#Maria Vittoria Trovato.
Explore tagged Tumblr posts
Text
08 maggio 2024
Questa notte dovevo partire per andare in vacanza con Mamma e Elettra e Elena Vittoria e arrivavamo in Sicilia e in un piccolo hotel tipo Villa Maria tenuto da una famiglia all’hotel era molto vecchio e antico aveva delle camere molto belle con dei soffitti affrescati ma era tenuto abbastanza male Con pochissimi servizi per la colazione dovevamo portarci noi le tazze da casa. in quell’hotel avevo trovato una persona una della mia età che poteva essere del 69 che mi parlava dei suoi figli e mi chiedeva di Vittoria e di quanti anni avesse e io guardavo Vittoria che era piccola e dicevo che non me lo ricordavo, Simona Bonalumi (sembrava lei) mi chiedeva in quale anno fosse nata e io non me lo ricordavo. Poi guardavo EV, la accarezzavo, e mi stupivo di non ricordare niente. Poi rientrando in camera per vestirmi vedevo che la nonna aveva rimesso a posto tutti i bagagli e aveva lasciato la porta aperta, noi che eravamo in pigiama dovevamo riaprire le valigie per vestirci e io mi arrabbio tanto perché aveva lasciato la porta aperta e quindi c’erano tutti i documenti e i soldi a disposizione a rischio.
Noi dovevamo ripartire e andare a Roma a ritirare le chiavi di un appartamento in costiera amalfitana quindi ci vestiamo di corsa ma io non sapevo cosa mettere, mettevo sotto i vestiti un costume da bagno sopra volevo mettere dei bermuda ma il costume da bagno aveva dei pantaloni che erano sotto al ginocchio e non sapevano che scarpe mettere, chiedevo ad Elena Vittoria un consiglio. Poi andavamo a fare una colazione ad un tavolo rotondo e la cameriera invece di portarci il cibo ci portava via le poche cose che erano sul tavolo e allora mamma cominciava ad insultarla e la trattava malissimo e diceva un mare di parolacce e io lì pensavo che Mamma poteva avere quella malattia che toglie i filtri 
0 notes
Text
Riccardo Cucchi a SuperNews: “Lazio in Champions League sarebbe un’impresa. Perplesso davanti alle critiche a Inzaghi. Euroderby? Impossibile dire chi è il favorito, ma…”
Riccardo Cucchi a SuperNews: “Lazio in Champions League sarebbe un’impresa. Perplesso davanti alle critiche a Inzaghi. Euroderby? Impossibile dire chi è il favorito, ma…”. L’Euroderby Inter-Milan in semifinale di Champions League è un evento atteso da tutta Italia: chi parte favorito? Non ci sono favoriti in un derby in generale, è una partita che fa storia a sé, figuriamoci in Champions League: impossibile dire un reale favorito. Certo, l’Inter arriva in grande condizione fisica e mentale, ma anche i rossoneri non stanno male: la vittoria sulla Lazio è bella, limpida, netta. Poi penso di poter dire che oggettivamente l’Inter è forse un tantino davanti per condizione atletica e psicologica, ma non è detto che poi questo si rispecchi sul campo. E in quanta parte il futuro di Pioli e Inzaghi dipende da questa doppia sfida? Io sono abbastanza perplesso quando leggo critiche a Simone Inzaghi. Ha lavorato bene all’Inter, ha preso in mano una squadra che aveva perso pezzi importanti dopo lo Scudetto con Conte e ha sempre tenuto la barra dritta. Poi forse è un po’ mancata dopo lo scontro diretto col Napoli di gennaio, perché dopo quella partita ero convinto che l’Inter fosse proprio la squadra più forte. In campionato non ha dato le risposte aspettate, però conquistare una finale di Coppa Italia e almeno una semifinale di Champions League dimostrano che Inzaghi ha fatto bene. Quindi giudicare Simone solo sulla base di questo doppio confronto sarebbe sbagliato: va giudicato per questi due anni complessivi, che possiamo dire che siano buoni. Anche la Juve si gioca la sua semifinale: senza vittoria in Europa League possiamo dire che sia una stagione fallimentare? La Juve di questi due anni di Allegri è molto diversa da quella del primo ciclo di Max. Questa squadra è meno forte, è più fragile e poi hanno impattato anche gli infortuni di Pogba, Chiesa, Di Maria e di Vlahovic che sicuramente sarebbero stati importanti per la Juve. Alla fine, i bianconeri sono secondi in classifica, ogni tanto mostrano anche qualche sprazzo di gioco, sicuramente stanno mostrando grande temperamento. Allegri comunque è stato bravo a gestire la situazione in una stagione così complicata. C’è da evidenziare che poi Allegri non proporrà mai quel tipo di gioco esteticamente piacevole che ad esempio Spalletti ha mostrato con il suo Napoli, o come sono stati Sarri, Zeman o Sacchi: Allegri punta all’efficacia, agli equilibri tattici. Se la Juve vorrà qualcosa di diverso, dovrà cambiare allenatore: altrimenti, quando si sceglie Allegri si sa che si sta intraprendendo un percorso tattico di questo tipo. Un’ultima domanda sulla corsa Champions: oltre al Napoli, chi andrà in CL secondo lei? La lotta è molto tesa: le sconfitte di Roma e Atalanta le allontanano un po’ dalla bagarre. Milan e Inter sono in rimonta, la Juve sembra aver trovato una quadra, forse chi rischia davvero di più è proprio la Lazio: nelle ultime quattro partite, sono arrivate tre sconfitte. Vedremo se la squadra di Sarri riuscirà nel tentativo di rimanere agganciata ad uno dei tre posti dietro al Napoli, centrando un risultato che sarebbe davvero incredibile per la rosa che ha disposizione il tecnico toscano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Text
RIACE
© All Rights Reserved Tageszeitung
Per la gestione dei migranti, per questo suo famoso sistema di accoglienza diffusa, un sistema ammirato in tutto il mondo, e su cui è venuto a girare un cortometraggio persino Wim Wenders, qui sono arrivati fino a 3 milioni di euro l'anno. E però, colpisce. Provi a capire come era Riace, ora che è tutto finito, cosa era, cosa non ha funzionato: e non trovi un numero. Quanti abitanti effettivi ha, per esempio, a prescindere dal dato formale dei residenti? Cioè, quale era realmente la proporzione tra italiani e stranieri? E gli italiani, che età hanno, in media? E che reddito? Quanti migranti sono stati qui? Più di 6mila, dicono. Ma che significa? Per quanto tempo? E ora, dove sono? Riace gli è stata utile? Hanno imparato, tipo, un po' di italiano? E queste associazioni a cui era affidato tutto, che bilancio avevano? E quanti dipendenti? Selezionati come? Quante spese organizzative rispetto alle spese sostanziali?
In tutti questi anni, è stato rendicontato poco o niente.
E spesso, in modo solo generico.
L'unico numero certo qui è quello che il 26 maggio, quando è stato eletto il nuovo sindaco, è stato battuto dalle agenzie di stampa di mezzo mondo. 24. I voti per Mimmo Lucano.
Ed è un numero sbagliato.
24 sono i voti che ha avuto la lista di Fratoianni alle Europee.
Eppure, Riace non ha che 2.313 abitanti. La stazione è un binario e basta, senza biglietteria né niente. Poi c'è una farmacia, e di fronte, un bar e un tabaccaio. Fine di Riace Marina. Che è una delle due parti di cui si compone Riace, ed è sostanzialmente una fila di villette strette tra il mare e la statale. 300 metri più su, a sette chilometri, c'è Riace Superiore. Con la piazza del municipio, la chiesa, un bar, una salumeria e un piccolo alimentari, altri due bar e il tabaccaio. Sono collegate da due corriere al giorno. E cioè, dall'autostop.
Il primo che si ferma ha un fuoristrada da oltre 40mila euro. E quando gli dico che sono una giornalista, mi dice subito: L'ho comprato a rate. Fa il muratore.
Sono quasi tutti operai, qui. E, curioso: molti hanno un SUV. Moltissimi.
E hanno tutti lavorato nell'accoglienza.
Tra progetti ordinari e progetti di emergenza, tra SPRAR e CAS, Riace aveva circa 300 posti. Ma a tratti, in base agli sbarchi, in base a guerre e carestie, i migranti erano più del doppio. Gestiti da Città Futura, l'associazione fondata nel 1999 da Mimmo Lucano, e altre sei associazioni minori. Ma capire come, è complicato. Google non ha molte informazioni. E quindi, l'unica è telefonare alle associazioni. Una a una. Inizio dal Girasole. Da Maria Taverniti, la sua presidente. Mi hanno detto che è a casa, vorrei chiederle se posso passare un momento. Ma mi dice: Non sono a Riace. Dico che sto qui tutta la settimana, mi dice: Non so quando torno. Chiedo allora se posso passare in sede. Mi dice che è chiusa. Se posso parlare con uno degli operatori. Mi dice che non c'è più nessuno. Chiedo se c'è un sito web da cui avere un'idea delle attività. Non c'è. Un documento, un volantino, un vecchio articolo di cronaca locale: niente.
Non trovi un pezzo di carta, qui.
In compenso, trovi le intercettazioni della Guardia di Finanza. Che ha indagato su Riace per 18 mesi. Il 2 settembre 2017 Mimmo Lucano è con Cosimina Ierinò, la sua segretaria. Ed è inferocito. Sono arrivati i fondi da Roma, e ha girato al Girasole 95mila euro: ma i fornitori continuano a chiamarlo, perché non sono stati pagati. E anche gli operatori. 95mila euro. E non bastano? "Sono dei ladri matricolati!", dice.
Dal Girasole si difendono, dicono che hanno pagato quello che hanno potuto. Che quella è solo parte dei fondi. Che quando da Roma arriverà il resto, pagheranno il resto. Ma Cosimina Ierinò è lapidaria. "Si sono fregati tutto", dice.
E la Guardia di Finanza ha decine di intercettazioni così.
Secondo la Procura di Locri, guidata tra l'altro da una toga rossa, Luigi D'Alessio, che ha ripetuto più volte alla stampa che su Riace spera davvero di essersi sbagliato, nei tre anni esaminati quasi il 30 percento dei fondi è stato usato per tutto tranne che per i migranti. Per intestarsi case. Per ristrutturare e arredare immobili estranei ai progetti di accoglienza, per concerti e festival vari. E dai conti correnti delle sette associazioni mancano all'appello 2 milioni di euro: prelevati senza giustificazione contabile. Di certo, parte sarà stata spesa per i migranti. E sarà dimostrato in aula. Ma altrettanto di certo, molte delle fatture in archivio sono, diciamo, discutibili. Per una delle case risultano comprati 87 materassi e 131 cuscini, un cartolaio ha venduto mobili. E una Fiat Doblò ha avuto rimborsi benzina per 695 km al giorno.
Il 30 agosto 2016 una 32enne del Ghana ha incassato un assegno di 10.591 euro per due mesi di lavoro. Fa treccine ai capelli.
Il 22 agosto 2017 Tonino Capone, presidente di Città Futura, parla con un amico, e spiega che preferisce spendere i fondi che avanzano, piuttosto che restituirli a Roma a fine anno. "Se si deve trovare qualcosa andiamo, e troviamo un po' di fatture [...] Che so, ci sono 3mila euro, ci sono 10mila euro che devono ritornare indietro. Andate, e vi scegliete una camera per i ragazzi [...] Ma mica gli torno i soldi indietro".
Si sente Mimmo Lucano dire: "Quello che ho scoperto è devastante".
Con altri 26 imputati, è accusato ora di associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione. Il processo è iniziato l'11 giugno.
Bahram Acar aveva 32 anni, quando è sbarcato sulla spiaggia di Riace. E ricorda ancora quella notte. In cui al buio, cercava la strada per Roma. Era il 1998. All'epoca, non esistevano SPRAR e CAS, CIE e CARA, e quindi, semplicemente, si è trovato un lavoro. "Negli ultimi tempi", ammette, "Riace non era che un parcheggio. I migranti avevano tutto pagato. Anche le sigarette. E quindi, ciondolavano tutto il giorno", dice. "Ma anche le associazioni. Assumevano amici e parenti, invece di operatori qualificati. Erano in 10 per 10 migranti. Non aveva più senso", dice. Dicendo quello che ti dicono tutti, qui. Ma proprio tutti. Delineando una parabola che inizia nel 1998. Inizia con quel primo peschereccio alla deriva. E per dieci anni, tutto viene gestito in modo artigianale. Ma inappuntabile. Di quei 2.313 residenti, 470 sono stranieri che si sono fermati qui. Di 38 diverse nazionalità. "Poi, però, i numeri sono cambiati", dice Adelina Raschellà, l'edicolante. "Ed è saltato tutto", dice. E per numeri, non intende i numeri dei migranti: intende i fondi. I fondi pubblici. Perché sono aumentati i migranti, sì. Ma il denaro: è quello che ha sfasciato tutto. Qui che così tanto denaro non si era mai visto. Era il 2011. Era la Primavera Araba. "Si era sparsa la voce che a Riace aprivano la porta a tutti, e telefonavano da tutta Italia, magari alle due di notte, chiedendo: possiamo inviarvene altri duecento, domani?", dice. E qui nessuno si tirava indietro. "Perché qui siamo tutti migranti noi per primi", dice.
"Ma è stato un disastro".
Anche perché i fondi, qui come altrove, arrivavano con mesi di ritardo. E quindi Mimmo Lucano ha rimediato con i cosiddetti bonus: i migranti ricevevano delle banconote con Marx e Mandela che i commercianti poi convertivano in euro quando Roma, infine, pagava. "Ma era insostenibile", dice Maria Chillino, della macelleria. "Un conto è se sei la Conad, coperto da una sede centrale. Ma noi intanto dovevamo saldare la merce. Le bollette". Tira fuori scatole e scatole di banconote colorate. Ha ancora 16mila euro di crediti. "E mentre, sostanzialmente, era tutto a nostro carico, per il resto era come non avere un sindaco. I migranti assorbivano ogni energia. Spesso, per esempio, qui manca l'acqua: ma nessuno veniva neppure a domandarci se avevamo bisogno di aiuto. Si limitavano ad affittare case, e stiparci dentro magari dieci ventenni che non avevano mai vissuto prima da soli. E lì, o sei africano, o sei italiano, è uguale: è ovvio che avrai problemi", dice. "Chiamavamo le associazioni, e non rispondevano mai". Giuro, dice. Domanda ai carabinieri. Domanda agli avvocati. Qui protestavano tutti.
I carabinieri, in effetti, hanno ricevuto decine di segnalazioni.
E il Comune, decine di richieste di risarcimento. Entra un cliente. Si chiama Cosimo Romano. Gli pagavano 300 euro al mese per un appartamento di 140 metri quadri. La ristrutturazione gli è costata 15mila euro. I danni superano i 10mila.
"Non abbiamo votato contro i migranti", dice Maria Chillino. "Ma contro chi gestiva i migranti". "Contro chi fingeva di gestirli".
E colpisce. Perché quello che racconta, e che racconta come fosse normale, è drammatico. Tre, quattro volte al giorno entravano in macelleria. E chiedevano un po' di carne, o degli spiccioli per un biglietto di treno. Il significato di un certo documento. Di tutto. "E tu aiutavi il primo, aiutavi il secondo, il terzo. Il quarto. Ma poi, eri costretto a dire no", dice. "E magari era poco più di un bambino. E ti restava lì, fuori dalla porta. Senza sapere dove andare e... e..." - le si spezza la voce. "Giuro. Giuro", dice. "Abbiamo dato più del possibile".
La sconfitta della sinistra è stata tutto, qui, tranne che una vittoria della destra. E non solo perché Claudio Falchi, il segretario della Lega eletto in consiglio comunale, migrante anche lui per 24 anni in Venezuela, è stato eletto con 25 voti: i numeri sono questi, a Riace - più che il partito con cui ti candidi, conta quanti amici hai. Ma soprattutto, perché tutti vogliono indietro i migranti. Ed è anche per questo che hanno scelto la Lega. Perché è al governo: è dalla Lega che ora dipendono i fondi da Roma. Perché per il resto, nessuno ha dubbi, qui: i migranti sono una ricchezza. E l'unica di Riace. Persino il nuovo sindaco, Antonio Trifoli, 49 anni, vigile urbano, uno che tra l'altro, è stato tra i fondatori di Città Futura, non ha che parole belle per Mimmo Lucano. Nessuno, qui, contesta il suo valore. Ha rianimato Riace. Solo che oltre alle parole belle, nel suo nuovo ufficio Antonio Trifoli ha anche faldoni e faldoni di debiti. 3 milioni di euro. "Per anni, il Comune non ha pagato l'acqua, la luce. Ma anche cose minime. Tipo l'impianto di aria condizionata. Nessuno si occupava più dei cittadini", dice. E per cittadini, intende tutti: italiani e stranieri. "Perché alla fine, eravamo tutti senz'acqua", dice.
Riace è stata capofila della battaglia per l'acqua bene pubblico. E gratuito. Per questo l'acquedotto, alla fine, ha ridotto la pressione. Perché il Comune ha 850mila euro di arretrati.
Qui anche la sinistra, dice, ha le sue responsabilità. E lo dice dopo una vita a sinistra. "Non avendo più leader, ha trasformato Mimmo Lucano in un simbolo. E ha finito per chiedere a Riace troppo rispetto a quello che Riace, realisticamente, era".
Perché in questi anni sono venuti tutti, qui. Registi, musicisti, scrittori. Artisti. Ma anche semplici attivisti: che ora, nelle intercettazioni, compaiono qui e lì, mentre chiedono se per caso una delle case per i migranti è libera per un weekend. Erano tutti incantati dai laboratori di artigianato. Dal vetro, le ceramiche. Le stoffe. Senza pensare, come hanno contestato più volte gli ispettori, che se sei un ingegnere iracheno, imparare a usare un telaio ti è completamente inutile. Non ha senso definirla, e soprattutto, finanziarla, come attività di "formazione professionale". Mimmo Lucano ha sempre ribattuto che la Calabria è questa. Che non c'è lavoro, qui. Non c'è niente. Ma allora, evidentemente, bisognava ricalibrare il sistema, gli hanno risposto. E per esempio, inviare qui i migranti appena sbarcati, per poi smistarli altrove. Il dibattito, è ovvio, è aperto. Anche perché in Italia, l'alternativa a Riace sono spesso i campi di pomodori in cui si è pagati 3 euro l'ora per 12 ore al giorno. "Ma alla sinistra non è mai interessato niente di tutto questo", dice Antonio Trifoli. "Ancora oggi, è vietato criticare. Anche se nessuno neppure sa dove siano ora i migranti che sono stati qui. Nessuno gli ha mai chiesto se Riace gli sia stata utile o meno".
E ora, dopo averci usato, ci hanno dimenticato, dice.
Ora stanno tutti sulla Sea Watch. Ora si sono trovati un'altra icona.
Nel momento difficile, sono spariti tutti.
Perché poi, per dieci anni qui ha funzionato tutto. Fino a quando prima lo stato, e poi la destra e la sinistra, non hanno deciso che i migranti erano un problema. Il problema.
E hanno sfasciato tutto.
E se Riace parla, ora, se racconta infine quello che tutti sapevano, ma tutti, per interesse, tacevano, incluso, appunto, lo stato, che poteva inviare qui tutti i migranti che non aveva idea di dove altro inviare, è proprio per difendere Mimmo Lucano. Che non si è intascato un euro, giurano. Mai. Di altri, noti un tenore di vita incompatibile con il reddito. Fuoristrada. Viaggi. Case nuove. Ma Mimmo Lucano no, giurano. Quello che aveva, ha. E cioè, niente. Quando il tribunale, a ottobre, gli ha vietato di stare a Riace, i primi giorni ha dormito in auto. Profugo tra i profughi. Sotto una pioggia a dirotto. Solo. E non è giusto, dicono. Non è giusto che paghi per tutti. E quando spiego che sì, mi ripetono tutti le stesse cose, la stessa storia, e però poi vogliono restare anonimi, e così sono non sono che voci di paese, dico, quando dico che ho bisogno di nomi e cognomi, si avvicina un uomo. "Scrivi", dice. "Mi chiamo Cosimo Nisticò. Lavoravo per la cooperativa L'Aquilone. Busta paga di 1200 euro, effettivi 300". Ora basta, dice. "Non è giusto".
"Non è giusto che paghi per tutti".
Perché la tesi di Mimmo Lucano, è nota. Con il costo della vita di Riace, i famosi 35 euro al giorno a migrante ricevuti dallo stato erano più che sufficienti: e quindi, era possibile investire anche in altro. Senza togliere niente a nessuno. Anzi. Perché aprire, per esempio, botteghe di artigianato, significava rilanciare l'economia. Per tutti. Anche per gli italiani. Il problema è che il laboratorio del cioccolato alla fine non solo non è stato aperto che per l'arrivo di una delegazione dell'ONU: la cui grigliata di carne, in più, è stata pagata con i fondi per i minori non accompagnati - per anni, il sistema ha funzionato, sì: ma poi, complice uno stato che fino a poco tempo fa non imponeva molti obblighi di rendicontazione, né molti vincoli di spesa, questo "altro" coperto dai 35 euro, questo extra, è diventato anche, per dire, tre appartamenti e un frantoio che ora risultano intestati a Città Futura. Comprati con scritture private non registrate. E 360mila euro di fondi pubblici. Come anche Palazzo Pinnarò. La sede di Città Futura. Il 10 luglio 2017, Mimmo Lucano parla con il suo presidente. Ha mezza Riace che gli domanda in che senso un frantoio benefici i migranti, a cosa serva, e ammette: "Non serve a niente".
Ma è tardi, ormai. Il sistema è fuori di ogni controllo.
Perché poi, anche se i presidenti delle associazioni non parlano, è sufficiente parlare con i pochi migranti che sono ancora qui. O meglio: provare a parlarci. Tento prima con un'eritrea, poi con tre nigeriane, altri due nigeriani. Due siriani. E sono qui da mesi, a volte da anni: ma non parlano una parola di italiano.
Che poi è la vera ragione per cui alla fine è saltato tutto. Quando a Riace si è capito che i primi a essere danneggiati, erano i migranti stessi. Perché qui, in realtà, a nessuno importa quello di cui discute la stampa. Le carte di identità rilasciate anche ai clandestini. I profughi ospitati anche a termini scaduti. Sono illeciti che avrebbero compiuto tutti. E per cui sono orgogliosi di Mimmo Lucano. Non sono visti come illeciti: ma come forme di disobbedienza civile. Se gli hanno votato contro, è per tutto il resto. O più esattamente: per tutti gli altri. Domenico Arcadi, il ragioniere del Comune, mi riporta giù a Riace Marina con la sua auto da 540mila chilometri. Sa meglio di chiunque altro come è andata, ma a inchiesta in corso, non può dirmi niente. Mi dice solo, amaro: Però intanto altri, altrove, trattavano con la Libia. "Qui risponderanno di abuso d'ufficio, magari. Di truffa. Ma altrove, di crimini contro l'umanità".
"Che follia", dice. "Sprecare tutto per un SUV. E ora che le indennità di disoccupazione finiranno, come camperanno? I migranti erano il solo modo per non diventare anche noi migranti".
© All Rights Reserved Tageszeitung
[Agosto 2019]
7 notes
·
View notes
Text
BUONGIORNO BUON MARTEDÌ A TUTTI
🙏⛪🙏🕊️✝️🕊️💓
Giunga a tutti voi la voce esultante della Chiesa, con le parole che l’antico inno pone sulle labbra di Maria Maddalena, la prima ad incontrare Gesù risorto il mattino di Pasqua. Ella corse dagli altri discepoli e, col cuore in gola, annunciò loro: "Ho visto il Signore!" (Gv 20,18). Anche noi, che abbiamo attraversato il deserto della Quaresima e i giorni dolorosi della Passione, oggi diamo spazio al grido di vittoria: "E’ risorto! E’ veramente risorto!". Ogni cristiano rivive l’esperienza di Maria di Magdala. E’ un incontro che cambia la vita: l’incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale, momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità. Ecco perché la Maddalena chiama Gesù "mia speranza": perché è stato Lui a farla rinascere, a donarle un futuro nuovo, un’esistenza buona, libera dal male. "Cristo mia speranza" significa che ogni mio desiderio di bene trova in Lui una possibilità reale: con Lui posso sperare che la mia vita sia buona e sia piena, eterna, perché è Dio stesso che si è fatto vicino fino ad entrare nella nostra umanità. Ma Maria di Magdala, come gli altri discepoli, ha dovuto vedere Gesù rifiutato dai capi del popolo, catturato, flagellato, condannato a morte e crocifisso. Dev’essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sottoposta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia ingiuriata dalla vendetta. Con la morte di Gesù, sembrava fallire la speranza di quanti confidavano in Lui. Ma quella fede non venne mai meno del tutto: soprattutto nel cuore della Vergine Maria, la madre di Gesù, la fiammella è rimasta accesa in modo vivo anche nel buio della notte. La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza. Gesù è passato attraverso questo intreccio mortale, per aprirci il passaggio verso il Regno della vita. C’è stato un momento in cui Gesù appariva sconfitto: le tenebre avevano invaso la terra, il silenzio di Dio era totale, la speranza una parola che sembrava ormai vana. Ed ecco, all’alba del giorno dopo il sabato, il sepolcro viene trovato vuoto. Poi Gesù si mostra alla Maddalena, alle altre donne, ai discepoli. La fede rinasce più viva e più forte che mai, ormai invincibile, perché fondata su un’esperienza decisiva: «Morte e vita si sono affrontate / in un prodigioso duello. / Il Signore della vita era morto, / ma ora, vivo, trionfa». I segni della risurrezione attestano la vittoria della vita sulla morte, dell’amore sull’odio, della misericordia sulla vendetta: «La tomba del Cristo vivente, / la gloria del Cristo risorto, / e gli angeli suoi testimoni, / il sudario e le sue vesti». Cari fratelli e sorelle! Se Gesù è risorto, allora – e solo allora – è avvenuto qualcosa di veramente nuovo, che cambia la condizione dell’uomo e del mondo. Allora Lui, Gesù, è qualcuno di cui ci possiamo fidare in modo assoluto, e non soltanto confidare nel suo messaggio, ma proprio in Lui, perché il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo.
🙏❤️
2 notes
·
View notes
Text
I legami tra la Turchia e l’Italia.
Una faccia una razza é un vecchio detto popolare che é stato usato anche nel film - premio Oscar - Mediterraneo di Gabriele Salvatores (1991) per indicare le radici in comune che intercorrono tra i popoli del Mar Mediteranneo.
E’ naturale quindi che tra la Turchia, in questo caso tra la millenaria storia di Istanbul, e molte delle realtà presenti oggi in Italia esistono dei profondi legami.
Iniziamo questo viaggio segnalandovi le numerose chiese di rito bizantino localizzabili soprattutto nell‘Italia meridionale e che risalgono all’epoca in cui questi territori appartenevano all’Impero Bizantino.
Tra le tantissime chiese vi segnalo la graziosa Cattolica di Stilo (foto in alto) in Calabria che faceva parte di un complesso di oltre 300 monasteri bizantini situati tra Stilo e la provincia di Catanzaro.
A partire dal VI secolo i monaci di San Basilio provenienti dall’odierna Turchia e che aumentarono di numero con il tempo, costruirono numerosi edifici religiosi e tra questi l’Abbazia di San Nilo a Grottaferrata, in provincia di Roma, fondata nel 1004 cinquanta anni prima dello Scisma tra cattolici e ortodossi.
Naturalmente anche i capolavori dei mosaici bizantini presenti nell’antica Basilica di San Vitale a Ravenna meritano assolutamente una vostra visita, ricordandovi che questo edificio venne costruito sul modello della Chiesa dei santi Sergio e Bacco oggi la moschea della Piccola Santa Sofia ad Istanbul.
L’antico flusso migratorio che vi ho accennato prima e proveniente dall’attuale Turchia, non riguardava solo gli ecclesiastici ma anche la popolazione civile che in molti casi é riuscita a mantenere intatte fino ai giorni nostri le proprie peculiarità etniche, linguistiche, culturali e religiose.
Nelle comunità ellenofona in provincia di Reggio Calabria (Bagaladi, Bova, Bova Marina, Brancaleone, Condofuri, Melito Porto Salvo, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo e Staiti) e in Puglia in provincia di Lecce (Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano de’ Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia, Zollinodove) si parla un dialetto simile al greco detto grecanico, e alcune di esse hanno ricevuto qualche anno fa, visto che adottano il rito cristiano-ortodosso, la visita di Sua Santità l’Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma e Patriarca Ecumenico Bartolomeo.
Alla comunità ellenofona dobbiamo aggiungere anche quelle arbereshe (arbëreshë) che discendono dagli albanesi che si stabilirono in Italia tra il XV e il XVIII sec. al seguito della caduta dell’Impero Bizantino (1453) e dell’avanzata dell’Impero Ottomano nei balcani.
Questa comunità appresenta una delle più importanti minoranze etno-linguistiche italiane. La più grande si trova a Piana degli Albanesi in provincia di Palermo in Sicilia.
Foto realizzata da Manfredi Caracausi durante le celebrazioni pasquali con abiti tradizionali albanesi.
E a proposito della Sicilia dobbiamo citare il Duomo di Monreale, altro esempio di arte bizantina in Italia.
Vi invito a visitare i Comuni ellenofoni e i Comuni dell’Arberia durante i loro eventi tradizionali se volete assaporare il fascino di una storia antica che in qualche modo é partita da dove vi scrivo.
Proseguo con il citarvi la quadriga in bronzo sulla Chiesa di San Marco a Venezia che proviene dall’antico Ippodromo di Costantinopoli; la stessa chiesa di San Marco é identica a quella dei Santi Apostoli di Costantinopoli e il tesoro di San Marco ospita preziosi provenienti dall’antica capitale bizantina. Come non dimenticare il gruppo scultoreo dei tetrarchi un tempo a Costantinopoli e trafugato durante la Quarta Crociata del 1204. Oggi un piccolo pezzo é esposto nel museo archeologico di Istanbul.
La Turchia é la culla del cristianesimo
La Turchia ha ospitato le prime comunità cristiane (Tarso, Laodicea, Pergamo, Efeso, Antiochia per citarne qualcuna), vicino alle rovine di Efeso si trova “la casa di Maria” il luogo dove la madre del Cristo ha vissuto fino alla sua morte; l’Io credo che i cristiani professano durante la messa é nato dai concili di Nicea (Iznik) e di Costantinopoli (Istanbul); il quarto concilio, quello che definisce la natura umana e divina di Cristo, si svolse a Kadıköy (quartiere asiatico di Istanbul) dove sorge la Chiesa di Santa Eufemia.
Le tante reliquie dei santi che oggi vengono venerate in Italia e in Europa un tempo erano custodite nelle chiese di Istanbul, moltissime trafugate durante il saccheggio di Costantinopoli della Quarta Crociata del 1204. Tra le tante ricordiamo le reliquie di Sant’Andrea - il patrono del Patriarcato di Costantinopoli - che si trovano nel magnifico Duomo di Amalfi, città dove il primo settembre si festeggia, con una bella rievocazione storica, il capodanno bizantino!
Ma non esistono eventi festivi legati alla gloriosa epoca bizantina. Una particolare festa si svolge a Moena, in Trentino, dove c’é il rione Turchia e la gente indossa costumi ottomani in una sorta di Carnevale in stile turco; nelle rievocazioni storiche di Tollo e di Villamagna i protagonisti sono sempre dei turchi. Un uomo vestito con turbante e scimitarra interpreta “il turco” nella Festa dei Gigli di Nola.
Ad Istanbul ho trovato in una chiesa armena un simbolo quaresimale cristiano che serve a scandire i giorni fino a Pasqua simile alle bambole quaresimali usate nelle regioni del sud Italia.
Sapete che il significato di “mettere le corna” viene dalle imprese poco onorevoli dell’imperatore bizantino Andronico I?
Citiamo anche il razzismo o meglio l’Anti-turchismo o la Turcofobia, emblematica la frase “mamma li turchi” risalenti alle incursioni dei pirati turchi sulle coste italiane che hanno ispirato canzoni, poesie, detti popolari, dato nomi a luoghi geografici come la “scala dei turchi” in Sicilia o che sono all’origine di curiosi episodi, come quello della Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli di Agropoli (Salerno), costruita dopo il rinvenimento in mare della statua della Madonna che i pirati turchi avevano trafugato, per poi abbandonarlo lungo il tragitto verso Costantinopoli: l’odierna Istanbul. Sempre in Sicilia abbiamo la Testa di turco di Scicli: è un bignè, grande almeno il triplo di un bignè normale, ripieno di crema o di ricotta. Il dolce nasce nella città di Scicli, nel Ragusano. Le teste di turco sono legate all’antica vittoria dei siciliani sui saraceni nel 1091 ad opera di Ruggero d’Altavilla. La sua forma ricorda un Turbante. Tutto é collegabile all’uso, a partire dal 1500, nella lingua italiana del termine “turco” per indicare qualcosa proveniente da un paese lontano come il “granoturco”.
“La Turchia non é mai stata Europa storicamente”. Strano. E pensare che Costantinopoli dal 330 d.C. é stata la capitale dell’Impero Romano. La stessa città venne ribatezzata da Costantino come Nuova Roma!
Nota: I lettori più attenti noteranno sicuramente alcune omissioni ma l’argomento é talmente vasto da inserire in un semplice post di un blog che vi invito a svolgere degli ulteriori approfondimenti e, se volete, anche a segnalarmeli. In ogni caso continuo ad aggiornarlo.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: [email protected] Seguici anche su www.facebook.com/istanbulperitaliani
5 notes
·
View notes
Link
Venerdì 21 febbraio, alle ore 19, presso gli spazi dell’ Atelier Alifuoco, a Napoli, inaugura la mostra di Metastasi#1, progetto artistico in forma di libro che vede il coinvolgimento di figure provenienti da svariati ambiti.
Succede che una cellula trovandosi in difficoltà, altera il suo patrimonio genetico e tenta di sopravvivere attraverso un processo di disseminazione. In un inspiegabile slancio autodistruttivo, porta il corpo da cui trae nutrimento al completo disfacimento. Ogni nuova metastasi è contemporaneamente un’ulteriore fonte di vita e un passo verso la fine, desiderio di espansione e finitudine. Metastasi vuole assecondare questo andamento: non possiamo prevedere fin dove si allungheranno le sue estremità. Metastasi è un progetto artistico che, sulla base di combinazioni accidentali, si rimodula di volta in volta. Metastasi#1 è interamente dedicato al tema del manifesto (politico, estetico, programmatico, artistico, ironico, dissacrante, ideologico, dogmatico, potenziale) e si propone di affiancare visioni e interpretazioni testuali e iconiche alle tipologie “storiche” di manifesto formulato per assiomi, dichiarazioni assolute e affermazioni escludenti. Metastasi#1 è una raccolta di fraintendimenti del concetto di manifesto e tentativi di giocare con un linguaggio che nel ‘900 ha trovato largo utilizzo e fortuna. Metastasi#1 si manifesta il 21 febbraio 2020 negli spazi dell’Atelier Alifuoco, a Napoli per terminare nella stessa serata. Metastasi#1 raccoglie gli interventi: Alessandro Armento, Chiara Arturo e Cristina Cusani, Luciana Berti, Black Napkin, Samuele Canestrari, Alessandro Coccorullo e Lorenza Langella, Marco Donisi, Simone Esposito, Gallerista Anonimo, Bogdan Hanganu, Ilfilodipartenope, Danilo Manzi, Viviana Marchiò, Vittoria Piscitelli, Calixto Ramirez Correa, Iacopo Seri, Mario Francesco Simeone, Emilio Visconti. Si ringraziano: Marco De Luca, Simone Foresta, Sofia Lobakina, Marco Mancini, MariaTeresa Palladino, Francesco Maria Sabatini, Lucia Schettino.
INFO
METASTASI #1 a cura di Alessandro Armento e Viviana Marchiò 21 febbraio 2020 h.19:00 Atelier Alifuoco Via Domenico Cirillo 18 Napoli
1 note
·
View note
Text
10^ edizione di NIM - NUOVE IMPRESSIONI, festival gratuito di musica, arte e letteratura
Si terrà ad Alcamo (Tp). Ospiti artisti nazionali (Cimini, Da Black Jezus) e internazionali Phototaxis e i Random Recipe
Saliranno sul palco di Pizza Ciullo ad Alcamo a partire dalle 22.00:
Cimini, Bestiame e Basiliscus P.
Alle1 8.30 inaugura la mostra di fotografia “Il mare non ha paese” al Castello dei Conti di Modica
Il 4 agosto sarà la volta dei
Da Black Jezus, Phototaxis (da Tel Aviv) e i…
View On WordPress
#10^ edizione di NIM#Alberto Alicata#Benedetto Tarantino#Fabio Florio#Francesco Bellina#Francesco Paolo Catalano#Gaetano Fisicaro#Gianni Cipriano#Giulia Parlato#Giuseppe Cantone#Keja Ho Kramer#Luca Savettiere#Maria Vittoria Trovato.#Mauro Filippi#NUOVE IMPRESSIONI#Paola Schillaci#Sandro Bertola
0 notes
Text
Finalmente è uscita r o b i d a 6. La trovate qui! Finally r o b i d a 6 is out and available here!
•
Pubblichiamo qui l’editoriale di Dora Ciccone
“Robida cresce di anno in anno, con nuovi germogli e ramificazioni che la portano sempre più lontano e allo stesso tempo, si radica in profondità nel proprio suolo, nel paese di Topolò, dove trova nutrimento e infine raccoglie i propri frutti, una volta maturi.
Il n.6 è nato in un anno intenso e movimentato, tra viaggi, nuove idee e lavori, scadenze e continui spostamenti, in una relazione a distanza non priva di complicazioni. Come sempre in realtà, ma questa volta con la volontà di integrare la caotica ma dinamica forma redazionale all’interno delle pagine della rivista, scegliendo un tema che non fosse solo lo spunto di riflessione, ma diventasse il comune approccio al lavoro redazionale. Abbiamo iniziato a giocare. Ci siamo dati delle regole, abbiamo fissato appuntamenti virtuali e assegnato un colore per comunicare, in una lingua mai prestabilita. Presto abbiamo perso il filo del discorso, trovando nuovi incipit dall’incomprensione.
Come una carta “imprevisto” che solleviamo dalla pila, ogni numero della rivista nasce in parte dalla fascinazione per l’ignoto, dalla curiosità, dalla competizione con noi stessi e con gli altri, dal darsi dei limiti e delle regole per poi infrangerle, rischiando di creare qualche cosa di nuovo. L’ambizione di una vittoria finale è sempre una buona motivazione, ma quante partite a Monopoli avete mai vinto (o finito)? Una volta scelta la propria pedina, non è forse nel giocare assieme, nel condividere i rischi, le vittorie e le sconfitte, che ognuno trova il proprio posto sul tabellone, non tra avversari ma tra compagni si squadra? La rivista è diventata così un laboratorio creativo, un tavolo di lavoro dove iniziamo a raccogliere e articolare suggestioni, concetti alle volte astratti ma che ci permettono di dialogare a più voci trovando sempre nuovi spunti che ordiniamo/curiamo/impaginiamo/montiamo tra queste pagine dando forma a un pensiero collettivo.
Oggi questo pensiero assume anche una forma pratica, artigianale e creativa, rivolgendosi nuovamente al paese di Topolò: fonte di ispirazione, ma anche luogo d’azione. Abbiamo trovato qui il nostro spazio di gioco, le sfide e la libertà per mettere in pratica quanto raccolto e per continuare così a nutrire le radici di questa pianta. Robida è diventata così un’associazione, che si prende cura del paese e del paesaggio di Topolò con energia, costanza e fantasia per immaginarvici un futuro. In questi anni la nostra squadra si è allargata e consolidata, sempre competitiva e ambiziosa: una squadra di gioco, di lavoro e di vita, che assomiglia sempre più a una famiglia, con una casa accogliente e un grande giardino, pieno di fiori e erbe selvatiche, dove giocare e mettersi in gioco.
Una casa su un albero, una tenda sotto le lenzuola, un angolo della stanza, una sabbionaia, un giardino, un villaggio nel bosco, una casa abbandonata o un intero paese: per quanto astratto e immaginario, lo spazio di gioco necessita di una componente fisica, materica e malleabile, che permette di adattarlo alle proprie necessità - o meglio, alle necessità del gioco. Ma non tutti gli spazi si prestano a questa operazione, che intreccia le suggestioni personali con quelle radicate nel luogo stesso, il quale diventa così una parte costituente e quindi indispensabile al gioco. Può anche il gioco diventare indispensabile al luogo?��� di più su r o b i d a 6 qui: https://r-o-b-i-d-a.tumblr.com/numerosei
•
words by : Aljaž Škrlep, Alma Mileto, Elisa Vegué Llorente, Emma Golles, Giampaolo De Pietro, Gloria Binato, Igor Peres, Janja Šušnjar, Joelle Saliba, Livia Galtieri, Marco Ginoulhiac, Maria do Mar Rego, Maria Moschioni, Pietro Bulfoni, Renato Rinaldi, Sara Parentini, Vid Skrbinšek, Vittoria Rubini images by: Chiara Cazzato, Elena Rucli, Vid Skrbinšek photos by: Giulia Iacolutti, Maria Silvano, Renato Rinaldi
3 notes
·
View notes
Photo
Il dolore ti prende svuotandoti come un riccio ad agosto a punta Prosciutto. Comunque, nel dubbio, chissà. In foto: dogs days are gone - pas beaucoup. Alternative al blu? Il color polvere di cristallo, come avessimo schiacciato tutte le pietroline di vetro che abbiamo trovato questa estate sulla battigia. La lingerie di @momoni_official che ci piace moltissimo, e che morbida, ci ricopre di fiori. Pietre preziose - si, del colore delle pesche e dei mirtilli, 67.00/39.00 - vi aspettiamo in questo primo giorno di magnifico grigio che preannuncia ad un inverno di tessuti e fantasie - STREPITOSE. Ordini, info e spedizioni su whatsapp +393484712749 ☎️ 🌈 🦜 PARROT AND PALM 🌴 - via Maria Vittoria 28 G, Torino. . . . . . #instadaily #outfitoftheday #shoppingonline #outfitoftheday #instashop #parrotandpalmtorino #shop #parrotandpalm #italianstyle #torino #pink #style #streetwear #instalike #naturelovers #torinocentro #details #picoftheday #look #instashop #inspiration #moodoftheday #shopping #shoeslover #igerstorino #likeforlikes #lingerie #flowers #autumnvibes #inspiration #beautifuldestinations (at Parrot and Palm) https://www.instagram.com/p/CiewymNNqa0/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#instadaily#outfitoftheday#shoppingonline#instashop#parrotandpalmtorino#shop#parrotandpalm#italianstyle#torino#pink#style#streetwear#instalike#naturelovers#torinocentro#details#picoftheday#look#inspiration#moodoftheday#shopping#shoeslover#igerstorino#likeforlikes#lingerie#flowers#autumnvibes#beautifuldestinations
0 notes
Text
Dopo aver salito le scale, Rosa venne accolta da un vento gelido, che la costrinse a portare le mani sulle braccia in un misero tentativo di ripararsi dal freddo e non solo: quell'ala era la zona più devastata del castello, si rese conto mano a mano che avanzava, i corrimano erano precipitati, i candelabri da soffitto giacevano sul pavimento, cosparso di frammenti di cera giallastra e ferro nero battuto, le finestre non esistevano più, al loro posto c'erano solo muri crollati, che lasciavano intravedere fuori, sul giardino innevato, i pochi drappi rimasti erano squarciati e, al soffiare del vento, si muovevano con aria sinistra, come se volessero afferrare il malcapitato di turno e lanciarlo nel vuoto, gli occhi delle centinaia di statue diaboliche sembravano seguirla attentamente, passo dopo passo, aspettando un suo momento di distrazione per poterla attaccare... Anche se intimorita, Rosa continuò a camminare, facendo attenzione a dove metteva i piedi, e alla fine arrivò in una stanza coperta di neve per lo più, dato che il tetto era costituito soltanto da cielo e stelle, c'erano due ritratti affissi alle pareti squarciati, uno della famiglia che abitava un tempo il castello, probabilmente, e l'altro di una singola persona, un ragazzo, i cui occhi richiamarono l'attenzione e la curiosità di Rosa; la castana s'avvicinò ad esso, studiando meglio quel poco che era rimasto integro dagli artigli dell'attuale padrone, e le sembrò d'aver già visto quello sguardo, da qualche parte, due occhi nocciola colmi di disperazione e rabbia ma, quando sembrava sul punto di capire, una luce l'attirò nella parte della stanza più esposta alle intemperie.
Più avanzava, più la ragazza sentiva un tepore provenire da un'ampolla posta al centro di un tavolino, messa lì a proteggere una stupenda rosa rossa, che emanava quella strana luce e quello strano tepore; la luce diventava più intensa a intervalli regolari, quasi fosse un cuore, e la particolarità fece scaturire in Rosa il desiderio di voler accarezzare il fiore tuttavia, nel momento in cui stava per togliere l'ampolla, venne presa per il collo da dietro e scaraventata a terra, mentre la Bestia si frappose tra lei e il fiore, ringhiando minaccioso.
"Cosa è venuta a fare qui," le chiese, facendo un passo verso la sua direzione.
"Niente, stavo solo--"
"Non le è stata proibita questa zona del castello!"
"Non stavo facendo niente di male."
"Stava per toccare la rosa!!!"
Rosa indietreggiò spaventata dal ruggito del padrone, e tentò di giustificarsi.
"Mi dispiace, mi dispiace, non volevo--"
"SE NE VADA!!!"
Un mobile fatto in mille pezzi dalla furia della bestia le diede l'incentivo ad alzarsi da terra e fuggire, il più lontano possibile, prendendo la decisione di tornare a casa, nella speranza di dimenticare quell'incubo il prima possibile, mentre altri ruggiti e altre frasi urlate le suggerirono che aveva preso la decisione più giusta; a nulla valsero le preghiere della servitù, specialmente di Totò e Sandro, di restare, lei con le lacrime agli occhi per la paura uscì dal castello e prese il suo fedele Manfredi, prendendo a galoppo la via del bosco.
Mentre Rosa incoraggiava Manfredi ad andare più veloce, si sentirono già gli ululati e ben presto i lupi cominciarono l'inseguimento, con le zanne in bella mostra, pronte per essere affondate nella carne fresca. Rosa tentò di liberarsene, guidando il cavallo verso passaggi più difficili da percorrere, però la scelta le si ritorse contro. Venne disarcionata, il branco circondò lei e Manfredi, Rosa tentò d'aiutare il suo amico, minacciando i lupi con un ramo trovato lì, ma questo venne spezzato in pochi attimi, ormai non avevano scampo. Uno dei lupi le morse la caviglia e lei cadde a terra, gridando dal dolore, provò a liberarsi, ma i denti la dilaniarono ulteriormente, quando un altro si stava preparando per finirla. Rosa fissò terrorizzata le pupille gialle dell'animale, pregò di poter tornare a casa sana e salva e, nel momento in cui il lupo si preparò all'attacco, chiuse gli occhi, rivolgendo il suo ultimo pensiero all'amato padre.
Tuttavia, il lupo venne afferrato da qualcosa e un altro ruggito si propagò per il bosco. Tutti i lupi lasciarono perdere le loro prime prede per attaccare l'intruso, e Rosa aprì gli occhi, notando immediatamente che l'altro animale non era altro che il padrone del castello, che stava lottando con il branco. La Bestia si difese in tutti i modi, ringhiando, graffiando, ma erano troppi per uno solo, tant'è che uno dei lupi gli salì sulla schiena per distrarlo e un altro si scaraventò sulla gola, azzannandola, facendolo guaire; la Bestia prese con una zampa l'animale sul suo collo e lo strappò via, macchiando col proprio sangue la neve circostante, e s'occupò poi di quello sulla schiena, prendendolo e scaraventandolo contro una roccia, con la quale il lupo andò a sbattere e non si rialzò più. Vedendo ciò, gli altri si spaventarono e decisero di scappare, lasciando liberi Manfredi, Rosa e la Bestia; questi ultimi si guardarono, senza proferir parola, lui provò a dire qualcosa, ma tutto ciò che uscì dalle labbra fu solo un rantolo e poco dopo svenne. La ragazza zoppicante fece per andare da Manfredi e riprendere la strada del villaggio, ma il pensiero di lasciare nel bosco il padrone del castello, dopo che era corso a salvarle la vita, la fece desistere e più tardi lo raggiunse, vedendo la gravità delle ferite che aveva riportato, decise di riportarlo a casa, così da poterlo medicare; il problema della stazza venne risolto con qualche difficoltà, ma alla fine Rosa riuscì a la Bestia sulla groppa di Manfredi e, insieme, partirono per la volta del castello.
Tutta la servitù fu felice e al tempo stesso preoccupata di vederli feriti e salvi, così aiutarono Rosa a condurre il padrone nella sua stanza da letto, mentre Maria si sarebbe occupata di fornire tutte le medicine necessarie per curare le ferite. Posato sul letto, il padrone rinvenne lentamente, vedendo Rosa al suo capezzale intenta con un panno e una bacinella colma di un liquido; quando gli fu appoggiato sulla gola il panno imbevuto, la Bestia si contorse dal dolore, e non volle più farsi avvicinare dalla ragazza. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, Rosa s'indispettì e trovò il modo di mettergli quel panno sulla gola, senza farsi più alcuna remora e premendo forte, facendolo ringhiare dal dolore.
"È IMPAZZITA!!!" Le urlò, rivolgendole uno sguardo arrabbiato, al quale Rosa questa volta non indietreggiò.
"LEI NON SI VOLEVA FAR TOCCARE, HO DOVUTO PRENDERE PROVVEDIMENTI!"
"QUESTO NON SAREBBE SUCCESSO SE LEI NON FOSSE SCAPPATA!"
"QUALSIASI PERSONA SANA DI MENTE AVREBBE FATTO LA MIA STESSA COSA, TROVANDOSI DI FRONTE UNO CHE LE URLA CONTRO, DICENDOLE D'ANDARSENE!"
"QUALSIASI PERSONA SANA DI MENTE NON AVREBBE DISOBBEDITO ALL'ORDINE DI NON ANDARE NELL'ALA OVEST!"
Convinto d'aver vinto la battaglia, il padrone sfoderò un infantile sorriso di vittoria, che ben presto sparì quando la sua ospite gli rispose.
"Qualsiasi persona sana di mente non ne rinchiuderebbe un'altra solo perché quest'ultima ha violato la proprietà."
La frecciata arrivò dritta all'orgoglio del padrone, il quale preferì rimanere in silenzio perché un solo passo falso e quella ragazza gli avrebbe fatto ancora più male con quel maledetto panno... Ciò non lo esentò però dal pensare che con un tale padre, era normale che venisse su una tale figlia, i tempi stavano correndo troppo in fretta o era lui che s'era arrestato.
"A proposito," Rosa interruppe il flusso dei suoi pensieri, continuando a tamponare la ferita con un po' più di delicatezza, "devo ringraziarla, per avermi salvata. Senza il suo intervento ora sarei un cadavere nel bosco."
"Dovrebbe curarsi la caviglia, piuttosto." Le rispose seccato, non guardandola in viso, la sensazione sul pelo di una mano delicata che lo sfiorava lo stava mandando fuori di testa, o era il troppo sangue perduto a farlo sragionare?
"Appena avrò finito con lei, andrò nella mia camera e la medicherò."
Il cuore delle Bestia prese a battere inspiegabilmente più veloce, a quella frase, tanto da farlo voltare verso Rosa per domandarle, con un tono appena distaccato, come se la cosa non lo interessasse, "Quindi, ha deciso di rimanere qui?"
"Con lei ho qualche possibilità di spuntarla, coi lupi la vedo un po' difficile," gli rispose con un sorrisetto per sdrammatizzare, senza mezzi termini.
"Quindi lo fa per convenienza." Asserì l'altro con un velo di tristezza nello sguardo.
"In un certo senso sì e non voglio offendere la sua servitù, che si getterebbe sul fuoco per lei, ma solo l'unica qui che dispone di due mani."
"E di una lingua che non riesce a frenare, aggiungerei."
"Perciò ci sono ben tre motivi per cui io debba restare. Ora, mi faccia curare la ferita sopra l'occhio, prima che le si infetti."
Ecco perché avvertiva qualcosa di viscoso che scendeva da sopra l'occhio, pensò la Bestia, prima di sentire nuovamente il tocco delicato e fermo di Rosa sul suo muso e girarglielo verso di lei, sussultando per il bruciore della ferita al contatto col panno.
"Fa male?"
"Ho sopportato di peggio," strinse i denti, "tempo fa, una strana ragazza m'aveva premuto con forza un panno contro la gola per disinfettarmi una ferita."
Rosa si mise a ridere un po' al richiamo, sotto lo sguardo di due occhi nocciola che la osservavano catturati, rispondendo che si trattava sicuramente di una persona a modo, che aveva agito così solo per il bene del padrone.
Dopo quella frase, cadde il silenzio ma non era pesante o pieno di tensione, anzi, si respirava un'aria tranquilla e di pace e, per la prima volta dopo anni, la Bestia desiderò con tutto sé stesso poter tornare ad essere un umano di nome Gabriele, per poter dare a quella ragazza anche un quarto motivo per rimanere con lui, per sempre, nel proprio castello.
----
(Ecco cosa succede quando sento nominare "La bella e la bestia" 😅 il merito va a @amaraebella e all'anon che ha proposto l'au ❤)
#(ha suonato la sveglia di padre alle 4:50 e non sono riuscita più ad addormentarmi 😂)#(da una parte mi piacerebbe riscrivere i momenti più importanti della favola... ma boh vediamo...)#(intanto ho scritto la parte che considero migliore di tutto il film/cartone 😅)#oc @blogitalianissimo#fanfiction#la bella e la besta!au#puglia#abruzzo#(mo mi si stanno chiudendo gli occhi 😅 quindi torno in letargo)#la bella e la bestia!au
8 notes
·
View notes
Photo
Grazie a Maria Vittoria Minnai per il regalo, che finalmente ha trovato la giusta collocazione grazie alle capacissime mani di Pierluigi Vettori. #vasco #vadoalmassimo #vadoagonfievele #ricordi (presso Estepa) https://www.instagram.com/p/CVf3mmhMR9HkxezTTqBU6niZCsTOZul7WOMuok0/?utm_medium=tumblr
0 notes
Text
Ideal Slim Recensioni
Ideal slim opinioni
Alberto La cosa principale è assumere le gocce secondo le istruzioni. Anche perché il prodotto è molto potente e invece di 10kg improvvisamente si può perdere tutti i 20 kg. Paola Ragazze, ho fatto un corso di IDEAL SLIM, queste gocce funzionano davvero! Le ho prese senza fanatismo ed è così che sembro ora!
Alessandra Sfortunatamente, non posso ancora vantarmi di risultati meravigliosi, perché assumo IDEAL SLIM solo per 4 giorni. Ma l'effetto, ad essere onesti, è già evidente! Ci riuscirò sicuramente! Claudia Ciao, prendo anche io IDEAL SLIM, ma in due settimane ho buttato solo 4,5 kg(((( Martina Ciao, ho buttato giù ben 11 kg in 3 settimane con questo prodotto. Questa è la mia vittoria!! Sono passati sei mesi e il peso è stabile! Sandra Anche io sono riuscita a perdere peso perfettamente con queste gocce! Ideal Slim funziona! E nessun effetto collaterale. Buona fortuna a tutti!
Giada Ho semplicemente assunto IDEAL SLIM e mangiavo tutto che mi piace. Comunque sono riuscita a perdere 14 kg. Penso che IDEAL SLIM per dimagrire è migliore scelta che io abbia fatto! La cosa più forte è che non devi allenarti in palestra per portare il tuo corpo allo stato perfetto. Non ho né tempo né voglia... In poche parole queste gocce un ottima scelta per i pigri come me! Consiglio! Ecco i miei risultati:
Franco Prima di assumere IDEAL SLIM, ho pesato 90 kg. Quando ero giovane avevo un ottimo fisico sportivo però con l’età ho cominciato di accumulare il grasso sulla pancia e i fianchi. Avendo 35 anni ho capito che mi devo subito mettere a posto! Quasi un anno mi stavo allenando ma non ho raggiunto il risultato voluto. Dopo di tutto ho inserito le gocce IDEAL SLIM nella mia dieta quotidiana e fra un paio di settimane mi sono restituito mio fisico che faceva perdere la testa alle donne! Anche se queste gocce hanno effetto cumulativo e stabilizzano il peso a lungo periodo, tengo sempre da parte qualche boccetta di IDEAL SLIM))
Ideal slim funziona?
Laura Per me IDEAL SLIM è diventata una vera salvezza. Qualche anno fa ho avuto un incidente, dopo il quale non ho potuto muovermi per 8 lunghi mesi. Mentre stavo al letto ho messo 25 kg in più! A poco a poco ho iniziato a camminare con l’aiuto del bastone ma allo sport non pensavo neanche ... perché avevo bisogno di una lunga riabilitazione e questo poteva solo peggiorare. La prima boccetta di IDEAL SLIM ho ricevuto da un’amica che era appena tornata dagli Stati Uniti. Lì prese queste gocce e buttò via 13 kg in un mese! Ho iniziato assumerle anch’io ma sinceramente non credevo nel successo. Le assunto secondo le istruzioni - 25 gocce due volte al giorno. Ho sentito i cambiamenti dopo 5-7 giorni, la pancia ha iniziato a diminuire, una piacevole sensazione è comparsa nello stomaco, intestino si è attivato. Il metabolismo è migliorato molto. Nelle prime 2 settimane ho perso 8,5 kg e dopo un altro mese ho perso 23,5 kg! Non ho cambiato la mia dieta e questa perdita di peso si è rivelata così piacevole e facile! Sono ancora stupita! Grazie alla mia amica per aver portato questa innovazione dall'America, altrimenti peserei ancora 83 kg. Daniela Non so come agli altri, a me IDEAL SLIM ha aiutato molto. Sono felice e orgogliosa del mio risultato - meno 16 kg in 4,5 settimane. Perdita di peso rapida! Ornella Forse semplicemente bisogna mangiare di meno? Capisco che i bambini hanno il corpo in crescita e hanno bisogno di molti elementi nutritivi. Ma voi siete adulti, non vi potete controllare?! Anna Sono sorpresa che molte persone pensino che solo i nutrizionisti siano a conoscenza di questo prodotto. Queste gocce mi hanno aiutato a perdere 14 kg sei mesi fa. E ora voglio ripetere questo corso solo per la prevenzione, beh in modo da potermi ricaricare un po 'con le vitamine. Questo è un concentrato di piante naturali ed è sicuro. E anche le mie amiche conoscono queste gocce da molto tempo, quindi questo non è un segreto.
Piera A cosa servono tutti questi standard? Perché tutti devono essere magri? Io ad esempio peso 79 kg con una altezza di 167 e non mi vergogno di questo. Mi piace il mio aspetto e mi sento benissimo! Margherita Ragazze! Ho bisogno urgentemente di perdere 9 kg!!! SOS!! CHE FARE? Odio le diete e ancor più non ho intenzione di morire di fame. Allenamenti in palestra - state scherzando? Questa IDEAL SLIM è davvero così efficace come scrivono su di lei qui? Emilia Sito ufficiale del produttore - questo è l'unico posto dove si possono acquistare le gocce originali di IDEAL SLIM? O si possono acquistate in qualsiasi negozio online?
Ideal slim recensioni
Caterina Ho assunto gocce IDEAL SLIM per due mesi. Ma è stato quasi un anno fa. Ci sono stati problemi di peso ma ora non ci penso nemmeno di questo, mangio tutto e non ingrasso. Mi piace molto l'effetto di queste gocce!!!
Sara Peso 97 kg e non so come sbarazzarsi da loro... Ho paura che presto peserò 100 kg. Aiuto - cosa fare? Dove ordinare queste gocce miracolose? Elisa Saluti! Sono una madre di due figli e per quanto mi ricordo tutto il tempo cerco di perdere peso .... Le diete non danno un risultato, perché dopo un paio di giorni mi sfogo e inizio a mangiare tutto di seguito. Non c'è tempo per lo sport. Ho letto di IDEAL SLIM e sono incuriosita. Ditemi per quanto tempo prendere queste gocce in modo che il risultato sia evidente? Grazie in anticipo! Veronica Saluti! Ho 50 anni e vorrei tanto perdere peso. A questa età è difficile dimagrire perché il metabolismo si rallenta ... Così anch'io ho ordinato il corso IDEAL SLIM e ho buttato giù 19 kg! L'effetto mi ha colpito! Fino a 19 kg in un mese e mezzo !! Non mi aspettavo tali risultati per cui sono felice il doppio. Grazie per l'articolo. Consiglio IDEAL SLIM a tutti. Elena Fantastico che ho scoperto per caso IDEAL SLIM. Non speravo più di perdere peso e ho quasi fatto i conti con il fatto che sarei sempre rimasta grassa. Ma quando ho ordinato queste gocce e ho fatto il corso non mi sono riconosciuta nello specchio! Ho perso 17 kg! E questo è solo l'inizio, penso che dopo un po' ripeterò di nuovo il corso. Queste gocce sono naturali, il che significa che nessun danno. Mi sento persino molto meglio. La cosa migliore è che non è necessario cambiare stile di vita e dieta. Continui a vivere come prima e perdi peso con IDEAL SLIM. Non so chi è questa persona che ha inventato questo prodotto ma lo ringrazio molto. Clara È una sensazione irreale quando volevi davvero qualcosa, ma pensavi che fosse quasi impossibile. E un tale miracolo. Ho già perso 10 kg e continuo nello stesso ritmo. Gli amici pensano che io sono a dieta rigida e si preoccupano di me. Ma finora ho deciso di non dire nulla su IDEAL SLIM, lascio che ci sia una sorpresa))))) Loriana Dove acquistare queste gocce? Non ce ne sono nelle farmacie. Mi serve originale non contraffatto. Altrimenti, non ci sarà alcun risultato... Alberto - Ideal slim recensioni Ripeto ancora una volta che IDEAL SLIM può essere ordinata SOLO su sito ufficialedel produttore. Per non sbagliare, fai clic sul pulsante "Vai al sito ufficiale del produttore" qui sotto! Soprattutto per i nostri lettori ora c'è un grande sconto, dall’accordo con il produttore. Ma non durerà a lungo, quindi affrettati con il tuo ordine! E, per favore, attenzione ai prodotti falsi. Vai al sito ufficiale del produttore
Che cosa è Ideal slim?
Ideal Slim - Combinazione efficace dei biocomponenti attivi L-carnitina è una sostanza vitaminica, il cui compito principale è quello di aumentare il metabolismo dei grassi nel corpo. Svolge la funzione di bruciatore di grassi naturale, aiutando a ridurre la quantità di tessuto adiposo. Estratto di Garcinia Cambogia il frutto è ricco di acido idrossicitrico (HCA), che blocca la conversione dei carboidrati in eccesso nel tessuto adiposo, e riduce l'appetito. In altri termini, ogni volta che il tuo corpo ha bisogno di energia e sei affamato, l'integratore inizia a bruciare i carboidrati in eccesso e il grasso sottocutaneo. Fibre di mela riducono il livello di colesterolo e zucchero, proteggono dai virus intestinali ed eliminano l'appetito tipico da spuntino, in modo da eliminare il tessuto adiposo sull’addome e da ridurre in modo significativo il girovita. Estratto di foglie di tè verde ha un’alta capacità antiossidante, che si manifesta nel rafforzo delle difese immunitarie, scindendo le placche di colesterolo nei vasi sanguigni, normalizzando il metabolismo e migliorando l'apporto di sangue agli organi interni. Ti sentirai più forte, noterai un miglioramento del benessere generale e della condizione della pelle, e una riduzione del peso in eccesso.
Ideal slim forum
Ideal slim recensioni Fiorella Ho sentito parlare di questo prodotto, ma quando l'ho cercato su internet sono sempre incappata in siti strani. Finalmente ho trovato un sito affidabile. www.IdealSlim.it L'operatore mi ha già chiamata e mi ha detto quando mi verrà consegnato Ideal Slim . Sono contenta! Basta con le diete. GRAZIE
Maria Ciao a tutti. Quello che dicono è vero, Ideal Slim, che ho ordinato dal sito ufficiale grazie al consiglio di un amica, dà risultati incredibili! Lo uso da due mesi: la prima settimana ho perso 3kg, la seconda 4kg, la terza e la quarta altri 8,5kg e così via! Potete vedere le mie foto qui sotto.
Manuela Funziona! Ne sono la prova vivente. Uso Ideal Slim da due settimane e sto già dimagrendo! La pancetta è sparita, fantastico! Non voglio ancora pubblicare delle foto, prima voglio raggiungere il mio obiettivo. Ne bevo una tazza due volte al giorno e voilà. Amanda Non riesco a crederci! L'ho già ordinato. Quando comincerò a prenderlo vi racconterò. Ora peso 85 kg e sono alta 1,60 m. Personalmente penso che i bruciagrassi funzionino, anche se bisogna considerare altri fattori come il metabolismo e la disciplina. Io voglio dimagrire e trovarmi un fidanzato, sono stufa di essere sola :( Benedetta Tre mesi fà, il mio nutrizionista mi ha consigliato queste gocce con l'estratto del Papaia, Opuntia e Pitahaya. E così, ho iniziato a prenderle. Ho perso 20 kg! E' un ottimo prodotto, ora ho perso tutti i chili presi in gravidanza. Ne vale davvero la pena, raccomando Ideal Slim a tutte. I risultati non tarderanno ad arrivare! Luisa Ho provato molte diete ma invece che perdere peso ho perso la speranza. Ho sentito parlare di Ideal Slim ma non mi fidavo... Poi un dietologo mi ha detto che è davvero efficace, se usato nel modo giusto. Grazie mille per il consiglio, spero che vada tutto come previsto! Alice Io sono sempre stata in sovrappeso e per me Ideal Slim è un'opportunità di cambiare. Penso che queste gocce funzionino così bene grazie ai componenti unici e, soprattutto, all'esatta concentrazione. Ho sentito parlare delle benefiche proprietà dell'estratto di Opuntia, Papaia, Longan e la Pitahaya più di una volta, e tutto ciò l'ho trovato nell'unico prodotto Ideal Slim, che fà veramente perdere il peso! Spero che mi aiuti! Lo ordino subito. Eva Ciao! Uso Ideal Slim da solo una settimana e dopo aver letto i vostri commenti sono più tranquilla. Continuerò a prenderlo finché non otterrò i risultati che voglio. Grazie! Laura Queste gocce innovative con l'estratto delle frutte e le steli del cactus reale Opuntia hanno subito attirato la mia attenzione! Ho comprato Ideal Slim due settimane fa e ho già perso 10 kg. I risultati si vedono anche nel breve termine. Read the full article
0 notes
Photo
Se un giorno me ne andassi, non ti fermeresti fino a quando non mi hai trovato? In foto: di ottanio e cilindri con cui fare il pieno di coraggio, o comprare un biglietto singolo. I costumi di @lauraurbinatiofficial da 240.00 ora 192.00 ti fanno pensare subito alla libertà bambina, della solitudine tranquilla di chi ancora non ha cominciato a - sognare, senza fantasmi dunque e senza aspettative disilluse. Blazer e dragoni - una giacca che nasconde al suo interno l’energia del sol levante - con lingue di fuoco e voli pindarici. Da 280 scontato ora 196.00. E gli shorts? Non è forse super carino in abbinamento al suo bikini? Dalla mattina a tarda sera - un accessorio solo - scarpette color oro e i nostri panier francesi - 28/31.00 😜 Ordini, info e spedizioni su whatsapp +393484712749 ☎️ 🌈 🦜 PARROT AND PALM 🌴 - via Maria Vittoria 28 G, Torino. . . . . . #instadaily #summeroutfit #shoppingonline #outfitoftheday #instashop #parrotandpalmtorino #shop #parrotandpalm #italianstyle #torino #green #style #bikini #instalike #naturelovers #torinocentro #details #picoftheday #look #instalove #inspiration #moodoftheday #shopping #italianstyle #igerstorino #likeforlikes #frenchstyle #flowers (presso Parrot and Palm) https://www.instagram.com/p/CgjSO3fNacM/?igshid=NGJjMDIxMWI=
#instadaily#summeroutfit#shoppingonline#outfitoftheday#instashop#parrotandpalmtorino#shop#parrotandpalm#italianstyle#torino#green#style#bikini#instalike#naturelovers#torinocentro#details#picoftheday#look#instalove#inspiration#moodoftheday#shopping#igerstorino#likeforlikes#frenchstyle#flowers
0 notes
Photo
Nuovo post su https://is.gd/vBswLn
Spigolature sulla chiesa Madre di Spongano
di Giuseppe Corvaglia
La chiesa Madre di Spongano è dedicata a San Giorgio Martire. In origine era costituita da un’unica navata; così fu riedificata nella seconda metà del ‘700, mentre le due navate laterali furono edificate soltanto verso la metà del 1800; l’abside è posta a oriente e la chiesa è orientata sull’asse est-ovest.
Alla fine del ‘700 l’altare maggiore era dedicato all’Immacolata Concezione; venne poi rifatto nella forma attuale e dedicato a San Giorgio nel 1830. Di pregio sono gli stucchi dorati modellati da Vito Tedesco da Monopoli.
Sul lato destro della chiesa antica, a navata unica, c’erano tre altari: il primo, all’ingresso, eretto nel 1684, era dedicato a Santa Teresa ed era di patronato della famiglia Scarciglia; il secondo era dedicato a Sant’Antonio, di patronato della famiglia Bacile, ed era adorno di un quadro che raffigurava il Santo con il Bambino Gesù e una statua di pietra che ora è posta di fianco alla porta di ingresso laterale destra; il terzo altare era dedicato alla Madonna del Rosario ed era di patronato della famiglia Morelli.
La navata sinistra fu edificata successivamente, verso la metà del 1800, a spese della famiglia Bacile fino alle volte e fu completata, con le volte e gli altari, con il contributo della popolazione e il fattivo interessamento dell’Arciprete don Pietro Scarciglia.
Gli altari, in origine, erano tre: il primo altare, oggi sostituito dal Battistero, era dedicato alla Madonna Assunta con un quadro che può essere osservato sopra il Battistero stesso e raffigura, ai piedi della Vergine, San Giorgio che sottomette il drago e San Luigi Gonzaga; il secondo altare è dedicato a Santa Vittoria e il suo patronato apparteneva alla Confraternita della Buona Morte; il terzo è l’altare dedicato a San Giuseppe.
Proprio di quest’altare vi voglio parlare. È l’altare della navata più prossimo all’altare maggiore ed è dedicato, come detto, a San Giuseppe o alla Sacra Famiglia.
Fu costruito nel 1843, con il medesimo stile di quello dedicato a Santa Vittoria che è coevo.
Altare di San Giuseppe
Altare di San Giuseppe, dipinto della Narività
Il dipinto centrale è posto in mezzo a due colonne con capitelli corinzi, come in un proscenio di teatro, abbellito da elementi floreali e ghirlande, e rappresenta la Natività con l’adorazione dei pastori.
San Giuseppe, quasi defilato rispetto al centro del dipinto, mostra, con candido e genuino stupore, ai pastori e al popolo dei fedeli, il piccolo Gesù, vero centro dell’attenzione, su cui convergono gli sguardi di tutti gli astanti.
Ai lati vi sono due statue in pietra leccese, raffiguranti Sant’Anna e Santa Lucia, di recente fattura. L’ovale sulla mensa raffigura San Lazzaro, in abiti vescovili, ruolo che, dopo la morte di Gesù, può aver ricoperto.
Intorno all’effigie si legge l’epigrafe “LAZARUS FUERAT MORTUUS QUEM SUSCITAVIT JESUS” ([Sono] Lazzaro colui che era morto e fu resuscitato da Gesù Cristo).
Altare di San Giuseppe, San Lazzaro
Lecce, statua di San Lazzaro
Il Santo era venerato nel Salento. Qui, durante il periodo che precedeva la Pasqua, piccole compagnie improvvisate di musici e cantanti usavano proporre, in giro per le masserie, in una specie di questua di prodotti della terra, un canto chiamato “Santu Lazzaru” che, partendo dalla resurrezione dell’amico di Gesù, narrava la sua Passione e la sua Resurrezione.
Lazzaro morì giovane e fu resuscitato da Gesù, poi assistette alla sua dolorosa passione e dopo l’Ascensione del Signore, quando i discepoli si dispersero, con le sorelle Marta e Maria, secondo la Legenda aurea di Iacopo da Varagine, approdò a Marsiglia, dove si conservano ancora le sue reliquie. Qui Lazzaro convertì e battezzò molti pagani e resse, quale vescovo, la chiesa di quella città. Morì in età molto avanzata, ricco di meriti e di virtù. Un’altra fonte lo colloca a Cipro, a Cizio (oggi Larnaca), sempre come vescovo. Secondo questa versione le sue reliquie sarebbero state ritrovate a Cipro e portate in Francia dai Crociati.
In alto, nell’altro ovale, collocato sulla sommità dell’altare, è raffigurata la Sacra Famiglia.
Negli ultimi anni, proprio su questo altare, aveva trovato posto una pregevole statua in cartapesta della Sacra Famiglia fatta dall’artista salentino Antonio Papa e fortemente voluta e donata da Don Vittorio Corvaglia.
Sommità dell’altare di San Giuseppe
Chiesa del Carmelo a Loano: ai lati S. Teresa e S. Giovanni della Croce
Sempre sulla sommità dell’altare ci sono altre due statue che non hanno indicazioni.
Le statue sono rappresentate con abiti talari e un rosario in vita. Quella alla destra dell’osservatore rappresenta una religiosa con un angelo che la ispira, evidenza che si tratta di una donna Dottore della Chiesa, mentre quella alla sinistra rappresenta un religioso con una croce in metallo davanti.
Si può ipotizzare che siano raffigurati San Domenico e Santa Caterina da Siena: il primo, raffigurato con una croce nell’atto di predicare, e la seconda ispirata da un angelo.
Consideriamo però che la Santa senese è già effigiata da una delle statue in pietra, poste ai lati dell’altare di Sant’Antonio, e San Domenico viene in genere rappresentato con un giglio, una fiaccola o un cane.
In realtà sembra più plausibile identificarli con due mistici della famiglia carmelitana: San Giovanni della Croce e Santa Teresa d’Avila che riformarono l’ordine del Carmelo e che spesso si trovano raffigurati insieme, anche a Spongano, nella cappella del Carmine, di patronato della famiglia Ruggeri e ora di proprietà della famiglia Rini.
La devozione verso la Vergine del Carmelo a Spongano era molto sentita. Lo testimoniano la presenza di quadri, una statua processionale fatta modellare da Urbano Corvaglia e poi fatta restaurare negli anni ’50 da Emanuela Falco, edicole votive e altre espressioni della devozione popolare.
statua processionale della Madonna del Carmine
A Lei si rivolgevano preghiere e suffragi per la salvezza delle anime del purgatorio e Lei si invocava per non morire nel peccato in caso di morte improvvisa.
Un’espressione della devozione popolare era una giaculatoria rivolta a Lei per chi era in punto di morte o anche per sé stessi, pensando a quel momento di trapasso.
La Giaculatoria diceva:
“Madonna del Carmine,
mia bella Signora,
assistetemi Voi
nell’ultima mia ora .”
oppure “assistete – e qui si citava il nome dell’agonizzante – nell’ultima sua ora”.
Particolarmente devote alla Vergine del Carmine erano due famiglie patrizie di Spongano: i Ruggeri e gli Scarciglia che hanno annoverato fra i loro congiunti diversi parroci.(1)
Gli Scarciglia avevano patronato sul primo altare della parete di destra, nell’antica chiesa a navata unica, dedicato a Santa Teresa d’Avila e ornato da un quadro, oggi collocato nel cappellone con l’altare del Santissimo Sacramento che fu costruito dall’arciprete Pietro Scarciglia (2), figlio di Gerolamo, con il contributo della madre e del fratello, dottor Fisico Giuseppe, proprio per trasporre il patronato dell’altare di Santa Teresa.
Nel quadro la Santa in estasi viene raffigurata nell’atto di ricevere il velo monastico da San Giuseppe e dalla Madonna.
Santa Teresa riceve il velo dalla Madonna e da San Giuseppe
Ritratto di Don Pietro Scarciglia
Un altro quadro della stessa famiglia si può ammirare in sacrestia e raffigura la Madonna del Carmine con le anime purganti fra San Giovanni Battista e S. Oronzo.
I Ruggeri dedicarono alla Madonna del Carmine la propria cappella gentilizia che si trova in via Carmine, di fronte al loro palazzo, Ruggeri ora Rini.
particolare di Palazzo Ruggeri
Il tempio fu costruito da Francesco Antonio Ruggeri, padre di Giovanni Tommaso che fu Arciprete di Spongano dal 1714 al 1751, e la consacrò nel 1690. Per costruirla, Francesco Antonio aveva comprato, nel 1687, due fondi e la dotò pure di due vigneti e tre orte di vigna, oltre ad altri fondi, che costituivano un legato per 52 messe delle quali una parte doveva essere celebrata con canti, primi e secondi vespri, nei giorni in cui si festeggiava la Madonna.Nelle visite pastorali viene sempre lodata per arredi e paramenti; ancora oggi, dopo i restauri voluti dal Dottor Gaetano Rini e dalla moglie Anna Rizzelli, mostra nella sua bellezza quello stile barocco con cui era stata concepita.
Della Dedicazione alla Madonna del Carmelo è attestazione l’epigrafe posta sulla porta di ingresso (D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO)/ DIVAE MARIAE A CARMELO/ D(OMINUS) IO(ANN)ES THOMAS ROGGERIUS DICAVIT/A(NNO). D(OMINI). MDCXC – Traduzione: A Dio Ottimo Massimo/ E alla Madonna del Carmelo/ Don Giovanni Tommaso Ruggeri dedicò (questo tempio) / Nell’Anno del Signore 1690).
Don Bernardo Ruggero
Don Scipione Ruggero
All’interno si nota la volta a botte in pietra viva e un altare barocco, sfarzoso per stucchi e colori, che accoglie un quadro che raffigura la Madonna con il bambino mentre porge lo scapolare a due santi in ginocchio: San Giovanni della Croce, con una Croce adagiata presso le sue ginocchia, e Santa Teresa d’Avila che reca i simboli della passione di Cristo, fra cui la canna con alla sommità una spugna, infilzata per dissetare il Redentore sulla Croce, e la lancia con cui i romani ne trafissero il costato.
Note
(1) Nella famiglia Ruggeri, oltre a Giantommaso, parroco dal 1714 al 1751, ricoprirono il ruolo di Parroco a Spongano anche Scipione e Bernardo (1771-1779), mentre nella famiglia Scarciglia, oltre a Pietro, fu parroco anche Girolamo dal 1679 al 1684.
(2) Il quadro raffigura Don Pietro Scarciglia, parroco di Spongano dal 1826 al 1836. L’epigrafe recita: D(ON) PETRUS SCARCIGLIA ARCHIPRESBYTER SPONGANI, PIETATIS AC RELIGIONIS LAUDE MAXIME ENITENS, OMNIBUS DESIDERATISSIMUS. OBIIT DIE 18 NOVEMBRIS 1836 AETATI- che vuol dire “Don Pietro Scarciglia, arciprete di Spongano che merita la lode più grande per pietà e religione, ricercatissimo da tutti. Morì il 18 novembre 1836 all’età di …” (Il libro aperto cita la lettera di San Paolo agli Ebrei). Don Pietro Scarciglia fu Arciprete per quasi tre decenni, in due periodi, dal 1808 al 1825, quando decise di dimettersi dalla carica per poi riaccettarla nel 1826 fino al 1836, anno della sua morte. Questi furono anni intensi per la progettazione e la costruzione della navata sinistra con gli altari citati. La Famiglia Scarciglia, originaria di Minervino, si stabilì a Spongano nel ‘600 con Pompomio Scarciglia, che fece costruire la cappella di San Teodoro. Il palazzo principale della famiglia è quello che si trova di rimpetto alla chiesa e fu costruito nel 1620 ma anche gli altri palazzi a sinistra sullo stesso lato di via chiesa, sono della famiglia Scarciglia. Su questo palazzo è posta una epigrafe che recita Hic sunt patera frondes.
Si ringraziano Antonio Corvaglia e Mirella Corvaglia per le foto che mi hanno fornito e si ringrazia l’Ufficio diocesano per l’arte Sacra e i Beni Culturali per le autorizzazioni alla pubblicazione delle immagini
0 notes
Photo
“Oltre”, il nuovo singolo delle Dianime in promozione radiofonica “Oltre”, il nuovo lavoro della band
Il singolo, pubblicato per ALTI Records, è presentato così dal gruppo:
Oltre è l’immaginazione che viaggia, libera dalle catene di un corpo che non può muoversi. Un dialogo con se stessi che si muove tra elettronica e indie-pop.
Guardarsi dentro non è semplice. Non vorremmo mai fermarci. Ma ci sono momenti in cui la vita chiede un dialogo sincero con la nostra interiorità. Oltre è lo specchio dei sentimenti che non accettano di restare sotto la pelle, immobili. Oltre è uno sguardo che supera il vetro dell’incoscienza, la forza della mente che, anche se ancora lo sappiamo, è in grado di vincere qualsiasi battaglia. Oltre è dentro tutte le persone che in un momento di forte debolezza hanno trovato la forza di rinascere, di andare… oltre.
Le Dianime mettono in musica i loro mondi interiori sconfinati, tra istinto e ragione, grinta e introspezione. Usano la musica per nascondersi mostrandosi. Dianime è un progetto che fa il suo esordio nel 2015 con l'EP autoprodotto "Rivoluzione dell'anima", un primo lavoro con un sound metà tra rock ed elettronica.
Dopo aver mosso i primi passi nel circuito musicale abruzzese, il gruppo colleziona la vittoria di diversi contest musicali e oltre 50 concerti che li portano a condividere il palco con artisti di calibro nazionale (Diaframma, Umberto Maria Giardini, Giorgio Canali & Rossofuoco, Ex-Otago, Giuliano Palma, Margherita Vicario, Blastema, Sick Tamburo, Bugo, La Menade, Management del dolore post-operatorio) e internazionale (Alcest, Clan of Xymox). L’intensa attività live li porta a suonare sugli stessi palchi di artisti come Lacuna Coil, Il Teatro degli Orrori, Marlene Kuntz, fino a raggiungere la finale regionale del festival Arezzo Wave (2017).
Nel 2018 ottengono il primo posto tra le migliori band emergenti selezionate dalla redazione di Classic Rock Italia e vincono il premio nazionale FIM (Fiera Internazionale della Musica) come miglior band emergente.
Il 31 maggio 2019, dopo una lunga pausa dovuta a un cambio di line up e all’ingresso di una nuova voce, pubblicano il singolo "Risposte", prodotto da Marco Di Nardo (Management del dolore post-operatorio).
A Settembre 2019 pubblicano per ALTI Records “Oltre”, il nuovo singolo dall’anima elettro-pop.
Credits:
Produzione artistica: Stefania Ferrante, Luigi Tarquini e Federico Fontana Testo e musica: Sara Berardinucci e Dianime Mix e Mastering: Giampiero Ulacco Label: ALTI Records
0 notes
Text
Nabucco
Sono le sette e un quarto di sera, più o meno, del quattro ottobre, un sabato: il sole è andato oramai giù e l’aria è diventa subito frizzante.
Ombre scure si muovono veloci nel parco dall’altra parte di Piazza della Vittoria.
E’ il compleanno di Maria Vittoria. Le ho regalato una bella scatola di Hello Kitty a forma di cuore (vuota: non ho trovato nulla che valesse la pena metterci dentro) e…
View On WordPress
0 notes