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#La scala di seta
supercantaloupe · 1 year
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hiii do you have a fav orchestral oboe solo? I love the one in mahler 2 mvmt 4 :)
this is lexi btw for some reason my asks only go through on anon so I'm going to tag myself @recapitulation
ohh that's such a tough question...i don't think i could choose just one. but tchaik 1 mvt 2 is Speaking to me right now though. those slow lyrical ones from the late romantic era i think are some of the hardest but most rewarding ones to play well, and some of the absolute sweetest to listen to
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mezzopieno-news · 6 months
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SCOPERTO IL PRIMO METODO PER RICICLARE LA VISCOSA
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I ricercatori dell’Università di Lunds, in Svezia, sono riusciti per la prima volta a individuare il modo per riciclare completamente la viscosa, un materiale finora non sostenibilmente inserito nella catena circolare degli scarti.
Il nuovo metodo consente di convertire le fibre usurate in nuove fibre di viscosa utilizzando un processo che, per la prima volta, consente di sciogliere e convertire le complesse fibre di cellulosa del legno di cui è composto questo particolare tipo di tessuto, in nuove fibre di viscosa. “Le catene di cellulosa, il componente principale delle fibre vegetali, sono complesse e lunghe”, spiega Edvin Bågenholm-Ruuth, dell’Università di Lunds. Il processo sviluppato dai ricercatori svedesi ha il vantaggio di utilizzare un sale solubile, il Cloruro di Zinco Idrato, economico e contenente una percentuale molto minore di solfuro di carbonio rispetto agli inquinanti processi standard di filatura della viscosa.
La viscosa è una fibra artificiale appartenente alla categoria dei rayon che fu inventata per imitare la seta ma che utilizza una grande quantità di soda caustica nel processo di produzione, provocando un forte impatto ambientale. Questo nuovo procedimento evita la procedura di sbiancamento tradizionale, un passaggio che richiede molte risorse. La startup svedese ShareTex sta collaborando con i ricercatori per sviluppare ulteriormente questa tecnologia e per renderla accessibile su scala commerciale in breve tempo.
___________________
Fonte: Lunds Universitet; Sharetex; foto di Karolina Grabowska
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ioboesess · 2 months
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100 Days of Practice, Day 1
Today I started working on audition excerpts for band/orchestra auditions in September. Our excerpts are from the Mozart oboe concerto (always), Jennifer Higdon’s Concerto for Orchestra, and the overture to Rossini’s La Scala di Seta. My chops have been weakened™️ by my inconsistent practice since school got out (since before school got out tbh), so I was only able to get through 40 minutes of practice.
Practice breakdown:
10 minutes of long tones
10 minutes of scales
10 minutes of Mozart
10 minutes of Higdon
Total cumulative practice time: 40 minutes
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ochoislas · 1 day
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EN EL CORRAL
En el corral: tres trapos secando sobre la barda junto al romero. Una escalera tumbada. Un horro panal, sobre el que juega el michino.
En el brocal de mármol con surcos de soga, sedienta tinajilla. Tiestos jaldes. Jarro ayuno. Vial que ha vomitado. Seroja prieta.
En las ventanas: peine mellado con dos cabellos tal dos estigmas. Una polvera. Despanzurrado cojín de seda con alfileres.
Un estuche de carmín, un guante lacio y ajado. Un gran clavel mustio. Una colilla. Un papel con un pico doblado por quién sabe qué dedo.
En el aire: la mansueta esquila de un convento de monjas reclusas. Arrastrada melopea de cuna. Un gallo. Una leve escotadura
de viento. Dos veletas bermejas con siglas. Nubes blancas. Un tren. Un olor punzante de violetas. Un olor punzante de forraje.
*
NE LA CORTE
   — Ne la corte — tre stracci ad asciugare sul muricciolo accanto il rosmarino. Una scala seduta. Un alveare vedovo, su cui giuoca il mio micino.
Un orciuolo che è sete sul pozzale di marmo scanalato da le funi. Dei cocci gialli. Un vaso vuoto. Un fiale che à vomitato. Dei fogliami bruni.
   — Su le finestre — Un pettine sdentato con due capelli come dei pistilli. Un astuccio per cipria. Uno sventrato guancialino di seta per gli spilli.
Una scatola di belletto. Un guanto mencio. Un grande garofano appassito. Una cicca. Una pagina in un canto piegata, da chissà mai quale dito!
   — Per l’aria — La docile campana d’un convento di suore di clausura. Una lunga monotonia di zana. Un gallo. Una leggera incrinatura
di vento. Due rosse ventarole cifrate. Delle nubi bianche. Un treno. Un odore acutissimo di viole. Un odore acutissimo di fieno.
Corrado Govoni
di-versión©ochoislas
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toutmontbeliard-com · 6 months
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Sortir ce week-end à Montbéliard
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Voici la sélection ToutMontbeliard.com d’idées sorties pour ce week-end : VENDREDI 15 MARS 2024 - SAMEDI 16 MARS 2024 - Cérémonie d’ouverture de l’année Capitale française de la culture 2024 à Montbéliard > infos - Fête foraine à Valentigney, Place de la République, de 14h00 à 20h00 - A la Lueur des Contes : "Ronde des histoires", à la Médiathèque de Montbéliard, par Gaëtan Gouget, à 10h30 > infos - Orchestre Victor Hugo : opéra La Scala di Seta, au Théâtre de Montbéliard, à 16h00 - Les Samedis de Vandoncourt : concert de la mezzo-soprano Léontine Maridat-Zimmerlin et du pianiste Pascal Keller, au Temple de Vandoncourt, à 19h00, organisé par les Amis du Temple - Marche au Parc du Près-la-Rose de Montbéliard, dans le cadre de Mars Bleu, organisée par le Centre socioculturel La Lizaine de Bethoncourt, départ place Cuvier de Bethoncourt à 9h30) - Exposition des réalisations des adhérents de l’Association de Loisirs Bethoncourt à Bethoncourt, Salle des Fêtes, de 14h00 à 18h00 - Exposition "Le tremplin" salon de la peinture et des arts plastiques à Audincourt, Maison Sahler (entrée par le parking de la Filature), de 14h00 à 18h00, organisé par les Amis de l'Orgue du Temple d'Audincourt - Exposition loisirs créatifs à Bethoncourt, Salle des Fêtes, de 14h00 à 18h00, par l'association Activités Loisirs Bethoncourt DIMANCHE 17 MARS 2024 - Fête foraine à Valentigney, Place de la République, de 14h00 à 20h00 - Concert du groupe Folklorique Le Diairi à Valentigney, au Temple, à 16h00 - Balade Musicale pour la Banque alimentaire à Montbéliard, Eglise de la Prairie, à 17h00 - Vide-dressing à Badevel, Salle des Fêtes, de 8h30 à 16h00 - Thé dansant à Bavans, Salle des Fêtes, à partir de 14h00, par la chorale "Les Baladins de Bavans" - Exposition des réalisations des adhérents de l’Association de Loisirs Bethoncourt à Bethoncourt, Salle des Fêtes, de 14h00 à 18h00 - Exposition "Le tremplin" salon de la peinture et des arts plastiques à Audincourt, Maison Sahler (entrée par le parking de la Filature), de 14h00 à 18h00, organisé par les Amis de l'Orgue du Temple d'Audincourt - Exposition loisirs créatifs à Bethoncourt, Salle des Fêtes, de 14h00 à 18h00, par l'association Activités Loisirs Bethoncourt Une idée sortie à proposer pour un prochain week-end ? Contactez-nous via www.toutmontbeliard.com/contact Read the full article
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kneedeepincynade · 2 years
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Real recognize real as Lukashenko prepares to visit the leader of the free world xi Jinping
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
⚠️ ALJAKSANDR RYHORAVIČ LUKAŠĖNKA, PRESIDENTE DELLA BIELORUSSIA, SI RECHERÀ IN VISITA A PECHINO SOTTO INVITO DI XI JINPING ⚠️
🇧🇾 Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka - Presidente della Repubblica di Bielorussia - si recherà in Cina, a Pechino, sotto invito ufficiale di Xi Jinping, dal 28/02 al 02/03, come rivelato da Hua Chunying, Direttrice del Dipartimento d'Informazione del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese 🇨🇳
❤️ La Visita di Stato, per Lukašėnka, si inserisce all'interno di un percorso, a lungo termine, di costruzione di Amicizia (友谊) e Cooperazione a Mutuo Vantaggio (合作共赢) con la Repubblica Popolare Cinese 👋
💕 A settembre del 2022, a margine del Vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, il Presidente Cinese e il Presidente Bielorusso avevano rilasciato una Dichiarazione Congiunta, atta al rafforzare le relazioni tra i due Paesi, chiamato "All-Weather Comprehensive Strategic Partnership", i cui punti principale erano:
1️⃣ Sostegno reciproco al Percorso di Sviluppo scelto, nonché alla Politica Interna ed Estera 🤝
2️⃣ Sostegno reciproco su questioni riguardanti i rispettivi Interessi Fondamentali, tra cui la Sovranità, l'Indipendenza e l'Integrità Territoriale 🤝
3️⃣ Pieno sostegno, da parte della Bielorussia, del Principio dell'Unica Cina: la Repubblica di Bielorussia riconosce che la Repubblica Popolare Cinese è l'unico Governo Legale che rappresenta l'intera Cina, e che Taiwan è parte inalienabile del Territorio Cinese 🤝
4️⃣ La Bielorussia sostiene l'Iniziativa dello Sviluppo Globale e l'Iniziativa di Sicurezza Globale della Cina 🤝
5️⃣ Cina e Bielorussia approfondiranno la Cooperazione di Alta Qualità nell'ambito della Via della Seta e dell'Unione Economica Eurasiatica 🤝
🗣 Per quanto riguarda la Visita del 2023, il Presidente Lukašėnka e il Presidente Xi Jinping terranno colloqui i cui temi varieranno dalla Cooperazione Economico-Commerciale all'attuazione di Progetti Congiunti su larga scala, nonché la Cooperazione nella Sfera Politica 🥰
🤔 È molto probabile che, a seguito dei colloqui, verranno firmato numerosi Documenti di Cooperazione, come avvenuto per il Viaggio di Ebrahim Raisi, Presidente della Repubblica Islamica dell'Iran, a Pechino 🧾
🤔 Inoltre, è probabile che Lukašėnka non incontrerà solamente il Presidente Xi Jinping, ma anche altri funzionari di alto livello del Partito Comunista Cinese, nonché i dirigenti delle più importanti Aziende Cinesi 📈
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⚠️ ALJAKSANDR RYHORAVIČ LUKAŠĖNKA, PRESIDENT OF BELARUS, WILL VISIT BEIJING AT THE INVITATION OF XI JINPING ⚠️
🇧🇾 Aljaksandr Ryhoravič Lukašėnka - President of the Republic of Belarus - will travel to China, to Beijing, under the official invitation of Xi Jinping, from 28/02 to 02/03, as revealed by Hua Chunying, Director of the Ministry's Information Department of Foreign Affairs of the People's Republic of China 🇨🇳
❤️ The State Visit, for Lukašėnka, is part of a long-term path of building Friendship (友谊) and Cooperation with Mutual Advantage (合作共赢) with the People's Republic of China 👋
💕 In September 2022, on the sidelines of the Shanghai Cooperation Organization Summit, the Chinese President and the Belarusian President issued a Joint Declaration, aimed at strengthening relations between the two countries, called "All-Weather Comprehensive Strategic Partnership ", whose main points were:
1️⃣ Mutual support for the chosen Development Path, as well as for Domestic and Foreign Policy 🤝
2️⃣ Mutual support on matters concerning each other's Core Interests, including Sovereignty, Independence and Territorial Integrity 🤝
3️⃣ Belarus fully supports the One China Principle: The Republic of Belarus recognizes that the People's Republic of China is the only Legal Government representing the whole of China, and that Taiwan is an inalienable part of the Territory of China 🤝
4️⃣ Belarus supports China's Global Development Initiative and Global Security Initiative 🤝
5️⃣ China and Belarus will deepen High Quality Cooperation under the Silk Road and the Eurasian Economic Union 🤝
🗣 Regarding the 2023 Visit, President Lukašėnka and President Xi Jinping will hold talks the topics of which will range from Economic-Trade Cooperation to the implementation of large-scale Joint Projects, as well as Cooperation in the Political Sphere 🥰
🤔 It is very likely that, following the talks, numerous Cooperation Documents will be signed, as happened for the trip of Ebrahim Raisi, President of the Islamic Republic of Iran, to Beijing 🧾
🤔 Furthermore, it is likely that Lukašėnka will not only meet President Xi Jinping, but also other high-level officials of the Communist Party of China, as well as the executives of the most important Chinese companies 📈
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evatremila · 2 years
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Focus Prima della Scala: «Lorella Maselli, la più attuale» Anche quest’anno una prima della scala elegante e sobria per Lorella Maselli. In tempo di “austerità” Lorella ha scelto di indossare un raffinato abito sartoriale lungo, di shantung di seta dal bellissimo colore metallico nei toni del pe... Continua a leggere.. https://bit.ly/3uQMMdE
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rogerdelgado · 7 years
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der-papero · 3 years
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Andiamo a rubare con Papero - Side lesson - NAT: storia di un improbabile successo - part II
Vi è piaciuta la storia della Internet Inc., vero?
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Tanto lo so che se dite NO è solo per cazzimma, quindi lo prendo per un SI'.
Bene. Da quella storia abbiamo capito il perché sia nato NAT (Network Address Translation), ovvero l'esaurimento degli indirizzi IP disponibili, dovuto al fatto che il numero di dispositivi connessi ha superato, da tempo ormai, l'intervallo degli indirizzi ammessi.
Una soluzione definitiva avrebbe richiesto un cambiamento strutturale delle reti, e ovviamente nessun pazzo avrebbe mai fatto passare l'idea di "rifare" Internet, i costi e i disagi sarebbero stati proibitivi. La proposta c'è, venne fatta un paio di anni dopo NAT, si chiama IPv6, ma ormai sono decenni che il processo di migrazione va avanti, e ne richiederà altrettanti. Quindi si andrà di NAT ancora per un po', e questa è una gran rottura di cazzo per noi piratozzi che vogliamo entrare nelle reti altrui. Ma vediamo il perché, e come funziona NAT.
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Torniamo all'esempio delle poste.
Il sistema postale è davvero un sistema end-to-end, ovvero voi scrivete una lettera alla persona amata, la infilate in una busta, mittente, indirizzo, francobollo, e via. Come vedemmo alcune lezioni fa, la lettera passerà di mano in mano, di ufficio in ufficio, da un furgone ad un treno ad un aereo, insomma cambierà scatolone, sacco, mezzo di trasporto, ma la lettera in sé con tutta la sua busta, ovvero quella che avete usato voi per scrivere mittente e destinatario, non cambierà mai: al più verranno aggiunte informazioni, ma nessuno si permetterà mai di (a) aprire la vostra busta (b) cambiare gli indirizzi (a meno che non stiate spedendo della cocaina tagliata male).
Il perché sia possibile tutto questo è abbastanza facile da intuire: il vostro indirizzo di casa e quello del destinatario SONO UNIVOCI. Sono unici al mondo, e in teoria ognuno su questo pianeta, ammesso che voglia essere rintracciabile e abbia un luogo ben identificabile, ha un suo proprio indirizzo.
Ecco, Internet nacque con lo stesso principio, ovvero un pacchetto che parte da A e arriva a B passa solo di mano in mano, come vedemmo sempre nella lezione su come viaggia un pacchetto nel pianeta (ricordate il pacchetto blu?), ma A e B non cambiano mai.
Purtroppo per Internet però, rispetto al sistema postale, è avvenuto un guaio brutto, ovvero si son finiti gli indirizzi possibili. Quindi NAT è stata la classica pezza a colori, un imbroglio che ha reso possibile tenere su tutto l'ambaradan senza dover buttare tutto alle ortiche e ricominciare da zero, evitando così il crollo dell'economia mondiale (sì, insomma, più o meno). Tutto questo è avvenuto violando le regole che Internet si era data, ma non c’erano altre strade immediate, che non fosse quella di dover rifare tutto daccapo (ecco perché Tony bestemmiava, Al vomitava e Frankie gongolava).
Per spiegarlo bene, facciamo un esempio, sempre utilizzando le poste.
Torniamo a Rispettabilandia, dove abita Lapo. Lapo continua a comprare la cocaina da Joe, ma nel frattempo si è trasferito in un condominio con altri 100 condomini. Le Poste di Rispettabilandia, poiché a corto di indirizzi da dare ad ogni singola persona, impongono ad ogni condominio di dotarsi di un portiere che gestisca la posta, e questa persona sarà l'unica ad avere un indirizzo postale. Come smazzare la posta all'interno del singolo condominio poi saranno cazzi privati tra il portiere e i condomini.
La soluzione che viene ideata è presto fatta, è tipo il gioco delle tre carte.
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Lapo scrive la classica richiesta di cocaina a Joe, usando come suo indirizzo mittente quello dell'appartamento dove vive (piano 3o, scala D, appartamento 23), e come indirizzo di Joe quello suo di residenza. Consegna quindi la busta al portiere.
Il portiere strappa la busta di Lapo, prende la lettera, la infila in una nuova busta, dove è il portiere che scrive a Joe. La lettera che viaggerà in giro per il mondo avrà come mittente l'indirizzo del portiere, e Joe restituirà la cocaina a costui, visto che, dal punto di vista di Joe, chi ha scritto la lettera è stato il portiere, non Lapo. Una volta arrivata la risposta, il portiere, che ha una memoria di ferro e ricorda che è stato Lapo a chiedere quella polverina del demonio, strappa la busta usata da Joe, prende la cocaina, la infila in un'altra busta, come mittente scrive l'indirizzo di Joe e come destinatario l'indirizzo dell'appartamento di Lapo e la consegna a quest'ultimo.
Lapo non si è mai accorto che il portiere ha aperto la busta e ha scritto un'altra lettera: lui ha scritto un messaggio verso Joe e, da quello che si legge sulla busta che ha ricevuto dal portiere, Joe gli ha risposto direttamente al suo appartamento.
Lo stesso farà il portiere con tutti gli altri 100 condomini. Ecco come, da 100 utenti, chi usa alla fine il sistema postale è uno solo, ovvero il portiere. Tutti possono scrivere le lettere, pur avendo un solo indirizzo postale disponibile.
Questo approccio sembra risolvere il problema, e in effetti lo fa, ma pone 3 nuovi problemi:
- non è più vero che tutti gli utenti possono usare le poste: solo il portiere può, in realtà, e questo va contro il principio della raggiungibilità di tutti gli utenti da parte del sistema postale
- il portiere deve taroccare il messaggio del singolo utente, per poterlo spedire: la busta che verrà consegnata alle poste non sarà più quella originale, ma un'altra
- se al portiere viene un infarto durante il viavai della corrispondenza, verranno perse tutte le risposte e i messaggi successivi, poiché solo nella sua testa era memorizzata la mappa di chi aveva scritto a chi, col risultato che quando i destinatari risponderanno, nessuno tra i condomini potrà ricevere le risposte, perché non si sa quella busta del portiere appena ricevuta a chi corrispondeva in origine. In pratica, si dovrà ripetere la comunicazione da zero con un nuovo portiere.
Guardiamo la stessa cosa come avviene su Internet.
Supponiamo di avere questa rete:
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Abbiamo 3 dispositivi, un PC, un cellulare e una Smart TV, ognuno col suo indirizzo privato, esattamente come nel caso del condominio. Il router, ovvero il portiere del nostro condominio, ha un suo indirizzo privato (192.168.0.1) compatibile con quello degli altri dispositivi (= condomini), più uno pubblico (74.25.138.15), che gli è stato fornito dal suo provider Internet (= sistema postale).
Vediamo come, con un solo indirizzo pubblico, 74.25.138.15, tutti riescono a parlare con Google. Ipotizziamo che, a farlo, sia il PC:
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Avremo 4 pacchetti, A, B, C, D. Il primo pacchetto, A, viene inviato dal PC verso Google, quindi come mittente avrà il suo indirizzo, come destinatario Google. La porta di partenza sarà una porta a caso, quella di arrivo sappiamo che sarà la 80. A questo punto, il router fa la stessa cosa che faceva il portiere con Lapo: prende il messaggio A, ne preleva il contenuto, butta il pacchetto e ne fa un altro, B, mettendoci il suo indirizzo pubblico e un’altra porta di partenza. In più si segna, su una tabella, che alla porta di A corrisponde un’altra porta di B:
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Ecco il tarocco, il pezzotto, come si direbbe in napoletano: il router “imbroglia”, altera il mittente verso Google e si segna in un pezzo della sua memoria chi era il vero mittente, usando le porte sorgenti come “chiave” per poter risalire al vero mittente quando riceverà la risposta.
A questo punto il messaggio arriva a Google, e questo risponderà all’indirizzo pubblico del router, ovvero il nostro portiere. Una volta ricevuta la risposta, il router guarderà nella tabella, sa che se riceve una risposta sulla porta 3474 allora è il pacchetto che aveva inviato il PC dalla 1725 e “ritarocca” il messaggio:
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Una volta inviato il messaggio di risposta al PC, il router cancella la riga dalla tabella, poiché il lavoro è stato fatto.
Se guardate il primo e ultimo pacchetto, A e D, ovvero quello che il PC ha inviato e quello che ha ricevuto, è come se la comunicazione fosse avvenuta tra il PC e Google, della presenza del router il PC non se ne è nemmeno accorto:
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Lo stesso procedimento avviene per il cellulare, la Smart TV, e qualsiasi altro dispositivo. Nel caso della nostra rete, con un solo indirizzo pubblico permettiamo a 3 dispositivi di navigare. Ecco come la Internet Inc. è riuscita a fregare tutti, vendendo la lana per la seta.
Perché ci va a quel posto a noi hacker professionisti? Bene, facciamo un altro esempio.
Supponiamo che Google si penta di averci risposto in modo così cafone e decida di inviarci un pacchetto di scuse, dopo un po’ di tempo:
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Google scrive al nostro router, ovvero il nostro portiere, ma stavolta di sua iniziativa, senza che nessun dispositivo interno abbia mai iniziato alcuna connessione. Lo capite guardando dalla tabella NAT cosa succede adesso: il router non sa cosa fare. Non è mai partito alcun messaggio dall’interno verso l’esterno, e il router, non avendo alcuna traccia nella propria memoria, non sa a chi debba essere recapitato questo messaggio, se al PC, al cellulare o alla Smart TV. L’unica cosa che può fare è rifiutare il pacchetto di scuse.
Ecco perché adesso diventa un problema per una persona esterna (ovvero noi) che fa port scan: se non esiste una configurazione che indichi al router verso quale dispositivo all’interno della rete sono diretti i messaggi che arrivano dall’esterno, questi verranno semplicemente ignorati, quindi tutti i dispositivi saranno irraggiungibili dall’esterno.
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Badate che questa presunta sicurezza (e lo vedremo nella prossima parte perché presunta) è stata solo una botta di culo. Inoltre l’obiettivo teorico di IPv6 sarà quello di ripristinare il funzionamento ordinario di Internet, dove ogni dispositivo sarà connesso, non ci sarà più alcun tarocco di pacchetti e, se il router si riavvia, le connessioni riprenderanno esattamente dal punto dove erano rimaste. NAT ha risolto un problema urgente, ma ne ha creati altri, soprattutto con le nuove tecnologie tipo VoIP, dove è necessario che alcune connessioni partano dall’esterno, e con NAT hanno smesso di funzionare (si è poi dovuta trovare la pezza alla pezza per far tornare a funzionare tutto, complicando ancora di più le cose), ecco perché IPv6 è la soluzione di tutti i mali, e una nuova chance (teorica) di piratare mezzo mondo :)
Prima di chiudere questa lezione, a titolo di disclaimer, chiedo scusa a Paul Francis, NTT PF Labs, per averlo trascinato come personaggio nella mia scorsa storia completamente inventata di sana pianta. Francis e Egevang pubblicarono, con RFC 1631, nel maggio 1994, lo schema di funzionamento del NAT, che potete leggere nella sua forma integrale qui:
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supercantaloupe · 1 year
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la scala di seta overture is on like every audition packet known to man and yet no one ever actually plays the damn thing
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wrybility · 3 years
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Met opera asks
im terribly late with these and im so sorry!! my internship has been crazy lately and im also balancing a part time job :(( thank you to everyone who tagged me and a big thank you to @opera-my-beloved for running this- ill catch up quickly by combining the days i missed here:
Met opera asks day 1
What’s a production you’ve seen that changed your whole opinion of an opera?
2017 rosenkav (aka the one that launched a thousand gifs)- I already adored Strauss's orchestral works (the two years i studied his oboe concerto were so worth it) but this production somehow made a story which felt very remote to me hit home and cemented rosenkav as one of my favorite operas
What is an opera composer you’re trying to explore more?
just to list a few- Massanet, Donizetti, Handel (mostly composers i haven't been exposed to as much through orchestra, wind quintet, and solo oboe rep)
Did you discover any new favorite singers?
so many!! juan diego flórez, natalie dessay, deborah voigt, piotr beczala, isabel leonard, and ofc elīna garanča <3 also gained even greater appreciation for renee fleming, dmitri hvorostovsky, and joyce didonato
What’s an opera (or production) that you wish you could watch again for the first time?
nothing will ever top that 2007 eugene onegin- tchaik's music is always an incredible emotional journey and i was literally in a state of semi-shock the whole time
Met opera asks day 2
Out of all of the new productions/operas you’ve seen, what has been the most meaningful?
2007 eugene onegin; quite literally life changing
What’s an opera that changed your opinion about a composer or genre?
Rossini's la cenerentola- ngl i had (and still have) a bit of a grudge against rossini for that hellish la scala di seta excerpt but this opera won me over completely (he still did not have to inflict la scala on me though)
Are there any operas that you'd listened to but never seen on stage before?
eugene onegin (which really showed me the visual power of opera)
What's an opera you would love to see performed in-person? (even if it was in the past)
eugene onegin w fleming and hvorostovsky, rosenkav w fleming and elīna garanča, elīna garanča's carmen...
Met opera asks day 3
Are there any operas you strongly associate with a specific time in your life?
prokofiev's war and peace in feb/march because i read the book over those months and watched the opera for the first time (idk why the met doesn't have any recordings available though)
Do you know the next opera you want to discover?
i have a running list but the one on top is la forza del destino
Are there any operas you'd write fanfiction for (or you wish had more fics)?
rosenkav, esp because there's plenty of room for very queer reinterpretations
What is your comfort opera?
kind of weird, but cavalleria rusticana (its cathartic or something) and for something lighter, la cenerentola
Met opera asks day 4
What’s an opera that became an unexpected favorite?
def dialogues des carmelites (though i should have known bc i love poulenc so so much) just bc it seemed so heavy and dark
Are there any operas you cannot get into no matter how hard you've tried?
the ring cycle- i have tried but it just does not do it for me (also has the unfortunate association w this weird philosophy major who asserted this was his favorite opera but had never listened to like,, tristan und isolde; pls do not try to flirt w me this way)
Do you have any opera comfort characters?
carmen (i could talk for hours abt her!! but succinctly: girlboss), the marschallin, octavian, santuzza, tatiana...
What’s an opera/production that you'd like to get teleported into?
if we're talking about aesthetics: 2017 rosenkav, 2018 samson et dalila, 2012 manon, marnie
the actual world of the opera: capriccio (what could be better than living in luxury, being courted, and enjoying art? the dream life)
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ochoislas · 3 years
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EN EL CORRAL
En el corral: tres trapos secando sobre la barda junto al romero. Una escalera tendida. Un horro panal, sobre el que juega el michino.
En el brocal de mármol con surcos de soga, sedienta tinajilla. Tiestos jaldes. Jarro ayuno. Vial que ha vomitado. Seroja prieta.
En las ventanas: peine mellado con dos cabellos tal dos estigmas. Una polvera. Despanzurrado cojín de seda con alfileres.
Un estuche de carmín, un guante lacio y ajado. Un gran clavel mustio. Una colilla. Un papel con un pico doblado por quién sabe qué dedo.
En el aire: repique de esquila mansa de un convento de monjas reclusas. Arrastrada melopea de cuna. Un gallo. Una leve escotadura
de viento. Dos veletas bermejas con siglas. Nubes blancas. Un tren. Un olor punzante de violetas. Un olor punzante de forraje.
*
NE LA CORTE
   — Ne la corte — tre stracci ad asciugare sul muricciolo accanto il rosmarino. Una scala seduta. Un alveare vedovo, su cui giuoca il mio micino.
Un orciuolo che è sete sul pozzale di marmo scanalato da le funi. Dei cocci gialli. Un vaso vuoto. Un fiale che à vomitato. Dei fogliami bruni.
   — Su le finestre — Un pettine sdentato con due capelli come dei pistilli. Un astuccio per cipria. Uno sventrato guancialino di seta per gli spilli.
Una scatola di belletto. Un guanto mencio. Un grande garofano appassito. Una cicca. Una pagina in un canto piegata, da chissà mai quale dito!
   — Per l’aria — La docile campana d’un convento di suore di clausura. Una lunga monotonia di zana. Un gallo. Una leggera incrinatura
di vento. Due rosse ventarole cifrate. Delle nubi bianche. Un treno. Un odore acutissimo di viole. Un odore acutissimo di fieno.
Corrado Govoni
di-versión©ochoislas
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jacopocioni · 2 years
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Come nasce il colore VIOLA.
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Palazzo Rucellai Piazzetta de’ Rucellai si trova proprio a metà di Via della Vigna Nuova, dove sorge il famoso Palazzo Rucellai ideato da Leon Battista Alberti ed iniziato da Bernardo Rossellino nel 1446. I componenti di questa casata erano iscritti sia all’Arte della Lana che a quella della Seta ed è a dir poco singolare il motivo che li ha fatti diventare membri di una delle più ricche e potenti famiglie della Firenze rinascimentale. Si narra, infatti, che un antenato, certo Alemanno del Giunta, durante uno dei periodici viaggi in oriente, scese da cavallo per un normale bisogno fisiologico e notò che, al contatto dell’orina, un’erba selvatica assumeva un particolare ed intenso colore violaceo. La macerazione nell’orina per colorare le stoffe era già conosciuta fin dai tempi dei romani, ma Alemanno aveva osservato qualcosa di veramente particolare: il colore che nasceva da quella fusione di erba e orina assumeva una gradazione di un viola carico e deciso, un’assoluta novità per i mercati italiani ed europei dell’epoca. Alemanno portò a Firenze una grande quantità di quell’erba che, proprio per la sua caratteristica, prese il nome di “oricella” e venne utilizzata in larga misura per la tinteggiatura di stoffe e panni. L’erba Oricella venne coltivata in larga scala in una zona estesa della città che proprio per questo motivo prese il nome di “orti oricellari”.
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La famiglia divenne dunque ricca grazie all’abilità commerciale di suoi membri ma anche grazie a questa erba miracolosa per cui assunse il nome di Oricellari, poi ingentilito in Rucellai. Lo splendido palazzo quattrocentesco in Via della Vigna Nuova venne costruito grazie allo strano connubio tra l’erba e l’orina. Il VIOLA divenne fin da allora un colore "caratteristico e identificativo" della nostra città, al punto che nel 1929 il marchese Luigi Ridolfi, grande studioso della storia di Firenze, decise di cambiare l'originario bianco-rosso delle maglie della Fiorentina nell'attuale colore VIOLA. (da "IL CANTO DEI BISCHERI" di Franco Ciarleglio, Sarnus Editore)
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ilmerlomaschio · 3 years
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DIARIO EROTICO DI UN’ERETICA
Erano anni che invocavo Eros per un sogno impossibile, quello che ogni donna desidera del profondo del cuore: trovare il grande amore, con la Om maiuscola. Cioè il mantra cosmico che muove il sole e le altre stelle. Ma anche, più semplicemente, il rombo acustico che dal profondo delle viscere fa rabbrividire la pelle. Senza le collaterali rotture, s’intende, di qualsiasi vita di coppia, mutande e calzini da rammendare, o le ricorrenti flatulenze degne del peggior animale.
Ma lui sembrava non voler sentire e, a parte qualche decoroso avanzo di galera, a letto particolarmente focoso, con gli uomini normali l’argomento si è rivelato quasi sempre deludente, e oltretutto frettoloso. Tutto il resto era assolutamente noia. Storie di ordinaria routine, piccolo-borghese e senza gioia.
Limousine, ristoranti stellati, champagne cuvée e frequenti soirée nei teatri, ma sotto alle lenzuola il nulla più desolante. Un deserto sconfinato dei tartari, un’inutile attesa del niente.
A un certo punto ho pure provato ad abbassare le aspettative. Ho sceso, dando il braccio all’amore di turno, almeno un milione di gradini sulla scala sociale. Fino a quando ci ho proprio sbattuto il naso.
Dopo una sfilza di laureati, ecco arrivare i migliori tra i reputati in fatto di arte amatoria, uomini cosiddetti di fatica che, malgrado l’appellativo, a letto disdegnavano il loro compito come i vampiri con l’aglio, e senza dunque averci fatto troppi giri, rieccomi tentare la ri-monta verso il round finale di un potenziale equilibrio. Il risaputo ideale dell’impiegato, colui che la sua vita ha consacrato sull’altare di una scrivania uso ufficio. Ma forse, proprio per dispetto al suo nome, una volta trascinato a letto, anche l’esemplare più tipico della predetta categoria non faceva neanche una piega. Come se la fantasia amorosa scivolasse silenziosamente via dalle lenzuola per il timore di essere a sua volta imprigionata dalla cattiva piega che avrebbe potuto prendere una vita a tal punto ripetitiva.
Come potevo dunque realizzare il mio personale karma?
Incontrare Eros era il mio destino, ma lui si ostinava a sfuggirmi.
Poi un giorno capii, ed era pure elementare. Bastava un po’ di semplice mitologia per sciogliere i nodi che sino allora avevano tardato a venire al mio pettine. E sì che non mi mancava la giusta chioma da Valchiria, indomita e selvaggia come l’amazzone che mi scalpitava dentro.
Se aveva ragione Platone, e dunque la colpa era delle sue origini povere di cui si vergognava, Eros avrebbe cercato contesti attraenti, disdegnando vite domestiche, lavori routinari e stipendi quasi da indigenti. Lui aveva la necessità di volare, perciò per conquistarlo avrei dovuto puntare molto in alto, direttamente sino alle stelle.
Sposando un uomo spropositatamente ricco, il mio Adone si sarebbe magicamente rivelato facendosi vivo da solo, bussando un bel giorno alla mia porta con nonchalance, come un bambino alla ricerca di un aquilone.
E così, infatti, è accaduto.
L’ho conosciuto ad una festa elegante, come dicevo, e pur recitando la parte della gran signora, a tratti sfuggente e altezzosa, ho subito capito che si trattava del migliore dei Casanova. Giovane e aitante, atletico e irriverente, si muoveva a suo agio tra i candelabri dei tavoli e le misteriose maschere della gente, incantando le dame col suo potere seducente. Soltanto molto tempo dopo ho scoperto che era un modello di professione che per l’arte del sesso aveva molto più che un’innata vocazione.
Il suo sguardo penetrante mi ha subito scatenato l’impossibile desiderio di un amore cocente, talmente pieno di passione da smuovere anche le vette più inaccessibili delle mie altissime montagne, che allora tenevo ben strette nel corsetto, tra pizzi e rasi, scosse da un brivido lungo la schiena. Mi sfiorò delicatamente la catena d’oro bianco e perle, ma non finì nel solito dopo cena. Si limitò a porgermi il suo miglior biglietto da visita, lasciando a me la decisione: se morire di fantasie impossibili corrosa dalla pura immaginazione, oppure abbandonarmi al prosaico reality di un’avventura amorosa, lasciandomi prendere da una sfrenata passione. Non ebbi nessuna esitazione.
Ma essendo lui un bellissimo Adone, di me senz’altro più giovane e forse gigolò praticante, il sospetto in proposito si stava insinuando nella mia limitata esperienza. Stupirlo doveva diventare la mia unica missione, legarlo a me, sebbene dissuasa da un angolo remoto di coscienza.
Dovevo conquistarlo lentamente, suonando con dedizione lieve e costante quel flauto magico rinchiuso nella cesta della sua mente, che alla fine avrebbe incantato non solo il più restio tra gli uomini, ma anche il più refrattario, maestoso serpente. Non che il suo ne avesse bisogno, ovviamente.
Un solo avvertimento, prima di iniziare i nostri giochi. Sapevo che sarei dovuta restare molto attenta. Il monito della favola di tutti i tempi raccomandava a noi fanciulle non più ingenue di rinchiudere l’uccello d’oro in una gabbia di legno. Sulle prime, l’interpretazione era sibillina. Tale appellativo non poteva attribuirsi a un paragone poco lusinghiero nei confronti della mia a-dorata vagina. Ma alla fine capii che la parabola sottendeva una nascosta, sottile allegoria: dovevo conquistarlo in sordina, con una seduzione apparentemente innocua, ma circolare e continua, fatta di carezze a spirale, musica e profumi a profusione. Per dargli l’illusione di essere finito in un harem, una specie di paradiso di cui era l’unico dio, il temuto e venerato sovrano.
Narrazioni esotiche, aromi d’incenso e cannella, massaggi di seta, poesie oniriche, pioggia di petali a catinella. Protagonisti di un paradiso erotico, ogni volta mutavamo forma, attori unici del teatro sincronico della nostra immaginazione.
Nel nostro Eden segreto io ero Cleopatra e lui Antonio, io la schiava e lui il pirata, lui il principe e io l’ancella. Ma era ancora troppo poco, volevo che la mia ipnosi fosse totalizzante e resa ancora più mirabolante, per diventare ai suoi occhi più bella trattenendolo a me, seppur nel fuggevole attimo del presente.
Pensai allora di convincerlo che era Shiva: divinamente muscoloso com’era, la mia dea interiore Shakty ne avrebbe gioito, amandolo per sempre in quel tratto che rifuggiva dal mondo.
Ma dopo appena un mese di recite a soggetto, scoprii che quel gioco era solo la replica di un copione già visto: il kamasutra vedico lo avevamo ormai esaurito, e a quel punto non ci restava che provare con le divinità dell’antico Egitto. La mia ninfa ninfomane necessitava di nuova linfa, o l’ispirazione ne avrebbe languito.
Ci voleva una nuova perversione. Un’immagine simile a una visione, che potesse rinnovare un vecchio repertorio con nuovo vigore. “Ritornare alla radice”, mi sono detta, e più non facciamo questione.
Una monaca di clausura sembrava la giusta soluzione, una figura allegorica che riportasse il mio corpo a risplendere nella più fulgente luce, magari nel mezzo di una dolce tortura. Sarei stata io, questa volta, la dominatrice. E da Sherazad che già aveva assaporato le mille e una botte, sarei ritornata totalmente pura, redenta e limpida come acqua cristallina.
Avrei avuto carta bianca per dargliele deliziosamente di santa ragione, se solo lo avessi ammanettato a dovere, con una nuova gamma di fustigazioni. Più di cinquecento sfumature, tra quelle da catalogo e improvvisazioni.
La castità doveva diventare la nuova frontiera, in nome di una nuova religione. Sesso esclusivamente immaginario, telepatia e dominazione. Nessun amplesso dei corpi, ma solo un’eterna, infinita erezione. Vietata ogni eruzione.
Detto fatto, eccomi alle prese con le mie prime armi.
Sembro una Mistress con tutti i crismi. La frusta ruota lieve attorno al suo corpo in un’infinita danza, disegnando mandala aerei prima di approdare ad infliggergli la suprema fustigazione, l’estrema acrobazia della mia nuova, inebriante eresia.
Geme. Fremo. È vera sublimazione. Puro distillato di un sesso tangibile, ma al contempo evanescente, come se dai nostri corpi fosse di colpo evaporata, per liberarsi infine polverizzata, una nube densa di profumo e sudore, dispersa nell’etere di un cosmico stupore.
Lo vedo all’apice dello stordimento, assaporandone il liquido mai versato, per fecondare ogni mia più remota fantasia. È dunque giunto il momento di esigere un’ultima prova: la mia brama di supremazia richiede la suprema resa.
Decido di approfittare di quest’attimo di perfezione, il Kairos degli dei, se così si può dire, per porgergli un’ultima domanda. Senza via di fuga, come fosse un condannato al giudizio finale, la risposta non prevede alcuna esitazione.
Vacilla per un attimo, titubante. Mi attendevo qualcosa di inedito, la proposta di un’esibizione sinfonica, un esuberante quartetto da camera, o anche solo un trio di cui sarei stata regina.
Ma così non pare. Resto muta, avvertendo che si sente sulla soglia di un bivio. Sussurra infine esile, con un sottile fil di voce:
“Vorrei con me Livio, per il supplizio della croce”.
Sento il cuore spezzarsi in petto. Decisamente no: quest’ultimo colpo non l’ho retto.
Posso solo scappare da questo castello di sabbia che mi è franato addosso di colpo, a tradimento. Mi rivesto in tutta fretta, col desiderio di lasciarmi alle spalle il fardello di questo lacerante tormento.
Ma non faccio in tempo a fuggire dal mio peggiore incubo che l’oste mi presenta il conto dell’ultima cena, e quello di tutti i precedenti bagordi.
Cattivi tempi per noi ingordi: ahimè è molto salato. Mi domando come diavolo ho potuto.
Questa sensazione di amaro in bocca mi resterà impressa per anni, come un marchio di fuoco, segnandomi, oltre all’anima, anche il corpo. Troppo cocente, la delusione.
Potrei sempre dire che, per certi versi, mi ha fatto sentire come Nietzsche sul punto della sua più solenne dichiarazione, ma a quale prezzo?
Se Dio è morto, non credo risorgerà mai più. Non di certo per il mio stupido, carnale vezzo, men che meno per un’ultima deflorazione.
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sciatu · 4 years
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Visti dall’alto - Cala Rossa a Favignana, La valle dei Templi ad Agrigento, la Cattedrale di Noto, il Teatro di Segesta, Scala dei Turchi a Realmonte, isola di Mozia con gli scavi archeologici, la Cattedrale di Messina, i giardini della Palazzina Cinese, Favignana, Centuripe a la sua forma d’uomo, villa a Selinunte tra gli aranceti.
Scivolo sul tuo corpo come l’ombra di un gabbiano che vola alto in cielo scivola sul mondo. Dall’alto l’osservo e lento  su di esso scivolo goloso, curioso, geloso, scivolo su tutta la tua pelle lunare rubandole profumi e sapori, navigando guidato dalla costellazione di nei che la ricopre, oscuri fari che guidano  le mie labbra e a cui approdo, uno dopo l’altro ,regalando baci che sanno di lava, sospiri taglienti come vetro scheggiato , morsi delicati come il bacio di una vipera. Amo inseguire sulla tua pelle la sua purezza e le onde di piacere che le dono, il profumo che da lei nasce, le voglie che regala. Scivolo con i miei desideri osservando dallalto l’ombra della gioia che inseguo, il canto di fuoco che sale dal tuo sangue, il bagliore lunare che è diventa questa seta dal color avorio che riveste la soffice delicatezza del tuo corpo. Volo con ali che sanno di vita, con gli artigli della lussuria pronti ad infierire sull’ indifesa dedizione del tuo amore, pronto a rubare quell’assoluto donarti che è un tuo dono prezioso ed un principe implacabile, dominante e devoto. Volo sulla tua pelle, sorgente continua di piacere, sulla cattedrale barocca che è il tuo corpo, sulla luce lunare nella notte dei tuoi sorrisi, su questo fuoco solido, distesa infinita di alberi e sogni, sulle nuvole di panna nel cielo sereno ed azzurro della primavera che racchiudono la tua felicità, sulla schiuma leggera delle onde del pomeriggio contro scogliere bianche dei ricordi di domani, volo su questo candido antico tempio e nuovo dio, su questo teatro delle passioni e grano della emozioni, volo su questo suono lontano nel buio, sul tuo sorriso, sul tuo abbraccio, sul tuo tenero abbandono, volo sul tuo corpo, acqua dolcissima per la terra inaridita in cui, senza di te, riassumo l’anima mia.
I glide on your body, like the shadow of a seagull flying high in the sky glides over the world. From above I observe it and slow on it I glide, curious, jealous, I slide on your lunar skin stealing perfumes and flavors, sailing guided by the constellation of moles that covers it, dark lighthouses that guide my lips and to which I land , one after the other, giving kisses that taste like lava, sharp sighs like chipped glass, delicate bites like the kiss of a viper. I love to chase your purity and the waves of pleasure I give you, the scent that comes from it, the cravings it gives. I glide with my desires observing from above the shadow of the joy that I am chasing, the song of fire rising from your blood, the lunar glow that becomes this ivory-colored silk that covers the soft delicacy of your body. I fly with wings that taste like life, with the claws of lust ready to rage on the defenseless dedication of your love, ready to steal that absolute present that is your precious gift and an implacable, dominant and devoted prince. Flight on your skin, continuous source of pleasure, on the baroque cathedral that is your body, on the moonlight in the night of your smiles, on this solid fire, infinite expanse of trees and dreams, on the cream clouds in the clear blue sky of the spring that enclose your happiness, on the light foam of the afternoon waves against the white cliffs of tomorrow’s memories, flight over this white ancient temple and new god, over this theater of passions and grain of emotions, flight over this sound far away in the dark, on your smile, on your embrace, on your tender abandonment, I fly over your body, sweet water for the arid earth in which, without you, I summarize my soul.
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levysoft · 4 years
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La storia della nascita del cosmo viene raccontata in genere più o meno così: quasi 14 miliardi di anni fa, un'enorme quantità di energia si materializzò come dal nulla. In un breve momento di rapidissima espansione, questa esplosione di energia gonfiò il cosmo come un palloncino. L'espansione spianò qualsiasi curvatura su larga scala, portando a una geometria che ora descriviamo come piatta. Anche la materia si rimescolò accuratamente, cosicché ora ...
La storia della nascita del cosmo viene raccontata in genere più o meno così: quasi 14 miliardi di anni fa, un'enorme quantità di energia si materializzò come dal nulla. In un breve momento di rapidissima espansione, questa esplosione di energia gonfiò il cosmo come un palloncino. L'espansione spianò qualsiasi curvatura su larga scala, portando a una geometria che ora descriviamo come piatta.
Anche la materia si rimescolò accuratamente, cosicché ora il cosmo appare in buona misura (anche se non del tutto) omogeneo. Qua e là, mucchi di particelle formarono galassie e stelle, ma sono solo puntini minuscoli su una tela cosmica che per il resto è immacolata.
Questa teoria, che i libri di testo chiamano inflazione, corrisponde fino a oggi a tutte le osservazioni ed è la preferita della maggior parte dei cosmologi. Ha però implicazioni concettuali che alcuni trovano inquietanti. Nella maggior parte delle regioni dello spazio-tempo, la rapida espansione non si fermerebbe mai e di conseguenza l'inflazione non può fare a meno di produrre un multiverso: uno stato di cose complessissimo, con una varietà infinita di universi isolati, uno dei quali è la nostra casa.
Secondo i critici, usando l'inflazione si prevede qualsiasi cosa, e ciò significa che in fin dei conti non si prevede nulla. "L'inflazione non funziona come avrebbe dovuto", secondo Paul Steinhardt, un fautore dell'inflazione che poi ne è diventato uno dei critici più noti.
di George F.R. Ellis
Negli ultimi anni Steinhardt e altri hanno sviluppato una storia diversa su come nacque il nostro universo. Hanno riesumato l'idea di un universo ciclico, che cresce e si contrae periodicamente. Sperano di riprodurre l'universo che vediamo – piatto e omogeneo – senza le conseguenze che derivano dall'esplosione iniziale.
A questo scopo Steinhardt e i suoi collaboratori di recente hanno unito le forze con ricercatori specializzati in modelli computazionali della gravità; hanno analizzato il modo in cui un universo in collasso cambierebbe la propria struttura e alla fine hanno scoperto che la contrazione può funzionare meglio dell'inflazione. Indipendentemente dall'aspetto bizzarro e contorto dell'universo prima di contrarsi, il collasso sarebbe efficiente nel cancellare una grande varietà di rughe primordiali.
"Quello che dicono di essere riusciti a fare è molto importante", commenta Leonardo Senatore, cosmologo della Stanford University che ha analizzato l'inflazione adottando un approccio simile. Dice di non aver avuto ancora la possibilità di approfondire vari aspetti del lavoro, ma a prima vista "sembra che ce l'abbiano fatta".
Tutto si contrae Nell'ultimo anno e mezzo, da una collaborazione tra Steinhardt, Anna Ijjas, cosmologa al Max-Planck-Institut per la fisica gravitazionale, e altri, è nato un nuovo approccio all'universo ciclico, o "ecpirotico", in cui si verifica un rinnovamento senza bisogno di un collasso.
Volendo visualizzare l'espansione e la contrazione, in genere si pensa a un universo simile a un palloncino, in cui il cambiamento di dimensioni è descritto da un "fattore di scala", mentre una seconda misura – il raggio di Hubble, cioè la massima distanza osservabile – viene spesso ignorata. Le equazioni della relatività generale consentono ai due parametri di evolversi indipendentemente e, soprattutto, si può rendere piatto l'universo cambiando uno qualsiasi dei due.
Immaginiamo una formica su un palloncino. L'inflazione corrisponde a gonfiare il palloncino: è soprattutto il rigonfiarsi del cosmo che lo deve rendere omogeneo e piatto. Nell'universo ciclico, invece, l'omogeneizzazione si verifica durante un periodo di contrazione: in questa fase il palloncino si sgonfia in misura modesta, mentre il vero lavoro è svolto da un orizzonte che si restringe drasticamente. È come se la formica vedesse tutto attraverso una lente d'ingrandimento sempre più potente. La distanza che può osservare si restringe e allo stesso tempo il suo mondo diventa sempre più omogeneo.
Steinhardt e colleghi immaginano un universo che si espande forse per mille miliardi di anni, alimentato dall'energia di un campo onnipresente (e ipotetico), il cui comportamento è attribuito attualmente all'energia oscura. Quando questo campo di energia alla fine si dirada, il cosmo inizia a sgonfiarsi gradualmente. Nel corso di miliardi di anni un fattore di scala in contrazione avvicina ogni cosa a ogni altra, ma senza ridurre tutto a un singolo punto. Il cambiamento estremo proviene dal raggio di Hubble, che collassa e alla fine diventa microscopico. La contrazione dell'universo ricarica il campo di energia, che riscalda il cosmo e ne vaporizza gli atomi. A questo punto si verifica un rimbalzo e il ciclo ricomincia.
Nel modello del rimbalzo, il microscopico raggio di Hubble garantisce l'omogeneità e la piattezza. E mentre l'inflazione fa esplodere molte imperfezioni iniziali fino a farle diventare giganteschi appezzamenti di multiverso, la lenta contrazione li compatta fino a farli praticamente smettere di esistere. Rimaniamo con un cosmo che non ha inizio, né fine, né un singolarità nel big bang, e senza multiverso.
Da un cosmo qualsiasi al nostro universo Un problema delle cosmologie dell'inflazione e del rimbalzo è mostrare che i rispettivi campi di energia creano l'universo giusto, indipendentemente da come iniziano. "La nostra filosofia è che non ci debba essere una filosofia", riassume Ijjas. "Sappiamo che funziona quando non dobbiamo chiederci in quali condizioni funziona."
Lei e Steinhardt criticano l'inflazione perché raggiunge il suo obiettivo solo in casi speciali, come quando il relativo campo di energia si forma senza caratteristiche particolari e con poco movimento. I teorici hanno esaminato queste situazioni in modo più approfondito, in parte perché sono gli unici esempi in cui i calcoli si possono svolgere con carta e penna.
In recenti simulazioni al computer, che Ijjas e Steinhardt descrivono in una coppia di preprint ("Supersmoothing through Slow Contraction" e "Robustness of slow contraction to cosmic initial conditions") pubblicati online a giugno, i ricercatori hanno sottoposto a verifiche severe il loro modello a contrazione lenta con una varietà di universi neonati troppo complessi per l'analisi con carta e penna.
Adattando programmi sviluppati da Frans Pretorius, un fisico teorico dell'Università di Princeton specializzato in modelli computazionali della relatività generale, la collaborazione ha esplorato campi contorti e pieni di grumi, campi che si muovono nella direzione sbagliata e persino campi che partono con due metà che vanno in direzioni opposte. In quasi tutti i casi la contrazione ha prodotto rapidamente un universo noioso come il nostro. "Lo lasciamo andare e... bam! In pochi istanti cosmici di lenta contrazione diventa liscio come la seta", commenta Steinhardt.
Katy Clough, cosmologa all'Università di Oxford, specializzata anche in soluzioni numeriche delle equazioni della relatività generale, ha definito le nuove simulazioni "molto complete", ma ha anche osservato che i progressi computazionali hanno reso possibile solo di recente questo tipo di analisi e quindi non è ancora stata esplorata l'intera gamma di condizioni che l'inflazione è in grado di gestire. "È stata in parte affrontata, ma c'è ancora bisogno di molto lavoro."
Non tutti mostrano lo stesso interesse per il modello di Ijjas e Steinhardt, ma la maggior parte dei cosmologi concorda che l'inflazione rimane il paradigma da battere. "Ora come ora, [la contrazione lenta] non è un concorrente alla pari", dice Gregory Gabadadze, cosmologo alla New York University.
La collaborazione intende ora descrivere meglio il rimbalzo, una fase più complessa che richiede interazioni mai viste per ricominciare ad allontanare ogni cosa da tutto il resto. Ijjas ha già una teoria del rimbalzo che migliora la relatività generale con una nuova interazione tra materia e spaziotempo, ma sospetta che esistano anche altri meccanismi. Ha in programma di costruire presto una versione informatica del suo modello per comprenderne il comportamento in dettaglio.
Il gruppo di ricerca spera che, dopo aver saldato insieme le fasi di contrazione ed espansione, si riescano a identificare alcune caratteristiche distintive di un universo che rimbalza, che potranno poi essere osservate dagli astronomi.
La collaborazione non ha elaborato tutti i dettagli di un cosmo ciclico senza un "bang" iniziale e finale, e tanto meno dimostrato che è fatto così quello in cui viviamo. Ma Steinhardt ora è ottimista che il modello offrirà presto una valida alternativa al multiverso. "Gli ostacoli che mi preoccupavano di più sono stati superati", commenta. "Non mi tengono più sveglio la notte."
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via https://www.lescienze.it/news/2020/08/21/news/universo_ciclico_cosmo_big_bang_bounce_rimbalzo_contrazione_espansione-4782035/
(L'originale di questo articolo è stato pubblicato il 4 agosto 2020 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale indipendente online promossa dalla Fondazione Simons per migliorare la comprensione pubblica della scienza. Traduzione di Daniele A. Gewurz, editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)
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