#La pallina assassina
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svakoppo · 7 years ago
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Christina Olséni, Micke Hansen
Badhytten, Historiska Media, 2015 VS La pallina assassina, Bompiani, 2017
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spideraracne · 4 years ago
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Pull me under
E con un volto apparentemente neutro che fissa i tetti di una Philadelphia sopita. In lontananza gli schiamazzi di qualche macchina, le urla di chissà che disperato ubriaco, i lamenti di qualche gatto. E lei appostata sul cornicione di una palazzina, sorseggia una birra, ancora fredda, con la maschera mezzo sollevata a rivelare un derma pallido, lentigginoso e una bocca piena.
Non è di una sbronza che ha bisogno adesso, non di una mente piegata, deformata. Vuole essere lucida per mettere insieme i pensieri, gli ultimi eventi e ciò che con fatica si sta ricostruendo da mesi. E non è stato facile mandare giù tutto quanto, tutti i problemi all’interno dei Soldier. Estremisti, pacifisti. Troppi cazzi per stare bene.
Ed il culmine dello stress, è sopraggiunto con l’arrivo di Tobs nelle loro prigioni. La prima grande prova era stata quella, andare a parlarci, affrontarlo… sebbene sapesse già che aveva il destino segnato, un bersaglio sulla fronte. Non era così che lo voleva vedere, lo voleva affrontare in campo aperto, vomitargli addosso la sua rabbia, picchiarlo fino a frantumargli le ossa della mascella. Dimenticare di essere Emma tra il sangue, lasciare solo la predatrice che sta in lei.
Ma la verità è che non è stato f a c i l e.
“Ora devi starmi a sentire, Em… Abbiamo poco tempo e bisogna che ci muoviamo in fretta!”
“VAFFANCULO, TOBEY! Ti rendi conto di quello che hai combinato? Che ci hai combinato? In fretta?”
La rabbia le era montata addosso come un cane affamato, tutti quei mesi, dove non si era potuto confrontare con lui e lì era esplosa. Vederlo e sapere cosa gli sarebbe successo le gettava addosso un mix di sensazioni mai provate e nessuna di esse, NESSUNA, era stata piacevole. Era più un dovere e non vi era spazio per il perdono.
“Lo capisci, Emma? Credi che stessi mentendo durante le ronde che abbiamo fatto insieme? Sono sempre stato io. Tobs, Crawler, stronzo, in qualsiasi modo tu voglia chiamarmi, ma ero sincero. Bisogna fermare Brook”.
“La gente mente in continuazione. La gente ti pugnala alle spalle anche chi ti dice amarti. Quindi non vedo perché dovrei credere ad un doppiogiochista”.
Non gli aveva comunque torto un capello, erano state minacce a vuoto, andate perdute chissà dove. Lo aveva persino stabilizzato, ma non spettava a lei togliergli la vita, era di qualcun altro. Qualcuno che l’aveva concessa e che ora se la riprendeva. Dare e avere. Una bilancia, un pegno che andava pagato.
E ancora adesso, dopo che gli ha detto addio, dopo che il corpo è stato fatto sparire, non trova pace, non prova sollievo ma solo un grosso grumo in fondo allo stomaco, pesante come un maciglio. Sempre stata un’eccellenza nello sbarazzarsi di certe persone ma non di certi sentimenti. La realtà è che avrebbe voluto che lui non fosse mai tornato, che avesse colto la possibilità che Jimmy gli aveva concesso. Erano stato uno stupido, Tobs. Aveva creduto nel perdono e Philly non è capace di darlo.
Continua a bere e si solleva del tutto la maschera, di tanto in tanto qualche voce rimpalla dentro l’auricolare, i suoi compagni non sono distanti, qualcuno è in zona. Lei continua a prendersi quei minuti, per calmarsi un minimo, soprattutto dopo la notizia del rapimento di Brook. E’ ancora incazzata per quello, la realtà è che ognuno fa quello che vuole e vorrebbe riempirli tutti di mazzate. Come se non avessero già altri cazzi a cui pensare e di già.
Quasi si immagina la faccia del Capitano Nguyen - Krikri – mentre legge la notizia mentre si prepara e poi la spara bella grossa, sulla giustizia, sulla feccia che sono le maschere. Santi non sono, stronzi parecchi ma anche spiegare che in realtà, non c’entrano un cazzo con quel vecchio di merda. Chi ci crederebbe? Ormai sono stati tirati in ballo e devono ballare, fino a stancarsi a morte.
“Sei una maschera, è questo che conta. Siete tutti uguali”
Anche le parole del cioccolatino le rimpallano dentro la testa, sbattendo come una pallina matta dentro un flipper. Stringe quella birra, prende dei sorsi e riflette appena mentre gli occhi azzurri si tuffano in pensieri sempre più cupi.
“Adesso ti farò una domanda, Emma Cowden. Quante persone hai ucciso? Quanti mostri, tra queste? E quanti poveri diavoli, invece?”
Ci ha pensato tanto a quella domanda, lei è una che pensa sempre dopo, mai nel momento. Prima è solamente una pistola bella carica pronta a mirare e fare fuoco. Ma l’aveva scorta la rabbia di lui, diversa da quella dei normali poliziotti. Aveva percepito una certa similitudine, la medesima fame della battaglia, per scopi diversi, da parte della barricata differente. Lo sguardo non può tradire, lo sguardo non mente e lo aveva letto nel Capitano, ciò che lo smuoveva. La causa dell’odio per le Maschere, un po’ come la sua per i Criminali.
“Sei solo un cane rabbioso che cerca vendetta, Kris”
Le scappa una risatina mentre termina la birra, perché del resto non conosce altri modi per liberarsi della rabbia, almeno non qualcosa che implichi la violenza e la guerra. Ora che Jake era lontano, nemmeno il sesso era più a portata di mano per scaricare la tensione accumulata. E’ stanca, mentalmente, sebbene quando fa qualcosa di buono, quando qualche m o s t r o  sparisce dalla faccia della terra, le carica addosso una grande voglia di dormire e un poco morire. Quella fame si sazia, quella Giustizia che non pare, per certo essere compresa.
V a  b e n e. Non essere compresa.
Va bene essere definita mostro, criminale, assassina. Del resto, se non lo è, ci è andata molto vicina.
Ed è un mostro che ama la cioccolata, che piange quando vede alla “Ricerca di Nemo”, che osserva la foto di Beverly e ridacchia al ricordo di quelle orribili calze color carne. Ed è ancora un mostro quando sente la mancanza degli abbracci di Jake nel cuore della notte o dei suoi baci. Ed è un mostro quando ride con Chloe ed Edith, nella sala relax dell’Hub, 
Vorrebbe esserlo davvero, un mostro. Forse così sarebbe più facile. 
La realtà è che non le importa di essere additata in alcuna maniera. Non le importa se un giorno la prenderanno, se finirà i suoi giorni a marcire in Sand. Perché sa che prima o poi succederà, che prima o poi non ci sarà perdono per lei, come lei non lo concede.
E per chi ha visto la morte, come lei, per chi ha vissuto in quello stato di grazia e poi è ritornata agli orrori di questa vita, è difficile dimenticare. Cancellare. Riprendere. E’ un logoramento continuo, giorno dopo giorno, che ti porta a pensare solamente ad oggi e mai domani.
Per cui, che importa di quello che gli altri dicono, quello che vuole è dare sé stessa, tutta, alla sua Causa, alla strada, agli innocenti anche a costo per passare per nominativi.
Che importa essere Emma quando si può essere Aracne?
https://youtu.be/l0vEcSL-5aY
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crazy-pot-pourri · 7 years ago
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[Books] La pallina assassina (I delitti di Falsterbo # 1) di Micke Hansen, Christina Olséni
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Titolo originale: Badhytten: Det som göms i sand kommer fram ibland (Mord i Falsterbo #1) Autore: Micke Hansen, Christina Olséni Prima edizione: 2015 Edizione italiana: traduzione di Carmen Giorgetti Cima (Bompiani, 2017)
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Presentazione dell'editore: Giugno a Falsterbo è perfetto per giocare a golf. Lo sanno bene i due maturi amici Egon e Ragner, che come di consueto sono già in campo molto presto la mattina. Li raggiungono Elisabeth e Märta, fresca vedova, già amante di Ragner in gioventù. Durante la partita i quattro trovano in un bunker il corpo di Sven Silfverstolfe, ricco imprenditore nonché proprietario del campo. Il morto ha un vistoso livido sulla tempia, e gli amici si convincono di essere responsabili della sua morte grazie a un tiro particolarmente riuscito. Il nipote di Egon, Fredrick, interpellato sul da farsi, consiglia loro di cancellare le tracce e lasciare tutto com'è. I quattro invece decidono di inscenare un suicidio, ma vengono ben presto smascherati. Va da sé che non sono loro i colpevoli: Sven era detestato da molti. L'amante Madeleine, che ha abbandonato dopo la nascita del figlio svuotandole il conto; Sophia, la giovane moglie che gli rivela di aspettare un bambino - che non può essere suo; e ancora, gli investitori di un suo progetto fallito.
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Egon Hjort: 82 anni, e in forma come non mai. Secondo il suo stesso parere, non sembra avere un giorno più di settant’anni. Golfista insopportabilmente mattiniero che odia perdere ma adora fischiare e cucinare. Preferibilmente allo stesso tempo. Scapolo felice con una vera passione per le routine e gli abiti sartoriali, è lo zio orgoglioso di Fredrik e Ingela. 
Fredrik Hjort: 47 anni, e meno in forma che mai. Nel giro di un anno ha percorso una carriera discendente da rispettato procuratore in completo Armani felicemente sposato a divorziato con l’esaurimento in t-shirt degli Iron Maiden e jeans logori. 
Lisa Stark: 40 anni, vedova e single con una figlia di sette anni, Linnea. In precedenza era una collega di Fredrik alla procura, ora è una fresca diplomata della scuola di polizia e come primo incarico viene assegnata alla stazione di Skanör. Impaziente, allegra, intelligente, è a suo agio soprattutto quando può indossare le scarpette da corsa. 
Mårten Lind: 47 anni, felicemente sposato con una gentile signora originaria della Dalecarlia, la Consorte, con la quale ha due figli. Ha passato metà della sua vita a fare il poliziotto e i suoi modelli sono gli sbirri televisivi come Kojak e Baretta. È un allegro bricoleur che trascorre volentieri le domeniche da Bauhaus, il negozio di fai da te, e che ha la tendenza a parlare prima di pensare. 
Ragnar Persson: 82 anni, migliore amico di Egon fin dai tempi della scuola. Con macchina del caffè e radiosveglia sul comodino, passa volentieri le mattinate a letto. Porta un doppio apparecchio acustico e non esce mai di casa senza il suo berretto a visiera e il suo astuccio dei sigaretti. È un tipo bonario che fuma peggio di una ciminiera. 
Elisabeth Ljung: 78 anni, signora di grande classe, porta i capelli raccolti in un elegante chignon e abiti esclusivi provenienti da Parigi, spesso del colore prediletto, il rosso ciliegia. Ama il cantautore Lasse Berghagen, non è mai stata sposata e una delle sue occupazioni preferite è far infuriare il suo vicino di casa, Egon. 
Märta Wall: 80 anni, minuta e vivace, sorella di Elisabeth. Fresca vedova dell’ex ambasciatore Lennart, ha due figlie che abitano all’estero con le rispettive famiglie. Ha appena deciso di tornare a vivere in patria, nella Falsterbo della sua infanzia. 
Vera Ljung: 102 anni ben portati, è la mamma di Märta ed Elisabeth. Vive alla residenza per anziani Sankt Knut ed è vedova del povero Erik. Con la memoria a breve termine non fa scintille, ma quando si tratta di ricordare i tempi andati è come un’enciclopedia vivente. 
Ingela: 45 anni, sorella di Fredrik, è medico all’ambulatorio pubblico e migliore amica di Lisa. È sposata con un uomo che a sua volta crede di essere sposato con la sua bicicletta; hanno due figli e il maggiore vive già per conto suo. 
Pastore Waldemarsson: 57 anni, divorziata senza figli, adora il suo lavoro di pastore evangelico della comunità. Dottor Waldemarsson 90 anni e Still Going Strong. Padre del pastore, nonostante l’età esercita ancora la professione medica nell’ambulatorio di Västergatan a Skanör. 
Billund: 62 anni, capo della polizia regionale. Dirige con mano ferrea i subalterni dalla sua casa di campagna a Båstad. Ha un occhio di riguardo per Lisa, non dà tregua a Fredrik e detesta Mårten.
Holmgren e Persson: Entrambi sui 55 anni. Due scontrosi ma eccellenti tecnici forensi soprannominati ironicamente Raggi di Sole. Dei due, Holmgren è quello che dirige e organizza, e detesta gli incompetenti. Persson è di poche parole ma non si lamenta mai. 
Johanna Pettersson: 33 anni, allegra donna originaria del Norrland e abile medico legale. Fra le altre cose, l’unico medico legale con cui i Raggi di Sole sopportano di lavorare.
Ecco la variegata fauna umana che popola Falsterbo, ridente località turistica che, come ogni città di mare, si ripopola in estate mentre in inverno è il regno di arzilli pensionati.
A Falsterbo non succede un granché, o almeno è quello che pensa la polizia locale, rappresentata da Lisa, fresca di diploma, e Mårten, indubbiamente un brav'uomo, ma anche un combina guai di prima categoria. Anche Fredrik, procuratore in congedo per malattia dopo un esaurimento nervoso e un divorzio difficile da digerire, �� convinto che a Falsterbo potrà ritrovare la tranquillità di cui ha bisogno. Nessuno dei tre ha però fatto i conti con un quartetto di vivaci vecchietti con l'hobby del golf.
La mattina del 15 giugno doveva essere l'inizio di una giornata come tante per Egon e Ragnar, 82 anni portati più che bene, ma non fanno in tempo ad iniziare la loro abituale partita di golf del sabato che già arriva, almeno per Egon, il primo intoppo, ossia l'incontro sul campo con Elizabeth (la vicina che pare provare sempre un ceto piacere nel fargli perdere le staffe) e Märta, ex fiamma di Ragnar. E così, mentre Märta e Ragnar non trovano di meglio da fare che tubare come piccioncini, Elizabeth e Egon sono i soliti cane e gatto, e finiscono per spedire le proprie palline nel bunker della seconda buca. Ai quattro non resta che cercare di recuperarle; peccato che nel bunker ci sia una bella sorpresa ad aspettarli: il cadavere del presidente del Golf Club con l'evidente segno di una pallina sulla testa... Chi l'ha fatto fuori? Egon? Elizabeth? Non sapendo che pesci pigliare, interpellano Fredrik, nipote di Egon, che consiglia loro di far sparire ogni traccia e di allontanarsi dal campo il prima possibile.
Egon e Ragnar hanno però il brutto vizio di prendere iniziative tutto fuorché che brillanti, e decidono di spostare il cadavere e inscenare un suicidio! Dire che il risultato è un disastro è quasi superfluo...
Inizia così un'avventura che metterà a dura prova il già fragile equilibrio di Fredrick, e darà più di una gatta da pelare alla polizia.
Da un punto di vista formale, abbiamo tutti gli elementi tipici di un giallo: un paio di morti sospette (tre, se si conta anche quella di un cavallo...), l'indagine da parte della polizia, una vittima non certo amata e diversi sospettati, ma a tener banco in questo primo appuntamento con I delitti di Falsterbo sono soprattutto i personaggi, dai pensionati combinaguai ad uno dei più improbabili poliziotti di tutti i tempi, ossia Mårten, amante del meteo, del bricolage e dei tappeti elastici.
È una lettura molto rilassante, in cui il lettore viene invogliato a lasciarsi andare e ad immergersi nella quotidianità di un paesino come tanti, con gli appuntamenti irrinunciabili dei nonnini: dolci sfornati come non ci fosse un domani, bingo nella casa parrocchiale (che, per inciso, ospita anche la stazione di polizia), partite di golf.
C'è indubbiamente molto calore umano (Lisa è vedova con una bambina di 7 anni e tutti fanno a turno per aiutarla a conciliare casa e lavoro), e lo stesso Mårten, per quanto assolutamente inaffidabile, non può che fare tenerezza.
Consigliato a chi è alla ricerca di un libro poco impegnativo e vuole essere rincuorato che al mondo ci sono ancora posti in cui relazioni umane hanno molta importanza, il tutto condito giusto con un pizzico di mystery: alla fine, non tutto sarà chiaro alla polizia (solo Fredrick, Egon, Ragnar e il lettore sanno davvero come è andata), ma alla fine, come sostiene Mårten:
(...) se non esistono delitti perfetti, nemmeno le soluzioni possono esserlo. No?
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omeganny · 7 years ago
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#InLibreria!
Nuove uscite in #libreria! Piemme, Bompiani, Newton Compton, Rizzoli
Salve a tutti, miei bellissimi lettori occasionali. Sono tornata con uno dei miei classici #InLibreria!, una selezione delle migliori novità presto in arrivo sugli scaffali. Come al solito, fatemi sapere quale vi incuriosisce di più!
XoXo
G.
Newton Compton
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La casa dei profumi dimenticati Jan Moran Pagine: 352 Prezzo: 5,90 euro Link Amazon: http://amzn.to/2sWL4Kn 
Nella California degli anni…
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ultimavoce · 7 years ago
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Olséni e Hansen, humor giallo con "la pallina assassina"
#OlsénieHansen, humor #giallo con "#Lapallinassassina"
Un altro giallo che arriva dal nord. Ma questa volta pieno di umorismo e con protagonisti atipici. Un gruppetto di arzilli vecchietti, convinti d’aver assassinato un uomo con una pallina da golf. L’opera di Olséni e Hansen, uniti nella scrittura ma non nella vita, s’intitola “La pallina assassina“, edito da Bompiani.
I due si sono conosciuti giocando a tennis nella cittadina svedese di Falsterbo,…
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nasreen44 · 7 years ago
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Segnalazione: ‘La pallina assassina’ di C. Olséni & M. Hansen
http://dlvr.it/PcQ8J6
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