#Il Volo no Brasil
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COMUNICATO STAMPA
SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Retrospettiva di Gabi Minedi 1990-2024
“Presenze insolite in attesa di un esistere”
a cura di Sandro Bongiani
15 settembre - 19 ottobre 2024
Inaugurazione: Domenica 15 settembre 2024, ore 18.00
Pavilion Lautania Valley / Stranieri Qui e Altrove - Foreigners Here And Elsewhere
In collaborazione con l’Archivio Studio Gabi Minedi, Italy
La Galleria Sandro Bongiani Arte Contemporanea, dopo le mostre retrospettive di Ray Johnson, Guglielmo Achille Cavellini, Ryosuke Cohen e Reid Wood è lieta di inaugurare in coincidenza con il tema “Stranieri Ovunque la mostra retrospettiva dell’artista italiana Gabi Minedi dal titolo: “Presenze insolite in attesa di un esistere”. Un evento a cura di Sandro Bongiani in contemporanea con la 60.Biennale di Venezia 2024, incentrato sul tema dello straniero ovunque. Una sorta di rilettura delle proposte in atto presentate per l’occorrenza in un padiglione del tutto virtuale, con un’area immaginaria di 3 sale presso il Pavilion Lautania Valley. Quella di Gabi Minedi, è un’ulteriore proposta ai margini del sistema dell’arte ufficiale, vengono presentate per l’occasione 40 opere eseguite dall’artista tra il 1990 e il 2024.
Artista outsider e radicale della nuova scena underground internazionale, conosciuta per la leggerezza, l’originalità e la sintesi dei suoi personaggi ironici e beffardi che ci costringono a riflettere sulla vita e sul destino infame dell’uomo contemporaneo. La sua rappresentazione nata per essere disagio e rivelazione, vento sottile dell’essere che può tramutarsi in spina, tormento e salvezza. Non conformata a nessun movimento artistico collettivo, irrequieta e nel contempo solitaria, ci giunge come sortilegio e anche enigma costringendoci a meditare sulla vera natura delle cose. L’artista nel suo viaggio rappresenta insolite presenze dall’apparenza deformata, svuotata e inquieta, in un percorso esistenziale trasgressivo condizionato dagli eventi che riemergono dal fondo della tela con esseri precari carichi di malinconia e di solitudine, definiti in modo essenziale da un colore primario e da una rappresentazione sintetica giocata sul contrasto delle tinte. Nonostante la stesura piatta, l’impronta timbrica delle opere ad acrilico e delle pitture all’uovo, le opere sono spesso integrate anche da inserimenti polimaterici di cartoni, tappi, chiodi, vecchie latte, ritagli metallici, tele, sacchi, sabbia, sugheri, ritagli di stoffee persino da brani di grafismo metropolitano, di graffi e frasi scritte a denunciare le contraddizioni e la condizione emblematica dell’uomo in questo travagliato momento storico. Solo la memoria resiste alla vita. “Nella sua pittura - scrive Sandro Bongiani - i suoi personaggi ibridi urlano da tempo a bocca aperta contro la tirannia dell’uomo con insoliti innesti e protesi, esseri che al posto delle gambe possiedono ruote a forma di orologio, valigie, televisori al posto della testa, girandole come meteoriti che cadono dal cielo assieme ai nostri stupidi e inutili sogni, astronavi in attesa di spiccare il volo rinate dalla fantasia ma anche dalla memoria. Un viaggio sottile e solitario in cui recuperare l’essenzialità delle cose in senso poetico”. Tutto ciò rende la sua ricerca originale e unica nel panorama contemporaneo.
Si ringrazia l’Archivio Studio Gabi Minedi per la fattiva collaborazione alla realizzazione in Italia di questo importante evento.
Biographical Notes of Gabi Minedi
Gabi Minedi nasce a Caracas in Venezuela. Vive e lavora tra Roma e il Mondo. Artista radicale ed indie della nuova scena Underground internazionale. Dipinge sin da bambina. Dal 1970 è presente in Collezioni, Gallerie e Musei Internazionali di Argentina, Belgio, Brasile, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Malta, Spagna, Stati Uniti d'America, Svizzera, Venezuela. Da diverso tempo ha lavorato con importanti Gallerie Italiane come la Galleria 32 e il Naviglio di Milano e inoltre, con una delle più grandi Gallerie Spagnole come la Galeria Mediterranea di Palma De Mallorca. Presente alle più importanti manifestazioni internazionali come Art Basel di Basilea e Miami, Biennale di Londra, Arco di Madrid e Documenta Kassel, Biennale di Venezia. Dal 1970, oltre ottanta mostre personali costituiscono l'esteso curriculum di Gabi Minedi, che ha esposto la propria opera in luoghi sparsi per i cinque continenti in spazi pubblici e privati, in Italia, Spagna, Francia, Svizzera, Usa, Gran Bretagna, Malta, Irlanda, Brasile, Germania, Belgio, Porto Rico e Canada. Le sue opere sono presenti nelle piú grandi collezioni e Musei Internazionali. Hanno scritto per Gabi Minedi critici importanti come Enrico Crispolti, Franco Solmi, Ivan Graziani, Nonni, Miceli, Simongini, Falsetti, Joan Lluís Montané, Philippe Daverio, Carlo Bo, Del Vecchio, Floriano De Santi, Manuel Espluga, Leo Strozzieri, Maria Cristina Ricciardi, Sandro Bongiani, Emiliano Canali, Patrizio Maria, Maria Luisa Moretti, Nerio Rosa e tantissimi altri ancora...
Pavilion Lautania Valley
“Stranieri qui e altrove - Active Marginal Generation Everywhere”
Mostra n°5 / Retrospettiva di Gabi Minedi
Spazio Ophen Virtual Art Gallery
Presenze insolite in attesa di un esistere”
Presentazione di 40 opere eseguite tra il 1990 e il 2024
con un testo critico di Sandro Bongiani
15 settembre – 19 ottobre 2024
Salerno, opening 15 settembre 2024 ore 18:00
ORARI: tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
Via S. Calenda, 105 84126 Salerno
In collaborazione con l’Archivio Studio Gabi Minedi, (Italy)
E-MAIL INFO: [email protected] PER INFORMAZIONI: +39 3937380225
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Brasile, bimotore precipita in Amazzonia: 14 morti
Il volo, partito da Manaus, era diretto a Barcelossource
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Brasile: Bolsonaro oggi ritorna in un clima di tensione - Politica
Dopo tre mesi di permanenza negli Stati Uniti, l’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è atteso oggi di ritorno in Brasile in un clima di tensione per il pericolo di nuovi disturbi dopo l’assalto alle istituzioni dell’8 gennaio. L’ex capo di Stato dovrebbe arrivare alle 7:10 ora locale (12:10 ora italiana) con un volo della compagnia Gol che arriverà a Brasilia da Orlando, in Florida. Le…
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09/04 Cloonee x Pasqua Event al Bolgia - Bergamo
Domenica 9 aprile 2023, ossia la notte tra Pasqua ed il lunedì dell'Angelo, il Bolgia di Bergamo si muove a tempo con la tech house scatenata di Cloonee, protagonista di un party che si preannuncia memorabile. Per il popolo che balla ogni weekend nel top club sull'A4 si tratta di un party tutto da vivere, organizzato in collaborazione con Momento Lab.
Di origini inglesi, Cloonee sale alla ribalta nel 2019 grazie ad un importante exploit su Beatport, con la sua "Be Good To Me", che vola al primo posto della Tech House Chart. La sua carriera spicca il volo ed arrivano così le collaborazioni con super etichette come Sola, elrow, Repopulate Mars, Moon Harbour. Il suo suono si evolve di notte in notte, di locale in locale. La nuova "Badman Sound", ad esempio, è in qualche modo vicina alla house old school, che ci riporta dritti nel 1994. E ha pure tutta l'energia della tech house odierna. Ormai Cloonee fa ballare il mondo. Spagna, Gran Bretagna, Brasile, USA i paesi toccati nel 2022. E il 2023 è cominciato tra i top club di Londra e Miami. Non poteva dunque mancare un locale come Il Bolgia. Dove, durante la stessa notte, si esibiscono in Main Room pure Dot N Life, Unknown7, Dino Saints.
La festa continua nella Lab Room del Bolgia, il 9/4/23, dove in console si alterna la generazione dei dj che faranno ballare i club di domani. Il Bolgia apre alle 23.30 e si balla fino alle 8 del mattino.
Quello che vede sul palco del Bolgia di Bergamo il 9 aprile 2023 protagonista l'inglese Cloonee è solo l'ennesimo appuntamento d'eccellenza nel top club. Nelle scorse settimane, e per tutta la stagione passata, si son esibiti top dj della portata di Chris Liebing, Sam Paganini, Dennis Cruz, Len Faki, Ilario Alicante, Luca Agnelli, Sidney Charles, Piero Pirupa, Leon, Raffa FL, Wade & Fer Mesa, Pan-Pot, Franchino, Marco Faraone, Joseph Capriati, Lilly Palmer.
09/04 Cloonee x Pasqua Event @ Bolgia - Bergamo
Info e prenotazioni
https://www.bolgia.it/pasqua-cloonee/
Bolgia
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
info: 338 3624803, dalle 23.30 alle 6 del mattino
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09/04 Cloonee x Pasqua Event al Bolgia - Bergamo
Domenica 9 aprile 2023, ossia la notte tra Pasqua ed il lunedì dell'Angelo, il Bolgia di Bergamo si muove a tempo con la tech house scatenata di Cloonee, protagonista di un party che si preannuncia memorabile. Per il popolo che balla ogni weekend nel top club sull'A4 si tratta di un party tutto da vivere, organizzato in collaborazione con Momento Lab.
Di origini inglesi, Cloonee sale alla ribalta nel 2019 grazie ad un importante exploit su Beatport, con la sua "Be Good To Me", che vola al primo posto della Tech House Chart. La sua carriera spicca il volo ed arrivano così le collaborazioni con super etichette come Sola, elrow, Repopulate Mars, Moon Harbour. Il suo suono si evolve di notte in notte, di locale in locale. La nuova "Badman Sound", ad esempio, è in qualche modo vicina alla house old school, che ci riporta dritti nel 1994. E ha pure tutta l'energia della tech house odierna. Ormai Cloonee fa ballare il mondo. Spagna, Gran Bretagna, Brasile, USA i paesi toccati nel 2022. E il 2023 è cominciato tra i top club di Londra e Miami. Non poteva dunque mancare un locale come Il Bolgia. Dove, durante la stessa notte, si esibiscono in Main Room pure Dot N Life, Unknown7, Dino Saints.
La festa continua nella Lab Room del Bolgia, il 9/4/23, dove in console si alterna la generazione dei dj che faranno ballare i club di domani. Il Bolgia apre alle 23.30 e si balla fino alle 8 del mattino.
Quello che vede sul palco del Bolgia di Bergamo il 9 aprile 2023 protagonista l'inglese Cloonee è solo l'ennesimo appuntamento d'eccellenza nel top club. Nelle scorse settimane, e per tutta la stagione passata, si son esibiti top dj della portata di Chris Liebing, Sam Paganini, Dennis Cruz, Len Faki, Ilario Alicante, Luca Agnelli, Sidney Charles, Piero Pirupa, Leon, Raffa FL, Wade & Fer Mesa, Pan-Pot, Franchino, Marco Faraone, Joseph Capriati, Lilly Palmer.
09/04 Cloonee x Pasqua Event @ Bolgia - Bergamo
Info e prenotazioni
https://www.bolgia.it/pasqua-cloonee/
Bolgia
via Vaccarezza 9, Osio Sopra (Bergamo) A4: Dalmine
info: 338 3624803, dalle 23.30 alle 6 del mattino
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09/04 Cloonee x Pasqua Event al Bolgia - Bergamo
Domenica 9 aprile 2023, ossia la notte tra Pasqua ed il lunedì dell'Angelo, il Bolgia di Bergamo si muove a tempo con la tech house scatenata di Cloonee, protagonista di un party che si preannuncia memorabile. Per il popolo che balla ogni weekend nel top club sull'A4 si tratta di un party tutto da vivere, organizzato in collaborazione con Momento Lab.
Di origini inglesi, Cloonee sale alla ribalta nel 2019 grazie ad un importante exploit su Beatport, con la sua "Be Good To Me", che vola al primo posto della Tech House Chart. La sua carriera spicca il volo ed arrivano così le collaborazioni con super etichette come Sola, elrow, Repopulate Mars, Moon Harbour. Il suo suono si evolve di notte in notte, di locale in locale. La nuova "Badman Sound", ad esempio, è in qualche modo vicina alla house old school, che ci riporta dritti nel 1994. E ha pure tutta l'energia della tech house odierna. Ormai Cloonee fa ballare il mondo. Spagna, Gran Bretagna, Brasile, USA i paesi toccati nel 2022. E il 2023 è cominciato tra i top club di Londra e Miami. Non poteva dunque mancare un locale come Il Bolgia. Dove, durante la stessa notte, si esibiscono in Main Room pure Dot N Life, Unknown7, Dino Saints.
La festa continua nella Lab Room del Bolgia, il 9/4/23, dove in console si alterna la generazione dei dj che faranno ballare i club di domani. Il Bolgia apre alle 23.30 e si balla fino alle 8 del mattino.
Quello che vede sul palco del Bolgia di Bergamo il 9 aprile 2023 protagonista l'inglese Cloonee è solo l'ennesimo appuntamento d'eccellenza nel top club. Nelle scorse settimane, e per tutta la stagione passata, si son esibiti top dj della portata di Chris Liebing, Sam Paganini, Dennis Cruz, Len Faki, Ilario Alicante, Luca Agnelli, Sidney Charles, Piero Pirupa, Leon, Raffa FL, Wade & Fer Mesa, Pan-Pot, Franchino, Marco Faraone, Joseph Capriati, Lilly Palmer.
09/04 Cloonee x Pasqua Event @ Bolgia - Bergamo
Info e prenotazioni
https://www.bolgia.it/pasqua-cloonee/
Bolgia
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info: 338 3624803, dalle 23.30 alle 6 del mattino
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Il Volo - Grande amore (2015 Videoclip)
‘TRIO II VOLO FARÁ SHOWS EM DIVERSAS CIDADES NO BRASIL EM 2023′!
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Mondiali di calcio, ottavi di finale: Giappone-Croazia e Brasile-Repubblica di Corea
Mondiali di calcio, ottavi di finale: Giappone-Croazia e Brasile-Repubblica di Corea. Giappone-Croazia 1-1 (1-3 d.c.r): all’Al Janoub Stadium va in scena un match bloccato che si risolve ai calci di rigore e che porta la squadra di Dalic ai quarti. A sbloccare la partita è Maeda al quarantatreesimo con una girata fulminea sotto porta che batte Livakovic sulla sponda di Yoshida sugli sviluppi di un corner. La Croazia pareggia al cinquantacinquesimo minuto con Perisic che con una girata di testa perfetta sul cross al bacio di Lovren non lascia scampo a Gonda. La partita rimane bloccata e va ad oltranza fino alla fine dei tempi supplementari, per cui finisce ai rigori. La Croazia vince grazie ai rigori trasformati da Vlasic, Brozovic e Pasalic, mentre sono decisivi gli errori dal dischetto di Minamino, Mitoma e Yoshida per i giapponesi. Brasile-Repubblica di Corea 4-1: allo Stadium 974 il Brasile di Tite annichilisce la Corea e si qualifica ai quarti dove incontrerà la Croazia. Ad aprire le marcature è Vinicius Jr al settimo minuto con un destro piazzato sul cross dalla destra di Raphinha. Al tredicesimo raddoppia Neymar Jr trasformando un calcio di rigore. I verdeoro danno spettacolo e firmano il 3-0 al ventinovesimo con Richarlison che riceve il suggerimento di Thiago Silva, si aggiusta il pallone e con un sinistro chirurgico batte Kim tra i pali. Al trentaseiesimo la Seleçao cala il poker con Paquetà che di piatto destro al volo infila il portiere coreano sullo scavetto irreale di Vinicius che ha premiato il suo inserimento. La Corea accorcia le distanze al settantaseiesimo con Paik che raccoglie una respinta della difesa brasiliana su una punizione e dai 25 metri lascia partire un sinistro secco di controbalzo che non lascia scampo ad Allison.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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#paulafernandes #ilvolo #grandeamore #musica #clipe #italia #brasil #video #saopaulo #roma #portaljornale #jornale
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mi sono fatta il culo a lavoro tutta l'estate solo per pagare il volo Brasile-Italia alla mia ragazza per poterla vedere, ditemi se sono o non sono una fidanzata fantastica
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La storia della modella ungherese incarcerata ingiustamente in Italia La modella ungherese 24enne Greta Gila ha chiesto allo Stato italiano un risarcimento di 100mila euro per ingiusta detenzione. Il 22 marzo 2019 venne arrestata in un albergo di Fiumicino, dove era di passaggio prima di volare a Tokyo per un servizio fotografico, con l’accusa di essere una narcotrafficante. Trascorse in carcere a Civitavecchia 74 giorni, poi la misura cautelare fu attenuata: per sei mesi non ebbe però la possibilità di lasciare l’Italia perché era sottoposta all’obbligo di firma, a Roma, in determinati giorni della settimana. Il 10 dicembre 2019 Gila aveva ricevuto la comunicazione che il giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia aveva archiviato l’indagine parlando di «infondatezza della notizia di reato» nonostante «le lunghe indagini espletate». In pratica, l’arresto di Greta Gila era stato un errore. A chiedere l’archiviazione fu la procura di Civitavecchia. Nel 2019 il nome di Greta Gila iniziava a essere conosciuto nel mondo della moda e dei concorsi di bellezza. Due anni prima era stata eletta miss Turismo nel suo paese ed era stata candidata a miss Ungheria nel 2018. Aveva anche partecipato, in Cina, a Miss Universo. Il 22 marzo del 2019 aveva fatto scalo a Fiumicino prima di raggiungere Tokyo dove era attesa per un servizio fotografico. Il volo sarebbe partito la mattina seguente. Nel frattempo, come spiega il suo avvocato Massimiliano Scaringella, a Fiumicino era arrivata la costumista del servizio fotografico, proveniente dal Brasile, nel cui bagaglio erano stati trovati 11 kg di cocaina: «La droga doveva essere consegnata a un complice, il servizio fotografico era lo scudo al traffico di droga. Ovviamente Greta Gila di tutto questo non sapeva nulla», dice Scaringella. Quella sera la modella ungherese cenò con un manager della sua agenzia. Doveva unirsi ai due anche la costumista. Quando si accorse che quest’ultima tardava l’uomo, che poi Gila descrisse come molto nervoso, si allontanò dicendo alla ragazza di salire in camera e aspettare. «La Guardia di Finanza», continua a raccontare l’avvocato , «aveva messo a punto quella che si chiama “consegna guidata”. La costumista, già arrestata, doveva effettuare la consegna solo che, giunta in albergo, non trovò il manager ma, alla reception, le fu consegnato un messaggio in cui le veniva detto di salire in camera di Greta». Quando la costumista, seguita dalla Guardia di Finanza, bussò alla porta della modella, quest’ultima, che parlava pochissime parole in italiano, pensò che si trattasse di una rapina. La Guardia di Finanza perquisì la sua stanza senza trovare nulla e poi la portò in caserma. Venne formalizzata l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Dopo essere stata fermata, Gila chiese di telefonare ai genitori che riuscirono a trovare a Roma un avvocato, Scaringella, che parlasse ungherese. Nei primi interrogatori, Gila spiegò di non aver mai visto prima la costumista, di essere a Roma solo di passaggio e che avrebbe dovuto raggiungere Tokyo dove era stata ingaggiata per un servizio fotografico con un compenso di 1.500 euro. Questo particolare, come ha raccontato la stessa Gila al Corriere della Sera, le si ritorse contro: «Quando mi hanno arrestato l’hanno giudicato inverosimile, come se fosse una prova contro di me». Solo dopo 73 giorni l’avvocato Scaringella riuscì a ottenere per la sua assistita l’attenuazione della misura cautelare. A Roma, Gila iniziò a lavorare, prima in un pub e poi in un negozio di moda. L’avviso di archiviazione arrivò il 16 dicembre 2019. Era stato lo stesso procuratore di Civitavecchia, Roberto Sabelli, a chiederla. Dalle indagini non era infatti emerso nessun riscontro sul possibile coinvolgimento della donna ed era stato anzi evidenziato come l’intero servizio fotografico da realizzare a Tokyo fosse stato usato, all’insaputa sia della modella sia delle altre persone che a quel servizio dovevano lavorare, come copertura al traffico di cocaina. Ha detto Gila al Corriere della Sera: «Ho smesso di fare la modella per il trauma. Associo l’aereo alla paura di essere arrestata e fatico a fidarmi. Sono tornata in Ungheria e seguo la mia passione per la pittura. Magari è questa la mia strada». La richiesta di risarcimento di 100mila euro presentata dall’avvocato Scaringella verrà discussa il 22 febbraio dai giudici della corte d’Appello di Roma. «So bene che la cifra che ho chiesto per i parametri italiani è molto alta», dice al Post l’avvocato, «ma Greta Gila stava iniziando una carriera da modella che è stata praticamente stroncata da quanto è successo. I danni psicologici sono stati enormi». In Italia la somma indennizzabile per ogni giorno di ingiusta detenzione è di 235,82 euro. È una cifra a cui si giunge dividendo l’importo massimo stabilito dalla legge, che è di 516.456,90 euro, per la durata massima della custodia cautelare in carcere, che è di sei anni. Nel caso di Greta Gila si arriverebbe a 17.214 euro di risarcimento. «C’è però il danno ulteriore che, ovviamente, è da provare. Non è facile, trattandosi di danno psicologico», dice ancora l’avvocato Scaringella, «ma ripeto, va tenuto conto che la carriera di Greta si è fermata proprio in seguito alle ripercussioni psicologiche di quella vicenda». Il Post
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Bolsonaro rientra in Brasile dopo tre mesi negli Usa
Jair Bolsonaro torna a casa. L’ex presidente ha lasciato il suo rifugio in Florida tre mesi dopo la fuga negli Usa, alla vigilia dell’assalto dei suoi sostenitori alla spianata dei Tre Poteri a Brasilia. “Non guiderò l’opposizione a Lula”, ha detto mentre si imbarcava su un volo a Orlando con il quale è arrivato in Brasile. “Al Congresso abbiamo il 20 per cento dei deputati. source
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#aggiornamenti da Italia e Mondo#Mmondo#Mmondo tutte le notizie#mmondo tutte le notizie sempre aggiornate#mondo tutte le notizie
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L'urlo
Madrid, 11 luglio 1982, stadio Santiago Bernabeu.
Si gioca la finale dei mondiali di calcio. Di fronte Italia e Germania Ovest.
L'Italia ha appena avuto un rigore a favore. Un rigore che molti vorrebbero far battere a Paolo Rossi che ha segnato già 5 gol in due partite raggiungendo il tedesco Rumenigge, ma le gerarchie impongono come rigorista Antognoni che però si è fatto male contro la Polonia in semifinale. L'altro rigorista è Cabrini, terzino sinistro. Rossi gli si avvicina e gli chiede se se la sente. Forse vorrebbe sentirsi dire: "No Paolo, tiralo tu così diventi capocannoniere" ma Cabrini risponde di sì e si prepara a tirare.
Nel silenzio che sa di suspance un giocatore italiano decide di non guardare. Si gira di spalle rispetto alla porta difesa da Schumacher e aspetta così l'esito.
Si chiama Marco Tardelli e i compagni lo hanno soprannominato "coyote" perché non dorme mai prima di una partita importante. Come i coyote sembra ululare alla Luna. Troppo emotivo per riuscire a dormire prima di una partita importante come quella contro l'Argentina o il Brasile, figurarsi per una finale quanto deve essere stata elevata la tensione.
Contro il Brasile Marco ha colpito al volo un pallone respinto male su calcio d'angolo dai difensori verdeoro. Ne è uscito un tiro sbilenco che sarebbe finito tra le braccia di Waldir Perez se non ci fosse stato Rossi sulla traiettoria a deviarlo in rete. In quella azione Tardelli però si fa male e così non può aiutare i suoi compagni a difendere quel prezioso vantaggio raggiunto per la terza volta contro i brasiliani.
Non ce la fa a vedere la partita a bordo campo, si fa portare claudicante negli spogliatoi e non vede il gol di Antognoni annullato per fuorigioco. Anzi, quando sente il boato del pubblico teme che sia finita, che sia il boato dei tifosi brasiliani che esultano per il 3-3. Non vede neppure la parata di Zoff all'89' su Oscar. Vede solo i compagni a fine partita esultare per aver battuto il "Magno Brasile".
Quando Cabrini calcia il rigore Tardelli ha le mani sui fianchi, il corpo girato dall'altra parte e non vede il pallone calciato fuori dal compagno.
Nel secondo tempo è lui che batte all'improvviso la punizione sulla trequarti campo dei tedeschi servendo Gentile che farà l'assist per il gol di Paolo Rossi. Lui è i polmoni di questa squadra, il centrocampista "box to box" come definiscono gli inglesi questo tipo di calciatori, il giocatore che attacca e difende dando una mano all'attacco o alla difesa quando serve. È nato difensore ma poi Trapattoni lo piazza come interno di centrocampo e lui corre. Ha uno scatto talmente rapido che lo chiamano "Schizzo".
Quando l'Italia imbastisce il contropiede che porta i due difensori Bergomi e Scirea a fare il torello nell'area di rigore dei tedeschi, Tardelli è al limite dell'area. È lì che Scirea gli passa il pallone. Lui prova a stopparlo ma sbaglia il controllo e così per non perdere il possesso si allunga nel tentativo di colpirla più o meno come aveva fatto contro il Brasile.
Stavolta però la prende bene di collo pieno e ne viene fuori un tiro a mezza altezza che il portiere tedesco vede solo passare. Non abbozza neppure il tuffo, resta paralizzato lì in mezzo alla porta.
Quando Tardelli si alza è sfigurato dalla gioia, sì, ma anche dalla rabbia. La rabbia per le critiche ingiuste ricevute da lui e da tutta la squadra, la rabbia di chi dice "Visto che vi sbagliavate?" e per un attimo ho l'impressione che stia per scoppiare in lacrime quando la telecamera lo inquadra in primo piano.
Dirà Tardelli che in quei momenti gli è passata tutta la vita davanti. Non sa dove sta andando, lui corre e basta con i compagni che gli corrono dietro per abbracciarlo.
È un gol importantissimo perché taglia le gambe ai tedeschi che fino a quel momento vedevano una pallida possibilità di rimonta ma sul 2-0 sanno che è finita anche per loro che pure, notoriamente, non si arrendono mai.
Il lungo urlo di Tardelli resterà iconico di quella partita e forse di un po' tutto il Mondiale. È l'urlo di chi non si è mai arreso, nonostante tutto. Il terzo gol di Altobelli è forse il più bello di tutti e tre per eleganza e tecnica ma quello di Tardelli è grinta e rabbia.
Non gli è mai più uscito un urlo così a Tardelli e neppure io mi sono più emozionato a quel modo a vedere un'esultanza dopo un gol.
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Al campo decidemmo per una sfida tre contro tre ed un solo portiere contro tutti, praticamente. Bomba in porta, perché non aveva voglia di correre e perché era il più scarso. Mi avevano raccontato che pure in Brasile facevano in quel modo. Per questo la loro nazionale era la più forte al mondo, ma avevano delle mezze seghe di portieri. Fu la volta della conta per fare le squadre. A me toccarono il Tasso e Tonino, contro Pietro, il forestiero, Sergetto e Schizzo. Era andata meglio di quanto sperassi, avrei avuto la mia rivincita, me lo sentivo. Ma mi sbagliavo. Neanche dieci minuti dopo eravamo sotto di tre goal. Quel diavolo del mio omonimo era una furia scatenata. Correva, dribblava, saltava e calciava come un giocatore di serie A. Iniziai, mio malgrado, a capire che ci avrebbe fatto il culo anche da solo. E il peggio doveva venire. Viene sempre, come recitava un vecchio detto e, come tutti i vecchi detti, ogni tanto ci prendeva. Infatti, mentre mi apprestavo a battere una punizione faticosamente guadagnata, dove, vista la scarsezza di Schizzo in porta, avrei sicuramente segnato, notai tre personaggi fare il loro ingresso in campo. Dalla parte opposta a dove stavamo noi. Anche Bomba se ne accorse e disse sottovoce: "Guardate un po' chi sta arrivando?" Si voltarono anche gli altri, contemporaneamente. Fu Pietro a parlare: "Allora? Che ci frega, hanno il loro spazio. Chi sono?"
"Dei bastardi rompicoglioni! Te lo avevamo detto di venire prima, accidenti a te!" La voce del Tasso era impastata di rabbia. Ma si trattava di una rabbia figlia della paura e dell'impotenza. Come l'abbaiare di quei minuscoli cagnolini che incontrano un cane vero, uno grosso, un pastore maremmano, o un pastore tedesco. Soprattutto se tenuti al guinzaglio, ringhiano e fanno finta di mordere a più non posso. In realtà vorrebbero soltanto essere a mille chilometri di distanza e scomparire.
"Non vedo il problema. Hanno tre quarti di campo tutto per loro, perché dovrebbero darci fastidio?"
"Perché è così che funziona. Da sempre. Perché ci godono a prendersela con i più piccoli, perché sono dei figli di puttana rotti in culo e per tanti altri motivi che non abbiamo mai capito." Dissi, tutto d'un fiato.
"Forse oggi non ne hanno voglia. Forse ci lasceranno in pace. Chissà." Sentenziò Pietro. Era tranquillo. Non sembrava minimamente preoccupato.
"Se credi a questo, allora credi pure a Babbo Natale." Disse Sergetto con la voce tremante. Lui si che aveva paura. E anch'io. Tra tanti che potevano capitarci, ci erano toccati i peggiori. Franco, detto ringhio, immaginate perché, sedici anno, ancora in terza media. Un capoccione della Madonna, di nome e di fatto, corto e tozzo come un cinghiale. Ginetto, detto Peloroscio, per via del colore dei capelli, anche lui ancora in terza media, un altro genio. Alto e secco come un frustino di nocciolo selvatico, cattivo come il fiele. Il padre era peggio di lui e era stato pure in galera. Per ultimo Alberto Maria, il figlio dell'avvocato Terenzi. Bastardo lui e bastardo il padre. I più grandi lo chiamavano solo Maria, per prenderlo per il culo, ma noi ci guardavamo bene dal farlo. Non ci azzardavamo neanche a riderci su. Anche lui sedici anni, secondo Liceo Classico, chissà perché se la faceva con quei due minorati. Forse perché, in fondo, erano fatti della stessa pasta. Non l'avremmo passata liscia.
I tre ci si avvicinarono con calma, come il gatto che, dopo averlo ridotto male, sa che il suo topo non può più andare da nessuna parte. Peloroscio improvvisamente si staccò dagli altri, mi diede uno spintone che quasi mi mandò con il culo per terra e si prese il mio pallone di cuoio. "Andatevene a casa, mocciosi, adesso tocca a noi giocare." Disse con aria truce.
"Su bambini, fuori dalle palle!" Aggiunse Alberto Maria sghignazzando.
Non era la prima volta che subivamo tali umiliazioni, avevamo tutta la vita davanti, sicuramente non sarebbe stata neanche l'ultima. Ci avevamo fatto il callo. Eravamo rassegnati e stavamo per allontanarci, ma gli eventi successivi presero una piega totalmente diversa e inaspettata. Non dimenticherò mai quello che vidi, dovessi campare cent'anni. Imparai che non c'è niente di definitivo. Che le cose si possono cambiare. Che niente è così com'è, ma è solo come tu lasci che sia.
"Ridagli la palla." Disse Pietro con una voce fredda e dura come la roccia. Guardava Peloroscio dritto nelle palle degli occhi, gettando noialtri nello sconforto. Ci stava mettendo nei casini. Ora le avremmo buscate sul serio. Ma che cazzo voleva dimostrare? Ci avrebbero pestati come l'uva. Peloroscio rimase un attimo interdetto. non se lo aspettava. Non era mai successo che qualcuno si ribellasse così apertamente. Anche perché erano soliti scegliere le proprie vittime tra i più piccoli. Guardò con disprezzo il nuovo arrivato e rispose: "E tu chi cazzo sei? Non ti ho mai visto prima, stronzetto." Era sicuro che, da lì a non molto, lo avrebbe gonfiato come una zampogna.
Pietro non rispose alla domanda, si limitò a ripetere, con lo stesso tono di prima: "Ridagli la palla. Non è roba tua."
"Perché non ci vieni tu a prenderla?"
E quel matto lo fece davvero. Si avvicinò a Peloroscio, senza affanni e senza scomporsi. Era pronto alla guerra. Faceva... Faceva paura! Ecco cosa faceva. Non appena gli fu tanto vicino da poterlo quasi toccare, l'altro lanciò la palla verso Ringhio, rivolgendogli un sorriso di compassione e di scherno. Pietro, senza degnarlo di uno sguardo, si voltò e si avvio verso quest'ultimo, che, a sua volta, lanciò la palla ad Alberto Maria. Costui attese l'arrivo del nostro amico, poi, sempre con quell'aria da strafottente appiccicata sul muso, rilanciò verso Peloroscio. "Su, coglione, mettici un po' di grinta! Corri, altrimenti non ci divertiamo!" E giù, tutti e tre, a ridere sguaiatamente.
Era un balletto quasi macabro. Stava soltanto prolungando la nostra agonia. Presto si sarebbero stancati di quello stupido giochetto e, purtroppo per noi, avrebbero realizzato che si sarebbero divertiti molto di più a suonarcele. Sperai con tutte le mie forze, anche se al contempo, provai anche un po' di vergogna, che se la prendessero solo col nuovo arrivato, in fondo era colpa sua se si erano incazzati. Noi avevamo imparato le regole da tempo, non ci saremmo mai sognati di infrangerle. Vero anche che Pietro era nostro amico, ma, come si dice, meglio a lui che a noi. Che a me, soprattutto. Aveva voluto la bicicletta e ora gli toccava pedalare. Volente o nolente.
Pietro era tornato da Peloroscio, sempre con la stessa flemma, sempre misurando i passi, ma stavolta, quando quest'ultimo lanciò il pallone, fece un balzo improvviso e fenomenale, come un gatto a caccia di rondini. Bloccò al volo il mio adorato pallone di cuoio e, non appena i suoi piedi ritoccarono terra, sferrò un calcio nei coglioni di Peloroscio che quasi glieli fece uscire dagli occhi. Quello spilungone testa di cazzo, con la faccia tutta storta dal dolore, fece per urlare, ma dalla sua boccaccia spalancata a dismisura non uscì il minimo suono. Cadde a terra come un sacco di patate, o, meglio, come quel sacco di merda che era, tenendosi in mezzo alle gambe con tutte e due le mani. Iniziò subito a diventare viola. Ero sicuro che sarebbe morto. Lo aveva ammazzato! Sarebbe finito in galera. Tutti noi saremmo finiti in galera, eravamo suoi amici. Si sa come vanno a finire certe cose. Ci avrebbero chiuso in gattabuia e avrebbero buttato la chiave. Ma per quale motivo non si era fatto i cazzi suoi?
Il Maremmano, come lo chiamava il Tasso, neanche una piega. Si girò verso di me e mi lanciò la palla, "Riprendila. E' sempre tua." Disse. Aveva uno sguardo che te la faceva fare nei pantaloni. Alberto Maria, riavutosi dallo stupore, caricò a testa bassa, come un toro quando vede rosso, "Guarda cosa gli hai fatto, brutto figlio di puttana! Adesso ti ammazzo!" Gridava. E, forse, lo avrebbe ammazzato davvero. Se solo fosse riuscito a colpirlo, magari anche una sola volta. Menava colpi all'impazzata, con le mani e con i piedi, ma non c'era verso di centrare il bersaglio. La cosa più strana era che, mentre Alberto Maria sparava alla cieca pugni e calci alla massima velocità, Pietro si muoveva al rallentatore, un rallentatore a scatti, schivava i colpi quasi scivolando nell'aria e diceva. "Non sono qui, neanche lì e neppure qui." Se me lo avessero raccontato non ci avrei mai creduto. Sembrava che gli occhi non mi funzionassero bene. Ricordo che, quella sera stessa, in paese, dopo che lui se ne era tornato a casa, discutemmo dell'accaduto con gli altri. Volevo capire. Volevo avere la loro versione. Che cavolo! Anche se si trattava dei miei stessi occhi, era difficile dar loro ragione. Niente da fare. Stesso, identico film per tutti. Stessa trama e stesse scene in quell'incredibile rallentatore. C'era da diventare matti!
La strana danza improvvisamente cambiò direzione. Alberto Maria, a corto di fiato, sparava colpi sempre più radi e più lenti e sbuffava come un tubercoloso. Mentre si apprestava a far partire l'ennesima larga sventola di destro, il braccio di Pietro si animò e scattò come una molla, fu l'unico movimento veloce che fece. Talmente veloce che neanche lo vedemmo. Gli effetti però li vedemmo bene. E chi se li scorda più! Il naso del suo nemico esplose come un petardo, schizzando sangue dappertutto. Una fontana. Ma non fu tanto il sangue ad impressionarmi, quanto il rumore che fece. Un rumore simile a quando calpesti un ramo secco e quello si spezza a metà. Una frustata di rumore. Un rumore che mi spaventò a morte e mi fece venir voglia di vomitare. Il povero Maria (ora potevo anche chiamarlo così, le aveva buscate di brutto da un mio amico, di sicuro non ci avrebbe più rotto i coglioni) si rotolava per terra, cercando di tamponare alla meglio il naso rotto e urlava e piangeva come una femminuccia. Pietro lo fissò gelido, come una statua di ghiaccio, si voltò verso Ringhio, che stava tremando come una foglia e si era pure pisciato addosso dalla fifa, e disse: " Vuoi anche tu la tua parte?" Ringhio era stupido, vero, ma non fino a quel punto. Continuò a guardarsi la punta delle sue lerce scarpe da tennis come se ci fosse nascosto chissà quale segreto e sussurrò un no appena percettibile. Era impietrito, in tutti i sensi, dalla paura.
Solo a quel punto, Pietro si rivolse a noi, ai suoi amici, quelli che non avevano mosso un dito per aiutarlo. Vero è che non ce n'era stato bisogno. Caso mai gli altri avrebbero avuto bisogno di aiuto.
"Mi è passata la voglia di giocare. Ce ne andiamo?"
"Si, andiamo. Anche a me è passata" Risposi.
Gettammo un’ultima occhiata verso i nemici sconfitti, ma che dico sconfitti, annientati! Per fortuna Peloroscio si stava riprendendo. tossiva e sputava di continuo, ma era in grado di stare seduto. Non sarebbe più morto. Ma di questo non è che me ne fregasse granché, la buona notizia era che non saremmo finiti in galera. Uscimmo dal campo sportivo, inforcammo le nostre biciclette e via, sulla strada del ritorno. Lungo il percorso, Tonino si avvicinò a Pietro e dopo averlo osservato da vicino per un po' disse: "Ma chi sei veramente? Nembo Kid?"
Lui lo guardò, ma non rispose. Non solo gli era passata la voglia di giocare, ma anche quella di parlare.
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Setembro. Todos os estudantes com seus bilhetinhos lindos da Plataforma 9 3/4 com Hogwarts como destino e zilhões de feitiços para aprender, afinal é Hogwarts e a magia está no ar. Embora nossos bilhetes não indicassem a famosa plataforma de Londres, e o Rony não apareceu dirigindo o carro voador do sr. Wesley para “salvar” os ilvolovers após o concerto -já que não havia Uber no local-, deu para sentir a Gemialidades Wesley, lá no Beco Diagonal, sem precisar usar pó de fluor e claro que qualquer ilvolover que esteve presente vai usar memórias daquelas noites para realizar os Patronos de agora em diante.
O que dizer das três noites mágicas em São Paulo? Foram incríveis? Foram! Foram perfeitas? Foram! Foram surreais? Foram! Foram…. Mágicas? Sim, foram! Foram tudo isso e muito mais! O repertório contou com músicas desde Nessun Dorma até Volare, passando por músicas já conhecidas de todo o público do IL Volo, como Granada, Cielito Lindo, En Aranjuez Con Tu Amor, Non Ti Scordar Di Me, E Lucevan Le Stelle, My Way, Maria, Tonight e No Puede ser. Além de Nessun Dorma, o trio cantou La Danza, Una Furtiva Lagrima, Torna a Surriento, ‘O Paesoe D’O Sole, ‘O Surdato ‘Nnamurato, Libiamo Ne’ Lieti Calici e Ave Maria, Mater Misericordia clássicos presentes no mais recente trabalho do IL Volo. E, claro que finalizaram com Canzone Per Te, Volare e, por fim, Grande Amore. Entre uma música e outra, os rapazes interagiam entre si arrancando risos e gargalhadas do público. Conhecemos um Gianluca que praticamente já está lecionando Letras – Português em alguma universidade, com certeza; um Ignazio super engraçado, como sempre, que sente muita, muita falta da pasta al pomodoro italiana; e um Piero encantador que de agora em diante será chamado de Fofoleto.
Foram muitos risos com os comentários dos rapazes, como quando Ignazio e Piero cantaram um dueto incrível e, enquanto o público ainda aplaudia, Gianluca voltou correndo para o palco, todo sorridente, dizendo “Obrigado. Obrigado São Paulo.” e Ignazio ironicamente comentou: “Obrigado, Gianluca. Você foi muito importante para esta canção.“. Outro momento bacana foi quando Piero discorreu vários elogios para Ignazio, como Bonito, Legal, Inteligente, essas coisas, apenas para pedir que ele se retirasse do palco, e Ignazio comentou: “Se você está falando tudo isso de mim, então eu sou gostoso.” Como não rir, gente? Como? É impossível! Gianluca até comentou que depois que Ignazio aprendeu essa palavra, não sabe dizer outra coisa. Na vez de Ignazio pedir para Piero sair do palco, ele simplesmente soltou um “eu quero dizer a Piero se… se você pode ir embora. Descansar a voz.” Piero respondeu “Na Itália, não importa o que você diz, mas a forma como você diz.” Aí Ignazio mudou, todo fofinho, falou: “Piero, meu amore. Eu acho que você é muito engraçado, muito bonito também. Fofoleto…” Aí Piero, depois do “Fofoleto” decidiu sair do palco mesmo…kkkkk
Enfim, o concerto foi simplesmente incrível do início ao fim! A palavra da noite de sábado foi: Devagar, a palavra da noite de domingo foi Gostoso, sem dúvidas. Nós ainda estamos arrumando os vídeos e as fotos, mas já tem vídeo no nosso canal do youtube, e alguns vídeos curtos no nosso twitter. Veja abaixo:
https://twitter.com/FcIlVoloBrazil/status/913044238681636865
https://twitter.com/FcIlVoloBrazil/status/913043795553505280
https://twitter.com/FcIlVoloBrazil/status/913042686772432896
No Youtube….
Tem outros vídeos no nosso canal, mas vamos falar de Nessun Dorma:
E não pode faltar esse momento fofinho, já que Piero parece o cachorrinho de estimação do Ignazio (cujo nome é Franz):
Tem mais vídeos no nosso canal, é só você dar uma olhadinha ❤
Antes de encerrar o post com algumas fotos tiradas durante o concerto, queria agradecer aqui também à linda Sabrina Chaves (para quem acompanha o FC, foi a guria que ganhou um dos kits que sorteamos no nosso mês de aniversário). Depois do encerramento do show de sábado, enquanto eu ainda “voava” diante tudo o que eu havia acabado de presenciar, ela veio até mim e disse: “May? Obrigada pelo seu trabalho.” Chorei horrores! Foi a melhor coisa que houvi naquela noite, sem dúvidas!! Obrigada, viu, Sabrina?? Você fez parte de toda essa magia!
Enfim, não sei dizer se foi através de vassoura ou se Piero, Ignazio e Gianluca usaram um Wingardium Leviosa em todo o Espaço das Américas, só sabemos que voamos! E, olha, esse voo foi MÁGICO!
***Obrigada à Orquestra Vila Lobos e ao Maestro Adriano Machado. Sem vocês, o voo não teria sido tão alto.
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Porque quando a Magia está no ar... tudo é possível! #ilvolo #ilvolomusic #ilvolonobrasil Setembro. Todos os estudantes com seus bilhetinhos lindos da Plataforma 9 3/4 com Hogwarts como destino e zilhões de feitiços para aprender, afinal é …
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