Tumgik
#JùliaSardà
occhidibimbo · 2 years
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Mi chiamo Angela Perrini, disegno e faccio molte altre cose. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? L’illustrazione non è stata da sempre la mia vocazione, lo è diventata. Il disegno, invece, è per me un’esigenza atavica. Non ho avuto ben chiaro cosa fosse l’illustrazione fino a ventuno, ventidue anni, quando ho trovato in questo mondo il mio posto. Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Amo quella percentuale di imprevedibilità degli strumenti legati alle tecniche tradizionali che perciò, preferisco non addomesticare del tutto. Lavoro molto con acquerelli e matite, ma mi diverto anche con alcune tecniche digitali. Ogni progetto ha una propria anima e proprie esigenze, cerco di assecondarle senza tradirmi. Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? Il futuro è imprevedibile per tutti, è chiaro, ma forse, per i freelance come me lo è ancora di più. Quello che vorrei è dedicarmi ad un ambito più ampio di applicazioni dell’illustrazione che non preveda solo i canali più tradizionali come l’editoria ad esempio, senza, comunque, tralasciare la narrazione. Sì, vorrei continuare a raccontare storie. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Credo che la collaborazione più significativa sia quella con le mie amiche/colleghe di StorySelling l’associazione culturale di cui faccio parte e attraverso cui, da un paio d’anni, parliamo di illustrazione, occupandoci sia di formazione che di eventi culturali. E ovviamente, con chi condivide l’amore per la narrazione illustrata qui dove vivo. Si impara, insieme e quotidianamente, a conquistarsi degli spazi dove sembra non ce ne siano, cercando di far conoscere questo universo così affascinante. Perché illustrazione per bambini? Perché è uno spazio ampio in cui si può saltare e fare capriole. Perché ai bambini si può parlare con passione ed intelligenza. Perché alla fine non sono disegni solo per bambini. Si parla di cose divertenti in modo serio e di cose serie in maniera divertente. Ci sono delle regole che non sono limiti. Perché mi diverto un sacco! Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? A Lucio Dalla, a Klee. Vorrei raccontare con il disegno come racconta Lucio Dalla con la sua musica poetica e irriverente (ciò che trovo anche nelle lezioni di Munari). Vorrei la capacità di Klee di sentire il colore e le linee in maniera filosofica e genuina. Tra gli artisti contemporanei ce ne sono tanti. Ciò che tento di fare è inquadrare cosa mi affascina del lavoro degli altri, impregnarmi e non ispirarmi di modo da dimenticare quanto studiato e arrivare al foglio bianco con un mio punto di vista. Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? In tutti i modi in cui aiuta un qualsiasi buon libro, in più negli albi illustrati è richiesta una lettura meno convenzionale, perciò, alcune volte è necessaria la compagnia di una figura che affianchi i bambini, altre volte non lo è ma impreziosisce. Un libro, però è chiaro, si può leggere anche da soli, trovando echi di quello che si legge in sé, esplorandosi tra le immagini e le parole. Un buon libro aiuta a fiorire.   Descrivici il tuo stile. Lavoro affinché sia poetico ed ironico, sincero rispetto a chi sono. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Ah cavoli! Bene, penso sia necessario studiare cosa è già stato fatto e contemporaneamente esplorarsi per trovare quella sincerità di cui parlavo su. Ci sono comunque delle regole tecniche dettate dall’uso che se ne farà dell’illustrazione. Sarà destinata all’editoria? Quale prodotto editoriale? Sarà destinata alle pareti di qualche casa? E così via. In base a questo la risposta cambierebbe. In generale direi, appunto, che è necessario capire cosa se ne farà dell’illustrazione. Credo anche però, che in genere, debba raccontare ed evocare, portare chi g
uarda a riguardarla e a portarsela con sé durante la giornata (e alcune specialissime, durante la vita magari). In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? La mia famiglia, sempre. Nonostante le montagne russe a cui ti sottopone questo lavoro. I miei amici, abbraccio soffice. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Non mi sento chiusa in particolari vincoli effettivamente. Forse mi dedicherei ad un racconto-diario, di alcuni momenti della mia vita che potrebbero essere dei momenti trasversali a tutti. Parlerei di quegli eventi così forti e comuni a tutti che nel profondo ci fanno assomigliare agli altri. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? Guardo con ammirazione a tanti illustratori per diverse ragioni, anche se apparentemente lontani da me, da Sendak, a Jon Klassen, passando per Maurizio Quarello, Anne Herbauts, Isabelle Arsenault, Rebecca Deutremer, Pia Valentinis, Júlia Sardà, Gek Tessaro e potrei continuare per molte righe ancora. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Persevera nell’intento e continua ad emozionarti in quello che fai. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Esattamente quello che ho appena scritto su. Ricordando anche che talento non è tutto, non è neanche la metà di quello che si fa. Studio e perseveranza ma anche allegria ed un costante entusiasmo. Che l’illustrazione non sia il fine ma il mezzo con cui esplorare. Segui Angela Perrini su Facebook, storyselling e Etsy
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occhidibimbo · 2 years
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Mi chiamo Laura Proietti, ho 22 anni e sono una illustratrice freelance. Vivo a Palermo, in Sicilia. Dopo aver preso il diploma studiando al Liceo Artistico, ben tre anni fa ho iniziato gli studi alla Scuola del Fumetto di Palermo dove ho studiato illustrazione e animazione. Le cose che amo di più sono il disegno, i gatti, i libri e il tè caldo. Sono molto timida, sognatrice e con un animo ancora da bimba. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Ho capito che l'illustrazione è la mia professione la prima volta che ho aperto un libro illustrato. Vedere come una fiaba potesse prendere vita attraverso delle immagini, per me aveva qualcosa di magico. E ancora conservo quel pizzico di magia ogni volta che apro un libro illustrato. Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Non so se il mio linguaggio sia particolare, direi piuttosto che ognuno di noi ha una sua identità. Che sia un tratto, un gusto o semplicemente un nome e cognome. Io ho la mia, ovviamente imparando e prendendo spunto da altri artisti che amo. In ogni caso dal punto di vista tecnico disegno in digitale, tavoletta grafica, pc e Photoshop sono i miei migliori amici! Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? Il mio futuro mi è sempre stato molto chiaro. Sin da bambina. Io voglio disegnare, credo che sia il motivo per cui sono nata. Quindi ecco, il mio futuro da illustratrice lo vedo pieno di fatica ma anche di successi, alti e bassi, ma sempre con quella passione che fin da piccola mi accompagna. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Collaborazioni particolari non saprei, direi che molto spesso più che collaborazioni ci sono delle belle amicizie che si creano. Il mondo dell'illustrazione non è solo fatto di arrivi, anzi. Tantissimi artisti si sostengono tra loro per la gioia di creare e aiutarsi, e per quanto mi riguarda ho stretto bellissime amicizie fatte di fiducia, lavoro e perché no, collaborando per un desiderio comune. Perché illustrazione per bambini? Perché no? Sono una persona che è rimasta molto legata alla bambina che sono stata, fantasia, curiosità, immaginazione credo siano il pane quotidiano per me. Proprio per riuscire a creare nuove illustrazioni. E le illustrazioni per bambini sono ciò che più per me si avvicina alla fantasia e al creare sempre qualcosa di buffo, gioioso o educativo. C'è tanto dietro l'illustrazione per l'infanzia, e a me affascina e diverte tantissimo! Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? I miei punti di riferimento in assoluto sono Benjamin Lacombe e Jùlia Sardà. Il primo da un punto di vista affettivo, grazie a i suoi libri ho deciso di diventare illustratrice. L'altra da un punto di vista tecnico/stilistico. Mi ispiro molto a lei come artista. Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Secondo me i libri illustrati hanno questo "potere": ovvero che poco importa l'eta del lettore, si inizia a sognare. E io vedo i libri illustrati come un "ponte" tra i bambini e i genitori. Dove tutti sono capaci di immaginare, sognare e ridere insieme se un drago per esempio sputa bolle. Descrivici il tuo stile. Non saprei descrivere il mio stile, è come dire a una mamma di descrivere il figlio in continua crescita. Un giorno è alto un metro, il giorno dopo ha i capelli lunghi ed è alto un metro e mezzo. Il mio stile cresce, e con lui cresco e cambio anche io. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Passione, tecnica e tanta voglia di fare sempre di più. In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? Mi hanno supportato (e sopportato) tantissime persone. I mie genitori ad esempio, che fin da piccola hanno abbracciato l'amore che ho per il disegno, il mio ragazzo, tutti i miei amici e gli insegnanti. E a volte mi dimentico che ci sono anche io, che pur con tutti
gli ostacoli che ho avuto e che probabilmente mi si presenteranno, sono certa che non mi abbandonerò mai. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Credo che tutto in un unica illustrazione non possa e non debba esistere. I vincoli non sono persone cattive, aiutano a dare un senso, un target, o semplicemente aiutano l'illustratore a non essere più confuso di quanto sia. Non ho mai visto vincoli nelle mie illustrazioni, sono più "indicazioni" che cambiando mi portano a luoghi diversi. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Il consiglio più utile che ho mai ricevuto non è specifico per il disegno. Ma per Laura; "Non devi sempre aver paura che gli altri siano pronti lì fuori a criticare quel che fai". Sono sempre sul punto di pensare che quello che faccio non vada mai bene ancora prima di mostrarlo. Sbagliando. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? A chi vuole diventare illustratore direi: Poco importa se sai disegnare bene o male, che parti da zero o cento, se ami disegnare e vuoi fare veramente di questo il tuo mestiere; beh allora che aspetti? Disegna!! Grazie Laura Proietti
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occhidibimbo · 2 years
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Ciao! Sono Marco Guadalupi, sono nato nel 1985 ma ci credono in pochi. Potrei avere diciassette anni, o ventidue. Adoro l’inverno, la musica e i videogiochi. Amo le patatine e ho un’ossessione per i pennelli digitali. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Relativamente di recente. Sono sempre stato appassionato di disegno, arte e animazione, ma ho cominciato a “fare sul serio” da poco più di un anno. Ho fatto diversi lavori in vita mia, poi a un certo punto mi sono orientato sull’illustrazione… Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Ho iniziato dagli strumenti tradizionali. Matite, inchiostri… per poi finire al digitale e creare tutto al computer. Creo un sacco di pennelli, lavorando sulle texture, la pressione della penna e diverse altre combinazioni. Ed è proprio mescolando e sperimentando che sono arrivati i risultati. Non mi sento di avere uno stile, anche se gli altri dicono il contrario. Mi piace adattare i disegni e i colori a seconda della situazione. Cosa pensi del tuo futuro da illustratore? Voglio continuare così, migliorando e sperimentando. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Dipende da cosa intendi per “particolari”. Le collaborazioni arrivano più o meno ogni giorno. Bisogna stare attenti a scegliere quella giusta, per questo c’è bisogno di correre qualche rischio e fare esperienza. Di collaborazioni veramente particolari finora credo nessuna; ho realizzato lavori per riviste, pagine internet e applicazioni per bambini. Perché illustrazione per bambini? Perché sono i lettori migliori e le illustrazioni li aiutano a crescere. L’arte visiva è una cosa molto potente e nei bambini ha sempre un certo impatto. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Ci sono diversi illustratori che seguo e che adoro. Molti li ho scoperti tramite i social, su Instagram e Tumblr. Ultimamente seguo con attenzione Rebecca Green e Júlia Sardà. Secondo te, in che modo un buon libro illustrato può aiutare un bambino o una famiglia? Come sopra, le immagini hanno un certo impatto sui più piccoli, più delle parole, almeno fino a una certa età. Secondo me un buon libro illustrato può aiutare in fase di crescita, a scoprire qualunque cosa, attraverso disegni e colori – un mezzo, l’illustrazione, che oltre a essere potente è anche molto immediato! Per questo lo amo. Descrivici il tuo stile. Sempre come dicevo sopra, non credo di averne uno. È più un volersi adattare e scoprire cose nuove. Non cerco di fossilizzarmi su uno stile. Mi piace troppo sperimentare e trovare uno stile sarebbe proprio un modo per soffocare la sperimentazione. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Studiarla per bene a tavolino. Decidere fin dai primi schizzi la composizione - una composizione efficace ed equilibrata. Una buona scelta dei colori inoltre aiuta molto a rendere tutto molto più accattivante. In questi anni, chi ti ha supportato e creduto nel lavoro che fai? Alcune persone hanno creduto in me. Poche, se devo essere sincero, ma ci sono state. Tuttavia, credo che il supporto migliore arrivi dal sottoscritto. Ho continuato anche quando pensavo di non farcela e non raggiungevo nessun risultato, perché nonostante i momenti difficili in fondo ci credevo e continuo a fare così. In generale, comunque, meglio non contare troppo sull’aiuto altrui per non rimanere delusi. Se fossi libero da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Storie classiche e senza tempo, come Peter Pan. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Vivi e prova emozioni. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Mettercela sempre tutta. Magari le cose non andranno come previsto, perché la vita è imprevedibile e non possiamo decidere sempre tutto noi, ma crederci davvero, fino in fondo, fino alla fine. Metterci passione e amore, perché è quello che fa la differenza, più della tecnica e delle conoscenze.
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