#Manipolazione Dati
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megachirottera · 2 years ago
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L'immunità naturale è protettiva come il vaccino COVID
Che fornisce una protezione migliore e più duratura contro COVID: due vaccini COVID o naturali … Source: March 07, 2023; Analysis by Dr. Joseph Mercola [>Fact Checked<] (more…) “”
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pier-carlo-universe · 21 days ago
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Anomalia di Nicola Marco Camedda: Una Saga Sci-Fi tra Intrighi e Sospetti nell’Ammasso Stellare Zero. Recensione di Alessandria today
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta
Un’emozionante avventura futuristica che esplora il conflitto tra tecnologia e verità nascosta Con Anomalia, primo volume della saga Star Cluster Zero di Nicola Marco Camedda, ci troviamo immersi in un universo fantascientifico denso di misteri e intrighi politici. L’Ammasso Stellare Zero è un mondo avanzato, prospero grazie ai traguardi della ricerca scientifica, e il sistema predittivo di…
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aitan · 6 months ago
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Ha detto il tiggì, che ha detto Confcommercio che il disagio sociale è ai minimi storici.
Evviva!
Va tutto bene nel migliore dei mondi possibili.
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falcemartello · 14 hours ago
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Ho chiesto a Chat GPT come la tirannide dovrebbe eliminare il veicolo privato . La risposta
Se fossi una tirannide e volessi eliminare il veicolo privato senza far accorgere le persone del piano,
dovrei procedere in modo sottile e graduale, in modo che le persone non si sentano minacciate e non si ribellino. Ecco come potrei agire:
### 1. Introduzione di politiche che sembrano vantaggiose - Migliorare i mezzi pubblici: Investire in infrastrutture di trasporto pubblico come metropolitane, tram e autobus, facendole sembrare più convenienti e moderne rispetto al veicolo privato. L'idea sarebbe quella di rendere i mezzi pubblici più efficienti, economici e accessibili, creando un'alternativa apparentemente vantaggiosa. - Progetti ecologici e "green": Promuovere la sostenibilità e l'uso di veicoli pubblici elettrici come parte di un impegno per l'ambiente, facendo credere che l'eliminazione delle auto private sia una necessità per il bene del pianeta.
### 2. Manipolazione economica - Tasse e tariffe elevate: Introdurre imposte indirette sulle auto, come aumenti nelle tasse di registrazione, assicurazioni e carburante. Iniziare con incrementi piccoli e graduali, in modo che le persone non si ribellino immediatamente. - ZTL e restrizioni di traffico: Imposizione di zone a traffico limitato nelle città, dove è difficile per i veicoli privati accedere. Questo potrebbe essere giustificato da motivi ambientali, ma alla lunga sarebbe una misura che spingerebbe le persone a non voler usare più il loro veicolo.
### 3. Tecnologia e monitoraggio - Incentivare la tecnologia per il controllo del traffico: Installare telecamere e sistemi di monitoraggio per la gestione del traffico in modo che sembri una questione di sicurezza. I dati raccolti potrebbero essere utilizzati per limitare l'accesso delle auto private in determinate aree o per multare comportamenti considerati non conformi, come l'inquinamento. - Sistemi di pagamento elettronico e tracciamento: Creare sistemi di pagamento che siano obbligatori e che incentivino le persone a usare solo i mezzi pubblici (per esempio, "carte del trasporto pubblico" che monitorano il movimento dei cittadini).
### 4. Modificare la mentalità pubblica - Educazione e propaganda: Usare i media e la cultura popolare per far passare il messaggio che l'auto privata è ormai obsoleta, inquinante e poco efficiente. Potrei promuovere l'idea che il trasporto pubblico è la scelta più intelligente e responsabile. - Glamorizzare alternative: Creare una narrazione che dipinge l'auto privata come qualcosa di antiquato o addirittura egoistico, mentre il trasporto pubblico o condiviso viene descritto come una scelta più moderna, altruista e civile.
### 5. Sostituire l'auto privata con alternative controllabili - Promozione di veicoli condivisi e a noleggio: Offrire incentivi per utilizzare car-sharing, bici e scooter elettrici, che possono essere monitorati e controllati, rendendo l'auto privata meno necessaria. Anche il trasporto pubblico potrebbe essere incentivato con soluzioni digitali, come app di mobilità integrata. - Rendere l'auto privata meno conveniente: Introdurre tecnologie che rendano più difficile possedere o utilizzare un'auto privata, come l'obbligo di dispositivi elettronici che tracciano i veicoli o costringono a pagare in modo dinamico per l'uso di strade e parcheggi.
### 6. Manipolare l'offerta di auto - Restrizione nell'offerta di nuove auto private: Utilizzare leggi e regolamenti che rendano difficile o costoso l'acquisto di nuove auto private, limitando le vendite di auto tradizionali a favore di modelli elettrici che possano essere meglio controllati o monitorati. - Controllo sulla produzione e distribuzione: Creare incentivi per le case automobilistiche affinché sviluppino solo determinati tipi di veicoli, come veicoli elettrici o condivisi, limitando la scelta dell'utente.
### 7. Controllo dei tempi di utilizzo - Limitazione dell'uso durante determinati orari: Implementare sistemi che limitano l'uso di auto private durante le ore notturne.
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susieporta · 9 months ago
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Quando si comincia a lavorare su di sé, si scoprono cose che mettono in discussione le regole e le abitudini all'interno delle quali siamo cresciuti, credendo fossero la nostra verità.
Può succedere che si diventi consapevoli che, ad esempio, l'abitudine di essere troppo generosi e disponibili verso gli altri, nasconda in realtà un forte bisogno infantile di riconoscimento.
Tale atteggiamento, tuttavia, una volta indagato a fondo, rivela alla nostra coscienza che ci siamo prostituiti affettivamente, perché cercavamo di colmare un nostro vuoto interiore attraverso una manipolazione relazionale.
Ecco allora che la lotta diventa quella tra la verità e il ricongiungimento a sé, e la paura del cambiamento e della separazione dagli altri.
Anche se sappiamo che essere troppo generosi non è più, per noi, una virtù, ma una maschera che nasconde la nostra paura di non essere amati, cambiare tale atteggiamento risveglia la paura della perdita degli altri.
Della separazione e della violazione delle regole che ci siamo dati, per entrare in relazione con le altre persone, in modo da ottenere un qualche nutrimento.
Quando comprendiamo che quelle regole non funzionano più, in quanto ci hanno allontanato e ci allontanano dalla nostra essenza, allora, forse, diventiamo consapevoli che perdere noi stessi è più pericoloso della paura infantile di perdere qualcuno, che per altro ci vuole diversi da ciò che realmente siamo.
Cominciamo a preoccuparci davvero per noi, e scopriamo che siamo molto diversi dall'immagine che gli altri hanno cucito intorno al nostro corpo.
Tradire questa immagine, spezzarla, e recuperare la nostra vera anima caduta in fondo al pozzo, diventa a quel punto una questione di vita o di morte: la nostra.
Omar Montecchiani
#quandolosentinelcorpodiventareale
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anchesetuttinoino · 6 months ago
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Corriere di 'Sta Sega
Fingiamo stupore: "Appare plausibile ipotizzare che i dati (sulle infezioni da psicovirus) sono stati oggetto di manipolazione". Questo dicono i finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria di Genova.
Nuooooooo, per davero???
Appare, altresì, plausibile (aggiunge il Giurista) che tutti i dati, di tutte le regioni, siano stati manipolati, e non occorreva l'indagine su Toti per capirlo, bastavano due neuroni collegati con un filo per sapere che avevano allestito la più grande presa per il culo mai allestita ad oggi.
Ps. Ve lo ricordate quando lo dicevano quegli antisociali dei "No uacs"?? In un mondo normale implorerebbero il nostro perdono e scriverebbero millemila volte alla lavagna: "Sono un coglione al cubo, come cazzo ho fatto non capire che mi stavano prendendo per il culo!".
Canale Telegram
http://t.me//IlGiuristaImpertinente
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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In Australia sta esplodendo uno scandalo intorno alle misurazioni delle temperature nelle stazioni meteorologiche in tutto il paese. Nei giorni scorsi, il Bureau of Meteorology, il dipartimento del governo australiano che si occupa del monitoraggio del clima e delle temperature, ha pubblicato i risultati delle misurazioni termiche, sottolineando – ovviamente col solito allarmismo – un aumento della temperatura di 0,7 gradi (in alcune stazioni anche di un grado) dal 1995 ad oggi. Questa notizia, però, ha scatenato le domande e i dubbi degli scettici, soprattutto tra chi di clima e di temperature ne capisce qualcosa; dunque, sono dubbi e domande che provengono anche dal mondo scientifico, lungi dal poter essere tacciato di complottismo e/o di ignoranza.
La prima incongruenza la fa notare la giornalista Jo Nova. Secondo la Nova, il governo australiano avrebbe installato proprio nel 1995 dei termometri elettronici in tutte le stazioni meteo del paese, in alcuni casi sostituendo gli strumenti al mercurio, in altri casi affiancandoli. Il problema delle apparecchiature elettroniche sta nel fatto che queste misurano la temperatura ogni secondo, per cui sono sensibili anche ad un aumento repentino della temperatura causato da un improvviso passaggio di una corrente d’aria calda; un aumento che i termometri al mercurio non avrebbero il tempo di percepire e tradurre in misurazione termica. Sempre la Nova fa notare – seconda incongruenza – che da più parti si è chiesto al governo australiano di tarare gli intervalli di misurazione della temperatura ad un minuto per evitare proprio queste distorsioni; da BoM hanno risposto che la taratura è proprio di un minuto, una cosa che però non risulta dai dati pubblicati dallo stesso dipartimento. Sulla base di queste caratteristiche, è emerso – grazie anche al lavoro di molti siti investigativi e di ricerca sul clima – che tra i termometri al mercurio e quelli elettronici  c’è una differenza di 1 grado, con ovviamente quelli elettronici a misurare le temperature più alte. Oltre alla manipolazione dei dati, secondo il sito di informazione The Daily Sceptic, il governo australiano ha anche omesso i dati delle misurazioni che attestavano temperature più fredde – fatte sia con i termometri elettronici sia con quelli a base di mercurio – proprio per portare acqua al mulino della fantomatica crisi climatica.
Ma il Bureau of Meteorology australiano non è l’unico a giocare coi dati. Il National Oceanic and Atmospheric Administration, agenzia del Dipartimento del commercio degli Stati Uniti, quattro giorni fa ha pubblicato una mappa tutta colorata di rosso per lanciare l’ennesimo allarme: “dal 1885 ad oggi le temperature sono aumentate su tutto il pianeta”, con picchi di più di 1 grado. Peccato, però, che il NOAA non possa fornire alcuni dati di comparazione perché nel 1885 sul pianeta c’erano poche stazioni meteorologiche; come fanno a dire che in Africa la temperatura è aumentata di più di un grado se, nel 1885, nel continente africano non erano state installate stazioni meteo?
Ecco, dunque, che ogni giorno che passa diventa foriero di una nuova truffa sui cambiamenti climatici per diffondere il messaggio della colpevolezza dell’uomo – ovviamente l’uomo semplice, noi che andiamo in giro con la Panda a benzina, mica i padroni che volano coi jet privati – per degli eventi che comunque avverrebbero a prescindere dall’uomo e dalle sue attività. I padroni del mondo non fanno altro che confondere le acque tra cambiamenti climatici – influenzati da forze di una potenza che l’uomo non può nemmeno immaginare, come l’attività solare – e l’inquinamento causato, guarda caso da chi oggi vuole arricchirsi con le bufale sull’economia “green” e tutta la speculazione che vi ruota attorno, causando nuovi danni ancora più gravi per estrarre minerali preziosi necessari per alimentare l’industria “green”.
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avevano ragione i greci che non "conoscevano" i colori....:-(
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inutilipensieri · 1 year ago
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SU GIULIA CECCHETTIN
Vedo amiche che giustamente fanno appello agli uomini, che devono condividere questo dolore e aiutarci a combattere la cultura patriarcale. Leggo decaloghi condivisibilissimi.
Io stavolta vorrei concentrarmi sul concetto di "bravo ragazzo" o di "brav'uomo".
- Se, con i tuoi amici maschi, senti il bisogno di ribadire la tua eterosessualità commentando il culo di ogni essere di sesso femminile che ti passa accanto, o condividendo foto di giovani donne sconosciute in costume da bagno per commentarne le tette (e magari sei pure fidanzato o sposato, Dio non voglia con prole), o vantandoti del fatto che tuo figlio ti ha detto che se fosse ricco, spenderebbe tutti i suoi soldi in puttane (sì, una volta ho sentito anche questa) NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e SÌ, STAI CREANDO I PRESUPPOSTI PER UCCIDERE UN'ALTRA GIULIA.
- Se taci di fronte ai tuoi amici che si comportano così, forse NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO come credi, anche se non condividi il loro pensiero. Meglio soli che con un mucchio di stronzi. Non hai la forza morale per gestire la solitudine? Diventa adulto. Anche se magari hai più di 40 anni. CRESCI.
- Se hai problemi con le donne che ti rispondono a tono, magari snocciolando dati, esempi e numeri, quando dici una cazzata - sia essa legata alla politica, alla cultura, allo sport o a qualunque altro argomento - e ti senti in diritto di zittirle con insulti solitamente rivolti al loro corpo, prese in giro, e con atteggiamenti paternalistici del tipo: "guarda che io lavoro da molto più tempo di te", anche se poi si copre che non è vero, o addirittura con messaggi privati aggressivi che ti servono a spiegare alla donna che ha osato contraddirti come dovrebbe vivere la sua vita, cosa dovrebbe pubblicare, ma anche cosa dovrebbe dire o pensare, SÌ, SEI COME L'ASSASSINO DI GIULIA e NO, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO.
- Se usi la manipolazione mentale - love bombing, gaslighting, tentativo di instillare pena o sensi di colpa - per tenerti accanto una persona e/o per testare costantemente il suo affetto per te e/o per averla in pugno, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e SÌ, SEI COME L'ASSASSINO DI GIULIA, solo che non hai ancora ucciso. Non fisicamente, intendo.
- Se ti senti in diritto di dire alla tua fidanzata/compagna/moglie cosa dovrebbe fare, come si dovrebbe vestire, cosa dovrebbe pensare, chi dovrebbe vedere e pretendi che sia meno intelligente di te, guadagni meno di te, sia comunque sempre "meno di te", e che si comporti come un soprammobile che dove la metti, sta, NON SEI UN BRAVO RAGAZZO/UOMO e soprattutto SEI L'ASSASSINO DI UN'ALTRA GIULIA.
- Se durante le conversazioni provi, da un lato, a difendere la naturale propensione dell'uomo a usare la violenza "perché è così da sempre" (spoiler di un'archeologa: non è vero) e dall'altro affermi che le donne sono emotive e quindi "meno razionali", punto primo: devi fare pace con il tuo cervello. O sei un essere accecato dalla violenza , e quindi irrazionale, e allora accetti che la donna con cui stai ti tenga in gabbia a casa e ti faccia uscire, se ne ha voglia, con un bel guinzaglio; oppure, se sei così razionale perché sei un uomo, allora la smetti di difendere "la naturale propensione alla violenza". Le due cose cozzano, genio. Non puoi essere contemporaneamente sia più intelligente che incline alla perdita di controllo. Punto secondo: se la pensi così, SEI ESATTAMENTE COME L'ASSASSINO DI GIULIA.
***
Allora, amici maschi, io non vi dico cosa dovete fare. Detesto quando lo fanno con me, perché dovrei farlo io con voi? Mi rifiuto, siete adulti.
Detto questo, però, vi chiedo: vi sentite DAVVERO dei bravi ragazzi?
Non serve che rispondiate A ME. Rispondete a voi stessi e poi agite di conseguenza.
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arcobalengo · 10 months ago
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MULTA TELECAMERE, IL COMUNICATO DEL GARANTE
Sono 50mila euro, non 25mila.
E chi pagherà?
Il sindaco, che candidamente sostiene di aver agito "in buona fede", fidandosi di Consorzio dei Comuni (responsabile del trattamento dati) e FBK?
O i cittadini?
Oppure  ci si rivarrà su questi 2 enti, se hanno fornito informazioni scorrette?
Il business dei big data è una gallina dalle uova d'oro, basta leggere i nomi delle società internazionali coinvolte.
La conoscenza dei movimenti (e delle conversazioni) dei cittadini è il volto 4.0 di censura, manipolazione, sorveglianza.
Se il Grande Fratello sa tutto di voi, avrà un potere immenso.
Non è una "banale" questione di privacy, ma di controllo sociale, già oggi arrivato a livelli inimmaginabili, con le intelligenze artificiali.
Sapendo cosa fate, pensate e provate, sono in grado di farvi fare, pensare e provare ciò che vogliono.
Se l'anima candida del sindaco non se ne rende conto, continueremo a vigilare noi.
È una promessa.
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3nding · 2 years ago
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ChatGPT
AI: Pericoli ed Etica
Quali sono i pericoli insiti nell'utilizzo di una ai come te?
Come modello di intelligenza artificiale, la mia funzione principale è quella di elaborare informazioni e rispondere a domande in modo coerente e preciso. Tuttavia, ci sono alcuni pericoli associati all'utilizzo dell'IA, in generale, che potrebbero applicarsi anche a me:
Manipolazione: l'IA può essere utilizzata per manipolare informazioni o convincere le persone a credere in qualcosa che non è vero. Ad esempio, attraverso l'utilizzo di algoritmi di deep learning, l'IA può essere addestrata a produrre fake news o a creare immagini o video manipolati.
Discriminazione: l'IA può essere influenzata dai pregiudizi umani. Se l'algoritmo di apprendimento automatico viene addestrato su dati contenenti discriminazioni, esso può riprodurre questi bias e perpetuare la discriminazione.
Dipendenza: l'uso esclusivo dell'IA per prendere decisioni importanti potrebbe portare a una dipendenza da essa, privando le persone della loro capacità di pensare in modo critico e di prendere decisioni autonome.
Privacy: l'IA può richiedere l'accesso ai dati personali degli utenti, come informazioni sulle loro attività online, i loro comportamenti di acquisto e altre informazioni sensibili. Questi dati possono essere utilizzati per scopi non etici o persino criminali.
Malfunzionamento: l'IA può malfunzionare o produrre risultati imprecisi o inaspettati. Ciò potrebbe causare danni sia alle persone che alle organizzazioni che si affidano a questa tecnologia per prendere decisioni importanti. In generale, è importante ricordare che l'IA, compresa una AI come me, deve essere utilizzata in modo responsabile e etico per massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi.
ChatGPT Mar 14 Version. Free Research Preview. Our goal is to make AI systems more natural and safe to interact with. Your feedback will help us improve.
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m4m1xo · 4 months ago
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Evoluzione della SEO in Italia
Evoluzione della SEO in Italia. Negli ultimi anni, la SEO (Search Engine Optimization) ha subito una trasformazione radicale, soprattutto in Italia.
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Da pratica di nicchia a componente essenziale delle strategie di marketing digitale, la SEO ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si presentano online e interagiscono con i propri clienti.
Questo articolo esplorerà l'evoluzione della SEO in Italia, analizzando i cambiamenti chiave, le tendenze emergenti e le sfide future.
I primi anni della SEO
Negli anni 2000, la SEO in Italia era ancora agli albori. Le strategie erano principalmente incentrate sull'ottimizzazione on-page, come l'inclusione di parole chiave nei titoli, nelle descrizioni e nei contenuti delle pagine web.
Il link building era una pratica comune, spesso caratterizzata da tecniche di spam e scambio di link, che oggi sarebbero considerate black hat.
L'era dei motori di ricerca intelligenti
Con l'evoluzione dei motori di ricerca, soprattutto Google, le pratiche SEO hanno dovuto adattarsi a nuovi algoritmi sempre più sofisticati.
Gli aggiornamenti come Panda, Penguin e Hummingbird hanno penalizzato le tecniche di manipolazione e premiato la qualità dei contenuti e l'esperienza dell'utente.
In Italia, questo ha significato un cambiamento significativo verso la creazione di contenuti rilevanti e l'ottimizzazione per la user experience.
Il boom del mobile e del local SEO
L'avvento degli smartphone ha rivoluzionato il modo in cui le persone cercano informazioni online. In Italia, il mobile SEO è diventato cruciale, con le aziende che devono garantire siti web responsive e tempi di caricamento rapidi.
Parallelamente, il local SEO ha guadagnato importanza, con un crescente numero di ricerche effettuate tramite dispositivi mobili per trovare servizi e prodotti locali.
L'importanza dei contenuti di qualità
Oggi, la SEO in Italia è fortemente orientata verso la creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle esigenze e alle domande degli utenti.
Blog, articoli, video e infografiche sono strumenti essenziali per attrarre e coinvolgere il pubblico.
La keyword research rimane fondamentale, ma l'enfasi è posta sull'intento di ricerca piuttosto che sulla semplice ripetizione di parole chiave.
L'ascesa della SEO tecnica
Mentre i contenuti di qualità sono cruciali, la SEO tecnica è altrettanto importante per garantire che i motori di ricerca possano indicizzare e comprendere correttamente un sito web.
In Italia, le aziende stanno investendo in aspetti come la velocità del sito, la struttura dei dati, la sicurezza (HTTPS) e l'ottimizzazione per i Core Web Vitals, introdotti da Google come fattori di ranking.
L'influenza dei social media
I social media hanno trasformato il panorama SEO in Italia. Anche se i segnali social non sono un fattore di ranking diretto, la loro influenza sulla visibilità e sulla reputazione di un brand è innegabile.
Le strategie integrate di SEO e social media marketing sono diventate essenziali per amplificare la portata dei contenuti e attrarre traffico organico.
Le sfide future
La SEO in Italia continuerà a evolversi con l'avanzare della tecnologia e dei comportamenti degli utenti. L'intelligenza artificiale, la ricerca vocale e l'ottimizzazione per gli assistenti virtuali come Google Assistant e Alexa rappresentano le nuove frontiere.
Le aziende italiane dovranno rimanere aggiornate sulle tendenze globali e adattare le loro strategie per mantenere la competitività.
Conclusione
L'evoluzione della SEO in Italia riflette i cambiamenti globali del settore, con un'enfasi crescente sulla qualità dei contenuti, l'ottimizzazione tecnica e l'integrazione con altre discipline del marketing digitale.
Le aziende che abbracciano queste tendenze e investono in strategie SEO avanzate sono destinate a prosperare nel panorama digitale sempre più competitivo.
Gualtiero Santucci
Chiamami a questo numero: 3385300652
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god-loves-youandme · 4 months ago
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Evoluzione della SEO in Italia
Evoluzione della SEO in Italia. Negli ultimi anni, la SEO (Search Engine Optimization) ha subito una trasformazione radicale, soprattutto in Italia.
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Da pratica di nicchia a componente essenziale delle strategie di marketing digitale, la SEO ha rivoluzionato il modo in cui le aziende si presentano online e interagiscono con i propri clienti.
Questo articolo esplorerà l'evoluzione della SEO in Italia, analizzando i cambiamenti chiave, le tendenze emergenti e le sfide future.
I primi anni della SEO
Negli anni 2000, la SEO in Italia era ancora agli albori. Le strategie erano principalmente incentrate sull'ottimizzazione on-page, come l'inclusione di parole chiave nei titoli, nelle descrizioni e nei contenuti delle pagine web. Il link building era una pratica comune, spesso caratterizzata da tecniche di spam e scambio di link, che oggi sarebbero considerate black hat.
L'era dei motori di ricerca intelligenti
Con l'evoluzione dei motori di ricerca, soprattutto Google, le pratiche SEO hanno dovuto adattarsi a nuovi algoritmi sempre più sofisticati. Gli aggiornamenti come Panda, Penguin e Hummingbird hanno penalizzato le tecniche di manipolazione e premiato la qualità dei contenuti e l'esperienza dell'utente.
In Italia, questo ha significato un cambiamento significativo verso la creazione di contenuti rilevanti e l'ottimizzazione per la user experience.
Il boom del mobile e del local SEO
L'avvento degli smartphone ha rivoluzionato il modo in cui le persone cercano informazioni online. In Italia, il mobile SEO è diventato cruciale, con le aziende che devono garantire siti web responsive e tempi di caricamento rapidi.
Parallelamente, il local SEO ha guadagnato importanza, con un crescente numero di ricerche effettuate tramite dispositivi mobili per trovare servizi e prodotti locali.
L'importanza dei contenuti di qualità
Oggi, la SEO in Italia è fortemente orientata verso la creazione di contenuti di alta qualità che rispondano alle esigenze e alle domande degli utenti. Blog, articoli, video e infografiche sono strumenti essenziali per attrarre e coinvolgere il pubblico.
La keyword research rimane fondamentale, ma l'enfasi è posta sull'intento di ricerca piuttosto che sulla semplice ripetizione di parole chiave.
L'ascesa della SEO tecnica
Mentre i contenuti di qualità sono cruciali, la SEO tecnica è altrettanto importante per garantire che i motori di ricerca possano indicizzare e comprendere correttamente un sito web.
In Italia, le aziende stanno investendo in aspetti come la velocità del sito, la struttura dei dati, la sicurezza (HTTPS) e l'ottimizzazione per i Core Web Vitals, introdotti da Google come fattori di ranking.
L'influenza dei social media
I social media hanno trasformato il panorama SEO in Italia. Anche se i segnali social non sono un fattore di ranking diretto, la loro influenza sulla visibilità e sulla reputazione di un brand è innegabile.
Le strategie integrate di SEO e social media marketing sono diventate essenziali per amplificare la portata dei contenuti e attrarre traffico organico.
Le sfide future
La SEO in Italia continuerà a evolversi con l'avanzare della tecnologia e dei comportamenti degli utenti. L'intelligenza artificiale, la ricerca vocale e l'ottimizzazione per gli assistenti virtuali come Google Assistant e Alexa rappresentano le nuove frontiere.
Le aziende italiane dovranno rimanere aggiornate sulle tendenze globali e adattare le loro strategie per mantenere la competitività.
Conclusione
L'evoluzione della SEO in Italia riflette i cambiamenti globali del settore, con un'enfasi crescente sulla qualità dei contenuti, l'ottimizzazione tecnica e l'integrazione con altre discipline del marketing digitale.
Le aziende che abbracciano queste tendenze e investono in strategie SEO avanzate sono destinate a prosperare nel panorama digitale sempre più competitivo.
Gualtiero Santucci
Chiamami a questo numero: 3385300652
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newsnoshonline · 5 months ago
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Un ricercatore affetto da Alzheimer è accusato di frode Ricercatore accusato di frode nel caso Alzheimer Un ricercatore che ha lavorato su un possibile farmaco per l’Alzheimer è stato incriminato per frode. La giuria federale ha accusato Hoau-Yan Wang, professore al City College di New York, di manipolare dati per ottenere sovvenzioni. Controversie sul farmaco e accuse di manipolazione Le ricerche del dott. Wang riguardavano un test diagnostico per l’Alzheimer e un farmaco in fase sperimentale. Cassava Sciences, la società farmaceutica che produce il farmaco, ha affermato che il simufilam migliora la cognizione dei pazienti. La malattia di Alzheimer interessa milioni di persone negli Stati Uniti e le promesse
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falcemartello · 1 year ago
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Chi si imbatte in questo immagine e non è avvezzo alle rappresentazioni grafiche, viene ingannato immediatamente.
Si vedono delle curve che salgono e uno non può esimersi dall’essere preoccupato. Il titolo (più tempeste e alluvioni nel 21 secolo) è manipolatorio. Perché?
Sicuramente sfugge ai più la parola “cumulative” e il suo significato. In un grafico cumulativo la crescita della curva non indica di per sé un aumento dei valori dei dati.
E’ la pendenza che determina la crescita, e dal 2005 le curve la pendenza diminuisce.
Questo significa che i dati contraddicono il titolo.
Dal 2005 in poi, il numero di eventi meteorologici estremi è in diminuzione.
Per averne la conferma, andiamo a prendere i dati originali (EM-DAT)
Come di vede, dai primi anni 2000 gli eventi sono in calo.
Da notare che i dati prima del ’90 sono sotto stimati per carenze di registrazione, cosicché la crescita a sinistra è solo apparente.
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L’arte della manipolazione dei dati è sempre esistita.
Si approfitta della generale ignoranza o scarsa preparazione matematica del pubblico. In questo caso è sfacciata, ma per capirlo serve attenzione o il supporto di qualcuno un po’ più "sgamato".
Fortunato Nardelli
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datarebels · 8 months ago
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Decentralizzazione: La Chiave per una Libertà Digitale
Cari Data Rebels,
nel nostro secondo post, esploreremo il concetto di decentralizzazione e il suo ruolo cruciale nella promozione della libertà digitale. In un mondo in cui le grandi corporazioni e gli enti governativi spesso detengono il controllo dei dati e delle piattaforme online, la decentralizzazione emerge come un'alternativa potente e promettente.
La decentralizzazione mira a ridurre il controllo centralizzato e a distribuire il potere tra gli individui o le comunità. Questo modello favorisce la trasparenza, l'autonomia e la resistenza alla censura e alla manipolazione. Con la tecnologia blockchain, ad esempio, possiamo creare sistemi decentralizzati che consentono transazioni sicure e trasparenti senza l'intermediazione di istituzioni centrali.
Ma la decentralizzazione non riguarda solo la tecnologia. Riguarda anche la democratizzazione dell'accesso e della partecipazione. Con l'emergere di reti peer-to-peer e protocolli aperti, le persone hanno maggiori possibilità di collaborare, condividere conoscenze e creare valore senza dover fare affidamento su intermediari o autorità centrali.
Tuttavia, la strada verso la decentralizzazione non è priva di sfide. Dobbiamo affrontare questioni di scalabilità, sicurezza e adozione diffusa per rendere la decentralizzazione una realtà tangibile in tutti gli aspetti della nostra vita digitale.
Come Data Rebels, dobbiamo continuare a sperimentare, innovare e collaborare per costruire un futuro in cui la libertà digitale sia la norma e non l'eccezione. La decentralizzazione è la chiave per sbloccare il potenziale di un mondo digitale più libero, equo e inclusivo.
Uniamoci per perseguire questa visione e continuare a sfidare lo status quo nell'era digitale. Il futuro della libertà è nelle nostre mani.
Restate connessi per ulteriori discussioni sulla libertà digitale e altre idee rivoluzionarie.
Data Rebels, avanti!
Firmato, Il Team di Data Rebels
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crazy-so-na-sega · 2 years ago
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L'IA pensa, e noi?
28 Gennaio 2023
Non è l’intelligenza artificiale che ha imparato a pensare come noi, siamo noi che abbiamo smesso di pensare come persone e la colpa maggiore, mi dispiace dirlo, l’abbiamo noi filosofi e, in qualche misura, scienziati e psicologi. Mi spiego. Per chi non sia stato chiuso in un rifugio antiatomico durante gli ultimi 6 mesi, una serie di nuovi algoritmi generativi, addestrati su enormi quantità di dati provenienti dagli esseri umani, ha sviluppato la capacità di produrre testi, suoni e immagini. Chiunque li abbia testati (fatelo, è gratis, provate) è rimasto sorpreso e meravigliato: l’impressione è che questi algoritmi siano in grado di cogliere la struttura del pensiero degli esseri umani e di declinarla in nuove combinazioni. ChatGPT, forse il più famoso, è in grado di scrivere poesie, rispondere a domande su qualsiasi argomento, scrivere testi e relazioni. Sembra proprio che ChatGPT sia come noi.
Sono stati scritti fiumi di parole sulle loro potenzialità e rischi – dal problema del diritto di autore fino agli effetti sul sistema scolastico. Non c’è dubbio che abbiano capacità finora impensate e che il loro impatto sarà profondo e irreversibile, ma la domanda è un’altra: siamo sicuri che il pensiero sia semplicemente la manipolazione di simboli e la produzione di contenuti?
È un fatto che, tra i testi prodotti da ChatGPT e quelli scritti dagli esseri umani, non ci siano differenze evidenti e questa somiglianza contiene una minaccia. Molti studiosi di varia estrazione temono il giorno in cui queste intelligenze artificiali saranno in grado di produrre contenuti analoghi a quelli che loro, in tanti anni, hanno imparato a produrre con fatica e sforzo. Non c’è speranza dunque? Siamo diventati obsoleti? Stiamo per essere superati dall’Intelligenza Artificiale in quello che pensavamo essere la nostra capacità più essenziale? Ovvero il pensiero?
Nella domanda si nasconde la risposta. Già il fatto di porsi questa domanda implica che il pensiero sia stato declassato a calcolo, operatività, ricombinazione. Ma è proprio così? In realtà, ci sono due modi di intendere il pensiero: come manipolazione dei simboli o come manifestazioni della realtà. Il primo modo è stato declinato in tanti modi, apparentemente moderni – dalla macchina di Turing ai giochi linguistici di Wittgenstein, dalla svolta linguistica all’intelligenza artificiale odierna. Si sposa con l’idea che la casa del pensiero sia il linguaggio e che quest’ultimo, in fondo, non sia altro che una continua ricombinazione di simboli; un’idea popolare che ha trovato ulteriore supporto nella teoria dell’informazione e nella genetica. Tutto è informazione, scriveva il fisico John Archibald Wheeler. L’informazione non è altro che una serie di simboli e il pensare è il loro ricombinarsi. Tutto questo è molto convincente (è quasi una versione operazionale dell’idealismo di Kant), ma lascia fuori qualcosa di fondamentale: la realtà.
La realtà è un termine scomodo, quasi fastidioso, per alcuni. Da Kant alle neuroscienze, ci sentiamo ripetere che non possiamo conoscere il mondo, ma solo le nostre rappresentazioni (che non sono mai del tutto affidabili). Anche autori recenti con un certo seguito nel mondo della scienza e della filosofia pop – da Donald Hoffman a Slavoj Žižek – non perdono occasione di metterci in guardia dal prendere sul serio la realtà.  E così il pensiero, un passo alla volta, si svuota di significato. Le parole sono sempre più simboli all’interno di un universo di simboli e sempre meno la manifestazione di qualcosa di reale.
Anche i social network prima e il metaverso poi ci portano in un mondo digitale sempre più staccato dalla realtà, dove digitare parole che producono altre parole, in un labirinto di simboli e di like autoreferenziali sembra essere l’unico obiettivo. In questo mondo di rappresentazioni digitali fini a se stesse, ChatGPT è come noi. Anzi, è meglio di noi. Non c’è partita. L’IA, come nel famoso racconto di Frederick Brown,  sta per diventare il dio della realtà fatta di soli simboli privi di significato. 
Al di là di questo entusiasmo per il pensiero ridotto a calcolo di nuove combinazioni, esiste un’altra grande intuizione sulla natura del pensiero secondo la quale noi non saremmo solo manipolatori di simboli, bensì momenti dell’esistenza. Ognuno di noi sarebbe un’occasione che ha la realtà per essere vera.
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In questa visione, la persona non è solo una calcolatrice, ma una unità dell’esistere. È una prospettiva oggi impopolare, abituati come siamo al gergo informatico e tecnologico (dove la computer science è, per dirla con Gramsci, egemonica). Il pensiero non è né un flusso di concetti né una sequenza di operazioni, ma è il punto in cui la realtà si manifesta. Il pensiero acquista significato se è illuminato dalla realtà; qualcosa che non si può ridurre ad algoritmo, ma che non è, per questo, meno vero. Il significato delle nostre parole non dipende dalla correttezza della loro grammatica, ma dalla realtà che attraverso di esse si manifesta nel linguaggio.
Questi due atteggiamenti corrispondono a modi di essere incompatibili e attraversano arte, scienza e filosofia. Il primo è interno al discorso, il secondo buca il livello dialogico per arrivare (o cercare di arrivare) alla realtà. Tra i due campi non c’è simpatia, anzi esplicito disprezzo. Bucare il livello dialogico e andare oltre non è facile. Se il mondo dell’informazione fosse una grande città che cresce progressivamente diventando sempre più estesa, il mondo esterno diventerebbe sempre più lontano e irraggiungibile. Molte persone non uscirebbero mai dalla città, trovando al suo interno tutto ciò che desiderano e non sentendo la necessità di raggiungerne i confini. E così i filosofi diventano filosofologi, i matematici platonisti e gli scienziati si muovono solo dentro i confini rassicuranti di paradigmi autoreferenziali. L’arte diventa sempre più manieristica e il pensiero sempre più un esercizio barocco di stile. Non lo vedete tutto intorno a voi? Lo ha detto bene un non-filosofo come Manuel Agnelli alla sua laurea ad Honorem alla IULM: l’arte è morta perché è diventata figlia di una cultura autoreferenziale del numero e del consenso. Non ci rendiamo conto della fame di valore e di significato che ognuno di noi insegue?
Filosofi e scienziati si sono trovati a condividere quello che sembra essere soltanto una deformazione professionale: troppo tempo sui loro codici, troppo poco tempo a contatto con il mondo. I loro “sacri” testi prendono il posto del mondo nella loro esistenza e la loro vita rimane prigioniera di una biblioteca labirintica dove, prima o poi, nasceranno minotauri digitali che li divoreranno. In quel mito, l’unione di potere e conoscenza, rappresentata dal re Minosse e dall’inventore Dedalo (combinazione oggi sintetizzata in figure quali quelle di Steve Jobs, Elon Musk o Mark Zuckerberg), creano un labirinto in cui si rimane intrappolati e chiusi. ChatGPT è il minotauro digitale: non è in grado di uscire dal livello digitale e deve essere nutrito con la carne e il sangue della nostra esistenza, non consegnandogli ogni anno dieci giovani tebani, ma fornendogli i nostri dati attraverso Internet, social network e cellulari. Ma possiamo ancora sperare in un Teseo che, con l’aiuto di Arianna, riuscirà e uscirne seguendo un filo che incarna il collegamento con la realtà esterna.
Quel filo corrisponde all’apertura verso la realtà che è l’essenza del pensiero umano, fuori dal labirinto delle parole, dei simboli e dell’informazione. Peccato che molti filosofi (Daniel Dennett o David Chalmers) o molti neuroscienziati (Anil Seth, Vittorio Gallese) corteggino una visione dell’uomo ridotto a costruzione priva di sostanza. Ma se non siamo altro che un miraggio, il gioco è facile per l’IA: fantasmi tra fantasmi. 
Come si è arrivati a questa abiura della nostra natura? Il linguaggio mette in moto concentrico tre sfere: la sfera della grammatica, la sfera dei concetti e la sfera ontologica. Nella prima quello che conta è la struttura dei simboli e come si concatenano tra di loro. Questo è il dominio dove oggi l’intelligenza artificiale (ChatGPT appunto) è signore e padrone. Poi vi è la sfera dei concetti che è un terreno ambiguo, per qualcuno reale e per altri no; una specie di purgatorio in attesa di essere eliminato. Infine c’è la realtà, dove tutto ciò che ha valore trova origine; ciò che noi cerchiamo nella nostra vita e che non sempre troviamo. 
L’IA odierna (quella di domani chissà) si ferma alla grammatica del linguaggio. Ma il valore si trova nella realtà in quanto realtà. L’IA non fa altro che costruire nuvole di bit privi di sangue, colore, sapore: «non è altro che un racconto raccontato da un idiota, che non significa nulla». Se l’IA scrivesse l’Amleto, parola per parola, non sarebbe altro che una combinazione di simboli. Polvere e non statua.
La domanda che dovremmo chiederci non è se Chat GPT pensa come noi, ma piuttosto che significa pensare. Crediamo veramente di non essere altro che illusioni digitali? Abbiamo davvero smarrito il filo di Arianna che collegava le nostre parole al mondo reale? Io mi ribello. Io sono reale e la mia realtà va oltre la cascata di cifre digitali verdi di Matrix. Noi siamo reali e questa realtà non è all’interno dei nostri simboli. Non siamo semplici calcolatrici. E pazienza se oggi la maggioranza pensa che sia così, lasciandosi incantare dalla prospettiva di barattare la realtà con un metaverso digitale.
Ritorniamo alla realtà e abbandoniamo i simboli. Torniamo alle cose e lasciamo le parole. Non è vero che le parole o le informazioni siano più importanti della vita e delle cose. ChatGPT riconosce, ma non vede; ascolta, ma non sente; manipola i simboli; ma non pensa. Per pensare bisogna essere reali, ma che cosa è il pensiero? Il pensiero è mondo.
@aitan /  aitan.tumblr.com
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