#Messaggi di natale
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Quest'anno ho fatto anche io l'albero. Se avete voglia di lasciarmi un messaggino che potrò leggere solo a Natale e non prima potete farlo qui 💙
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NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA - MESSAGGIO 5703
ANGUERA, (Bahia, BR) – Martedì 24 Dicembre 2024 – Vigilia del Santo Natale LIVE – Messaggio della Madonna a Pedro Regis Cari figli, il cammino verso il Cielo è pieno di ostacoli, ma diventa bello quando si cerca la santità. Anche in mezzo alle prove, non triatevi indietro. Voglio dirvi che siete importanti per il Signore ed Egli si aspetta molto da voi. Aprite i vostri cuori allo Spirito Santo,…
#Anguera#apparizioni mariane#Brasile#featured#Messaggi spirituali#Natale#Nostra Signora di Anguera#peccato
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Da bimbi, mancano poche ore ❤️🎅🎄
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Cristina Pipoli e il Reading Poetico: Una connessione di anime e cultura
Tra emozioni, poesia e speranza, l’autrice sensibilizza e augura Buon Natale con un messaggio speciale. Introduzione:Cristina Pipoli, autrice e educatrice, ha recentemente partecipato a un reading poetico organizzato da Paola Peluso. Questo evento non solo ha creato ponti culturali tra artisti come Francesco Resta e Vincenzo Di Giorgio, ma ha anche dato voce a tematiche profonde spesso…
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Gli addii sono addii. Niente auguri di Natale, Capodanno, Pasqua. Niente auguri di buon compleanno o buon onomastico.
Niente scambi di sguardi, niente "Che fai?", "Come stai?" o messaggi mandati a caso facendo finta di aver sbagliato mittente.
Niente chiamate col privato per ascoltarne la voce. Eliminare ogni traccia, è questo un addio. Non seguire più una persona su Facebook, non spiare il suo profilo e i contatti con le sue amiche, non controllare il suo ultimo accesso su Whatsapp o ancora meglio, cancellare il numero. Gli addii devono essere tali e non "Arrivederci" è inutile chiudere la porta e lasciare la chiave sotto il tappeto, serve solo a farci del male.
Web
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io non ho voglia di rispondere e mandare messaggi di auguri per natale e capodanno
che due coglioni😭😭
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Mancano ormai pochi giorni al Natale (Parte Seconda)
Il Natale è il periodo che senza dubbio coinvolge maggiormente i bambini. È la festa più ricca di messaggi autentici e spontanei di tutto il calendario; ogni simbolo racchiude una storia e un insegnamento. In un clima di gioia e di attesa – ricco di stimoli – i bambini comprendono i valori universali racchiusi nel periodo dell’Avvento
Canti di Natale (Scuola Primaria Giovanni Pascoli)
Albero di Natale Granny de Il Laboratorio delle Ragazze
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In questi giorni non è qua la mia coinquilina Violetta, che è andata a casa dalla madre per la prima volta da quando i genitori si sono separati, che è successo ormai qualche settimana fa.
Lei voleva andare da prima, ma ha aspettato, più che altro perché era la madre che le diceva di attendere che si stabilizzassero un po' le cose. Ora però lei lo desiderava, e non voleva aspettare Natale, quindi è andata a dormire lì due giorni, penso che rientrerà qua stasera.
Da quello che mi ha detto, va relativamente bene, ovviamente non è che abbia trovato un clima allegro. La madre è da sola in casa con molte difficoltà a vivere questa nuova situazione, e il padre non lo ha visto perché ora è un un altro paese, ma tutto sommato mi ha detto che è ora più sereno anche lui, lo ha sentito e vive per adesso in un Bed&Breakfast in attesa di andare in affitto nella casa libera di un suo parente che gli farà un prezzo simbolico.
Però c'è stato un momento che in questo clima un po' confuso ha rallegrato anche lei. Ieri sera, mentre mi mandava messaggi in cui parlava di come stava la madre e della situazione un po' difficile, ad un certo punto mi ha scritto una cosa che non c'entrava nulla, dicendo che era felicissima perché aveva trovato un oggetto che pensava di avere perso, una cavigliera che le piaceva molto tenere al piede.
Questo improvviso momento felice ha rasserenato anche me: è incredibile come lei sia capace di dimenticare i problemi in pochi secondi e di trovare una felicità enorme in una cosa piccolissima. Lei è sempre così, ma che questa cosa sia successa adesso è particolarmente importante, dopo quel messaggio mi sono sentito forse ancora più disteso e sollevato di lei.
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Quest'anno mi vesto da rancore. Quest’anno mi vesto da “bene, bene, e tu?”.
Quest’anno mi vesto da comprensione del testo, da influencer che piange, da neurotipico per fama, da meme buffissimo sul fatto che non avremo la pensione. Quest'anno mi vesto da ci sono questioni più importanti, da benaltrismo, da non si scherza su certe cose, da la guerra è orribile e il mio libro è in libreria. Quest'anno mi vesto da brava persona, da buon padre di famiglia, da troppo amore, da raptus, da titolista di quotidiano. Mi vesto dal tuo vicino di casa, mi vesto dal mio che ha venduto l'anima al diavolo per l'immortalità e un tosaerba, oppure mi vesto da quello stronzo del suo vicino, che poi sarei io.
Quest'anno mi vesto da breve incontro, da sentimento non corrisposto, da visualizzato e non riposto, da tutto quel ghosting, fatto e subito, che potremmo aprirci una casa stregata.
Mi vesto da messaggi alle due del mattino, da telefonata non richiesta, dall'interregionale veloce che ho preso e forse non era il caso. Dal fatto che non posso lasciarlo, mi ama troppo.
Quest'anno mi vesto da accisa, da rincaro, da fine mese, da per il contratto ormai se ne riparla l’anno prossimo. Mi vesto da regali di Natale, da pagami un caffè, da wishlist Amazon sotto il post dov’è morto papà.
Quest'anno mi vesto da dono della sintesi, dalla parola morbidoso, da neolingua, da congiuntivo in una pozza di sangue, da mio cugino che si rivende il bonus cultura da 500 euro a 200.
Quest'anno mi vesto da tastiera. Quest'anno mi vesto da parere, da informazione, da opinione informata, da lungo elenco emozionale per raccattare un po’ di like. Quest'anno mi vesto da commento social, da mio zio che mi vuol bene e mette la faccina che ride sotto il post della strage e io al pranzo di Natale dovrò capire quale dei due sentimenti è più forte.
Quest'anno mi vesto da oh, se funziona significa che ha valore, se vende è bravo, se piace è giusto così.
Quest'anno mi vesto da necrologio a fumetti di uno famoso pronto venti minuti dopo che è morto. Da ordigno sui binari, da tizio sotto un treno, da sciopero generale, da 120 minuti di ritardo.
Quest’anno mi vesto da ponteggio, da elmetto, da norma di sicurezza, da fatalità, da tragico incidente, da morte bianca ma così bianca che non è colpa di nessuno.
Quest'anno mi vesto da corteo, da manifestazione, da raccolta firme, dalla voglia di cambiare il mondo che si scontra con un mondo che non ha tanta voglia di cambiare. Mi vesto da poliziotto troppo zelante, da abuso di autorità, da eccesso colposo di legittima difesa.
Quest’anno mi vesto da quella serie tv che devi troppo vedere, mi vesto da sinonimo, da perifrasi, da non meglio identificata matrice squadrista, da fragilità esistenziale, da anche cose buone. Mi vesto da accorato, coraggioso, disinteressato appello al cessate il fuoco, dove però la parola guerra la censuro perché altrimenti l’algoritmo mi penalizza.
Quest'anno mi vesto dalle parole che non diciamo, dagli specchi che copriamo.
Quest'anno mi vesto da Tosa, da Gramellini, da Fazio, dal primo che ha deciso che il modo migliore per opporsi alla retorica di una destra priva di contenuti fosse imitarla.
Mi vesto dalla condivisione spietata di ogni ricordo importante, di ogni esperienza significativa, di ogni preziosa cronaca famigliare sperando che alla fine ne rimanga qualcuna per me. Mi vesto da persona così naturalmente gentile che ce lo deve raccontare.
Mi vesto dagli eserciti di mamme, nonne e zie che si sono conquistate con le unghie e con i denti prima un palinsesto, poi un social e domani, probabilmente, il mondo.
Quest'anno mi vesto da ansia, da panico, da soffitto di camera da letto, da pelo bianco sul cazzo, da quella cosa che il dottore dice che non sa bene cos'è, magari è psicosomatica, provi a rallentare. Quest'anno mi vesto da io che penso che se rallento ancora un po’, sto fermo.
Quest'anno mi vesto dalla distanza tra l'uomo e l'artista, mi vesto da pessima persona che fa arte bellissima, perché di vestiti da brava persona che fa arte mediocre ce ne sono già troppi.
Quest'anno mi vesto da quella cosa spaventosa che faccio finta non ci sia, che non ho mai detto a nessuno, neanche a me, eppure sta lì e mi fissa ogni giorno.
Quest'anno mi vesto da domani, da futuro, da inutile fasciarsi la testa prima del tempo, da bestemmia quotidianamente voluta, cercata, ponderata, trattenuta e, quietamente, somatizzata.
Anzi no. Quest'anno non mi vesto da niente, che siamo già a posto così.
(Dalla pagina Non è successo niente di Fb, che vi consiglio caldamente di seguire)
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Amanti...
spesso non è solo una storia di sesso,
il sesso è solo l'espressione che la mente trasmette al corpo, non è solo contatto fisico.
A volte comincia così, all’improvviso,
e poi diventa anche uno stare accanto all'altro in tutti i sensi, vivere l'uno nella pelle dell'altro.
E allora può capitare che una volta ti vedi lo stesso e non fai l’amore, ma ci si ascolta.
Esistono amanti e amanti.
Amanti che sono diversi da una escort o da un gigoló.
Un amante, beh, chiedete alle camere d’albergo, ai vicoli fuori mano, ai portieri di notte, ai treni o ai taxi presi per raggiungere un luogo dimenticato da Dio. I muri delle case, le scale, i sottoscala, i parcheggi.
Chiedete ai letti sfatti, alle donne addette alle pulizie che trovano...
Chiedete a chi nei corridoi ha sentito ridere.
A chi ha visto le lacrime degli addii o degli arrivederci.
Chiedete ai cigolii delle molle del letto o a quel ristorantino dove si è fatta la follia di andare una volta a cena o a pranzo fuori per gioco.
Chiedete agli ascensori in cui qualcuno si è specchiato per controllare se tutto fosse in ordine per l’appuntamento.
Chiedete ai muri di alcune case che hanno visto uomini e donne piangere e sentirsi in colpa. Alle bugie dette. Alle menzogne raccontate e da raccontarsi.
Chiedete ai “Dio mio… che sto facendo?” per poi capire che si aveva solo bisogno di sentirsi vivi e di sognare e di vibrare. Di vivere quelle emozioni che solo se e quando ti investono capisci la meraviglia della vita!
Chiedete alle valigie fatte e disfatte.
Alle scrivanie degli uffici.
Agli orologi che in quegli incontri avevano il tempo contato. Ai bagni. Alle cucine. Ai tavoli.
Chiedete.
Chiedete degli amanti che era solo sesso e piacere e di quelli che poi si è provata quella scintilla in più. Quel sentirsi...
Chiedete quanto amore serve ed è esistito o esiste in quella scintilla.
Oppure quanto piacere ed eroticità negli incontri di soli corpi. Dei baci intensi e profondi. Degli abbracci.
Chiedete cosa sia un amante a chi lo è stato in un modo o nell'altro. Il raccontarsi...
Chiedete a chi forse non stirava camicie e non poteva preparare la cena ma era più presente di un marito o una moglie.
Chiedete ai telefoni e alle chiamate e ai messaggi di nascosto.
Chiedete al Natale o ai giorni di compleanno non vissuti.
Chiedete alla pazienza.
Chiedete ai sorrisi stampati sul volto e alla semplicità di momenti rubati alla realtà.
Cosa è un amante? Che cos'è l'amore?
È uno sguardo che dice tutto, frequenze cardiache e vocali che tremano e che parlano, odori e profumi di essenza primordiale. Istinti. Passione. Follia. Voglia. Paura.
Ecco è qualcuno che, seppur costretto al silenzio, silente, spesso oltre al sesso prova a costruire un paio di ali all'altro per farlo volare… ancora, sentendosi vivo.
L'amore è l'essenza stessa della vita per chi sa amare con il cuore.
E amante, per me, sta per colui che ama.
(web)
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NOSTRA SIGNORA DI ANGUERA - MESSAGGIO 5701
ANGUERA, (Bahia, BR) – Martedì 23 Dicembre 2024 LIVE – Messaggio della Madonna a Pedro Regis Cari figli, il Mio Gesù è venuto nel mondo per essere Luce nella vita di coloro che credono in Lui e per abbattere la barriera generata dal peccato nella vostra vita. Siate miti e umili di cuore, perché solo così potrete diventare uomini e donne di preghiera. L’umanità vive nelle tenebre del peccato ed…
#Anguera#apparizioni mariane#Brasile#featured#Messaggi spirituali#Natale#Nostra Signora di Anguera#peccato
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«Babbo Natale non portare armi» filastrocca di Mimmo Mòllica
La «Letterina a Babbo Natale», filastrocca di Mimmo Mòllica, è rivolta a Babbo Natale personalmente, ma pure a tutti i suoi «collaboratori» che scelgono, confezionano e spediscono i regali
La «Letterina a Babbo Natale», filastrocca di Mimmo Mòllica, è rivolta a Babbo Natale personalmente, ma pure a tutti i suoi «collaboratori» che scelgono, confezionano e spediscono i regali: agli Elfi e ai Folletti perché per quest’anno non regalino armi (mitra, pistole e cose per sparare) “tu per quest’anno no, non ne portare”. E magari neppure l’anno prossimo. «Letterina a Babbo Natale» di…
#Alessandria today#Babbo Natale#Babbo Natale e pace#Babbo Natale senza armi#bambini e non violenza#Elfi e Folletti#favola e Natale#fiabe natalizie#filastrocca educativa#filastrocche di Natale#filastrocche per bambini#giochi non violenti#giochi pacifici#Google News#italianewsmedia.com#letterina di Natale#Magia del Natale#messaggi di pace#messaggi educativi#messaggi natalizi#Mimmo Mòllica#Mimmo Mòllica autore#miti e Natale#Natale e fantasia#Natale senza armi#pace e Natale#Pier Carlo Lava#poesia di Mimmo Mòllica#poesia e bambini#poesia e pace
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Gaia Giani
Playlist Playlast. The impossible Karaoke – Partecipative Performance
Micamera, Milan + More
Se mi lasci ti cancello è un film di 20 anni fa in cui per smettere di soffrire per amore si immagina di eliminare dalla memoria chi non ci ama più. Ora che le tracce digitali delle nostre relazioni sono ovunque e sempre a portata di smartphone, quando finisce un amore dobbiamo decidere che cosa farne, se no quella memoria resta sempre con noi. Non si tratta solo di messaggi, foto, link e video, ma anche di canzoni. L'artista visiva Gaia Giani e il suo compagno hanno condiviso esattamente 2244 brani, ovvero 200 ore e 41 minuti di musica (il corrispettivo di 9 giorni e notti) per colmare la distanza di 10mila km e 9 ore di fuso orario tra Italia e Arizona di una relazione durata oltre 4 anni, iniziata a novembre 2019 quando si sono conosciuti a Milano, e vissuta du- rante la pandemia, che ha posticipato a gennaio 2021 la prima volta in cui si sono potuti rivedere. Le canzoni sono state il loro linguaggio, come lettere d'amore per dire ciò che si vuole esprimere senza dirlo esplicitamente, creando un'ambiguità fantasmatica che si alimenta di bellezza e di struggimento. È stato lui a iniziare Gaia a questa arte delicata di fare playlist: il giorno di Natale 2019 le ha inviato un dono digitale, una playlist privata su Spotify dal titolo Photo-Karaoke (sono entrambi artisti e la prima sera in cui sono usciti sono andati al karaoke). Nel corso della relazione hanno creato insieme altre 16 playlist tematiche (Summer Dream in a Pandemic Year, Ninna Nan- na-Close Your Eyes etc...) come loro dialogo quotidiano intimo: lui postava una canzone e Gaia rispondeva con un'altra e così via, e il brano che lui aggiungeva alla playlist la sera era la prima cosa che Gaia ascoltava al mattino. Ogni playlist era un viaggio e un'attesa tra un viaggio e l'altro e i testi rappresentavano tutte le parole non dette, le emozioni, la seduzione e il desiderio; chiama- vano la loro relazione creativa "our hood", la nostra capanna, il nostro cappuccio di felpa sotto cui sentirsi al caldo. Quando a marzo di quest'anno Gaia si è sentita dire che non era una buona idea andarlo a trovare, ha capito che era finita e senza un vero perché. Da allora ha iniziato a indagare, partendo da quello che aveva di più vicino, il profilo di lui su Spotify, e si è resa conto che, a partire da un certo momento, lei non era più il "my first and only Spotify love" come lui le aveva scritto. Le dichiarazioni d'amore non durano in eterno, e quando ha realizzato che era proprio finita, si è proiettata alla ricerca di un perché. Da lettere d'amore le playlist si sono trasformate in possibili indizi della fine di una relazione e Gaia ha passato molto tempo a ricostruire quello che era suc- cesso controllando capillarmente l'attività di lui sulla piattaforma musicale. Per aiutarla a uscire da questa ossessione, le persone a lei più vicine hanno iniziato a suggerirle di buttare via tutte le playlist come atto catartico e poi, un po' per gioco, è nata l'idea di farlo insieme, inventando un rito collettivo da vivere con gli amici: una performance-karaoke per cantare e ballare assieme un'ultima playlist creata per l'occasione e battezzata Playlist Playlast, ricavata autorizzando gli amici a entrare nelle 17 playlist private della loro relazione e a selezionare con la sua supervisione 17 canzoni per raccontare la sua storia. Il primo brano è Eight Days a Week dei Beatles e l'ultimo è Dancing with Myself di Billy Idol, come un punto esclamativo finale. Un atto di cura verso se stessa e di guarigione dal dolore.
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ci sta questo mio amico che mi sta bombardando di messaggi per l’aperitivo prima di natale, santo iddio l’importanza che gli dà a sta cosa mi ha fatto maturare il concetto che il ciclo delle feste è
halloween-8 dicembre-aperitivo-natale-capodanno
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Tu non rispondi mai, perché dovremmo farti compagnia?
perché non mi piacciono le conversazioni sterili, perché se dovessi ipotizzare uno scambio di messaggi sarebbe tipo: “hei” “hei” “piacere x” “piacere y” “quanti anni hai?” “di dove sei?” “che fai nella vita?” e tutto questo a che pro?
poi porca troia, io qui ci scrivo la mia vita, c’è tutto quello che c’è da sapere ed è davvero deludente ricevere solo messaggi di persone che “sei bellissima” “ciao” “ti va di fare due chiacchiere?”. No, non mi va e non è cattiveria eh, ma io vi spiattello in faccia la mia vita senza filtri e voi di me avete capito solo che ho delle tette e i capelli ricci, basta così.
vuoi parlare con me? Attira la mia attenzione, dimmi “Cristina che sogno hai fatto quando hai scritto quel post?”, “la luna è bella anche qui”, “dov’era quel posto dove sei andata?”, “cosa vorresti dire?”. Incuriosiscimi almeno, perché se devo accontentarmi di conversazioni inutili e senza senso, tanto vale che vado a contattare i miei match su Tinder.
ho solo spiegato il mio punto di vista in maniera pacifica e con questo non voglio ferire nessuno, non sono cattiva, babbo natale mi porta il regalo ogni anno, lo giuro.
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VITE CHE NON SONO LA MIA
Le persone dicono molte cose con piccoli dettagli.
Un orecchino
Un paio di scarpe
Un colore di rossetto
Una scarpa allacciata in un modo piuttosto che in un altro
Messaggi si celano e si disvelano ovunque e basta davvero poco per aprire delle fessure in loro, che facilmente diventano dei varchi.
Per me è sempre stato così.
Non sono mai stata in grado di intessere relazioni superficiali nemmeno con il panettiere o con l’idraulico.
Inizio a scorgere qualcosa di loro, una parola non detta, un dente che sibila, un tic impercettibile e nella mia testa si fa largo una storia.
E quella storia vuole essere sentita, vissuta, narrata.
Sarà che ho una sorta di eccesso di vita che mi perturba e che ho bisogno di redistribuire tra più vite.
E allora capita che a volte immagino come sarebbe stata la mia vita se fossi stata una tessitrice afghana, o un tossico a new orleans, o se avessi avuto 5 figli e avessi fatto la casalinga nella mia città natale, o se fossi stata un allevatrice di cavalli in Irlanda, o un’ arredatrice a New York, o una Dj a Ibiza.
Questo eccesso di vita, allora si ricolloca, ma talvolta non basta e allora devo entrare nelle vite degli altri.
E forse è questo che mi ha spinto a stare tanti giorni della mia vita a sentire le storie degli altri, e a cercare nuovi dettagli, piccoli particolari, minuzie, abitudini…
In questi rigoli di palpiti umani, trovo un po’ di tregua da un qualcosa dentro che è in continuo movimento, e smania e si allarga e anche quando sono stanca, non mi lascia in pace.
Ho vissuto sempre un po’ tutto all’eccesso, anche le tristezze, le malinconie, ho dovuto spargere questa energia in tutte le fessure dentro le quali poteva consumarsi.
Ho letto le persone come si leggono i libri, e nella mia testa ho inventato mille storie come si fa quando si scrivono i libri .
Non ho mai pensato, invece di scrivere un libro.
Troppa pazienza, troppa costanza, troppa dedizione.
Eppure ancora altre vita vogliono essere vissute e narrate.
Chissà come
Chissà quando
Chissà da chi …
_ClaudiaCrispolti_
Proprietà letteraria riservata:
Ai sensi della legge sui diritti d’autore e del codice civile, sono vietati l’uso delle idee, la copia, la riproduzione di questo scritto o di parte di esso con qualsiasi mezzo: elettronico, meccanico, fotocopie,altro. È incoraggiata la condivisione dei testi, mantenendo integro il contenuto, e citando l’autore
La poire art
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