa con un’arma lunga. Alle immediate proteste dell’opposizione sull’illegalità di tali dotazioni, ha fatto seguito un’accesa disquisizione sulla classificazione dell’arma: se la mancanza di uno specifico calcio — e quindi la sua lunghezza complessiva — potesse farla ricadere in una tipologia d’arma corta o lunga. Quella di questi uomini armati non identificati parrebbe una situazione non molto diversa da quella dei misteriosi “uomini verdi” di Crimea, apparsi nel marzo 2014. Tuttavia, quelli di Porto Rico sarebbero solo alcune guardie private assunte dai commercianti per tutelare attività e proprietà, colmando quel vuoto di sicurezza lasciato dagli agenti di polizia. Alle richieste di chiarimento di una popolazione turbata, questi uomini rispondono — con un certo nervosismo — di esser al servizio del Governo, nell’ambito di una missione umanitaria e che il volto coperto serve ad evitare ritorsioni. Essi potrebbero anche essere poliziotti a cui è concesso di operare per società di sicurezza privata quando sono fuori servizio. Scetticismo e preoccupazione sono esternati anche da politici e forze dell’ordine stesse, per i quali il dispiegamento di questi uomini in caso di calamità naturali “è atipico visto che Porto Rico è territorio statunitense” ed “i contractors sono solitamente ingaggiati per zone calde del Medio Oriente dove vi è il rischio di attacchi terroristici”. Sull’ingresso di società di sicurezza americane a Porto Rico, Mercado di Ranger American afferma che loro stessi ed altre realtà locali hanno ricevuto in appalto la sicurezza di alcuni loro clienti. Per quanto riguarda la presenza diretta, le società americane non sarebbero molte e di loro si conosce poco, se non che sono effettivamente impegnate nella protezione di società multinazionali delle telecomunicazioni e catene alberghiere. Nonostante la “concorrenza straniera”, Ranger American, così come le altre società di sicurezza locali stanno assumendo e lavorando molto dopo l’uragano, sia per i privati che per il Governo locale e federale. Quello della sicurezza è un settore tradizionalmente importante a Porto Rico, principalmente in mano ai privati. Un mercato in crescita Gli alti tassi di criminalità hanno da sempre spinto i cittadini più benestanti a barricarsi in comunità residenziali private, delimitate da mura con filo spinato, sistemi d’allarme e guardie private armate ai cancelli. Sebbene il controllo degli accessi di questi veri e propri compound sia diventato legale nel 1987, la diffusione di queste comunità e delle compagnie di sicurezza privata ha visto un surge senza precedenti a fine 1992, quando caddero ulteriori restrizioni. Da inizio 1993 su giornali e riviste apparvero così decine e decine d’inserzioni pubblicitarie di società che offrivano servizi di sicurezza. La Wackenut PR, fondata a Puerto Rico nel 1958 e oggi parte di G4S, ebbe un 40% di aumento del fatturato per la vendita di telecamere e sistemi antifurto dal 1991 al 1992, tramutando, come riferito da Manuel Calas, manager della società “[…] ciò che per qualcuno è una disgrazia, […] in un fiorente business.” Nell’ambito di una vera e propria guerra al crimine – ribattezzata “La Mano Dura contra el Crimen” – il governatore Pedro Rosselló incentivò le compagnie di sicurezza privata ed iniziative dei singoli cittadini. Nel 2004 si stimava che le compagnie di sicurezza privata dessero lavoro a 60.000 uomini – circa tre volte il numero delle forze dell’ordine: 21.000 poliziotti e 4.750 agenti di polizia municipale – con una spesa annua di 844 milioni di dollari, tra stipendi ed equipaggiamento. Il giornalista Gerardo Cordero, su El Nuevo Dia, parlava dell’apertura di almeno due compagnie di sicurezza privata al mese. Attualmente, il settore della sicurezza privata a Porto Rico impiega circa 40.000 persone che garantiscono un servizio essenziale per la stabilità dell’isola. Nonostante ciò il Governo ha mantenuto invariata — fino a pochi mesi fa, almeno — la legge di riferimento che risaliva al 1965. Non solo, nel corso degli anni sono stati adottati provvedimenti fiscali ed inasprimenti dei regolamenti che hanno — a detta di qualcuno — danneggiato il settore. Ad aprile la Camera dei Deputati ha approvato alcuni emendamenti, richiedendo maggior trasparenza nella concessione delle autorizzazioni ed una maggior tutela della popolazione. L’obbligo di rinnovo delle licenze è stato portato a due anni, ma a cadenza annuale è stata introdotta la presentazione di un certificato di buona condotta. L’intenzione è quella di creare un database che includa ogni guardia o detective privato. Permane comunque un alto numero di società abusive, contratti irregolari e sfruttamento degli operatori. Dati relativi al 2010 infatti parlavano di 300 società nel Paese, di cui solo il 10% completamente in regola con le prescrizioni di legge e ben 30.000 guardie senza licenza. Anche nel resto dei Caraibi la sicurezza privata ha vissuto un’inarrestabile espansione negli ultimi vent’anni che lascia presagire una costanza od addirittura un ulteriore incremento nel prossimo futuro. I tassi del crimine, così come il vuoto di potere e la sfiducia generata dalle istituzioni hanno portato le guardie private a superare in numero le forze di polizia, praticamente in ogni Paese delle regione. Sebbene molti agenti di polizia nutrano del risentimento nei confronti delle loro controparti private a causa degli stipendi e condizioni di lavoro nettamente inferiori, altri le vedono invece come opportunità di lavoro, specialmente dove è concesso di prestarvi servizio nel tempo libero. I mercati nazionali e locali sono caratterizzati dalla presenza di grandi società nazionali e multinazionali da una parte e società di piccole e medie dimensioni dall’altra. La domanda di servizi di sicurezza privata è generata da una gamma di clienti diversi che spaziano dalle grandi società, banche, singoli cittadini e perfino entità statali. Legislazioni specifiche per il controllo delle compagnie private sono state adottate da molti Paesi della regione, focalizzandosi sulle procedure di autorizzazione e requisiti, tutela dei diritti umani, adozione di codici di condotta, ma dedicando tuttavia poca enfasi alla supervisione di società ed operatori. Una particolarità del panorama caraibico è il grandissimo numero di compagnie di sicurezza private ivi registrate, in particolare nelle Isole Vergini britanniche dove società britanniche — Erinys — e perfino russe — una collegata di RSB-Group, sono state costituite od incorporate per potersi avvantaggiare di leggi e regolamenti più permissivi, tipici di questi paradisi fiscali. L’affare dei soccorsi post disastro Sebbene il Disaster Relief sembri una delle ultime evoluzioni del business delle Private Military & Security Companies — e per certi versi lo è — il primo episodio che le vede protagoniste potrebbe risalire addirittura al Grande Incendio di Chicago del 1871, quando la società di sicurezza privata Pinkerton, la più antica degli Stati Uniti, si occupò di mantenere l’ordine pubblico fino all’arrivo dell’esercito, ben due giorni dopo. Da allora si sono quasi sempre dimostrate incompetenza e tardività di Washington in caso di calamità naturali, rispetto all’azione di singoli cittadini o società private, più o meno specifiche. Ciò proprio a causa dell’imprevedibilità e rapidità delle calamità naturali a cui, invece di una goffa e lenta risposta della burocrazia statale, meglio si addice flessibilità e celerità di piccoli gruppi indipendenti – come la Cajun Navy –avvantaggiati anche da una maggior consapevolezza del contesto e precisione delle informazioni. Nel caso di Porto Rico e Isole Vergini, l’inadeguatezza della risposta si è dovuta ad una macchina dei soccorsi limitata dalla burocrazia ed impreparata ad una situazione che, già critica in precedenza, ha colpito le isole nella loro interezza. Ciò dovrà far ripensare alle autorità il proprio approccio. Anche per l’uragano Harvey le cose non sono andate poi tanto meglio. Russell L. Honore, tenente generale in congedo e coordinatore dei soccorsi per l’uragano Katrina, ha definito i soccorsi come “roba da dilettanti” e che avrebbero dovuto esser gestiti dai vertici nazionali, in maniera coordinata invece che lasciarli nelle mani di oberate autorità locali. Dopo la tragedia di New Orleans, i militari hanno elaborato un piano di emergenza federale focalizzato sul supporto alle autorità statali in caso di calamità, ma nessuno pare averlo adottato. Attualmente esistono infatti ancora una cinquantina di differenti dottrine e soluzioni statali su come condurre determinate operazioni e procedure di soccorso, quando invece tutto dovrebbe esser univocamente armonizzato. Per ovvie ragioni di possibilità economiche e strumentali, lo Stato si è sempre rivelato il principale fornitore di soccorsi in caso di calamità naturali. Oggi, tuttavia, grazie alla diffusione della tecnologia e alla maggior presenza di attori economicamente forti, anche questo “monopolio” statuale, come quello della difesa, è oggetto di un’erosione più o meno forte. Se consideriamo il successo avuto dalla Walmart – catena di negozi al dettaglio – nell’ambito dei soccorsi per Katrina, riuscendo a distribuire cibo, acqua ed altri generi di prima necessità a migliaia di persone, grazie alla propria infrastruttura logistica di magazzini, veicoli e personale, figuriamoci dove possono arrivare società appositamente create, addestrate ed equipaggiate. Missioni umanitarie per le PSC Già in passato la Blackwater aveva allestito una nave per condurre operazioni antipirateria e di soccorso. Tale Nave, la M/V MacArthur, poteva imbarcare fino a 35 soccorritori o contractors armati. Era equipaggiata con le migliori strumentazioni e sistemi di comunicazione, era dotata di un ospedale di bordo con due posti letto, poteva trasportare generi alimentari, medicinali, carburante ed altri rifornimenti con un’autonomia in mare di circa 45 giorni. Era dotata di una piattaforma per l’atterraggio di elicotteri e poteva trasportare fino a 3 piccole imbarcazioni. Poteva altresì fornire riparo temporaneo ad oltre 100 sfollati. Durante l’uragano Katrina, gli uomini di Blackwater sono stati i primi ad intervenire, ancora prima che ci fosse un contratto e con addirittura giorni d’anticipo rispetto ai soccorritori governativi. Dopo solo 36 ore, gli uomini di Prince sul posto erano già più di 100, distribuendo tonnellate di generi vari, allestendo tendopoli e salvando ben 121 persone. Con i propri elicotteri hanno fornito servizi di soccorso, trasporto e logistica ed allo stesso tempo schierato uomini armati per riportare l’ordine e contrastare lo sciacallaggio. I contractors, tanto criticati per l’equipaggiamento alquanto vistoso — fucili d’assalto, pistole, giberne piene di caricatori ecc — si sono trovati ad operare in una situazione che il generale di brigata Gary Jones, della Guardia Nazionale della Louisiana, ha descritto come una “piccola Somalia” e che stava riunendo centinaia di uomini armati per “pacificare New Orleans e riportarla sotto controllo”. Oltre alla Blackwater, che con un contratto da 75 milioni con il Dipartimento dell’Homeland Security ha fatto ruotare in città 1.600 contractors in un anno, altre società hanno partecipato a progetti di supporto e ricostruzione per oltre $100 miliardi. Tra di esse Armour Group International (inglobata da G4S nel 2008), Instictive Shooting International, AKE Group, Bechtel, Fluor, Halliburton, e CH2M. Nel 2010, in occasione del devastante terremoto di Haiti, i contractors sono nuovamente intervenuti. Pochi giorni dopo il sisma, le stesse compagnie di sicurezza private che operavano in Iraq e Afghanistan si sono recate sull’isola. La International Peace Operations Association (IPOA), associazione di categoria ha creato un sito web per potenziali clienti, elencando società pronte ad offrire servizi ed equipaggiamenti ad Haiti: squadre di ricerca e soccorso, medici ed infermieri, medicinali e generi alimentari, moduli abitativi e tende da campo, personale per la ricostruzione e rimozione macerie, esperti di telecomunicazioni, veicoli terrestri ed aerei, trasporti e logistica, ecc. Ad esempio Triple Canopy (oggi parte di Constelli’s assieme ad Academi) ed HART Security Come si può evincere dalla fama o siti internet di queste società, Disaster Relief fa rima con Relief with Teeth (soccorso coi denti). Quest’ espressione non fa riferimento solo ad operazioni di peacekeeping o di peace-enforcement private, ma anche a tutta una serie di procedure ed operazioni di protezione del personale di soccorso e ricostruzione impegnato in determinati contesti a rischio. In ambienti anarchici creati dagli uragani o più cronici, come quelli tipici del continente africano, i soccorritori sono spesso vittime di attacchi e violenze di criminali comuni o gruppi terroristici; è necessario pertanto che qualcuno garantisca la loro attività ed incolumità, anche con le armi se necessario. In occasione dell’uragano Harvey, l’ISIS ha incitato jihadisti e lupi solitari americani a colpire i centri di soccorso per gli sfollati. Secondo le autorità si è trattato più di un’esortazione che di un vero e proprio ordine operativo, tuttavia l’Homeland Security in Florida ha ordinato la massima allerta. Nel luglio 2016 l’ufficio dell’FBI di San Juan, Porto Rico ha dichiarato che un gruppo affiliato al Califfato stava preparando attacchi sull’isola. Questa minaccia si è rivelata, per ora almeno, infondata. Tuttavia i Caraibi (Porto Rico e Isole Vergini in primis) hanno sempre rappresentato la porta di servizio degli Stati Uniti per centinaia di traffici illegali quali droga, armi ed immigrazione. Con il caos registrato negli aeroporti ed i turni a cui sono stati sottoposti gli uomini della TSA in queste settimane, controllando manualmente le persone mentre raggi x e body scanners erano fuori uso, la possibilità che qualcosa sia sfuggito è aumentata esponenzialmente. Il generale Kelly, capo del Comando Meridionale degli Stati Uniti (SOUTHCOM) stimava che 100 estremisti provenienti dai Caraibi avevano tentato di arruolarsi nel Califfato nel 2015; numero cresciuto a 150 nel 2016. La possibilità di attacchi od infiltrazioni jihadiste non è perciò poi così remota. L’attività dei contractors è stata ampiamente accompagnata da scandali ed abusi, veri o presunti, anche in ambito Disaster Relief. Durante l’uragano Katrina, l’attuale vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence era direttore di un comitato conservatore che ha cercato di far adottare all’amministrazione Bush tutta una serie di provvedimenti in favore dei contractors: sospensione dell’obbligo del minimo salariale, conversione delle aree colpite in zone a totale libertà d’impresa, rimozione di regolamenti ambientali restrittivi che ostacolavano la ricostruzione ecc. Non sono mancate poi sovrafatturazioni, sprechi ed opere incompiute — v. campo base da $5,2 milioni per la FEMA, presso la parrocchia di Saint Bernad. Inoltre, i poveri e la gente di colore sono stati vittime di discriminazioni: trattati come criminali, nonostante sia poi stato dimostrato che “le voci più allarmanti di stupri, rapine e violenze di massa erano poco più che invenzioni o suggestioni provocate dalla paura.” Per quanto riguarda Porto Rico, la concessione di contratti per la ricostruzione a compagnie inesperte, senza personale o capacità necessarie ad assolverne gli obblighi contrattuali sta iniziando a sollevare un polverone. La Whitefish Energy Holdings, società del Montana con due anni di vita e solo due dipendenti al passaggio di Maria, si è vista cancellare un contratto da $300 milioni per irregolarità nelle gare d’appalto e nel contratto stesso. Invece, la Cobra Acquisitions LLC, altra società con meno di un anno di vita e a cui è stato affidato un contratto da $200 milioni, ha attirato l’attenzione degli inquirenti per torbidi rapporti con la PREPA (autorità per l’energia elettrica di Porto Rico) e cattiva gestione. Questo, considerando che anche i curricula della altre società — meramente di sicurezza — coinvolte nei soccorsi a Porto Rico, non sono costellati solamente di esperienze positive. La G4S aveva fatto una pessima figura nel 2012 quando, a pochi giorni dalla cerimonia di aperture delle Olimpiadi di Londra, non era riuscita a fornire le 10.000 guardie private previste dal contratto, obbligando l’Esercito britannico a schierare 1.200 uomini in tutta fretta. La DynCorp invece, già al centro di scandali di prostituzione minorile e traffico di esseri umani in Bosnia, sarebbe coinvolta anche in operazioni paramilitari sull’isola, più volte denunciate da organizzazioni rivoluzionarie di sinistra. Secondo la vedova di Filiberto Ojeda Ríos, comandante dell’Esercito Popolare Boricua Macheteros che lottava per l’indipendenza di Porto Rico, la società sarebbe implicata nella morte di suo marito, avvenuta il 23 settembre 2005. Durante l’attacco dell’FBI alla baracca in cui si era asserragliato, avrebbero preso parte anche “mercenari” di DynCorp. La stessa società di cui, secondo un articolo di Jesús Dávila del 2007, il Governo di Porto Rico era uno dei principali investitori, attraverso una consociata locale — Dyn Puerto Rico Corp —che, invece di gestire una struttura per la riparazione di elicotteri al confine con la Repubblica Dominicana, supportava in realtà l’impegno americano in Iraq ed Afghanistan, inviandovi materiale e uomini. La Blackwater, invece è stata addirittura accusata di arresti arbitrari ed esecuzioni extragiudiziali di massa, ben prima della strage di Nisoor Square, Bagdad in cui morirono 17 civili inermi. Sebbene molti abusi siano stati dimostrati e, sciaguratamente, pochi perseguiti legalmente, tanti altri sono frutto di pregiudizi e sensazionalismo derivanti da uno scomodo ed errato accostamento con la figura del “mercenario”. L’amministrazione Trump, attraverso 15 alti funzionari legati al mondo dei contractors, è di certo orientata al supporto di queste società private. Tale fenomeno, chiamato revolving door, non è una novità. La novità sta nel fatto che i funzionari, per la prima volta ricoprono ruoli fondamentali nell’allocazione dei fondi. Il disastro di New Orleans è frutto delle decisioni dell’attuale vicepresidente degli Stati Uniti e dell’Heritage Foundation, il think tank di estrema destra a cui Trump ha esternalizzato gran parte della pianificazione del budget della sua amministrazione. Oggi, con questi personaggi al potere, si può ben immaginare come questa privatizzazione del Disaster Relief possa trovare ampia applicazione su scala nazionale. Tuttavia, l’importanza dei contractors nelle operazioni di soccorso e ricostruzione è incalcolabile. Rapidità e flessibilità, personale altamente qualificato, mezzi ed equipaggiamenti tra i più avanzati che il mercato possa offrire, possono fare veramente la differenza. E se per molti le calamità naturali rappresentano ormai ghiotte opportunità di profitto; molti altri potranno aver salva la vita, proprio grazie a questa brama. Foto: Twitter/GSPC, Reuters, AFP, Periodismo Investigativo, FEMA e Air National Guard Preso da: http://ift.tt/2zH9nP5
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Nel mare magnum delle nuove idee d’impresa ne ho scoperta una che è proprio d’oro, durante il recente business meeting di BeMyCompany al PTP di Lodi. Sì certo è una soluzione di valore imprenditoriale di sicuro interesse per potenziali clienti e per investitori, ma quando uso il termine oro mi riferisco proprio al mitico metallo giallo che fin dall’antichità è stato simbolo di valore e di ricchezza.
Oggi, su iniziativa di GoldCare Italy, l’oro diventa l’elemento centrale di un modello di business che riporta il concetto di “dare valore al risparmio per proteggere il futuro” sul millenario metallo giallo. Per capirne di più ho intervistato Stefano Molinelli, socio e responsabile commerciale di GoldCare Italy Srl, e Monica Guglielmi che di questo progetto sono i promotori.
Come nasce questa idea di business?
L’oro è un elemento fisico millenario e da sempre il bene di rifugio per eccellenza, abbiamo pensato di aggiungergli un metodo, garantirgli sicurezza e una serie servizi, per fare in modo che tutti possano proteggere i propri risparmi e i propri capitali in modo legale, certificato e del tutto autonomo dal consueto sistema bancario. Parole d’ordine sono: educazione finanziaria e libertà economica. La nostra vision-business è fare in modo che tutti gli italiani abbiano da parte un po’ di oro da investimento in un deposito di proprietà e non solo prodotti statali – bancari – assicurativi – postali come forme di accantonamento e protezione. La nostra mission-business non è comprare per vendere, ma è vendere per proteggere. Questo è per noi dare valore al risparmio e proteggere il futuro.
Ma l’andamento del valore dell’oro negli ultimi 10 – 20 anni com’è stato? Non risente delle congiunture sfavorevoli che hanno investito tutti gli altri ambiti dell’economia?
No, nel modo più assoluto. Anzi è vero il contrario: più il sistema finanziario è sotto stress più l’oro – in valore assoluto – guadagna. Il potere d’acquisto dell’oro, come tutte le commodities (dal petrolio a tutte le materie prime, preziosi compresi) contrasta l’inflazione, e per vedere l’andamento delle quotazioni basta un semplice ricerca in internet.
Per esempio negli ultimi 10 anni che sono stati quelli più difficili per le nostre economie occidentali, com’è andato l’oro?
Negli ultimi 10 anni chi ha investito 100 € del proprio capitale in oro fisico da investimento ha mantenuto dopo 10 anni inalterato e intatto tutto il suo capitale di 100 € senza perdere potere d’acquisto e vi ha aggiunto una performance positiva del +138%.
A quale mercato è rivolto il vostro modello di business?
A tutti. Tutti gli italiani e tutti i cittadini UE. Infatti, con la Legge 7/2000, è stato abolito il monopolio dell’oro e quindi tutti i cittadini europei possono trattare direttamente oro fisico da investimento. Il problema non è come possedere dell’oro. Il problema è semmai dove lo metto? come lo gestisco? Per questo è nata GoldCare Italy: per permettere a chiunque, persona fisica o giuridica, di adottare un metodo e di poter gestire il proprio oro con facilità, trasparenza, sicurezza, a norma di legge, certificato da Banca d’Italia, dove è garantito da contratto il suo riacquisto in ogni momento e per qualsiasi necessità senza penali od obblighi, in totale semplicità e autonomia.
Ma che cos’è esattamente l’oro fisico da investimento?
L’Oro fisico da investimento è solo ed esclusivamente riconosciuto a livello internazionale, in oltre 160 paesi del mondo, come certificato LBMA, 24 carati, purezza 999,99/1000, senza imposta di valore aggiunto (IVA) da un grammo in su. Questo è il tipo di oro monetario che GoldCare Italy tratta. Fornito in blister certificati sotto forma di lingotti da 10gr – 50 gr – 100 gr – 250 gr – 500 gr e da 1000 gr.
Ma se volessi comprarlo come faccio? Ho bisogno di risorse importanti…
Per rendere accessibile a tutti questo mercato abbiamo invertito il consueto paradigma dell’investitore. Con noi chiunque voglia possedere oro può farlo anche senza grandi disponibilità finanziarie immediate. Noi lo abbiamo chiamato Piano di Accumulo in Oro. Nei fatti si tratta di un programma di risparmio con semplici versamenti anche di poche decine di euro, quando vuole e come meglio può, senza obblighi di tempo, senza commissioni e senza penali. Abbiamo reso alla portata di tutti un’opportunità da sempre di nicchia, elitaria e per pochi.
Ma è legale fare transazioni in oro? Servono particolari autorizzazioni che so di Banca d’Italia o BCE?
Sì in Italia tutto è regolato dalla Legge 7/2000 cui ogni operazione di vendita o acquisto di oro fisico da investimento. Il problema semmai è un altro. L’azienda che promuove questo tipo di opportunità, tecnicamente denominata Banco Metalli Certificato, deve sottostare a regole rigidissime per avere l’autorizzazione.
Quali sono queste regole?
Le prime tre quelle fondamentali rispondono ai primi tre requisiti imposti per legge: l’azienda deve essere in Italia, deve avere qui sede + deposito, essere certificata da Banca d’Italia con proprio codice di autorizzazione, una ragione sociale chiara (SpA / Srl / Soc.Coop) e capitale sociale, interamente versato, di 50.000 euro e i soci rappresentanti legali dell’azienda devono godere del valore di onorabilità. Debbono cioè essere persone che non hanno mai avuto a che fare con la giustizia penale o qualsiasi altra attività incorsa in fallimenti per cause fraudolenti. Senza tutti questi requisiti non è possibile operare nel campo dell’Oro da investimento.
Ma non è possibile, come ormai per ogni cosa, acquistare online attraverso internet?
La libera circolazione in internet dell’oro fisico da investimento è fuori-dalla-legge e di conseguenza anche gli acquirenti non sono tutelati dalle norme in essere. Quindi se il cliente non è tutelato neppure il suo oro lo è. Quindi nessuna tutela e protezione.
Come ci si può tutelare?
Voglio dare un semplice consiglio: informarsi. Prima di agire e prendere decisioni in tal senso è sempre meglio chiedere e verificare l’esattezza delle informazioni ricevute. Basta andare sul portale di Banca d’Italia, Promotori Certificati di Metalli Preziosi. Comunque è sempre bene chiedere sempre al Promotore il tesserino di riconoscimento, sapere dove è tenuto il deposito dell’oro e tutte le certificazioni ad esso connesse, soprattutto quelle assicurative.
Possiamo dire che si va oltre l’investimento in beni rifugio, ma si riporta il valore delle transazioni economiche ad un riferimento naturale ed anche più democratico?
Sì, assolutamente. Anzi possiamo aggiungere che lo abbiamo riportato ad un riferimento di “democrazia e libertà finanziaria” senza che possa perdere di valore. In questo modo si protegge concretamente il futuro dei propri risparmi.
Quando l’idea è oro, nel senso fisico del termine Nel mare magnum delle nuove idee d’impresa ne ho scoperta una che è proprio d’oro, durante il recente business meeting di…
#BeMyCompany#GoldCare Italy#libertà finanziaria#Monica Guglielmi#oro fisico da investimento#risparmio#Stefano Molinelli
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Roma, la movida e la mafia
Roma, la movida e la mafia Ventitré arresti e un sequestro di beni (46 tra bar, ristoranti, pizzerie e sale slot, 262 immobili, 222 rapporti finanziari/bancari, 32 auto e moto, 54 aziende e 24 quote societarie) per un valore di circa 280 milioni di euro, tra Roma, Milano, Salerno, Pescara, L'Aquila e Potenza. E' l'esito di un'operazione congiunta di Carabinieri e Finanza, che hanno smantellato smantellato due organizzazioni mafiose che stavano consolidando un vero e proprio impero sul territorio della Capitale. Associazione per delinquere finalizzate all'estorsione, all'usura, al riciclaggio, all'impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, oltre al fraudolento trasferimento di beni o valori, sono i reati ipotizzati a carico degli appartenenti ai due gruppi. Tra i beni sequestrati rientrano anche gli storici bar 'Mizzica!' di via di Catanzaro e di Piazza Acilia, acquisiti di recente dal gruppo riconducibile a Gaetano Vitagliano, il locale 'Macao' di via del Gazometro, frequentato dai vip della movida romana, e la nota catena di bar 'Babylon Cafe', dalla quale l'indagine prende il nome. Le mani degli 'Scissionisti' sulla Capitale Vitagliano è considerato personaggio di spicco del narcotraffico internazionale, con 'fatturati' da capogiro, contiguo al clan camorrista degli Amato-Pagano, denominato degli "Scissionisti", operante a Nord di Napoli. La sua figura "imprenditoriale" emerge a partire dal 2011, in concomitanza con la sua scarcerazione dalla prigione di Rebibbia, dove era detenuto per traffico internazionale di droga tra l'Olanda e l'Italia. Da quel momento, lui ha saputo costruire un impero creando attorno a sé un'articolata organizzazione criminale dedita al riciclaggio e al consequenziale reimpiego dei proventi illeciti. L'altra organizzazione criminale, capeggiata da Giuseppe Cellamare, è invece legata al gruppo Vitagliano attraverso l'imprenditore Andrea Scanzani, ed è risultata attiva nella commissione di gravi delitti contro il patrimonio, realizzati a Monterotondo, tra i quali estorsioni ed usure realizzate con il metodo mafioso, e nel successivo impiego dei proventi illeciti in bar e sale giochi, intestati a prestanome. La nuova vita (criminosa) del pentito Cellamare Cellamare, negli anni '90 elemento di spicco della 'Sacra Corona Unita', divenuto collaboratore di giustizia, venne trasferito sotto protezione nel Comune di Monterotondo, dove negli ultimi anni ha ricostituito un sodalizio criminale, mutuando le modalità tipicamente mafiose utilizzate in Puglia ed adattandole al contesto territoriale dell'hinterland romano. L'organizzazione capeggiata da Callamare si è imposta nel comune di Monterotondo, avvalendosi della condizione di assoggettamento derivante dalla propria "fama criminale", ripetutamente affermatasi con atti di violenza compiuti dai membri del sodalizio al fine di recuperare i crediti delle estorsioni e delle usure. Oltre ai destinatari della misura cautelare, risultano indagati a piede libero altri 26 soggetti, tra i quali un notaio, tre commercialisti e altri dipendenti infedeli di banca. "Il ruolo dei professionisti in queste associazioni per delinquere era importante e consisteva principalmente nella creazione di società finalizzate a schermare i proventi e i beni ricavati in modo illecito", ha spiegato in conferenza stampa il procuratore aggiunto di Roma, Michele Prestipino.
Ventitré arresti e un sequestro di beni (46 tra bar, ristoranti, pizzerie e sale slot, 262 immobili, 222 rapporti finanziari/bancari, 32 auto e moto, 54 aziende e 24 quote societarie) per un valore di circa 280 milioni di euro, tra Roma, Milano, Salerno, Pescara, L’Aquila e Potenza. E’ l’esito di un’operazione congiunta di Carabinieri e Finanza, che hanno smantellato smantellato due…
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ASCOLI PICENO – È stato celebrato oggi ad Ascoli Piceno, presso la nuova sede del Comando Provinciale di Palazzo Catenacci, il 243° anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza.
La cerimonia, svoltasi in una cornice di sobrietà alla presenza del Comandante Provinciale – Col. Massimo Patrizio Paoluzi – e degli Ufficiali delle province di Ascoli Piceno e di Fermo, ha avuto inizio con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica e dell’Ordine del giorno del Comandante Generale del Corpo – Generale di Corpo d’Armata Giorgio T0schi – ed è culminata con la consegna delle ricompense di carattere morale ai militari che si sono particolarmente distinti in importanti operazioni di servizio.
Il Col. Massimo Patrizio Paoluzi ha quindi tracciato il bilancio dell’attività condotta nei primi cinque mesi dell’anno 2017, nel solco delle linee d’azione strategiche centralmente stabilite, volte, in particolare, a rafforzare l’azione di contrasto alle fenomenologie illecite più gravi ed insidiose e ad incrementare contestualmente sempre più la qualità degli interventi ispettivi soprattutto sul versante dell’aggressione ai patrimoni frutto di attività illecite.
In particolare, nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale sono state concluse 37 verifiche e 50 controlli nel settore delle imposte sui redditi e dell’IVA, che hanno determinato la denuncia all’Autorità Giudiziaria di n. 32 soggetti in relazione alle diversificate violazioni di carattere penale contemplate dalla normativa tributaria, per un recupero a tassazione di materia imponibile pari a circa 68 milioni di euro.
Inoltre nel comparto del sommerso da lavoro sono stati scoperti 6 lavoratori in nero e verbalizzati 4 datori di lavoro per utilizzo di manodopera in nero, mentre nel settore di controllo economico del territorio sono stati effettuati:
1.041 controlli in materia di rilascio dello scontrino e ricevuta fiscale
26 controlli nei confronti di esercizi che pur in possesso di apparecchi radio-televisivi non avevano ottemperato al pagamento del canone RAI
381 controlli sulla circolazione delle merci e dei prodotti sottoposti ad accise
43 controlli in itinere finalizzati ad accertare l’effettiva capacità contributiva, attraverso la raccolta di dati ed elementi idonei a sviluppare mirati interventi ispettivi.
Nel comparto delle attività a tutela del monopolio del gioco e delle scommesse sono stati effettuati 2 interventi e verbalizzate 6 persone
Per quanto riguarda il comparto del contrasto al finanziamento al terrorismo sono stati effettuati 33 controlli nei confronti di esercizi cd. Money transfer nei quali sono state identificate 64 persone con la denuncia a piede libero di 5 persone.
Sul fronte delle Prestazioni Sociali Agevolate sono stati effettuati 23 interventi di cui 6 irregolari
Per quanto riguarda l’attività inerente al “Mercato dei capitali“, sono stati eseguiti 11 interventi che hanno comportato la denuncia all’Autorità Giudiziaria di 17 persone così distinti:
Riciclaggio
7 interventi con la denuncia a piede libero di 4 persone in relazione ad un sequestro di euro 2.000;
Reati fallimentari
3 interventi per un valore distrattivo di beni accertato di euro 3.041.725 e òa denuncia di 12 persone.
Reati bancari
1 intervento con la denuncia a piede di 1 persona.
Nel settore della Sicurezza di circolazione dell’euro e degli altri mezzi di pagamento sono stati effettuati nr. 8 interventi con la denuncia a piede libero di 3 persone, l’arresto di 1 persona e il sequestro di euro 14.710.
Le attività di servizio intraprese nell’ambito del contrasto ai traffici illeciti delle sostanze stupefacenti hanno determinato il sequestro di 760 grammi di stupefacenti (284 gr. di cocaina, 303 gr. di hashish e di marijuana e 121 gr. di eroina), la verbalizzazione di 63 persone, delle quali 6 in stato di arresto, 9 denunciate a piede libero e 38 segnalate alle Autorità Prefettizie.
Sempre di stringente attualità poi l’impegno dei Reparti dipendenti del Comando Provinciale dedicato alle attività di contrasto alla contraffazione, ai prodotti non sicuri e al commercio abusivo, che ha portato al sequestro di 58.874 articoli vari con la conseguente denuncia di 13 persone.
In questo senso non possono non evidenziarsi i molteplici effetti negativi provocati dalla fenomenologia in parola in termini di danni per le imprese legali e per lo Stato e di pericolo per il consumatore finale connesso alla sicurezza intrinseca dei prodotti.
Un deciso impulso è stato inoltre conferito alla particolare e sempre più attuale fenomenologia del gioco d’azzardo ed irregolare, con l’esecuzione di specifiche attività di controllo nei confronti di soggetti che gestiscono esercizi di apparecchi e congegni da divertimento e intrattenimento.
Da ultimo, ma non per ultimo, è doveroso rimarcare l’impegno profuso da tutto il personale del Comando Provinciale di Ascoli Piceno, e dei Reparti dipendenti, nell’immediato soccorso alle popolazioni terremotate in occasione del sisma che ha purtroppo coinvolto in maniera significativa l’entroterra ascolano e fermano a partire dal mese di agosto 2016. In particolare, dall’inizio degli eventi sismici il Comando Provinciale ha disposto l’impiego di 54 finanzieri a supporto nei Centri di Coordinamento Soccorsi a disposizione della Protezione Civile e 141 finanzieri per un totale di 784 pattuglie impegnate in servizi di “Antisciacallaggio”, tuttora attivi, al fine di prevenzione ed eventuale repressione di furti nelle abitazioni rese inagibili dal terremoto.
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