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#Luigi Troncon
pasqualemassa · 3 years
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Roma: accordo fra Ferrovie e Aeroporti per la mobilità intermodale
Roma: accordo fra Ferrovie e Aeroporti per la mobilità intermodale
Integrazione dei sistemi di vendita per effettuare le operazioni di check-in passeggeri e bagagli direttamente nelle principali stazioni ferroviarie italiane collegate con lo scalo di Fiumicino.Fiumicino, 17 marzo 2022 – Ferrovie dello Stato Italiane, con l’amministratore delegato Luigi Ferraris e Aeroporti di Roma, con l’amministratore delegato Marco Troncone, hanno sottoscritto un accordo per…
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sciscianonotizie · 6 years
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tmnotizie · 7 years
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ASCOLI PICENO – Correva l’anno 1926 e il Ministro dell’Interno, Luigi Federzoni, in un discorso al teatro Flavio Vespasiano di Rieti, annunciava l’imminente realizzazione del tronco Rieti – Fara Sabina. Il primo troncone della ferrovia dei Due Mari.
“Oggi, in nome di S.E. il Capo del Governo e del collega dei lavori pubblici, che me ne hanno espressamente autorizzato, posso affermarvi che la prima delle nuove ferrovie progettate che sarà costruita in Italia sarà la Rieti – Fara Sabina.[…] Non è un strenna, e tanto meno una promessa elettorale: tutto ciò è lungi dal nostro ricordo; è espulso dal nostro costume. Al tempo in cui potevano prevalere le fortune elettorali di un uomo o di un partito, si faceva a qualche provincia o a qualche collegio il grazioso donativo di ferrovie perfettamente inutili che ancora oggi gravano sterilmente con le loro passività sul bilancio dello Stato. Qui non si tratta di regalare niente a nessuno, si tratta di mettere in valore le infinite possibilità di sviluppo economico della vostra gente operosa, e della vostra terra feconda. […] E soprattutto Roma desidera essere ricongiunta anche materialmente a voi”.
Scrive così nella sua nota stampa il consigliere regionale di Forza Italia ing. Piero Celani. Ed aggiunge. “Novantuno anni dopo, ottobre 2017, sempre a Rieti, il destino a volte, il Ministro Del Rio annuncia che si farà la ferrovia dei Due Mari. Ma questa volta -spiega Celani- non viene stoppato dalla storia. Viene stoppato subito da un suo collega di partito, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli che ribatte sostenendo che la ferrovia non vedrà mai la luce perché non vi sono finanziamenti”.
“Ora -prosegue l’esponente azzurro- è pur vero che il PD non è solo un partito. È una sorta di federazione di liberi pensatori dove ognuno è libero di dire tutto e il contrario di tutto. È ormai un partito che recita a soggetto. Così non desta più nemmeno clamore che un presidente di regione neghi ciò che il Ministro (del suo stesso partito) afferma. La ferrovia dei Due Mari, più volte progettata e approvata da Governi dell’Italia monarchica e repubblicana ma mai costruita per ostacoli di vario genere: contrasti sul tracciato da adottare, dissidi campanilistici con altre regioni, ostacoli burocratici ed economici -conclude Celani- sarà in grado di reggere anche questa triste querelle, tutta targata PD??”.
The post Ferrovia dei Due Mari: si, no…forse, il j’accuse del consigliere regionale Piero Celani appeared first on TM notizie - ultime notizie di OGGI, cronaca, sport.
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persinsala · 8 years
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Cantami Orfeo
A Spam! arriva Cantami Orfeo, l’ultimo tassello nella produzione del Teatro del Lemming. Perturbante ma con qualche incrinatura. (more…)
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paoloxl · 7 years
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(via 14 maggio 1977: Milano, una sparatoria "tranquilla")
Milano, 12 maggio 1977; mentre a Roma le forze speciali infiltrate di Kossiga sparano ai manifestanti di Piazza Navona e uccidono Giorgiana Masi, il sostituto procuratore della Repupplica Luigi De Liguori ordina l'arresto di alcune persone, tra le quali due noti avvocati di Soccorso Rosso, Giovanni (Nanni) Cappelli e Sergio Spazzali. L'imputazione più grave nei loro confronti è quella di promozione di associazione sovversiva. I gruppi della sinistra extraparlamentare e i collettivi dell'area dell'autonomia indicono per il pomeriggio del 14 maggio una manifestazione contro la repressione.
La mattina del 14 maggio i quattro referenti dei servizi d'ordine delle diverse anime dell'Autonomia milanese si riuniscono alla Statale per valutare le azioni di piazza. Ci sono Pietro Mancini (Piero), Raffaele Ventura (Coz) e Maurizio Gibertini (Gibo) per il gruppo che si riuniva intorno alla rivista "Rosso", Oreste Scalzone per i gruppi vicini a Potere Operaio, Andrea Bellini per il "Casoretto" e infine una delegazione del partito marxista-leninista. Si decide per un corteo duro, che ad un certo punto si stacchi dai gruppi della sinistra extraparlamentare (Democrazia Proletaria in testa) per proseguire intorno al carcere di San Vittore e portare la solidarietà agli avvocati arrestati due giorni prima. Un corteo "duro", questo si, ma che non preordina in alcun modo uno scontro a fuoco con la polizia, né alcuna altra provocazione. Niente molotov, né spranghe, né fionde e neanche sassi, niente di niente. Ai primi disordini si abbandona il corteo, l'accordo è questo.
La sera prima però, anche la componente armata del collettivo Romana-Vittoria, composta da Marco Barbone, Enrico Pasini Gatti, Giuseppe Memeo, Marco Ferrandi, Luca Colombo e Giancarlo De Silvestri si riunisce per definire il piano per la manifestazione del giorno successivo. Bisogna provocare la polizia nei pressi di San Vittore, sciogliere il corteo per poi ricomporlo nella zona di Porta Genova, da presidiare militarmente il più a lungo possibile. Il Romana-Vittoria aprirà il corteo.
Il corteo parte alle 16,45 da piazza Santo Stefano, i partecipanti sono più di 10.000. All'incrocio via San Vittore-Via Olona lo spezzone dell'autonomia, composto da circa 1000 manifestanti, abbandona il troncone principale come previsto. Cominciano subito gli slogan: "Da San Vittore all'Ucciardone, un solo grido: evasione", "Carabiniere, sbirro maledetto, te l'accendiamo noi la fiamma sul berretto".
Ad un certo punto la colonna di polizia (fino a quel momento tenutasi molto distante dal corteo) del III° reparto Celere si schiera in assetto di ordine pubblico (un cordone di scudi e un secondo con i lancia-lacrimogeni) all'angolo tra via Olona e via De Amicis. Dopo un breve consulto, la squadra armata di Romana-Vittoria decide per l'attacco, e forza facilmente i cordoni di contenimento capeggiati da Bellini e Scalzone, accortisi di quanto stava per accadere.
S'alza un grido secco: "Romana fuori!" seguito da un successivo: "Sparare!". Nel giro di un solo minuto Ferrandi, Memeo, Barbone, Pasini Gatti, De Silvestri e Colombo, accostati da alcuni studenti del Cattaneo armati di molotov, dal collettivo di Viale Puglie e dal collettivo Barona ingaggiano un violento scontro a fuoco con le forze dell'ordine, durante il quale rimane ferito a morte il vicebrigadiere Custra. Altri due agenti vengono lievemente feriti, mentre un passante, Marzio Golinelli, perde un occhio e un'altra passante, Patrizia Roveri, viene ferita in maniera non grave al capo.
Via De Amicis è oscurata dal fumo dei lacrimogeni, delle molotov e della carcassa del filobus 96 dato alle fiamme. Tutti coloro che si erano inoltrati nella strada raggiungono di corsa via Carducci dove alcuni manifestanti stanno improvvisando una barricata con del materiale edile di un cantiere.
La sera del 14 nell'abitazione di Colombo si riuniscono alcuni dirigenti di Rosso a confronto con Ferrandi, Barbone, Memeo, Pasini Gatti, Colombo e De Silvestri. La notizia che l'agente Custra è clinicamente morto è stata diffusa radiogiornali e dai telegiornali. I dirigenti di Rosso si rendono disponibili a fornire soldi e documenti falsi per il prudenziale allontanamento di Pasini Gatti, Ferrandi e di tre studenti del Cattaneo. Ne nasce poi un violento diverbio tra Mancini, molto critico rispetto all'azione della Romana-Vittoria, e Alunni, che invece ne prende la difesa. In seguito a questo e ad altri personali contrasti, nel mese di luglio Alunni, Marocco, Ricciardi, Barbone, Colombo, De Silvestri daranno vita, con altri e altre militanti, alle Formazioni Comuniste Combattenti. In seguito, Ferrandi aderirà a Prima Linea; Memeo ai Proletari armati per il comunismo; Pasini Gatti alla Brigata Antonio Lo Muscio.
Durante il processo per i fatti del 14 maggio, gli imputati Ferrandi, Barbone e Pasini Gatti si presenteranno col profilo, già assunto al momento dell'arresto, dei cosiddetti "pentiti".
Pubblichiamo di seguito alcune fotografie del 14 maggio 1977 recentemente riscoperte nel volume "Storia di una foto" a cura di Sergio Bianchi, edito per Derive Approdi.
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