#Luis Serrato
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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Puoi essere un somaro, un mulo, un brocco o un cavallo di pura razza. Dipende da come "quelli che contano" ti dipingono. Un giorno sei Varen e un altro l'asino piu' asino del nuorese. Ormai quasi niente viene raccontato per cio' che e', quasi nessuno per cio' che fa. Si e' quello che viene raccontato da chi conta. Ve lo ricordate il Salvini e la Lega del primo governo Conte? Per "quelli che contano" era un gigante, faceva tutto lui. Lui l'uomo del fare, quello che apriva cantieri a raffica e fermava i migranti. Era descritto come Un Mose' capace di aprire le acque del Mar Rosso (come fecero poi con Draghi). Conte e il M5S? Dei brocchi, dei buoni a nulla, degli scappati di casa che stavano facendo dell'Italia un paese fermo piu' di un bullone serrato su una traversina ferroviaria. E oggi? Eh, no! Oggi il Varen di turno e' Giorgia Meloni.. e Matteo? Beh, per lui c'e' solo la soma. Destino capitato a un altro Matteo, un certo Renzi, uno a cui avevano pompato il 40% dei consensi e adesso non viene votato nemmeno dai parenti stretti. Il potere e' questo, elevare a Varen un brocco qualsiasi per non cambiare niente e poi farlo ragliare appena l'aurea s'appanna. Avanti un altro, un altro brocco amico dei potenti vestito da nuovo Varen.... @ilpianistasultetto
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papesatan · 1 year ago
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Il mio amico, il cappio
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Non ho mai visto La ballata di Buster Scruggs, in compenso conosco piuttosto bene il meme del James Franco sornione che sdrammatizza il cappio ghignando: “First time?”. Non ne conosco la storia e non so cosa l’abbia spinto a tanta nonchalance, molteplici evasioni sospetto, un complice appostato a liberarlo, forse, ma stasera mi sento forte in lui, o meglio, più vicino a lui, ché in realtà assomiglio tutto al nonnino disperato. Sono giorni ormai che mi pare di svegliarmi con un cappio al collo, una corda che si fa d’ora in ora più stretta fino a non lasciarmi respirare. Sento d’aver fatto il passo più lungo della gamba assumendo un’altra dipendente senza potermelo realmente permettere, e oggi infatti ho ricevuto una notizia che m’ha serrato il collo sì forte da mozzarmi il fiato. Non ho ancora elaborato e non so se lo farò. Sono spacciato. Ma che alternative ho? Penso che non ho altra scelta se non sorridere, ai bambini, agli amici, al mondo, alla corda, e farmela amica. Chissà, magari mi ci abituo, quante persone vivono col cappio al collo ogni giorno, ardendo in sé come il tizio della copertina di Wish you were here? Il pollo Mike ha tirato avanti 18 mesi senza testa, penso di poter sopravvivere a un cappio. Dovrei. Credo. Vorrei tanto slegarmelo di dosso e andarmene. Fuggire. A volte sogno di farlo e scappar via, lontano, senza dir nulla a nessuno. Più che puntuali, alle tre meno un quarto, tracotanti, arriverebbero i primi clienti, trovando tuttavia la saracinesca abbassata. Sul muro un caloroso messaggio d’addio: “Non serviam”, i genitori allora inizierebbero ad urlare, prendendo il locale a calci e pugni, mentre i figli ridono festanti, in un girotondo eversivo. Non accadrà, ma mi placa l’animo, tanto più che mi son legato da solo, quindi dovrò solo abituarmi a dormirci sopra e pian piano imparerò a vivere, lieve come il James Franco del meme, pronto a schernire tutti con un beffardo: “First time?”, finalmente lui. Chissà se alla fine muore o sopravvive. Spero tanto non muoia. Lo spero così tanto.    
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bicheco · 2 years ago
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Ciao Bik, tre sono troppi? Se sì vedi tu quale tenere.
Colore avio, color malva e colore bianco fumo. 🙂
A Luglio, la seconda settimana, per la precisione, ti arriva una lettera da Londra: ti hanno selezionata per un test sperimentale sulla felicità. Non è molto chiaro di cosa si tratti, ma tu decidi di partire comunque anche perché è tutto pagato e Londra è sempre Londra (mica come Berlino che a volte è anche Monaco). All'aeroporto ti viene a prendere un ragazzo bellissimo, il più bello che tu abbia mai visto in tutta la tua vita. Quando gli stringi la mano e lui ti dice il suo nome "Doctor Jimmy Johnson" tu senti esploderti il cuore. Dopo le presentazioni lui ti riaccompagna al check-in consegnandoti il biglietto di ritorno per l'Italia: l'esperimento è già finito. Bisognava solo verificare che la bellezza estetica andasse associata alla felicità. È così: punto. Tu, durante il volo di ritorno, provi inutilmente a lanciarti di sotto ma il portellone risulta serrato.
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micro961 · 3 days ago
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Beatrice Fiaschi - Il romanzo “La Vasca”
L’inchiostro noir permea le storie di tre donne legate indissolubilmente dal destino
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La scrittrice Beatrice Fiaschi pubblica il nuovo romanzo “La Vasca”, edito IlViandante e disponibile per l’acquisto dal 12 ottobre 2023. Si tratta di un vero e proprio thriller psicologico, con delle sfumature noir, dove vengono narrate le vicende di tre donne che, a Roma, nel 2018, sono trovate senza vita nelle loro vasche da bagno. I casi vengono subito etichettati come suicidi e la stampa inizia a parlare del cosiddetto effetto Werther: le donne, infatti, lavoravano all’interno di strutture psichiatriche, assistendo i malati e mettendo continuamente alla prova la loro salute fisica e mentale. Il loro gesto fatale è stato influenzato dallo stretto contatto con i pazienti? La spiegazione sembra non soddisfare il commissario della Mobile Alessio Sala, che sospetta si tratti di omicidi camuffati da suicidi. L’ipotesi, però, è conservata ancora nell’intimo dell’uomo, che coglie l’occasione per allontanarsi dalla Polizia, richiedendo un anno di aspettativa. Le indagini, infatti, rievocano il doloroso passato di Alessio e toccano ancora le sue ferite aperte: anni prima, aveva ritrovato il corpo esanime della ex fidanzata, morta suicida dopo che lui l’aveva lasciata. Ma il commissario, incline alla noia, non riesce a star fermo e cerca subito un diversivo, riciclandosi come giornalista, mestiere che aveva già svolto a vent’anni.
La testata Endurancesi interessa ben presto a lui; vagliato il suo curriculum e la rapida ascesa in Polizia, la direttrice Francesca Spiros gli affida l’inchiesta di cronaca nera da cui aveva voluto allontanarsi, lasciando il lavoro. Alessio, pur riluttante, si arrende al fatto che il passato stia bussando con prepotenza alla sua porta e accetta di indagare, perché ora può farlo a modo suo, con azioni al limite della legalità e senza dover rendere conto a nessuno del suo operato.
A questo punto, iniziano le prime ricerche, coadiuvate dall’ispettore Santesarti, in cerca di una promozione, e da un ex agente della Mobile, che vuole sfondare come investigatore privato. Alessio incontra poi Gaia Lai, una psicologa clinica operativa in una casa-famiglia; con la scusa di dover svolgere diverse interviste per poter realizzare un dossier per l’Endurance, Alessio conosce le criticità dei mestieri di aiuto, che possono tradursi in un burnout da lavoro, che può portare anche a gesti estremi come il suicidio.
Tra Alessio e Gaia nasce un feeling nascosto e difficile da accettare per entrambi. Alessio, dopo il suicidio della ex fidanzata, non ha più baciato una donna, preferendo fugaci storie di sesso che gli permettessero di non generare attaccamento; Gaia, a causa delle vicende familiari travagliate, di abbandoni e violenze,pensa di non meritare amore e scappa non appena il confronto con un uomo si fa più prolungato. Sul ritmo serrato di omicidi irrisolti, passi falsi sentimentali dei protagonisti, si delinea il profilo sempre più inquietante e creativo del serial killer: uomo, sui cinquant’anni, con un passato in collegio e con la madre morta di overdose. Egli sembra essere, però, anche creativo, caratterizzato da una personalità multiforme e ossessiva, inquietante e complessa. Si mescolano flashback del passato di Alessio, flash forward di quanto sta per accadere e desideri di ciò che davvero vorrebbe fare. Un dettaglio scuoterà ancora di più il suo animo: perché si trova prima di tutti gli altri personaggi a Ostia, teatro dell’ultimo omicidio? Attraverso il meccanismo nolaniano del “sogno dentro il sogno”, si svelano aspetti della psiche dell’uomo; la storia, nel frattempo, continua a tingersi di sfumature noir che, grazie alle indagini, porteranno a galla la verità.
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Storia dell’autrice
Scrittrice e giornalista, editor e docente di scrittura creativa e narratologia, Beatrice Fiaschi ha esordito, nel 2021, con il giallo psicologico «L’Essenza Fatale» (Ianieri Edizioni) per poi tornare nel 2023 con il noir «La Vasca» edito IlViandante, inserito in fiere di settore e crime festival e risultato «Miglior storia nera» al premio Barga Noir nonché finalista al premio «Lago Gerundo» e menzionato al premio «Ombre Gialle». Alcuni suoi racconti di genere drammatico, intimista e perturbante sono stati pubblicati in antologie e online dopo aver ricevuto diversi riconoscimenti, così come i suoi articoli di cultura e società, lavoro e psicologia. È semifinalista con un racconto giallo al prestigioso premio indetto nell’ambito del «Termini Book Festival» in collaborazione con Giallo Mondadori. Si occupa da anni di ricerca spirituale, Reiki, rune, meditazione e pratiche regressive col tamburo sciamanico che utilizza anche per i suoi laboratori di scrittura creativa e coaching individuale. Collabora con cooperative sociali impegnate in progetti artistici per utenze psichiatriche: da qui l’ispirazione per le ambientazioni dei suoi romanzi. È insegnante per l’agenzia letteraria «Scribo» in progetti laboratoriali in presenza e online. Dal 2022, dirige l’area letteraria dell’associazione culturale «BellaVera» organizzando anche corsi nei quartieri più svantaggiati di Roma come Tor Bella Monaca, presentando eventi artistici e conducendo workshop di fotografia noir integrata alla scrittura. Dal 2024, è docente di scrittura creativa presso l’Accademia delle Arti dei Castelli Romani. Laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Editoria e Giornalismo, si sta formando in criminologia presso i corsi «Nero Crime» dell’associazione E-crime, che collabora con l’università eCampus.Instagram: https://www.instagram.com/Beatrice_Fiaschi_Scrittrice/?hl=it
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giancarlonicoli · 4 months ago
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29 giu 2024 09:22
“GLI AZZURRI PIÙ CHE TEMERE GLI SVIZZERI, TEMONO SE STESSI: SI CHIAMA MANCANZA DI AUTOSTIMA” – RONCONE ALLA VIGILIA DEGLI OTTAVI DEGLI EUROPEI VEDE UNA NAZIONALE IN CUI “MANCA ALLEGRIA” – IL CALCIO RELAZIONALE DI SPALLETTI HA FUNZIONATO, E NEMMENO TROPPO, CONTRO L’ALBANIA. POI LA SPAGNA CI HA PRESO A PALLATE E CON LA CROAZIA ABBIAMO SOFFERTO FINO AL MINUTO 98’. SUL CAMPO UN DIFFUSO DISORDINE TATTICO. E TANTI DUBBI: GIOCA SCAMACCA? E FAGIOLI? IN COPPIA CON CRISTANTE? TOCCA O NO A EL SHAARAWY? LA NAZIONALE È AVVOLTA NEL MISTERO. E QUINDI PUÒ ESSERCI UNA SORPRESA: TIPO CHE…
Fabrizio Roncone per il Corriere della Sera - Estratti
Eccoci all’Olympiastadion.
(...)
Gli azzurri entrano in ordine sparso per il «walk around», il rito del sopralluogo, e ad accoglierli trovano alcuni magnifici fantasmi.
Adesso, seguitemi. E provate a immaginare qualcosa di simile a un lungo piano sequenza: Donnarumma e Di Lorenzo parlano con Pellegrini, che annuisce, serio; Gatti, una maschera di stupore (tre anni fa, giocava con la Pro Patria, in serie C); Retegui, nell’incertezza di non metterci più piede, si scatta un selfie;
Scamacca, la faccia grigia, e grigi sembrano pure i tatuaggi che ha sul collo, è pensieroso, e soffia qualcosa a Chiesa; e poi però si vede Barella che tocca la spalla di Bastoni, lo invita a voltarsi e gli indica la porta, quella laggiù, dove in dissolvenza c’è Grosso che sta prendendo la rincorsa, e come ora in un gran silenzio, e tutti ci teniamo per mano, perché è l’ultimo rigore e Santo cielo, Lippi ha chiesto proprio a Grosso di tirarlo. Se lo segna, siamo campioni. E lo segna.
Cambio immagine. Luciano Spalletti è immobile, le mani in tasca, dietro la panchina di destra. I suoi calciatori in mezzo al campo e lui, defilato, che li osserva. Le pupille come fiammiferi, i muscoli del viso tesi, s’intuisce un labiale serrato. «Guardatevelo bene, ragazzi, questo posto. È qui che se si fanno le cose perbenino, noi poi si finisce comodi dentro qualcosa che si potrà raccontare ai figli». La verità è che se non stai attento, finisci per scrivere come parla il cittì. Però i suoi pensieri, se possibile, sono anche più intricati.
Stretti dentro un tormento calcistico che non immaginavano nemmeno i più spallettiani. Perché lui, all’inizio, aveva progettato di stupirci con schemi liquidi, con calciatori che non dovevano avere ruoli fissi. Ci ha perciò invitato a fantasticare, a credere in un calcio «perimetrale», tra spazi occupati e spazi da occupare, perché nel suo «calcio relazionale» la squadra è sempre corta, e accorta, capace di «tornare a casa», cioè di risistemarsi, e poi ripartire.
Tutto questo ha funzionato, e nemmeno troppo, contro l’Albania. Poi la Spagna ci ha preso a pallate e con la Croazia, sebbene tornati a schemi più italiani, familiari, semplici (diciamo un classico e prudente 5-3-2), abbiamo sofferto fino al minuto 98’. Il risultato è che sulla Moleskine ci sono appunti indecifrabili. È quello che abbiamo visto sul campo, tra lampi e un diffuso disordine tattico. La difesa a quattro, poi a tre, e di nuovo a quattro. Chiesa fuori, ma anche sulla destra a tutta fascia, oppure alto, a sinistra.
Pellegrini trequartista. O largo, finta ala. Prima Scamacca, quindi Retegui, e contro la Svizzera — probabilmente — ancora Scamacca. Fagioli? In coppia con Cristante? Tocca o no a El Shaarawy?
Un po’ tanto, un po’ troppo.
La confusione è sempre un eccellente alibi per i calciatori. Spalletti lo sa: così, per continuare a sperimentare soluzioni, ha cercato di chiudere la squadra dentro la scatola del campo d’allenamento. L’ha blindato. La Nazionale è, ormai da giorni, avvolta nel mistero. E quindi può esserci una sorpresa: tipo che c’è stato un clic, e magari succede come al Mundial spagnolo, quando la miccia tra gli azzurri di Enzo Bearzot s’accese dopo i primi tre pareggi deludenti. Oppure possiamo essere rimasti prigionieri dell’incertezza.
Di sicuro, non c’è allegria.
La sensazione è precisa anche osservando gli azzurri ora che escono dal campo, interpretando le loro smorfie, il linguaggio dei corpi. Non ridono, non scherzano. Sembrano pieni di quella certa preoccupazione non sana. Come se più che temere gli svizzeri, temano se stessi.
Senza telefonare a Paolo Crepet: si chiama mancanza di autostima. Quella che, di solito, hanno invece tutti i gruppi vincenti. Prima, bevendo un caffè finalmente definibile caffè, si ricordava l’arrivo degli azzurri a Wembley, tre anni fa, la sera prima della finale.
Si presentarono cantando.
Donnarumma aveva attaccato il suo i-Phone alla cassa portatile di Florenzi. L’autista inglese del pullman, con mezzo ghigno: «They are all crazy».
No, amico, gli disse un anziano cronista: non sono matti.
Erano convinti di potercela fare. 
(...)
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labrecha · 8 months ago
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"El Plan C no es a la Fuerza y no se Gana con Choferes y Cadeneros”: Serrato
#Elecciones2024 "El Plan C no es a la Fuerza y no se Gana con Choferes y Cadeneros”, Consideró Leonel Serrato
** El PVEM y el PT Parasitan a la 4T, el 2 de Junio ni un Voto a los Parásitos: Serrato ** Leonel Serrato arremetió contra Oscar Bautista. San Luis Potosí, S.L.P. / Com Soc / Marzo 18 de 2024.- “El `Plan C´ no es a la fuerza y no se gana con choferes y cadeneros”, consideró Leonel Serrato Sánchez, precandidato de Morena a la presidencia municipal de la Capital, quien invitó a “dejar sin…
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acapulcopress · 8 months ago
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141 aspirantes a legisladores federales renuncian a sus apoyos económicos
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CIUDAD DE MÉXICO * 5 de marzo, 2024. ) Apro Diputadas y diputados que participarán en la elección consecutiva manifestaron su renuncia voluntaria a apoyos económicos, informó la Cámara Baja en un comunicado. La Mesa Directiva informó que 141 legisladores federales que participarán en la elección consecutiva en el proceso electoral 2023-2024 manifestaron su renuncia voluntaria a los apoyos económicos a que tienen derecho. Estos apoyos consisten en asistencia legislativa, atención ciudadana, casa enlace, transporte y hospedaje y tarjeta Viapass para peaje, y dejarán de contar por ellos por el periodo que comprende del 1 de marzo al 2 de junio. De la cifra total, 45 son de Morena, 47 del PAN, 29 del PRI, 19 del PT y uno del PRD. Estos son los legisladores que expresaron su deseo de renunciar a los apoyos: Morena César Agustín Hernández Pérez, Carol Antonio Altamirano, Reyna Celeste Ascencio Ortega, Ana Elizabeth Ayala Leyva, Manuel de Jesús Baldenebro Arredondo, Rocío Natalí Barrera Puc, Juan Ángel Bautista Bravo, María del Carmen Bautista Pelaéz, Bruno Blancas Mercado, Francisco Javier Borrego Adame, Héctor Armando Cabada Alvidrez, Óscar Cantón Zetina, Olegaria Carrazco Macías, Mario Miguel Carrillo Cubillas, Alejandro Carvajal Hidalgo, Favio Castellanos Polanco, Olga Leticia Chávez Rojas, Armando Contreras Castillo, Armando Corona Arvizu, Roberto Ángel Domínguez Rodríguez, Olga Juliana Elizondo Guerra, Leonel Godoy Rangel, Juanita Guerra Mena, Rosa Hernández Espejo, Arturo Roberto Hernández Tapia, Mónica Herrera Villavicencio, Irma Juan Carlos, Mayra Alicia Mendoza Álvarez, Moisés Ignacio Mier Velazco, Evangelina Moreno Guerra, Julio Cesar Moreno Rivera, Blanca Araceli Narro Panameño, Araceli Ocampo Manzanares, Pedro David Ortega Fonseca, Jaime Humberto Pérez Bernabe, Sonia Rincon Chanona, Carlos Sánchez Barrios, Azael Santiago Chepi, Paola Tenorio Adame, Teresita de Jesús Vargas Meraz, Manuel Vázquez Arellano, Julieta Kristal Vences Valencia, Dulce María Corina Villegas Guarneros, Merary Villegas Sánchez y Joaquín Zebadúa Alva. PAN Marco Humberto Aguilar Coronado, Laura Patricia Ahedo Bárcenas, Salvador Alcántar Ortega, Marco Antonio Almendariz Puppo, Daniela Soraya Álvarez Hernández, Ana Teresa Aranda Orozco, Itzel Josefina Balderas Hernández, Ana María Balderas Trejo, Carolina Beauregard Martínez, María Teresa Castell de Oro Palacios, Román Cifuentes Negrete, Erika de los Ángeles Díaz Villalón, Yesenia Galarza Castro, María Josefina Gamboa Torales, Pedro Garza Treviño, Mariana Gómez del Campo Gurza, Carmen Rocío González Alonso, Karla Verónica González Cruz, Diana Estefanía Gutiérrez Valtierra, Genoveva Huerta Villegas, Jorge Ernesto Inzunza Armas, Julia Licet Jiménez Angulo, Berenice Juárez Navarrete, Diana María Teresa Lara Carreón, José Elías Lixa Abimerhi, Noemí Berenice Luna Ayala, Gustavo Macías Zambrano, Esther Mandujano Tinajero, Noel Mata Atilano, Miguel Ángel Monraz Ibarra, Sarai Núñez Cerón, Ali Sayuri Núñez Meneses, María Elena Pérez-Jaén Zermeño, Gabriel Ricardo Quadri de la Torre, Éctor Jaime Ramírez Barba, Sonia Rocha Acosta, Juan Carlos Romero Hicks, Martha Estela Romo Cuéllar, Paulina Rubio Fernández, Ana Laura Sánchez Velázquez, Rodrigo Sánchez Zepeda, Luis Gerardo Serrato Castell, Armando Tejeda Cid, Héctor Saúl Téllez Hernández, Fernando Torres Graciano, Roberto Valenzuela Corral y Margarita Ester Zavala Gómez del Campo. PRI Norma Angélica Aceves García, Yeimi Yazmín Aguilar Cifuentes, María de Jesús Aguirre Maldonado, Pablo Guillermo Angulo Briceño, Karla Ayala Villalobos, Frinné Azuara Yarzábal, Sue Ellen Bernal Bolnik, Jaime Bueno Zertuche, María del Refugio Camarena Jáuregui, Adriana Campos Huirache, Alma Patricia Cardona Ortiz, Eufrosina Cruz Mendoza, Carolina Dávila Ramírez, Juan Francisco Espinoza Eguia, Xavier González Zirión, Marcela Guerra Castillo, Fuensanta Guadalupe Guerrero Esquivel, Johana Montcerrat Hernández Pérez, Ana Lilia Herrera Anzaldo, Jazmín Jaimes Albarrán, Roberto Carlos López García, Tereso Medina Ramírez, Rubén Ignacio Moreira Valdez, Rafael Alejandro Moreno Cárdenas, Mariana Erandi Nassar Piñeyro, Lorena Piñón Rivera, María Elena Serrano Maldonado, Maribel Guadalupe Villaseñor Dávila y Cynthia Iliana López Castro. PT Lilia Aguilar Gil, José Alejandro Aguilar López, Mary Carmen Bernal Martínez, Francisco Amadeo Espinosa Ramos, Alfredo Femat Bañuelos, José Gerardo Rodolfo Fernández Noroña, Irma Yordana Garay Loredo, Margarita García García, Jesús Fernando García Hernández, Maribel Martínez Ruiz, Luis Enrique Martínez Ventura, Brígido Ramiro Moreno Hernández, Magdalena del Socorro Núñez Monreal, Jorge Armando Ortiz Rodríguez, Ángel Benjamín Robles Montoya, Ana Karina Rojo Pimentel, María de Jesús Rosete Sánchez, Reginaldo Sandoval Flores y Dionicia Vázquez García. PRD Francisco Javier Huacus Esquivel. ] Síguenos en facebook.com/acapulcopress.news ) Síguenos en facebook.com/angelblanco.press ] Síguenos en ) acapulcopress.com Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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I pittori italiani della fine dell’Ottocento a Parigi a Novara
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Modelle, amanti, attrici a cavallo, Londra e Parigi, con le vedute urbane immortalate da Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, simbolo di due vivaci metropoli ottocentesche, e ancora nudi e soggetti femminili colti in intimità, fino alla Ville Lumière dove artisti italiani come Boldini, de Nittis, Antonio Mancini, Federico Zandomenghi trovarono casa e dove il pittore livornese Vittorio Matteo Corcos si presentò senza nemmeno un biglietto, come disse a Ugo Ojetti nel 1907, sono protagonisti della mostra Boldini, De Nittis et les Italiens de Paris, a cura della storica dell’arte Elisabetta Chiodini, che METS Percorsi d’Arte porta al Castello di Novara dal 4 novembre al 7 aprile 2024. Sarà un percorso di otto sale che accoglierà novanta opere dei protagonisti di quella indimenticabile stagione in un viaggio che riporta nella Parigi di fine Ottocento e inizio Novecento, tra i lavori di alcuni dei maestri italiani più noti e amati, conosciuti come Les Italiens de Paris. Attraverso confronti dal ritmo serrato il pubblico sarà invitato a vedere lo spirito dell’epoca, tra atelier e mostre nella città che, a partire dai primi anni Venti dell’Ottocento, aveva attratto numerosi artisti italiani desiderosi di confrontarsi con la cultura d’Oltralpe e ampliare il proprio mercato oltre confine. Grazie alle prime Esposizioni Universali, città come Londra e Parigi erano centri nevralgici del mercato internazionale dell’arte contemporanea e dagli anni Sessanta intraprendenti mercanti d’arte, da Adolphe Goupil a Thomas e William Agnew, fecero  a gara per assicurarsi le opere di giovani artisti promettenti, convincendoli a stipulare contratti e diventandone i diretti intermediari con i compratori. In mostra ci sarà un confronto tra Giovanni Boldini e Giuseppe de Nittis, diversissimi tra loro e non proprio in ottimi rapporti, che presenterà alcuni dei lavori di maggior successo dei due, come la serie di dipinti dedicati a Berthe, modella e amante di Boldini, e alla sensuale Gabrielle de Rasty. La notissima Amazzone (1879) affiancherà il ritratto dell’attrice Alice Regnault a cavallo o ancora Fanciulla con gatto nero (1885) mentre Signora in giardino (1882a) e Fiori d’autunno (1883-1884) sono invece tra le ultime opere di De Nittis, scomparso improvvisamente nell’agosto del 1884 a soli trentotto anni. Un’altra sala  vedrà dei capolavori assoluti eseguiti da Antonio Mancini tra Napoli e Parigi dal 1872 come Il suonatore di violino (1877) e Scugnizzo con chitarra (1877). Arrivato a Parigi nel 1874, a trentatré anni, per quello che avrebbe dovuto essere un soggiorno di studio, il pittore veneziano Federico Zandomenghi non se ne sarebbe più allontanato e di lui la mostra esporrà lo straordinario Ritratto di Diego Martelli (1879) presentato alla quarta esposizione impressionista nel 1879, nella Collezione delle Gallerie degli Uffizi, e poi Il violoncellista (1882 ) e il pastello Coppia al Caffè (1886), dalla collezione della Fondazione Francesco Federico Cerruti. Il confronto tra Parigi e Londra passa attraverso una serie di vedute urbane e scene di moderna vita quotidiana, come Place Clichy (1874) di Boldini, opera di collezione privata raramente concessa in prestito, che verrà  messa a confronto con la monumentale Westminster (1878) eseguita da De Nittis per il banchiere Kaye Knowles, uno dei capolavori del pittore, con quel taglio modernissimo che rende lo spettatore parte della scena. Se la piccola sala della cella del castello vedrà un’accurata selezione di nudi e soggetti femminili colti in intimità, che riflettono i differenti approcci dei rispettivi artisti al tema, a chiudere il percorso saranno i ritratti mo seguiti da Giovanni Boldini e Vittorio Matteo Corcos, una tipologia che li rese ricercatissimi tra i contemporanei, come il Ritratto di René Cole in abito da sera (1893), uno dei rari ritratti maschili di Boldini, e l’inedito Ritratto di Lia Silvia Goldmann Clerici (1912-1915) di Corcos. Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Ponte sullo stretto: consegnato il progetto definitivo aggiornato
Ponte sullo stretto: consegnato il progetto definitivo aggiornato Il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani “Voluto dai governi Berlusconi ed è per questo che a lui deve essere dedicato". È stata consegnata la documentazione con l’aggiornamento del progetto definitivo del Ponte di Messina. "In linea con i tempi previsti, il Contraente generale Eurolink ha consegnato alla società Stretto di Messina la documentazione relativa all’aggiornamento del progetto definitivo del ponte e delle opere di collegamento stradale e ferroviario". "Prenderà avvio il serrato cronoprogramma per l'approvazione finale, con l'obiettivo di aprire i cantieri nell'estate 2024”, ha dichiarato Pietro Ciucci, a.d. della società Stretto di Messina. “Sono stati attivati i Tavoli Tecnici di lavoro con i rappresentanti dei Comuni interessati dall’opera, con l’obiettivo di mantenere un costante dialogo e confronto con le Città e consentire ai governi del territorio di portare avanti le scelte strategiche pianificate. Sono incontri di fondamentale importanza perché il ponte è un’opera del territorio e per il territorio, dal quale deriveranno straordinari benefici. In questo quadro è prossima l’apertura di sedi a Villa San Giovanni e Messina per garantire un flusso informativo continuo con le istituzioni e la cittadinanza”, ha aggiunto Ciucci. "L'aggiornamento del progetto definitivo rappresenta il culmine di anni di lavoro coordinato di centinaia di ingegneri, tecnici, professori universitari e ricercatori. Questi esperti hanno lavorato per sviluppare soluzioni progettuali in grado di garantire i più alti livelli di sicurezza, efficienza, sostenibilità ambientale e impatto economico e sociale per il Ponte sullo Stretto, un'opera di straordinaria complessità. Particolare attenzione è stata dedicata alla stabilità della struttura e alla sua resistenza ai venti e ai terremoti. Oltre 50 anni di lavoro, studi e analisi, per arrivare oggi a un nuovo step verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina", ha scritto in una nota il consorzio Eurolink, guidato dal Gruppo Webuild. "L'impegno per il ponte sullo Stretto di Messina è fondamentale e porta a compimento un progetto pensato e voluto dai governi Berlusconi ed è per questo che a lui deve essere dedicato", ha dichiarato il segretario nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani, durante il Consiglio nazionale del partito a Paestum.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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chez-mimich · 1 year ago
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OPPENHEIMER
Anche se la storia della nascita della bomba atomica è nota, non è poi così chiara (nemmeno per chi l’ha vissuta) e quindi ha fatto bene Christopher Nolan a trarne ispirazione per un film ed un film di grande qualità. Sto naturalmente parlando di “Oppenheimer, da qualche settimana nelle sale, e delle cui qualità si è già scritto in abbondanza sui social, o meglio si è solo scritto che si tratta di un bel film (questo è uno dei limiti dei social), ma mai o quasi mai si specifica perché lo sia. Robert Oppenheimer è universalmente riconosciuto come il padre della bomba atomica, quella nata dal “Progetto Manhattan”, portato avanti nel sito ultra protetto di Los Alamos, a partire dal 1942 in piena Seconda Guerra Mondiale. Robert Oppenheimer era nato a New York da genitori ebrei e non aveva mai nascosto le sue idee progressiste, di sinistra e, pur se per un breve periodo della sua vita, comuniste. Vicende già abbastanza note ma che il film di Nolan ricostruisce ed inserisce su un doppio binario: da una parte quello della cronaca di quei giorni e mesi convulsi e dall’altra quello del punto di vista dello stesso scienziato, costretto a riferire nell’inchiesta su di lui aperta dalla Commissione per l’energia atomica che, in pieno maccartismo, lo indaga con l’accusa di aver passato all’Unione Sovietica, i segreti della bomba. Per essere sinceri buona parte della sceneggiatura di un film tanto complesso e ottimamente documentato, è debitrice verso il libro di Kai Bird e Martina J. Sherwin, autori di “American Prometheus” vincitore del Pulitzer 2006. Oppenheimer fu vittima del successo del progetto “Manhattan”, nato per cercare di sconfiggere in maniera definitiva il Giappone e del suo successivo rimorso, con relativa frenata sui nuovi progetti di sviluppo, dopo le tragedie umane di Hiroshima e Nagasaki. Il progetto avrebbe potuto essere simile alla mela avvelenata che lo stesso scienziato cercò di far mangiare al suo tutor di molti anni prima a Cambridge, Patrick Blankett. Anche in questa occasione Robert Oppenheimer è riuscito a fermarsi in tempo? In realtà non ci è dato saperlo viste le conseguenze dei decenni successivi con la Guerra Fredda. Nolan mette in scena un film dal montaggio infernale e dal ritmo serrato dei due piani narrativi, caratterizzati dal colore nella parte della cronaca degli avvenimenti e dal b/n di quello dell’inchiesta della Commissione, trovata di per sé non originalissima che caratterizza quasi tutti i flash-back della storia del cinema, ma comunque piuttosto efficace. È proprio lo straordinario montaggio di Jennifer Lane il vero punto di forza del film. Di grande pregio anche l’ibrida colonna sonora (musica e rumore) di Ludwig Goransson. Nota di merito agli effetti speciali usati nella giusta misura, in un film in cui sarebbe stato molto facile cadere nella tentazione di stupire a tutti i costi. Tocco di classe nelle sequenze della esplosione a Los Alamos, dove al prevedibilissimo boato dell’esplosione, viene preferito un inaspettato silenzio. Cast di grande rilievo con Cillian Murphy che interpreta un credibilissimo Oppenheimer. Prima che ne cada una sulla testa anche a noi, sarebbe utile conoscere la storia di chi la inventò, per quali scopi, con quali conseguenze e con quali abissali rimorsi di coscienza.
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ofwrxth · 1 year ago
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BASICS 
Name: Camille “Cam” “Cami” Diaz
Age & Birthday: 36 years old, November 27, 1986
Gender/Pronouns: cis woman / she & her
Birthplace: Atlanta, GA
Time in Atlanta: 36 years
Neighborhood: Center Hill 
Association: Reapers
Occupation: Mechanic at Jones Auto Body & Member 
Positive traits: Clever, Headstrong, Practical, Tenacious 
Negative traits: Bullheaded, Fixated, Guarded, Self-Reliant
Faceclaim:  Christian Serratos
ABOUT
Camille was born on Thanksgiving Day to Dorcas and Luis Diaz. Their family was small and close knit, the three of them a little unit that remained so until her little sister Carmen was born, completing them.
Growing up in Center Hill Camille had practical working knowledge of the way things were run. Who was in charge. Who they liked. Who they didn’t like. Never talked to the cops. Learn how to fix your own shit. She followed her mom to her job at the local tailor’s and would shadow her dad as he worked on cars at Jones Auto Body once it opened. She had a curious mind and was practical enough to know that once you were born in Center Hill, that’s where you stayed. 
Her little sister had big dreams, though. She wanted to be a writer and her head was always in the clouds. Rather than bring her down to earth, Cam always asked to hear about her latest stories, envying the way Carmen could find an escape in her own mind. 
When their parents died in the Center Hill fire of 2005 that claimed a strip of businesses and thirty lives, Camille was eighteen and her sister sixteen. They’d already been an affiliate with the Reapers, but she and her sister joined up. Her sister left her stories behind to push product and Camille leaned into her strengths. She’d been good around cars for years and began boosting them on behalf of the Reapers when she joined officially. She was able to swing at job at Jones Auto Body too, working in their chop shop. 
Over the years, she and Carmen created a steady life for themselves, self-sufficient but close to the other Reapers, knowing that without their membership, they probably would’ve been lost after their parents died. She’s gotten involved in their local drag racing ring, but her main focus is on boosting cars and getting parts they can sell off or use on their own.
Camille is the sort of person who, on a job, is all business. She is determined to get things done and get things done fast. She can relax once it’s over but in the moment, she’s always hyper-focused. 
When her niece and nephew were born three and four years ago, Camille was overjoyed for her sister. But nothing good stays that way and life took another turn for Camille seven months ago when her sister and her sister’s partner were in an accident on one of the few snowy nights Atlanta has seen.
She was left as the legal guardian for Nina and Antonio and has been trying to do her right by them since. But it’s not easy, suddenly inheriting two kids under five without her sister’s gentler, maternal instincts. Cam has begun to ask for more jobs, riskier ones even because they often provide a bigger cut.
She’s had to rely on help from friends and their community to stay sane the past few months. Even if they’ve been unlucky enough to end up with her as their guardian, Camille is determined to make sure her niece and nephew want for nothing.
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revistapuntodevista · 1 year ago
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Gobierno del cambio y mujeres potosinas fortalecen igualdad
San Luis Potosí SLP.- Mujeres de las comunidades y colonias de las cuatro regiones de la Entidad, son atendidas por el Instituto de las Mujeres del Estado (Imes), con asesorías, capacitaciones, Ferias de Emprendedoras y otras acciones, para empoderarlas y avanzar en la igualdad y en la erradicación de las violencias de género. La titular de la dependencia estatal, Gloria Serrato Sánchez, informó…
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Europa League: Mendilibar "Siviglia favorito per la sua storia"
(ANSA) – ROMA, 25 MAG – “Stiamo seguendo il piano per arrivare alla finale nel modo migliore possibile. Abbiamo giocato ieri, giocheremo sabato e poi la finale mercoledì. È un programma molto serrato, ma sono felice perché è stretto per il fatto di essere arrivati in finale”. Così, l’allenatore del Siviglia, José Luis Mendilibar in vista della finale di Europa League che si disputerà tra 6 giorni…
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labrecha · 8 months ago
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Leonel Serrato Pide No Votar por el Verde ni el PT
#Elecciones2024 #LeonelSerrato Pide No Votar por el #PartidoVerde Ecologista de México ni el Partido del Trabajo
** Enviarlos “al basurero de la historia” dice el candidato a la Presidencia Municipal de la Capital. San Luis Potosí, S.L.P. / Marzo 6 de 2024.- A no votar por el Partido Verde ni por el Partido del Trabajo, convocó Leonel Serrato Sánchez, candidato a la Presidencia Municipal de la Capital. Asegura que los partidos Verde y del Trabajo “técnicamente no existen en el país, sólo en San Luis…
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edgecastlema · 2 years ago
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faces for natasha romanov?
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66-sc · 2 years ago
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Celebran el Día Mundial del Teatro en Casa de la Cultura
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El lunes 27 de marzo, en las instalaciones de Casa de la Cultura José Vasconcelos, se realizó la actividad para celebrar el Día Mundial del Teatro, en un trabajo coordinado entre la propia Casa de la Cultura, Foro Piezas y Sueño Colectivo.
 Para abrir la actividad, tanto el Lic. Oscar Peraldí, coordinador de cultura municipal, como el Profr. Roberto Equihua, regidor de cultura, dieron la bienvenida a los participantes y al público en general, enfatizando el apoyo que, en este rubro, se tiene por parte de la QFB, Itzé Camacho, presidenta municipal.
 Posteriormente, se presentó una parte de una investigación a punto de culminar, por parte del Mtro. Jesús Baldovinos Romero, sobre la historia del teatro en Lázaro Cárdenas. Presentó una parte de los inicios de esta actividad, casi al mismo tiempo del surgimiento de la Casa de la Cultura, mencionando a Humberto Leal Valenzuela y Martín Palomares, como los maestros pioneros que dejaron, además de una honda huella, la semilla del teatro en el municipio.
 Baldovinos mencionó a tres figuras de aquel momento, Víctor Zamora León, Antonio Luis Sánchez Ruiz y Bernardo Medina Hernández, siendo este el que se ha mantenido de manera continua con la trayectoria de formación, dirección y actuación. La ponencia fue acompañada de imágenes poco conocidas de aquellos inicios del teatro lazarocardenense.
 Luego de la ponencia, los chicos de Cobaem La Mira, presentaron la obra “Los siete pecados capitales”, puesta en escena del propio Medina Hernández, quien hasta hace poco fue maestro de teatro del sistema Cobaem y que ahora ha pasado la batuta a otro maestro. Después vino la participación de Foro Piezas, con la presentación de “De par en par” en el formato teatro en atril.
 Casi para finalizar, de nueva cuenta el Mtro. Baldovinos presentó una reseña y una breve muestra de fotografía del historial de Bernardo Medina, previo a que le fuera entregado un reconocimiento especial por una trayectoria consecutiva en el quehacer teatral de más de treinta años. El propio Medina Hernández, además de agradecer, afirmó que esta es la primera vez que se le reconoce como tal. También se hizo entrega de reconocimientos a Cobaem La Mira, quienes fueron acompañados de su directora, la Mtra. Patricia Medina, y a Foro Piezas.
 La clausura de la actividad corrió a cuenta de las palabras del Lic. Sotelo Peraldí, y la clausura oficial a cargo del Profr. Equihua Serrato. La conducción fue de la Mtra. Trini Jiménez Chino, directora de Sueño Colectivo.
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