#Michele Tadini
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Folon Firenze
Skira, Milano 2005, 270 pagine, 24x30cm, ISBN 9788876243745
a cura di Marilena Pasquali
euro 39,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo dell’esposizione dedicata all’artista belga presenta circa duecentocinquanta opere comprendenti celebri acquerelli, sculture e serigrafie.
Pubblicata in occasione della più importante mostra antologica mai realizzata in Italia, dedicata all’artista belga Jean-Michel Folon, una completa e aggiornata monografia su questo indiscusso protagonista della scena internazionale dalla straordinaria intensità espressiva e poetica.
Curato da Marilena Pasquali, il volume (catalogo dell’esposizione fiorentina realizzata a quindici anni dalla prima mostra pittorica di Folon al Museo Marino Marini) presenta circa duecentocinquanta opere comprendenti i celebri acquerelli, piccoli objets ricchi di fantasia e di ironia, e, soprattutto, le sculture – monumentali o di dimensioni più ridotte – che costituiscono una vera e propria rivelazione. L’artista noto in tutto il mondo per i suoi acquerelli e per la sua attività grafica, a partire dagli anni Novanta (dalla mostra al Metropolitan di New York, tappa significativa del suo percorso artistico) si è dedicato alla scultura con esiti di altissimo livello pienamente riconosciuti dalla critica e dal pubblico internazionale. A differenza del senso di equilibrio e della luce che emanano dalla sua produzione pittorica, nella scultura emerge il lato oscuro dell’artista, la leggerezza lascia il posto all’inquietudine, l’armonia si tinge dei colori del timore per l’esistenza. In questa trasformazione vengono alla superficie le sue radici nordiche. Ma nelle sculture, tuttavia, rimane quella tensione di Folon alla luce, all’aria, allo spazio. Come egli stesso osserva:” Toutes mes sculptures régardent le ciel, c’est une façon de mettre le ciel dans la sculpture”. La monografia propone un percorso evocativo e tematico in cui trovano spazio i soggetti preferiti da Folon – il Volo, la Mano, il Viaggio, lo Sguardo, la Testa, il Totem, gli Uccelli – illustrati attraverso acquerelli, sculture, objects, serigrafie e affiches. Folon Firenze – titolo che richiama il rapporto di Folon con Firenze e la Toscana, rapporto di elezione iniziato molto tempo fa, già negli anni Cinquanta quando l’artista appena ventenne girava per la regione in autostop – comprende i testi di Federico Fellini, Jean-Michel Folon, Marilena Pasquali, Ray Bradbury, Emilio Tadini, il catalogo degli acquerelli e delle sculture, la biografia dell’artista (a cura di Federica Filippi Gabardi) e i riferimenti bibliografici.
Firenze, Forte di Belvedere e Sala d’Arme di Palazzo Vecchio 13 maggio – 18 settembre 2005
30/04/24
#Folon#mostra Firenze 2005#250 opere#artist books#acquerelli#il Volo#la Mano#il Viaggio#lo Sguardo#la testa#il Totem#gli Uccelli#artnexhibition catalogue#fashionbooksmilano
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GOLDRAKE di Luigi Alberteli e Vince Tempera. Canta Michel Tadini. #45giri #Goldrake #Vintage #GoNagaiWorld http://bit.ly/2DdlBiW
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Chiara Samugheo
https://www.unadonnalgiorno.it/chiara-samugheo/
Era un tempo nel quale ci si poteva illudere. Ed io mi illusi di poter contribuire con le mie fotografie a rivelare mali e contraddizioni del paese, raccontarne usi e costumi. Qualcosa riuscii a fare ma ben presto dovetti constatare che lo spazio professionale che mi era concesso si andava restringendo non tanto perché diminuissero mali e contraddizioni del paese o fossero migliorati gli usi e i costumi della gente ma semplicemente perché via via scomparivano quei giornali (pochi) che si interessavano ai problemi della società italiana.
Chiara Samugheo è stata una pioniera del fotogiornalismo italiano. Artista geniale, ha rinnovato in modo eclatante il ritratto di studio.
Il suo modo di usare la macchina fotografica è stato un modello per la fotografia di moda e cinema degli anni ’80.
È stata la prima fotografa professionista italiana a firmare le copertine delle grandi riviste internazionali.
Ha documentato gli anni della Dolce Vita, ritraendo le dive e i protagonisti del jet set, mostrando, allo stesso tempo, le profonde contraddizioni del nostro paese.
Chiara Samugheo nacque col cognome di Paparella a Bari il 25 marzo del 1925 (anche se per un suo vezzo, ha sempre attribuito la sua data di nascita dieci anni dopo, nel 1935). Da piccola voleva fare la musicista, ma i suoi genitori, di umili origini, la volevano maestra. Fu così che, per assecondare il suo desiderio di emancipazione si trasferì, molto giovane, a Milano, dove si trovò a frequentare intellettuali come Enzo Biagi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini e Giorgio Strehler. L’incontro con Pasquale Prunas, fondatore della rivista culturale Sud e suo compagno di vita che le suggerì di scegliere uno pseudonimo, fu fondamentale per introdurla al mondo della fotografia, coinvolgendola nella redazione di una nuova rivista, Le Ore, che si occupava di fotogiornalismo internazionale.
Il primo servizio di Chiara Samugheo fu fotografare a Predappio la famiglia contadina dei Mussolini, i parenti del Duce. Il lavoro, intitolato I Mussolinidi, venne pubblicato nel 1953.
L’anno successivo ha documentato la missione di don Mario Borrelli, il prete che a Napoli raccoglieva dalla strada i bambini orfani e dava loro ospitalità nella Casa dello scugnizzo.
Per la rivista Cinema Nuovo, nel 1955, fece una serie di “fotodocumentari” come Le invasate, del 1955, servizio dedicato al tarantismo in Puglia, con un testo di Emilio Tadini e I bambini di Napoli, e Le zingare in carcere con i testi di Domenico Rea e Michele Prisco, sulle baraccopoli napoletane. Si ritrovò, da donna del Sud a fotografare rituali, attitudini, dolore e degrado di un meridione dal quale era fuggita ma che ancora le apparteneva fortemente. La prossimità “antropologica” si tradusse in una vicinanza concreta.
Inviata a Venezia a indagare sui costi della Biennale, ha realizzato due fotoinchieste Quanto costa la mostra e I padroni del cinema italiano.
Scoprì così l’affascinante mondo del cinema e iniziò a ritrarre le star. Le sue foto iniziarono a comparire su molte importanti riviste italiane e internazionali.
In poco tempo divenne la fotografa delle stelle cambiando anche stile e linguaggio, dal racconto veloce, in bianco e nero, passò al ritratto in posa ottenuto con i medi formati della fotografia di moda.
Ella stessa stessa impostava il set, sceglieva la posa, i costumi eleganti, prediligendo gli accessori ricercati. Davanti al suo obiettivo passarono tutte le dive più famose degli anni Sessanta e Settanta: Claudia Cardinale, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Monica Vitti, Brigitte Bardot, Ursula Andress, Liz Taylor, Shirley MacLaine.
Il periodo della dolce vita aveva decretato il successo di un nuovo tipo di fotogiornalismo e di riviste, dove lo star-system rappresentava il motore del progresso. Le foto di Chiara Samugheo prendendo le mosse da questo contesto, restituivano al corpo-oggetto delle dive una femminilità e una personalità reali, intime, in contrapposizione all’ambiente effimero costruito intorno ai loro corpi, contribuendo così ad alimentare la mitologia del cinema italiano.
Nel periodo d’oro del miracolo italiano, ha anche lavorato a Hollywood, in Spagna, in Russia, in Giappone. È stata ospite dello Scià di Persia.
Dopo aver vissuto a Roma per diversi anni, nel 1987 si è trasferita a Nizza, dove aveva un atelier in Rue Droite, la strada degli artisti. Proclamata cittadina onoraria della Francia, il 2 giugno 2003 è stata insignita del titolo di Cavaliera della Repubblica Italiana.
La fotografa, negli anni ha anche pubblicato numerosi libri dei suoi reportage, tanti ispirati alla Sardegna. I suoi immensi archivi, parliamo di più di 165.000 scatti, si trovano allo Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma.
Inarrestabile, negli ultimi anni della sua vita, dopo aver girato il mondo, aveva deciso di fare ritorno al Sud, nella sua terra. Pochi anni fa aveva fotografato la settimana santa a Ruvo di Puglia, sua città di origine.
Chiara Samugheo è stata una donna che ha fatto dell’emancipazione e delle sue passioni una bandiera di vita.
Ha lasciato la sua città natale, giovanissima, per inseguire i suoi sogni. Si è immersa nei contesti più degradati e dolorosi per poi risplendere in mondi patinati e artefatti conservando la sua verità e centralità. Per riavvolgere il cerchio della sua esistenza è ritornata alle origini, da dove era partita.
È morta il 13 gennaio 2022 a Bari.
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#repost • @stefanoboeriarchitetti 🌿Bosconavigli "La struttura sorgerà su ottomila metri quadrati di superficie da riqualificare: le tre facciate principali verranno scandite da un sistema alternato di balconi ideati per ospitare piante e alberi ad alto fusto e saranno caratterizzate da numerosi ingressi e affacci su via San Cristoforo che ampliano visivamente la connessione tra gli spazi interni della corte e il parco pubblico circostante. Il Bosconavigli mette insieme l’architettura tipica della casa a corte milanese e le dinamiche contemporanee di sostenibilità e di fruibilità di spazi pubblici e privati." @larepubblica "Il complesso architettonico si presenterà come un corpo unitario compreso nei confini dell'area che lega la zona Tortona ai Navigli. Le terrazze e i giardini pensili costituiranno i gradoni dell'architettura pronta a scendere verso il borgo di San Cristoforo - ormai assorbito dalla città di Milano. La particolarità? Le facciate. Insieme alle coperture, le facciate saranno abitate da alberi. Saranno tutte verdi." @elledecoritalia Credits CLIENTE Milano 5.0 PROGETTO DEFINITIVO SBA @stefano_boeri, @Marcodomgiorgio Edoardo Colombo, Alessandra Magnetti (@alemagnetti) Render: Shilong Tan (@tanshilong), Daniele Barillari (@daniele.barillari) SBI @stefanoboerinteriors Giorgio Donà (@giorgiodona) Jacopo Abbate (@jacopo_abbate), Martina Mitrovich (bravomakice), Chiara Tomasin (@ChiaraTomasin), Esteban Marquez (@estebanmarquez). @arassociati ARASSOCIATI Giovanni Da Pozzo, Michele Tadini, Massimo Scheurer, Marco Brandolisio Giulia Zambon, Francesca Da Pozzo @agep_greenscape AG&P greenscape (progetto paesaggistico) Emanuele Bortolotti Paolo Palmulli Mariagiusi Troisi Giorgia Fiorentini IMPIANTI: ESA Engineering srl STRUTTURE: @sceproject ANTINCENDIO: GAE Engineering srl PRATICHE GEOTERMIA: Studio Idrogeotecnico srl COST CONTROL: GAD Studio RENDER: @level_creativestudio, @echoostudio PROGETTO GRAFICO E IMMAGINE COORDINATA: Anchora Studio More info: link in home @bosconavigli https://www.instagram.com/p/CUZtl67Fp5E/?utm_medium=tumblr
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Vai che il tuo cuore nessuno lo piega
Michel Tadini
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I was wondering if ever happened to the main trio (Phantom, Christine and Raoul) to be all understudies in one night... Did it ever happen? If so, is there an audio of it?
Yep, and if you’re looking for audios, all you have to do is look for ones that have “(u/s)” for the first three roles (if say you’re looking at my site). Just from my own site, here are the audios of understudies in all three main roles.
Kyle Gonyea (u/s) Olivia Safe (u/s), Rob Pitcher (u/s) - Hamburg
Tim Martin Gleason (u/s), Susan Owen (u/s), Stephen Buntrock (u/s) - Broadway, I think there’s video of this cast
Homero Velho (u/s), Bianca Tadini (u/s), Andre Saporetti (u/s) - Sao Paulo, only a few clips
Christian Mueller (u/s), Martina Rumpf (u/s), Lucius Wolter (u/s) - Essen
David Gaschen (u/s), Erin Stewart (u/s), Greg Mills (u/s) - US Tour
Scott Davies (s/b), Ashleigh Fleming (u/s), Antony Hansen (u/s)- London, cheating slightly since Davies is a standby
Simon Shorten (e/c), Lisa-Anne Wood (u/s), Oliver Savile (u/s)- London, Shorten was actually an emergency cover
Earl Carpenter (h/r), Lisa-Anne Wood (u/s), Oliver Savile (u/s)- London, kind of cheating again because Carpenter was sort of a principal, just one brought in for a very short run as a holiday replacement
Rob Pitcher (u/s), Michelle van de Ven (u/s), Oedo Kuipers (u/s)- Hamburg
Max Niemeyer (u/s), Annemarijn Maandag (u/s), Tobias Joch (u/s)- Oberhausen
Max Niemeyer (u/s), Annemarijn Maandag (u/s), Marco Fahrland-Jadue (u/s) - Oberhausen
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Lorsque je suis entré en 2004, je ne pensais pas rester une dizaine d’année au CNSMD qui me paraissait alors réservé à une élite très éloignée de ma provenance sociale. J’ai passé mes premières années en classe de tuba avec Mel Culbertson, Ivan Milhiet, Arnaud Boukhitine, et Kyoko Nojima je vivais au CNSMD la journée dans les salles de cours et le soir à la résidence au 3 ème étage. Là, je retrouvais essentiellement des amis d’origine très modeste qui sont désormais par leurs talents devenus de grands interprètes, musiciens d’orchestre. Plus tard j’ai fait la formation C.A. pour tenter de contribuer à un nouvel enseignement de la musique en conservatoire. Mes dernières années ce sont déroulées dans la classe de composition avec François Roux, Michele Tadini et Robert Pascal. Le CNSMD a été plus qu’un lieu d’apprentissage et de découvertes. J’y ai construit et élaboré une pensée et mes premières entreprises artistiques (accompagnés par Isabelle Replumaz et le Mécénat Musical de la Société Générale) dans un cadre suffisamment souple. La présence d’artiste comme Alain Joule invité au sein de l’établissement par Henri Fourès ont contribué pendant quelques années à l’essor d’une nouvelle génération d’artistes. Il est difficile de résumer ici toutes ces années de labeur et d’amitiés, les échecs, les déconvenues et les rares succès. Le CNSMD était pour beaucoup un laboratoire permanent avec des soutiens forts tant des camarades, enseignants ou du personnel administratif avec qui j’ai eu de belles amitiés. Lorsque je suis sorti avec le projet Solitudes entre arts plastiques et composition, nous installions avec mes amis pour la première fois dans un lieu jusqu’alors dédié au concert. Bien sûr, il y avait beaucoup d’oppositions, mais il y avait toujours des possibles, j’ai senti qu’après mon passage dans les interstices, d’autres viendraient élargir les espaces du sonore. J’y ai appris là, une rigueur et une patience qui m’accompagnent aujourd’hui dans ma recherche résolument hybride, portée désormais sous le nom d’Oscar A. Aujourd’hui cela peut paraitre étrange qu’un établissement s’intéresse autant à l’avénement de regards, de pensées. Lorsque je suis sorti, il restait quelques vibrations d’un idéal social et culturel. Pourvu qu’il transpire encore longtemps dans ces murs.
Jonathan Zwaenepoel
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I Promessi sposi alla prova
I Promessi sposi alla prova
Il capolavoro di Manzoni nella rielaborazione teatrale di Testori torna in scena al Franco Parenti. E offre ancora molti spunti. (more…)
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#Andrée Ruth Shammah#Carlina Torta#Claudia Ludovica Marino#Filippo Lai#Giovanni Testori#Laura Marinoni#Luca Lazzareschi#Nina Pons#Recensione I Promessi Sposi#Sebastiano Spada
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SEQUENZA III, Luciano Berio, Laura Catrani
Laura Catrani, voice LUCIANO BERIO Sequenza III for female voice (1966) Markus Kutter, text Francesco Lupi Timini, videomaker Giuseppe Baresi, photography Giuseppe Baresi - Egidio Carlino - Daniele Donati, images Michele Tadini, audio recording and editing Francesco Lupi Timini, video editing StalkerVideo, Milano, December 2002
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Il malato immaginario e il nuovo corso di recitazione
Martedì 9 gennaio ha debutato al Teatro della Corte “IL MALATO IMMAGINARIO” di Molière con Gioele Dix nel ruolo di Argante, diretto da Andrée Ruth Shammah. In scena con Dix, Anna Della Rosa, Marco Balbi, Valentina Bartolo, Francesco Brandi, Piero Domenicaccio, Linda Gennari, Pietro Micci, Alessandro Quattro, Francesco Sferrazza Papa. La scena e i costumi sono di Gian Maurizio Fercioni, le musiche di Michele Tadini e Paolo Ciarchi, le luci di Gigi Saccomandi La versione italiana è di Cesare Garboli. Il protagonista de “IL MALATO IMMAGINARIO” è Argante, il quale, credendosi minato nel fisico e a rischio di ogni malattia, spreca la sua vita fra poltrona, letto, clisteri e salassi, imbacuccato in una vestaglia-palandrana e in una cuffia di pizzo che lo protegge dai “germi” del mondo. Prigioniero com’è della sua tragicomica ipocondria, per assicurarsi cure più assidue, vorrebbe maritare la figlia con l’erede del suo medico, un giovinotto vuoto e pedante. La figlia Angelica però, ama corrisposta Cleante. L’alter ego di Argante è Tonina, un incubo di cameriera che egli sopporta a stento: iperattiva, un po’ impicciona ma capace a sbrigare ogni faccenda e a risolvere ogni problema. Sarà lei a far girare il destino del protagonista e della sua famiglia. Reduce dalla vittoriosa spedizione nelle Fiandre, il Re di Francia Luigi XIV chiese al suo eccellente capocomico di scrivere una nuova commedia con danze e intermezzi che lo svagasse e rallegrasse. Nasce con questo proposito “IL MALATO IMMAGINARIO”, una farsa all’antica, come sempre traboccante di fulminanti spunti comici, troppo presto diventata il testamento teatrale di Molière che morì al quarto giorno di repliche dello spettacolo a causa di un malore avuto sulla scena proprio nel ruolo di Argante. Il primo, fortunatissimo allestimento che Andrée Ruth Shammah fece di questa farsa molieriana, risalente al 1980, vedeva come protagonista l’indimenticabile Franco Parenti e un giovane Gioele Dix nel ruolo di Cleante. Oggi l’attore milanese, giunto alla piena maturità, veste i panni di Argante, il tragicomico protagonista. “IL MALATO IMMAGINARIO” è in scena da martedì 9 a domenica 14 gennaio al Teatro della Corte. Lo spettacolo è in scena dal martedì al sabato alle ore 20.30; domenica ore 16. La recita del giovedì inizia alle 19.30. Intanto si comunica che Il bando per il corso propedeutico della “Scuola di Recitazione Mariangela Melato” del Teatro Stabile di Genova è on line sul sito www.teatrostabilegenova.it, nella sezione Scuola di Recitazione. Il termine per le iscrizioni è fissato per le ore 13 di martedì 16 gennaio. L’inizio delle audizioni è previsto per giovedì 18 gennaio, presso la sede della Scuola, in c.so Buenos Ayres 8. http://dlvr.it/QB2x8k
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Reforma une investidores, empresários e governo
A manutenção da agenda de reformas econômicas, independentemente dos desdobramentos no cenário político, foi o mantra repetido por investidores, bancos, industriais e membros do governo federal ontem. Para eles, o andamento das reformas trabalhista e da Previdência é condição fundamental para que a economia não seja arranhada, e os investimentos, afetados. “Olhamos o longo prazo. A gente aposta nas correntezas profundas”, afirmou Marcos Almeida, sócio no Brasil da gestora Brookfield, parafraseando frase dita pelo ministro da Fazenda, Henrique Meirelles. No mesmo evento, em São Paulo, o próprio ministro já havia dito mais cedo, a uma plateia de empresários e agentes de mercado, que a política econômica vai continuar. “Vamos passar um pouco sobre isso com essa perspectiva, de reformas. Essa é a agenda econômica, independentemente de qualquer coisa”, disse, em referência ao caos político que se instalou no país desde que o nome do presidente Michel Temer foi envolvido nas delações do empresário Joesley Batista. Seu coro foi engrossado por pronunciamentos dos ministros do Trabalho, Ronaldo Nogueira, e do Planejamento, Dyogo Oliveira. Nogueira destacou a importância das reformas, mas evitou fazer projeções sobre se a instabilidade política pode afetar o calendário de votação da proposta de mudanças na CLT. O ministro afirmou apenas que as reformas são fundamentais. “As reformas são fundamentais para que o Brasil esteja dentro do cenário moderno, principalmente em termos de garantia de direitos e necessidade de segurança jurídica”, disse. Para Venilton Tadini, presidente da Associação de Infraestrutura e Indústria de Base (Abdib), a mensagem passada pela equipe econômica de que há clareza e foco com relação às reformas estruturais tem sido fundamental para coordenar as expectativas, e é por isso que, em sua avaliação, o caos político não comprometerá a recuperação econômica. Em um “comunicado à nação”, a Confederação Nacional da Indústria defendeu a continuidade das reformas. “O Congresso Nacional precisa dar continuidade às reformas estruturais, que são fundamentais para recolocar o país no rumo certo”, disse o presidente, Robson Andrade. Para o economista da Fiemg, Sergio Guerra, as reformas precisam ser retomadas para a economia brasileira melhorar. “Estamos de acordo com a posição da CNI. Acreditamos e defendemos a importância de se levar a diante as reformas para melhorar o ambiente de negócio e retomar a confiança”, disse. Tadini, da Abdib, resumiu o que considera ser o sentimento geral de empresários, bancos e investidores: “Não há dúvida de que, independentemente de quem esteja à frente do governo, é importante que a política econômica atual permaneça. Nosso objetivo é a manutenção da agenda econômica”. (Com agências e Maria Lúcia Gontijo)
http://ift.tt/2qNy7Qo
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UNO SPETTACOLO INTENSO, IRRIVERENTE E FOLGORANTE
CARLO CECCHI in IL LAVORO DI VIVERE di Hanoch Levin uno spettacolo di Andrée Ruth Shammah ripreso da Carlo Cecchi e con Fulvia Carotenuto, Massimo Loreto allestimento scenico di Gianmaurizio Fercioni luci di Gigi Saccomandi costumi di Simona Dondoni musiche di Michele Tadini produzione Teatro Franco Parenti / MARCHE TEATRO
Per la prima volta è in scena in Italia, Il lavoro di vivere, l’opera incandescente e feroce del drammaturgo Hanoch Levin, il più importante autore e drammaturgo israeliano, premio Bialik per la letteratura 1994. Carlo Cecchi, uno degli ultimi grandi maestri del teatro italiano, è qui protagonista insieme a Fulvia Carotenuto e Massimo Loreto. Il teatro di Levin è irriverente: la poesia si nasconde dentro le situazioni più imbarazzanti, i suoi testi sono una commistione di spiritualità nobile e di cruda realtà, dalla critica alla cultura borghese fino ai contrasti tra carne e spirito, perché il meschino sogna di stare sotto il riflesso della luce della felicità altrui. Così avviene anche per Il lavoro di vivere, una storia d’amore fra due persone di mezza età, in cui l’amore appare a barlumi folgoranti, in mezzo a un mare di insulti, parole durissime e rimpianti. Lo spettatore ride di gusto, senza accorgersi che sta ridendo di se stesso. Molto amato in Francia e negli Stati Uniti, Levin, figlio di sopravvissuti all’Olocausto, scomparso nel 1999, fu contestato per le controverse posizioni politiche nei confronti del suo Paese. Di lui, la regista Andrée Ruth Shammah, dice: «è uno che è sempre andato contro il trionfalismo israeliano, che obbliga a mettersi in gioco con una matrice ebraica universale, portando a sfiorarsi commedia e tragedia con la tipica ironia della disperazione». Non è forse sbagliato pensare che il rapporto tra marito e moglie (i personaggi della pièce) ricalchi quello più antico e segreto che l’autore intrattiene con la propria terra, amata e odiata insieme, nei confronti della quale nutre contrastanti sentimenti di desiderato distacco e viscerale attaccamento.
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#repost • @stefanoboeriarchitetti «Si chiama #Bosconavigli, è il nuovo complesso residenziale da un’idea di @stefano_boeri, sviluppato da Stefano Boeri Architetti e @arassociati con la progettazione paesaggistica di @agep_greenscape. Sorgerà su un’area da riqualificare di oltre 8.000 mq, adiacente all’antico borgo San Cristoforo affacciato sul Naviglio Grande, e sarà un edificio circondato e avvolto nel verde, che si integrerà nel paesaggio, come a volersi mimetizzare con l’ambiente circostante. “Alberi e piante non sono semplice elemento decorativo ma diventano caratteristica strutturale e funzionale, in ultima analisi necessaria per il futuro del nostro pianeta” spiega l’architetto di fama internazionale». Da @corriere Credits CLIENTE Milano 5.0 PROGETTO DEFINITIVO SBA @stefano_boeri, @Marcodomgiorgio Edoardo Colombo, Alessandra Magnetti (@alemagnetti) Render: Shilong Tan (@tanshilong), Daniele Barillari (@daniele.barillari) SBI @stefanoboerinteriors Giorgio Donà (@giorgiodona) Jacopo Abbate (@jacopo_abbate), Martina Mitrovich (bravomakice), Chiara Tomasin (@ChiaraTomasin), Esteban Marquez (@estebanmarquez). @arassociati ARASSOCIATI Giovanni Da Pozzo, Michele Tadini, Massimo Scheurer, Marco Brandolisio Giulia Zambon, Francesca Da Pozzo @agep_greenscape AG&P greenscape (progetto paesaggistico) Emanuele Bortolotti Paolo Palmulli Mariagiusi Troisi Giorgia Fiorentini IMPIANTI: ESA Engineering srl STRUTTURE: @sceproject ANTINCENDIO: GAE Engineering srl PRATICHE GEOTERMIA: Studio Idrogeotecnico srl COST CONTROL: GAD Studio RENDER: @level_creativestudio, @echoostudio PROGETTO GRAFICO E IMMAGINE COORDINATA: Anchora Studio More info: link in home @bosconavigli https://www.instagram.com/p/CUHqgeUFQWc/?utm_medium=tumblr
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Mille armi tu hai non arrenderti mai perché il bene tu sei sei con noi
Michel Tadini
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Alla Corte di Genova "Una casa di bambola" di Ibsen
Martedì 4 Aprile alle ore 20.30 va in scena al Teatro della Corte “UNA CASA DI BAMBOLA” di Henrik Ibsen, con protagonista Filippo Timi che interpreta tutti i ruoli maschili, e con Marina Rocco, Mariella Valentini, Andrea Soffiantini, Marco De Bella, Angelica Gavinelli, Elena Orsini, Paola Senatore. Lo spettacolo, prodotto dal Teatro Franco Parenti e dal Teatro della Toscana, è diretto da Andrée Ruth Shammah che ne ha curato anche la versione italiana e l’adattamento. Lo spazio scenico è di Gian Maurizio Fercioni, i costumi sono di Fabio Zambernardi in collaborazione con Lawrence Steele, le musiche sono di Michele Tadini, le luci di Gigi Saccomandi. Scritto da Henrik Ibsen nel 1879, mentre si trovava in vacanza ad Amalfi, “CASA DI BAMBOLA” è diventata ben presto un’opera angolare per il teatro del ‘900 con al centro una tematica sempre attuale perché universale: il confronto fra l’identità maschile e quella femminile. Un’intensa commedia tragica che è anche un testo protofemminista in cui Nora, la celebre protagonista, ha la capacità di combattere e di liberarsi dalle “spire” maschili che opprimono la donna, in una società rigidamente patriarcale. Rovesciando il tradizionale punto di vista sul dramma ibseniano, la regista Andrée Ruth Shammah invita lo spettatore a chiedersi: «E se Nora non stesse dicendo la verità quando afferma di essere sempre stata trattata come una bambola?» Partendo da questo dubbio, la regista e Filippo Timi, interprete di tutti i ruoli maschili, giungono alla conclusione che lungi dall’essere vittima, Nora è colei che regge i fili della vita coniugale e che manipola il marito Torvald, obbligandolo, appunto, a interpretare ruoli diversi. Il risultato è che l’intreccio si complica e si trasforma in una specie di thriller fatto di sentimenti e passioni, truffe e calcoli interessati, inganni e rese dei conti. Dagli appunti di Ibsen sulla commedia si legge: «Ci sono due tipi di leggi morali, due tipi di coscienze: una, in un uomo e un’altra, completamente differente, in una donna. L’una non può comprendere l’altra; ma nelle questioni pratiche della vita, la donna è giudicata dalle leggi degli uomini, come se fosse un uomo». “UNA CASA DI BAMBOLA” è in scena dal martedì al sabato alle ore 20.30, domenica alle 16. La recita del giovedì inizia alle ore 19.30. Lo spettacolo è al Teatro della Corte fino a domenica 9 aprile. Per ulteriori informazioni: www.teatrostabilegenova.it http://dlvr.it/NnHq4v
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