#Gran Premio Giovanissimi
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Cuspo Scherma: Successo per il Gran Premio Giovanissimi Under14 ad Alessandria
Due giorni di sfide all'insegna della scherma giovanile con oltre 150 atleti da tutto il Piemonte
Due giorni di sfide all’insegna della scherma giovanile con oltre 150 atleti da tutto il Piemonte Lo scorso 2 e 3 novembre, Alessandria ha ospitato la prima prova regionale del Gran Premio Giovanissimi Under14, un evento dedicato alla scherma giovanile che ha portato al Centro Don Bosco più di 150 atleti provenienti da tutto il Piemonte. La Sezione Scherma del Centro Universitario Sportivo…
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La Notte Rossa 2023 a Maranello
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Torna la Notte Rossa di Maranello, la grande festa dedicata alla Ferrari e alla passione per i motori con la decima edizione e propone un ricchissimo programma di sabato 17 e domenica 18 giugno. Anche quest’anno i cancelli dell’azienda saranno aperti al pubblico sabato dalle 18 alle 23.30 e domenica dalle 9 alle 15 sarà possibile percorrere Viale Enzo Ferrari, che attraversa l’area degli stabilimenti del Cavallino, con ingresso e uscita da Via Grizzaga e Via Abetone Inferiore, nel doppio senso di percorrenza. Al centro della festa saranno le auto del Cavallino, infatti grazie alla collaborazione del Ferrari Club Italia nelle strade cittadine sarà allestito un museo a cielo aperto con decine di modelli da ammirare e votare durante la serata di sabato e le vetture vincitrici di questo Concorso di Eleganza riservato alle rosse saranno premiate ed esposte domenica 18 alle 12 in Piazza Libertà. Sempre in piazza nella serata di sabato ci saranno due speciali allestimenti, Ferrari Club Italia Race con in mostra i modelli Challenge e GT3 di ieri e di oggi, e Le Ferrari del Drake, che proporrà alcune auto del Cavallino Rampante che hanno avuto un significato nella vita di Enzo Ferrari. Ai motori sarà dedicato anche il talk Un caffè con sul palco di Piazza Libertà che alle 19.30 vedrà gli interventi di personaggi di punta dell’automotive come Tomaso Trussardi (Trussardi), Flavio Manzoni (Chief Design Officer Ferrari) e Andrea Pontremoli (CEO Dallara). Ospiti della Notte Rossa per la prima volta in assoluto saranno i giovanissimi piloti della Ferrari Driver Academy: e con loro alle 20.30 dal palco della piazza il pubblico potrà partecipare all’apertura del grande cuore Ferrari, uno dei momenti più attesi della festa. Il Museo Ferrari per l’occasione propone l’apertura straordinaria fino alle 22.30, ticket scontati dalle 19, visite guidate gratuite in italiano e inglese dalle 19 alle 21.30 e alle 21.30 una visita guidata gratuita nella lingua dei segni. A chi vuole approfondire il legame tra la Ferrari e Maranello è dedicato il trekking La strada del mito, con partenza da Via Abetone inferiore, davanti all’ingresso storico dello stabilimento Ferrari, e durata di un’ora, previsto per sabato alle 19 e domenica alle 11. Sempre alla storia della Ferrari a Maranello sarà dedicato lo spettacolo piromusicale con fuochi d’artificio, luci, musiche ed effetti speciali che dal piazzale del Museo Ferrari alle 23.45 illuminerà il cielo, oltre alla mostra allestita alla Biblioteca Mabic dove sarà possibile ammirare i modellini in scala 1:43 delle Ferrari della collezione di Elis Sernesi e le piastrelle dedicate alle rosse di Omega Keramica. E in Via Claudia e Via Nazionale sabato dalle 18 ci sarà l’esposizione delle auto del rally e da pista storiche e moderne a cura di Scuderia Modena Corse, mentre l’Istituto Superiore Ferrari propone dalle 14 di sabato Dalla meccanica all’auto solare, esposizione di prototipi e motori, visite guidate ai laboratori con gli insegnanti e gli studenti della scuola. Non mancheranno i mercati e gli stand gastronomici, tra cui quelli gestiti dalle associazioni del territorio, così come le attività per i più piccoli, dal circuito delle automobiline elettriche e a pedali in Via Dino Ferrari a Pompieropoli, attività per i bambini con i Vigili del Fuoco, un piccolo luna park al Gran Premio delle auto a pedali nel piazzale delle scuole medie in Via Claudia. Inoltre sabato chi partecipa alla Notte Rossa potrà acquistare le magliette e i gadget ufficiali della festa, e il ricavato sarà devoluto dagli organizzatori alle popolazioni dell’Emilia-Romagna colpite dalla recente alluvione. Read the full article
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1.600 giovanissimi sugli sci nel week end a Sestola
1.600 giovanissimi sugli sci nel week end a Sestola #sci #Amsi
Fra discese di sci alpino, sci nordico e snowboard, 1600 bambini hanno preso parte nel week end a Sestola alla finale nazionale del Gran premio giovanissimi promosso e organizzato dai maestri di sci italiani. Protagonisti giovanissimi sciatori negli anni 2007, 2008, 2009 e 2010 provenienti da Abruzzo, Toscana, Valle d’Aosta, Lazio, Campania, Emilia Romagna, Veneto, Calabria, Lombardia, Trentino,…
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Valle Castellana, il 42° “Gran Premio Giovanissimi” di sci e snowboard sulla stazione sciistica di Monte Piselli La scorsa domenica si è tenuta sulla stazione sciistica di Monte Piselli, in località San Giacomo di Valle Castellana, la fase regionale del 42° “Gran Premio Giovanissimi”, una gara di Slalom Gigante organizzata dall’Amsi (Associazione Maestri di Sci), riservata ai bambini dai 9 ai 12 anni, e valevole come selezione regionale per accedere alla fase nazionale della kermesse. 256 more words
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32° Gran Premio Industria & Artigianato - Giovanissimi (30/07/2022)
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Fioretto femminile, argento per Elena Picchi del Fides Livorno
Fioretto femminile, argento per Elena Picchi del Fides Livorno
Federscherma, Gran Premio Giovanissimi – Due medaglie per la Toscana nella terza giornata di gare SPORT – RICCIONE 12 ottobre 2021 La terza giornata del Gran Premio Giovanissimi “Renzo Nostini” – Trofeo Kinder Joy of Moving si è aperta con la gara di fioretto maschile Ragazzi, con il bronzo di Federico De Micheli. L’atleta del Club Scherma Pisa Antonio Di Ciolo ha visto fermarsi la sua corsa…
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LIBERATE IL POPOLO!
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Mantenendo fede alle promesse iniziali, "bergamo risvegliata" vuole mettere al centro dell'attenzione le persone semplici, che più si sono messe in luce per aver davvero smosso gli animi e le coscienze delle persone: e non c'è dubbio che Ilaria sia stata tra le maggiori artefici di un minimo cambiamento di paradigma e di prospettiva in una città e in una provincia troppo colpita da eventi tragici ma che -se gestiti in altra maniera- potevano passare pressochè indisturbati.
Abile manager e imprenditrice, ottima mamma di due splendidi bimbi ai quali è riuscita a non fare indossare inutili e dannose mascherine (e questo grazie al suo temperamento), e da poco attivista e impegnata socialmente, dal notevole intuito e dalle visioni aperte al futuro, Ilaria ha compreso da subito cosa non sarebbe tornato come prima in questa "infodemia" tremenda per gran parte del mondo imprenditoriale, in particolare dei ristoratori, degli esercenti e dei baristi.
Dotata di ottima verve comunicativa (le sue brillanti affermazioni a margine di due presìdi tra ottobre e novembre hanno aperto gli occhi a non pochi suoi colleghi), è stata portavoce e baluardo di un movimento che si poneva come riferimento per qualsiasi categoria sociale, per un progetto purtroppo interrotto a causa di incomprensioni e differenti concezioni che ne ha un poco minato quel cammino di libertà e di verità; ma ciò non ha scalfito la determinazione e la perspicacia della "nostra" che si è gettata a capofitto su alcuni progetti, in primis quello che la vede a contatto con alcuni genitori (in particolare mamme) nell'ottica di promuovere un percorso scolastico differente da quello tradizionalmente inteso sinora, ovvero un progetto che apre all'istruzione parentale e a un riconoscimento di alternative al consueto iter scolastico, e soprattutto per i giovanissimi dai 5 ai 13 anni.
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E poi attraverso un suo percorso personale che la sta portando ad essere una voce libera attraverso le frequenze di "Rainbow Television" dove ha potuto interloquire con personaggi e avvocati di ottima levatura quali Maurizio Giordano e Nino Moriggia di "Comicost", ottimamente coadiuvata da Elisa Renaldin.
Le righe e le note che seguono sono solo un piccolo estratto tra le tante a margine di frasi, slogan, piccoli pensieri, grandi riflessioni che Ilaria (peraltro alle prese con la scrittura di un suo libro, e "in bocca al lupo" per questo) non lesina e che frequentemente destina ai più, allo scopo di fungere da stimolo per azioni che nella vita di tutti i giorni siano orientate alla costruzione di una nuova società, e che non sia quella che -purtroppo- vediamo e scorgiamo da circa 14 mesi.
In realtà "bergamo risvegliata" voleva intervistare e far conoscere al meglio questa "anima bella", che ha gentilmente rifiutato non volendo "apparire" ma demandando invece al suo impegno continuo in campo sociale, quelli che sono i suoi spunti e i suoi insegnamenti di vita.
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#liberate il popolo Vedo persone convinte di non valere nulla, essere deboli. Vedo persone convinte che non possano esserci ideali di base senza schieramenti e divisioni per categorie o politica. Vedo uomini convinti che aver il coraggio di difendere i diritti del popolo costretto a chiudere, indebitarsi e deprimersi sia da folli pazzi e imprudenti. (il premio va a uno che mi disse “lo fai perché non hai un x da fare”, una gran stretta di mano a lui )
LA TRAGEDIA È Convincerci che non esiste più nessuno a voler agire per amore incondizionato anziché interesse. Riuscire a convincer tutti noi a non goderci la vita, la libertà, la natura, l’energia del sole, della felicità, dell’affetto, che sarebbe utile e fondamentale in questo momento ma ci viene addirittura proibito. Riuscire a convincerci di non volere giustizia per PAURA. Riuscire a convincer le persone a non agire in nulla offrendogli in cambio dipendenze e distrazioni per disconnetterli dal loro io interiore. La vera tragedia è stata distrarre l’essere umano da ogni cosa che di bello gli può offrire la vita e piantargli nel cervello il seme della paura, l’ansia, la tragedia. Riuscire a convincerlo che avere un padrone per ognuno di loro sia una comodità e una salvezza. Tartassando ogni secondo la loro vita con messaggi di odio, rabbia, astio, paura, ansia per la morte. Perché è così, sin dalla nascita lo schema che ha costruito la società, ci ha abituati a credere che non possiamo essere padroni delle nostre vite.
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INVECE... VOI siete padroni della vostra ANIMA. VOI SIETE MOLTO più di ciò che vi vogliono far credere VOI VALETE molto più di ciò che vogliono farvi credere VOI MERITATE molto più da voi stessi. Per liberare ciò che vive in voi, liberatevi dal giudizio, dalla critica e dalla vergogna di essere succubi di uno schema predefinito che ti obbliga a NON fare e tacere.. e trasformate la paura in CORAGGIO. È l’ora del richiamo. È ora che ognuno di noi riponga sull’albero quel frutto proibito, la superbia, e ottenga il pass per la vita valsa di essere vissuta. Una vita che ti sentirai eterna. La manipolazione è potere La libertà, è amore Liberate le vostre anime. -NON ABBIATE PAURA-
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Scherma Altotevere Fencing Music, ottava classificata nel campionato di C2, disciplina spada maschile A Roma, presso la Palestra del Centro Federale F.I.B. Bocciodromo, Scherma AltoTevere ha esordito con la propria Squadra di Spada maschile nel Campionato di serie C2 Zona Centro.La Società schermistica nata appena sei mesi fa sotto la guida del Maestro Roberto Di Matteo si presenta sulla scena agonistica Nazionale con una Squadra di Spadisti composta da Alessandro Berrettoni ed Alberto Tulli due ex allievi di Foligno, un pò arrugginiti dopo alcuni anni di lontananza dalle pedane, e dallo stesso Maestro che da riserva diventa titolare in sostituzione del proprio figlio Lorenzo indisponibile al momento per la nascita della sua secondogenita Perla.La Squadra così formata è penalizzata nel ranking essendo totalmente una novità ed è ultima di 23 Squadre partecipanti.Entusiasmo, amicizia e voglia di vincere a volte rendono possibile performance di rilievo e così è stato per gli Schermidori dell’Altotevere che lottando sino all’ultima stoccata hanno ribaltato due risultati che li vedevano in svantaggio superando 45 a 43 la Squadra di Cassino e 45 a 44 la forte Squadra di Colle Val d’Elsa arrendendosi infine alle Lame Romane vincitrici del Torneo.Nuovi appuntamenti agonistici coinvolgeranno nelle prossime settimane gli schermidori più piccoli che saranno presenti in gran numero sulle pedane di Siena per la Seconda prova del Trofeo Pegaso, di Perugia per la Seconda Prova regione Open ed ancora di Roma per la Seconda Prova Interregionale utile alla qualifica per il Campionato Nazionale Gran Premio Giovanissimi grande kermesse della Scherma giovanile che si disputerà a Maggio a Riccione e che vedrà la partecipazione di oltre 1500 piccoli Atleti .
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Cuspo Scherma: Verso la Prima Prova Regionale Gran Premio Giovanissimi ad Alessandria
Dopo la trasferta di successo in Veneto, il Cuspo si prepara per l’evento casalingo con oltre 200 giovani atleti
Dopo la trasferta di successo in Veneto, il Cuspo si prepara per l’evento casalingo con oltre 200 giovani atleti. Il settore scherma del Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale (Cuspo), guidato dalla Maestra Alice Cometti – anche presidente del Cuspo – ha recentemente partecipato con successo alla Gara Master a Zevio (VR), evento che ha visto oltre 600 atleti in competizione. Tra i…
#Alberto Pesce#Alessandria#Alice Cometti#Allenatori#associazione sportiva#attività agonistica#Centro Don Bosco#Centro Universitario Sportivo Piemonte Orientale#competizione sportiva#competizioni giovanili#Crescita Personale#Cuspo Piemonte#Cuspo Scherma#Disciplina sportiva#Erika Verri#evento sportivo#Fioretto#Formazione sportiva#Gara Master#gara regionale#Gianfranco Silvestri#giovani atleti#giovani schermidori#Gran Premio Giovanissimi#impegno sportivo#Maestra di scherma#Mauro Scarsi#Piemonte Orientale#preparazione atletica#promozione sportiva
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Frascati Scherma, tre primi posti e tanti podi nella prima prova interregionale Under 14 Frascati (Rm) – La base del Frascati Scherma non tradisce mai. Nella prima prova interregionale delle categorie Gpg (Gran Premio Giovanissimi, ovvero Under 14), tenutasi ad Ariccia nello scorso fine settimana, i piccoli atleti tuscolani hanno confermato le loro qualità, ormai riconosciute da anni.
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PORTO SANT’ ELPIDIO – Sono giorni di grande tensione per il nostro paese sotto l’emergenza del Coronavirus: la vita deve andare avanti e uno sport come il ciclismo è sicuramente il miglior modo per fare un’attività fisica salutare ma anche promuovere le eccellenze territoriali, incrementare il turismo e l’economia.
Prendendo come spunto il messaggio diffuso dall’associazione Autonomie Locali Italiane “Basta Panico, l’Italia riparte”, anche gli organizzatori della Granfondo Porto Sant’Elpidio-Stefano Garzelli si uniscono a questa iniziativa per invitare i ciclisti ad essere presenti all’evento del 22 marzo che vuole omaggiare l’ex professionista varesino che ha raggiunto uno dei momenti più alti della sua lunga carriera professionistica vincendo la Corsa Rosa nel 2000 oltre a conquistare un secondo posto nel 2003 e per altre tre edizioni è entrato nei primi dieci.
Gli organizzatori del comitato Marche Ciclando e l’amministrazione comunale di Porto Sant’Elpidio hanno sempre creduto in questa granfondo di inizio stagione come volano di promozione turistica del territorio che ha dato succssivamente slancio all’organizzazione degli altri eventi ciclistici come la Granfondo dei Tre Santuari del Fermano (Madonna delle Grazie a Monte Giberto, Madonna dell’Ambro a Montefortino e Corva a Porto Sant’Elpidio), in ambito giovanile il Gran Premio Papà Elio Giorgio Mare ad Urbisaglia per allievi unitamente al Meeting Nazionale dei Giovanissimi che si è disputato nel 2017 nella città elpidiense.
I preparativi verso il 22 marzo viaggiano a gran ritmo, sul web sempre attivo il sito http://granfondopse.it/ dove consultare il regolamento e le iscrizioni. Occhio all’imminente cambio di quota: 20 euro fino al 29 febbraio, 25 euro fino al 10 marzo e 30 euro fino al 20 marzo.
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Gran Premio Pubblica Assistenza Borgo a Buggiano - Giovanissimi (18/06/2022)
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Roma e il cinema: coppia da Oscar
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Roma e il Cinema sono legati a doppio filo, fin dalla più antica storia cinematografica. In questo articolo ti racconterò degli episodi molto interessanti, che vedono protagonisti attori famosi e registi di gran calibro, che hanno scelto la Capitale come set per i loro capolavori. Non mancheremo di citare e parlare di Cinecittà, cuore pulsante della cinematografia italiana. Vuoi conoscere tutti i nomi e gli indirizzi dei cinema romani? Ti rimando al mio articolo su come divertirsi a Roma. Leggilo subito e trova il cinema Madison, Barberini, Adriano, Lux, Eden, The Space, tutti i cinema del centro di Roma e i contatti per scoprirne orari, programmazioni e modalità di prenotazione. Conosci il celebre quartiere americano, patria dei più grandi film internazionali mai girati in tutto il mondo, vero? Chi non ha mai sognato di andarci, almeno una volta, per ammirare la grande scritta che troneggia sulle colline. O, ancora meglio, incontrare qualche attore. Il parallelismo con Cinecittà è d’obbligo perché, di fatto, anche la cittadella romana del cinema funziona con le stesse regole e dinamiche ed è il sogno di tantissimi giovani con l’ambizione della recitazione. Tra l’altro, anche in Italia si va spesso in locali e ristoranti ubicati in zona Cinecittà esclusivamente perché si ha la speranza di imbattersi in qualche personaggio famoso. Parliamo un po’ di grande cinema girato a Roma? Continua la lettura e ti renderai conto di quanto questa città abbia dato alla cinematografia italiana e internazionale in termini di location, grandi nomi e titoli che hanno conquistato i più ambiti premi del mondo. Non dimentichiamoci poi del Festival del Cinema. Ti parlerò anche di quello. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || ).push({});
Indice
Roma come un grande set cinematografico Cinecittà, la cittadella del cinema a Roma Il Festival del Cinema di Roma I grandi nomi che hanno scelto Roma La commedia all’italiana
Roma come un grande set cinematografico
Siamo nel 1945 e il cinema è per gli italiani molto importante. Considera che è appena finita la seconda guerra mondiale, la popolazione è turbata, il Paese devastato, l’atmosfera è densa di felicità per la liberazione ma anche provata, stanca. Tutti sono sottoposti a un gran lavoro per risollevare le sorti della Nazione e la sua economia. Il cinema rappresenta, in una situazione del genere, uno svago, un hobby, un momento durante il quale dimenticare le preoccupazioni per il futuro e sognare. Risale proprio al ’45 il grande “Roma Città Aperta” di Roberto Rossellini che, mettendo in scena una giovanissima e stupenda Anna Magnani racconta un periodo storico difficile e tormentato, ossia quello post-fascista. Il film di Rossellini ha portato alla ribalta la divina Anna ma, contestualmente, ha raccontato una Roma vera, quotidiana, senza filtri e senza ricami. Ha esportato in tutto il mondo l’immagine della Capitale come una città forte, combattiva, dignitosa anche nella sofferenza. Visto il successo strepitoso del film, anche grazie alla location incantevole, dopo qualche anno un famoso regista internazionale ha preso esempio da Rossellini. Sto parlando di William Wyler che ha fatto recitare Audray Hepburn e Gregory Pack tra Via Margutta, Trinità dei Monti e Piazza Barberini nel suo “Vacanze Romane”. Da lì in poi Roma è diventata un vero e proprio set a cielo aperto, scelta per le più grandi pellicole di tutti i tempi. Ti cito “Un Americano a Roma” di Sordi, “Angeli e Demoni” tratto dall’omonimo giallo di Dan Brawn e, naturalmente, “La Dolce Vita” del 1969 con Mastroianni e “La Grande Bellezza” di Sorrentino, premio Oscar 2014.
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Il cinema a Roma
Cinecittà, la cittadella del cinema a Roma
Cinecittà è un complesso di studi cinematografici, che insieme formano un vero e proprio paese del cinema nel cuore della città di Roma. Si trova nel Quartiere Don Bosco e, proprio come racconta il grandissimo Verdone in “Troppo Bello”, è la meta più ambita per chiunque sogni di fare cinema nella vita o di lavorare su un set cinematografico. A proposito di quartieri, ti invito alla lettura del mio articolo sui quartieri e rioni di Roma, così potrai avere un’idea più chiara dell’ubicazione esatta della Città del Cinema. Originariamente, attorno al 1930, il Direttore del Cinema Freddi progettò l’apertura di una studio cinematografico per proiettare video e film di propaganda fascista. All’epoca vennero investiti quattro milioni di vecchie lire per mettere in piedi il progetto e lo studio cinematografico copriva circa 600.000 metri quadri di territorio romano. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || ).push({}); La svolta di Cinecittà La svolta arrivò solo nel ’39, quando la legge Alfieri approvò un grosso contributo economico per lo sviluppo dell’arte, del talento e del cinema italiano. Da quel momento in poi la produzione di pellicole in Cinecittà subì un’impennata vertiginosa e iniziarono a fioccare i grandi titoli, tutt’oggi patrimonio del nostro bagaglio culturale in Italia e nel mondo. Durante la guerra, Cinecittà divenne un luogo di ritrovo per i bisognosi e per le persone che dovevano rifugiarsi o nascondersi. La vera ripresa economica iniziò ’49 e il primo film girato nella Cinecittà del dopoguerra fu la quarta versione di “Quo Vadis?” di Mervyn LeRoy. Nel tempo, Cinecittà è stata frequentata da nomi altisonanti del cinema italiano: Vittorio De Sica, Mastroianni, Anna Magnani, i Laurentiis. Oggi è un polo cinematografico paragonabile a Hollywood.
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Audrey Hepburne
Il Festival del Cinema di Roma
Il Festival del Cinema di Roma è la versione tutta italiana della Notte degli Oscar. La manifestazione è sostenuta dalla Fondazione Cinema per Roma, diretta da Laura Delli Colli. Con la partecipazione e la collaborazione del Comune, della Regione Lazio e della Camera di Commercio, ogni anno si tiene presso l’Auditorium della Musica una competizione tra film suddivisi per categorie. Le nominations sono per: Galà, cioè pellicole commerciali ma simpatiche, divertenti, leggere e originali, che hanno colpito il pubblico positivamente e ottenuto buoni riscontri; Cinema d’Oggi, che dà la possibilità ai giovani esordienti di presentare al pubblico i loro lavori; Mondo Genere, che raccoglie titoli di varia natura; Prospettive Italia, che premia il film più rappresentativo dello spaccato italiano attuale; Alice nella Città, che propone film e lungometraggi dedicati ai giovanissimi. Il Festival del Cinema di Roma E' l’evento più importante dell’anno per registi, sceneggiatori, attori e tutti gli esordienti che vogliono tentare la strada del successo. Di contro, è un palcoscenico importantissimo anche per gli artisti affermati, che vogliono consolidare la propria posizione di eccellenza. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || ).push({});
I grandi nomi che hanno scelto Roma
Qualcuno te l’ho già svelato nel corso di quest’articolo ma l’elenco dei grandi che hanno utilizzato e scelto Roma come set per i loro più grandi capolavori non è così breve. Si parte da Rossellini che ha lanciato Anna Magnani con “Roma Città Aperta” e si passa da Alberto Sordi e Audrey Hepburn. Ma non dimentichiamo che all’EUR è stato girato un episodio di 007, con protagonisti nientepopodimenoche Daniel Craig e Monica Bellucci. Da menzionare assolutamente l’indimenticabile bacio nella fontana di Trevi tra Mastroianni e la Ekberg, diretto da Fellini. Infine, un capolavoro di Nanni Moretti alla Garbatella, “Un giro in Vespa in Solitaria”, che ha vinto il Festival di Cannes nel 1994. Roma come Hollywood? Forse meglio!
La commedia all’italiana
Roma è la patria del cinepanettone. Chi di noi non è cresciuto con Boldi e De Sica nell’eterna diatriba del milanese contro il romano? Film che ogni anno sbancano ai botteghini, nonostante siano molto criticati. La verità è che il cinepanettone rappresenta l’italianità, la comicità leggera e spiritosa, la battuta semplice e alla mano, che identifica lo stereotipo dell’italiano medio. Quindi, nonostante i film natalizi Made in Italy siano spesso al centro di polemiche e critiche, restano comunque espressione del nostro popolo e vendono. Un’altra medaglia alla cinematografia nostrana, anche nel genere della commedia all’italiana leggera e di puro intrattenimento. (adsbygoogle = window.adsbygoogle || ).push({}); Read the full article
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Fioretto, oro per Petrucci (Fides Livorno) al Gran Premio Giovanissimi
Fioretto, oro per Petrucci (Fides Livorno) al Gran Premio Giovanissimi
Gran Premio Giovanissimi, Federscherma Toscana: partenza sprint per i fiorettisti toscani, un oro e un bronzo alla prima giornata Il giovane Pietrucci, foto Bizzi RICCIONE 11 ottobre 2021 – Il conto alla rovescia è scaduto: il 57° Gran Premio Giovanissimi “Renzo Nostini” – Trofeo Kinder Joy of Moving è iniziato ufficialmente oggi al Playhall di Riccione. Per la Toscana un inizio di grandissimo…
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Con la Mille Miglia che partirà fra pochi giorni e passerà per Lodi nella quarta frazione, non si può non rendere omaggio a un grande lodigiano come Eugenio Castellotti.
Castellotti ebbe denaro, successo, amore, era ben voluto dalla stampa italiana e da un personaggio non facile come Enzo Ferrari; anche se la scomparsa del suo carissimo amico Alberto Ascari lo segnò profondamente.
Aveva la faccia e il fisico da attore, da cantante crooner, sarebbe entrato di diritto nel “Club 27”. Definizione coniata dai media inglesi, per accomunare tutte le rock star o icone pop, scomparse a 27 anni di età, come Robert Johnson, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Brian Jones, Kurt Cobain, Jeremy Michael Ward, Amy Winehouse e Jean-Michel Basquiat.
E quella di Eugenio Castellotti, è una storia tragica, che sembra uscire proprio da un romanzo o da un film hollywoodiano. Rapida e veloce come un riff di chitarra, che poi si spegne improvvisamente, ma che lascia il segno.
Nato a Lodi il 10 ottobre 1930, Eugenio Castellotti era il primogenito di una ricca famiglia terriera. Figlio di una madre giovanissima, poco più che sedicenne che lavorava nella casa dei Castellotti e con cui ebbe un rapporto tormentato. Il padre, avvocato lo riconobbe solo quando aveva nove anni. Imparò presto a guidare la macchina, grazie all’autista della famiglia.
Ambiente famigliare severo con il padre appassionato di auto da corsa, ma che non vedeva di buon occhio l’interesse spasmodico del figlio per i motori e la velocità.
Cercò di proibirgli quasi tutto per tenerlo lontano dai motori, anche se Eugenio fece di tutto per assecondare la passione per la velocità, spesso e volentieri scappando con una motocicletta per le strade della lodigiana e del piacentino.
Arrivò a falsificare l’età, per avere prima la patente, la ebbe a 18 anni, tre giorni dopo il suo compleanno. Alla fine del 1949, morì suo padre, lasciandolo erede di un patrimonio importante. Con l’eredità si comprò subito una Ferrari 166MM e iniziò a correre come privato, prendendo parte a diverse gare eventi nei due anni successivi, giungendo anche sesto alla Mille Miglia del 1951.
La sua carriera da pilota iniziò ufficialmente il 1 aprile 1951 con la scuderia Marzotto all’undicesimo Giro di Sicilia, poi alla fine dello stesso mese partecipò alla Mille Miglia con il copilota Rota, e si trovò a competere contro piloti già ben noti come Cortese e Marzotto, mettendosi in evidenza come pilota veloce e a tratti irruento. Corse sia con le sport che con le monoposto di Formula Due.
Nel 1952 conquistò le prime vittorie, il 9 marzo ottenne il primo posto della sua categoria nel Giro di Sicilia, e 10 giorni dopo primeggiò alla Coppa d’oro di Siracusa in un faccia a faccia, anzi motore-motore, con Sighinolfi, poi passò dalla Scuderia Marzotto alla Scuderia Guastalla.
Alla sua seconda partecipazione alla Mille Miglia finalmente sfidò i più grandi nella stessa categoria: Taruffi, Biondetti, Bracco, Faglioli e in più tre Mercedes 300 SL e per un certo periodo, durante la gara, fu secondo dietro il vincitore Kling su una delle frecce d’argento.
Grazie a tutto questo Eugenio fu chiamato dalla Lancia, da Alberto Ascari, per gareggiare con la neonata squadra corse e approdare al campionato di F1, nato nel 1950. Ascari era appena diventato bi-campione del mondo, imponendosi nel 51 e 52 su Ferrari, dopo un lungo ed estenuante duello con Fangio. Legò subito e profondamente con Castellotti, non solo per la passione per i motori, ma anche per la stessa provenienza di famiglia agiata e possidente terriera. In Eugenio vedeva il suo erede naturale nelle corse.
Castellotti per la Lancia corse la Carrera Panamericana del 1953; una gara infernale, in condizioni stradali e non solo, veramente al limite, dove fu terzo dietro Juan Manuel Fangio e Piero Taruffi, inoltre vinse la 10 ore di Messina.
Nel 1954, con Ascari, fu costretto a rimandare la partecipazione al campionato di Formula 1 per una decisione della stessa Lancia, nella difficoltà di affrontare il progetto. Castellotti tuttavia nel 54 corse con le vetture Sport e debuttò in Formula Uno soltanto nel 1955 con la Lancia D50, in una squadra che comprendeva anche Villoresi.
Ottenne il secondo posto nel GP di Monaco, quello in cui l’amico Alberto Ascari ebbe un grave incidente, da cui si salvò miracolosamente dopo un volo in mare. Quattro giorni dopo, questo incidente, il 26 maggio 1955, Castellotti, mentre provava una Ferrari 750 a Monza, chiama l’amico per invitarlo sul circuito brianzolo. A sessione prove ormai al termine, Ascari chiede di provare la vettura e al terzo giro si va a schiantare morendo sul colpo sulla curva del Vialone che da quel giorno, prenderà il suo nome. Una tragedia che segnerà per sempre nel profondo Castellotti e la Lancia che prenderà la decisione di ritirarsi dalle corse.
Gianni Lancia trovò un accordo con Enzo Ferrari cui cedette le D50 e nello stesso momento, ci fu il passaggio alla rossa anche dei piloti. Oltre al materiale Lancia, il Drake puntava proprio su Castellotti che riteneva a tutti gli effetti, l’erede di Ascari. A Eugenio venne concesso da Gianni Lancia di correre il Gran Premio del Belgio con una delle D50 e il lodigiano ottenne la sua unica pole position in carriera su un circuito a lui sconosciuto. In gara fu costretto al ritiro mentre occupava la terza posizione dietro le due Mercedes di Fangio e Moss. Dopo la gara di Spa passò a tutti gli effetti alla Ferrari, con cui fu quinto sul difficile circuito olandese di Zandvoort, sesto al GP di Gran Bretagna corso sulla pista di Aintree e sul gradino più basso del podio a Monza, ottenendo al termine della stagione il terzo posto assoluto.
Nel frattempo era diventato un personaggio da copertina a tutti gli effetti, ricco, affascinante, pilota già sulla cresta dell’onda, non gli mancavano certo le amicizie femminili che facevano aumentare anche la sua fama di play-boy. Entra stabilmente nelle pagine rosa, non solo quella della Gazzetta dello Sport, per i flirt con Anna Maria Ferrero, Edy Campagnoli e Sandra Milo, poi per quella che sarà l’amore della sua vita, la soubrette Delia Scala, conosciuta proprio nell’estate del 1956 in un ristorante. Un rapporto a dir poco fortemente osteggiato dalla madre di Castellotti.
Per quello che riguarda la stagione sportiva, nel 1956 parte in prima fila al Gp di Argentina su Ferrari, ma si ritira al 43° giro per un problema alla trasmissione. Al Gp di Monaco parte in prima fila con il terzo tempo ma chiude al quarto posto. A Spa si ritira per il solito problema alla trasmissione. Sul circuito di Reims in Francia secondo tempo e secondo posto dietro l’altro ferrarista Collins che, con Hawthorn fu uno dei suoi acerrimi rivali. In Inghilterra a Silverstone chiude al 10 posto. Al Nurburgring arriva il ritiro al 13 giro per un incidente con l’altro ferrarista Musso. Chiude la stagione a Monza con il secondo tempo in prova dietro Fangio e l’ottavo posto in gara.
Castellotti terminò il campionato di F1 al sesto posto, ma il vero trionfo dell’anno lo ottiene alla Mille Miglia, sbaragliando gli avversari, concludendo la gara in meno di 12 ore, sotto una pioggia battente, precedendo di oltre 12 minuti il compagno rivale Peter Collins e di oltre 34′ Luigi Musso, che andavano così a completare un podio tutto di piloti Ferrari.
Nello stesso anno vince sempre con la Ferrari anche la 12 Ore di Sebring, in coppia con Manuel Fangio e conquistando anche il titolo di Campione d’Italia.
Nel dicembre del 1956 Ferrari presentò la sua nuova squadra corse e soprattutto i piloti. Tutti giovani, alcuni addirittura giovanissimi, un giornalista della Gazzetta dello Sport li battezzò, “Ferrari Primavera”, prendendo a prestito un termine calcistico. Erano Eugenio Castellotti, Luigi Musso, Alfonso de Portago, Peter Collins e Mike Hawthorn. Due italiani, uno spagnolo e due inglesi, tutti velocissimi. Noti anche per essere tutti di famiglia benestante se non di più, anzi nobili, play-boy, di avere storie tormentate, di essere orgogliosi, di aver voglia di vincere e poco di cedere il passo. Erano noti anche come “indisciplinati”. Una situazione a dir poco esplosiva sin da subito a Maranello, che scatenò rivalità interne e non solo.
L’ultimo Gp di F1 cui partecipò Castellotti fu quello di Argentina per l’apertura della stagione 1957, dove era stato il più veloce nelle qualifiche tra i ferraristi, ma la sfida fu davvero dura e, dopo che Moss, Fangio e Behra tutti su Maserati 250F ottennero i primi tre posti in griglia, Castellotti resistette fino a quando una ruota e la frizione della sua Lancia Ferrari D50 lo abbandonarono. Il Gran Premio seguente sarebbe stato a Montecarlo, ma nel mese di maggio.
Mentre era a Firenze con la sua amata Delia Scala, Eugenio venne contattato da Enzo Ferrari, che lo avvertì di aver ottenuto i tempi, che Behra aveva fatto con la Maserati 250F, storica rivale della rossa in tutti i sensi, e gli ordinò quindi di recarsi immediatamente a Modena, per testare sul circuito locale, la nuova Ferrari 801.
All’alba del 14 marzo 1957, appena arrivato al circuito, senza praticamente aver chiuso occhio, Castellotti salì in macchina e iniziò i test, per continuarli poi nel pomeriggio. Alle 17.19 usci di pista alla Curva delle Tribunette, andando a schiantarsi a oltre 200 l’ora morendo sul colpo. Le cause dell’incidente non furono mai veramente chiarite. Sotto accusa finirono la pista scivolosa, il cedimento dell’albero di trasmissione della Ferrari ma anche le condizioni di Castellotti che era rientrato a tarda notte da Firenze, dove era con la sua fidanzata Delia Scala e la sua voglia di dimostrare a Enzo Ferrari che era il migliore, volendo dare a tutti i costi il record della pista, strappandolo alla Maserati.
L’impatto mediatico fu imponente, Castellotti era uno dei piloti italiani più in vista, era stato alla Lancia e alla Ferrari, era l’erede designato di Alberto Ascari, deceduto proprio mentre stava provando a Monza la vettura del Lodigiano.
Al suo funerale la Scala non si presentò per evitare la madre di Castellotti, Delia si porterà dietro a lungo la storia travagliata con il pilota lodigiano, che considererà il vero grande amore della sua vita.
Gli “indisciplinati” della “Ferrari Primavera”, morirono tutti e cinque, tutti al volante di una rossa tranne l’ultimo, Hawthorn, l’unico tra l’altro coronare il sogno di diventare Campione del Mondo di F1. Castellotti il 10 ottobre sarebbe entrato anagraficamente nel “club27”.
Eugenio Castellotti Il lodigiano della Ferrari Con la Mille Miglia che partirà fra pochi giorni e passerà per Lodi nella quarta frazione, non si può non rendere omaggio a un grande lodigiano come…
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