#Guida Tecnica n. 29
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Le Miniere di Pasquasia e Bosco Palo Escluse dalla Proposta CNAI per il Deposito Nazionale. La Sogin chiarisce che le due miniere dismesse siciliane non rientrano nell’elenco delle aree idonee per il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi
Il 7 ottobre 2024, la Sogin ha rilasciato una dichiarazione per precisare che le miniere dismesse di Pasquasia (Enna) e Bosco Palo (Caltanissetta) non sono incluse nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), pubblicata dal Ministero dell'A
Il 7 ottobre 2024, la Sogin ha rilasciato una dichiarazione per precisare che le miniere dismesse di Pasquasia (Enna) e Bosco Palo (Caltanissetta) non sono incluse nella proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI), pubblicata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica il 13 dicembre 2023. La precisazione arriva a seguito di alcune speculazioni emerse sulla stampa locale…
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marcobrughi · 5 years ago
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Come scegliere il miglior hosting WordPress
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Spesso viene trascurato e non scelto con cura e con ragionamento, ma il web hosting è uno dei componenti chiave di ogni sito web di successo. Scegliere il miglior hosting Wordpress per le tue esigenze può migliorare il tuo SEO e aumentare le vendite. Esistono vari tipi di opzioni di hosting Wordpress disponibili come hosting economico, condiviso, VPS, dedicato e completamente gestito e specialistico per Wordpress. In questa guida, ho intenzione di aiutarti a scegliere il miglior hosting Wordpress per il tuo sito web. Dopo diversi anni di esperienza come Wordpress developer ed avendoli provati ormai quasi tutti conosco bene l'importanza di scegliere la migliore società di hosting Wordpress. Il mio obiettivo con questa guida è di condividere le mie esperienze e approfondimenti per valutare quello che bisogna considerare nella scelta di una società di hosting per la tua attività. Anche se i test sono molto relativi perchè in pratica ogni sito web è diverso, per dimensioni, per numero di visitatori, e per tanti altri fattori, ho deciso di farne alcuni proprio per aiutarti a prendere la decisione giusta, facendo un confronto testa a testa di quelle che considero le migliori società di hosting Wordpress realizzando test di velocità, test di uptime e test di affidabilità. Quali sono i requisiti di hosting di Wordpress? Wordpress è uno script molto leggero ed è compatibile con quasi tutte le buone società di web hosting. I semplici requisiti richiesti da Wordpress sono: PHP versione 7 o successiva MySQL versione 5.6 o successiva Grazie alla popolarità di Wordpress, tutte le migliori società di web hosting dispongono di semplici opzioni di installazione con 1 clic per Wordpress. Tutte le società di hosting Wordpress che ho elencato in questa guida offrono pieno supporto per la gestione di un sito Wordpress. Aspetti da considerare nella scelta di un provider di hosting Wordpress Velocità, sicurezza e affidabilità sono tutti fattori importanti da considerare quando scegli il tuo hosting Wordpress. Tuttavia, il fattore più importante che dovresti considerare è "quali sono le tue esigenze?". Valutare bene le tue esigenze prima di acquistare il tuo hosting Wordpress può farti risparmiare molti euro. Valutazione delle esigenze di hosting di WordPress Come accennato in precedenza, sono disponibili diversi tipi di opzioni di web hosting come economico, condiviso, VPS, dedicato e anche completamente gestito per Wordpress. Cerciamo di capire insieme come funziona ciascuna di queste opzioni per determinare qual è la soluzione migliore per te. Hosting WordPress economico Sono disponibili web hosting molto economici ed addirittura anche gratuiti, ma quasi tutti hanno una sorta di adescamento soprattutto nella cifra molto bassa che attira o addirittura nell'offerta di gratuita. I vecchi proverbi che di solito hanno ragione dicono che di gratis a questo mondo non c'è nulla, ricordatevi che se qualcuno vi offre un servizio gratuito, probabilmente dovrà guadagnare qualcosa in qualche altro modo altrimenti come pensate che vi possa servire un servizio che ha un costo? Di solito, può succedere di trovare hosting gratuito di Wordpress offerto in forum online o piccoli gruppi. Nella maggior parte dei casi, questi sono gestiti da un individuo che sta rivendendo una piccola parte del suo spazio server per coprire le sue spese. Spesso il problema è che devi inserire i suoi banner pubblicitari sul sito. Alcuni potrebbero chiederti di inserire un link di testo nel piè di pagina del tuo sito. Queste persone venderanno quel banner pubblicitario o link di testo per coprire il costo del tuo spazio libero e intascare i profitti. Il più grande svantaggio di avere un host gratuito oltre agli annunci è che non sono affidabili. Non si sa mai quando questa persona smetterà di offrire il servizio gratuito. Possono lasciarti sospeso in qualsiasi momento. Se hai una attività, sei serio e/o vuoi offrire dei servizi nel tuo sito web, evita l'hosting gratuito di Wordpress a tutti i costi. Hosting Wordpress condiviso L'hosting condiviso è di gran lunga il tipo più popolare di hosting Wordpress utilizzato dai principianti. È il più conveniente e francamente un buon punto di partenza per i nuovi utenti. L'hosting condiviso è dove un server di grandi dimensioni viene condiviso in molti siti. Avendo più siti sullo stesso server, i provider di hosting possono offrire il servizio a un prezzo più conveniente. La più seduttiva opzione che possiamo trovare con l'hosting condiviso in tutti provider (compresi alcuni di quelli che ho elencato di seguito) sono le risorse illimitate. Di nuovo non credete alle favole. Non esiste una cosa come illimitata. Anche se viene indicata la parola illimitato, ci possono ancora essere restrizioni di utilizzo che verranno scoperte nel corso del lavoro del tuo sito web. Se il tuo sito web, per esempio, inizia a occupare un carico considerevole sul server, verrai educatamente convinto o forse costretto ad aggiornare il tuo account ad un livello più alto e più costoso e se questa azione non viene eseguita si potrebbe avere un effetto negativo sulle prestazioni complessive di altri siti ospitati sullo stesso server. Cerchiamo di essere ragionevoli: mano, mano che la tua azienda crescerà evidentemente cresceranno anche i tuoi costi. Comunque l'hosting web condiviso rimane la soluzione migliore per le piccole imprese, per l'avvio di blog e per tutti i siti che non avranno grandi esigenze. Hosting VPS di Wordpress Virtual Private Server (VPS) si riferisce a una macchina virtuale. È un metodo molto usato per partizionare un computer server fisico su più server virtuali. Questo vuol dire che, anche se stai condividendo il server con altri, il VPS ti dà praticamente il controllo di un server dedicato. Ha anche la privacy di un computer fisico separato e può essere configurato per eseguire software server specifici e questo è molto utile in tantissimi casi. Spesso sviluppatori, utenti intermedi e blogger di medie dimensioni utilizzano VPS per dimensionare i propri siti Web. Se non si dispone di alcuna conoscenza tecnica, è necessario e quantomeno opportuno di assicurarsi di acquistare un VPS gestito . Ciò significa che il provider di hosting Wordpress gestisce tutti gli aggiornamenti di sistema e dovrebbe essere disponibile per assisterti se necessario. L'hosting VPS è ideale per piccole e medie imprese, i blog ad alto traffico e gli aspiranti designer / sviluppatori, nonchè per siti e-commerce. Hosting dedicato per server Wordpress Il server dedicato è un server fisico che è possibile noleggiare dal provider di hosting. Ciò consente di avere il pieno controllo del server, compresa la scelta del sistema operativo, dell'hardware, ecc. Non è assolutamente necessario un server dedicato se si è appena agli inizi. Solo quando il tuo sito riceve una notevole quantità di traffico dovresti prendere in considerazione l'aggiornamento a un server dedicato. Se non si ha a disposizione un amministratore di sistema oppure non si ha esperienza con i server, si consiglia un server dedicato gestito. I provider di hosting Wordpress che offrono server dedicati gestiti impiegano amministratori di sistema a tempo pieno che gestiscono i tuoi server. Oltre a eseguire aggiornamenti software, eseguono anche il monitoraggio del server, offrono supporto telefonico, ecc. La maggior parte dei maggiori siti web mondiali utilizza cluster di server dedicati. I server dedicati Wordpress sono i migliori per i blog a traffico estremamente elevato. Hosting WordPress gestito Wordpress è di gran lunga il CMS a livello mondiale più utilizzato e dal momento che la domanda è diventata molto alta diversi provider di web hosting hanno scelto di offrire hosting Wordpress completamente gestito. Ma cosa vuol dire completamente gestito? Semplicemente che se utilizzi uno di questi servizio non devi più preoccuparti di niente rispetto alla base di Wordpress ed all'hosting. Ottimizzano il tuo sito per le prestazioni, assicurano che il tuo sito sia sicuro e mantengono backup regolari. Inoltre, ti avvisano se un plug-in specifico sta avendo un impatto negativo oppure è insicuro e molto spesso offrono ampi servizi di assistenza. Un account con uno di questi provider ti consente solo di ospitare siti basati su Wordpress e nient'altro. In conclusione, l'hosting Wordpress gestito è l'hosting Wordpress veloce con supporto di alta qualità da parte del personale con molta esperienza su Wordpress. Sebbene tutto ciò sembri sorprendente, i piani per l'hosting Wordpress gestito sono di solito nella fascia più alta della scala. Ad esempio, un account personale con un noto provider di hosting Wordpress gestito costa  29 euro/mese e vi è possibile ospitare solo 1 sito con un massimo di 25.000 visitatori al mese. Altri livelli hanno un costo superiore ed ovviamente se sei agli inizi del tuo blog forse non potrai permettertelo. L'hosting WordPress gestito è ottimo per i blogger affermati che possono giustificare la spesa con le loro entrate. È per le persone e soprattutto le aziende che non hanno le capacità, il tempo o le risorse interne per affrontare il lato tecnico specifico. I migliori hosting Wordpress Quali sono i migliori hosting Wordpress? Bene finora abbiamo fatto una analisi per poter scegliere quali siano i migliori hosting Wordpress, adesso, sulla base sia di test riportati dalla stampa specializzata nel settore e soprattutto di esperienza personale vi elenco i migliori hosting Wordpress per le vostre esigenze. Hosting Condiviso
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Uno dei più vecchi host web, ha iniziato nel 1996, Bluehost è diventato il marchio più grande quando si tratta di hosting Wordpress. Sono un provider ufficiale di hosting consigliato da 'Wordpress'. Con Bluehost, non devi mai preoccuparti che il tuo sito web sia lento anche quando c'è molto traffico. Il loro supporto esperto 24/7 è sempre lì per aiutarti quando ne hai bisogno per telefono, e-mail o chat dal vivo. Sono classificati n. 1 nel web hosting per le piccole imprese. Inizia con BlueHost  
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SiteGround è uno dei provider di hosting più popolari e più votati nella community di Wordpress. Offrono soluzioni uniche di velocità e sicurezza interne a Wordpress per rendere il tuo sito il più veloce e sicuro possibile. Sono conosciuti per il miglior supporto 24/7 nel settore ed è per questo che sono un provider ufficiale di hosting consigliato da 'Wordpress'. Le funzionalità di SiteGround includono aggiornamenti automatici, cache WP integrata, CDN, gestione temporanea con un clic e controllo della versione GIT. Sono anche una delle poche aziende che offrono hosting specifico per località con 3 data center negli Stati Uniti, in Europa e in Asia. Inizia con Siteground   Hosting VPS / Server dedicato In questo caso il discorso si fa un po' più complesso e dal momento che sarebbe opportuno avvalersi di Wordpress developer seri e validi per gestire questo tipo di hosting, non mi sento di consigliarne alcuni in particolare. E' sempre bene fidarsi del proprio Wordpress developer che utilizzerà la struttura nella quale ha più fiducia visto che poi la gestirà per vostro conto. Se volete posso mettere a disposizione i miei servizi per il vostro progetto e potete contattarmi CLICCANDO QUI Hosting Wordpress Gestito Per avere un hosting Wordpress completamente gestito e senza problemi ci vogliono delle aziende veramente specializzate in Wordpress e con esperti Wordpress developer a disposizione, solo cosi si può essere sicuri, tenendo presente che ovviamente il costo sarà commisurato al servizio.
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FlyWheel è uno dei più validi provider che ti consenta di avere un hosting Wordpress veramente gestito e veramente senza problemi e /o preoccupazioni. Offrono soluzioni anche per freelancers ed agenzie oltre che per siti web Wordpress ad alto traffico. Eccezionali tools di sviluppo e supporto di persone vere in collegamento online in grado di risolvere praticamente qualsiasi problema. L'unico problema è che il supporto è, per ora, in inglese. Inizia con FlyWheel   Infine, per chi vuole un supporto in italiano ed un ottimo hosting Wordpress sia per economico per partire con il vostro blog che completamente gestito per la vostra attività, voglio proporvi anche il mio servizio, che è attivo ormai da qualche tempo sul territorio italiano e già ha diverse decine di clienti che hanno confermato l'utilizzo dei miei servizi con soddisfazione. Si chiama appunto HOSTINGWORDPRESS.biz e potete visitarlo al relativo sito web oppure CONTATTATEMI e vi darò tutte le informazioni che vi servono per il vostro sito web Wordpress.   Read the full article
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ryadel · 5 years ago
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Aruba - Servizio PEC: dismissione protocolli deprecati il 30/09/2019 - cosa fare
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Se vi siete imbattuti in questo articolo è probabile che abbiate da poco ricevuto una comuncazione da parte di Aruba volta ad avvisarvi che, a partire dal 30 settembre 2019, il servizio di Posta Elettronica Certificata (PEC) subirà degli importanti cambiamenti a livello di configurazione al fine di adeguarsi alle nuove richieste effettuate dall'Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). La comunicazione è la seguente: Gentile utente,   nel rispetto di quanto richiesto dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) ai Gestori PEC (prot. N. 0004723 del 02/04/2019 e prot. N. 0008952 del 27/06/2019), ti comunichiamo che abbiamo recentemente attivato sul servizio di posta elettronica certificata il nuovo protocollo di trasmissione sicura “TLS 1.2” e che dal 30/09/2019 dismetteremo in modo definitivo gli altri protocolli, ormai obsoleti.   Il messaggio prosegue poi con una serie di informazioni dettagliate sulla compatibilità dei sistemi operativi e dei client di posta più diffusi con il nuovo protocollo. Nonostante la comunicazione sia piuttosto esaustiva, molti utenti - soprattutto quelli meno esperti di sicurezza informatica - si stanno chiedendo cosa bisogna effettivamente fare - o controllare - per assicurarsi che il proprio sistema continui a ricevere le PEC anche successivamente al 30/09/2019. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di chiarire questo aspetto.
Cosa fare
Per i più frettolosi, la risposta è presto detta: non dovete fare assolutamente nulla, se non assicurarvi che il sistema operativo e il client di posta dei dispositivi che utilizzate per inviare e ricevere le PEC siano presenti e aggiornati alle versioni elencate nella comunicazione di Aruba, ovvero: Sistemi Operativi e browser Android (4.4.2) | Tutti i browser Apple iOS | Tutti i browser Windows Phone (8.1) | Internet Explorer (11) OSX (10.9) | Safari (7.x), Chrome (34.x), Firefox (29.x) Windows XP (SP3) | Chrome (49.x), Firefox (49.x) Windows 7 | Chrome (30.x), Firefox (31.3.0 ESR/45.x), Internet Explorer (11), Opera (17.x) Windows 8.0 | Firefox (27) Windows 8.1 | Internet Explorer (11) Windows 10 | Tutti i browser Client di posta e piattaforma Mail | iOS (11.x) Mail | Android (5.x) Apple Mail | OSX (10.12 Sierra) Outlook (2003) | Tutti i sistemi operativi Outlook 2011 (2011) | MAC OSX (Solo sulle versioni 10.11 - 10.13) Thunderbird (45.6) | Tutti i sistemi operativi Per quanto riguarda le aziende e gli sviluppatori che hanno sviluppato delle integrazioni software con i servizi PEC, Aruba consiglia l'adozione dei seguenti framework sicuri: Java (8b132) Open SSL (1.0.1h) .NET Framework (4.6) Tutte le informazioni contenute nella e-mail, insieme ad altri approfondimenti relativi al protocollo TLS 1.2 e ai singoli sistemi operativi e/o clienti di posta, sono disponibili nella apposita guida online messa a disposizione di Aruba sul proprio sito ufficiale. Se capire cosa è necessario controllare entro il 30 settembre era l'unica cosa che vi interessava, potete fermarvi qui; se invece avete interesse ad approfondire le motivazioni di questo avviso, vi consigliamo di continuare a leggere. Come sempre accade quando si parla di sicurezza informatica, il modo migliore per affrontare queste problematiche non è quello di limitarsi ad eseguire passivamente le raccomazioni degli esperti, bensì quello di comprendere almeno a grandi linee il contesto di riferimento, così da aumentare il proprio livello di consapevolezza su temi che, anno dopo anno, stanno diventando sempre più importanti e delicati. Nella seconda parte di questo articolo, dedicata a chi sceglie questo tipo di approccio, cercheremo di far luce sul funzionamento delle trasmissioni tra client e server di posta e sull'importante ruolo svolto da AgID e da altre organizzazioni che si occupano di definire gli standard di sicurezza informatica in Italia e nel mondo per regolarmentarne le dinamiche.
Agenzia per l'Italia Digitale
Per chi non lo sapesse, l'Agenzia per l'Italia Digitale è l'agenzia tecnica della Presidenza del Consiglio che ha il compito di garantire la realizzazione degli obiettivi dell'agenda digitale italiana e contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica. Tra i principali compiti dell'AgID c'è, ovviamente, la definizione dei protocolli e delle misure minime di sicurezza ICT per le pubbliche amministrazioni, nonché per tutti i provider di servizi aventi valore legale: è il caso dunque anche dei provider autorizzati a mettere a disposizione dei propri utenti caselle di Posta Elettronica Certificata, le cui proprietà di sicurezza e certificazione sono state disciplinate nel D.P.R. n. 68 dell’11 febbraio 2005 e nei documenti tecnici collegati, dove sono elencate le regole tecniche per la corretta formazione e trasmissione della stessa e ulteriormente ribaditi, in tempi recenti, dalle Sezioni Unite della Suprema Corte (decisione n. 23620 del 28 settembre 2018). Nel caso specifico, ad Aruba - così come tutti gli altri provider di servizi PEC - è stato chiesto di adeguarsi alle nuove richieste effettuate dall'AgID nel 2019 (prot. N. 0004723 del 02/04/2019 e prot. N. 0008952 del 27/06/2019) per incrementare i livelli di sicurezza delle trasmissioni di messaggi di Posta Elettronica Certificata. Le richieste, dal punto di vista della configurazione del servizio, si riassumono in due punti fondamentali: Adozione del protocollo di sicurezza Transport Layer Security (TLS) versione 1.2 (o superiore, se supportato dal client) per tutte le connessioni. Dismissione dei protocolli di sicurezza TLS 1.0, TLS 1.1 e SSL 3.0, che non dovranno più essere accettati o supportati.
Perché è importante adeguarsi
Le motivazioni alla base di tale richiesta sono tanto semplici da comprendere quanto necessarie: i protocolli di cui è stata richiesta la dismissione sono infatti stati classificati come non più sicuri e dunque obsoleti già da molti anni a seguito della scoperta di una serie di importanti vulnerabilità, tra cui: BEAST (acronimo di "Browser Exploit Against SSL/TLS"), un attacco basato su una vulnerabilità dell'algoritmo di cifratura (CBC) utilizzato da TLS 1.0 (settembre 2011). Heartbleed, un bug di sicurezza nella libreria di crittografia OpenSSL (dalla versione 1.0.1 alla 1.0.1f inclusa), utilizzata in molte implementazioni del protocollo TLS (aprile 2014) POODLE (acronimo di "Padding Oracle On Downgraded Legacy Encryption"), un attacco di tipo man-in-the-middle basato su una vulnerabilità del protocollo SSL 3.0 (CVE-2014-3566) e di dominio pubblico nell'ottobre 2014. Come si può vedere si tratta di vulnerabilità tutt'altro che recenti, che in alcuni casi (Heartbleed e POODLE) ebbero anche una discreta copertura mediatica: la richiesta di AgID è dunque perfettamente ragionevole e, anzi, arriva a nostro avviso con oltre un anno di ritardo, in quanto agisce su protocolli che l'IETF (Internet Engineering Task Force, l'organizzazione internazionale che si occupa di sviluppare e promuovere standard per la rete Internet) ha dichiarato obsoleti in quanto non più sicuri nel 12 giugno 2018. Se consideriamo che IETF raccomanda l'utilizzo della versione successiva  - il TLS 1.2 - a partire dall'agosto 2008, data di pubblicazione delle specifiche (RFC 5246), e che ha pubblicato le specifiche della versione ancora successiva (TLS 1.3) esattamente un anno fa (RFC 8446, agosto 2018), si può facilmente capire come si tratti di un aggiornamento assolutamente necessario.
Come funziona la trasmissione
Per capire bene in cosa consistono le modifiche richieste da AgID è necessario comprendere, almeno a grandi linee, come funziona il meccanismo di connessione sicura tra i due sistemi coinvolti nella trasmissione delle e-mail: il client, ovvero il software di posta installato sullo smartphone o sul PC dell'utente, e il server, ovvero la macchina che si occupa di ricevere i messaggi scritti dal'utente ad altri indirizzi di posta (e del loro invio ad altri server) e di inviare all'utente i messaggi a lui indirizzati. Nel momento in cui il client si connette al server, i due sistemi cominciano a negoziare i dettagli relativi al protocollo di sicurezza da utilizzare e alle specifiche di cifratura, al fine di trovare il migliore accordo possibile: questa procedura, nota come handshaking ("stretta di mano"), ha il preciso compito di individuare il protocollo più sicuro tra quelli supportati da entrambe le parti, così da garantire il livello di sicurezza più alto tra quelli possibili. Ovviamente, poiché i protocolli vengono aggiunti, perfezionati e/o resi obsoleti nel corso del tempo, la quantità e la qualità dei protocolli di sicurezza supportati dipende soprattutto dal livello di aggiornamento del software - ovvero del sistema operativo e del client di posta - utilizzato dai dispositivi protagonisti della connessione: nella maggior parte dei casi i sistemi più recenti garantiscono il supporto di protocolli più moderni, sicuri, ed aggiornati, che potrebbero però essere indisponibili su macchine più vecchie. Ad esempio, tutti gli smartphone recenti - dotati dell'ultima versione di Android o iOS - non soltanto supportano da tempo il TLS 1.2 e 1.3, ma hanno già rimosso tutte le versioni obsolete dalla lista dei protocolli disponibili per la negoziazione, nonché implementato disposizioni minime di sicurezza in base alle quali  non consentono più l'installazione e/o l'utilizzo di client di posta che non supportino unicamente le versioni ad oggi considerate "sicure". Al tempo stesso, tanto un computer desktop con Windows 2000 quanto un vecchio smartphone con Android 3.x si troveranno nella situazione opposta: la loro lista di protocolli sarà con tutta probabilità quasi interamente composta da alternative ormai obsolete e non più sicure, con poche (o persino nessuna) possibilità di adeguarsi ai nuovi standard di sicurezza minimi.
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Estratto dalle Opzioni Internet di Internet Explorer 7, rilasciato nel periodo di Windows XP Service Pack 3: come si può vedere, l'unico protocollo "sicuro" tra quelli disponibili è il TLS 1.2. La medesima situazione vale ovviamente anche per i server, per i quali vale però un discorso leggermente diverso: a differenza di quanto accade per i client, il cui compito è quello di negoziare la connessione unicamente con il server del fornitore di servizi, quest'ultimo ha la necessità di supportare il maggior numero possibile di client così da poter soddisfare il maggior numero possibile di utenti, compresi quelli che - per ragioni economiche, o legate alla pigriza, o per qualsiasi altro motivo - decidono di continuare a utilizzare sistemi obsoleti e dunque non più sicuri. Per questo motivo i provider di servizi internet hanno la tendenza a mantenere una lista dei protocolli di sicurezza disponibili per la negoziazione molto ampia, che include generalmente tutte le alternative più moderne e sicure ma anche quelle più obsolete e, di fatto, vulnerabili. Una scelta spesso dettata da implicazioni economiche o di affidabilità nei confronti del cliente: impedire la connessione a sistemi obsoleti potrebbe infatti significare, per un provider, l'impossibilità di garantire il servizio a persone anziane o strutture per le quali un aggiornamento dei sistemi potrebbe essere oltermodo oneroso; è il caso di tante piccole aziende e/o realtà pubbliche (ad es. scuole, istituti di ricerca, etc.) ancora contraddistinte da un basso livello di informatizzazione che ancora esistono in Italia, che spesso non sono dotate di un responsabile IT interno e/o affidano la propria infrastruttura a fornitori esterni non sufficientemente proattivi. E' proprio in quest'ottica che va intesa la richiesta di AgID ai provider: non tanto nell'obbligo di adozione del protocollo TLS 1.2, di fatto già implementato e supportato da Aruba e da qualsiasi altro provider, ma soprattutto nella necessità di impedire la negoziazione dei protocolli precedenti in quanto non più sicuri. Si tratta dunque di una restrizione aggiuntiva che il server dovrà obbligatoriamente imporre ai client, con l'evidente scopo di costringere quelli non più sufficientemente aggiornati - e quindi non più sicuri - a prendere i necessari provvedimenti per risolvere un problema che, se non affrontato immediatamente, potrebbe comportare il furto di dati propri e altrui.
Conclusioni
Per il momento è tutto: ci auguriamo che questo approfondimento possa essere d'aiuto tanto agli utenti quanto agli sviluppatori, amministratori di sistema, professionisti e appassionati di IT security che sono frequentemente chiamati ad affrontare questo tipo di sfide.   Read the full article
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sangha-scaramuccia · 6 years ago
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Sesshin – gennaio 2019
Riporto il brano estratto dal notiziario n. 33 Anno 10 Gennaio 1983/2514, utilizzato dal maestro Taino per il teisho.
Il brano tratto dal notiziario è l'elenco delle attività del maestro Taino tra l'agosto e il dicembre 1983. Come potrete leggere si tratta sia delle attività di guida alpina e direttore dei corsi di formazione delle guide, che quelle di maestro zen, di insegnante di yoga e non si parla della famiglia e della conduzione agricola di Scaramuccia.
Il contenuto del teisho è stata una riflessione su Shakyamuni (il Buddha storico) e sul fatto che abbia legato l'illuminazione a una schiera di professionisti religiosi totalmente dedicati a essa. Se la possibilità di realizzare l'illuminazione, di cogliere la vera natura è sotto gli occhi di tutti, come avrebbe potuto essere dirompente la figura di Shakyamuni restato al suo posto nella società (come principe ereditario e padre di famiglia) e nel contempo maestro e insegnante della pratica. Così il maestro Taino ha riproposto il tema della figura del maestro laico che porta avanti contemporaneamente l'impegno nella vita quotidiana come tutti (famiglia, lavoro, politica, volontariato, sport, …) e l'insegnamento della pratica.
Paolo Shōju
Quello che è successo
Ho pensato che un elenco in ordine cronologico di quanto è avvenuto fra un notiziario e l'altro, tipo diario di bordo, renda più chiaro di come si svolgono le nostre attività. Alla fine c’è un elenco delle persone, allievi e non, durante le sesshin e al di fuori di esse, che sono passate o state a Scaramuccia.
Agosto: dal 23 al 28 al Gran Sasso con Kiyoka, i bambini, mia madre e Ettore e Mimmo ospiti in casa di Raimondo Jannetti a Pietracamela. Abbiamo arrampicato tutti i giorni e di conseguenza anche camminato. Ho ripetuto una via sul 4° Pilastro del Paretone che avevo aperto con Emilio Caruso nel ‘59. Sono andato con Lino D'Angelo, 62 anni! e oltre ad aver impiegato solo 3 ore l'abbiamo salita tutta in libera, a differenza di quando ero più giovane. Se sarà possibile vorrei tornare anche questo anno a fare una settimana di Gran Sasso per arrampicare con chi vuol fare qualche scalata più impegnativa.
Settembre: dal 6 al 18 ho diretto il corso nazionale per guide alpine in val d'Aosta e ho scalato alcune vie che non conoscevo: Kufner al M. Maudit, Sperone Brenva (in 3 ore!), via Svizzeri al G. Capucin (3 ore!), Bettenbourg al Pic Adolph. L’impegno di direttore non mi ha permesso di più, ma queste scalate sono state di grande soddisfazione.
Il 21 ho dato le dimissioni da presidente della commissione tecnica dell'Associazione Guide Alpine Italiane. Intendo liberarmi da questi impegni molto gravosi e che ho tenuto ormai per circa sei anni. Il mio mandato scade nel '84 ma io vorrei dedicare più tempo alle attività di Scaramuccia. Comunque ancora vi sono dentro. Dal 24 al 26 sesshin al Ist. Tsong Kapa di Pomaia. C’era molta confusione per i lavori di restauro in previsione della visita del Dalai lama alla fine di ottobre. La nostra sesshin, organizzata dall'Istituto, si è svolta con successo e con una trentina di partecipanti fra cui dei nostri: Luca (Chiavari), Reiyo, Loredana, Fabrizio e sorella, Paola e Cristiano. Mi è stato chiesto di farne ancora, ma ora siamo occupati da altre attività. E poi, come dicono i maestri giapponesi “manabitakattara uchi ni kinasai", ovvero “se vuoi imparare vieni fino a casa mia”, non sono io che devo venire a casa tua. Lo zen come si pratica a Scaramuccia, e nei monasteri giapponesi Rinzai, lo si può praticare solo a Scaramuccia. Allora, chi vuole fare questa esperienza venga qui. Il 27 sera, a Roma, sono andato alla conferenza del Dalai lama, nella sala gremitissima di un istituto cristiano. Sono stato invitato dall'organizzazione e ero l'unico rappresentante buddista non appartenente alla scuola tibetana. Il Dalai lama lo avevo incontrato nel 1964 a Dharamsala.
Ottobre: mi sono visitato di nuovo alla gamba con i muscoli schiacciati ed ho deciso di non operarmi. Questo problema alla gamba l'ho avuto scalando nella zona di Briancon in giugno durante il corso guide: mentre lo assicuravo, il capocordata ha fatto cadere una grossa pietra sulla mia coscia.
Dal 1 al 3 sesshin a Scaramuccia.
Dal 8 al 17 a Bormio a dirigere il corso di preparazione nazionale per aspiranti guide alpine. Ho rincontrato un conoscente dei tempi in cui ero maestro di sci al Terminillo e che ora pratica karate e fa zazen con la scuola Soto. Abbiamo fatto taici insieme una sera.
A Trento per una conferenza presso l'ARCI e poi il giorno dopo zazen al solito posto dei preti a S. Ignazio. Da quanto mi scrive Ryuna hanno cominciato ad accorgersi dell'esistenza dello zen. Adesso il centro di Trento ha ripreso vigore e si ritrovano ogni lunedì, e anche qualche altro giorno in una ventina di persone.
Si sono riprese le sedute di zazen a Roma. Novembre: la sesshin dal 29 ottobre al 1 novembre e inizio dello yoga a Roma la sera del 2.
Partenza per il Giappone la mattina del 3 insieme a Luciano e Pino. Il 4 arrivo a Tokyo e in treno fino a Okayama (770 km) a Sogenji. Dopo quattro giorni a Kobe, e preso alloggio al Myokanji, vicino a Shofukuji. Passati due giorni a Kyoto, pernottando a Reiunin, all'interno di Myoshinji. Incontro con Mumon roshi e visite a Ryuanji, Zen Bunka, Tenryuji, Sanshuin. Incontro con il capo di Myoshinji per la definizione della situazione di Scaramuccia. Da Kobe visita a Nara pernottando a Ryughenji, il tempio del fratello più grande di Dossan. Visita al Todaiji e Horyuji. Una giornata anche al Rokko yama per arrampicare e una visita ad un centro di tiro con l'arco di Kobe.
Trasferimento a Tokyo tre giorni prima della partenza ed incontro con Omori roshi il quale ci ha offerto una dimostrazione di yaido. Ritorno in Italia la notte del 18.
Incidente di automobile attraversando Roma di ritorno dall'aeroporto la notte del 18. Molti danni meccanici e pochi fisici.
Il 29 sera inizio delle sedute di yoga con il gruppo di Perugia. Senza neanche un manifesto e nessunissima pubblicità ci sono circa 25 partecipanti con molto entusiasmo.
Il 30 sera inizio dello yoga a Orvieto dove invece è un pianto, perché sono solo tre persone e forse interromperemo. È un peccato perché è tutto vicino e la sala è bella.
Dal 22 al 25 diretto il corso per istruttori delle guide alpine a Cortina. Il 26 mattina dovevo essere a Trento, sia per il matrimonio di Giovanni Groaz e Palma come pure per fare zazen con gli allievi di quel centro. Invece sono corso a Scaramuccia perché stavano bucando il pozzo, erano arrivati a 60 metri e l'acqua ancora non si vedeva. Sono poi arrivati a 80 con lo stesso esito negativo.
Il 27 ero di nuovo sulle Alpi, a Siusi per una riunione della comm. tecnica internazionale.
Dicembre: una bellissima sesshin di quattro giorni dal 4 al 8.
Una scappata a Milano il 16 per una riunione delle guide, dove ho incontrato anche Tiziano e Livio. E poi è arrivato Natale ...
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purpleavenuecupcake · 8 years ago
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Direttiva Ministero Interno prevenzione incidenti stradali
Emanata la Direttiva del Ministro dell’Interno per la prevenzione ed il contrasto dei comportamenti che costituiscono le principali cause degli incidenti stradali. Gli allarmanti segnali di ripresa dell’incidentalità mortale, registrati da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri fino a metà luglio del 2017 ( + 1% rispetto allo stesso periodo del 2016), evidenziano un trend preoccupante che richiede l’azione coordinata di tutte le Forze di Polizia, per la riduzione del fenomeno. La diminuzione della mortalità sulle strade necessita del contrasto non solo degli eccessi di velocità, ma anche di tutti quei comportamenti che sono ormai tra le principali cause degli incidenti: distrazione, in primis per l’uso di telefonini e smartphone, guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e del casco. La Direttiva Minniti, emanata il 21 luglio, adegua le strategie e i modelli operativi di prevenzione e contrasto degli organi di polizia stradale, con l’intento di favorire l’impiego diffuso della tecnologia non a fini esclusivamente sanzionatori, ma in modo funzionale e coerente con l’obiettivo di ridurre drasticamente gli incidenti stradali. I Prefetti, affiancati dalle Conferenze provinciali permanenti e dagli Osservatori per il monitoraggio degli incidenti stradali, daranno attuazione alla direttiva per estendere le esperienze positivamente sperimentate in materia di velocità, agli altri comportamenti di guida scorretti, avvalendosi del supporto specialistico della Polizia Stradale. La Direttiva Minniti è corredata da un aggiornato disciplinare tecnico sulle modalità di collocazione dei dispositivi e dei mezzi tecnici di controllo per il rilevamento degli eccessi di velocità, adattato alle esigenze tecniche e normative intervenute in questi anni. Le principali novità riguardano : · Il costante monitoraggio, da parte dei Prefetti, sulla collocazione dei sistemi di rilevazione della velocità affinché risultino motivati esclusivamente da condivise esigenze di sicurezza stradale; · la riclassificazione e più efficiente definizione dei sistemi di rilevamento della velocità in tre grandi categorie : fissi (es. il Tutor ed il Vergilius) temporanei (l’autovelox) e mobili (apparecchiatura utilizzata da un veicolo in movimento); · la taratura e verifica della funzionalità delle apparecchiature, che avverrà con cadenza annuale, come peraltro stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 113 del 29 aprile 2015; · una precisa delimitazione delle attività di assistenza tecnica dei soggetti privati, che non devono mai interferire con quella dell’organo di polizia e comunque essere svolte sotto il controllo di quest’ultimo; · le spese di accertamento gravanti sul trasgressore, che dovranno essere ben circostanziate e documentate; · la possibilità di effettuare riprese frontali con dispositivi da remoto purché si proceda all’oscuramento automatico dell’abitacolo e quindi al non riconoscimento delle persone a bordo del veicolo; · regole più puntuali, utilizzando apposito cartello, per presegnalare e rendere visibili le postazioni di controllo della velocità, che potranno funzionare anche su entrambi i sensi di marcia. Click to Post
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perfettamentechic · 8 years ago
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Lee Alexander McQueen è stato uno stilista inglese. Figlio di un tassista, McQueen lascia la scuola all’età di 16 anni per entrare subito nel mondo del lavoro. Inizia come apprendista per Savile Row, per Gieves&Hawkes e per i celebri costumisti teatrali Angels e Bermans, entrambi maestri nella costruzione tecnica di capi d’abbigliamento. E qui  che Alexander impara 6 metodi di schema di taglio “from the melodramatic 16th Century to the razor sharp tailoring”, divenendo la caratteristica di base dello stile McQueen. A vent’anni  lavora con il designer Koji Tatsuno. L’anno successivo va a Milano e lavora come assistente con Romeo Gigli. Nel 1992 ritorna a Londra per completare la propria formazione presso la prestigiosa Saint Martin’s School of Art. Anno in cui presenta la sua prima collezione ispirandosi alla sua musa e madrina Isabella Blow.In diciotto anni di lavoro, dalla sua collezione per il master nel 1992, Alexander McQueen ha inventato più di quanto altri riescono, talvolta, a fare in una vita intera, trasformando la moda in un’espressione artistica di pura creatività. La sua inventiva senza freno ha reso possibili abiti dalle incrostazioni preziose, fregiati di piume; capi aggressivi in metallo, con dettagli animaleschi e un po’ lugubri; vestiti di georgette, chiffon e organze impalpabili e fluttuanti. Il suo stile, fortemente ispirato anche dalla sua musa e madrina, Isabella Blow, traeva forza e nutrimento dalla provocazione. E proprio quella sua necessità di spingersi oltre, di annullare il confine tra il possibile e l’impossibile, danno a McQueen la giusta carica per completare gli studi alla Saint Martin’s di Londra nel 1994, e faranno decollare, poi, la sua carriera.Nel 1996, l’anno della svolta per McQueen,  viene assunto come direttore creativo di Givenchy al posto di John Galliano, dove rimarrà, fra alti e bassi, fino al 2001, anno in cui abbandonerà la maison definendola costrittiva per la propria creatività. In questo periodo Alexander McQueen fa conoscere il proprio nome nella scena dell’alta moda con sfilate trasgressive e scioccanti, al punto di essere definito hooligan (violento, indisciplinato e ribelle) della moda. Nel 1999, a Londra, ha realizzato una sfilata provocatoria in cui comparivano la modella Aimee Mullins, amputata delle gambe, che a grandi passi ha attraversato la passerella su protesi in legno finemente intagliato, e dei robot per la verniciatura delle auto che spruzzavano su abiti di cotone bianco.Dal 2001 lo stilista è entrato a far parte del gruppo fiorentino Gucci, ed ha espanso la propria produzione aprendo nuove boutique a Londra, Milano e New York, e lanciando sul mercato il profumo Kingdom, creato in collaborazione con il profumiere Jacques Cavallier. Nel 2003 ha collaborato con la Puma per la realizzazione di una linea di scarpe da ginnastica. Nel corso della propria carriera, McQueen ha vinto il riconoscimento di “stilista inglese dell’anno” per quattro volte dal 1996 al 2003, ed ha vinto il premio “stilista dell’anno” dal consiglio Fashion Designer Awards nel 2003. Il 10 ottobre 2003, Alexander McQueen ha collaborato con Michael Clark mettere in scena la collezione primavera del 2004. Il 15 ottobre 2003 Alexander McQueen ha collaborato con Björk al Fashion Rocks , dove la collezione Autunno 2003 viene presentata alla Royal Albert Hall. Nel 2004, Alexander McQueen ha collaborato con Safilo tramite un accordo di licenza per lanciare una gamma di occhiali.  Lo stesso anno, l’azienda ha collaborato con American Express per lanciare una versione in edizione limitata della Centurion Card. Nel 2005, Alexander McQueen ha collaborato con Puma per la produzione di una linea di calzature da uomo e donna e successivamente, anche di abbigliamento: Alexander McQueen PUMA. L’azienda lancia il suo secondo profumo, My Queen, nel 2006.  Nel 2007, McQueen diviene il primo marchio a chiedere la partecipare della MAC Cosmetic per la sua sfilata ispirata a Elizabeth Taylor film Cleopatra; le modelle sfoggiava occhi azzurri, verdi e verde acqua intenso con una forte rivestimento nero esteso in stile egizio.
Alexander McQueen ha collaborato con Samsonite per produrre i bagagli dal formato  particolare, ovvero utilizzando uno stampo di una cassa toracica umana e lo sterno sul fronte e la spina dorsale sulla schiena. Altri pezzi della collezione si applicano modelli animali come coccodrillo per la pelle borse utilizzando la tecnologia di taglio laser.  Con le presentazioni in passerella, Alexander McQueen ha collaborato con Philip Treacy per la produzione di cappelli per la collezione di primavera del 2008 e la collezione autunno 2009.Tra i suoi tanti impegni riesce anche a creare una nuova linea di denim e di capi casual che lui battezza con il nome di MCQ-Alexander McQueen. La nuova linea uomini e donne di ready-to-wear e accessori, è stata realizzata in esclusiva da Lee Alexander McQueen, e distribuito in tutto il mondo da SINV SpA secondo i termini di un accordo di licenza quinquennale con Alexander McQueen. La primavera/estate 2011 è stato l’ultima collaborazione con SINV SpA. Pina Ferlisi viene nominata come direttore creativo per la linea nel giugno 2010 sotto la guida del direttore creativo, di Alexander McQueen, Sarah Burton.Nel 2010 lancia la sua ultima collezione di abiti, diventata nel giro di poco famosa a livello mondiale: Plato’s Atlantis. Ogni défilé che porta il suo nome si conferma uno spettacolo nello spettacolo: le sue modelle, armate di tacchi altissimi e abiti scultorei, hanno sfilato e sfidato per lui stabilità ed equilibrio, camminando tra cubi di vetro, specchi d’acqua e piogge artificiali, in un circo e perfino in una sinagoga sconsacrata. Alexander McQueen ha lanciato un negozio online negli Stati Uniti nel 2008. Questo è stato poi ampliato con un negozio online per il mercato del Regno Unito nel 2010.
Tra il 1996 e il 2001, Alexander McQueen ha collaborato con gioielliere Shaun Leane su alcuni pezzi di gioielleria realizzati in occasione per le presentazioni in passerella.L’11 febbraio 2010, alla solo età di 40 anni, viene trovato morto impiccato. La cantante Lady Gaga, sua grande amica, gli ha dedicato una canzone, Fashion of His Love, contenuta nel suo secondo album in studio Born This Way.
Con lo stile McQueen, oggi affidato alla sensibilità artistica di Sarah Burton, è riuscito a trasportare su un’unica dimensione la sartorialità e le tecniche di costruzione di un abito, apprese in gioventù da Gieves & Hawkes e da Anderson e Sheppard, sarti di Savile Row.
Il 4 maggio 2011, a poco più di un anno dalla sua triste scomparsa, il Metropolitan Museum di New York gli rende omaggio con l’evento Savage Beauty, una mostra che fin dal primo giorno ha segnato record di presenze lasciando tutti a bocca aperta.Il 18 febbraio del 2010, Robert Polet, presidente e amministratore delegato del gruppo Gucci, ha annunciato che l’azienda Alexander McQueen sarebbe andato avanti anche senza il suo fondatore e direttore creativo. Polet ha anche aggiunto che una collezione di McQueen sarebbe stata presentata durante la Paris Fashion Week.
Il 27 maggio 2010, Sarah Burton, la design, mano/braccio destra di McQueen dal 1996, è stata nominata nuovo direttore creativo del marchio Alexander McQueen rilanciando nuove idee, iniziando dalla prima collezione di intimo maschile nel giugno 2010.  La biancheria intima presenta stampe iconiche dall’archivio McQueen e il logo sulla cintura; una percentuale di raccolta lancio della biancheria intima Alexander McQueen è distribuita ai vari enti di beneficenza AIDS in tutto il mondo. Sarah Burton, dopo aver completato un corso di base d’arte al Manchester Polytechnic, decide di seguire la moda nel corso di studi in arte: Print Fashion al Central Saint Martins College di Art e Design a London. Durante il suo terzo anno ha avuto un colloquio per uno stage di un anno nell’azienda Alexander McQueen, su suggerimento del suo tutore Simon Ungless – un amico di McQueen – , e viene presa. Dopo la laurea nel 1997 entra a tempo pieno nell’azienda come assistente personale di McQueen. Nel 2000 Sarah viene nominata Head of Womenswear e in questo periodo realizza abiti per  Michelle Obama , Cate Blanchett , Lady Gaga e Gwyneth Paltrow.
Dopo la morte di McQueen, la Burton diviene creative director di Alexander McQueen e nel settembre del 2010 presenta, a Parigi, la prima collezione donna McQueen interamente realizzato da lei.
Catherine Middleton, per il suo matrimonio con con il principe William, duca di Cambridge Venerdì 29 aprile 2011, ha scelto proprio Sarah Burton per la progettazione e la realizzazione dell’abito nuziale. Realizzato dalla Royal School of Needlework, Sarah Burton ha detto che la creazione l’abito da matrimonio reale è stato l’ “experience of a lifetime”. Anche l’abito da damigella d’onore di Pippa Middleton  è stato disegnato dalla Burton  e l’abito che Kate Middleton ha indossato alla festa serale del matrimonio. La Middleton ha “scoperto” la Burton nel 2005, in occasione del matrimonio di Tom Parker Bowles , figlio della duchessa di Cornovaglia, per il quale McQueen aveva disegnato l’abito della sposa, la giornalista di moda Sara Buys. Burton ha lanciato il suo primo spettacolo maschile Pomp and Circumstance con il marchio McQueen nel giugno 2010 con recensioni positive e il 5 ottobre 2010 a Parigi, con “womens wear”  espone la sua visione per il marchio rendendolo “più leggero”. Lo “spettacolo” è stato un enorme successo,  e lodato per essere  stato uno degli spettacoli più forti alla Paris Fashion Week: “piena di segni e idee McQueen” e di una “sensibilità molto più ottimista” per il futuro della home. 
Il 28 novembre 2011, Sarah Burton ha vinto il Designer of the Year al British Fashion Awards . Nel luglio 2012, Burton riceve una laurea honoris alla Manchester Metropolitan University ottenendo il Doctor of Arts. E sempre nello stesso anno è stata nominata Officer of the Order of the British Empire (OBE), Birthday Honours per i servizi  “to the British fashion industry”.A partire da gennaio 2014, Harley Hughes è il responsabile del design abbigliamento maschile di McQueen Alexander .Nel luglio 2015, la principessa Catherine, Duchessa di Cambridge , ha indossato un abito firmato Alexander McQueen per il battessimo della principessa Charlotte di Cambridge.Oggi, Sarah Burton supervisiona la  creative direction  e lo sviluppo di tutte le  brand’s collections:  linea donna, linea uomo, collezioni ready-to-wear e accessori, così come McQ con le sue linee donna, uomo e accessori.
Burton vive a St Johns Wood con il marito David Burton, fashion photographer. Nel maggio 2016, a UNESCO Headquarters, il marchio Alexander McQueen ha vinto Premio di Versailles per la boutique  rue Saint-Honoré, a Parigi. 
Revisionato il 01/02/2017
Autore: Lynda Di Natale Fonte: alexandermcqueen.com, Wikipedia e web
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