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TRGTKLS - GOLD
Il sito web https://trgtkls.org/ è una piattaforma blog che fornisce informazioni su vari argomenti. È specializzato in aree come "Blog" e "Webmaster" e interagisce con un ampio pubblico di lettori. Mira inoltre a offrire ai visitatori una prospettiva diversa fornendo contenuti informativi sull'"Italia".
I post del blog su questa piattaforma coprono una varietà di argomenti. Vengono offerti contenuti informativi e aggiornati in settori quali tecnologia, e-commerce, marketing digitale e web design. Gli articoli nella categoria blog sono organizzati in base agli interessi degli utenti e scritti in un linguaggio comprensibile a tutti.
L'argomento "Webmaster" è uno dei focus principali del sito. Il webmastering affronta molte aree legate alla gestione, allo sviluppo e al miglioramento dei siti web. Questo sito aiuta i webmaster a migliorare le proprie competenze fornendo suggerimenti utili, linee guida e risorse. Inoltre, vengono presentati contenuti dettagliati per migliorare le prestazioni dei siti Web, creare strategie SEO e aumentare la consapevolezza sui problemi di sicurezza.
I contenuti presentati sotto il titolo "italia" affrontano vari temi legati a questo Paese. Vengono fornite informazioni su argomenti quali la storia, la cultura, le attrazioni turistiche, il cibo, la lingua e lo stile di vita dell'Italia. Questi contenuti offrono ai visitatori l'opportunità di conoscere meglio l'Italia e incoraggiarli ad esplorare questo Paese.
Di conseguenza, il sito https://trgtkls.org/ fa appello agli interessi degli utenti e mira ad aumentare il loro livello di conoscenza offrendo contenuti ricchi e diversificati su una vasta gamma di argomenti.
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Ch-ch-changes
🌟❤❤Novità
Abbiamo appena lanciato Blaze Pro, una piattaforma pubblicitaria autonoma e indipendente per Tumblr!
La dashboard Blaze unificata dal web ora è tra le app! Assicurati che la tua app sia aggiornata, quindi vai al tuo blog (tocca l'icona del pupazzo di neve in basso a destra) e tocca l'icona della fiamma in alto.
Per evitare confusione con le Community (traduzione in arrivo), le etichette Community sono diventate etichette Contenuti, e le Linee guida della Community sono diventate le Linee guida utente.
Inoltre, la categoria Community del modulo di assistenza è stata riassegnata alle Community. Usala se hai domande, dubbi, commenti o segnalazioni di bug riguardanti le Community.
Abbiamo aggiunto le notifiche push per gli inviti alle Community alle nostre app da mobile! Quando qualcuno che ha le notifiche push abilitate nell'ultima versione dell'app viene invitato a una Community, ora riceverà una notifica push invece di un messaggio da Tumblrbot.
Abbiamo aggiunto la dicitura "Questo annuncio ha l'audio in riproduzione automatica" alle motivazioni disponibili quando si segnala un annuncio.
🛠 Correzioni
L'aggiornamento dell'app per Android che consente di bloccare gli annunci con l'audio in riproduzione automatica è in fase di rilascio, quindi aggiorna l'app non appena sarà disponibile anche per te!
Puoi nuovamente navigare tra le immagini di un photoset dalla lightbox quando visualizzi direttamente una pagina del blog, come ad esempio staff.tumblr.com.
Lunedì, per un breve periodo, i post in coda e quelli programmati non sono stati pubblicati. Il problema è stato risolto e tutti i messaggi che avrebbero dovuto essere pubblicati sono ora live. Se non è così, controlla le bozze!
🚧 In corso
Niente da segnalare, al momento.
🌱 In arrivo
Nessun lancio da annunciare, oggi.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile!
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un’occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
Vuoi supportare Tumblr con una donazione diretta? Scopri il nuovo badge Sostenitore in TumblrMart!
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Le foto di Letizia Battaglia, che ne raccontano l’impegno e l’arte attraverso i temi e i soggetti che ha immortalato, ora parleranno a chiunque voglia connettersi online sul portale promosso dall’Archivio Letizia Battaglia.
Da tempo, l’Archivio ha avviato un lavoro di sistemazione e digitalizzazione del materiale fotografico per favorirne la consultazione, con l’obiettivo di divulgare vita, lotte e scatti di Letizia Battaglia. Un progetto ancora in fase embrionale che già si rivela nella nuova piattaforma approntata sul web, introdotta da un autoritratto della fotografa allo specchio, la Leica impugnata con confidenza e l’immancabile sigaretta tra le mani.
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The website "Press releases" is an online platform for press releases in Italy. From the URL and the content displayed on the homepage, it appears to place a strong emphasis on visuals and allows individuals, companies, or online PR organizations to publish and distribute their press releases online. The website is designed to provide a platform for businesses and individuals to share news and announcements with a wide audience, including journalists, media, and the general public. Potentially, the website serves as a hub for the dissemination of information and the generation of advertising for various sectors such as technology, finance, health, and more. The presence of various categories and search functions on the website, along with the use of the Italian language, suggest a flexible and user-friendly uti Overall, "Comunicati-stampa-online.it/" appears to be a website rich in resources for those looking to share news, press releases, and announcements in Italy, providing a platform to reach a wider audience and potentially gain media coverage.
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X CHIUDE L'ATTIVITÀ IN BRASILE DOPO LE RICHIESTE DI CENSURA DEL MINISTRO DEL STF ALEXANDRE DE MORAES
Ieri sera, Alexandre de Moraes ha minacciato di arresto il nostro rappresentante legale in Brasile qualora non rispettiamo i suoi ordini di censura. Lo ha fatto con un'ordinanza segreta, che condividiamo qui per esporre le sue azioni.
Sebbene i nostri numerosi ricorsi alla Corte Suprema non siano stati ascoltati, il pubblico brasiliano non sia stato informato di queste ordinanze e il nostro personale brasiliano non abbia alcuna responsabilità o controllo sul blocco dei contenuti sulla nostra piattaforma, Moraes ha scelto di minacciare il nostro personale in Brasile piuttosto che rispettare la legge o il giusto processo.
Di conseguenza, per proteggere la sicurezza del nostro personale, abbiamo preso la decisione di chiudere la nostra attività in Brasile, con effetto immediato.
Il servizio X rimane disponibile per il popolo brasiliano.
Siamo profondamente rattristati di essere stati costretti a prendere questa decisione. La responsabilità è esclusivamente di Alexandre de Moraes.
Le sue azioni sono incompatibili con un governo democratico. Il popolo brasiliano ha una scelta da fare: la democrazia, o Alexandre de Moraes.
Fonte: Global Government Affairs, divisione legale di X
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Ora andate e toglietevi dal c@zzo! 👋🏻😂
Il fu Twitter, che come sapete ora si chiama X, ha annunciato un cambiamento voluto da Elon Musk: diventerà una piattaforma per contenuti porno.
Questo non vuol dire che ci sarà SOLO porno, ma che ospiterà ANCHE tutti quei creator che vogliono produrre porno.
Con i dovuti limiti per minorenni, eccetera, ma com'era prevedibile Musk deve recuperare i 44 miliardi che ci ha investito. E qual è il metodo migliore per fare in fretta i soldi sul web?
Molti sono sconvolti da questo cambiamento, si ricordano ancora del Twitter degli inizi, il social celeste, così puro e innocente, tanto caruccio, diverso dagli altri. Che cavolo è successo a 'sta creatura, si chiedono?
In realtà il percorso di Twitter è del tutto comprensibile se consideriamo la sua età.
Twitter, o X, è una piattaforma che ha appena compiuto 18 anni, è del 2006.
Dopo la classica infanzia da Generazione Z tutta social e smartphone, ha avuto un'adolescenza burrascosa e una crisi di identità.
Prima stava insieme a un bravo ragazzo romanticone con gli occhioni blu, che piaceva tanto ai suoi genitori e aveva tanti sogni e progetti pucciosi, ma non ci sapeva fare con i soldi, così alla fine l'ha mollato, per mettersi con il truzzone ricco con lo yacht.
E insomma adesso Twitter, la nostra bambina dolce, finalmente è diventata grande, è maggiorenne, ha tutta la vita davanti, e può realizzare il sogno della sua generazione: troieggiare e fare i soldi facili con il porno online.
Dio
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🇬🇧 La piattaforma video Rumble potrebbe correre il rischio di "essere chiusa" nel Regno Unito in base alle leggi sulla "sicurezza online" recentemente approvate, perché si rifiuta di censurare le idee diverse, come ad esempio no vax o chi nega la narrazione del cambiamento climatico come antropologico. (Fonte: Sun)
È sempre più urgente il disaccoppiamento.
🟥 Segui Giubbe Rosse
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Giuseppe Masala
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Quel manipolo di "rossi" che soffoca Wikipedia
Chi propone voci storiche contrarie alla vulgata di sinistra è sbattuto fuori senza troppe cerimonie: alla faccia della conclamata neutralità
Catalogare il mondo e metterlo a disposizione dell'umanità, ecco il sogno che Diderot e gli Illuministi volevano realizzare con l'Encyclopédie, un progetto che avrebbe messo in seria discussione il sapere e le autorità tradizionali
Quasi tre secoli dopo, sono le Enciclopedie a capitolare di fronte ad una nuova sfida, altrettanto ambiziosa e ancora più rivoluzionaria, che affida la catalogazione e la diffusione della conoscenza non più a una ristretta élite di dotti intellettuali, ma a una vasta massa di volonterosi dilettanti. Stiamo ovviamente parlando di Wikipedia, l'enciclopedia virtuale in cui si è imbattuto chiunque abbia un minimo di familiarità con Internet. Più simile alla Biblioteca di Babele immaginata da Borges che alla Enciclopedia Treccani elaborata da Gentile, Wikipedia è una delle poche realtà efficienti e gratuite che da oltre un decennio sono un saldo punto di riferimento nel caotico mare magnum della Rete, che ha inghiottito corazzate che sembravano inaffondabili come Second Life o Myspace e progetti simili come l'enciclopedia multimediale della Microsoft Encarta o quella lanciata da Google chiamata Knol e totalmente dimenticata.
Concepita nel 2001 da Jimmy Wales, un utopista smanettone appassionato di Ayn Rand, e da uno scettico dottorando in filosofia all'Università dell'Ohio, Larry Sanger, Wikipedia prende il nome da un termine hawaiano, wiki, che significa veloce; sin dall'inizio si offre come piattaforma di contenuti prodotti e curati da chiunque ne avesse accettato le regole fondamentali, conosciute come i Cinque Pilastri: niente ricerche originali, punto di vista neutrale, verificabilità delle fonti, e due comandamenti che riecheggiano quelli di Steve Jobs: be bold, ovvero «sii audace», e «ignora tutte le regole». In questo caso, la differenza sta nel fine, che non è, come per Apple, il profitto mascherato da raffinatezza, ma la catalogazione e la diffusione di tutto lo scibile umano senza scopo di lucro.
Il successo è immediato, e supera ogni rosea previsione: aperta a tutti e con la neutralità dell'informazione come requisito fondante, Wikipedia si diffonde a macchia d'olio, diventando la prima enciclopedia al mondo per mole di informazioni e lettori, mentre progetti di ben altre ambizioni e solidità innalzano bandiera bianca, come l'Encyclopedia Britannica, che nel 2012 ha rinunciato alla versione cartacea, o la nostra Treccani, che ha addirittura abdicato al suo ruolo guida, rimandando i suoi lettori online ad alcune voci di Wikipedia. Oggi, la libera enciclopedia del web è pubblicata in 285 lingue, comprese quelle morte come il latino, o artificiali come l'esperanto e il klingoniano, noto solo agli aficionados di Star Trek. La sola versione in lingua inglese, se stampata, oggi occuperebbe 2000 volumi come quelli di un'enciclopedia classica, con un indice superiore ai quattro milioni di voci, quasi tutte attendibili, grazie al lavoro costante dei collaboratori e degli amministratori, volontari eletti dalla comunità e preposti al controllo delle singole voci.
Alla storia di questo progetto è dedicato un brillante saggio: Wikipedia, di Emanuele Mastrangelo ed Enrico Petrucci, edito da Bietti (pagg. 394, euro 16). Oltre a descrivere accuratamente la storia di Wikipedia, il libro getta qualche ombra sugli amministratori della versione in italiano, che, invece di essere gelosi custodi della neutralità del sapere, sono zelanti vestali del politicamente corretto.
Come ha provato sulla propria pelle uno degli autori, chi non si conforma alla vulgata resistenziale, anche se è un ricercatore laborioso e affidabile, viene inesorabilmente espulso dalla comunità dei collaboratori italiani. Un piccolo ma agguerrito manipolo di amministratori fa catenaccio contro le forze oscure della reazione in agguato, vigilando contro la pubblicazione di versioni che possano anche lontanamente mettere in dubbio l'egemonia culturale della sinistra, vedi le voci sull'Attentato di via Rasella (derubricato a Fatti di via Rasella), per non parlare della Guerra civile in Italia 1943-45, realtà inconcepibile per chi conosce soltanto la gloriosa ribellione del popolo italiano contro la sanguinaria tirannide.
I gendarmi della memoria agiscono come la psicopolizia descritta da Orwell in 1984, impegnata a riscrivere la storia; ma i nostalgici degli Anni Settanta, che, per fortuna, sopravvivono quasi solo su Internet, non sono gli unici colpevoli, dato che sarebbe facile impegnarsi a contrastarli con successo, come dimostrano i due autori. Purtroppo, anche in Rete, come sui grandi giornali e nelle televisioni nazionali, la cultura, se non è allineata, non interessa quasi a nessuno: è talmente noiosa�.
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nostr: il futuro dei social network
Per chi non lo conoscesse, nostr è una piattaforma stile Twitter che, però, rivoluziona il mondo dei social. Infatti, la caratteristica che lo rende unico è di essere assolutamente decentralizzato e incensurabile. Il meccanismo è simile a quello della blockchain: ci sono dei nodi (i server nostr), che chiunque può aprire, e dei client per connettersi. Quando scriviamo un messaggio, questo viene inviato ai vari server che lo distribuiscono. In questo modo, anziché esserci un'entità centrale che può censurare a suo piacimento, visto che il messaggio verrà distribuito su più server, per censurarlo bisognerebbe controllarli tutti! Essendo nato proprio per garantire la totale libertà di pensiero e di espressione, sarà impossibile per qualsiasi entità controllare l'interezza della rete. Esattamente come Bitcoin.
Sempre seguendo l'esempio di Bitcoin sull'utilizzo della crittografia, il nostro account è fornito di una chiave privata con cui possiamo accedere e di una chiave pubblica che permette di farci seguire dagli altri.
Per semplificare lo scambio di contatti, visto che la chiave pubblica è una lunga stringa alfanumerica impossibile da ricordarsi, esiste la possibilità di creare un indirizzo NIP-05, simile ad un indirizzo email, che possiamo condividere facilmente. Il mio è [email protected]
Le analogie con Bitcoin non finiscono qui! Infatti, grazie alla possibilità di collegare un indirizzo Lightning Network, il NIP-05 può essere usato anche per ricevere invoice LN.
Il progetto è ancora allo stadio iniziale, le interfacce sono ancora piuttosto pesanti e complesse ma, comunque, facilmente usabili dopo una prima configurazione. Sicuramente in futuro ci saranno notevoli sviluppi e miglioramenti, come ad esempio una app per Android (per iOS esiste già), ma già da ora è possibile usare la web-app salvando la pagina sulla home del telefono. Quindi, tutto sommato, è anche più comodo dello scaricare un'altra applicazione che riempie la memoria...
Che dirvi, se non invitarvi ad essere fra i precursori di una nuova era di libertà digitale?
Il video qui sotto è un ottimo tutorial che spiega passo passo tutto ciò che c'è da sapere e da fare.
See you on nostr!
youtube
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Contattare etoro: Ecco come contattare l'assistenza di eToro
Per contattare il supporto clienti di eToro, puoi utilizzare il loro numero di telefono, l’indirizzo email o la funzione di chat dal vivo presente sul loro sito web. eToro è una piattaforma di trading online leader a livello mondiale, con milioni di utenti attivi in tutto il mondo. Offre una vasta gamma di strumenti e funzionalità per il trading di criptovalute, azioni, materie prime e altro…
View On WordPress
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La prima versione fu pubblicata il 27 maggio 2003 dallo sviluppatore statunitense Matt Mullenwege dal collega inglese Mike Little come fork di b2/cafelog, un sistema di blogging che sembrava abbandonato dal 2002.
Il nome WordPress fu suggerito da Christine Selleck Tremoulet (amica di Mullenweg). All’epoca nessuno di loro aveva osato immaginare che sarebbe diventata quella che oggi è la piattaforma di riferimento del 43% dei siti web.
“Sarebbe bello avere la flessibilità di MovableType, il parsing di TextPattern e “l’hackability” di b2″ scriveva Matt Mullenweg nel 2003, senza immaginare che la versione iniziale avrebbe richiesto 3 mesi e poi altri 20 anni di aggiornamenti continui e costanti.
Gli sviluppatori di WordPress sono stati capaci ma anche fortunati per tutta una serie di eventi che hanno man mano reso possibile fare emergere la piattaforma. Tra questi ricordiamo il cambio di licenza di Movable Type (software per la pubblicazione e gestione dei contenuti di blog), lo stagnare del CMS Textpattern, e i ritardi nello sviluppo di CMS-concorrenti quali Drupal e Joomla. […]
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Chiuso il più grande sito web di credenziali rubate del dark web
Colpo al «mercato nero» delle password rubate: chiusa la piattaforma Genesis Market. Sequestri di server e attrezzature in Europa e Usa, 37 perquisizioni in Italia. Fermato un «giro d’affari» di 2 milioni di identità virtuali sottratte. Operazione internazionale di polizia contro la piattaforma Genesis Market, uno dei più grandi mercati neri virtuali del mondo, dedicato la vendita di credenziali rubate: 16 Paesi coinvolti e 37 perquisizioni solo in Italia, dove si è mossa la Polizia postale L’operazione è stata condotta dall’Fbi e dalla polizia olandese, coordinata da Europol ed Eurojust e diretta, per il territorio italiano, dalla procura della Repubblica di Roma. Genesis Market, specializzata nella vendita di credenziali di accesso e dati rubati, con un giro di affari di oltre 2 milioni di identità virtuali sottratte, è stata disattivata, con sequestri, eseguiti in tutta Europa, dei server sui quali poggiava l’infrastruttura informatica. In Italia, risultano coinvolte migliaia di credenziali, individuate dagli specialisti del Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della Polizia postale sotto la direzione della procura di Roma ed afferenti sia a spazi informatici della vita privata di comuni cittadini (email, social network, account di e-commerce, ecc.), sia password in grado di garantire l’accesso illecito a spazi informatici istituzionali della pubblica amministrazione, nonché a spazi appartenenti a banche e grandi imprese nazionali, erogatrici di servizi pubblici essenziali.
37 perquisizioni in Italia
Sul solo territorio italiano, sono stati emessi dalla procura 37 decreti di perquisizione personale, locale ed informatica, che il Cnaipic ed i Centri operativi per la sicurezza cibernetica di Campania Basilicata e Molise, Lazio, Lombardia, Puglia, Emilia Romagna, Calabria, Veneto, Sicilia Occidentale, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, Trentino-Alto Adige ed Umbria, hanno eseguito nei confronti di altrettanti clienti della piattaforma, i quali avevano acquistato nel corso del tempo migliaia di credenziali di accesso. Tra gli indagati figurano sia persone già note alle forze dell’ordine che incensurati. Le perquisizioni hanno condotto al sequestro di diversi dispositivi informatici, l’analisi dei quali consentirà ora agli investigatori di comprendere con esattezza quale sia stato l’utilizzo, da parte degli indagati delle credenziali illecite acquistate, e che tipo di informazioni riservate - ed a quale livello di segretezza - siano state compromesse. Nuova allerta cybercrime e' Wiper, spinta con guerra Read the full article
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Nella più recente app per iOS, Attività ora mostra una interazione con un follower, se esiste, ed elimina le nuove voci quando si passa altrove.
Nella più recente app per iOS, la tavolozza di colori predefinita ora è abbinata alla modalità chiara o scura di iOS quando si accede o ci si registra.
Ora è possibile cambiare la scheda predefinita della dashboard scegliendo “Seguiti” o “Per te” passando alle impostazioni di configurazione della scheda della dashboard (si trovano nella barra della scheda) e bloccando l’opzione scelta. Questa funzione è disponibile per tutti gli utenti su web e coloro che usano la versione 31.9+ dell’app iOS o la versione 31.8+ dell’app Android. Impostando la scheda predefinita su una qualsiasi piattaforma aggiornerà le altre piattaforme al successivo caricamento.
Sul web, nei blog di gruppo in cui è abilitata l’opzione “Mostra ritratti autori” ora appare il ritratto dell’autore nell’intestazione del post e nell’avatar del blog di gruppo. Funzionava già così per gli avatar mobili di grandi dimensioni, ma ora l’opzione è stata estesa anche dove usiamo gli avatar più piccoli nelle impostazioni.
Abbiamo apportato qualche modifica visiva al selettore del blog per immettere la risposta, così è più intuitivo capire che è possibile fare clic per selezionare blog diversi da quello principale.
🛠 Correzioni
Abbiamo riscontrato alcuni casi in cui i tag filtrati non impedivano ad alcuni post di apparire. L’errore è stato corretto e i tag filtrati ora funzionano su tutti i post.
Abbiamo corretto alcuni errori grafici nella ricerca di audio mentre si scrive o si modifica un post sul web.
Abbiamo migliorato il rapporto di contrasto per il pulsante Chiudi quando si visualizza un blog o un post in un popup sul sito. Prima usava i colori del tema del blog, ora lo abbiamo aggiornato affinché mostri un contrasto migliore quando un blog usa una combinazione di colori a basso contrasto.
Abbiamo corretto alcuni errori grafici in Safari che causavano uno sfarfallio delle frecce sinistra e destra nei caroselli dei consigli di blog e tag quando ci si passa sopra con il mouse.
🚧 In corso
Siamo al corrente di un problema che impedisce l’elaborazione dei rimborsi in alcuni casi. La risoluzione è una priorità assoluta. Se hai richiesto un rimborso ma l’accredito non compare nell’estratto conto entro 10 giorni, contatta il Supporto!
Siamo al corrente di un problema nell’app per iOS in cui il lightbox non carica la versione più grande dell’immagine. Stiamo lavorando a una risoluzione.
Siamo al corrente di un problema molto raro che può rendere inutilizzabili le conversazioni di messaggistica dirette se un blog inavvertitamente blocca e poi sblocca l’altro partecipante alla conversazione. Sbloccando l’altro blog, la conversazione dovrebbe funzionare di nuovo. Se ti è capitato, contatta il Supporto e ti aiuteremo a correggere manualmente il problema nella conversazione!
🌱 In arrivo
Niente da segnalare, questa volta.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile!
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un'occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
Vuoi supportare Tumblr con una donazione diretta? Scopri il nuovo badge Sostenitore in TumblrMart!
#aggiornamenti tumblr
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L’aria frizzante profumata di sale dell’estate era diventata bagnata odorante di terra, il sole al tramonto non si nascondeva più oltre Licata, aveva ripreso a tuffarsi nel mare e questi erano i segni che l’autunno stava iniziando a Gela, dove ancora nel 2014 risiedevo e lavoravo. Un’amica conoscendo la mia passione per la fotografia mi parlò di Instagram, dicendomi che era un’app che permetteva alle persone di condividere foto con una breve didascalia, sulla quale anche artisti e fotografi condividevano i loro lavori. L’applicazione era gratuita, bastava scaricarla, registrarsi creando un account e subito si potevano condividere foto, seguire altri user ed essere seguiti da follower.
Instagram è un social media, un servizio di rete sociale basato sulla condivisione di immagini, foto e video, creato nel 2010 e di proprietà di Meta e quindi di Mark Zuckerberg, dal 2012. Il nome deriva dall’unione dei termini Instant Camera e Telegram perché quando fu creata, i suoi sviluppatori la concepirono per consentire la condivisione di foto istantanee accompagnate da un breve testo, che potevano essere catturate dalla fotocamera del proprio cellulare, all’inizio solo per iPhone, e che potevano essere condivise subito in rete. Dalla sua nascita Instagram ha avuto una crescita ogni anno sempre maggiore in termini di numero di utenti e di sviluppo di interfaccia, desing e funzionalità, ma è rimasta sempre un’applicazione scaricabile gratuitamente.
Chiunque si occupi per passione o per lavoro di fotografia, o di immagini e grafica digitali, sa quanta memoria occupino sui propri supporti questi dati; e sa anche quanti giga si consumino nella condivisione di queste immagini, per cui senza voler essere maliziosi, viene da chiedersi come possa una piattaforma fornire gratuitamente, a milioni di utenti, uno spazio infinito di archiviazione di dati senza guadagnarci nulla. Persino un account di posta elettronica gratuito pone un limite di archiviazione di dati, superato il quale è necessario pagare il servizio, mentre invece, un social media offre a milioni di persone, la possibilità di archiviare le fotografie e i video di tutta una vita, senza chiedere in cambio niente.
Niente è gratuito, ogni volta che prendiamo qualcosa gratis la ripaghiamo in perdita di freschezza o di qualità del prodotto ma soprattutto in sicurezza per noi stessi.
Il termine account, letteralmente ‘conto’, o esteso user account ‘conto utente’, è preso dal linguaggio bancario e indica un conto corrente. Un conto bancario è generalmente nominale, infatti diamo il nostro documento d’identità per aprirne uno, ci consente di accedere a determinati servizi, ma cosa più importante ci consente di mantenere in sicurezza le nostre risorse economiche, se vogliamo ciò che ci permette di mantenerci, i nostri averi.
In informatica, un account è un utente registrato ed identificato presso un sito web, che ha la possibilità di usufruire dei servizi messi a disposizione dal sito. Il sistema informatico è in grado di riconoscere l’identità del titolare di un account, ne memorizza i dati e conserva informazioni ad esso attribuite, utilizzando questi dati e queste informazioni per generare un profilo utente associato all’account e permettergli così, di usufruire dei suoi servizi. Pensando al nostro account su Instagram, l’app conserva le nostre memorie fotografiche e i nostri video, il luogo, il giorno e l’ora in cui le abbiamo scattate e condivise, anche se i due momenti di cattura e condivisione possono non coincidere conserva tutti i dati; il nostro profilo permette all’app e agli altri di identificarci e questo ci consente di continuare a condividere le nostre immagini e i nostri video, per farci conoscere o fare conoscere le nostre opere, i nostri prodotti, le nostre abitudini, i nostri animali domestici, i nostri figli, le nostre figlie, i nostri amici, i posti che visitiamo viaggiando, ma anche informazioni come il nostro bar preferito, il nostro libro preferito, l’interno della nostra abitazione, il nostro volto.
È davvero un ‘conto corrente’ nel quale stiamo depositando il nostro tesoro più caro: la nostra vita e la nostra privacy. Ma questo ‘conto corrente’ non è nostro, appartiene all’applicazione che per funzionare correttamente deve anche avere il permesso di accedere alla nostra fotocamera, alla nostra galleria e ai nostri contatti. Instagram conserva i nostri dati e apprende informazioni su di noi e sul nostro comportamento attraverso l’utilizzo che facciamo non solo del servizio, perché autorizziamo il suo accesso a dati che non riguardano il servizio, riguardano la nostra privacy, apprende rastrellando dati anche quando non utlizziamo l’applicazione. Inoltre, attraverso una procedura gamificata ci addestra a condividere sempre di più e in maniera sempre più personalizzata le nostre vite, ci addestra a non poter più fare a meno di avere un account su Instagram, uno su Facebook, uno su WhatsApp, eccetera, eccetera.
È il caso di chiederselo: abbiamo un account su Instagram o siamo noi il ‘conto corrente’?
Quando nel 2014 anche io ho scaricato l’applicazione sul mio cellulare creando un mio personale account, non conoscevo niente di tutto questo, tanto che avevo creato il mio profilo con il mio nome, il mio cognome e persino la mia foto. Pensavo che si trattasse di un social che promuoveva davvero una libera condivisione, solo dopo molto tempo mi accorsi che nella piattaforma nulla era libero, ogni azione degli utenti veniva manipolata e veicolata secondo la logica della prestazione, mirando ad aumentare sempre di più il tempo di permenenza degli utenti stessi sulla piattaforma e in rete, aumentando così la loro condivisione di dati e metadati, e aumentando di conseguenza la qualità e la quantità d’informazioni su di noi, e i nostri comportamenti, che il sistema informatico poteva acquisire, conservare e utilizzare per gestire il nostro profilo.
Instagram era semplice da usare, la sua procedura era facile da apprendere, una volta creato il tuo profilo, potevi caricare dalla tua galleria una foto, o scattarla istantaneamente dal tuo cellulare (al tempo lo smartphone si chiamava cellulare, era ancora solo una cellula dello sviluppo tecnologico, non un telefono intelligente…), potevi aggiungere a piacere filtri, cornici, una breve didascalia, al tempo erano solo 160 caratteri e non c’erano gli emoji o come si chiamarono in principio gli emoticon, infine potevi postarla sul tuo profilo, dove sarebbe rimasta conservata sulla tua galleria personale. Postare una foto significava condividerla con i propri seguaci e, utilizzando gli hashtag, condividerla con chiunque avesse fatto una ricerca seguendo quel tema specifico, per esempio #natura. Adesso cosa sia un hashtag lo sappiamo tutti, ognuno ha un account su diversi social, ma al tempo era qualcosa di nuovo e aveva una funzione specifica, creare contesti e gamificarli, renderli un gioco con il quale attirare sempre più partecipanti.
L’interfaccia di Instagram nel 2014 era semplice, non molto differente da quella attuale, ma più essenziale e minimalista. La barra degli strumenti in basso aveva pochi comandi. Una home che, scorrendo il dito sullo schermo proprio come lo scorrere di una slot-machine, permetteva di vedere le pubblicazioni degli utenti seguiti, una lente d’ingrandimento per fare ricerca digitando uno specifico account o un hashtag, oppure seguire le proposte suggerite dalla piattaforma stessa in base alle tue preferenze, ai tuoi post e ai tuoi contatti. Al centro della barra degli strumenti c’era un simbolo, una croce dentro un quadrato che si utilizzava per caricare l’immagine che si voleva postare, a seguire un cuore, usato per visualizzare i like ricevuti, i follower aggiunti e le attività degli utenti che seguivi. L’ultimo simbolo a forma di omino con testa rotonda e una mezza circonferenza per busto, permetteva di accedere al proprio profilo, alla propria galleria. Non esistevano i messaggi diretti, non esistevano ancora i collage e le storie o le dirette, si poteva postare solo una foto per volta e la si poteva condividere solo nel formato 1:1, quello della fotocamera dei primi iPhone.
A quel tempo l’account ufficiale di Instagram ogni venerdì lanciava un contest, una call, un gioco a tema, gli instagramer erano chiamati a partecipare condividendo foto che avessero per tema quello scelto da Instagram e a condividerle con l’hashtag creato e suggerito dalla piattaforma. Avevano tempo fino al lunedì successivo, quando Instagram avrebbe postato nel corso della giornata, le foto dei cinque fotografi prescelti per aver rappresentato meglio il tema della competizione.
I vincitori guadagnavano solo la menzione e una quantità impressionante di follower, nessun guadagno economico o materiale era previsto. Il modello di gioco promosso da Instagram presto generò un moltiplicarsi di account tematici che pubblicavano, dandogli visibilità, le foto di account inerenti al loro tema o che postavano usando l’hashtag da loro creato. Lo si poteva fare con qualsiasi tema: tramonti sul mare, paesaggi innevati, il tuo gatto, la tua colazione, interni da sogno, hicking, si potevano creare infiniti contesti per invogliare gli utenti a condividere sempre di più, a seguire costantemente le attività sul social, a partecipare commentando, cliccando, ripostando.
Gli istagramer volevano vincere, essere menzionati, vedere la loro foto pubblicata, avere tanti follower. Iniziarono a nascere gli storytellers e tanti corsi per insegnare a tutti come avere successo su Instagram, che di solito avevano tra questi consigli quello di pubblicare costantemente, di essere sempre presenti. Nacquero app che permettevano di monitorare i propri miglioramenti sul social, alcuni acquistavano pacchetti di follower e tutti, proprio tutti volevano diventare virali. Arrivarono infine gli influencer che suggerivano a tutti cosa fare, come e quando farlo per raggiungere il successo che avevano raggiunto loro stessi con i propri post virali. Il primo consiglio degli influencer fu quello di metterci la faccia. I selfie divennero virali.
Chissà cosa penserebbe di queste metafore Susan Sontag se fosse viva oggi…
Non mi azzardo ad ipotizzarlo, certo è che il gioco a cui giochiamo senza rendercene conto, ha un obiettivo molto strano, quello di farci diventare virali, e una probabilità di essere raggiunto pari a quella di vincere la lotteria di Capodanno.
Il successo corrisponde alla fama, alla celebrità, alla ricchezza economica, al potere informatico; le regole del successo le dettano gli pseudoambienti gamificati, per vincere bisogna essere unici, competitivi e vincenti, quello che viene offerto in cambio è un antidoto alla solitudine, all’anonimato, è la sicurezza di esserci.
La paura di scomparire, quella di non essere nessuno, di essere dimenticati hanno a che fare con la paura della morte, sono le paure generate dalle questioni irrisolte di chi vuole percepirsi immortale, non vuole fare i conti con l’angoscia che questa evidenza genera, non vuole dover vivere la propria vita, includendo in essa l’informazione che è a termine e che quando finirà non potremo portare con noi nulla di quello che possediamo adesso, né titoli né tesori.
Come suggeriva Agnese Trocchi la ludicizzazione dei contesti è rassicurante, tende all’infantilizzazione del comportamento, a scoraggiare la facoltà di scegliere, a non sviluppare una riflessione autonoma, ad agire secondo modalità automatizzate e a ci porta a trascorrere molto del nostro tempo guardando uno schermo convinti di stare condividendo qualcosa con i nostri simili.
La paura e la solitudine trovano un piccolo sollievo quando dopo aver postato una foto i nostri seguaci lasciano un commento, ci augurano una buona serata, lasciano una fila di emoji. Commentiamo a nostra volta le foto degli account che seguiamo e mandiamo avanti questa pseudosocialità, fatta di giochi, di chiamate alla competizione, di complimenti, di insulti, di storie d’amore, di amicizie che spariscono così come sono arrivate nel nulla, di micro mondi che imitano e riproducono il mondo reale. Lo facciamo senza rendercene conto, ogni giorno dedichiamo tempo al nostro profilo, alla nostra comunità ma le regole non cambiano e la paura e la solitudine restano proprio lì dove le abbiamo lasciate, prima di metterle in standby giusto il tempo di essere assorbiti dal flusso gamificato del social. Così come aveva suggerito Sontag, strumentalizzare la paura del contagio aveva avuto l’effetto di isolare le persone le une dalle altre, di scoraggiare il contatto e la socialità fatta di incontri e di prossimità, di incoraggiare una salute fisica che fosse più orientata all’estetica dei corpi e al loro apparire su uno schermo televisivo, tanto che la tecnologia ha veramente fornito oggi nuovi e popolari strumenti per stimolare il desiderio, proteggendolo dai rischi e rendendolo il più possibile mentale.
Il desiderio è mentale e anche questo come la paura e la solitudine è stato addestrato.
Roma 19 dicembre 2022 h: 18:48 am – 29 dicembre 2022 h: 1:08 pm
Capitolo 15 Love Gaming - IV Parte
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Al via il remake sotto forma di webcomic del manga Dororo di Osamu Tezuka I primi 21 capitoli di Dororo Re:Verse sono disponibili in Giappone tramite il servizio web manga Piccoma e in Corea del Sud sulla piattaforma kakaopage. Info:--> https://www.gonagaiworld.com/al-via-il-remake-sotto-forma-di-webtoon-del-manga-dororo-di-osamu-tezuka/?feed_id=330553&_unique_id=63abf0580e6a3 #Dororo #DororoReVerse #LeeDoKyung #Manga #MoonlightSculptor #OsamuTezuka #どろろ
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Dopo alcune ore il disservizio non sembra ancora essere stato risolto e sul web si moltiplicano le segnalazioni degli utenti che lamentano l’impossibilità di accedere al proprio conto online con stipendi e pensioni che, al momento, non risultano essere accreditati. Disservizi in corso oggi, 2 dicembre 2024, nel circuito informatico di banca Intesa Sanpaolo: questa mattina migliaia di correntisti hanno aperto l’app, o l’home banking, in cerca dell’accredito della pensione, o dello stipendio, e hanno scoperto che è impossibile accedere al conto corrente. Intesa Sanpaolo ha confermato l’esistenza del problema, affermando che lo risolverà in mattinata. Nell’ultimo mese Intesa Sanpaolo più volte è andata in “down“, causando diversi disagi ai suoi correntisti. Intesa Sanpaolo down: che succede I clienti Intesa Sanpaolo che, questa mattina, stanno provando ad accedere al loro conto non riescono a farlo. L’app, ad esempio, si carica ma spesso è impossibile accedere al proprio conto. Alcuni correntisti, invece, riescono ad entrare nel conto e a visualizzare il saldo, ma non possono fare alcuna operazione. Dall’app, o dal sito dell’home banking, non risultano movimenti recenti. Nemmeno gli accrediti di pensioni e stipendi, che dovrebbero arrivare oggi (lunedì 2 è il primo giorno “bancabile” di dicembre 2024). Intesa Sanpaolo sta lavorando al problema Chi, questa mattina presto, è riuscito a contattare il servizio clienti di Intesa Sanpaoloha ricevuto risposte rassicuranti, ma vage: la banca è al corrente del problema e i tecnici stanno lavorando per risolverlo. Secondo Intesa Sanpaolo tutto tornerà normale entro la mattinata. Intesa Sanpaolo: troppi down negli ultimi giorni Negli ultimi 30 giorni Intesa Sanpaolo ha avuto molte volte problemi: solo a novembre 2024, infatti, si sono contati ben 4 down di grossa entità. Dicembre, purtroppo, non inizia meglio e questo è il quinto giorno di disservizi. Anche per questo, probabilmente, oggi i canali di comunicazione di Intesa Sanpaolosono molto più reattivi rispetto ai precedenti episodi di down della piattaforma informatica. Read the full article
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