#Massimo Testa
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harshugs · 1 year ago
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io oggi felicia del mio outfit stranamente colorato e autunnale
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evadingreallife · 7 months ago
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AAA CERCASI che libro faccio leggere a mia nonna di 92 anni che non credo abbia mai letto nulla in vita sua se non le riviste helppp
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Tramonto e Teatro 🎟️😂
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deathshallbenomore · 2 years ago
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io che spiego l’ai applicata a strumenti tipo chatgpt a genitore 1: hai presente quando anni fa voi boomers facevate le domande a google immaginando che vi potesse rispondere [invece che fare una ricerca oculata che mirasse a un risultato preciso]? avevate ragione, adesso potete fare tutte le domande che volete all’ai; spero siate contenti
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theophagie · 8 months ago
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Il mio sistema immunitario dopo gli anni del lockdown e del covid 📉📉📉📉📉
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omarfor-orchestra · 5 months ago
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Palesemente improvvisata perché si era scordato la battuta il suo cervello si stava rifiutando
Madonna quanto non la voleva fare la scena del biglietto in più per Parigi Damiano
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smokingago · 11 months ago
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“Un giorno forse arriverà la notte delle notti dove magari non fai l’amore ma dormi solo insieme, a fumare previsioni di pace, con la testa sul suo seno, sereno. A capire che toccare una mente è assai più complicato che toccare un corpo, perché un corpo puoi stringerlo in un letto ma una mente no. Una mente va dove vuole. Quando resta, una mente, vuole darti tutto, vuole darsi davvero. Oltre presenze e assenze, oltre distanze e vicinanze, oltre quello che puoi dire o non dire, fare o non fare. È ubiquamente tua. Sa sorriderti più delle labbra, quando si accorge che non vuoi possederla ma prendertene cura. Ed è questo il miracolo profondo, il senso denso di un vero incontro. Questo l’apice di ogni corrispondenza d’anima. Questo il senso di appartenenza. Partire per restare. Viaggiare senza spostarsi ma andare dappertutto. Mantenersi sempre un po’ selvatici ma farsi attraversare oltre i limiti dei propri confini. E lasciarsi finalmente contaminare gli occhi da radici felici.”
Massimo Bisotti
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scritti-di-aliantis · 24 days ago
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Io la colazione con una bella donna al tavolo con me, a scambiarci sorrisi e silenzi eloquenti me la meritavo proprio, stamattina. Invece, come sempre, sorbirò nella mia composta solitudine un ottimo caff��. Con un po' di latte e due, massimo tre biscottini. Miele (zero zucchero). Radio di sottofondo. Sobrietà, dieta e morigeratezza.
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Be', una sana attitudine almeno l'ho interiorizzata, ultimamente: quella dell'alimentazione corretta e ragionata. Sento comunque il bisogno di offrire protezione e una carezza piena d'affetto, da qualche tempo in qua. Ma questo è un differente tipo di necessità. Ha più a che fare con chi sei intimamente. E con quello che hai in testa. Anche in termini di sesso.
Aliantis
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umi-no-onnanoko · 2 months ago
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Ultimamente sto sempre peggio a livello di "forze vitali". Raramente riesco a portare a termine tutto ciò che voglio o devo fare a volte nemmeno riesco a leggere un libro stando seduta a letto. La pressione è sempre bassa, e sebbene di per sé stesso ciò in non consista una novità, ultimamente è sempre bassissima più del solito e non riesco nemmeno a stare in piedi senza barcollare.
Questa situazione di perenne capogiro, perenne stato di intontimento ed in generale di malessere mi rende tanto arrabbiata, triste e particolarmente frustrata.
Non riesco a tenere la testa sollevata per troppo tempo per scrivere, disegnare o leggere senza sentire il bisogno di un appoggio; non riesco ad allenarmi perché dopo un 15/20 minuti massimo mi sale la nausea e il fisico non regge di andare oltre; guardare serie o film a volte diventa un'impresa perché la concentrazione è poca prima che diventi sonno facendomi addormentare; cucinare piatti troppo complessi ed elaborato mi dà soddisfazioni, ma prosciuga le mie quasi inesistenti energie e mi sento come un neonato che non fa che mangiare, bere e dormire.
Nel mio cervello mi faccio tanti progetti, cose da fare o che mi andrebbe di provare, ma alla fine difficilmente riesco a realizzare qualcosa di concreto e tutto questo immobilismo mi sta abbattendo non poco. Cerco di vedere il positivo,ogni giorno di fare un qualcosa in più seppure nel piccolo, ma mi sento così arrabbiata che oggi avevo bisogno di scriverlo e fermarlo da qualche parte perché mi sembra che più cerco di acciuffare un briciolo di cambiamento e più mi sfugge. Paio una bambolina in pezza afflosciata in un angolo o un cellulare quando la batteria è a 1% e non si ha il caricatore. Forse mi serve un caricatore nuovo? Ridiamo per non piangere va 🤣
-umi-no-onnanoko ( @umi-no-onnanoko )
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firewalker · 5 months ago
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Loxosceles rufescens
Sì, insomma, il famigerato ragno violino. Siccome non se ne può più di informazioni cretine a riguardo, corredate da foto di animali presi a caso (va a finire che pure gli squali bianchi sono ragni violino), ho deciso di scrivere due righe. Fonte sulla rilevanza medica: il Centro Antiveleni di Pavia.
Salto per gli aracnofobici, che metto un sacco di foto
Cominciamo con il riconoscerlo, e per farlo bisogna sapere due cose: la prima è come è fatto
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(Fonte immagine: wikipedia)
Ha un colore marroncino, l'addome è più scuro e le zampe sono lunghe e carnose. Generalmente si vede con le zampe molto separate tra loro (ci sono ragni che le accoppiano).
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(Fonte immagine: ongaro disinfestazioni)
Nell'immagine qui di sopra possiamo ammirare quello che dà il nome al ragno: il violino. Sul cefalotorace (i ragni non hanno separazione tra testa e torace) c'è una vistosa colorazione più scura, che in molti casi assomiglia a un violino. Inoltre ha sei occhi, non otto. Mi raccomando, il ragno violino non è questo:
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(Fonte immagine: nepentedotnet)
E non è nemmeno un qualsiasi altro ragno peloso, salterino, ciccione o zebrato che potete vedere nelle immagini "divulgative".
L'altra caratteristica per riconoscerlo è la dimensione dell'animale
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(Fonte immagine: Centro Antiveleni di Pavia)
Può arrivare al massimo a meno di 5 cm di grandezza zampe comprese, il corpo non supera 1 cm. È un ragno piccolo!
Inoltre, immagino che tutti conosciate i folcidi
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(Fonte immagine: wikipedia - Pholcidae)
Quei ragni con le zampe lunghe che trovate costantemente su tutti i muri di casa. Ecco, questi ragnetti si mangiano i ragni violino. I ragni violino sono prede dei folcidi. Ma torniamo ai violini.
L. rufescens è uno dei due ragni di rilevanza medica in Italia, l'altro, che io sappia, è la malmignatta
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(Fonte immagine: wikipedia - Latrodectus tredecimguttatus)
Dicevo, torniamo ai violini.
Possono far danni enormi, gravissimi, possono rovinarvi la vita, anche se non risulta essere letale. Ma questo succede con frequenza estremamente rara. Se vieni punto da un ragno violino, hai il diabete, hai problemi di circolazione e sei debilitato, allora è possibile che tu possa vedere quello che si chiama Loxoscelismo sistemico, una malattia necrotica che può farti anche perdere un arto.
In generale, però, si ha rossore e gonfiore.
Quando devo andare in pronto soccorso?
Quando, entro le 48 ore dal morso, si ha una macchia nera in corrispondenza di esso, o se si hanno febbre e debolezza. Allora significa che le cose si stanno aggravando e conviene intervenire.
In caso di morso, comunque, è sempre bene contattare il proprio medico che potrà prescrivere una pomata antibiotica ed eventualmente un antibiotico orale come primissimo intervento.
Ah, ovviamente, fate il richiamo per l'antitetanica.
Finisco dicendo che il rischio è calcolato moltiplicando il pericolo per la frequenza dell'evento.
Dato che la frequenza di morsi di questo ragno, pur essendo molto diffuso, è bassissima (fondamentalmente si fa i fatti sui e non vi morde se non l'andate a raccogliere per farlo giocare ad acchiapparella con voi), e dato che l'evento pericoloso è comunque circa l'1% dei casi di morso, direi che il rischio rappresentato da questo ragno è quasi nullo. Lasciatelo perdere, se ne avete paura allevate folcidi.
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persa-tra-i-miei-pensieri · 2 years ago
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valentina-lauricella · 4 months ago
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"[...] ognuno di noi ha un «limite massimo» di benessere. Oltrepassato quel limite, sentiamo di non aver diritto ad altra felicità. Questo limite massimo è la quota di felicità con cui ci sentiamo a nostro agio; in altre parole, la nostra personale soglia di tolleranza per le emozioni positive o gli eventi favorevoli della vita. Se oltrepassiamo questo limite, iniziamo a boicottare inconsciamente tutto ciò che ci provoca l’eccedenza di benessere, in modo da tornare a una situazione che ci è familiare e ci fa sentire a nostro agio. Alcune persone somatizzano questo conflitto con dolori articolari, mal di testa, tensioni muscolari. Altre invece presentano sintomi emotivi come la resistenza, la rabbia, i sensi di colpa, l’ansia. Può sembrare assurdo, ma l’essere umano non è progettato per essere felice. È progettato per cercare sicurezza e conforto. Se qualcosa non ci è familiare, all’inizio lo avvertiremo come una minaccia."
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abr · 9 months ago
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Dedicato a chi vede solo il bicchiere mezzo vuoto. Basta togliersi dalla testa che la politica risolva. Al massimo può mitigare il danno che comunque fa, va evitato accuratamente che se ne occupino ideologi e sociali(sti).
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raccontidialiantis · 27 days ago
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Il mio posto dell'anima
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Senza i peccatori non avrebbero ragione d'esistere i confessionali e le chiese. Devo confessare quindi la mia trascurabile storia. Si sappia che la mia segreta passione, il mio posto dell’anima sul suo corpo, era l’attaccatura della coscia al corpo. Uno spettacolo solo a vedersi. Avrei potuto passarci delle ore. A baciarla, leccarla lì e quindi farla morire di desiderio. Iniziavo il nostro amplesso sempre lavorandola e annusandola in quell'area, dalla sua parte destra. Vi indugiavo a lungo e poi giravo con la lingua attorno alla sua fica; le passavo dapprima sopra, poi a sinistra e di nuovo a destra: strettamente di fianco alle sue grandi labbra, il mio altro posto preferito. Infine, ripassavamo insieme l’intera lezione della passione più intima: le ordinavo di alzare le cosce e, indugiando sotto di lei, le leccavo per bene tutto l'insieme di ano e perineo.
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Sotto ogni colpo di lingua la sentivo aprirsi, allargarsi e offrirsi. Quando poi mugolando dal piacere iniziava a muovere i fianchi, così facendo mi dava la misura del suo desiderio crescente. Alla fine, allargava da sola le gambe al massimo, mi prendeva la testa decisa con entrambe le mani e me la forzava, mi costringeva a incollare le mie labbra alla sua vulva bellissima e saporita. Non potevo scappare, quasi non respiravo e allora la leccavo il più dentro possibile come se non ci fosse un domani. Veniva gemendo e quindi mi ordinava di scoparla immediatamente. Io eseguivo, pazzo di lei. Venivo regolarmente dentro la sua fregna. Non voleva che uscissi. In tutto questo scenario, scopandola facevo l’amore coi suoi capezzoli e lei ogni tanto grata, in cambio se ne aveva mi dava il suo latte. Soprattutto quando aveva partorito da pochissimo e non vedeva l’ora che le succhiassi le mammelle.
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In quel periodo, di latte ne aveva tantissimo e le mammelle le scoppiavano, quasi. Quando la succhiavo al seno, regolarmente dopo poco veniva. Per me era godimento puro. L’avrei voluta solo per me. Ma lei amava più di ogni cosa i suoi figli e per questo sopportava un matrimonio finito, con un uomo gran lavoratore ma sessualmente spento e disinteressato. Uno che non la scopava neppure più. Giusto ogni tanto rapidamente, per dovere e senza troppo entusiasmo. Per punizione, lei non gli concedeva di baciarla lingua in bocca: serrava le labbra pur carnose e bellissime. Così, per negargliele, lei girava la testa a destra e sinistra. Solo per quelle labbra l’avrei sposata io stesso, fosse stata sul mercato. Ma lei invece era tutt'altra indole, rispetto al marito. Io lo so bene. Era una donna calda, piena di passione e voglia di vivere.
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A volte arrivava decisa, incazzata, ma con me comunque sempre allegra. Mi ordinava delle cose che mi lasciavano a bocca aperta dallo stupore. Tipo: “Dai, abbiamo solo un’oretta. Muoviti: inculami, ché quello stronzo non mi guarda neppure più. Ho semplicemente un grandissimo bisogno di sentirmi femmina bramata e vinta, usata. Voglio che tu non desideri altro al mondo che sborrarmi dentro. E allora spaccami, fammi tua con la forza. Oggi mi devi fare maleeee: fammi sentire che mi sottometti. E se ti dico basta, tu sii maschio: inchiodami col tuo cazzo e fammi soffrire. Voglio piangere dalla rabbia per l'umiliazione della sottomissione.”  Dio quanto mi piaceva, quella donna! Poi, poco più di un anno fa il marito ha avuto una promozione e hanno dovuto spostarsi.
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Abbiamo continuato per un po’ a vederci, con mio grande sacrificio: dovevo fare quattrocento chilometri solo per un pomeriggio con lei. Con enorme dolore, soprattutto da parte mia, man mano la cosa s’è diradata ed è finita. Ogni tanto mi scrive e mi dice che uno che la faccia godere come me ancora non l’ha trovato. Che mi pensa spesso. Ogni sua frase per me è una coltellata dritta al cuore. La mia lingua ancora ha nostalgia del suo sapore. Però intanto sperimenta, cambia, cerca. Sono contento per lei, alla fine. Io un po’ soffro. Un po’ tanto direi, perché comunque sono ancora molto innamorato…
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RDA
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kon-igi · 1 year ago
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VITTIMA DEL MATRIARCATO
Dovevano essere i primi anni ottanta e credo di essere stato in quinta elementare o al massimo in prima media, quando un pomeriggio di Agosto in spiaggia a Viareggio mentre tra amici guardavamo una partita di calcetto tra nuvole di sabbia, qualcuno vicino a me indicò una ragazza in bikini bianco, di uno o due anni più grande di noi e mi chiese a bruciapelo 'Quella lì te la tromberesti?'.
Io rimasi un po' spiazzato dalla domanda ma visto che si trattava di una risposta per forza dicotomica e comunque dell'argomento sapevo giusto giusto le basi teoriche, ovviamente risposi di sì.
Il tipo (che non era proprio un amico ma piuttosto una di quelle conoscenze estive estemporanee) sghignazzò e in men che non si dica si avvicinò alla suddetta ragazzina e indicandomi le disse qualcosa a bassa voce.
Dobbiamo dire che allora (come ora) io per le cose mondane non ero certo il più sveglio della cucciolata e quindi non riuscii a collegare quanto avevo detto al tipo poco prima con l'espressione furiosa e sconvolta della ragazza, che con le lacrime agli occhi corse verso il gruppo dei genitori sotto gli ombrelloni, tra cui c'era anche mia madre.
Dovevano essere le tre del pomeriggio ma io posso ancora ricordare che a un certo punto era sera (c'era la mezza luna in cielo) e mia madre non smetteva ancora di urlarmi contro PER LA COSA SCHIFOSA CHE AVEVO DETTO A QUELLA RAGAZZA E CHE MI DOVEVO VERGOGNARE PERCHÉ LEI DI SICURO DI VERGOGNAVA DI AVERE UN FIGLIO COSÌ.
Quando mio padre rientrò a casa ricominciò tutto da capo ma in stereo, con lui a braccia conserte che scuoteva la testa e mi diceva che ERO STATO UNA GROSSA DELUSIONE E CHE QUELLA RAGAZZA AVREBBE SOFFERTO MENO SE LE AVESSI DATO UN PUGNO NELLO STOMACO.
La cosa strana è che non provai nemmeno a difendermi spiegando che in realtà non le avevo detto proprio nulla... ho accettato il fatto di essere stato beccato mentre ballavo il tip tap in un campo minato e il giorno dopo continuai a fare quello che facevo fino al giorno prima ma diffidando di più della gente che faceva le domande stupide.
Vedete, il fatto è che io sono stato cresciuto in un ambiente familiare davvero molto aperto e inclusivo, dove c'era poco spazio per il giudizio frettoloso verso il diverso, il fragile e l'emarginato, quindi quell'episodio più che ingiusto mi parve strano... davvero c'era gente che andava in giro a dire alle donne che le voleva trombare? Ma dov'erano i genitori di queste persone?
E più tardi capii che erano proprio loro a dire queste cose e i figli semplicemente imparavano.
E ne ho conosciuto davvero tanti di figli così (che, per inciso, sono i genitori di oggi da cui altri figli imparano) e a volte non c'è nemmeno stata una responsabilità genitoriale diretta nell'aver insegnato loro certi comportamenti... a volte basta non dare peso, sorridere a certe battute e derubricare certi comportamenti a scherzi presi troppo sul serio.
Perché poi, alla fine, è sempre questione di saper stare allo scherzo, no?
E fatevela 'na bella risata invece di stare sempre a pensare a cose macabre tipo che una donna viene uccisa ogni quattro giorni!
No?
No.
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miciagalattica · 1 month ago
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Un sogno che sembrava troppo reale
PARTE TERZA
Valgono le stesse avvertenze descritte nella parte prima.
Finii velocemente di cenare e me ne andai a distendere sul divano del soggiorno, Dicky mi seguì, ormai era la mia ombra, e si sdraiò ai miei piedi. Mi versai un bicchiere di scotch e iniziai a sorseggiarlo. Sentii un calore che si propagava in tutto il corpo, mi fece sentire più rilassata. Accesi la Tv, senti la zampa del cane che si spinse verso la mia gamba. Lo guardai e vidi che la punta rosa stava sporgendo di nuovo. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, ero come ipnotizzata, fissavo lo spettacolo allettante tra le sue zampe. Mi abbassai un attimo per accarezzargli la testa. Piano piano la mano scese sul collo e poi sulle spalle, la mia bocca si seccò e improvvisamente mi sentii arrossire. Continuai ad accarezzarlo e la mano trovò la strada verso il suo fianco, fino ad arrivare a sfiorare il suo cazzo ormai completamente eretto. Allontanai improvvisamente come se avessi toccato una fiamma. Fissai il suo cazzo, Dicky giaceva lì in attesa, il suo cazzo turgido era a pochi centimetri dalle mie dita, quasi senza volontà sentii le dita chiudersi attorno alla sua erezione. Sentii una scossa di eccitazione, feci scorrere le dita lungo la sua solida lunghezza e presto lo accarezzai con concentrazione. Era solido, liscio e caldo, era avvincente continuare a manipolarlo, non riuscivo a capire che cos’era quel bulbo alla base. Fui sorpresa nel vedere una goccia di umidità emergere dalla punta e colare lungo la sua asta, continuai ad accarezzare il suo membro duro, il liquido continuava a uscire, la mia eccitazione era al massimo, sentii il mio respiro accelerare. Non sapendo che cosa poteva succedere ora che lo avevo fatto eccitare, interruppi quel gioco libidinoso, mi alzai di scatto e corsi verso la mia camera chiudendomi la porta alle spalle. Mi girava tutto intorno, giacevo nel letto pervasa dal senso di colpa per quello che avevo fatto a Dicky. Iniziai a toccarmi infilando una mano nei pantaloni della tuta, la trovai fradicia, gocciolante, nonostante la vergogna mi accarezzai con crescente entusiasmo pensando al cazzo caldo e sodo di Dicky. Nella mia mente vedevo le perle del suo sperma sollevarsi dalla punta affilata e rotolare lungo la sua asta. Mi tolsi i pantaloni della tuta per avere un migliore accesso. La mia eccitazione cresceva mentre pensavo a Dicky e tutto quello che sarebbero stati gli ulteriori atti. Sentii la mia eccitazione salire verso un climax selvaggio, quando improvvisamente m’immobilizzai, perché sentii un suono raschiante, mi resi subito conto che era Dicky che grattava la porta. Pensai che volesse entrare, quello fu il “la” per l’esplosione di un orgasmo da arresto cardiaco, accompagnato da grattamenti sempre più insistenti e da un crescente suono lamentoso dell’animale eccitato.
Iniziai a tremare, avevo appena avuto un orgasmo sconvolgente ed ero esausta, ma ne volevo ancora di più, nonostante il senso di colpa per ciò che avevo immaginato mentre mi masturbavo. Mi sentivo in conflitto con me stessa e molto imbarazzata. Non potevo ignorare quell’insistente grattare e il suo piagnucolio. I minuti passavano e speravo in cuor mio che si calmasse e che tornasse a dormire. A un tratto ha smesso di piagnucolare e iniziò ad abbaiare. Pensai che avrebbe svegliato l’intero vicinato. Dicky non smetteva, ma non potevo farlo entrare, sentii un’ondata di paura che mi trafisse lo stomaco. Sapevo che cosa voleva, lui voleva me. Mi sentii contrarre tutta, pensai in quei momenti che avrei potuto calmarlo parlandogli. Sono andata ad aprirgli la porta, solo uno spiraglio, ma Dicky si scagliò contro la porta spalancandola, Dicky mi fu addosso in un batter d’occhio, cercai di divincolarmi, ma lui era troppo forte. Sentii il suo muso premere tra le mie gambe e non riuscivo a fermarlo. Iniziò a leccarmi, sussultai, era troppo bello. Pensai che fosse tutto sbagliato e tentai di scappare, ma Dicky continuava a spingere dentro la lingua. Contro la mia volontà sentii crescere la mia eccitazione e inizia a implorarlo, guardai in basso oltre la sua testa che mi leccava e vidi la sua erezione, era completamente eretto. Dovevo smetterla, rotolai via dal cane cercando di alzarmi dal pavimento e mettermi sul letto, arrivai solo a metà letto, quando sentii tutto il peso di Dicky sulla mia schiena, ora ero davvero spaventata ma anche eccitatissima, non riuscivo a pensare lucidamente. Lo sentii spingersi contro di me, era duro e caldo, un attizzatoio rovente. Sentii la punta toccare la mia apertura, una scossa elettrica mi fece contrarre tutta era il suo cazzo che scivolava dentro di me a causarla. Ciò che stava accadendo era così sconvolgente che iniziai a piangere mentre godevo di brutto sentendolo gonfiarsi dentro di me, ed io glielo lasciavo fare, Il suo nodo era ora completamente incorporato nella mia figa, pulsando continuamente ,mentre il cane continuava a pompare il suo potente seme dentro di me.
Ebbi un orgasmo intensissimo mentre sentivo Dicky che stava venendo. Fui avvolta da un ondata di calore continuavo a venire e non riuscivo a smettere. Orgasmi a grappoli, tremavo di eccitazione e di vergogna. Mi sentivo fremere per i tremori post-orgasmici. Rimasi bloccata a lui per una ventina di minuti prima da poter sentire il suo cazzo venir fuori.  Dicky mi diede qualche leccata e tornò fuori dalla camera nella sua zona notte. Strisciai nel letto, le gambe e le parti intime bagnate dall'eiaculazione del cane. Giacevo incredula e pensavo: “Fottuta da un cane”.  Il mio corpo tremante e l’enorme volume dei fluidi di Dicky rendevano impossibile negare tutto, rabbrividii di brutto, ero sfinita e sdraiata a faccia in giù sul letto. Mi addormentai pienamente soddisfatta.
P.S.
Non posto immagini da abbinare al racconto perché catturerebbero l'attenzione delle iene che scatenerebbe la censura.
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