#Papà di Piero
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spettriedemoni · 2 years ago
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Nell'anno della scomparsa di Piero Angela, nel Giorno della Memoria, mi piace ricordare il padre Carlo che tanti ebrei salvò dalle persecuzioni naziste.
È utile ricordare questa è altre storie per dimostrare che al male ci si può e ci si deve opporre.
Come disse Giorgio Perlasca perché i giovani sappiano riconoscere il male per poterglisi opporre.
Per ricordare
Tempo fa sentii la storia di questo signore rappresentato in foto
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Si chiamava Carlo Angela era un piemontese e salvò la vita a migliaia di ebrei.
Carlo Angela era un medico attivo durante la seconda guerra mondiale nel paese di San Maurizio Canavese con l'incarico di direttore sanitario di una casa di cura per malattie mentali.
Fu qui che durante l'occupazione tedesca Angela offrì rifugio a numerosi ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificarne il ricovero. Attraverso diagnosi errate e manipolazioni di cartelle cliniche, trasformò ebrei in "ariani" e persone sane in pazienti psichiatrici.
Nella sua opera di soccorso agli ebrei Angela fu aiutato dal suo vice Brun, da madre Tecla e dagli infermieri Fiore De Stefanis, Carlo e Sante Simionato. Fu anche sospettato dalla polizia fascista, convocato e interrogato a Torino rischiando persino la fucilazione.
Ciò che mi ha colpito leggendo la sua storia è che le azioni compiute da Angela rimasero sconosciute per oltre mezzo secolo e vennero alla luce soltanto nel 1995, quando Anna Segre decise di pubblicare il diario del padre Renzo, scritto durante il periodo in cui era scampato ai campi di sterminio, con la moglie Nella, nella clinica gestita dal dottor Angela.
Sulla base delle prove e delle testimonianze raccolte, il 29 agosto 2001 una commissione israeliana ha conferito al professor Angela la Medaglia dei Giusti tra le Nazioni e ha inserito il suo nome nel Giardino dei Giusti a Gerusalemme.
Il riconoscimento è stato ritirato dai figli di Carlo, Sandra e Piero. Quel Piero Angela, il noto giornalista e divulgatore scientifico autore e conduttore di programmi come Quark e Superquark, padre di Alberto conduttore anche lui di programmi RAI come Le Meraviglie, Ulisse il piacere della scoperta eccetera.
Ancora oggi in pochi lo sanno, ricordo per esempio lo stupore di @heresiae quando glielo dissi.
Ecco perché nel Giorno della Memoria appena passato voglio ricordare la sua storia.
Grazie alla pagina Facebook "Le Fotografie che hanno fatto la storia" per aver raccontato questa storia.
Per non dimenticare.
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t-annhauser · 3 months ago
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Siccome ho nostalgia del Lario mi sto leggendo con gusto La spartizione di Piero Chiara, in cui si narra la storia del Primo Archivista Emerenziano Paronzini che con un solo matrimonio guadagna in un sol colpo una moglie e due amanti, tutte e tre sorelle e tutte tre tacitamente d'accordo nello spartirsi il galletto nel pollaio. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi il film di Lattuada con Tognazzi, c'era Milena Vukotic, una delle mogli di Fantozzi, che interpretava la sorella minore, c'era la meravigliosa Francesca Romana Coluzzi, una delle sex symbol della commedia scollacciata anni '70, c'era Angela Goodwin, c'era lo stesso Piero Chiara che interpretava uno della compagnia del baretto e Lattuada che interpretava il Dottor Raggi. A fare la via Reggina sul lago di Como, verso Menaggio, si potevano incontrare le stesse atmosfere del lago Maggiore, le stesse ville ottocentesche che trasudavano una tetra eroticità consumata all'ombra di improbabili palmizi mestamente tropicali.
Prossimamente: La stanza del vescovo e Il pretore di Cuvio.
(fun fact: il papà dell'italo-svizzero Piero Chiara era di Resuttano, Caltanisetta, trasferitosi a Luino per fare il doganiere)
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(Piero Chiara, che fu tra l'altro anche vicepresidente del Partito Liberale Italiano, mi somiglia molto a mio nonno e per questo forse gli sono anche naturalmente affezionato)
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ambreiiigns · 11 months ago
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SCIPPO DI BORSETTA PAPÀ PIERO INSEGNA BENE
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giancarlonicoli · 6 months ago
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13 giu 2024 12:07
DALLE BOTTE CON GINO PAOLI A ADRIANO CELENTANO SCAMBIATO PER UN BAGNINO: LE NOTTI RUGGENTI DELLA “BUSSOLA” – IL FIGLIO MARIO RACCONTA L’EPOPEA DI SERGIO BERNARDINI, L’UOMO CHE INVENTÒ IL LOCALE DELLE FOCETTE IN VERSILIA: "SI DICEVA MINA FOSSE LA SUA AMANTE. RICORDO UNA TELEFONATA DI PAPÀ CHE MI AVVERTÌ: SE IL TG PARLA DI ME SONO TUTTE CAVOLATE" – E POI IL PRIMO LIVE DI DE ANDRE’, PIERO ANGELA E LA TESTATA A UN CONTESTATORE CHE NEL ’68 VOLEVA AGGREDIRLO” – IL DOC+ VIDEO -
Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Non ho mai visto mio padre in costume da bagno», racconta Mario Bernardini mentre è in cerca dei suoi ricordi di bambino. Il fatto, sa bene, è curioso perché suo papà, Sergio Bernardini, è stato un simbolo della Versilia, capace di trasformare uno scampolo di mare piuttosto distante da tutto — specie negli anni Cinquanta — nel centro di ogni cosa, almeno per lo spettacolo.
Questo perché, proprio lì, aveva fatto nascere un locale entrato nella storia: La Bussola. «Mio padre era un visionario — dice —. L’obiettivo della sua vita era stupire il pubblico. Era quasi una mania». Tanto che ora, il documentario in onda il 21 giugno in prima serata su Rai3 a lui dedicato, si intitola La Bussola - Il collezionista di stelle .
(…)
Quando ha capito che suo padre non faceva un lavoro come gli altri?
«Mi rendevo conto che tutti conoscevano La Bussola. Lui voleva colpire il suo pubblico con gli spettacoli più mirabolanti: viaggiava spesso per convincere gli artisti. Un giorno, avrò avuto 10 anni, io e mio fratello lo avevamo accompagnato in aeroporto: doveva andare a Parigi e Londra. Lì, sul momento, ci disse: venite con me».
Il primo concerto organizzato da suo padre alla Bussola fu quello di Carosone.
«Aveva preso il locale che esisteva già da due anni: non funzionava. Carosone era una star. Per convincerlo fece un lungo pressing sulla moglie: le mandava rose tutti i giorni. Carosone suonava a Milano per una settimana e mio padre per una settimana andava a vederlo: si sedeva al tavolo, lo ascoltava e se ne andava. Di giorno mandava i fiori. L’ultima sera, a fine concerto, lo invitò a bere un bicchiere di champagne: parlarono, poi lo fece salire in macchina e lo portò da Milano in Versilia».
Non demordeva, insomma.
«Mai. Gli fece trovare La Bussola illuminata. “Signor Carosone, faremo grandi cose”, gli disse. E la solita frase».
Quale?
«“La cifra non è un problema, la metta lei”».
Quanto fu?
«Allora i cantanti prendevano 60 mila lire a serata. Mio padre ne offrì 190 mila. Il costo di un appartamento di allora. Aveva rotto il mercato».
Da lì, furono tutti successi.
«Sì, ma dal primo all’ultimo spettacolo non ha mai guardato alla cassa. Per lui il godimento era osservare il pubblico e pensare subito dopo a come andare oltre».
Come è riuscito a far arrivare alla Bussola, a Marina di Pietrasanta, così tante star, anche internazionali?
«Louis Armstrong, Aretha Franklin, Paul Anka: tutti passati dalla località Le Focette. Si sentivano tutelati da papà, amava gli artisti. Quando viveva con i genitori, ogni tanto andava a trovarlo Buscaglione e facevano serata suonando...mio nonno usciva di casa col fucile per farli smettere».
Quindi era anche artista?
«Io l’ho sentito solo suonare due note di contrabbasso. Però sì, suonava, anche assieme a Piero Angela».
Come mai scelse di fare il suo locale in Versilia?
«Diceva che la Versilia era la sua Las Vegas. La geografia era una cosa relativa per lui, nato per sbaglio a Parigi: mia nonna era la balia dei figli dei fratelli Lumière. Il suo era un laboratorio dove gli artisti erano liberi di esprimersi, non a caso anche De André si convinse a cantare in pubblico per la prima volta lì. Mina sarebbe diventata grande comunque, ma papà la lanciò».
Il suo ultimo concerto è stato a Bussoladomani.
«La sua storia è legata a doppio filo con quella di mio padre. Si diceva fosse la sua amante. Ricordo una telefonata di papà che mi avvertì: se il tg parla di me sono tutte cavolate. Avevano un rapporto viscerale, ma come amici».
Anche con Celentano.
«Altroché. Per via del suo abbigliamento particolare papà lo aveva scambiato per un bagnino. Aveva dei sandali, una canottiera, pantaloni strappati. Andò da mio padre e gli disse: “Salve, le presento il rock, cioè me stesso”».
Ne è nato un rapporto speciale. Come con Gino Paoli.
«Un fratello per papà. Si sono conosciuti picchiandosi».
Prego?
«Papà si era inventato La Bussola on stage: un tour di artisti nei teatri. A fine serata c’era la passerella ma Gino disse: io non la faccio. Per mio padre era una mancanza di rispetto verso il pubblico e si sono menati. Poi però papà si mise a piangere, dispiaciuto per aver tratto male un artista.Da lì sono diventati fratelli e lo sono stati per tutta la vita».
Anche Renato Zero si è spesso esibito su quel palco.
«Era la regina: ha dedicato a mio padre una lettera, poco dopo la sua morte. Simulava una telefonata con lui».
Tra i momenti più difficili, la contestazione del ‘68 che investì proprio La Bussola.
«Esatto. Era stata mitizzata da chi identificava mio padre come il giullare dei ricchi. Lui che era nato partigiano e che mai aveva ceduto alle lusinghe politiche. La contestazione era stata pesante, ma mio padre era tosto: si era messo fuori, all’esterno, per difendere il suo locale. Diede anche una testata a un contestatore che voleva aggredirlo. Lo incontrammo anni dopo: fu lui a fermare mio padre e a mostrargli la cicatrice, dicendogli che aveva fatto bene».
Rivalità con La Capannina?
«Mai. Ogni tanto ci passava davanti per dire: guarda come è piena. La Capannina era il posto dove gli Agnelli andavano a fare l’aperitivo e sentire qualche orchestra, ma poi si spostavano alla Bussola per ascoltare Chet Baker, o Dario Fo, Gaber, Jannacci. Era come se papà avesse un suo libro di figurine degli artisti e li voleva tutti, ne era affamato».
Nel 1993 Sergio Bernardini è morto in un incidente.
«Aveva 68 anni. A quell’appuntamento sarei dovuto andare io. Diversi suoi amici mi hanno detto che non ce lo vedevano ad invecchiare. Ma rimane sempre qualcosa in sospeso. Anche grazie al documentario di Andrea Soldani, che ha tante testimonianze, sono convinto che se l’è goduta: ha avuto fino alla fine una sua visione da perseguire».
Una frase che le ripeteva?
«“Pancia a terra”. Ho anche ritrovato un biglietto in cui me lo aveva scritto: era certo che impegnandosi, i risultati sarebbero arrivati».
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lamilanomagazine · 9 months ago
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ScrittuRa Festival Ravenna: inizia l'undicesima edizione per la festa della letteratura
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ScrittuRa Festival Ravenna: inizia l'undicesima edizione per la festa della letteratura. Torna per la sua undicesima edizione ScrittuRa Festival, la festa dei libri e dei lettori curata da Matteo Cavezzali, che si svolgerà in dieci comuni della provincia di Ravenna dal 15 aprile al 28 maggio con scrittori di fama nazionale e internazionale coinvolti in incontri con il pubblico e spettacoli, tutti ad ingresso gratuito (fino ad esaurimento posti). Gli appuntamenti attraverseranno diversi percorsi tematici, dalla letteratura alla saggistica, per esplorare aspetti del nostro presente dal cambiamento climatico all'intelligenza artificiale, dalla fascinazione per il male alla "bellezza come salvezza del mondo", come scriveva Dostoevskij. "Undici edizioni di ScrittuRa Festival, – afferma l'assessore alla cultura Fabio Sbaraglia – che hanno segnato anno dopo anno un interesse e affezione del pubblico sempre crescenti, testimoniano la passione e l'impegno che associazione Onnivoro da sempre mette in campo nella sua organizzazione. Un appuntamento ormai fisso che richiama centinaia di persone in un contesto informale e denso di contenuti che nel tempo si sono costantemente arricchiti, allargando le collaborazioni, ma mantenendo sempre forte uno sguardo attento sul presente. Un momento importante di confronto su ciò che caratterizza il nostro tempo, direttamente a contatto con chi tutti i giorni lo racconta e lo indaga attraverso la scrittura". "È un grande piacere poter partecipare a questo progetto – dichiara il sindaco di Faenza, Massimo Isola –. Da anni eravamo al lavoro per trovare una collaborazione con l'evento, diventato punto di riferimento dell'offerta culturale romagnola. A Faenza da anni proponiamo molte manifestazioni culturali e tra queste anche quelle legate alla divulgazione della letteratura attraverso incontri con autori sia nella nostra biblioteca che in tanti altri luoghi della città. Partecipando a questo Festival la nostra città compie un passo avanti ritenendo che l'evento non può che crescere. Sono lieto dei temi che verranno affrontati negli incontri faentini che andranno dal cambiamento climatico ai temi legati alla storia, argomenti di grande attualità e che non mancheranno di proporre riflessioni interessanti". Ad aprire il festival sarà il 15 aprile al teatro Goldoni di Bagnacavallo uno degli autori più letti e amati d'Italia: Antonio Manzini. Il papà del vicequestore Rocco Schiavone sarà sul palco alle 18 assieme a Matteo Cavezzali. Al centro di ScrittuRa come sempre la grande letteratura con la premio Strega Helena Janeczek, Ben Lerner, Francesca Giannone, il cui romanzo "La portalettere" è stato il libro più letto in Italia quest'anno, e ancora Romana Petri, Daniele Mencarelli, Claudia Durastanti, Ilaria Gaspari, Eraldo Baldini, e molti altri. Nei giorni del festival sarà consegnato a Jon Fosse, Premio Nobel per la Letteratura 2023, l'Alloro di Dante di Rinascimento Poetico e del Centro Dantesco. Si parlerà di classici come Kafka raccontato da Mauro Covacich e Baudelaire da Antonio Castronuovo, delle figure femminili dell'Iliade con Marilù Oliva e di miti greci con Matteo Nucci. Sarà al centro anche la storia moderna e contemporanea con i criminali nazisti raccontati da Antonio Iovane, la resistenza e Iris Versari narrati da Nicoletta Verna, il Messico di Pancho Villa con Pino Cacucci e la trafila garibaldina con Roberto Balzani. In questa edizione, a un anno dalla alluvione, saranno al centro anche i temi ambientali con Vincenzo Levizzani, direttore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr, che parlerà di come funzionano le piogge e di cambiamento climatico. Massimo Polidoro invece che ci porterà a conoscere le meraviglie dell'universo e della natura dell'ultima lezione di Piero Angela. Ci saranno inoltre incontri sull'editoria con Giorgio Zanchini di Quante Storie di Rai3 e con "Operazione Bestseller, dietro le quinte di un successo editoriale" con Valentina Notarberardino. Si parlerà anche di temi contemporanei come le "parole" con Vera Gheno, il femminismo con Jennifer Guerra, gli USA alla vigilia delle elezioni con Francesco Costa, dall'Inghilterra arriverà Nello Cristianini, uno dei massimi esperti al mondo di Intelligenza Artificiale. Ci sarà spazio anche per l'ironia con la satira Luca Bottura e Luca Restivo di Radio2. Di arte moderna si parlerà con Jacopo Veneziani, Elena Loewenthal racconterà invece la storia avventurosa dell'ebraico, Giuseppe Plazzi e Alessandro Paolucci parleranno di neurologia, sogno e psichedelia, mentre la filosofa Lucrezia Ercoli terrà un incontro sulla fascinazione del male e del crimine e Luca Sommi sulla bellezza. A ScrittuRa debutterà l'anteprima di "Pop Artusi" uno spettacolo sulla cultura gastronomica italiana con Niccolò Califano, reduce dall'ultima edizione di Masterchef, e Matteo Cavezzali. Infine ci saranno incontri pensati per i ragazzi con grandi autori per giovani e giovanissimi con Gianumberto Accinelli sulla natura, Davide Morosinotto, Lidia Traversi, Alessia Canducci e Veronica Truttero. ScrittuRa Festival è realizzato grazie al contributo della Regione Emilia-Romagna, dei Comuni di Ravenna, Lugo, Faenza, Bagnacavallo, Fusignano e Cotignola e del sostegno di APT e del Centro per il Libro e la Lettura con la sponsorizzazione di Fondazione Cassa di Risparmio e Fondazione del Monte di Lugo, Fondazione Del Monte, Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0 e Faventia Sales. Il programma completo è consultabile su www.scritturafestival.com... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Berlinguer, i figli contro l'Unità: 'Papà non è un brand'
La storica foto di Enrico Berlinguer alla manifestazione del 1984 contro i tagli alla scala mobile, pubblicata allora dall’Unità “l’abbiamo rivista in questi giorni, utilizzata come spot pubblicitario, per promuovere l’uscita in edicola di un nuovo quotidiano che ha assunto un vecchio nome, l’Unità, diretto ora da Piero Sansonetti. Grande è stato il nostro sconcerto e, ancor più, la nostra…
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kritere · 2 years ago
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Uccisa dalla mamma a coltellate, il papà di Chiara Carta: “Non conosco odio, ma voglio giustizia”
DIRETTA TV 1 Marzo 2023 “Non conosco odio, neanche per chi ha commesso questa atrocità, ma attendo giustizia”, così Piero Carta, il papà di Chiara, la 13enne uccisa a coltellate dalla mamma sabato 18 febbraio nell’abitazione di famiglia a Silì, frazione di Oristano. L’uomo ha scritto una lettera ai compagni di scuola della figlia. 0 CONDIVISIONI Chiara Carta e il luogo dell’omicidio “Non…
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umi-no-onnanoko · 2 years ago
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This is me
Piacere mi chiamo Donna,
all'anagrafe Enrico e per molti questo è ancora il mio nome.
Sono nata in un corpo maschile e cresciuta in esso fino all'età di 18 anni quando ho deciso di intraprendere il mio percorso e diventare Donna.
Perché ho scelto questo nome?
Forse perché Donna lo sono stata sempre; mentre il corpo di Enrico cresceva come quello di tutti gli altri bambini,prima, e ragazzi,dopo, parallelamente cresceva Donna.
Donna non ha mai potuto avere un corpo da bambina, né da giovane donna e nemmeno Enrico ha mai potuto essere come avrebbe voluto.
Il nome con il quale nasciamo non siamo noi a sceglierlo, ci viene donato dai nostri genitori o da uno di essi ed è quello che dovrebbe contraddistinguerci per tutto il nostro arco di vita.
Tuttavia, per me il nome Enrico non mi ha mai rappresentato, certo un po' ci sono affezionata poiché rappresenta da dove sono partita e perché mi ha accompagnato per diversi anni della mia vita, ma Donna, il nome che ho scelto, è quello che realmente mi fa dire:" Eccomi questa sono io, questo è il nome e la vita che ho scelto".
Purtroppo, nonostante io ormai abbia 35 anni,ed abbia completato il mio percorso di cambio di sesso da 11 anni, per lo Stato Italiano e per i miei concittadini resto Enrico, resto un uomo che per molti di loro "gioca" a volersi convincere di essere una donna, ma una donna non lo sarà mai.
Piacere mi chiamo Andrea,
all'anagrafe Anna e per molti questo è il mio nome.
Sono nata in un corpo femminile ed ho iniziato la cura ormonale da un anno e già subito l'intervento di mastectomia bilaterale da qualche mese.
Andrea ha voluto tagliare tutti quei boccoli ramati e tenere i suoi capelli a spazzola, ha provato a tenere le sue amicizie, ma le sue "amiche" credevano fosse una ragazza lesbica che voleva semplicemente provarci con loro atteggiandosi a uomo nella speranza di guadagnare qualche chance in più.
Sebbene ciò, non sanno quanto io sia felice di stare diventando l'uomo che sogno di essere per la mia compagna e sono orgoglioso della mia voce sempre più maschile e della mia barba.
Sono soddisfatto di aver iniziato la palestra dove mi alleno con costanza e grazie alla quale sto sviluppando i miei primi muscoli ed anche un po' di tartaruga.
Sono altresì soddisfatto di poter essere il fratellone maggiore che avevo sempre sperato di diventare per il mio fratellino che mi vede come il suo nuovo super eroe di cui va talmente fiero da fare una capa tanta a tutti i suoi compagni di scuola.
Non smetterò di sentirmi chiamare Anna, ma sebbene Anna sia stato il mio passato non potrà mai essere il mio futuro, perché io sono Andrea felice così come sono anche se solo all'inizio del mio viaggio.
Piacere mi chiamo Barbie,
per l'anagrafe Piero e per molti questo è ancora il mio nome.
Sono una ragazza trans, che sta bene con sé stessa senza ricorrere ad interventi chirurgici di rimozione o creazione di parti del mio corpo diverse da quelle che mi appartengono;mi sento Barbie, ma sto bene con me stesso ed il mio corpo.
Non posso entrare nei bagni delle donne senza che mi senta umiliata dalle parole meschine di altre donne come me e non posso entrare in una toilette maschile senza sentirne altrettante di forse più denigratorie.
Barbie non può girare tranquilla per le strade senza che non venga avvicinata da ragazzi e uomini in cerca di un'avventura,sono una ragazza, non un oggetto di soddisfazione sessuale.
Vorrei essere conosciuta perché ho un bel cervello, per la mia passione per la moda ed il design, non per il mio corpo e non voglio la mia diversità venga strumentalizzata ed intesa in modo sbagliato.
Piacere mi chiamo Giulio e mi piacciono i ragazzi.
Sono fidanzato con Kevin da 5 anni e sono davvero felice della mia vita, nonostante i miei genitori non ne facciano parte.
Mamma e papà non hanno accettato il mio coming out come ragazzo gay e per loro sono ancora Giulietto, che da grande farà l'avvocato e che sposerà una bella moglie mettendo al mondo dei figli.
Io però sono Giulio che ama il suo piccolo appartamento in centro Roma che condivide con il suo compagno Kevin ed i loro due gatti Jasper e Zorro.
Abbiamo in progetto di sposarci e mettere su famiglia anche se la chiesa ancora non riconosce le unioni dello stesso sesso e sebbene per noi avere dei figli sarà un percorso tutt'altro che semplice, sia che la nostra scelta ricada sulla donazione del seme e la scelta di una madre surrogata alla quale rivolgerci, sia che sia l'adozione.
Vorrei anche che i miei figli possano conoscere i loro nonni, ma meglio che i miei figli vengano educati all'amore e rispetto reciproco che a denigrare gli altri perché diversi e ricadere nell'omofobia come i miei genitori.
Preferisco che se vorranno un giorno partecipino ad una discussione matura con me e loro padre sul perché siamo due papà e che una volta grandi possano decidere se partecipare al Pride.
Piacere mi chiamo Sonia e sono una ragazza bisessuale.
Ho intrattenuto delle relazioni amorose, che reputo in egual modo importanti, sia con donne che con uomini.
Sono attratta da un bel cervello prima che da un corpo o un sesso.
Ho amato donne ed ho amato uomini, per me non c'è un migliore o un peggiore, sono come due facce della stessa medaglia posso amare entrambi.
Ho scoperto la mia bisessualità da adolescente, ma non è mai stata solo una fase.
Per la mia famiglia non è stato un problema, mi hanno sempre accettata per quella che sono, così come accettavano ed accettano i miei fidanzati o le mie ragazze.
Purtroppo però, i miei insegnanti vedevano la mia dichiarata bisessualità come un problema o meglio come una malattia per la quale dovevo essere curata e questo non mi ha concesso di vivere serenamente gli ultimi anni del mio percorso scolastico.
Ho imparato durante quegli anni ad infischiarsene dei pareri della gente, ho partecipato a parate per il pride e a manifestazioni per i nostri diritti.
Ho conosciuto ragazzi e ragazze come me con i quali ho costruito splendide amicizie, perché non c'è niente di più bello di accettarsi così come siamo.
Siamo Donna, Andrea, Barbie, Giulio,Sonia e milioni di altri esseri umani come te.
Siamo anime prima di corpi, persone prima che etichette; apparteniamo alla comunità lgbtq+ e puoi farne parte anche tu e anche se non ne fai parte puoi comunque sostenerci ed accettarci così come siamo, noi ti accettiamo, vi accettiamo tutti così come siete ed anche quando non siete gentili con noi, lasciateci solo essere liberi di scegliere chi essere e chi amare.
La comunità Lgbtq+ nasce nel 1996 e diventa di anno in anno più numerosa, nonostante questo i suoi diritti spesso non sono ancora riconosciuti o rispettati, cerchiamo di sostenere la diversità, la bellezza di essere simili, ma distinti, dopotutto nessuno di noi è uguale al proprio fratello e siamo tutti speciali ed insostituibili proprio per quegli elementi che ci contraddistinguono e rendono tutti noi speciali.
This is you, this is we, this is me.
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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kon-igi · 4 years ago
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I passaggi neuronali della mia testa sono davvero molto strani e mentre cercavo sull’internet chi diamine fosse il ‘Danny Boy’ (vedi Urban Dictionary) che la bionda dei Chumbawamba ripeteva in Tubthumper, mi sono imbattuto in questa struggentissima e reinterpretatissima ballata tradizionale irlandese in cui si canta di un figlio che si accinge a partire in guerra e di una madre in attesa.
Dopodiché - come sempre succede con le cose che mi si conficcano nel cuore -  il mio cervello ha deciso di farla partire in loop h24 per una settimana di fila e allora non vedo perché debbano sanguinare le sinapsi e le orecchie solo a me.
Questa ballata la dedico a mia mamma @chiaradiluce, (ora siamo pari col funerale di papà), ben sapendo che se l’avesse conosciuta prima di oggi, me l’avrebbe cantata come ninna nanna nella culla al posto della Guerra di Piero (traumatizzandomi ancora meglio).
Abbi pazienza, mamma, ché tra poco ci rivedremo e per cortesia, non morire apposta per farmi un dispetto e per farti scrivere sulla tomba ‘Avevi detto che inventavi il vaccino per tempo e che me lo portavi!’.
P.S. Sentitevi tutti citati in questa canzone, genitori o figli che siate, perché ognuno noi, anche se solo per un breve attimo nella propria vita, ha atteso e sperato in un ritorno.
Il mio augurio è che non sia stato invano ma il mio augurio ancora più grande è che i chilometri e i giorni si accorcino per riportarvi accanto la parte persa del vostro cuore.
Vi voglio bene.
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violeblanche · 3 years ago
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Romelu ma cosa ti abbiamo fatto? Madre de dios
È impazzito
Questo come il figlio che vuole fare l’esperienza all’estero perché “papà beppe io devo crescere è ora di tagliare il cordone ombelicale, non posso stare qui per sempre” per poi chiamare di notte perché gli manca la lasagna made in cinisello di mamma piero.
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missingdenisepipitone · 3 years ago
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💕Ovunque sarai, ovunque saremo, Denise NOI TI CERCHEREMO 💔 Fatti NON parole! mamma e papà 💚 cerchiamodenise.it #CerchiamoDenise #Missing #QRCode #Italia #Sicilia #Europa #Passaparola ♡♡♡ Dal profilo Facebook di Pietro Pulizzi 🔵 Preferisco i fatti alle parole. A volte meglio il silenzio agli sproloqui. Ovunque sarai ovunque sarò, Denise, io ti cercherò! 💔 Fino a prova contraria Denise va cercata! Ed è quello che faccio da sempre in ogni modo e con ogni mezzo. Quando posso, nei miei viaggi questo è quello che faccio, distribuisco locandine e codici QR. Cerco mia figlia! Anche se non sempre mi espongo, io ci sono, soprattutto con i fatti! Vogliamo giustizia e verità per Denise. Vi Invito a scaricare il QR CODE e ad esporlo nei propri locali, negozi ecc. Grazie 🙏 LINK: https://www.cerchiamodenise.it/locandinepost/codice-qr-con-scritta 💚 cerchiamodenise.it #Missing #CerchiamoDenise #Italia #Sicilia #Europa Dal profilo Facebook di Piera Maggio ❣️ Anche in silenzio, NOI NON SMETTIAMO DI CERCARE DENISE. Piero quando ne ha la possibilità, nei suoi viaggi, da sempre distribuisce locandine, QR CODE per la ricerca di Denise. La nostra speranza non si è ancora spenta. Fino a prova contraria Denise va cercata! Vogliamo la verità, Vogliamo che la Giustizia punisca i rapitori di Bambini! Abbiamo voluto mostrarvi quello che da anni facciamo in silenzio. #NoiNonMolliamo 💚 cerchiamodenise.it #Missing #DenisePipitone #CerchiamoDenise #Italia #Sicilia #Europa https://www.instagram.com/p/CddfYDRMMdv/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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harusphotos · 3 years ago
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17 anni. Tanti, troppi per mamma Piera e papà Piero che non hanno mai smesso di sperare, di cercare, di combattere per avere risposte certe sul destino della propria figlia. Il minimo che possiamo fare è accendere una candela, esprimere vicinanza, affiancare questi e altri - purtroppo troppi - genitori coraggio che chiedono soltanto di poter riabbracciare i propri figli. Perché nessun altro debba più provare un dolore così inimmaginabile, indicibile, lacerante. Accendiamo la speranza. #missingdenisepipitone #never forget https://www.instagram.com/p/CTQRJHVo2HDMvoNu7PAKtXRKEBuJsOy-Y9HPcw0/?utm_medium=tumblr
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giancarlonicoli · 1 year ago
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25 giu 2023 10:40
"I PENSIERI LEGATI AL SESSO NON SONO UN OSSESSIONE, PERÒ DIPENDE DA COSA SI FA E DOVE CI SI TROVA" - ALBERTO ANGELA, CON IL SUO "PACCO" IMPORTANTE, CI PARLERÀ DI SESSO IN PRIMA SERATA SU RAI1 (METTETE A LETTO I PUPI!). IL FIGLIO DI PIERO, SCOMPARSO LO SCORSO AGOSTO, ANDRÀ IN ONDA CON UNA VERSIONE HOT DI “SUPERQUARK”: “PARLEREMO DI CALO DEL DESIDERIO, PRELIMINARI E TRADIMENTI MA NON NELLA PRIMA PARTE DELLA PUNTATA, SIAMO SEMPRE SU RAI1" - "SE FOSSI SALITO SUL TITAN PER VEDERE I RESTI DEL TITANIC? MA PER CARITÀ…" -
Estratto dell’articolo di Andrea Scarpa per “il Messaggero”
Nessuno aveva dubbi, ma adesso è ufficiale: Alberto Angela, 61 anni, torna in tv per raccogliere l'eredità del padre Piero, morto il 13 agosto 2022. Dal 29 giugno per sei puntate sarà su Rai1, alle 21.25, con Noos - L'avventura della conoscenza, nuovo programma di divulgazione scientifica, evoluzione del popolarissimo Superquark guidato dal 1995 dal giornalista torinese che giovedì è addirittura finito in una delle tracce della Maturità per il suo ultimo libro, Dieci cose che ho imparato.
[…]
Chi ha avuto l'idea di sostituire "Superquark"?
«Noi due insieme. Volevamo che in tv ci fosse ancora un programma di divulgazione scientifica. Dopo, mi sono preso un po' di tempo per pensarci, e quando ho deciso di andare avanti il primo a saperlo è stato il presidente Mattarella: a settembre con mia madre, mia sorella Christine e i dirigenti Rai siamo stati al Quirinale per regalargli un cofanetto con i dvd di papà. Il nome Superquark, però, era e resterà per sempre di Piero Angela».
[…]  Si occuperà anche di intelligenza artificiale e delle questioni etiche che pone?
«Sì, ma senza essere critici né divisivi. Cosa che vale anche per la sessualità. L'affronteremo ma non nella prima parte della puntata, siamo su Rai1...».
Come?
«Con attenzione: calo del desiderio, preliminari, tradimento...».
A proposito, la psicologa Terri Fisher dell'Ohio State University di Mansfield, in America, con una ricerca ha stabilito che gli uomini adulti sani in un giorno fanno 18 volte pensieri legati al sesso e le donne 10: lei si riconosce in questa media?
«Anche se sapiens sono un uomo. Diciamo che non ho mai fatto calcoli... Dipende da dove uno si trova e cosa fa. Non è un'ossessione, però... Non lo so».
Con "Noos" affronterà questioni come fluidità di genere o maternità surrogata?
«No. Perché non vogliamo spaccare il pubblico. La scienza non divide, è l'interpretazione che può farlo. Anche per questo parleremo di web e fake news».
Quella sul suo conto che le ha dato più fastidio?
«La storia del mio rapimento in Niger che periodicamente viene fuori come se fosse ancora in corso ( risale al 2002, Angela con la troupe fu bloccato per 15 ore da criminali armati, ndr). Per non parlare di quella volta che, nel 2015, ero in Argentina, mi hanno dato per morto. In albergo il regista venne in stanza: tutto bene? Qui c'è scritto...».
Lei ha 5 lauree (4 honoris causa), è Commendatore della Repubblica, le hanno dedicato un'orchidea e anche un asteroide: è vero che parla anche il curdo e lo swahili? Con lei l'autostima di un umano normodotato va un po' in crisi.
«Ahahahah... (ride). Non è vero. Queste sono fake news. Di swahili sapevo quattro parole quando facevo gli scavi in Africa. Di curdo neanche quelle».
[…] Nel 2022 ha fatto uno speciale sul Titanic: l'avrebbe mai usato il sommergibile che è appena imploso?
«Per carità, lasciamo stare».  […]
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Ad Oristano il funerale di Chiara Carta, la 13enne uccisa dalla madre
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Ad Oristano il funerale di Chiara Carta, la 13enne uccisa dalla madre. «Perché Chiara? Perché questa morte così atroce?». Gli interrogativi del vescovo di Oristano Roberto Carboni nell’omelia funebre rimbombano nella chiesa di San Pietro Apostolo, nella frazione di Silì, ad Oristano. Una gran folla si accalca per dare l'ultimo saluto a Chiara Carta, la 13enne uccisa con 30 coltellate dalla madre sabato scorso. «Questa morte - ha chiarito il vescovo - ci interroga come comunità ed è l'occasione per far crescere il senso di solidarietà che dia speranza a tutti». Le insegnanti di Chiara hanno scritto una lettera per lei: «Siamo pervase da un senso di turbamento atroce che ci toglie il respiro. Avevi una gentilezza naturale e innata ti preoccupavi degli altri e tenevi per te il tuo profondo dolore silenzioso. Non ti vedremo crescere Chiara ma continuerai a vivere e splendere nei nostri ricordi. Veglia sul tuo papà, non lasciarlo mai solo». A fianco alla bara bianca, ricoperta da un tappeto di rose, il padre Piero distrutto dal dolore, i compagni di scuola e il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna, che ha decretato il lutto cittadino. Quando il feretro è uscito sul sagrato è stato salutato da un lungo applauso e in cielo si sono levati palloncini bianchi. La madre, Monica Vinci, 52 anni, resta piantonata in ospedale a Oristano, in attesa del trasferimento in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Alberto Angela, 'il mio nuovo programma si chiamerà Noos'
(ANSA) – ROMA, 10 GIU – Si intitolerà Noos il nuovo programma di divulgazione scientifica che Alberto Angela condurrà questa estate su Rai1, destinato a raccogliere il testimone da SuperQuark di papà Piero. A rivelarlo è lo stesso conduttore e ricercatore sui suoi profili social. “Carissimi, qualche settimana fa, ho pubblicato la foto di un interruttore con la scritta ‘tenere acceso massimo 9…
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lizsunflower · 4 years ago
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26 dicembre 2020
È arrivato il momento di fermarsi un attimo e tirare un po’ di somme.
Non parto mai con idee precise di quello che voglio scrivere. A volte durante la giornata mi vengono in mente alcune cose ma non ho mai la prontezza di annotarle e tanto meno la capacità di ricordarle.
È passato il Natale, credo il più bello di sempre. Per molti è stato strano, triste, diverso dal solito, ma io ho avuto la fortuna di avere vicino tutto ciò che mi faceva stare bene.
Abbiamo pranzato a casa con i miei, poi sono scesi Giulia e Piero, siamo andati tutti e quattro a salutare le nonne e poi abbiamo passato una serata con tutti i miei amici, cosa posso chiedere di più di questo?
Ho visto i miei genitore sereni, la mia amata nonna contenta e sopratutto ho avuto accanto te che mi rendi così felice e mi fai sentire amata ogni in ogni singolo giorno e in ogni singolo istante.
Abbiamo raggiunto il nostro equilibrio e mi sento davvero libera di provare le emozioni che mi salgono da dentro.
Ieri prima di uscire a fumare una cicca ti sono saltata in braccio, in maniera così spontanea, mi hai detto che ti ha fatto molto piacere perché hai potuto notare quanto io fossi felice e hai appurato che stai riuscendo nel tuo intento nel farlo.
Siamo così simili in così tante cose, nel nostro modo di essere, nel modo di affrontare le cose, nel nostro attaccamento alle nostre fantastiche nonne, nel nostro modo di essere con le persone che amiamo, per l’impegno e l’amore che ci mettiamo in qualsiasi cosa facciamo. Per tutte le nostre coincidenze, dal neo sul piede, alla stessa ferita fatta nello stesso giorno nello stesso punto della mano, dai tatuaggi che abbiamo per le nonne alla quantità di cicche che fumiamo al giorno 😂
Questa mattina ci siamo svegliati abbiamo fatto una doccia, siamo usciti in terrazza e abbiamo guardato mio papà pulire la macchina, stava cantando sereno senza sapere di essere osservato, abbiamo riso tanto nel sentilo “intonare” quegli acuti imbarazzanti, ho avuto per un attimo gli occhi lucidi, non so se per le risate, per aver visto mio papà così contento o se perché in quel momento ci fossi tu accanto a me a goderci un momento del genere.
Mi dici sempre che se non ti avessi raccontato di cosa successe ormai 6 anni fa, tu non avresti mai pensato che mio papà andò via di casa.
Anche noi abbiamo ritrovato il nostro equilibro, sia lui e mia mamma, sia io e lui e io sono veramente felice di questo.
Ho abbassato la guardia anche con lui perché credo che se lo meriti, a modo suo sta dimostrando quanto ci tenga.
Poi ho avuto l’idea della bici, via in sella, abbiamo raggiunto il cimitero, ti ho fatto fare il percorso che faccio di solito io, un saluto a Enri, una cicca da Vani e poi dai nonni. Che personaggi.
È stato un po’ strano all’inizio, non è proprio una cosa così comune da fare, è una cosa che solitamente faccio da sola, ma poi è stato tutto così normale, è stato speciale anche questo, “presentarti” persone che hanno fatto parte della mia vita che purtroppo non ci sono più. È stato normale e speciale perché tu hai la capacità di fare e creare tutto questo, noi due insieme riusciamo a farlo.
Poi siamo andati nel nostro posto, quel magnifico posto, oggi risplendeva con la luce del sole, ho dato da mangiare ad un cigno come faceva il mio nonno poi siamo andati al ponte cercando di riprodurre la nostra prima foto, senza grande successo perché forse siamo così diversi rispetto all’inizio.
Prima mentre guardavamo Pocahontas sono rimasta colpita dal discorso di nonna salice delle increspature dell’acqua, “così piccole all’inizio poi guardate come si ingrandiscono”
Noi siamo così, siamo partiti da un tocco, da un puntino che si trasforma in un piccolo cerchio e ogni cerchio diventa sempre più grande. Noi diventiamo sempre più grandi. I nostri progetti e i nostri obiettivi lo diventeranno. La nostra relazione crescerà sempre di più.
Quel tocco è quel tuo messaggio partito come uno scherzo ma che nascondeva la verità, o forse quella sera, la prima sera dove ci siamo conosciuti. Ha poca importanza da dove siamo partiti, l’importante è ciò che siamo diventati e ciò che saremo in futuro.
Mi hai detto che ti piace la mia famiglia.
E io adoro la tua, la cena della vigilia è stata bellissima, adoro ascoltare i tuoi zii parlare dei loro viaggi, delle loro avventure nel mondo, guardare il loro entusiasmo, la loro complicità “ti ricordi?” quante volte se lo sono ripetuti, sembrava parlassero di un viaggio fatto 5 anni fa, invece era di 20 anni fa.
E io ascoltandoli non riesco a non immaginarci così, per le strade di grandi città a provare cibi mai provati prima, in campagne sperdute con piantagioni di riso in oriente, nelle spiagge bianche delle Maldive, sotto alberi di ciliegio in fiore in Giappone, nella savana circondati da bufali giraffe e leoni e spensierati per mano a camminare sopra le mie adorate piastrelle a fiori per i marciapiedi di Barcellona.
Non vedo l’ora di fare un viaggio con te.
Adoro tua mamma e l’amore che esprime quando parla di voi, adoro come dimostra di credere in voi e nei vostri sogni, rinuncerebbe alla vita per voi.
Amo te, quando mi parli di tua nonna, con tutta quell’emozione e quella fragilità, amo te quando piangi perché ti senti libero di poterlo fare al mio fianco.
Amo provare tutta quell’empatia come prima, mista alla mia immensa paura di perdere la mia nonna, amo anche piangere insieme a te, amo il modo in cui mi parli per farmi calmare dicendo cose fantastiche.
Amo te, i tuoi modi di fare, il modo in cui mi fai sentire, amata e protetta.
La fiducia che ho nei tuoi confronti perché come potrei mai dubitare di un uomo che mi guarda con quegli occhi, pieni di amore e volontà. Non butteresti all’aria tutto questo per una cagata, sei troppo intelligente per farlo.
Sai quanto sia importante per me la fiducia, quanto non siano ammesse le bugie, nessun passo falso, al primo sei fuori e mi pare che tu lo abbia capito.
Non sarò più la persona che ero un tempo, non passerò più sopra a nessun tipo di cosa che mi fa stare male perché io ora mi voglio bene davvero
Ormai è passato più di un anno dal Senegal, quel viaggio che io definisco “il viaggio che mi ha salvato la vita” quanto sono cambiata, quante cose sono cambiate, quante cose sono successe in questo 2020, un anno maledetto alla detta di tutti, un anno di svolta per me, di cambiamenti, anche di sconfitte, ma l’anno della mia vittoria più grande. Tu.
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