#La consapevolezza che tu non sei tu
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ragazzadalsorrisonero · 2 months ago
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quante volte mi sono detta:
“meriti di più, meriti il mondo. non queste sciocchezze.
meriti qualcuno che ti protegga, che si prenda cura di te.
meriti qualcuno disposto a entrare nel tuo mondo, nella tua testa ed essere coraggioso di combattere i tuoi demoni, le tue confusioni e uscirne a testa alta.
meriti qualcuno che apprezzi i tuoi silenzi e che li sappia ascoltare, senza farli diventare pesanti quasi da sentirti soffocare.
meriti qualcuno in grado di capirti, di volerti capire. meriti qualcuno che apprezza i tuoi gesti, le tue piccolezze, i tuoi dettagli sulla visione del mondo, perché sei sempre stata spettatrice anziché protagonista e sappiamo quanta differenza ci sia.
meriti qualcuno che ti ascolti e che ti comprenda nei tuoi momenti di oblio. meriti qualcuno che ti abbracci senza un motivo preciso, solo per farti sentire al sicuro da tutti, dai problemi, dagli ostacoli, solo per un momento, perché a te basta anche un secondo e la giornata può cambiare totalmente.
meriti qualcuno che accetti le tue pazzie, i tuoi momenti folli, i tuoi capricci, perché diciamocelo resterai sempre una bambina, con il tuo modo giocoso, i sorrisi innocenti, le guance rosse e gli sguardi ingenui.
meriti qualcuno che si prenda cura delle tue cicatrici e delle tue ferite, anziché guardarle con pena, le guardi con comprensione, baciando ogni centimetro di pelle coperta da quelle macchie, ripetendoti che non sei tu lo sbaglio, ma è il mondo che è sbagliato.
meriti qualcuno che in giorni piovosi ti prenda e ti porti in giro, rischiando di ammalarvi ma con la consapevolezza di sentirsi liberi.
meriti qualcuno che si interessi a te come persona e non a te come corpo, perché lo sappiamo quanto odio hai dentro di te, perché lo sappiamo quanto ci stai male quando le persone ti cercano solo per secondi fini non apprezzando che ragazza d'oro tu sia.
meriti qualcuno che ti ami con tutto se stesso, che lotta per te anche nei momenti no e nei momenti in cui sparisci ritornando come niente fosse.
perche è in quei momenti che lotti con te stessa. è lì che potresti cadere di nuovo nell'oblio. è lì che meriti qualcuno che ti tenga stretta, che ti aiuti e che non ti faccia cadere, e nel caso, che si faccia forza per rialzarti.
perche è lì che meriti di essere amata. per come sei.”
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smokingago · 2 months ago
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Questo è tutto ciò che un Uomo dovrebbe essere, o perlomeno ambire di diventarlo.
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Un uomo che è gentile con te è la cosa più maschile che possa fare perché dimostra la sua forza nel contenimento. Sa di poter essere potente e imponente, ma sceglie di proteggere piuttosto che danneggiare, di confortare piuttosto che controllare. Questa non è una dimostrazione di debolezza, ma una profonda comprensione di come sia la vera mascolinità.
Un uomo gentile capisce che il suo compagno non è un oggetto da conquistare, ma un'anima da custodire. Attraversa la vita con la consapevolezza che il suo tocco, le sue parole e le sue azioni hanno un peso. La sua mascolinità non è definita dalla sua capacità di dominare, ma dalla sua capacità di elevare coloro che lo circondano.
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Un uomo veramente maschile sa che la dolcezza non è passiva; è amore attivo in movimento. È il modo in cui ascolta quando parli, la cura che mette nel tenerti stretta e la premura nelle sue azioni. La sua forza risiede nella tenerezza che offre, creando un rifugio sicuro in sua presenza.
Un uomo che incarna la vera virilità non si sottrae alla vulnerabilità. Lui sa che permettersi di essere aperto e onesto richiede coraggio. La sua dolcezza crea uno spazio dove sentirsi visti e ascoltati, e questa apertura permette di crescere fiducia e intimità.
Un uomo che conduce con dolcezza capisce che l'amore non è controllo ma sostegno. La sua mascolinità non è minacciata dalla morbidezza che mostra, ma piuttosto, ne è esaltata. Il suo tocco rassicura, le sue parole leniscono, e la sua presenza si sente a casa.
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Un uomo gentile con la compagna dimostra che la virilità è più della forza fisica; è intelligenza emotiva. Riconosce che una vera partnership prospera nel rispetto, e che la dolcezza è parte essenziale per costruire un legame duraturo. Lui conduce con compassione, sapendo che rafforza il legame tra voi.
Un uomo che abbraccia la dolcezza dimostra di non avere nulla da dimostrare, perché è sicuro in se stesso. La sua mascolinità non è definita dalle aspettative della società o dalla necessità di affermare il dominio, ma dalla sua capacità di creare pace e armonia nella sua relazione.
Un uomo che pratica la dolcezza sa che la vita non è una battaglia da vincere, ma un viaggio da condividere con chi ama. Lui apprezza i tuoi sentimenti, onora i tuoi confini e si presenta costantemente con attenzione e premura. La sua gentilezza è il suo modo di dire: "Tu sei importante per me. ”
Un uomo gentile nel suo approccio all'amore capisce che la pazienza e la gentilezza sono alla base di un rapporto solido. La sua mascolinità non è sminuita dalla morbidezza, ma gli permette di coltivare la relazione, aiutandola a diventare più profonda e significativa con il tempo.
Un uomo che offre la sua gentilezza è un uomo che dà valore alla tua fiducia. Lui sa che essere gentile non lo rende meno uomo, ma più uomo. La sua mascolinità risplende nella sua capacità di essere protettivo senza essere possessivo, forte senza essere duro e amorevole senza condizioni.
Abhikesh
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ilpianistasultetto · 1 year ago
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Cara Audrey,
Di tanto in tanto avrei voluto scriverti una lettera ma sapevo che per te capire le mie parole era una cosa impossibile. Tu eri piu' interessata ai gesti, ti lasciavi guidare dall'istinto, sapevi regalare compagnia e affetto, questo sapevi fare e lo facevi meravigliosamente bene. Era bello tenerti tra le braccia, stringere il tuo corpo morbido e profumato. Era bello uscire insieme, camminarti accanto e vedere tanta gente che ti guardava e faceva mille apprezzamenti. Per me sei stata come un'aliena venuta da un altro mondo per regalare attimi continui di grande felicita'. Ricordo come adesso quella prima volta che ti ho vista sulla porta di casa. Mi hai guardato con quei due occhioni neri meta' spaesati e meta' sorridenti, con quel musetto piccolo, tutta scodinzolante come solo chi e' riconoscente sa fare. Sei entrata, hai girato tutte le stanze e poi ti sei sdraiata su un tappeto, un modo originale per dire: "questa sara' casa mia, qui staro' bene". Spero che in tutti questi anni per te sia stato proprio cosi. Da parte mia posso solo dirti grazie per tutto cio' che hai saputo regalarmi. Grazie per tutte le volte che sei stata la mia ombra, per tutto l'amore che m'hai regalato stando in silenzio. Le parole tra noi non sono mai state necessarie, importanti, i gesti invece si, quelli erano importanti. Quel musetto posato sulla mia coscia, quella lingua sempre fuori a leccarmi la mano, quelle continue giravolte per dirmi che avevi bisogno di coccole o di qualche ghiottoneria che ti rendesse felice. Siamo stati amici, complici, sei stata una che m'ha fatto capire tante cose, mi hai regalato la consapevolezza di amare chi sa dare tanto senza chiedere niente in cambio. Adesso te ne sei andata sul ponte dell'arcobaleno, forse perche' avevi capito che quello che hai regalato non verra' dimenticato. Ecco, oggi quella lettera te la posso scrivere. Posso scriverla per dirti grazie di tutto, cagnolina mia.
@ilpianistasultetto
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occhietti · 9 months ago
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Siamo qui su questa terra per sperimentare,
siamo qui per essere.
Lasciati fluire come l’acqua,
prendi la forma delle situazioni,
sentile, vivile, falle tue e scorri oltre.
Prosegui il tuo viaggio,
da rigagnolo a ruscello, da torrente a fiume
ed infine lasciati divenire mare.
Cresci di esperienza,
consapevolezza e volume.
Cresci. Prosegui. Scorri.
L’acqua non oppone resistenza.
L’acqua scorre.
Quando immergi una mano nell’acqua
senti solo una carezza.
L’acqua non è un muro, non può fermarti.
Va dove vuole andare
e niente le si può opporre.
L’acqua è paziente.
L’acqua che gocciola consuma una pietra.
Ricordatelo.
Ricordati che per metà tu sei acqua.
- Margaret Atwood
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seipartedime · 4 months ago
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"E nel mentre stai annegando,
Ti accorgi che non hai nessuno al tuo fianco.
Qualcuno che ti eviti di affogare.
Non c'è nessuno,
Sei solo tu,
Con le tue paranoie.
Con i tuoi demoni che ti
Mangiano dentro.
Non c'è nessuno..
Nessuna spalla,
Nessun supporto.
Sei solo tu.
Da solo con la consapevolezza che devi fare qualcosa prima che il baratro ti mangi.
Ed è lì che ti accorgi che non hai bisogno di nessuno.
Ormai,
Non hai più paura di questa solitudine.
Hai abituato te stesso a camminare in questa
solitudine."
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esmesmoon · 7 days ago
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Qualche volta ti perderai, ti sentirai come se mancasse un pezzo, ti sembrerà tutto senza senso, senza logica, senza un filo conduttore. Succederà, poi, che si aggiungerà dell'altro, quasi come se dovesse capitare tutto a te e sembrerà assurdo, surreale, a tratti pure inconcepibile. Ecco, in quei momenti, in quella sorta di tromba d'aria capace di annullare tutto, prenditi la libertà di perderti. Prenditi la libertà di essere fragile. Te lo devi. Lascia che tutto scorra, che tutto passi, quasi come se non dovessi spiegare niente a nessuno. Non stai perdendo niente, è solo un po' di te che se ne va, che cambia, che smussa spigoli e ne fa rispuntare altri. Non si resta sempre uguali: il cambiamento è la cosa più umana del mondo. Non ti spaventare. È bello così. È vita pure questa. Sei sempre tu. Avrai solo qualche consapevolezza in più.
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quelmaredeimieiocchi · 5 months ago
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Quando ti ho conosciuto avevo 14 anni, ero una bambina ma ti ho amato dal primo sguardo, da quel sorriso che ci siamo scambiati, da quel "Ciao, come stai?" che mi hai sussurrato, sottovoce.
Ti ho giurato amore dal primo istante. Era la prima volta anche per me: le farfalle nello stomaco, il formicolio sulle dita, il cuore finalmente sereno. Sì, era la prima volta anche per me, ma l'ho sentito forte e chiaro: il mio cuore batteva.
Era la prima volta che mi sentivo forte, e viva.
Quando sei andato via non mi sono sentita solo sola, no, ma completamente persa. Quella fame di te mi si stava divorando dentro, senza lasciar spazio più a nulla. Ho costruito intorno a me muri su muri per proteggermi, mi cercavo ovunque ma non ero da nessuna parte... fino a quando mi sono ritrovata poi nella mia stessa prigione: una gabbia dal quale non si fugge, un labirinto senza via d'uscita. E poi ci ho fatto amicizia, è diventata casa mia. Un luogo sicuro da cui non penetrava un filo di luce, e di aria.
Con l'andare del tempo ho avuto modo di prendere consapevolezza di ciò che mi stava succedendo. Ti ho cercato, perdutamente. E perdutamente ho provato a scordarmi di quella sete di te. Perdutamente annegavo nella valle di lacrime che avevo pianto, e navigavo fra le onde, senza meta, dolcemente. Senza la mia perfetta metà, tu mi completi.
Ti ho amato sottovoce e senza volerlo, ti ho amato con tutti contro, compresa me stessa. E ti ho difeso nonostante la prima ad essere colpita ero stata proprio io. Non eri un mio nemico, ma un mio intimo amico.
Ad oggi, quel rumore è ancora cieco, e assordante, dentro me. Un suono dolce che mi accompagna durante il giorno, ed una ninna nanna che mi culla la sera.
Il desiderio è ancora forte Jhon. Dimenticarti per me è inconcepibile, o meglio, lo è per il mio cuore, per la mia mente, per quei sogni nel cassetto di cui non trovo più la chiave.
Sono trascorsi secoli dall'ultima volta, ma gli anni non potranno mai cancellare quello che è stato. Io ti aspetto ancora, dietro questo muro so che ci sei, ovunque tu sia, la mia mano è quì.
Croce sul cuore.
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susieporta · 3 months ago
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PERCHE' NON SENTO AMORE?
(Da una mia ricerca interiore personale esperienziale)
Per risponderti devo partire dall’inizio, da quando eri ancora in fasce.
Ogni essere umano nasce con un corpo fisico e un’essenza, quello che è nel profondo.
L’ essenza è amore, coscienza, intelligenza, felicità e gioia.
Nella parte profonda, c’è l’anima, quel continuum energetico che passa di corpo in corpo e si chiama essenza o coscienza profonda.
Alla nascita, nel cervello in cui troviamo la personalità, non c’è scritto ancora quasi nulla.
Ci sono solo alcune informazioni in base a ciò che il bambino ha registrato nel liquido amniotico, quando era ancora nella pancia della mamma.
Noi siamo come dei semi che devono crescere, evolvere, cambiare. Abbiamo bisogno di svilupparci, insomma.
E come si permette a queste caratteristiche e qualità di essere sviluppate?
Con l’educazione della famiglia.
Ecco i problemi dell’uomo.
Ogni anima ha già una vocazione, una sua direzione che verrà compiuta grazie alle varie esperienze. E spesso le qualità che ci portiamo dietro ne fanno parte.
Per avere un’immagine più vivida del concetto di semi e crescita osserva che i bambini, crescendo, mostrano già delle tendenze.
Ad esempio, se nella vita precedente era un musicista si porterà dietro, in questo corpo, l’amore per la musica, la capacità di apprendere facilmente le note, l’attrazione per alcuni strumenti musicali.
Questi sono semi ed è necessario un buon terreno per farli crescere.
È chiaro che se nascerà da una famiglia di musicisti o da una famiglia che pur non essendo nella musica, non interferirà in questa tendenza del figlio, lui potrà sviluppare questo seme.
Il problema è che a volte i genitori interferiscono eccome…
E certi semi rimangono infossati. Non crescono.
Cosa vuol dire educare secondo te?
Educare vuol dire aiutare a tirar fuori le caratteristiche, far uscire ciò che è già all’interno.
Illuminare la propria strada.
Capisci anche tu che plasmare qualcuno in ciò che non è non è educare.
Con un’educazione sana, è difficile che il bambino si porti dietro dei buchi.
Svilupperà le sue capacità di comprendere e di sentire con naturalezza; imparerà a esprimersi a modo suo, ad amare a modo suo.
Nel secondo caso, quei semini infossati scatteranno.
Come?
Creando un buco.
I buchi rivelano un vuoto.
Sono parti di noi sviluppate poco o non sviluppate affatto.
Zone che non siamo in grado di scorgere, perché non ci arriva luce, cioè la nostra consapevolezza.
I buchi più profondi sono quelli dove la caratteristica non solo non si è sviluppata, ma è stata addirittura considerata sbagliata, da nascondere, qualcosa di cui vergognarsi.
È chiaro che quel semino si è nascosto molto sotto. È stato represso.
E lì, sotto il buco, si cela una ferita sanguinante.
Quei semini agiscono dall’inconscio.
Quel “Sento che mi manca qualcosa”, altro non è che il semino che attende il suo momento per emergere.
Noi non sentiamo il semino, non identifichiamo la ferita, percepiamo solo un bisogno che non trova mai sollievo.
E più profondo è il buco, più forte il bisogno ci torturerà.
Sono vuoti esistenziali.
Il che comporta che possiamo sbarazzarcene solo colmandoli dall’interno.
Solo portandoci consapevolezza ed entrando in contatto con quelle qualità essenziali.
Ovviamente non ne siamo a conoscenza ed è per questo che cerchiamo di buttarci dentro roba sperando di trovare il tappo giusto.
Ma tutto quello che finisce nel buco, come l’amore delle persone, viene risucchiato dentro e non lascia niente.
Sei come una voragine che vuole risucchiare tutto ciò che di bello trova attorno a sé.
Il vero guaio è che noi basiamo tutta la nostra vita su questi buchi neri.
E tutto ciò che attiriamo, spesso, serve solo a renderli sempre più affamati.
Mi chiederai cosa c’entra l’amore con tutto questo.
E io ti rispondo che l’amore fa parte delle qualità e delle potenzialità che abbiamo tutti come esseri umani e che quindi vanno sviluppate.
Se il seme dell’amore non germoglia, lascia spazio a uno dei buchi neri più famosi della storia: il buco d’amore.
ROBERTO POTOCNIAK
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libero-de-mente · 6 months ago
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Il tempo passa, a volte corre.
Mi accorgo di questo quando mi fermo e mi volto, guardando la strada percorsa e le cose fatte. Incredibile, a volte non ci credo.
Vedo i volti, sento le voci, annuso gli odori, i profumi e ammiro paesaggi, tutti ricordi che sono attraversati dal mio percorso di vita.
C'è un volto tra tutti, me lo ricordo più di chiunque altro, che mi segnò la vita in maniera profonda quando lo vidi.
Il volto di un esserino appena nato, anzi in parte ancora del tutto uscito da sua madre.
Questo volto, lungo il sentiero della mia vita, è cambiato tante volte.
Ha avuto varie espressioni, dimensioni e colori ma le ricordo tutte. Sono passi del mio cammino importanti, quelli percorsi da padre.
Oggi quel volto che appartiene a te Daniele è quello di un ragazzo buono, condizione che da un certo punto di vista mi preoccupa visto il mondo che ti sto lasciando, ma di cui io sono fiero.
Avrai tanta strada da percorrere tu per un sentiero che, ne sono sicuro, ti porterà ad ammirare paesaggi e orizzonti che io neanche posso immaginare.
Esistono durante la nostra vita dei punti di svolta, dei momenti ben precisi dove le cose cambiano o, addirittura, si capovolgono.
Sento ancora la tua stretta negli abbracci, come la presa della tua manina con la mia, dove cercavi protezione.
Il non volere che io ti abbandonassi. Mai.
Ma nei giorni scorsi c'è stato uno di quei punti di svolta che ti dicevo, un tuo abbraccio in cui per la prima volta mi sono sentito protetto io.
Le tue lunghe braccia che hanno abbracciato un padre che oggi si sente fragile.
Con la differenza che non posso permettermi di chiederti di non lasciarmi mai, perché arriverà il giorno in cui tu prenderai la tua strada e la mia si fermerà. In quel punto, ammirandoti.
Nella vita non esistono i punti di non ritorno, no, credo invece che esistano punti dove si debbano prendere delle decisioni.
Continuare o fermarsi, prendere un'altra direzione o proseguire con lo stesso orientamento.
Arriverà la tua consapevolezza, quando ti volterai per guardare le immagini del tuo percorso, prima di riprendere il cammino, dove probabilmente vedrai ancora il mio volto. Le mie mani stringere le tue, le mia braccia stringerti a me.
Credimi, non avere di questi ricordi del proprio padre è una mancanza pesante, io mi ricordo dei miei abbracci a un uomo che oramai stava per lasciare questa vita.
Cammina, cammina più che puoi Daniele. Percorri più strada possibile e assapora, ascolta, annusa, ammira, tocca e ricorda ogni momento che ti ha creato emozioni e, mi auguro tante, gioie.
Oggi sono 21 anni che cammini, che sei inciampato ma ti sei alzato con caparbietà, che hai preso strade a fondo chiuso ma hai saputo trovare altri passaggi per proseguire. Questo non è da tutti.
Sono fiero di te, ma sono di più orgoglioso di essere tuo padre. Perché tu mi stai dando tantissimo.
Ti abbraccio ora. Ti abbraccerò per sempre.
Auguri di buon compleanno Daniele
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kon-igi · 2 years ago
Note
Non riesco ad avere figli e mi sembra di aver buttato la mia vita fino ad ora e che oltre non ci sia uno scopo...
Ti racconto una cosa.
Io ho 50 anni e la nostra prima figlia è nata che avevo 25 anni... una giovane coppia per quei tempi (1997) e un'età che adesso sarebbe definita prepubere.
Non ti faccio mistero che per un certo periodo della mia vita ho provato un sentimento molto vicino al disprezzo misto rabbia per tutte quelle persone che proseguivano la loro adolescenza lunga ponendosi al centro del mondo e ignorando la lotta esistenziale che un genitore doveva portare avanti anche solo per riuscire ad andare a letto la sera senza strisciare le ginocchia sul pavimento.
Oggi dico che ognuno cresce con le esperienze che gli sono più congeniali ed essere genitori è solo uno dei tanti modi per conoscere meglio la realtà... non ti rende migliore, ti fornisce solo una buona occasione per ridiscutere la tua centralità nel mondo.
Un figlio non è uno scopo, né una benedizione né una maledizione.
Un figlio non consolida il tuo ruolo nella società né conferma la tua validità di essere umano... se proprio dobbiamo dirla tutta ti provoca un'overdose di inadeguatezza e ti svela ogni giorno una nuova sfumatura del termine 'ansia'.
La domanda che ti devi fare prima di 'Sarò una buona madre?' e un'altra...
'Saprò amare gli altri anche se non sono come me?'
In caso contrario il figlio che sarà potrebbe essere per te solo un riscatto oppure una soddisfazione personale o anche una dimostrazione. O, peggio, un modo per accontentare o legare a te qualcuno.
Un figlio, in realtà, è un atto di amore ma non verso te stessa o verso chi ti sta accanto... è un atto di amore (e di fede) verso ciò che non sei tu, verso quel mondo che, dal giorno della tua scelta, diventerà più ricco e ancora più pieno di amore.
Perchè il bambino non nasce nell'utero ma nella testa e nel cuore.
Sappi essere madre senza figli e quello che tu chiami 'scopo' diventerà una tua consapevolezza profonda con la quale potrai aprirti all'altro anche senza legami di sangue e scoprire che la famiglia non ha nulla a che vedere con la biologia o la parentela.
Io sono figlio unico ma ho mille fratelli e sorelle... e ho ben più che due figlie, credimi.
Saprai amare gli altri anche se non sono come te?
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canesenzafissadimora · 3 months ago
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L’amore adulto è quello che ti frega.
Perché arriva troppo tardi e ti accorgi che è più importante del primo, già...
Più importante del primo amore. Che, a dirlo, sembra quasi una profanazione...
Eppure è così! Ed è un casino, se hai scelto il primo amore credendo fosse per sempre. Perché ti ritrovi tutta la tua vita da una parte e, di colpo, una parte di cuore Altrove. E allora non sai che fare. E vorresti tutto e non vorresti scegliere. E tutti ti dicono di non fare cazzate e tu stesso ti dici che non hai più l’età e...
Però l’amore adulto è rinascita e consapevolezza, è opportunità e rivoluzione. Perché l’uomo che sei è frutto di una storia di errori e traguardi e scivoloni e...
A tutti è concesso un amore adulto.
A chi lo sa riconoscere.
A chi fa finta di non vederlo.
Ma non a tutti è concesso di viverlo.
E io non so che fare: perché tu puoi e io no.
Perché tu mi vuoi e io non posso nemmeno volerti, non come vorrei.
Forse l’amore adulto prevede anche la rinuncia.
E una buona dose di rimpianti.
O forse ci vorrebbe un’altra vita per l’ultimo amore...
L’ultimo amore...
Non il primo.
“Vuoi essere il mio ultimo amore?”...
Dentro di me... lo sei già.
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Letizia Cherubino
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vaccagare · 1 month ago
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Nino Sarratore. Perché fa male, ma attrae?
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È questa la domanda che mi tormenta, un pensiero che non mi lascia tregua. L’odio che sento non è abbastanza, mai abbastanza, ed è questo il mio dramma più grande. Perché, se odio gli uomini come lui e mi ripeto che sono esseri meschini, crudeli, incapaci di amare davvero, qualcosa in me lo desidera ancora?
C’è una bellezza in lui che non si spiega, una bellezza che non è nella forma, anche se ben diversa dagli altri uomini, ma nel modo in cui riesce a entrare nella tua testa e a starci, a farti credere che sia tutto diverso con lui, che per lui potresti cambiare tutto, anche te stessa. È un gioco sporco, e lui lo sa fare alla perfezione. Sa affascinare, sa prendere quello che vuole, e poi lasciarti lì, vuota, con la sensazione di essere stata stupida, ingenua, ma anche irrimediabilmente viva.
Lui incarna tutto ciò che ferisce: la superficialità travestita da profondità, l’arroganza mascherata da fascino, la mancanza di lealtà in un universo dove cerchiamo disperatamente stabilità e verità. Nino è il conflitto tra ragione e cuore, la consapevolezza che dovresti odiarlo, che dovresti lasciarlo andare, ma non ci riesci. Perché? Perché sapere che è tossico non basta per spegnere l’attrazione, per soffocare quel desiderio insensato che nasce da un mix letale di idealizzazione, bisogno e debolezza.
Amarlo è un rischio che si prende quasi senza accorgersene o addirittura volontariamente, un veleno che scivola lento dentro di te, e quando te ne accorgi è troppo tardi. Lui ti segna. Segna come ha segnato Lenù, come ha segnato Lila (che dovrebbe aver amato più intensamente, ma solo per senso di mera conquista), come segna chiunque abbia il coraggio o la sfortuna di lasciarlo entrare. Ti strappa pezzi di anima, ma ti insegna anche a riconoscere il tuo valore. Non subito, no, perché prima ti spezza. Ma alla fine capisci che non sei il riflesso del suo desiderio, che la tua esistenza non dipende dal bisogno di essere scelta da qualcuno che non sa amare, che lui è come la luna, vive di luce riflessa.
Nino è brillante, accattivante, capace di far sentire chiunque speciale. Sa dire le cose giuste, sempre al momento giusto. Sa accendere in te quel desiderio primordiale di essere vista, capita, scelta. È il suo potere, il suo talento più grande, ma anche il suo inganno più crudele. Perché non sceglie mai davvero. Entra e esce dalle vite come se non fossero altro che stanze da attraversare, lasciando dietro di sé un vuoto che brucia. E tu, in quel vuoto, ti trovi a desiderare l’impossibile: essere quella che finalmente lo trattiene, quella che lui non potrà né vorrà mai lasciare.
È tossico, lo sai, ma è anche profondamente umano. È quella speranza folle e insensata di trasformare un rapporto imperfetto in qualcosa di definitivo, di salvare qualcuno che non vuole essere salvato.
Ma la vera sfida, forse, è questa: imparare a vedere Nino per quello che è, senza lasciarsi accecare dal fascino di ciò che potrebbe essere.
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smokingago · 8 months ago
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🍀
"Cosa ti rende triste piccola mia?" Chiese la lupa alla sua cucciola .
"L’essere stata presa in giro poiché accecata dal cuore e aver donato il mio amore che poi è stato calpestato." La lupa rispose: "Piccola mia la cieca non sei tu, essendo tu amore, cieco e triste è colui che non l'ha colto e nessuno può calpestare l’amore che rappresenti. Lascia andare chiunque non conosce e ha paura dell’amore, son tristi e arrabbiati e spesso si circondano di teatranti scadenti. È ora che tu stia coi tuoi simili, le coincidenze delle stelle hanno parlato, é ora che prendi consapevolezza di te: non sei da tutti e per tutti. Lascia che l’orso stia con l’orsa, che la vipera con il suo simile e lo sciacallo tra gli sciacalli.
Tu sei una lupa, riconosci la tua energia e ritorna a casa, ritorna da te .
Autore sconosciuto
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altrovemanonqui · 3 months ago
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Mia cara, dolce, ansiosa ragazza…che entri in farmacia all’ orario di chiusura e mi chiedi la pillola dei 5 giorni dopo…e alle doverose domande che ti pongo mi rispondi che hai avuto il rapporto non protetto 8 giorni fa…e quando ti chiedo a che punto del ciclo sei guardi nel vuoto come la peggiore delle interrogazioni a scuola quando non hai studiato…sono combattuta tra un abbraccio stretto e un cazziatone vero di quelli anni ‘80 che ricevevo io per molto meno…
Invece non posso far altro che chiudere la farmacia, farti sedere…e approcciare una veloce mini lezione di ginesessuologia. Provare a farti capire le conseguenze di un rapporto non protetto. Considerare una gravidanza non calcolata e fornirti numeri di telefono di consultori e ambulatori dove un supporto psicologico può accompagnarti in qualsiasi scelta prenderai…
Te ne vai più preoccupata di quando sei arrivata.
Mi dici “grazie”. Ma so che se potessi mi cancelleresti dalla tua vita. Non ti abbraccio nemmeno questa volta. Ma ti guardo dritta negli occhi…per trovare quella consapevolezza che prima ti mancava.
Tu non dovresti essere qua.
E non sarei dovuta essere io a spiegarti come funziona il tuo corpo.
Ancora una volta mi pongo domande che non trovano risposte. Accompagnate da una malinconica tristezza.
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monologhidiunamarea · 6 months ago
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Parlarne non serve , scrivere non serve , i giorni passano e i crolli sono sempre li. Il dolore si fá più acuto , la mancanza squarcia l'anima. Mai come adesso ,mai come ora ho la consapevolezza di tutto quello che io provo e non so dove mettere tutto questo subbuglio di sentimenti pieni , voraci , vividi. Di quanto io sia grata di averti avuto nella mia vita , di quanto io e te siamo simili in tantissime cose, di quanto mi hai salvata tutte le volte che ero un passo dall'arrendermi. Quanto continuo a portarti nei miei gesti , nelle cose che faccio sei sempre davanti ai miei occhi pur non essendoci. E l'atroce pensiero di non parlarti mai più, di non poterti più dire tutto quello che ho nella testa , perché più di tutto sei stato l'amico più leale e sincero che avevo accanto. Di quando io sia stanca di vedermi il viso rigato dalle lacrime che scendono incessanti anche contro la mia volontà. Di quanto basti un soffio di vento a farmi tremare. Terrorizzata dal tempo che passa. Prima o poi dovevo incontrare un'onda che mi dominasse.... e sono rimasta incastrata negli abissi. E solo tu sai riportarmi su , solo tu sai scendere senza timore. Solo tu ti sai muovere nel mio nero più nero che ci sia. Darei qualsiasi cosa , pur di parlarti ancora.
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susieporta · 15 days ago
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ATTENZIONE ALLA TROPPA ACCOGLIENZA!
Se siamo su un certo tipo di percorso interiore e se ci occupiamo di relazione d’aiuto l'atteggiamento che subito cerchiamo di praticare, la prima cosa che cerchiamo di fare è quella di accogliere l'altro.
Se penso all'atteggiamento che deve avere qualcuno che sta dentro alla dimensione della relazione d'aiuto può essere solo questo. Cioè c'è un'accoglienza dell'altro così come è, c'è un'accettazione dell'altro così com'è.
Troppo spesso però ci fermiamo quì anche quando l’altro ‘ci ferisce’ o ci manca di rispetto.
Cioè quando molto spesso l’altro mette in modo dei meccanismi da cui emerge che l’altro non ha alcuna consapevolezza sugli altri e sul mondo intorno.In cui prende in considerazione solo se stesso e le sue esigenze.
Quando l’altro non sa minimamente che cosa vuol dire ‘entrare in relazione’, cioè che hai messo i piedi dentro alla casa di qualcun altro.
Non si rende neanche conto che potrebbe aver provocato un dolore. Cioè quando l’altro riesce a vedere e a pensare solo a sé!
Ecco perchè a volte tu dopo l’accoglienza senti a un certo punto rabbia, e inizi a chiederti: perché devo avere sempre a che fare con persone che fanno così?
Prima di tutto proprio per imparare come averci a che fare!
Per poter osservare e fare attenzione a quando idealizzi gli altri e gli fai ‘passare’ tutto, cioè quando ti fai prendere come se fossi un pesce, all’amo.
L'idealizzazione infatti ti fa perdere di vista completamente che ci sono anche altri aspetti delle persone che non puoi ignorare.
Quando l’altro si occupa solo di se, non si rende conto che si rivolge ad altri, che sta facendo una serie di cose in cui è in relazione con altri e che nel suo stare in relazione con altri mette i piedi dentro la loro vita, che se è all’interno di una relazione di qualsiasi tipo lascia delle orme, non è un fantasma dentro la vita degli altri.
Non puoi vedere solo te, altrimenti sei chiaramente un tipico ‘narciso’.
E poi i più ‘spiritualisti’ riescono magari a farla passare pure come consapevolezza di sé, ma in realtà è un’ottava molto bassa della consapevolezza di sè.
Sii attento a queste situazioni, sia nella tua vita personale che professionale, in cui siamo eccessivamente disponibili, accoglienti e aperti almeno finchè non ci pestano eccessivamente i piedi e allora ci decidiamo a dire di no e chiarire i nostri confini.
Qualche volta - senza rabbia, ma con il giusto modo di dire - è fondamentale mostrare all'altro che certi atteggiamenti diventano faticosissimi da reggere. E se lo sono per un terapeuta, figuriamoci dentro la vita di tutti i giorni.
Ripeto: attenzione nel rimanere fregati dal fatto che noi pensiamo sempre alla dimensione di accoglienza!L’accoglienza non vuol dire che io devo accettare tutto.
Sì, ti accolgo come persona, non ti giudico.
Ma ho bisogno anche di dirti, proprio in relazione al fatto che creiamo, siamo in una relazione, che alcune cose hanno degli effetti.
Poi capiterà sicuramente che qualcuno non vorrà sentirsi dire alcune cose.
Pazienza se non le vuole sentire vuol dire che o non è il tempo o non ha le risorse per ‘lavorarle’.
Ma intanto tu allenati a dirle e a prendere in considerazione cosa senti in te, e cosa è ‘tollerabile’ e cosa no per te in una relazione.
Accettare l’altro non vuol dire subirlo!
Impara ad alzare un po' l'asticella di quello che è tollerabile o meno per te senza avere paura di perdere l’altro.
Con Amore,
Dafna Moscati
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