#Haymitch Abertnathy
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Hunger Games — L'Alba sulla Mietitura

Scheda informativa
Titolo originale: Sunrise on the Reaping
Autore: Suzanne Collins
Copertina: Tim O'Brien, Elizabeth B. Parisi
Traduzione: Simona Brogli e Alessandra Roccato
Editore: Mondadori
Prima Pubblicazione: marzo 2020
Pagine: 354
Prezzo: € 23,00
Trama
All'alba dei cinquantesimi Hunger Games, i distretti di Panem sono in preda al panico. Quest'anno, infatti, per l'Edizione della memoria, verrà sottratto alle famiglie un numero doppio di tributi rispetto al solito. Intanto, nel Distretto 12, Haymitch Abernathy cerca di non pensarci troppo, l'unica cosa che gli interessa è arrivare vivo a fine giornata e stare con la ragazza che ama. Quando viene chiamato il suo nome, però, Haymitch vede infrangersi tutti i suoi sogni. Strappato alla famiglia e agli affetti, viene portato a Capitol City con gli altri tre tributi del Distretto 12: una ragazza che per lui è quasi una sorella, un esperto in scommesse e la ragazza più presuntuosa della città. Non appena gli Hunger Games hanno inizio, Haymitch comprende che tutto è stato predisposto per farlo fallire. Eppure qualcosa in lui preme per combattere... e far sì che la lotta si estenda ben oltre l'arena.
Recensione
Gli Hunger Games di Haymitch Abernathy dimostrano come il presidente Coriolanus Snow abbia come punto debole il fuoco che arde nel Distretto 12, siano essi Covey o meno. La struttura di Panem, e il presidente stesso, sono deboli dietro alla propaganda minacciosa che fa tremare entrambi Capitol City e i Distretti di Panem.
Questo è davvero un tipo speciale di crudeltà.
Maysilee Donner ha ragione. Tutto l'impianto su cui Snow costruisce il suo regime autoritario è un tipo speciale di crudeltà, che punta a farti male nelle viscere e nei sogni più profondi perché, in realtà, non ha altro su cui puntare, se non al farti paura e al farti conoscere l'indispensabile per far funzionare la macchina.
Ogni libro è prezioso quanto una persona, perché custodisce i pensieri e i sentimenti altrui ben oltre la morte.
Questo nuovo volume della saga The Hunger Games può essere considerata come una storia-non-più-dimenticata per cui occorre ringraziare Katniss Everdeen e Peeta Mellark e alla loro idea del Libro dei Ricordi, e forse anche per il precedente prequel, La Ballata dell'Usignolo e del Serpente, che dando un ordine ai “racconti ritrovati” può essere frutto dell'aver rintracciato i Covey, le cui donne sembrano essere tutte avvolte da un certo mistero ma che, per prime, tengono unite le memorie del Distretto 12, e forse anche quelle di tutta Panem.
Le cose sono bellissime e noi continuiamo a incasinarle. Perché il mondo non dovrebbe essere così terrificante. È colpa delle persone, non del mondo.
Ancora una volta, The Hunger Games è un messaggio fittizio al funzionamento del mondo reale: è questo il mondo che vogliamo? Sono queste le persone che vogliamo essere, propagandistiche rispetto ai differenti ideali e prive di amore verso chi la pensa diversamente da noi? Persone egoiste con desideri altrettanto egoisti per raggiungere i propri successi, costi quel che costi, senza considerare come davvero importanti le sofferenze altrui?
Ma sono davvero per il bene comune. Gli Hunger Games, intendo.
Se, come dice Effie Trinket, si deve arrivare a sacrificare dei bambini per il bene comune, la situazione è davvero grave. Il bene comune non dovrebbe essere costruito con sacrifici umani — di persone che non ne possono niente per ciò che è stato, per giunta — e terrore.
Sei stato capace di immaginare un futuro diverso. Forse non si realizzerà oggi, forse non si realizzerà nell'arco della nostra vita. Forse ci vorranno generazioni. Facciamo tutti parte di un continuum. Questo lo rende inutile?
Nel mondo di The Hunger Games si è giunti troppo avanti, un cambiamento non è necessario ma vitale. Ma, nel mondo reale, c'è ancora tempo per fermare tutto, per remare controcorrente e apprezzare la vita, il mondo, per le sue bellezze, senza il terrore di dire la parola sbagliata, di fare la cosa sbagliata.
Come la Trilogia e il primo prequel, anche questo secondo prequel è scritto in maniera scorrevole e fluida, in modo da farti amare i suoi personaggi e le loro fragilità, e facendoti odiare il vero nemico.
La neve può anche cadere, ma il sole sorgerà ancora.
Facendoti capire che freddo e caldo, neve e sole, notte e giorno, sono entrambi indispensabili per i cicli di vita, e che cattivo e buono sono solo un'invenzione degli esseri umani e che in natura non esistono.
Valutazione
★★★★★ 5/5
Sneak peaks su “The Hunger Games — L'Alba sulla Mietitura”
Dalla stessa saga
The Hunger Games — La Ballata dell'Usignolo e del Serpente (primo prequel)
The Hunger Games (trilogia)
Dalla stessa autrice
La serie Gregor (2013—2016)
Gregor — La Prima Profezia
Gregor — La Profezia del Flagello
Gregor — La Profezia del Sangue
Gregor — La Profezia Segreta
Gregor — La Profezia del Tempo
Un anno nella Giungla (2014)
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Conversation
Haymitch: Okay, I've called you all to this meeting because some of us don't seem to get along.
Katniss: Me and Peeta are literally the only ones you called here.
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