#La cantata dei pastori
Explore tagged Tumblr posts
lospeakerscorner · 27 days ago
Text
La Cantata dei Pastori
Peppe Barra al Teatro Tasso con La Cantata dei Pastori: termina la terza edizione di Soave sia il vento Così… se fan tutti SORRENTO | CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI – La terza edizione della rassegna Soave sia il Vento si conclude martedì 7 gennaio alle ore 20.30 al Teatro Tasso con un evento artistico unicoo e intenso: La Cantata dei Pastori, scritta da Peppe Barra e Lamberto Lambertini e…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
dhufflebee · 2 years ago
Text
okay so, it almost seems like this mini-series/sceneggiato doesn't exist, since I could find literally zero traces of it even in RAI's historical & video archives
HOWEVER I did find a 1963 Corriere della Sera article (from the entertainment section, I guess?) that sort of presents the upcoming mini series with a bit of plot, actors's bios, and quotes
[ translation by me under the cut — am also tagging @thatscarletflycatcher who first looped me in on the treasure hunt ]
Tumblr media
Corriere d’informazione / Corriere della Sera tuesday 30th april – wednesday 1st may 1963
Alcott’s “Rosella” for TV's new faces Laura Efrikian will play the main character in the novel’s adaptation – Angela Cavo will sing three american songs from the 1800s
Naples has seen the end of filming for Rosella, a 4-episode sceneggiato written by Anna Maria Romagnoli for tv dei giovani (i.e. tv dei ragazzi, older kid’s programming), who combined two novels by Alcott: Eight cousins and Rose in bloom. Filming began in early march and occupied Studio 1 and parts of the big Studio 2. Outdoor scenes were filmed in the gardens of Mostra d’Oltremare (a convention center in Naples).
Rosella can be called “a tv-novel of debuts”. Director Lelio Golletti debuts in the world of sceneggiati (he directed the first of Naples studios productions, La cantata dei pastori, in december ‘58, and since then worked on some of the sudios’s most important broadcasts). Two young actors are debuting on TV: Marino Masè (22yo from Trieste, played in L’Arialda on stage and was in The Leopard) and Enzo Cerusico (23yo from Rome, he played the “sardinian drummer” in Altri tempi, and appeared in La dolce vita and Lizzani’s Gobbo). Another debut is Angela Cavo’s one: the young actress will sing three american songs from the time, in their original language.
Another important debut is Laura Efrikian’s from Treviso as the protagonist. After a short career on the stage, Efrikian attended the 1961 course for announcers, took part in Canzonissima and in some filmed stage productions. This will be her first important TV role.
Rosella is the story of a rich orphan girl from America, who lives with some aunts, each of whom would like to impose on her a specific type of education. But one day her guardian Uncle Alec (played by Gianni Agus), a medical officer in the British Merchant Navy, takes Rosella from her aunts and begins his own educational method, consisting of outdoor activities, sports, practical and modern knowledge.
The director Goletti says: “In this novel the author was portraying, through various sketches, american life as it was in 1870, in a provincial city like Boston where the story is set”.
We ask him how much can american life in 1870 interest young people of today. “I think Uncle Alec’s experiment, the novel’s most interesting part, can resonate today as well due to its aim to teach practicality and authenticity. Through the character of the uncle, Alcott was writing about her father, a man who pushed for a new pedagogical system in an american society still anchored to old methods and to an old mentality.”
Rosella: Rose in Bloom’s Italian Adaptation
Back in August of 2022 when I was doing Alcott Adaptation August (a month where I watched and reviewed every single adaptation of Little Women that I could reasonably find; still need to finish my reviews of 2019 and 1978), I was scouring IMDb for anything that Louisa May Alcott had a writing credit on. I found something really surprising: A 1964 Italian TV mini series called Rosella. Could this be an adaptation of my favorite underappreciated Louisa May Alcott novel, Rose in Bloom? Naturally, I had to know more.
The IMBd page tells us very little. In addition to Louisa May Alcott, there is one other writing credit, Anna Maria Romagnoli, who wrote the screenplay. Then we have a director, Lelio Golletti. It was produced and distributed by RAI Radiotelevisione Italiana and filmed in black and white. Finally, we have a cast list: Rosella is played by Laura Efrikian, Marco is played by Enzo Cerusico, Carlo is played by Marino Masé, Stephano is played by Vittorio Mezzogiorno, Febe is played by Angela Cavo, Zia Clara is played by Loredana Savelli, Arci is played by Paolo Modugno, Giacomino is played by Marco Paolini, Zia Myra is played by Anna Maria Ackermann, Debora is played by Vittoria Di Silverio, Zia Jessica is played by Delia Valle, Zia Pace is played by Donatella Gemmò, Zio Frank is played by Gerardo Panipucci, and Dottore is played by Carlo Lombardi. Based on my nonexistent Italian, I would guess that Rosella is Rose, Marco is Mac, Carlo is Charlie, Stephano is Steve, Febe is Phebe, Arci is Archie, Zia Clara is Aunt Clara, Zia Myra is Aunt Myra, Zia Jessica is Aunt Jessie, Zia Pace is Aunt Peace (who might have been combined with Aunt Plenty to make the cast more manageable?), Debora is the cook who is sometimes called Debby and sometimes called Dolly in Eight Cousins, and Zio Frank must be one of the uncles, though it’s unclear which one. However, I was stumped by Giacomino and Dottore. 
The wonderful @thatscarletflycatcher​ offered to do some research for me as she’s a Spanish speaker, which is a lot closer to Italian than I am, and she managed to find some promo images with captions that she translated for me. I’m including them below the cut since there are some pretty big spoilers.
Continua a leggere
34 notes · View notes
sciscianonotizie · 5 years ago
Text
Tumblr media
Il Canto di Virgilio presenta ‘La cantata dei pastori’ di Carlo Faiello http://dlvr.it/RLDth1 http://dlvr.it/RLDth1
1 note · View note
allecram-me · 7 years ago
Text
E io, non sapendo scegliere tra la caccia e il pescio, cosa non posso far ca me riescio?
Il teatro è come il sushi, per me. Entrambi sono entrati nella mia vita in punta di piedi, in ritardo rispetto a quanto avrei voluto, entrambi mi trasmettono emozioni particolari, specifiche di loro soltanto, e riguardo entrambi ammetto sempre che, da grande amante quale davvero sono, non so un beneamato nulla.
Ammetto anche di sentirmi un cliché trotterellante e, per amore della mia vanitosa integrità intellettuale, ogni singola volta che mi approccio ad una esperienza relativa ad una di queste due cose che mi piacciono così tanto, parto sempre con l'intento di provare a falsificare questa regola di bellezza: mi dico sempre che devo essermi autosuggestionata le volte precedenti, che in fin dei conti si tratta solo di un po’ di riso col salmone crudo in un caso, e di persone che raccontano storie vestite strane nell'altro.
Quando dico che sono fortunata, ovviamente, non mento. Ogni singola volta che ho mangiato sushi non ho potuto negare la verità del suo effetto evidentemente felice su di me, ed allo stesso modo, da quando ho preso a frequentare col mio cappottone di camoscio e pelo ingrifato i teatri della Napoli fuori la mia finestra, nemmeno una volta me ne sono tornata a casa senza sentire quella sensazione magica di brividi e felicità polifonica sotto la pelle. Non è per fare la radical chic, è un fatto che mi succede davvero, nel senso più incarnato possibile.
Stasera ho avuto l'onore di prendere parte ad una narrazione che si porta dentro un po’ di storia della mia città e forse del teatro stesso. La cantata dei pastori non è soltanto un gioco antico d'intreccio popolare di assolutamente sacro e inappellabilmente profano, è piuttosto uno stendardo che ancora oggi - stasera, nei miei occhi e nelle mie orecchie ignoranti - celebra un tempo che è perso in un altro mondo, eppure sa parlare ancora, di una lingua che sa di remoto, ma scivola perfettamente, come fosse oliata tuttora da una cultura che, in qualche forma, persiste.
Così il testo, così l'italiano arcaico ed il napoletano fuori d'ogni attualizzazione; così l'orchestra ai piedi del palco sbeffeggiata dagli attori, così il pubblico sganasciato e conquistato dai suoni, dalle voci che di tutto sanno, fuorché di modernità. Così, più di tutto, le scenografie che paiono antiche quanto l'ambientazione, come i costumi di stoffa vera; così l'alternarsi della storia sacra agli spaccati volgari ed umoristici, metateatrali, condotti a traino dai due poveracci protagonisti dell'opera.
Forse un po’ aiuta l'essere cresciuta, anno per anno, in un susseguirsi di allestimenti natalizi trattati come impegni sacri ed improrogabili, forse conoscere a memoria buona parte delle battute e tutte le canzoni può aver fatto la differenza, o magari è dipeso dal fatto che discendo da una famiglia che architetta presepi di una certa fattura da almeno tre generazioni, fatto sta che è stata un'esperienza bellissima.
Questa serata ha intessuto un filo, dentro e fuori di me, che ha collegato il mio animo ingenuo e tanto emozionabile alla tradizione così difficile ed ingombrante della mia terra, la cui cultura, incompresa per definizione, ha sempre risuonato troppo poco dentro di me.
È stupendo lasciarsi inondare.
10 notes · View notes
diceriadelluntore · 5 years ago
Photo
Tumblr media
Storia Di Musica #122 - Nuova Compagnia Di canto Popolare, La Gatta Cenerentola, 1976
Poche città posso vantare un legame alla musica come Napoli. Vuoi per il fascino misterioso e incredibile della città, vuoi per il mito esotico che da sempre la segue, essendo stata per secoli fulcro culturale europeo e del Mediterraneo, la musica napoletana rappresenta un unicum. Come altre cime della cultura partenopea, anche la musica vive del miscuglio tra colto e popolare, tra accademico e farsesco, tra saloni di balli e danze di strada. Tra l’altro la storiografia della musica individua proprio nella nuova canzone napoletana dell’Ottocento uno dei primi movimenti di musica “pop” in senso avanguardista, aiutato anche dall'incredibile fortuna degli spartiti prima e delle prime incisioni poi, che renderanno i classici della canzone napoletana dei veri e propri successi internazionali, cantati e suonati in tutto il mondo. Accanto a questi però, esisteva una tradizione di musica folk incredibilmente variegata e interessante, che prendeva spunto non solo dalla commistione di cui sopra, ma anche dalle tradizioni delle dominazioni storiche e culturali che si erano sedimentate a Napoli in secoli di regni e protettorati stranieri. A questo fine nacque nel 1967 un gruppo musicale su iniziativa di Eugenio Bennato e Giovanni Mauriello, a cui si unirono Lucia Bruno, Mario Malavenda, Claudio Mendella e Carlo D’Angiò, che propose il nome di Nuova Compagnia Di Canto Popolare (anche in acronimo NCCP). I primi progetti prendono però forma vera e compiuta solo qualche anno più tardi, all’inizio del 1970, quando nella formazione arrivano le voci di Peppe Barra e Fausta Vetere e la consulenza e l’organizzazione di Roberto De Simone, musicologo, compositore, studioso della musica popolare del Sud Italia. Inizia così una delle avventure musicali e discografiche più significative di quello che sarà il “folk italiano”, che avrà seguito inaspettato, tanto che persino Canzonissima in quegli anni aveva uno spazio per le canzoni della tradizione popolare. Nel 1971 danno alle stampe Nuova Compagnia Di Canto Popolare: in repertorio la reinterpretazione di musiche del ‘500, le famose villanelle, che riporteranno in auge dopo secoli di oblio, le tarantelle che proprio in quegli anni si stavano riscoprendo anche grazie agli studi di Ernesto De Martino sui “tarantolati” e un brano, Lo Guarracino, canzone d’amore del ‘700 che parla di un pesce innamorato (il guarracino è un piccolo pesce di colore scuro tipico dei bassi fondali campani) diventerà famoso e darà il nuovo nome alla ristampa dell’album per la Ricordi (con bellissima copertina). Inizia qui un periodo di intentissima attività: non solo dischi, tra cui nel 1974 il meraviglioso Li Sarracini Adorano Lu Sole che contiene le splendide In Galera Li Panettieri, Ricciulina ma soprattutto Tammuriata Nera, ma anche teatro, con la grande affermazione di critica e di pubblico con la messa in scena de La Cantata Dei Pastori, e concerti che li porteranno in tutto il mondo (testimonianza ne è il disco che raccoglie esibizioni dal vivo del 1978 Aggio Girato Lu Munno). E proprio verso il teatro che, spinti da De Simone, il gruppo si muove, e il loro capolavoro fu pubblicato nel 1976 come disco, e prodotto come opera teatrale con prima al Festival Dei Due Mondi di Spoleto. La Gatta Cenerentola è un’opera in tre atti che si basa sul racconto contenuto ne Lo Cunto de li Cunti overo lo trattenemiento de peccerille, una raccolta di 50 fiabe in lingua napoletana scritte da Giambattista Basile, edite fra il 1634 e il 1636 a Napoli. L'opera, nota anche con il titolo di Pentamerone (cinque giornate), è costituita da 50 fiabe, raccontate da 10 novellatrici in 5 giorni, in omaggio al Decameron boccaccesco, e nonostante il titolo le tematiche non sono affatto infantili, sia per la complessità dei temi sia per il linguaggio schietto e allusivo dei testi. De Simone aggiunge personaggi, “attualizza” alcune tematiche pur restando nell’ambito di una Napoli barocca, caravaggesca nei luoghi e nelle situazioni, dove si spiega al massimo quella commistione alto basso dei temi, delle musiche, dei personaggi. In scaletta 20 pezzi, spesso dialoghi cantati dei personaggi, che variano tra le famose villanelle, qui affiancate da moresche ( forma di pantomima mascherata, probabilmente dal nome di origine crociata o quantomeno del basso mediterraneo), e le famose tammuritate (la più famosa espressione musico-coreutica della Campania). Alcuni brani, come Jesce Sole, sono riprese da lavori precedenti e rielaborati anche nella lingua napoletana usata per l’opera, un mix magico e particolarissimo di lingua dell’epoca con elementi modernissimi, che mostrano in maniera definitiva l’incredibile capacità del napoletano (inteso come lingua) e dei suoi parlanti a prendere termini e suoni dalle altre lingue. La prima dell’opera al Festival di Spoleto, diretta da Domenico Virgili, divenne un successo, con 175 repliche nei primi anni: da allora è un classico, con produzioni in tutto il mondo. Quest’opera centrale e magnifica fu però il canto del cigno del gruppo storico: De Simone e Barra si allontanano per dedicarsi al teatro, Bennato, che al teatro non vuole guardare, continuerà il recupero musicale e la rielaborazione delle musiche popolari del Sud con i Musicanova: ma gli NCCP non scompaiono, anzi hanno un nuovo vigore tra fine anni ‘80 e ‘90, con una nuova ondata di interesse per la musica popolare, e pubblicano uno splendido disco, Medina (1992) con il perno della voce di Fausta Vetere, che diventerà uno dei più bei dischi europei di “world music”. Oltre il pittoresco e la gioia “manualistica” dello spirito partenopeo, questo disco rimane uno dei più importanti esempi di ricerca, di rielaborazione, di rispetto per una tradizione immensa e inestimabile, che vive nelle tradizioni delle nostre regioni, e che aspettano solo di essere conosciute.
31 notes · View notes
blog-renail-blr · 6 years ago
Text
Al Politeama " la Cantata dei Pastori" con Peppe Barra torna in scena
Al Politeama ” la Cantata dei Pastori” con Peppe Barra torna in scena
“La Cantata dei Pastori”, da oltre quarant’anni torna in scena a Napoli nel periodo di Natale
                La Cantata dei Pastori è un’opera pastorale sacra che per la prima volta a Napoli venne rappresentata la nascita di Gesù, nel lontano seicento al Teatro Bartolomeo scritta da Andrea Perrucci.Da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata e riscritta. Una…
View On WordPress
0 notes
vesuvianonews-blog · 6 years ago
Text
Peppe Barra a Sorrento con "La Cantata dei Pastori"
Peppe Barra a Sorrento con "La Cantata dei Pastori" #lacantatadeipastori #PeppeBarra #Sorrento
Mercoledì 12 dicembre, alle ore 20.30, la Cattedrale di Sorrento ospiterà “La Cantata dei Pastori” diretta da Peppe Barra. Un imperdibile appuntamento in una location d’eccezione per uno dei testi più longevi della tradizione del teatro barocco partenopeo, scritta alla fine del Seicento (1698) da Andrea Perrucci e da allora, da più di tre secoli, rappresentata con rimaneggiamenti e…
View On WordPress
0 notes
sinapsinews · 6 years ago
Text
"La cantata dei pastori" con Peppe Barra, regista e attore
Tre chiese barocche per lo spettacolo della tradizione In scena anche Rosalia Porcaro nei panni di Sarchiapone
10, 11, 12 dicembre 2018
www.scabec.it
  Una proposta natalizia della Regione Campania nel segno della tradizione con “La Cantata dei Pastori” diretta da Peppe Barra. Tre imperdibili appuntamentiin altrettante location d’eccezione per uno dei testi più longevi della tradizione del teatro…
View On WordPress
0 notes
lospeakerscorner · 4 years ago
Text
Trianon Opera tra pupi, sceneggiata e Belcanto
Trianon Opera tra pupi, sceneggiata e Belcanto
Il Maestro Roberto De Simone torna al Teatro Trianon Viviani con una colta riscrittura della tradizionale La Cantata dei pastori  NAPOLI – Al Teatro Trianon Viviani giovedì 21 aprile è stato presentato in presenza Trianon Opera, il nuovo spettacolo del Maestro Roberto De Simone. L’incontro è stato trasmesso anche in diretta streaming sulla piattaforma Zoom. La conferenza stampa si è tenuta nella…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
carmenvicinanza · 3 years ago
Text
Giovanna Marini
https://www.unadonnalgiorno.it/giovanna-marini/
Tumblr media
Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice etnomusicale e folklorista italiana, è una colonna portante della nostra tradizione musicale popolare.
Nata col nome di Giovanna Salviucci, il 19 gennaio 1937 a Roma in una famiglia di musicisti, ha conservato per le sue produzioni artistiche il cognome del marito, anche dopo che ebbero divorziato.
Nel 1959 si è diplomata in chitarra classica al conservatorio di Santa Cecilia a Roma e si è perfezionata con il grande Andrés Segovia.
All’inizio degli anni sessanta ha cominciato a frequentare intellettuali come Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino e il gruppo del Nuovo Canzoniere Italiano, impegnati nella ricerca della musica popolare e di protesta, quella dei contadini, dei pastori, degli operai.
Appassionata di canto sociale che definisce come storia orale cantata, ossia registrazione popolare degli avvenimenti storici mediante lo strumento privilegiato della canzone di composizione anonima e di circolazione orale.
Nel 1964, con il Nuovo Canzoniere Italiano, con cui ha avuto una decennale collaborazione, ha preso parte al Festival dei Due Mondi di Spoleto,  con lo spettacolo Bella Ciao, rimasto nella storia per il grande scandalo suscitato, seguito da denunce e interrogazioni parlamentari. I responsabili dello spettacolo furono, infatti, denunciati per oltraggio alle forze armate per l’esecuzione della versione integrale del canto della Prima Guerra Mondiale O Gorizia, tu sei maledetta.
Dopo una breve parentesi a Boston con il marito (Pino Marini, fisico nucleare) in cui era scaturita la ballata Vi parlo dell’America, ha iniziato l’attività solista, proponendo recital in cui alternava ballate e brani propri, con l’esecuzione di canti tradizionali rielaborati.
Nel 1974 ha contribuito a fondare la Scuola di Musica Popolare del Testaccio, di cui è  presidente onoraria.
Due anni dopo, ha creato il Quartetto Vocale, formazione musicalmente duttile, con cui approfondisce le enormi possibilità espressive della voce femminile scrivendo varie cantate, celebre quella in morte di Pier Paolo Pasolini. Si tratta di cicli di brani polifonici inframmezzati da narrazioni declamate, recitate, dall’autrice che si accompagna alla chitarra, evocando nei modi e nella sostanza, la figura della cantastorie. Incentrate su tematiche della contemporaneità, le cantate risultano accessibili a un largo pubblico nonostante siano molto complesse dal punto di vista formale.
Gli spettacoli e iniziative a cui ha preso parte hanno fatto la storia del recupero delle tradizioni popolari italiane, come Ci ragiono e canto (1965), nel quale è stata assistente musicale con Dario Fo.
Dalla fine degli anni Settanta, è stata sovente in Francia dove, oltre a esibirsi, è stata compositrice di numerose musiche di scena per il teatro con enorme successo di critica e di pubblico.
La sua produzione, negli anni, si è diversificata, ha anche insegnato tecniche delle vocalità contadine alla scuola del Testaccio (dall’anno della fondazione a oggi) e all’Università Paris VIII-Saint Denis (dal 1991 al 2000).
Nella sua inarrestabile ricerca, ha girato tutto il paese raccogliendo una massa sterminata di canti popolari in lingua italiana e nei vari dialetti e lingue regionali.
È la colonna portante dell’Istituto Ernesto De Martino, nel quale raccoglie l’enorme quantità di canti da lei scoperti e catalogati, e per i quali è arrivata a creare persino uno speciale sistema di notazione musicale. La sua è una vera opera di trascrizione della memoria.
Per il bicentenario della Rivoluzione francese, nel 1989, ha musicato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Nella sua lunga carriera, ha sempre abbinato la musica e la ricerca alla narrazione politica e sociale.
Nel 2002, assieme a Francesco De Gregori, ha inciso l’album Il fischio del vapore, con un successo di vendite senza precedenti che l’ha consacrata al successo del grande pubblico, dopo quarant’anni di inarrestabile attività.
Moltissime sono state le sue partecipazioni a festival internazionali.
Negli anni ha scritto molta musica per teatro e per il cinema. Nel 2016 la sua musica ha fatto da colonna sonora al documentario Un paese di Calabria  incentrato sulla storia del comune di Riace.
Nel 2019 il documentario A sud della musica – La voce libera di Giovanna Marini, ha subito un incomprensibile episodio di censura ed è stato cancellato dalla programmazione del cinema dove doveva essere proiettato. Ne è seguito un tam-tam sui social network e il film è stato proiettato nelle settimane seguenti in altri cinema di Genova.
Considerata una cantante popolare, passionaria del canto politico, la sua produzione rivela comunque la sua fortissima impronta personale, frutto di una musicalità maturata attraverso percorsi artistici diversi fra di loro e, per molti aspetti, irripetibili.
0 notes
sciscianonotizie · 5 years ago
Text
Tumblr media
TEATRO POLITEAMA | PEPPE BARRA – LA CANTATA DEI PASTORI, una luce nella notte http://dlvr.it/RL5lS9 http://dlvr.it/RL5lS9
1 note · View note
radioancoraitalia · 3 years ago
Text
Buona sera a tutti, amici miei...
Buona sera a tutti, amici miei…
di Peppe Barra Purtroppo, anche quest’anno, non riuscirò a mettere in scena “La cantata dei pastori”. Siete in molti a scrivermi: questo vostro amore per la Cantata mi commuove. Poiché mancano pochi giorni al Natale – e il mondo religioso-popolare, oggi 16 dicembre, comincia la tradizionale “novena” – ho pensato, sperando di farvi cosa gradita, di postare qui su facebook, da oggi fino a Natale,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
freedomtripitaly · 5 years ago
Photo
Tumblr media
Gli italiani amano la Costa Azzurra. Sono i maggiori frequentatori del Sud della Francia e ci vanno tutto l’anno. Ecco perché saranno molti coloro che la sceglieranno per le festività natalizie. Per chi visita la regione in questa stagione, la Costa Azzurra ha in serbo tantissimi eventi che allieteranno le loro giornate e, perché no, anche le loro serate. Giornate spesso e volentieri soleggiate, con temperature miti, perché il clima qui è sempre ideale per stare all’aria aperta. Fra le novità più importanti ce n’è una davvero suggestiva: Nizza, baia delle luci, il festival delle lanterne cinesi tradizionali che, dal 29 novembre fino al 23 febbraio, illuminerà il Parc Phoenix di Nizza di rosso, in un percorso incantevole che va dal lungomare fino ai vicoli interni della città vecchia. Anche la Costa Azzurra ha i suoi Mercatini di Natale. Ce ne sono tantissimi e in tante città affacciate sul mare e sulle vicine alture. Ce ne sarà uno grande a Cannes, dal 30 novembre al 5 gennaio 2020; a Nizza ci sarà il Villaggio di Natale dal 6 dicembre al 5 gennaio 2020; il Mercatino di Natale di Saint-Raphaël sarà accompagnato dal Giardino di Luci con bellissime proiezioni sulla Basilica dal 7 dicembre al 5 gennaio 2020, e a Mentone, oltre al Village du Père Noël, ci sarà una pista di pattinaggio sul ghiaccio al Marché des Halles, il “percorso delle renne” che attraversa la città e la “Foresta incantata” nei Jardins Biovès. Anche il delizioso borgo degli artisti di Biot, nell’entroterra di Antibes, avrà il suo Mercatino di Natale: il Mercatino della Creatività durerà solo un weekend, quello del 14 e 15 dicembre. Il Primo dicembre un gigantesco Calendario dell’Avvento sarà creato su un edificio del paese, dove ogni giorno si aprirà una delle 24 finestre con una mostra a cielo aperto. Il weekend del 21 – 22 dicembre si terrà invece il Mercatino di Natale a Golfe-Juan, tra Juan-les-Pins e Cannes. Durerà un giorno soltanto il Mercatino delle ceramiche di Natale della vicina Vallauris, che si terrà il 15 dicembre, con un laboratorio di ceramica per i bambini nella Place de l’Homme-au-Mouton. Non solo eventi al mare. Anche i villaggi dell’entroterra della Costa Azzurra avranno i loro mercatini. A partire da metà dicembre le vie centrali di Breil-sur-Roya e di Castellar, due villaggi montani sulla strada che porta al Col di Tenda, e della Turbie, alle spalle del Principato di Monaco, si riempiranno di bancarelle dei Mercatini di Natale. E non solo mercatini sulla Costa Azzurra. Dicembre è anche il mese dei presepi. Ne verranno allestiti di bellissimi a Lucéram, un tipico “village perché” a un’ora di strada da Mentone, dove si potrà fare il tour dei presepi fino a gennaio. Così come a Roquebrune-Cap-Martin, tra Mentone e Montecarlo, si potrà percorrere la suggestiva Strada dei Presepi. A Grimaud, sulla strada per Saint-Tropez, come ogni anno si svolge l’originale Salone dei Santons, le tipiche statuine dei presepi che si trovano solo nella zona della Provenza e, proprio per questo, non rappresentano solo i personaggi della Natività ma anche della vita quotidiana: non mancano infatti zingari e gitani. La capitale di questo appuntamento secolare rimane però Marsiglia. L’evento inizia il 6 dicembre, giorno di San Nicola, e dura fino all’Epifania. Natale in Costa Azzurra non è solo eventi ma anche tradizioni. Chi decide di trascorrere la Vigilia qui deve sapere alcune cose importanti: il cenone del 24 dicembre, benché debba essere “di magro”, comprende parecchie portate e non mancano mai lumache, baccalà, cefalo, cardi e sedano. Ci sono anche alcune regole da seguire per la preparazione della tavola: tre tovaglie bianche rappresentano la Santissima Trinità, alcune ciotoline devono contenere il grano di Santa Barbara e devono esserci ben 13 dessert, in riferimento a Cristo e ai suoi 12 Apostoli. Non esiste una lista fissa di dolci, ma non possono di certo mancare fichi, uva passa, mandorle e noci (chiamati “i quattro mendicanti”, in quanto evocano gli ordini religiosi che hanno fatto voto di povertà), i datteri, il torrone – blanc a base di albume montato a neve, noir a base di miele o zucchero – e il “gibassié” o “pompe à l’huile”, una sorta di focaccia dolce fatta con olio d’oliva fruttato. E poi, frutta fresca come uva, mandarini e frutta candita. In tema di riti tradizionali, invece, nelle zone più rurali, la cerimonia del “pastrage” (da “lou pastre” ovvero “pastore” in provenzale) continua ad arricchire la Messa di mezzanotte. Nel periodo in cui le pecore figliano, una processione di pastori viene a presentare l’agnello appena nato all’officiante e all’assemblea al suono del flauto e del tamburello. La giovane pecora viene trasportata in un carretto illuminato di candele. Questa celebrazione a volte è rinviata al mese di gennaio. A volte la Messa di mezzanotte è accompagnata da una pastorale, il che è sinonimo del Natale tradizionale. Si tratta di una rappresentazione teatrale della Natività, cantata e parlata in provenzale. Un po’ come se i Santon del presepe prendessero vita. Nel caso in cui a qualcuno mancasse comunque la neve, niente paura. A un’ora di strada dalla Costa Azzurra si possono raggiungere gli impianti sciistici delle Alpi del Sud, nelle località di Isola 2000, che apre a fine novembre, di Auron e di Valberg, che inaugurano la stagione invernale a dicembre. @CRT Côte d’Azur France/ Anaïs Brochiero https://ift.tt/2O86htV A Natale (e Capodanno) la Costa Azzurra diventa magica Gli italiani amano la Costa Azzurra. Sono i maggiori frequentatori del Sud della Francia e ci vanno tutto l’anno. Ecco perché saranno molti coloro che la sceglieranno per le festività natalizie. Per chi visita la regione in questa stagione, la Costa Azzurra ha in serbo tantissimi eventi che allieteranno le loro giornate e, perché no, anche le loro serate. Giornate spesso e volentieri soleggiate, con temperature miti, perché il clima qui è sempre ideale per stare all’aria aperta. Fra le novità più importanti ce n’è una davvero suggestiva: Nizza, baia delle luci, il festival delle lanterne cinesi tradizionali che, dal 29 novembre fino al 23 febbraio, illuminerà il Parc Phoenix di Nizza di rosso, in un percorso incantevole che va dal lungomare fino ai vicoli interni della città vecchia. Anche la Costa Azzurra ha i suoi Mercatini di Natale. Ce ne sono tantissimi e in tante città affacciate sul mare e sulle vicine alture. Ce ne sarà uno grande a Cannes, dal 30 novembre al 5 gennaio 2020; a Nizza ci sarà il Villaggio di Natale dal 6 dicembre al 5 gennaio 2020; il Mercatino di Natale di Saint-Raphaël sarà accompagnato dal Giardino di Luci con bellissime proiezioni sulla Basilica dal 7 dicembre al 5 gennaio 2020, e a Mentone, oltre al Village du Père Noël, ci sarà una pista di pattinaggio sul ghiaccio al Marché des Halles, il “percorso delle renne” che attraversa la città e la “Foresta incantata” nei Jardins Biovès. Anche il delizioso borgo degli artisti di Biot, nell’entroterra di Antibes, avrà il suo Mercatino di Natale: il Mercatino della Creatività durerà solo un weekend, quello del 14 e 15 dicembre. Il Primo dicembre un gigantesco Calendario dell’Avvento sarà creato su un edificio del paese, dove ogni giorno si aprirà una delle 24 finestre con una mostra a cielo aperto. Il weekend del 21 – 22 dicembre si terrà invece il Mercatino di Natale a Golfe-Juan, tra Juan-les-Pins e Cannes. Durerà un giorno soltanto il Mercatino delle ceramiche di Natale della vicina Vallauris, che si terrà il 15 dicembre, con un laboratorio di ceramica per i bambini nella Place de l’Homme-au-Mouton. Non solo eventi al mare. Anche i villaggi dell’entroterra della Costa Azzurra avranno i loro mercatini. A partire da metà dicembre le vie centrali di Breil-sur-Roya e di Castellar, due villaggi montani sulla strada che porta al Col di Tenda, e della Turbie, alle spalle del Principato di Monaco, si riempiranno di bancarelle dei Mercatini di Natale. E non solo mercatini sulla Costa Azzurra. Dicembre è anche il mese dei presepi. Ne verranno allestiti di bellissimi a Lucéram, un tipico “village perché” a un’ora di strada da Mentone, dove si potrà fare il tour dei presepi fino a gennaio. Così come a Roquebrune-Cap-Martin, tra Mentone e Montecarlo, si potrà percorrere la suggestiva Strada dei Presepi. A Grimaud, sulla strada per Saint-Tropez, come ogni anno si svolge l’originale Salone dei Santons, le tipiche statuine dei presepi che si trovano solo nella zona della Provenza e, proprio per questo, non rappresentano solo i personaggi della Natività ma anche della vita quotidiana: non mancano infatti zingari e gitani. La capitale di questo appuntamento secolare rimane però Marsiglia. L’evento inizia il 6 dicembre, giorno di San Nicola, e dura fino all’Epifania. Natale in Costa Azzurra non è solo eventi ma anche tradizioni. Chi decide di trascorrere la Vigilia qui deve sapere alcune cose importanti: il cenone del 24 dicembre, benché debba essere “di magro”, comprende parecchie portate e non mancano mai lumache, baccalà, cefalo, cardi e sedano. Ci sono anche alcune regole da seguire per la preparazione della tavola: tre tovaglie bianche rappresentano la Santissima Trinità, alcune ciotoline devono contenere il grano di Santa Barbara e devono esserci ben 13 dessert, in riferimento a Cristo e ai suoi 12 Apostoli. Non esiste una lista fissa di dolci, ma non possono di certo mancare fichi, uva passa, mandorle e noci (chiamati “i quattro mendicanti”, in quanto evocano gli ordini religiosi che hanno fatto voto di povertà), i datteri, il torrone – blanc a base di albume montato a neve, noir a base di miele o zucchero – e il “gibassié” o “pompe à l’huile”, una sorta di focaccia dolce fatta con olio d’oliva fruttato. E poi, frutta fresca come uva, mandarini e frutta candita. In tema di riti tradizionali, invece, nelle zone più rurali, la cerimonia del “pastrage” (da “lou pastre” ovvero “pastore” in provenzale) continua ad arricchire la Messa di mezzanotte. Nel periodo in cui le pecore figliano, una processione di pastori viene a presentare l’agnello appena nato all’officiante e all’assemblea al suono del flauto e del tamburello. La giovane pecora viene trasportata in un carretto illuminato di candele. Questa celebrazione a volte è rinviata al mese di gennaio. A volte la Messa di mezzanotte è accompagnata da una pastorale, il che è sinonimo del Natale tradizionale. Si tratta di una rappresentazione teatrale della Natività, cantata e parlata in provenzale. Un po’ come se i Santon del presepe prendessero vita. Nel caso in cui a qualcuno mancasse comunque la neve, niente paura. A un’ora di strada dalla Costa Azzurra si possono raggiungere gli impianti sciistici delle Alpi del Sud, nelle località di Isola 2000, che apre a fine novembre, di Auron e di Valberg, che inaugurano la stagione invernale a dicembre. @CRT Côte d’Azur France/ Anaïs Brochiero Per chi visita il Sud della Francia durante le festività natalizie, la Costa Azzurra ha in serbo tantissimi eventi.
0 notes
blog-renail-blr · 6 years ago
Text
Peppe Barra e la Cantata dei Pastori al Teatro Politeama a Natale
Peppe Barra e la Cantata dei Pastori al Teatro Politeama a Natale
Attesa la Cantata dei Pastori al Teatro Politeama di Peppe Barra a Natale
  Al Teatro Politeama di Napoli, in Via Monte di Dio 80, da giovedì 20 dicembre 2018 e fino a domenica 6 gennaio 2019, Peppe Barra sarà in scena con “La Cantata dei Pastori”, di Peppe Barra e Paolo Memoli, liberamente ispirata all’opera teatrale sacra di Andrea Perrucci.
Da oltre tre secoli non c’è Natale senza “Cantata…
View On WordPress
1 note · View note
fondazioneterradotranto · 6 years ago
Photo
Tumblr media
Nuovo post su http://www.fondazioneterradotranto.it/2019/01/18/libri-perna-e-cola-commedia-religiosa-plurilingue-di-anonimo-mesagnese/
Libri| Perna e Cola, commedia religiosa plurilingue di anonimo mesagnese
Giovedì. 24 gennaio 2019
LVII Colloquio di studi e ricerca storica
Presentazione del volume di Tommaso Urgese, Perna e Cola, Commedia religiosa plurilingue di anonimo mesagnese del secondo decennio del 1800. Edizione commentata del manoscritto Poci con glossario delle voci del dialetto nord-salentino di Mesagne.
Mesagne. Sala Convegni dell’associazione
“Giuseppe Di Vittorio” (Via Castello, 20). Inizio ore 18.00.
  Tutto il mondo è un teatro e tutti gli uomini e le donne non sono che attori:
essi hanno le loro uscite e le loro entrate; e una stessa persona,
nella sua vita, rappresenta diverse parti. (William Shakespeare)
Perna e Cola è una commedia religiosa plurilingue: alcuni personaggi usano il dialetto nord-salentino di Mesagne, altri l’italiano, Ciciello parla in napoletano, di anonimo mesagnese. Essa rievoca la nascita di Gesù, immaginata in una stalla diroccata nei pressi di una masseria chiamata Strusce..
Si tratta di un adattamento in chiave locale di una delle tante versioni della Cantata dei Pastori del Perrucci, rappresentata a Napoli per la prima volta alla fine del 1600, che ha avuto un grande e duraturo successo popolare.
La dipendenza culturale del Salento da Napoli dal punto di vista letterario è di antica data e ne sono esempio sia Perna e Cola che Nniccu Furcedda, commedia scritta dal francavillese Girolamo Bax nei primi decenni del 1700. Si tratta di due opere accomunate dalla descrizione dello stesso mondo: entrambe sono ambientate in una masseria, tra i personaggi principali troviamo il massaro e la massara, temi comuni sono la vita difficile, il contrasto tra marito e moglie, le divergenze sull’educazione dei figli. Malgrado queste similitudini, sono tuttavia due opere molto diverse tra loro come ambiti di riferimento nel ciclo dell’anno. Queste due opere, oltre a essere dei documenti dell’influsso della cultura teatrale napoletana, documentano anche, per quanto riguarda il Salento settentrionale, una situazione linguistica antecedente a quella documentata nel Vocabolario dei dialetti salentini e sono da considerare esse stesse causa di cambiamento linguistico: Nniccu Furcedda e Perna e Cola, due opere lungamente rappresentate a Francavilla e Mesagne tanto da diventare parte integrante della tradizione, simbolo dell’identità delle due comunità locali, hanno avuto la stessa funzione che hanno oggi i mezzi di comunicazione di massa.
Il volume di Tommaso Urgese è la trascrizione fedele del Manoscritto Poci, arricchita a piè di pagina con numerosissime note esplicative e da sessanta pagine in appendice che contengono le voci del dialetto nord-salentino di Mesagne estratte dal manoscritto.
Questo è l’ultimo lavoro, in ordine di tempo, del prof. Urgese, latianese per nascita e per residenza ma mesagnese per adozione, avendo qui insegnato per diversi anni lingua inglese presso la scuola media Gian Francesco Maia Materdona. Ricercatore instancabile e rigoroso, da più anni, coi suoi lavori, si occupa dei dialetti dell’area nord-salentina offrendo significativi contributi sul opiano filologico, nello studio delle commedie vernacolari locali.
Urgese, discutendo di alcune soluzioni sintattiche relative al dialetto mesagnese dell’Ottocento, elenca e rintraccia significati e origini di una cinquantina di termini di non facile comprensione presenti nella commedia. L’apporto è notevole se si considera che le voci analizzate sono assenti nei principali dizionari dialettali regionali discutendosi in particolare delle forme lessicali salentine non presenti né in VDS (Rohlfs 1976) né in DDS (Mancarella, Parlangeli, Salamac 2011).
Perna e Cola non aveva avuto, a oggi, grande fortuna in ambito accademico perché erano note solo copie novecentesche e non si sapeva precisamente quando fosse stata composta. Il manoscritto, trovato da Enzo Poci e scritto prima del 1875, differisce dagli altri in molti punti e contiene informazioni tali da consentire di datare la commedia tra il 1810 e il 1817. Si tratta di un documento importantissimo per il contributo che offre alla corretta ricostruzione della storia linguistica salentina.
  PROGRAMMA
Indirizzi di saluto
Damiano Franco, Associazione Giuseppe Di Vittorio
Interventi
Ettore Catalano, Università del Salento
Giacomo Carito, Presidente Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Brindisi
Enzo Poci, Società di Storia Patria per la Puglia
Coordina e dialoga con l’autore
Domenico Urgesi, Presidente Società Storica di Terra d’Otranto
Scene della commedia
a cura di Cosimo Milone e Luca Esperti
Organizzazione
Associazione Giuseppe Di Vittorio, Mesagne, Società di Storia Patria per la Puglia, sezione di Brindisi, Società Storica di Terra d’Otranto, Lecce
0 notes
senzalinea-blog · 6 years ago
Photo
Tumblr media
IL 2 E 3 GENNAIO BENVENUTI AL RIONE SANITÀ PORTA IN SCENA LA CANTATA DEI PASTORI Attori under 20 dei quartieri per l’opera teatrale riscritta da Vincenzo Pirozzi  Un palco mobile nella basilica di Santa Maria della Sanità tra giochi di luce e colore…
0 notes