#Museo di Van Gogh di Amsterdam
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10 of my favourite works of art
I had an idea to make a list of my all time favourite works of art, well, but only including works from 20th century and later, or the list would get too long and convoluted.
Making a cut for those who dislike long posts.
Ophelia, John Everett Millais (1851–52). In the collection of Tate Britain, London.
Almond Blossoms, Vincent van Gogh (1890). In the collection of the Van Gogh Museum, Amsterdam.
Portrait of the Countess Malacrida, Ettore Tito (1926). In the collection of the Galleria Internazionale d’Arte Moderna at Museo di Ca' Pesaro, Venice.
a poster for Moravian Teachers Choir, Alphonse Mucha (1911). In the collection of the Mucha Museum, Prague.
Shadow Decoration, Charles Courtney Curran (1887). In the collection of The Frances Lehman Loeb Art Center, Poughkeepsie NY.
The Spider, Nikolaos Gyzis (1884). In the collection of the National Gallery, Athens.
A Mountain Climber, Jens Ferdinand Willumsen (1912). In the collection of the National Gallery of Denmark, Copenhagen.
Patridges in the snow, Józef Chełmoński (1891). In the collection of of the National Museum, Warsaw.
A Concert by Bériot, Zofia Stryjeńska (1923). In the collection of the National Museum, Warsaw.
Ophelia, Jean-Baptiste Bertrand (1871). Probably in a private collection now.
It was cool to finally collect them in one place, helped me to reach some conclusions. Firstly, you’ll mostly find impressionism and art noveau pieces here, 19th and 20th century art appeals to me the most. Most of these feature women. I really like the motif of Ophelia, popular with the Pre-Raphaelites. And lots of nature: plants, flowers, animals.
Feel free to share your favourite artworks with me!
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Il 2024 di Please Another Book
Il 2025 è iniziato da qualche giorno e io sono qui a chiedermi dove sia finito il 2024, che fine abbiano fatto tutti quei mesi di passi avanti, sacrifici, ansia e soddisfazione che mi sono scivolati dalle mani con la velocità del fulmine. Più ci penso più per me è strano realizzare che nell'età adulta il tempo vola, e diventa difficile afferrarlo e razionalizzarlo. Come sia possibile che sia scoccata la mezzanotte su un nuovo anno proprio non me lo so spiegare.
Il 2024 è stato un anno che mi ha sconvolto sotto molti punti di vista e che mi ha dimostrato quanto io riesca a cavarmela da sola. L'immensa idea di essere una persona indipendente che non chiede aiuto se non quando è proprio completamente messa alle strette, è più reale di quanto immaginavo. Avevo degli obiettivi per il 2024 e credo di essere riuscita a realizzarli. La conquista più grande sicuramente quella di avere un posto tutto mio in cui vivere, da piangermi e godermi da sola, ma che nessuno, in teoria può portarmi via. Tornare a "casa mia" in un modo che prima non potevo fare completamente, ha rivoluzionato il mio modo di pensare. Stento ancora a crederci, ma ce l'ho fatta. Capire come funzionano certe cose burocratiche, la ricerca ossessiva a pochi passi da dove ho vissuto negli ultimi otto anni, avere a che fare con tecnici e maestranze, avere l'ansia per qualsiasi cosa è diventato un po' più facile e un po' più difficile allo stesso tempo.
Nel 2024 non mi sono fermata neanche con il percorso che mi ha permesso non solo di perdere peso ma che ha cambiato completamente anche il mio approccio alla vita. Mi sono sempre considerata una persona pigra, che preferiva stare sul divano a leggere o oziare e invece mi sono riscoperta in grado di fare tante cose, fare i devil press con 20kg di pesi, camminare in montagna in condizioni anche precarie, passeggiare per chilometri senza sentire stanchezza, trasportare pacchi e pesi di vario genere per il trasloco senza soffrire. Essere attiva è in effetti una prova contro me stessa, il concretizzare il senso di sfida a fare di più e meglio, il formicolio alle gambe dello sforzo, le vertigini che cercano di fermarmi, le salite che spezzano il fiato, la sensazione di essere in cima alla vetta e di aver superato tutti gli ostacoli, la vittoria di aver sollevato quei pesi sopra la testa in equilibrio precario con il core attivato. Non riconoscere il mio corpo che cambia e vedere i vestiti che diventano più larghi e le taglie che tiro su nei negozi diminuire è un qualcosa che non ho ancora completamente accettato e sono qui che mi chiedo quando succederà davvero, quando non mi sentirò e non mi vedrò più come la persona che ero tre anni fa. Sto aspettando di rendermi conto che ora sono cambiata, che sono diversa, che il posto che occupo nello spazio fisico è diminuito, ma la mia testa mi dice ancora che non lo sono davvero, che basterà un niente per portarmi indietro, che ci vorrà pochissimo per distruggere tutto. Fare pace con me stessa e il mio corpo è forse uno degli obiettivi di quest'anno. Spero di farcela.
Gennaio comunque è iniziato con una Camminata nel parco della Mandria a Venaria, in un percorso piuttosto semplice, tutto in piano, ma mediamente lungo, che è già diventato tradizionale e che si è concluso con una incredibile zeppola alla crema ed è stato condito da chiacchiere e risate come al solito. Sono stata a Milano a visitare la prima mostra dell'anno, quella di Van Gogh al Mudec una mostra molto interessante su aspetti inediti del pittore olandese che mi ha messo ancora più voglia di visitare il museo a lui dedicato ad Amsterdam. Ma non è finita lì perché siamo state anche a visitare Mirò al Mastio della Cittadella dopo una fila chilometrica al freddo in una immersione di colori e suggestioni, nonostante le didascalie non sempre precisissime. Poi siamo stati anche a vedere Turner a Venaria uno dei miei artisti preferiti e io mi sono persa, rimasta in fondo alla compagnia, a contemplare estasiata e in silenzio "Ulisse che scernisce Polifemo", pazzesco, quei cieli pazzeschi dalle mille sfumature in cui perderci. Non poteva mancare un giro nel nostro spazio espositivo. Siamo state a visitare André Kertész alla Camera, una mostra molto bella. L'uso di un contrasto altissimo che mette in risalto i soggetti e sfuma lo sfondo e quelle distorsioni che squarciano la pellicola rendono le foto di Kertész di una forza molto interessante. D'altronde Henri Cartier-Bresson ha affermato che tutto quello che è stato fatto dopo era già stato fatto da Kertész.
A febbraio ho visitatoThe Circle a Gallerie d'Italia una mostra fotografica molto interessante su cosa si può fare per istituire un circolo virtuoso all'interno di industria, artigianato, produzione di energia, riciclo, riutilizzo, nella forma più perfetta che esista, il cerchio. Ingegno è possibilità per un futuro più sostenibile. Ma il vero evento è stato il viaggio delle Merendine al completo a Bruxelles. Di Bruxelles io parlo sempre con la nostalgia dei vent'anni e dell'Erasmus, una delle cose di cui parlo più spesso, perché quei sei mesi che ho passato lì hanno completamente cambiato me e la mia vita e forse tra i più felici di sempre. Dieci anni fa ( D I E C I A N N I C O S A? ) arrivavo per la prima volta in questa piazza, Grand Place, e me ne innamoravo a prima vista, con un trasporto che riconosco per poche altre città. Non immaginavo cosa sarebbe successo, quel progetto di protesi su cui ho perso la vista, la compagnia di persone che mi hanno donato tanto, il salto nel buio da sola lontana da casa per la prima volta, un'esperienza che è nel mio cuore e non se ne andrà più. Tornarci con le mie amiche poi è stato forse il regalo più bello di tutti, rivedere questi posti e ripercorrere i miei passi: mangiare di nuovo le patatine di piazza Flagey, bere la birra del Delirium, mangiare la carbonade, guardare lo skyline da Mons des Artes, visitare Saint Gilles e tutto il giro del Liberty che ho messo in piedi incrociando mille mappe e mille siti e innamorarmi di nuovo di Victor Horta. Bruxelles è bella come me la ricordavo e sono grata per esserci tornata e averla riconosciuta mia proprio come allora.
A febbraio abbiamo anche mantenuto la promessa con noi stesse e affrontato la tradizionale camminata alla Sacra di San Michele in un percorso che passando dai laghi di Avigliana ci ha fatto percorrere più di 40000 passi e ci ha lasciate abbastanza distrutte. Siamo anche state a visitare una mostra su Hayez alla GAM una selezione molto interessante delle opere dell'artista. Nato a Venezia nel 1791 ha viaggiato molto e si è poi stabilito poi a Milano dove ha lavorato alla maggior parte della sua produzione. Famosissimo per "Il Bacio", conservato alla pinacoteca di Brera, utilizzato tra l'altro per la pubblicità dei baci Perugina, è un autore eclettico influenzato da Tiziano, di cui richiama i colori. Sicuramente i soggetti lasciano sempre intendere altro, in primo piano sembra esserci una storia e sullo sfondo se ne richiama un'altra, come se l'ombra celasse un arcano da svelare. Dice e non dice in un gioco di prestigio in cui ogni gesto è un doppio che va osservato attentamente.
Anche marzo è stato un mese all'insegna dell'arte e delle visite, prima tra tutte quella a Casa Martini a Pessione molto interessante, è stato un po' come scoprire da zero qualcosa che conoscevi già ma di cui di fatti non sapevi niente. Magari sai cosa è un distillato ma non come si fa davvero il vermouth, poi lo assaggi e ritrovi quei sapori e quegli odori che ti sono rimasti appiccicati addosso durante la visita, e ti rendi conto che la riserva speciale con il nebbiolo forse è il tuo preferito, ma anche che fare aperitivo con le tue amiche sorseggiando un negroni non ha prezzo. Ma soprattutto sono stata a visitare Alphonse Mucha al Museo degli Innocenti a Firenze, di cui ho comprato anche il catalogo tanto me ne sono innamorata. Pensare che io ero stata da sola al museo di Mucha a Praga tanto lo amo. Se dovessi pensare ad un periodo storico in cui mi piacerebbe ritrovarmi forse sarebbe quello della Belle Epoque, dell'art nouveau, del liberty, di quello stile così particolare che ti resta nel cuore appena lo osservi. Mucha che con la sua maestria ha creato proprio lo stile Mucha è uno dei maestri indiscussi e questa mostra ne è la dimostrazione. Io innamorata come sempre, affascinata come non mai. Siamo anche andate alla mostra La Canestra di Caravaggio - segreti ed enigmi della natura morta ad Asti. Ammirare dal vivo la Canestra di Caravaggio è stata un po' un emozione ma tutta la mostra dedicata alla still life è stata una bella scoperta tra simbologia e particolari inediti. Curatissima nei pannelli e nella spiegazione, mi ha regalato moltissimi spunti, soprattutto il pensiero che un quadro all'apparenza così trascurabile abbia potuto cambiare le sorti di un soggetto fino a farne una vera e propria ricerca estetica. In mostra fino all'inizio di aprile grazie ai Musei di Asti è un'occasione da non perdere. Tra un giro e un altro alla fine ho anche inaugurato la stagione dei gelati con netto anticipo. Infine siamo state anche a visitare I Macchiaioli al Mastio della Cittadella e ci siamo immerse nel mondo della Macchia, in cui gli artisti ricostruiscono le loro impressioni "del vero dal vero" e le restituiscono allo spettatore con la maestria di un chiaroscuro intenso, emozioni palpitanti e soggetti poco convenzionali. In un momento in cui si iniziano ad affermare dipinti di vedute ritroviamo tra i soggetti dei Macchiaioli campi coltivati, animali, scorci di campagne, soggetti comuni, distinti tutti per la mano dell'artista che trasforma le macchie di colore in rappresentazioni in cui perdersi. Lasceranno presto lo spazio agli Impressionisti ma le loro opere esercitano ancora un fascino incredibile.
Ad aprile sono tornata a casa dei miei per Pasqua con cui a Pasquetta, siamo andati a visitare L'Aquila soprattutto l'area archeologica e la fontana dei 100 Cannelli oltre a Duomo, ma viaggiare con i miei mi da sempre la misura di quello che per me rappresenta visitare un posto. Mettersi in macchina e andare, così senza grosse idee, se non una vaga idea di cosa visitare, di cosa scoprire e poi lasciarsi trasportare dal flusso. Sono anche stata a Bologna per il compleanno della mia bellissima Lorena di Petrichor, in un weekend all'insegna del divertimento, con lei non si conosce noia e sono felice di mantenere con lei una delle amicizie più preziose che ho. Non è mancata neanche la tradizionale camminata del 25 aprile (si ok, abbiamo delle camminate che ripetiamo ogni anno negli stessi posti e negli stessi periodi storici, ok?) che è sempre il momento in cui ricaricarsi nel bel mezzo della primavera. A fine mese siamo anche state a visitare la mostra Gerda Taro & Robert Capa: la fotografia, l'amore, la guerra alla Camera. Di Robert Capa si conosce tantissimo mentre la figura di Gerda Taro è molto più misteriosa ma i due sono diventati famosi per i reportage sulla guerra civile spagnola, preludio della Seconda guerra mondiale. La mostra mega interessante mostra il ruolo cruciale della loro relazione per sviluppare la loro arte e emergere come fotografi e come reporter. La guerra e la vita, gli scatti ravvicinatissimi, il racconto serratissimo dei miliziani, il ruolo delle donne e l'impressione di essere lì, d'altronde Capa ha affermato che "se una foto non è venuta bene, non eri abbastanza vicino". Curatissima nell'esposizione e nella resa le mostre della Camera di riconfermano sempre mega interessanti.
Maggio è sempre il mio mese preferito, essendo quello del mio compleanno anche se quest'anno è stato caratterizzato da un lutto che non pensavo mai di vivere. Mentre stavamo pensando come continuare una camminata lungo l'anello verde che da Reaglie arriva a Sassi che ci aveva lasciato abbastanza sfinite per il fango che avevamo trovato lungo la strada, ho ricevuto una telefonata che mi ha spezzato le gambe e che mi ha fatto tornare a casa per essere vicina a una delle mie amiche più care. Abbiamo poi visitato la mostra Shinhanga a Palazzo Barolo. Il Giappone ha sempre un fascino particolare e anche se sono sempre irrimediabilmente attratta dalla Corea pure l'arte nipponica riesce ad attirarmi come una calamita. In un percorso tematico molto curato nello spazio espositivo di Palazzo Barolo le stampe giapponesi la fanno da padrone e anche se i ritratti non mi colpiscono mai particolarmente i paesaggi mi emozionano ogni volta. Se poi si mette insieme il blu, la luna e l'acqua allora sono una vittima molto facile. L'11 maggio abbiamo fatto una toccata e fuga al Salone del Libro di Torino. Inizialmente non avevo alcuna intenzione di andare ed ero già convinta che non ci avrei messo piede ma poi l'idea di salutare gli amici di Safarà ma soprattutto l'occasione di incontrare di nuovo Hoon Bae Myung grazie a Add Editore mi hanno fatto cambiare idea. Add Editore infatti ha portato l'autore coreano in tour per l'Italia a presentare In orbita la sua nuova raccolta di racconti e io non potevo lasciarmi scappare l'occasione per ascoltarlo parlare delle sue storie di fantascienza, di come il suo modo di approcciarsi all'estero sia cambiato anche grazie alla pubblicazione de La Torre e di come l'amore per la Corea si sta espandendo per il mondo grazie anche al kpop e ai kdrama. Devo ancora leggere il libro ma la presentazione è stata molto bella. Siamo anche state a visitare la mostra su Christina Mittermeier alle Gallerie d'Italia. Pensare che l'abbastanza sia uno stato mentale diventa concreto con le foto della fotografa messicana che cerca di salvare il mondo che vorrebbe lasciare al futuro. Persone, animali, habitat, luoghi che diventano l'immagine perfetta per trasmettere il suo messaggio. Mitty come viene amichevolmente chiamata non vuole riempirsi di scatti ma averne una manciata davvero concreta per parlare al mondo. Innamorata di quei colori e di quegli occhi che ti penetrano nel cuore. Bellissima.
Giugno ormai da tradizione uguale Open House Torino. Altro anno e altro giro, l'opportunità di scoprire meraviglie nella città in cui vivo è un dono inestimabile. Nonostante non abbiamo trovato posto nei luoghi che ci interessava prenotare (Campanile di Santa Zita prima o poi saliremo le tue scale) ci siamo avventurate ad esplorare: il 25 Verde un complesso condominiale arricchito da una marea di vegetazione e fauna e abbiamo visitato un appartamento del primo piano. Poi siamo passate nell'Orto botanico in cui ci siamo perse a fare foto a fiori, soprattutto le rose, e io un reportage completo di tutte le api che vedevo e ho visto un bombo! Siamo finite al Bluplex un appartamento con mille dettagli blu davvero molto interessante e che mi ha molto colpito per i dettagli e soprattutto per gli elettrodomestici (non ho fatto foto distratta dai lampadari e dalla sensazione di star galleggiando nel blu) E infine abbiamo visitato C'era una volta: un appartamento sulla cui volta è stato ritrovato un affresco, che è stato restaurato e incorporato nella ristrutturazione del bilocale. Un dettaglio dell'affresco con delle scimmie. Non pensavo che saremmo riuscite a vedere così tanto. Non potevamo di certo perderci Toulouse-Lautrec al Mastio della Cittadella. Questa mostra propone un punto di vista molto meno conosciuto sull'artista molto più conosciuto per le sue opere pubblicitarie di piena Belle Epoque che per Au Cirque una serie di disegni che rievocano i suoi ricordi di bambini e le sue esperienze sul mondo del circo. In un mondo tra l'onirico e il grottesco Toulouse-Lautrec appare molto meno patinato di come è solito apparire, ma assolutamente non meno interessante.
A luglio sono stata per un weekend a Perugia davvero rilassante a prendere il sole a bordo piscina e a rilassarmi e poi siamo state per la prima volta alla Nuvola Lavazza: il centro espositivo dedicato al famoso caffè allestito in una delle sedi storiche del marchio. Ovviamente ci siamo state per un tempo inconcepibile per il visitatore medio, nell'esplorazione minuziosa della famiglia Lavazza e siamo rimaste colpitissime dal cocktail della degustazione che completa il giro del museo. . Inoltre nell'ingresso della Nuvola era presente una mostra con alcuni poster delle copertine del The Torineser una rivista di finzione che si ispira al Newyorker, davvero molto bella, io ormai faccio il filo ad uno di questi poster con molto ardore.
Agosto, oltre ad una mostra dedicata Torino Anni '50 alla Fondazione Accorsi - Ometto con quadri dallo stile eclettico e molto moderno e ad una collezione di fotografie della Torino degli anni cinquanta, ha significato l'8 agosto firmare l'atto per la mia piccola casetta. La ricerca iniziata a fine maggio e concretizzata in un tempo davvero ridotto è stata un po' un colpo di fortuna. Ma sono entrata, quando era ancora un mezzo cantiere e me ne sono innamorata, c'era tantissima luce e io mi immaginavo lì, a viverci, la volevo. Tra un'ansia e un'altra che non sono proprio finite, ho preso possesso delle chiavi e durante le ferie ho iniziato il trasloco. Una settimana sono tornata dai miei, ma agosto non è coinciso con il riposo, ho cercato i primi mobili, e ho percorso chilometri da un appartamento all'altro a trasportare libri e oggetti che non mi servivano. La lettura è un hobby faticoso. Traslocare una spina del sangue che spero di non ripetere tanto a breve. Una delle cose più sfidanti che io abbia fatto.
Settembre mi ha visto ancora con i pacchi in mano, ma è stato anche il mese in cui ho visitato una mostra su Guercino a Palazzo Chiablese. Dedicare una mattinata ad una delle mie attività preferite: visitare una mostra di pittura da sola, fatto. La mostra prende la figura iconica del Guercino per raccontare il lavoro del pittore a 360°. Da un lato le sue opere, dall'altro il racconto della bottega, la sottolineatura di tutto quello che contribuiva a rendere un artista completo nel 1600. Dettagli interessanti come il Libro dei Conti in cui nella bottega del pittore di Cento si segnava tutto dai costi dei materiali ai committenti ai guadagni, al fatto che le maestranze si specializzassero nell'arte figurativa piuttosto che nelle nature morte. Veramente bella in una cornice particolare come quella di Palazzo Chiablese.
Ci siamo avventurate in una camminata al limite, in cui ad un certo punto non potevamo più tornare indietro, potevamo solo andare avanti sul crinale di una montagna con l'adrenalina a mille e la consapevolezza che prima o poi ne saremmo uscite. Siamo poi andate a visitare due mostre Margaret Bourke-White & Bar Stories alla Camera. Dalle opere del New Deal fino alle immagini di guerra, dalla Russia dall'India la fotografia della Bourke-White non lascia spazio a incertezze né a immaginazione. Piena di contrasti restituisce vivida l'immagine catturata nei momenti più impensabili, come per esempio agganciata ad un elicottero in volo. Veramente molto bella. La seconda era una mostra molto interessante che nasce dalla collaborazione tra il museo Campari e Magnum per un viaggio nel mondo del bar dal cocktail al caffè con al centro proprio il Campari.
Il 30 settembre ho lasciato il monolocale in cui ho vissuto i miei primi otto anni a Torino ed è stato molto complicato e molto bello allo stesso tempo, ho quindi iniziato ottobre a casa nuova (anche se dormivo lì già dal 29) senza cucina, ma con la speranza di riceverla in un tempo utile per non impazzire (spoiler no, ma sono sopravvissuta). Ne ho approfittato una sera per andare a vedere una collaborazione Mao x Mercato Centrale: l'esibizione di danza del gruppo coreano Gooseung una bellissima iniziativa che si articolava in due momenti: il primo in una sorta di processione che partiva dal MAO (il museo di arte orientale) e che si concludeva proprio al Mercato Centrale e poi lo spettacolo vero e proprio, in cui gli artisti si sono esibiti per lo più con tamburi in una danza shiamanica tradizionale, veramente veramente bella. Siamo anche state alla World Press Photo Torino a Palazzo Barolo, di cui non mi sono persa una edizione negli ultimi anni. Visitare questa mostra è sempre una pugnalata soprattutto perché ti espone alle conseguenze tangibili di tanti avvenimenti che accadono nel mondo su cui non ci soffermiamo e sui tanti che neanche ci raggiungono. Dal cambiamento climatico alle guerre, dalle discriminazioni alle malattie, questa esposizione di fotogiornalismo è una delle mie preferite dell'anno per la sua forza e il suo significato. Le immagini sono uno dei media più immediati che abbiamo a disposizione e sono fin troppi i giornalisti che ogni giorno rischiano tutto per documentare adeguatamente quello che sconvolge quotidianamente il mondo.
Novembre ci ha viste in un'altra camminata che non si è conclusa nei migliori dei modi e che ci ha fatto un po' rivalutare che cosa ci aspettiamo da queste esperienze nella natura e in montagna. Siamo anche state a vedere due mostre American Nature di Mitch Epstein & Arca di Antonio Biasiucci in Gallerie d'Italia. L'occhio di Epstein perso nei meandri dell'America più profonda tra alberi secolari, paesaggi industriali che fagocitano la natura viene restituito al visitatore con una stampa a pigmenti, un effetto in 3d e una sfilza infinita in cui perdersi, tra cui la conoscenza che le sequoie sono molto resistenti all'azione del fuoco. Biasiucci è un fotografo e un poeta, esplorare le sue foto a tratti inquietanti a tratti oniriche regala suggestioni veramente inaspettate. Immaginare prima di leggere le didascalie è un consiglio che mi sento di condividere. Il 19 novembre sono riuscita finalmente a prendere la residenza tra mille peripezie e poi siamo state a vedere la mostra su Berthe Morisot alla GAM. Nella nuova veste completamente ristrutturata, la GAM di Torino ospita una mostra dedicata a Berthe Morisot l'unica pittrice impressionista in combo con il palazzo Reale di Genova. Conosciuta ai più come modella di Manet e moglie del fratello, in realtà è una pittrice inquieta che incarna perfettamente lo spirito dei suoi tempi. Le pennellate che diventano sempre più fluide ritraggono soggetti della sua vita quotidiana: il marito, la figlia, le domestiche, i paesaggi intorno a lei. I colori delicati, il verde che sfuma nell'azzurro e quelle sfumature che richiamano le ninfee ma che poi delineano i tratti di una donna che si è fatta strada tra i più grandi pittori del suo tempo per affermarsi prima che come donna, moglie, madre, come pittrice. Prossima tappa, andare a Genova.
A dicembre siamo andate a visitare due Madonne con il bambino di Gentileschi e Van Dyck alle Gallerie d'Italia in confronto tra loro e in prestito da Palazzo Corsini. Dipinti a distanza di circa quindici anni tra loro, i due quadri costituiscono due diverse interpretazioni della cosiddetta “Madonna del latte”, davvero molto interessante. L'ultima mostra dell'anno invece è stata quella dedicata a Tina Modotti alla Camera. Sono le foto a parlare, anche per Tina Modotti o Tinissima come la chiamava sua madre. Una donna carismatica ed eclettica con una produzione ampissima e ancora per lo più sconosciuta. Esposta fin da piccola alla fotografia, è stata anche pittrice, modella e attrice e la sua vita è piena di aneddoti curiosi. Tra l'Europa e l'America ha descritto le peculiarità del Messico, in un modo di fotografare spontaneo che lasciasse spazio ad emozioni e al suo essere e sentire.
Per il 2025 ho molti progetti e molte aspettative, ma vorrei anche che fosse un anno di calma, il 2024 è stato pieno di cambiamenti, nel 2025 vorrei godermi i risultati di quei cambiamenti, vorrei trovare tempo per rilassarmi e per essere serena, quella serenità che soprattutto nell'ultima parte dell'anno ho stentato a trovare. Vorrei trovare un equilibrio tra i miei slanci e le mie introspezioni, vorrei essere più incisiva e meno titubante, vorrei fare pace con me stessa e con la mia propensione a criticare ogni aspetto di me. Spero di riuscirci, spero di arrivarci.
Per il blog e per le letture è stato un anno veramente brutto, forse l'anno in cui ho letto di meno, in cui mi sono impegnata meno, prendere un libro in mano è stato difficile, ho un po' ripreso ma ultimamente faccio davvero fatica. Vorrei impegnarmi un po' di più e soprattutto vorrei tornare ad essere un po' più costante nel postare recensioni, ne ho un sacco da scrivere devo solo trovare il tempo e la forza di volontà.
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Vive l’impressionnisme! Capolavori da collezioni olandesi
Al Museo Van Gogh di Amsterdam una grande mostra per i 150 anni dell’Impressionismo
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Anch’io amo Van Gogh e sono stato pure ad una sua mostra 😍Quadro preferito e perché ?🐺
Wow🥹 io ne ho vista una ma a Palermo. Vorrei vedere il museo ad Amsterdam. Forse un giorno questo mio sogno diventerà realtà. Quadro preferito direi la notte stellata anche se è scontato perché è quello più conosciuto, ma oltre alla bellezza dei colori e delle pennellate di quel quadro, mi piace la storia che c’è dietro… tanta sofferenza e voglia di evadere.
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Alcune delle opere più famose di Vincent van Gogh sono state usate come ispirazione per sei dipinti creati da artisti di The Pokémon Company Dal 28 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, Pikachu, Eevee, Snorlax e tanti altri Pokémon verranno mostrati sotto una luce tutta nuova al Museo Van Gogh di Amsterdam. Una serie di attività a tema Pokémon saranno disponibili nel museo e online, volte a far scoprire e conoscere le opere di Vincent van Gogh a giovani artisti in erba. Pokémon e il Museo Van Gogh hanno organizzato una collaborazione ufficiale volta a far scoprire le opere di Vincent van Gogh a un nuovo pubblico in occasione del cinquantesimo anniversario del museo. Emilie Gordenker, direttore generale del Museo Van Gogh, ha commentato: "Questa collaborazione permetterà alla prossima generazione di conoscere l'arte e la storia di Vincent van Gogh in un modo tutto nuovo. Il Museo Van Gogh e The Pokémon Company International hanno attinto da molti anni di pratica educativa per creare un'esperienza speciale per i bambini, per i loro tutori e, speriamo, per molti altri al Museo Van Gogh." La collaborazione tra Pokémon e il Museo Van Gogh presenterà le sue installazioni dal 28 settembre 2023 al 7 gennaio 2024. Per partecipare alle attività sarà necessario un normale biglietto d'ingresso al museo, acquistabile esclusivamente online. Alcune delle opere più famose di Vincent van Gogh presenti nella collezione permanente del Museo Van Gogh sono state usate come ispirazione per sei dipinti creati da artisti di The Pokémon Company. Tra questi sarà possibile ammirare Pikachu in un'opera ispirata all'Autoritratto con cappello di feltro grigio (1887), Sunflora nascosto in una variante del famoso quadro Girasoli (1889) e Snorlax e Munchlax che si rilassano in una creazione ispirata alla Camera da letto (1888). Questi sei quadri creati appositamente per l'occasione saranno esposti al primo piano dell'edificio principale (Rietveldgebouw).Il libretto "A Pokémon Adventure" guiderà i visitatori attraverso le opere di Vincent van Gogh che hanno ispirato le sei creazioni esposte nella speciale mostra "Pokémon at the Van Gogh Museum". Durante questa attività, i visitatori scopriranno il museo e le storie legate ai dipinti. Una volta terminata l'attività, i partecipanti potranno consegnare il loro libretto completato per ricevere in cambio una speciale carta promozionale "Pikachu x Van Gogh Museum" (disponibile in lingua inglese e fino a esaurimento scorte). "A Pokémon Adventure" sarà disponibile in inglese e olandese. Partendo dalla collaborazione "Pokémon x Van Gogh Museum", gli studenti scopriranno il legame tra Van Gogh e il Giappone e come l'ispirazione può essere una strada a doppio senso. I materiali didattici saranno disponibili in inglese e olandese.All'interno del museo, sarà disponibile un'attività video guidata (in inglese e olandese) che insegnerà ai visitatori come disegnare il famoso Pokémon Pikachu e li incoraggerà a provare. Inoltre, nel Van Gogh Museum Shop (pagina in inglese) sarà disponibile una serie esclusiva di prodotti Pokémon x Van Gogh Museum, con illustrazioni prese dalla collaborazione. Il direttore di licensing di The Pokémon Company International Mathieu Galante ha commentato: "Siamo sempre alla ricerca di partner fantastici con cui creare esclusive e gioiose esperienze per i fan di Pokémon, e questo è esattamente ciò che abbiamo trovato lavorando con il Museo Van Gogh. C'è un profondo legame tra l'ispirazione che ha portato alla creazione di Pokémon e quella che si cela dietro alcune delle opere più famose di Van Gogh. Con questa collaborazione, speriamo sinceramente di vedere dei bambini che scoprono il mondo dell'arte e vi si immergono attraverso le incredibili opere di Van Gogh e i Pokémon". Fonte
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Van Gogh a Napoli "I capolavori ritrovati"
Van Gogh a Napoli “I capolavori ritrovati”
AL MUSEO DI CAPODIMONTE Dal 7 febbraio 2017 per soli 20 giorni saranno esposti in esclusiva per il pubblico del Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli i due dipinti di Vincent Van Gogh rubati 14 anni fa al Van Gogh Museum di Amsterdam da due malviventi e ritrovati in Italia in un covo della camorra nel settembre 2016 grazie al lavoro della Guardia di Finanza e della Procura di Napoli. I…
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#a Napoli#AL MUSEO DI CAPODIMONTE#anteprima#camorra#capolavori ritrovati"#dipinti di Vincent Van Gogh rubati#esposizione#Museo di Van Gogh di Amsterdam#Spiaggia di Scheveningen prima di una tempesta#Una congregazione lascia la chiesa riformata di Nuenen#Van Gogh a Napoli
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Le cose più sconclusionate che ho fatto:
Partire per l' Etiopia un mese prima di discutere la tesi della triennale e discuterla appena tornata.
Uscire in piena notte in Etiopia, nonostante il coprifuoco, per andare a vedere le iene accompagnata da un guardiano con una mannaia in mano per difenderci.
Partire all'improvviso,senza valigia, per un week end "romantico" on the road dormendo in macchina bordo strada o alle pompe di benzina. Ritrovandosi all'alba a salire con il primo turno della funivia sul gran sasso innevato indossando solo le converse ai piedi.
Baciare di impulso una guardia carceraria donna in Etiopia che si stava avvicinando per perquisirmi. Dopo avermi palpata mi ha staccata dal resto del gruppo per portarmi in camera sua e offrirmi caffè, complimenti e altre avances.
Mentre mi trovavo in Madagascar ho davvero mangiato di tutto, comprese le cavallette, ma una sera il pasto era davvero terribile e mi stavo sentendo malissimo così quando miracolosamente è andata via la luce ho approfittato del buio per nascondere tutto il cibo che potevo nelle tasche della felpa.
Partire con una costola rotta per un campo estivo come educatrice di una trentina di bambini dopo che mi era stato raccomandato assoluto riposo
Partire per il cammino di santiago 15 giorni dopo essere tornata da 2 mesi in Madagascar. E partire per il suddetto cammino con la migliore amica delle medie che non vedevo e non sentivo da 5 anni. C'era stato solo un incontro casuale che aveva sancito la partenza. Due perfette sconosciute.
Fare male i calcoli e camminare per 50 km la prima tappa del cammino di santiago. Distruggersi i piedi gia al primo giorno e mettersi in fila per farsi medicare e ricucire dalla proprietaria dell'ostello.
Addormentarmi sul prato a villa borghese in pieno giorno ed essermi ritrovata affiancata da un manico che mi fissava mentre dormivo e mi proponeva di andare da qualche parte.
Da studente del liceo classico imbucarsi con le classi del linguistico in un viaggio di studio/scambio in spagna e ritrovarsi completamente sola e senza alcuna conoscenza della lingua in casa di una perfetta pazza sconosciuta.
Rompermi il braccio fingendo di farmi un bidet nella fontana del paese per prendere in giro gli amici spagnoli che ci prendevano in giro per il fatto di avere il bidet. Braccio rotto ed esame della patente rimandato.
Incastrarmi una perlina fra il bulbo oculare e la palpebra inferiore
Andare scalza di notte per casa calpestare uno scorpione, provare un dolore atroce e decidere di non svegliare nessuno per farsi soccorrere, togliere da sola il pungiglione e rimanere sveglia ore sperando solo che il dolore si affievolisse senza usare creme o medicinali. Dolore durato per giorni e giorni e giorni.
Entrare al museo di Van Gogh di Amsterdam dopo aver mangiato una space cake e ridere malissimo e tantissimo davanti ai girasoli. Scusami Vincent.
Da astemia bere a stomaco vuoto durante tutto il percorso dell'heineken experience, birre offerte, vinte ai quiz e comprate e ritrovarsi nello store dell'heineken a provare magliette mezza nuda in mezzo al negozio per poi comprare cose alla cavolo.
In ben due viaggi decidere di partire in due ma dormire in una camera di un ostello da 3 "tanto chi vuoi che lo prenda il letto da solo". Tantissima gente, tutta poco raccomandabile con un ricambio giornaliero.
Fare la fila nel bagno di un ostello, entrare in doccia al mio turno e rispondere "yes" distrattamente ad una tizia che parlava in una lingua che non conosco per poi ritrovarsela nuda sotto l'acqua con me.
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“Chi non ama i gatti probabilmente era un topo in una vita precedente”
Ciao ragazzi
lo so, sono stata assente in questo periodo - riconosco che inizio sempre più spesso i miei post con questa frase - ma ho una buona scusa: ha quattro zampe, è peloso e non mi lascia dormire la notte. E in questo momento sta battendo i tasti del pc con le sue zampotte pelose e le sue unghie malefiche.
Da tempo desideravo un micio, un compagno di vita che fosse tutto mio. Quando sono rientrata dal periodo in Italia ho iniziato la mia ricerca, ma si è rivelata più complicata del previsto. Infatti è molto difficile ottenere un micino da solo, perché preferiscono farli adottare in coppia o dare la precedenza ha chi ha già un gatto. Lo riconosco, è importante per il piccolo arrivato avere un po' di compagnia “felina”, ma nel mio caso vivo in 39mq e un coinquilino mi sembra più che sufficiente.
Mi sono iscritta a una piattaforma dove i padroni pubblicano annunci per animali da adottare e avevo effettivamente trovato una cara signora che aveva a disposizione molto micini. Uno bianco e nero con una macchiolina nera sull’occhio mi aveva già conquistato.
Purtroppo, però, il weekend successivo sarei andata ad Amsterdam a trovare la mia ex coinquilina di Milano, e di certo non potevo prendere un gattino e lasciarlo solo dopo meno di una settimana! Ho deciso, un po' a malincuore. di interrompere temporaneamente la mia ricerca. Poi, quando meno me lo aspettavo, durante una sosta da un giro in bicicletta per i canali, ho ricevuto le foto di alcuni splendidi tigrotti e la domanda “due di loro sono maschi - desideravo un ometto - lo vuoi?”
Non riuscivo più a trattenere l’emozione, il mio desiderio si stava avverando e il mio cuore è stato conquistato da una piccola palla rossa e pelosa. “Lui, è l’amico a quattro zampe perfetto per me”. La domanda a quel punto era “come lo avrei chiamato?” Volevo che il suo nome avesse un significato particolare, che appartenesse solo a lui. Poiché il giorno precedente avevo visitato il Museo di Van Gogh - che consiglio vivamente se capitate ad Amsterdam - ho pensato “allora Vincent no, nonostante il loro “colore di capelli” fosse innegabilmente lo stesso - però Theo, come il suo adorato fratello ci sta, è un nome che può andare per un gatto”.
Ho aspettato 3 settimane; a un certo punto ho persino temuto che non sarebbe mai arrivato, poiché si trovava ad Harz, in montagna vicino ad Hannover (però è un Ossy, cioè nato nella Germania dell’Est) e il lockdown stava cominciando.
Invece ecco che una settimana fa è arrivato, impaurito, nella sua gabbietta. Mi si è stretto il cuore, ero davvero felice di averlo finalmente con me, ma al tempo stesso mi sentivo in colpa per averlo sottratto alla sua mamma e i suoi fratellini. I primi giorni sono stati duri, si nascondeva dietro al divano o sotto le coperte, non mangiava e leggevo la paura e lo sconforto nei suoi occhi. Poi, piano piano, in punta di piedi, ci siamo avvicinati e ho scoperto una tenerezza commovente e un uragano di energia (soprattutto la notte!).
Ora Theo ed io siamo sempre insieme. Lui di giorno principalmente si nasconde sotto il piumino - ero molto restia all’inizio a lasciarlo girovagare nel letto ma è stato inevitabile - e dorme. Mangia poco durante il giorno, solitamente si attiva nel tardo pomeriggio e non lo si spegne più. Adora i cavi e ogni tipo di filo - compresi i miei capelli - bere dal mio bicchiere che dimentico sempre sul tavolo e poi devo mettere a lavare e, soprattutto, tormentarmi di notte. Mi concede alcune ore di sonno, ma poi pretende coccole e attenzioni. Ora capisco cosa provano le neo mamme coi propri neonati: sono stanca, a volte davvero infuriata che non posso dormire, ma ogni volta che lo guardo non riesco ad arrabbiarmi. Quel musino, gli occhi gialli e neri cosi vivaci, il pelo morbido che accarezzerei tutto il giorno hanno la meglio su di me.
Mi emoziona pensare che sarà il mio amico per la vita, anche se la veterinaria mi ha informato che potrebbe essere un “Maine Coon” e i gatti di questa razza possono arrivare a pesare 15kg!
Qui sotto un omaggio “Gatto su tela”.
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“It is good to love many things, for therein lies the true strength, and whosoever loves much performs much, and can accomplish much, and what is done in love is well done.”
-- Vincent Van Gogh.
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Giorno X13
Sabato 22 Giugno, ore 23:10
Voglio preparare le valigie di notte, mentre dormi per poi svegliarti con un bacio e in mano i biglietti di un volo che decollerà da lì a poche ore.
Voglio visitare il mondo con te: voglio andare ad Amsterdam, camminare e ritrovarci circondate da quelle distese di fiori, e baciarti tra le luci dei canali. Voglio visitare il museo di Van Gogh, perdermi in mezzo al campo di girasole dell'ingresso per poi ritrovarmi tra le tue labbra davanti al quadro "skull of a skeleton with a burning cigarette" per poi passare la notte in qualche locale a bere birra e fumare.
Voglio svegliarmi il mattino dopo accanto a te, e decidere di ripartire per andare al mare, prendere il primo aereo ed atterrare ad Ibiza, al caldo, nuotare in quel mare cristallino, farmi prendere in braccio, baciarti sotto il sole, scottarmi sulla sabbia bianca, per poi la sera ubriacarci in qualche locale e ritrovarci a fare l'amore in qualche spiaggia, illuminate dalle poche luci e con il rumore del mare in sottofondo, fino alle prime luci dell'alba.
Voglio correre all'aeroporto, guardare il tabellone e scegliere la meta successiva, Parigi, una passeggiata fino al Louvre, ore lì dentro, tra mummie, quadri, statue, a far le foto come due amanti davanti ai quadri, per poi indossare qualche abito elegante e cenare a lume di candela in cima alla Tour Eiffel. Visto che ci siamo, vorrei visitare con te tutti i castelli lungo la Loira, vedere tutto quello sfarzo, quelle stanze ricoperte d'oro, per sussurrarci che noi non abbiamo bisogno di quello, ci basta un piccolo spazio per sentirci a casa, anche solo una stanza. Affittiamo una macchina e partiamo, niente aereo sta volta, da Parigi fino alle coste della Normandia per arrivare sino alle coste della Gran Bretagna.
Ti va di salutare la regina? Il pomeriggio a prender in giro le guardie così buffe, al tramonto sulla ruota panoramica e la sera in qualche squallido bar a bere birra mentre mi prendi in giro dopo aver ascoltato il mio pessimo inglese.
Ma con te voglio spingermi oltre oceano, visitare New York, prendere uno di quei taxi gialli, baciarti a Time Square sotto le sue luci, rimanere incantata dalla Statua della Libertà, attraversare ponti, mangiare schifosamente a China town, o dove preferisci, per prendere il giorno dopo un aereo che ci porta alle coste di Miami, poi Los Angeles, e ovunque tu voglia.
Visto che ci siamo, vorrei visitare il Canada, con tutti i suoi laghi, il freddo, la natura e fare un campeggio, noi due in mezzo ad un bosco, una tenda, della pizza, e a far l'amore in mezzo al nulla, ma solo dopo aver riso perché anche per un nodo dovrò chiederti aiuto, montare la tenda di sicuro sarà un tuo forte.
Ripartiamo, che ne dici di un pò di festa? O di un carnevale in grande stile, andiamo a Rio, sfiliamo in mezzo a quelle maschere e a quei vestiti strepitosi, ridiamo ubriache per quelle strade, cantando chissà cosa a squarciagola e baciamoci ovunque ci capiti.
E se questi posti lontani, con me, ti spaventano, permettimi di farti trovare dei biglietti del treno, per cominciare vorrei tornare con te a Firenze, visitare gli Uffizi, innamorarmi di te ancora una volta mentre ti guardo vicino alla Nascita Di Venere, Attraversiamo Ponte vecchio, corriamo lungo i giardini e ripartiamo, voglio mostrarti Roma al tramonto, portarti a mangiare la pizza al Gianicolo, sentir cantare gli artisti di strada a piazza del popolo o farci beffa del passato sotto il balcone del duce, o dove ora si affaccia quel cretino di Salvini.
E se ti sembro ancora esagerata, permettimi almeno di venirti a prendere al binario di stazione Porta Nuova, farti scoprire le poesie lungo la nostra città, fermarci a cenare sopra piazzale San Matteo, camminare lungo l'Adige, fare l'amore nascoste ai Bastioni, toccare la tetta a Giulietta per poi visitare la sua tomba lì accanto, ridere dell'università, della mia scuola, cantare a squarcia gola ad un concerto in Arena e correre prima del fischio d'inizio allo stadio con una birra e una sigaretta. Perché ora è questo che voglio con te, me lo permetti?
#amore a distanza#amore vero#citazioni#tristezza#feelings#depressione#i love you#lgbt#love#lovely#ti amo#Città#Viaggi#Partiamo#Insieme#Londra#Parigi#Versailles#Roma#Capitali#Europa#Grandi città#Fare l'amore#Innamorarsi#Quadri#Dipinti#Statue
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Viaggiare è una delle cose più utili al mondo: conosci nuove culture, nuove tradizioni, nuove persone, impari una nuova lingua. Mi è sempre piaciuto tanto, mi piacerebbe visitare più posti possibili, che siano all’interno o meno dall’Italia, ad esempio, vorrei prendere la prima gondola di Venezia per poi arrivare direttamente sul fiume più vicino alla Tour Eiffel. Non mi è mai piaciuta particolarmente la Francia, eppure, frugando tra i vecchi album di famiglia, ho trovato una polaroid dei miei genitori proprio sotto la Tour Eiffel e non sono riuscita a negare che Parigi sia la città dell’amore, erano così belli e sorridenti, mi sono ripromessa che prima o poi, anch’io farò la stessa foto, con la persona che amo. Ma forse non è Parigi la magia, forse, è la persona con cui intraprendiamo il viaggio. Viaggiare –anche se poco– mi ha fatto capire tante cose, come ad esempio che in Toscana non si può mangiare il pane se non ci versi prima tutta la saliera, e che all’estero è meglio provare i piatti tipici nonostante lo scetticismo verso gli ingredienti anziché provare a far capire come si cucinino i piatti italiani. Lo sapevi che in Spagna la carbonara consiste in un piatto di spaghetti con panna, funghi e prosciutto cotto? Mi piacerebbe perdermi ad Amsterdam nel museo di Van Gogh o ballare sotto la perenne pioggia di Londra, ho sempre desiderato visitare Las Vegas e Los Angeles, passeggiare per il Walk Of Fame e tirarmela facendo tremila foto sulle spiagge più belle della California per poi eliminarne duemilanovecentonovantanove. Viaggiare t’insegna a socializzare, ad amare e, soprattutto, a capire di essere innamorati: quando continuando a viaggiare realizzi di aver già trovato il tuo posto giusto, di sapere qual è la tua vera casa. Chi è. Viaggiando, ho capito che qualunque spiaggia mi riporta a te così come un po’ qualunque altra cosa. Ho capito che non importa quanti pigiami continuerò a comprare perché continuerò sempre ad addormentarmi con la tua maglietta addosso, per sentirti costantemente accanto. Viaggiando, ho capito quanto sia bello tornare a casa quando hai qualcuno da cui tornare, qualcuno che ti aspetta ansiosamente perché non vede l'ora di riabbracciarti. Viaggiando, ho capito che ho finalmente trovato un punto fisso, un posto giusto. Il mio posto giusto. Tu.
Aurora
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Tutto quello che desidero è averti al mio fianco.
Voglio andare al cinema con te e sfiorarti la mano mentre distrattamente cerco la Coca-Cola, voglio che, spontaneamente, posi la tua testa sulla mia spalla mentre sbadigli a fine intervallo.
Voglio guardare mille tramonti dal finestrino della tua macchina, mentre tu canti i B-link, io stringo la mia mano sulla tua quando cambi marcia.
Voglio ridere con te seduti da Mc-Donald, mangiando schifezze.
Voglio guardare Netflix sdraiata sulle tue gambe, mentre tu mi passi le dita tra i capelli e non importa se discutiamo mezz’ora su quale film guardare, tanto sappiamo entrambi che dopo poco finiremo con il fare tutt’altro.
Voglio aprirti l’armadio e mettere le tue felpe, che hanno il tuo profumo, quel profumo che amo e cerco ovunque.
Voglio passare le domeniche pomeriggio a leggere nel tuo letto, mentre tu guardi la partita e t’incazzi con questo o quel giocatore.
Voglio guardarti con gli occhi rossi per il fumo e scoppiare a ridere, senza paura di sentirmi fuori luogo.
Voglio apparecchiare la tavola mentre tu cucini, raccontarti la mia giornata e lamentarmi di qualsiasi cosa.
Voglio che, quando inizia a girarmi la testa dopo l’ennesimo prosecco, mi baci con le labbra che sanno di Ceres.
Voglio i baci sull’angolo della bocca, ma anche sul collo, sulla fronte, ovunque.
Voglio le mie unghie sulla tua schiena mentre lo facciamo, e voglio che tu mi dica che, nonostante i mille difetti che riesco a trovarmi, io sia sempre bellissima.
Voglio accarezzarti tutti i tatuaggi, uno ad uno, e conoscere tutti i significati.
Voglio viaggiare con te, vedere Amsterdam e visitare il museo di Van Gogh mentre tu mi aspetti nel tuo coffee shop preferito.
Voglio alzare gli occhi al cielo mentre dici una delle tue stronzate, che poi dentro di me rido e penso “Dio, quanto è cretino”. Voglio che tutte le volte che mi fai incazzare e mi alzo per andarmene, tu mi prenda per il braccio e mi chieda di restare.
Voglio riempirti la galleria di foto, anche se non ti piace farle, le voglio fare comunque, perché voglio che ogni momento insieme venga ricordato.
Voglio che se mentre guidi parte “Bad Things” alzi il volume a palla.
Voglio che mi racconti tutto ciò che ti passa per la testa, che condivida con me ogni pensiero, anche quelli più assurdi. Voglio poterti raccontare tutti i miei sogni e potere sentire la tua voce quando mi sveglio nel cuore della notte dopo averne fatto uno davvero strano.
Voglio che quando vedi qualcosa che ti ricorda una mia qualsiasi stranezza mi scriva “ti stavo pensando”.
Voglio litigare e urlarti che mi stai sul cazzo, che sei orgoglioso e arrogante, e voglio sentirmi dire che io sono una stronza rompi coglioni, che siamo due pazzi a provarci ancora, ma siamo pazzi l’uno dell’altro, per cui va bene così.
Voglio che gli altri ci guardino e pensino “che c’entrano quei due insieme”, che non c’entriamo proprio un bel niente, ma il bello è proprio questo.
Voglio che tu sia fiero di quello che sono, che mi guardi con orgoglio e che mi ripeta all’infinito “tu sei mia”, che mi piace la tua stupida gelosia.
Voglio prendermi cura del tuo dolore, della tua sofferenza, toccarla con mano e dirti che imparerò ad amarla, che tutto ciò che c’è di brutto in te saprò apprezzarlo, perché dopotutto è tuo, quindi mio.
Ma, più di ogni altra cosa, voglio che tu mi voglia, anche se è difficile, anche se è in salita, anche se fa male, perché, in fondo, ne vale la pena.
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Luoghi della cultura chiusi per Covid? Il Van Gogh Museum non ci sta e diventa beauty center
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MANICURE, CAMBIO SMALTO, RICOSTRUZIONE UNGHIE… TUTTO SOTTO LO SGUARDO DI VINCENT VAN GOGH. SCENA SURREALE AL MUSEO DI AMSTERDAM, CHE HA PROTESTATO PER LE RESTRIZIONI ANTI CONTAGIO CHE IMPONGONO AI LUOGHI DELLA CULTURA DI RIMANERE CHIUSI. E IN OLANDA NON È UN CASO ISOLATO Il-Van-Gogh-Museum-ad-Amesterdam-trasformato-in-centro-estetico-696×437 In tempi di avversità la creatività diventa la migliore…
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