#Le cose dell'amore
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princessofmistake · 8 days ago
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Perché un libro sull'amore? Perché, rispetto alle epoche che ci hanno preceduto, nell'età della tecnica l'amore ha cambiato radicalmente forma. Da un lato è diventato l'unico spazio in cui l'individuo può esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società tecnicamente organizzata, dall'altro lato questo spazio, essendo l'unico in cui l'io può dispiegare se stesso e giocarsi la sua libertà fuori da qualsiasi regola e ordinamento precostituito, è diventato il luogo della radicalizzazione dell'individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e nella relazione non tanto il rapporto con l'altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio sé profondo, che non trova più espressione in una società tecnicamente organizzata, che declina l'identità di ciascuno di noi nella sua idoneità e funzionalità al sistema di appartenenza. Per effetto di questa strana combinazione, nella nostra epoca l'amore diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo stesso impossibile perché, nella relazione d'amore, ciò che si cerca non è l'altro, ma, attraverso l'altro, la realizzazione di sé. [... ] L'amore diventa a questo punto la misura del senso della vita, e non ha altro fondamento che in se stesso, cioè negli individui che lo vivono, i quali, nell'amore, rifiutano il calcolo, l'interesse, il raggiungimento di uno scopo, persino la responsabilità che l'agire sociale richiede, per reperire quella spontaneità, sincerità, autenticità, intimità che nella società non è più possibile esprimere. Come contro altare della realtà sociale, dove a nessuno è concesso di essere se stesso perché ciascuno deve essere come l'apparato lo vuole, l'amore diventa l'unico ricettacolo di senso rispetto a una vita considerata alienata, il luogo dell'individuazione, lo spazio per l'esercizio della propria libertà fino ai limiti dell'anarchia, perché là dove il diritto del sentimento è considerato assoluto e divinizzato come unica e autentica via per la realizzazione di sé, che cosa ci difende dalla natura del sentimento che ha come sue caratteristiche l'instabilità e la mutevolezza? Nulla. E perciò in amore costruzione e distruzione avvengono insieme, esaltazione e desolazione camminano affiancate, realizzazione di sé e perdita di sé hanno intimi confini. [...] E' come se l'amore reclamasse, contro la realtà regolata dalla razionalità tecnica, una propria realtà che consenta a ciascuno, attraverso la relazione con l'altro, di realizzare se stesso. E in primo piano, naturalmente, non c'è l'altro, ma se stesso. E questo di necessità, quindi al di fuori di ogni buona o cattiva volontà, perché a chi sente di vivere in una società che non gli concede alcun contatto autentico con il proprio sé, come si può negare di cercare nell'amore quel sé di cui ha bisogno per vivere e che altrove non reperisce? Ma così l'amore si avvolge nel suo enigma: il desiderare, lo sperare, l'intravedere una possibilità di realizzazione per se stessi cozzano con la natura dell'amore che è essenzialmente relazione all'altro, dove i due smettono di impersonare ruoli, di compiere azioni orientate a uno scopo e, nella ricerca della propria autenticità, diventano qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano prima della relazione, svelano l'uno all'altro diverse realtà, si creano vicendevolmente ex novo, cercando nel tu il proprio se stesso. Se tutto ciò è vero, nell'età della tecnica, dove sembrano frantumati tutti legami sociali, l'amore, più che una relazione all'altro, appare come un culto esasperato della soggettività, in perfetta coerenza con l'esasperato individualismo cui non cessa di educarci la nostra cultura, per la quale l'altro è solo un mezzo per l'accrescimento di sé.
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raccontidialiantis · 4 months ago
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La passione della vedova
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Ha perso il marito da un anno: per uno stupidissimo incidente stradale. La rispettano tutti e tutti l'hanno aiutata a rimettersi in carreggiata. Le hanno trovato un bel lavoro nell'azienda di famiglia e s’è rimessa in discussione. Professionalmente non ha voluto sconti e quindi con le unghie e con i denti s’è ritagliata un suo spazio di utile contributo. Oggettivamente è molto brava; nei reparti la sentono, la coinvolgono. Però tutti la trattano sempre come una preziosa e fragile porcellana; cioè con delicatezza e rispetto. In azienda amavano quell’uomo. I beni di famiglia poi hanno aiutato. Tutti si sono prodigati; i suoceri non mancano di prendersi cura dei suoi figli e lei per questo li ama e li ringrazia.
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Un quadretto familiare e privato tutto sommato sereno. Ma le manca il meglio: le urge. Sta impazzendo dentro perché è preda di una follia tutto sommato innocente, ma esternamente ben dissimulata: vuole assolutamente un uomo dentro di lei. Basta delicatezze e guanti bianchi. Vuole carne e sangue, sudore e odore d’amore in un letto. Lenzuola sdrucite e impregnate dei prodotti dell'amore, sporche dei desideri osceni di due amanti sfiniti ma finalmente soddisfatti. Trucco sfatto, che le cola dagli occhi. Animo e sensi felici e appagati. La sua fica desidera essere leccata e mangiata. A lungo: in breve, lei vuole soffocare un uomo d'amore. Anela ad avere nel letto qualcuno che la scaldi, che se la coccoli e che se gli gira la prenda in modo un po’ spartano; come faceva lui.
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O magari anche peggio: è pronta, lo desidera da tanto, da troppo. Con suo marito si sentiva al tempo coccolata ma protetta e poi improvvisamente usata, posseduta. Perché lei era una cosa sua, che egli violava e adoperava quando gli pareva e piaceva, questo era ben chiaro, tra loro. E questa oggettiva condizione di sottomessa, ma comunque adorata e viziata, le piaceva. Moltissimo. Si sentiva desiderata: sia come leale compagna che sessualmente. E lei allora non mancava di provocarlo, per farsi saltare addosso. Lui la divorava letteralmente. Preda appetibile. Si: questo lei si sentiva. Stasera c'è una cena tra amici, a bordo piscina; vestiti pochi e assoluta informalità.
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Si parlerà di libri, di sport e vacanze: problemi seri e lavoro possibilmente fuori dalla porta, per favore. Le amiche le hanno anticipato che tra gli invitati ci saranno tre o quattro bocconcini succulenti; tutti ottimi candidati alla carica di stallone, anche per una notte sola. Si, è proprio ora per lei di rispolverare i basics. Perché proprio non ne può più. Basta romanticherie. Vuole solo scendergli l’intimo a sorpresa, prendere in bocca un bell'uccello lungo e duro, lavorarselo di labbra e di gola, inghiottire il suo seme e poi farsi inculare, scopare e gridare. Le manca proprio gridare liberamente per l'orgasmo raggiunto. Ma finalmente stasera forse c'è una possibilità.
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Anela già sentirlo pompare dentro di sé, con l'urgenza di svuotarsi, troppo la vuole sua. Desidera queste cose con tutta l’anima. Vuole solo fare l’amore: quello che fa male al culo e alla fica. E’ forse peccato mortale, per una donna sana? E dopo due chiacchiere e quattro risate di pausa dopo il primo riuscito amplesso - fantastica nuovamente - vuole mettersi di pancia, allargare le natiche davanti a lui e fargli capire chiaramente che brama prenderlo nuovamente ma stavolta nel culo: vuole letteralmente spompare un uomo e stordirlo, affascinarlo almeno per una notte intera, che poi si vedrà se la cosa proseguirà. Saprà drogarlo di sé. Lo sente.
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E il giorno dopo al lavoro, occhiaie ma soddisfatta, vuole sedersi col culo che le faccia ancora male e brama ricevere il suo messaggio: “quando ci vediamo?" Si, si… non ne può più del rispetto e delle maniere gentili di tutti: vuole un uomo. Uno tosto, uno che la maltratti, che la faccia sentire nuovamente una cosa sua, da usare e che la faccia godere, godere, godere. Gli farà tutto ciò che lui vorrà. Stasera succederà, lo sente: è troppo tempo che non scopa e vuole qualcuno che le faccia dimenticare il passato, l'acqua che ormai non macina più. Lei è qui: viva, bellissima, affascinante e con una passera stupenda, calda, profumata, accogliente, ben rasata e… completamente inutilizzata. Ora è entrata in sala; ha visto le possibili prede ma immediatamente ha spostato lo sguardo verso il bordo piscina e ha deciso:
Ladies and Gentlemen, the winner is…
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RDA
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falcemartello · 4 months ago
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Vedete questo dipinto?
Vi siete mai chiesti perché lo specchio non riflette il viso dell'uomo?
Eh sì, c’è un motivo, perché questo quadro, uno dei più famosi al mondo, racchiude un messaggio bellissimo.
In apparenza sembra un dipinto come tanti altri.
C’è un uomo, un giovane vestito in modo elegante, che vi dà le spalle mentre si guarda allo specchio.
Ma qualcosa non va.
Lo specchio non riflette la sua faccia ma soltanto la sua schiena.
Inquietante, vero?
Se però guardate con attenzione, noterete che il libro accanto all’uomo viene riflesso nello specchio senza problemi.
Che cosa vi sta dicendo Magritte?
Che non è uno specchio a poterti dire chi sei. Lo specchio è il simbolo per eccellenza delle apparenze. Abiti, ricchezza, potere, bellezza possono dirti «cosa» sei, ma non chi sei.
«Viviamo in un mondo in cui il funerale è più importante del morto, il matrimonio più dell'amore, il corpo più dell'intelletto e dell'anima della persona. Viviamo la cultura del contenitore che se ne frega del contenuto.» E nella cultura del contenitore, dell’uomo resta soltanto questo: un essere anonimo senza volto.
Non saprai mai chi sei a meno che non perdi chi fingi di essere. Ecco cosa vi sta dicendo Magritte. Per essere se stessi ci vuole coraggio; per essere chiunque solo apparenza!
Perché un conto è nascere, un conto è diventare. Tutti nascono, ma pochi diventano.
«Lo fanno tutti», «devi essere il migliore», «non sei abbastanza», «non sta bene», sono i veleni che ci vengono iniettati giorno dopo giorno con l'educazione, con il ricatto, con la paura.
Ci sono cose come «successo», «perfezione», «popolarità» che ti impediscono di trovare te stesso/a, la tua anima, il tuo cuore.
E poi ci sono cose che sono antidoto e cura, come il libro riflesso nello specchio, cose che ti aiutano, in un mondo in cui tutti ti giudicano per ciò che pari, a ritrovare chi sei. Perché non per sembrare, ma per brillare siete nati.
Non accontentatevi di essere delle fotocopie! Ecco cosa vorrei dire ai ragazzi. Non lasciate che nessuno offuschi il vostro splendore.
(Guendalina Middei)
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 5 months ago
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A volte fa male... Rileggere vecchi post... Ricordare il momento esatto in cui li ho scritti... Rivivere ogni nanosecondo di te... Di noi... Ogni tanto mi piace... Torturarmi così... In modo sfacciatamente stupido... Lasciarmi trafiggere dal dolore... E lasciare che le lacrime scendano a bagnarmi l'anima... A volte tra una e l'altra sorrido... Mi arriva un tuo sorriso dritto al cuore... Un tuo sguardo dritto al cervello... Poi mi ripeto che non eri nemmeno così bello... E se ci penso bene... Eri tutto... Tranne che perfetto... Ma non ho mai amato le cose perfette... A volte fa male... L'imperfezione dell'amore fa male... A volte un ricordo può uccidere...
~ Virginia ~
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angela-miccioli · 8 months ago
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Il desiderio si nutre di mille cose, le più diverse e opposte, a volte perfino dell'amore
(Andrea Vigna)
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scritti-di-aliantis · 17 days ago
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(Foto: anythingbutmylife)
"Non accontentarti di una relazione che non ti permette di essere te stesso." (Oprah Winfrey)
"Più forte dell'amore degli amanti è il loro odio. Incurabili le ferite che si provocano." (Euripide)
"Quando in un rapporto uno dei due subisce una delusione, la tentazione è quella di negare il valore dell'altro prima idealizzato. Non si è voluta vedere l'ombra dell'altro quando si era innamorati, ora, dopo il tradimento, si ricaccia l'altro per intero nella sua ombra. Due eccessi, dove prima l'amore cieco e poi il cieco odio dicono quanto infantile e primitiva sia la nostra anima." (Umberto Galimberti, Le cose dell'amore, 2004)
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(Foto: sneakstrikesback)
Se devi essere nella mia vita, ci devi stare comoda, come fossi a casa tua. È tutto a tua disposizione. Però del mobilio devi avere gran cura. E comunque, siccome non ci sono catene che ti tengono, se decidi di andare via, non puoi portare via nulla. Neppure uno spillo. Figurati il cuore.
Aliantis
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(Foto: gepetordi3)
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errorifondamentali · 2 months ago
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Io non sto dicendo niente. Però...
La tua paura cos'è? Un mare dove non tocchi mai
Alla fine basterà cadere negli abissi, insieme, per ore, per ore, per ore
Anche se il sesso non è La via di fuga dal fondo
Dimmelo chi sei non è solo il sesso che vorrei con te
Dal ti vorrei amare (ma sbaglio sempre) al proverò a capirti.
Dal volare via al cadere negli abissi, dallo scappare (nel sogno) all'andare in profondità (alla realtà delle cose), dall'innamoramento, all'amare.
Dalla paura dell'amore, alla voglia di risolvere. Restare. Le scenate in piazza duomo sono finite: dal fare i bambini all'amarsi come bimbi. Capirti, sapere (amare) chi sei.
Non dico che Sottomarini è Brividi 2.0. E non dico neanche mi amerai come amano i bimbi -----> in un campo di gigli siamo tornati bimbi
Non dico più niente. Però, Alessandro, che glow up. Grazie perché le tue non sono canzoni, è un viaggio.
Qui la parte due.
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mancino · 2 months ago
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La bellezza delle
cose...
dell'amore....
della vita...
esiste nella
mente
di
chi le
osserva.. 🌹❤️
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princessofmistake · 6 days ago
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Quando qualcuno ti ama davvero la sua più grande paura non è perderti ma ferirti. Ma quando qualcuno ama solo il modo in cui lo fai sentire, la sua più grande paura è perdere l'accesso a te. La differenza tra l’amore autentico e quello egocentrico (o funzionale) è spesso sottile nei gesti, ma abissale nelle intenzioni. Uno è amore. L’altro è dipendenza emotiva travestita.
Secondo il sociologo Zygmunt Bauman, nella sua celebre opera Amore liquido (2003), l’amore nella società contemporanea è spesso ridotto a un consumo emotivo:
“Le relazioni oggi sono diventate oggetti di consumo, pronte a essere usate finché servono, e scartate quando smettono di dare piacere.”
In questo senso, chi “ama” solo per come lo fai sentire, non ama te come persona, ma l’effetto che hai su di lui. Tu sei un mezzo, non un fine. Concetto spiegato benissimo ed esaustivamente anche da Umberto Galimberti ne "Le cose dell'amore", proprio nel incipit.
"L’amore non è un bisogno, ma un accadere. Non si ama perché si ha bisogno, si ama e basta. Se invece si ha bisogno dell’altro per colmare una mancanza, allora non si ama l’altro, si ama ciò che l’altro colma in noi."
Inoltre, Galimberti sottolinea un punto cruciale:
“Nel vero amore non c’è l’ansia del controllo, ma il rischio dell’incontro.”
Chi ama autenticamente teme di ferire perché ha abbandonato il controllo — ama per il bene dell’altro, non per sé. Mentre chi ama per bisogno, teme la perdita del potere che l’altro esercita sulla sua autostima.
Lo psicologo Erich Fromm, ne L’arte di amare (1956), distingue tra “amore immaturo” — che dice: "Ti amo perché ho bisogno di te” — e “amore maturo”:
“Ho bisogno di te perché ti amo.”
L’amore maturo si fonda sull’empatia, sulla cura e sulla responsabilità verso l’altro. In questo tipo di amore, la paura più grande non è la perdita, ma il rischio di ferire la persona amata. Perché ferirla è, in un certo senso, ferire sé stessi.
Secondo la teoria dell’attaccamento di John Bowlby e Mary Ainsworth, chi sviluppa un attaccamento sicuro in infanzia tende ad avere relazioni adulte basate su fiducia, rispetto e cura. Chi invece ha un attaccamento insicuro o evitante, può cercare l’altro come fonte di conforto o validazione, senza però riuscire a considerarlo nei suoi bisogni profondi. Quindi, chi ama per ciò che riceve tende a essere più attento alla funzione dell’altro (quanto mi fa sentire amato, importante, visto), che non alla sua persona.
Non c’è niente di più distante dall’amore di chi cerca solo sé stesso nell’altro.
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intotheclash · 3 months ago
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Tu arrivasti alla mia anima quando era dimenticata: le porte divelte, le sedie nel canale, le tende cadute, il letto sradicato, la tristezza curata come un vaso di fiori. Con le tue piccole mani di donna laboriosa ponesti tutte le cose in fila: lo sguardo al suo posto, al suo posto la rosa, al suo posto la vita, al suo posto la stuoia. Lavasti le pareti con uno straccio bagnato nella tua chiara allegria, nella tua fresca dolcezza, collocasti la radio nel luogo appropriato e pulisti la stanza di sangue e spazzatura. Ordinasti tutti i libri dispersi e stendesti il letto nel tuo enorme sguardo, accendesti le povere lampade spente e lucidasti i pavimenti di legno consumato. Fosti d’un tratto enorme, ampia, potente, forte: sudasti grandi fatiche lavando arnesi vecchi. Apprendesti che nella mia anima d’avanzo era la morte e la tirasti all’orto con pezzi di specchio. Jorge Debravo - Poesia dell'amore inevitabile
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raccontidialiantis · 3 months ago
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L'impossibilità di comunicare un amore maturo
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Essere fraintesi è un attimo. Essere capiti, non basta una vita.  (Detto Cinese)  www.lezionidirespiro.tumblr.com
Capire è già difficilissimo; farsi capire è una smisurata ambizione. (Henri-Frederic Amiel)
Ciò che non puoi comunicare rovina la tua anima. (Robert Anthony)
Comunicare? Comunicare? Solo i vasi comunicano. (Jean Baudrillard)
Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione. (Zygmunt Bauman)
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Non so trovare parole, per descriverti ciò che provo per te. So soltanto che mi manca il fiato, quando non ci sei; e quando sei con me non riesco neppure a pensare, dall'emozione e dal desiderio di averti immediatamente. Voglio solo starti addosso, farmi stordire dal tuo odore e assaporarti tutta. Ovunque. Prima che tu mi catturassi nella tua rete, ridevo di chiunque cascasse preda della debolezza dell'amore: “che fesso!” pensavo tra me e me.
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Ora invece ridono di me tutti gli altri. “Povero illuso!” di sicuro pensano. Ma non mi interessa. Voglio continuamente provare, finché potrò, ancora una volta il piacere immenso di aprirti le gambe dopo una breve lotta. Sentire che ti arrendi. Ogni volta infatti non ti concedi molto facilmente. Però mi vieni sempre a trovare e alla fine ci stai e godi. Ti faccio venire regolarmente e mi sorridi maliziosa, mia dolcissima e giovane, adorata puttana. Mi tieni in pugno. La mia testa sta ormai solo tra le tue gambe. Non c'è più niente da fare.
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Non so neppure se mi ami davvero, anche se mi mandi dei messaggini che mi fanno battere forte il cuore. Perché è vero che il muscolo cardiaco non invecchia mai. In amore però c'è sempre uno dei due che ama di meno. E tra noi due sei di sicuro tu, ovviamente. Non potrebbe essere altrimenti, purtroppo. Ne soffro. Tanto, ma non è che possa aprirti la testa e installare un nuovo software che premendo un bottone mi renda amato e desiderato, indispensabile alla tua anima.
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Comunque ci spero sempre, come uno stupido: in particolare quando sento che mi prendi l'uccello in bocca con foga e che me lo lavori con molta passione. Chiudi gli occhi e gemi dal piacere, quando me lo fai. E sei sinceramente felice, quando vengo. Nessuno crede mai a un amore sbocciato tardissimo. Tra due con una gran differenza d'età, poi… figuriamoci. Ma non si vergognano, quelli? E di cosa dovremmo vergognarci? Di amarci? Vergognatevi voi dell'invidia sordida e bigotta che provate, invece. Vecchi dentro. E stupidi.
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Per mia parte mi impegno scrupolosamente a farti godere, come un fedele e devoto servitore della tua fica. Ti lecco i seni, succhio i tuoi tenerissimi capezzoli che nella mia bocca crescono di volume. Mi dici che così ti faccio perdere la ragione: m'accarezzi la nuca dolcemente, per questo. Bevo di gusto dal tuo ventre il miele di quando vieni. Ti stantuffo nella passera a lungo. Poi ti faccio girare sulla pancia, con una mano ti allargo per bene il culo, perché sento che pure se facendotelo soffri un po’, alla fine ti piace: infatti d'un tratto gemi vogliosa e alzi le natiche aprendole al massimo per farti penetrare fino in fondo.
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È una richiesta muta ma esplicita, la tua. Io quindi, senza farmi pregare ulteriormente, ti ci infilo l'uccello dentro e te lo lavoro a dovere, per molto tempo; nella speranza che tu domani senta la mancanza della mia lingua e del mio cazzo, proprio del mio. E che magari inizi ad amarmi. Queste sono le cose che mi tormentano l'anima veramente. Non le altre. Il resto è tutto relativo. La tua stupenda gioventù è un toccasana, per il mio cuore di uomo maturo. In questi mesi stai diventando una vera ed esperta donna, con me. E io come un vampiro assetato ti succhio l'anima e la vita.
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Quasi certamente avrai iniziato a farti scopare da qualcun altro. Hai scoperto ormai l'enorme, inarrestabile potere contrattuale di una ragazza bella e giovane. Ma la verità non la voglio neppure sapere: soffrirei troppo. Certo: devo continuamente pagare il prezzo della tua carne soda, della tua pelle e del tuo corpo perfetto in termini di regali e anche soldi. Molti. Ma quella sensazione, il tuo profumo su di me valgono ogni centesimo. Dio, quanto sei bella. E quanto mi attrai non lo puoi neppure immaginare.
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Macero l'anima mia di continuo, per questo tuo tenermi sulle spine ogni giorno. Sono roso dalla gelosia, quando ti vedo ridere di gusto con i ragazzi della tua età. E una rabbia sorda mi pervade, se soltanto ti vedo sottobraccio a uno di loro o se magari gli ravvii i capelli con un gesto che in altri troverei di normale e semplice, affettuosa consuetudine. Perché ti vorrei tutta per me, solo per me. Vorrei svegliarmi ogni mattina avvolto dai tuoi capelli morbidi, folti e sempre profumati. Coi tuoi seni acerbi sulla mia faccia. E quei capezzoli da adorare e assaporare.
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Ma devo invece accontentarmi per forza soltanto degli incontri di nascosto caratteristici di questa breve stagione: un'inattesa e tardiva primavera, un dono del paradiso che m'è arrivato soltanto durante la coda della mia esistenza. Ti porto a prendere un gelato e la visione del tuo sorriso, quando il cameriere arriva, scalda l'autunno della mia vita ogni volta. Che stupido, ad aver disprezzato l'amore fino a oggi! Ama, ama per tutta la vita, mia giovane e meravigliosa ossessione. Ama e spremi da te tutto l'amore, fino all'ultima goccia. Usa il tuo corpo e il tuo cuore, segui quello. Cerca e regala l'amore. Non tenertelo dentro. Mai.
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RDA
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libero-de-mente · 7 months ago
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LA LEGGENDA DELL'ANANAS NEL CARRELLO
Sabato pigro, sabato fresco in questa metà di settembre, con le temperature velocemente precipitate. Ma è anche sabato di spesa questo.
Entro al supermercato con il carrello, il primo reparto che trovo è quello della frutta. Distrattamente prendo un ananas, attratto da quel colore giallo e verde acceso, che mi ricordano i colori della bandiera brasiliana.
Non appena l'ananas è nel carrello, mi sento osservato. Mi giro, incrocio lo sguardo di una donna dall'aria vivace con un carrello colmo di prodotti biologici.
<Forse>, penso tra me e me, <approva la mia scelta di aver preso un ananas fresco e non di quelli inscatolati e già affettati.>
Mi fermo a osservare una piantina di basilico, lei mi si avvicina: "Hai il pollice verde?"
"Scusa?", le chiedo stranito, incredulo che mi rivolga la parola.
"Chiedevo se hai il pollice verde, vedendoti interessato al basilico", mi risponde.
"Mah, ci stavo pensando ma poi ho valutato che vivrebbe di più senza di me ed è meglio lasciarla qui al supermercato", le ho risposto con aria rassegnata.
Così dovrebbe bastarle. Dovrebbe capire che se faccio morire le piante di basilico figuriamoci i frutti dell'amore. Appassirebbero subito.
"Piacere, mi chiamo Monica", decisa con la mano allungata verso di me.
"Eh... piacere, Ri-Rino", le rispondo preso in contropiede.
"Ririno? Che nome strano."
"Mi hanno chiamato così perché non capivo mai niente, dovevano ripetermi le cose due volte da piccolo."
Lei ride. Ha capito la mia battuta, che non era una battuta, ma una vergognosa menzogna per mascherare il fatto di aver balbettato, davanti a lei, il mio nome.
Sorrido e riparto con il carrello, mi sento in imbarazzo, percepisco dal rumore che resta nei miei paraggi con il suo carrello.
Prendo una busta d'insalata e la butto distrattamente nel mio carrello.
"Quindi cerchi una relazione veloce e leggera", mi chiede incuriosita.
"Scusami ma non ti ho compreso."
"Allora", con un sorriso che stenderebbe chiunque, "se vicino all ananas metti l'insalata vuol dire che cerchi una relazione basata sul solo sess0, nulla di più."
"Ah... e se ci fosse della cioccolata?"
"Vuol dire che si cerca un'esperienza dolce e romantica."
"E se ci mettessi della conserva di frutta?", le chiedo incuriosito.
"In questo caso sei alla ricerca di una relazione dolce e duratura."
"Caramelle?"
"Passionale e sempre dolce."
A questo punto dal mio cervello sbuca un ricordo, quello della leggenda dell'ananas nel carrello. Nei supermercati era il modo di segnalare la propria disponibilità a conoscerci. Prima dei vari Tinder, Badoo e Meetic c'erano ananas e altri frutti.
Cazz0. Non me l'ero ricordato, a saperlo ci avrei messo subito dei limoni nel mio carrello, per segnalare una vita aspra. O dei kiwi, per indicare quanto ne avessi pieni gli 'zebedei'.
Deciso do una spinta al carrello, ora non so cosa metterci dentro. Ho paura a guardare la lista. Metti che ci fossero scritte 'zucchine', come interpreterebbe la cosa?
Entro nel reparto delle celle frigorifere, quelle aperte, dove in piena estate trovi quel refrigerio che ti riporta alle fresche serate d'ottobre.
Sento il suo carrello dietro al mio, dal fiato sul collo al carrello al culo è un attimo. Mi giro, lei sorride. Faccio la mossa di indossare la felpa in cotone che avevo appoggiato sull'impugnatura del carrello.
"Sai com'è", le dico mentre la indosso, "ho una certa età:"
Questo dovrebbe essere un chiaro segno della mia anzianità latente.
Velocemente mi fiondo nel reparto dolci, rimango in quella corsia fissando gli scaffali. Credo di aver avuto un'espressione abbastanza preoccupata.
"Tutto bene?", sento di nuovo lei prontamente a chiedermelo.
"Ehm, diciamo di si."
"Stai guardando gli ovetti al cioccolato, ti piacciono?"
"Si, il problema è quando arriverò alla cassa, mi creano più ansia gli ovetti al cioccolato che dei preservativi."
Ride, "Ma dai e perché?"
"Ti sembro uno che ha l'età per comprarsi degli ovetti al cioccolato? Mia cara... cara... scusami, già non mi ricordo il nome."
A quel punto mi mostra il cartellino di riconoscimento, appeso al suo collo, che le era andato sotto la sua felpa, "Ce l'ho scritto qui: Monica. Se vuoi tra poco vado in cassa, appena ho finito di rimuovere alcuni prodotti in scadenza dagli scaffali, così con me non dovrai andare in ansia."
"Ah, ma tu lavori qui!", ma dai ma che scoperta, ma cosa mi credevo? Illuso.
"Si, sei un nuovo cliente da noi?"
"Come fai a saperlo? Generalmente vado da un'altra parte."
"Si impara velocemente a riconoscere la gente che frequenta il supermercato dove si lavora. Chi sono, la frequenza e le assenze."
"Cosa intendi?"
"Intendo dire che lavorando in questo tipo di attività impari a capire il passare del tempo, della vita. Le persone anziane, per esempio, le noti perché ti fanno tante domande. Credo che a volte lo facciano perché sole, per parlare con qualcuno. Quando non le vedi per un po’ di tempo cominci a preoccuparti. Se non le vedi più capisci che potrebbero essere finite in un ospizio. O peggio morte. I bambini invece li noti perché corrono tra le corsie, li trovi spesso in quelle dei dolci o dove ci sono i giocattoli. Quando non li vedi più correre per le corsie vuol dire che sono diventati adolescenti, hanno la loro vita con gli amici. Non vengono più con i genitori a fare la spesa."
Rimango allibito e le chiedo, "E chi sta nel mezzo?"
"Quelli stanno nel mezzo, della vita, vanno e vengono come le offerte promozionali, spesso anche loro sono scontati", gli occhi di Monica sono lucidi, sembrano contenere il firmamento intero.
"Comunque", le rispondo per cercare di farla sorridere, "Non si è mai troppo vecchi e né troppo giovani, per lanciare prodotti a caso nel carrello di sconosciuti al supermercato mentre non guardano. Quando sarai in cassa e vedrai gente rinnegare quello che hanno nel carrello, ecco in quel momento pensa a me. Anche se non sono in offerta."
Non ho fallito, quel sorriso me lo porterò con me fino a che non mi addormenterò. Questa notte.
Oggi un ananas mi ha dato modo d'imparare, di conoscere. La frutta fa davvero bene. Anche se i nostri problemi sono iniziati da una cacchio di mela.
P.s. per questo racconto nessuna addetta alle vendite/cassiera è stata maltrattata
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singinthegardns · 5 months ago
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"Non ti amo più" mi hai detto e io sono solo riuscita a pensare a quando mi amavi ancora, a quando ti brillavano gli occhi e non c'è sensazione più brutta di quando la vita ti da tutto quello di cui hai bisogno e poi ti lascia un vuoto dentro, non c'è niente di più brutto che rimanere lì nella parte di chi ha preso a desiderare di essere guardata con gli stessi occhi di ieri e a non poter accettare che ieri non ritornerà più, esiste solo domani. Mi hai detto "non ti amo più" e io mi sono detta "non piangere, ti prego non piangere. Ce la puoi fare. Devi ingoiare il dolore, trattenere il cuore, fingerti indifferente, non devi piangere, non puoi mostrarti debole, non ora, non adesso. Dai, non piangere. Non sentire questo vuoto nel petto." Ma intanto stavo già china sul tuo petto, col le tue mani tra gli stessi capelli che ho lasciato la prima volta sul tuo letto, intanto stavo già tirando pugni sul tuo petto, e mi dicevo "sii forte. Non piangere." Eppure stavo già piangendo. È che brucia ancora anche se nessuno se ne accorge è che bruci ancora anche se ormai tutto scorre anche se il respiro non mi manca più, quando ti penso anche se gli occhi non piangono, mentono anche se sono dieci volte più forte rispetto all'ultima volta che ti ho perso lo sai, sono piena di pensieri da averne fin sopra i capelli eppure potrei rilassarmi, godermi la felicità che ho cercato tanto, per cui ho combattuto la felicità delle cose semplici, dell'amore che concede senza chiedere, la felicità del mare che entra dalle finestre ma non lo so fare, che posso farci? Almeno non completamente perché poi mi torni in mente perché mi torna in mente tutto tutta la vita capovolta e poi distrutta e tutti che sanno dire solo: non è giusto mi torna in mente il fiato corto, quella notte che ho pianto così tanto da consumarmi. Tutto l'alcol che non ho bevuto per divertirmi ma per non pensarci mi tornano in mente gli sbagli, e la rabbia, e la casa troppa vuota e la mia solitudine così immensamente profonda mi tornano in mente le notti insonni a guardare la tv per non sentirmi pensare mi torna in mente che dopo il bene c'è sempre il male, dopo il male ancora il bene non si possono separare e la mia unica vera fortuna è respirare, sai esserci e avere ancora il cuore intatto che mica lo so com'è che faccio è che combatto possono farmi quello che vogliono, non me lo distruggeranno. è che brucia ancora non posso farci niente brucia la ferita quando mi ritorni in mente sei una canzone che fa sempre piangere mi entri negli occhi e porti via lacrime con tutta la violenza del mondo sembra un'operazione chirurgica, più che altro ma io non smetterò mai di piangere per te perché le lacrime non sono sempre dolore l'ho capito adesso, quando mi sono chiesta: perché mi sento così felice eppure piango lo stesso?
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saayawolf · 3 months ago
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Quando alla fine perdi il legame emotivo con qualcuno, è come se si alzasse un velo e iniziassi a vederlo per quello che è realmente: semplicemente normale. La scintilla che un tempo vedevi in lui, la magia che hai attribuito alla sua presenza, svanisce e all'improvviso appare come è sempre stato: umano, con difetti e imperfezioni. È un momento profondo in cui ti rendi conto che non era necessariamente lui ad essere straordinario, ma l'amore e l'energia che hai ribaltato nella connessione che lo hanno fatto sembrare così speciale.
Vedi, l'amore ha un modo per migliorare le persone. Quando sei emotivamente coinvolto, non stai guardando solo una persona; stai vedendo un riflesso dei tuoi sentimenti, speranze e sogni in lei. Il tuo affetto ingrandisce le sue buone qualità, spesso mascherando o minimizzando gli aspetti che potrebbero non essere allineati con te. È come se stessi illuminando questa persona e con questa luce brilla. Ma una volta che quella luce svanisce, una volta che il tuo legame emotivo si allenta, inizi a notare le ombre, le cose che forse ti sono sfuggite prima.
Questo non significa che la persona non fosse preziosa o significativa nella tua vita. È solo che, senza la lente dell'attaccamento, finalmente la stai vedendo chiaramente, senza le emozioni intense che una volta offuscano la tua prospettiva. È il tuo amore, la tua energia e la tua capacità di prenderti cura che l'ha dipinta di colori che non necessariamente possedeva da sola.
E questa comprensione? È liberatorio. Perché ti restituisce il potere. Capisci che non si è mai trattato di rendere la persona eccezionalmente speciale da sola, si trattava di te e della profondità dell'amore che hai da offrire. Hai il potere di creare bellezza e significato nelle tue relazioni con l'energia che scegli di investire. E se sei riuscito a farlo una volta, puoi farlo di nuovo, con qualcuno che apprezzi davvero e corrisponda quell'energia.
Anche questo apre una comprensione più profonda dell'autostima. È un promemoria che l'amore che dai ha un valore immenso. È una forza che può trasformare anche la connessione più ordinaria in qualcosa di straordinario. Quindi, se una relazione è finita o se un legame è svanito, non essere ossessionato dalla perdita di questa persona. Rifletti sull'incredibile capacità che hai di portare luce nella vita delle persone e sii orgoglioso di questo.
Ora, per il futuro, hai la possibilità di essere più consapevole di dove stai dirigendo questa energia. Puoi scegliere di investire in persone che vedono davvero e apprezzano la tua particolarità, anziché dipendere da te per elevare la loro. Riconosci che sei tu ad avere il potere di rendere qualsiasi relazione vibrante e significativa. Il tuo amore, la tua energia, è un dono, e va dato a coloro che lo onorano e lo riflettono.
Quindi, quando qualcuno non ti sembra più importante come prima, prendilo come un segno che ti stai evolvendo. Vedi le cose con chiarezza e saggezza. Non si tratta del suo valore, ma della tua crescita. Lascia che questa chiarezza ti guidi verso connessioni dove la magia fluisca in entrambi i sensi, dove la tua luce è accolta con altrettanta brillantezza.
Alla fine, la cosa più speciale non è mai stata questa persona. Sei sempre stato tu 🎭
Stefano Grazioli
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ambrenoir · 8 months ago
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RAPPORTO DI COPPIA
Durante un seminario, una donna chiese: "Come faccio a sapere se sono con la persona giusta?"
Il docente notò allora che accanto a lei sedeva un uomo robusto, così disse: "Dipende. È il tuo partner?"
Lei rispose: "Come fa a saperlo?"
"Lascia che ti risponda a questa domanda perché è probabile che ti stia assillando." replico il docente.
Ecco la risposta:
Ogni relazione ha un ciclo... All'inizio ti innamori del tuo partner. Aspetti le sue chiamate, desideri il suo contatto e ti piacciono le sue stranezze. Innamorarsi non è stato difficile. In realtà, è stata un'esperienza completamente naturale e spontanea. Non dovevi FARE niente. Ecco perché si chiama "innamorarsi".
Le persone innamorate a volte dicono: "Mi sono lasciato travolgere". Immagina l'espressione. Implica che eri semplicemente lì fermo, senza far niente, e poi ti è successa una cosa.
Innamorarsi è un'esperienza passiva e spontanea. Ma dopo alcuni mesi o anni insieme, l'euforia dell'amore svanisce. È un ciclo naturale di OGNI relazione.
Lentamente ma inesorabilmente, le telefonate diventano un fastidio (se arrivano), il contatto non è sempre gradito (quando avviene), e le stranezze del tuo partner, invece di essere carine, ti fanno uscire di testa. I sintomi di questa fase variano a seconda della relazione; noterai una netta differenza tra la fase iniziale in cui eri innamorato e una fase successiva molto più noiosa o addirittura arrabbiata.
A questo punto, tu e/o il tuo partner potreste iniziare a chiedervi: "Sono con la persona giusta?". E mentre rifletti sull'euforia dell'amore che provavi un tempo, potresti iniziare a desiderare quell'esperienza con qualcun altro. È in questo momento che le relazioni falliscono.
La chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta, ma imparare ad amare la persona che hai trovato.
Le persone incolpano i loro partner per la loro infelicità e cercano la realizzazione fuori dalla coppia. La realizzazione extraconiugale si presenta in tutte le forme e dimensioni.
L'infedeltà è la più comune. Ma a volte le persone si dedicano al lavoro, a un hobby, all'amicizia, alla televisione in modo eccessivo o a sostanze stupefacenti. Ma la risposta a questo dilemma NON si trova al di fuori della tua relazione. Si trova al suo interno.
Non sto dicendo che non potresti innamorarti di qualcun altro. Potresti farlo. E TEMPORANEAMENTE ti sentiresti meglio. Ma ti troveresti nella stessa situazione pochi anni dopo.
Perché (ascolta attentamente questo)
La chiave per avere successo in una relazione non è trovare la persona giusta, ma imparare ad amare la persona che hai trovato.
Mantenere l'amore non è un'esperienza passiva o spontanea. Devi lavorarci giorno dopo giorno. Richiede tempo, impegno ed energia. E, soprattutto, richiede SAGGEZZA. Devi sapere COSA FARE per farla funzionare. Non sbagliarti.
L'amore NON è un mistero. Ci sono cose specifiche che puoi fare (con o senza il tuo partner), proprio come ci sono leggi fisiche dell'universo (come la gravità), ci sono anche leggi per le relazioni. Se sai come applicare queste leggi, i risultati sono prevedibili.
L'amore è quindi una SCELTA.
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angelap3 · 2 months ago
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❤ IL POTERE DELL'AMORE SILENZIOSO ❤️
Il Piccolo Principe, quel saggio e solitario vagabondo di un'altra stella, una volta disse una profonda verità: "Non si vede bene che col cuore".
Questa semplice ma profonda affermazione parla al cuore della connessione umana.
Spesso vogliamo sistemare le cose, dare consigli, dire alle persone cosa fare. Ma a volte, il modo migliore per aiutare è non parlare affatto.
A volte, la cosa più potente che possiamo fare è semplicemente essere presenti.
Il vero amore spesso trova la sua voce nel silenzio. Nei momenti di tranquillità, quando le parole sembrano inadeguate a catturare la profondità dell'emozione, il vero amore trascende i limiti del linguaggio.
Quando qualcuno ha bisogno di aiuto, un semplice "Sono qui per te", detto piano o persino lasciato inespresso, può essere più potente di mille parole.
Come un fiume che trova la sua strada verso il mare, l'amore trova naturalmente la sua strada verso il cuore. Non sempre ha bisogno di belle parole o di grandi gesti. A volte, le cose più semplici – un tocco delicato, un orecchio che ascolta, una presenza calda – possono fare molto.
Quando ti apri davvero all'amore, è come se diventassi un canale. Lo lasci scorrere dentro di te, senza cercare di controllarlo. Ricordate le parole del Piccolo Principe: "Non si vede bene che con il cuore", e lasciate che la saggezza guidi le vostre azioni.
Quindi, la prossima volta che volete aiutare qualcuno, provate questo: invece di dispensare consigli, cercate di essere semplicemente presenti. Ascoltate con il cuore. Offrite un abbraccio, una parola gentile, o semplicemente la vostra tranquilla e amorevole compagnia. Potreste rimanere sorpresi di quanto possano essere più potenti questi semplici atti d'amore.
Perché nella quiete della vera presenza sta la sinfonia dell'anima.
Nel silenzio, l'amore va oltre le parole, creando un ponte unico e potente di comprensione compassionevole che trascende i limiti del linguaggio.
- Autore sconosciuto
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