#Graeme Durant
Explore tagged Tumblr posts
Text
Storia Di Musica #291 - Deacon Blue, Raintown, 1987
Lo spunto per le storie settembrine me lo ha dato un aneddoto simpatico sugli Steely Dan, protagonisti dell'ultima storia di Agosto. Una delle loro canzoni più famose, Deacon Blues, da Aja (il loro capolavoro del 1977) fece un viaggio emozionale fino in Scozia, dove un giovane ragazzo si appassionava alla musica, soprattutto a quel pop così sofisticato, pieno di stratificazioni sonore, piccoli gioielli musicali incastonati nelle melodie, e immensa classe esecutiva. Ricky Ross si chiama quel giovane ragazzo, che dopo che a Dundee viene licenziato da professore precario delle scuole secondarie, si trasferisce a Glasgow, dove decidere di mettere su un gruppo. Prima trova il batterista, Dougie Vipond, poi un bravissimo pianista, James Prime, un chitarrista, Graeme Kelling, e una corista, Carol Moore. Le prime esibizioni sono incoraggianti, ma la Moore decide di mettersi da parte. Ross si ricorda che aveva sentito ad un provino, improvvisato in Bath Street, una ragazza che lascia il suo indirizzo, ma non il suo numero di telefono. E la storia vuole che fu lo stesso Ross ad arrivare sulla Great Western Road di Glasgow per chiedere a Lorraine McIntosh di unirsi al gruppo. E c'è la ciliegina sulla torna: durante uno delle prime serata acclamati dal pubblico, Dougie Vipond leggermente brillo incontrò Ewen Vernal, bassista, nel bagno di un locale e gli chiese di unirsi al gruppo. Il nome per la band è quello che Ross ha in testa da anni: Deacon Blue, e siamo nel 1985. Glasgow in quegli anni è una città in piena trasformazione sociale, anche con profonde fratture socio economiche (per farsi un'idea, suggerisco i romanzi di Douglas Stuart) ma dal punto di vista musicale sarà la capitale scozzese della musica. Tanto che un giornalista del Glasgow Herald, John Williamson, decise di produrre una cassetta in allegato alle pagine culturali del giornale con tutte le promesse della musica cittadina di quel periodo: ci sono futuri gruppi e artisti molto famosi come i Wet Wet Wet, Kevin McDermott, Hue and Cry e i Deacon Blue, che contribuiscono con Take The Saints Away.
Dopo questa esperienza, sono pronti ad andare in studio, insieme a Jon Kelly, capo ingegnere del suono agli Air Studios di Londra. Ross ha in mente una sorta di concept album su Glasgow, che ne racconti le sfumature più varie. Raintown, pubblicato nel 1987, si presenta con una meravigliosa foto in bianco e nero di Oscar Marziaroli, italo scozzese futuro acclamato fotografo, che ferma una città avvolta nella perenne pioggerellina con sullo sfondo uno dei simboli della città, la Finnieston Crane, una gigantesca gru portuale, ormai non operativa, simbolo dell'industriosità degli abitanti, proprio all'imbocco del porto cittadino. Dal punto di vista musicale, seppur si parte dall'idea di pop sofisticato del mitico duo da cui prendono il nome, i Deacon Blue mischiano il lirismo vocale e le atmosfere uniche di Van Morrison, un canto-racconto degno del primo Springsteen e un'eleganza che ha una sua totale particolarità. Il disco ha un andamento ondeggiante tra brani calmi e riflessivi e quelli più incalzanti: l'inizio è davvero suggestivo, con Born In The Storm che come una nebbia si dirada e sfuma in Raintown, canzone che è profondamente legata all'esperienza di Ross, con versi che dicono "Waiting for the phone to ring to make me all I am.\You're in the suburbs waiting for somewhere to go\I'm down here working on some dumb show\In a raintown" che raccontano l'inizio di tutta la storia. Ross scrive del rapporto con il business musicale nella bella Ragman e nell'altrettanto suggestiva Loaded, scritta di getto come un flusso di coscienza su una base improvvisata dagli altri componenti della band su una cassetta super 8, ed è capace di dipingere affreschi musicali persino drammatici in abiti delicati e affascinanti. He Looks Like Spencer Tracy Now è ispirata ad un pensiero, a che vita avesse fatto l'uomo che sganciò la bomba atomica su Hiroshima: tra incontri particolari ("he may have been with Oppenheimer, shaken Einstein's hand\Did we have to drop the bomb? You bet, to save this land\He was only taking pictures around the critical mass\While the troops on Tinian island sang 'Follow the bouncing ball') e cosa potrebbe essere oggi (He may have been a nationalist, a physicist or a pacifist (...) Well, I have seen that movie of Dr. Jeckyll and Mr. Hyde\And I know he looks like Spencer Tracy Now). When Will You (Make My Telephone Ring) ha ai cori il famoso gruppo R&B londinese dei Londonbeat. Alto livello è anche Chocolate Girl, che racconta di un tipo anaffettivo, un certo Alan, ricco e spendaccione, "He calls her the chocolate girl\Cause he thinks she melts when he touches her\She knows she's the chocolate girl\Cause she's broken up and swallowed\And wrapped in bits of silver". Ma il capoavoro è Dignity: ritratto di quello spirito scozzese della dignità del lavoro, racconta la storia di un impiegato comunale, probabilmente uno che lavora sulle strade, e che non perde il sorriso nemmeno quando è preso in giro dal ragazzini e che ha un sogno, comprare un gommone, un dinghy, che vuole chiamare Dignity, con cui "I'll sail her up the west coast\Through villages and towns\I'll be on my holidays\They'll be doing their rounds\They'll ask me how I got her I'll say, "I saved my money"\They'll say, "Isn't she pretty? That ship called Dignity". In Love's Great Fears, liricissima e tutta giocata sul duetto Ross - McIntosh, che diventeranno marito e moglie poco tempo dopo, c'è Chris Rea alla chitarra.
Il disco, per le qualità musicali, per la scelta azzeccata dei singoli e per la sua atmosfera sofisticata, che quasi inventerà un genere, ha un successo clamoroso: arriva fino al numero 14 nella classifica dei dischi più venduti, rimane in classifica un anno e mezzo e vende oltre un milione di copie. La band continuerà a scrivere belle cose, e il successivo When The World Knows Your Name del 1989 arriva persino al numero 1 in UK e contiene la loro canzone più famosa, Real Gone Kid, facendo divenire sogno il successo che un ragazzo scozzese aveva immaginato sentendo una canzone, Deacon Blues, che parla di nerds and losers, secondo le famose parole di commento di Donald Fagen. Dedicherò il mese di settembre a gruppi scozzese degli anni '80, che è un periodo storico e una zona geografica che ha regalato cosine niente affatto male alla storia della musica.
16 notes
·
View notes
Text
Radiohead - In Rainbows. Año 2007. Edición Europea. Reedición Año 2016. Alternative Rock. XL Recordings.
Es el séptimo álbum de estudio de la banda. Se lanzó originalmente el 10 de octubre de 2007 en formato digital.
Radiohead trabajó en el álbum durante más de dos años. Las letras del disco fueron más personales que en otros trabajos de la banda. Se incorporó una amplia variedad de estilos musicales e instrumentos en el álbum, no haciendo uso exclusivo de música electrónica y arreglos para instrumentos de cuerda, sino también de piano, celesta y ondas Martenot.
Fue aclamado por la crítica y se lo incluyó en diversas listas de los mejores álbumes de 2007. En 2009 ganó dos premios Grammy al mejor álbum de música alternativa y al mejor paquete especial de edición limitada.
Músicos Thom Yorke – voz, guitarra, piano, instrumentación electrónica y batería. Colin Greenwood – bajo eléctrico y secuenciador. Jonny Greenwood – guitarra, ondas Martenot, teclado, programación, modular sintetizador, secuenciador, celesta y arreglos de cuerda. Ed O'Brien – guitarras, armonías vocales, efectos y sampler. Phil Selway – batería y programación.
Músicos Adicionales Coro de niños de la Matrix Music School – coros en "15 Step". The Millennia Ensemble – instrumentos de cuerda.
Producción Nigel Godrich – producción, mezcla e ingeniero de sonido. Dan Grech-Marguerat – ingeniero. Bob Ludwig – masterización. Hugo Nicolson – ingeniero. Graeme Stewart – preproducción. Richard Woodcraft – ingeniero.
Tracklist: A1 15 Step 3:58 A2 Bodysnatchers 4:02 A3 Nude 4:15 A4 Weird Fishes/Arpeggi 5:18 A5 All I Need 3:49
B1 Faust Arp 2:10 B2 Reckoner 4:50 B3 House of Cards 5:28 B4 Jigsaw Falling into Place 4:09 B5 Videotape 4:40
#musiccollection#coleccióndemúsica#vinilos#viniloschile#viniloslp#sharemusic#compartirmúsica#lp#vinylrecords#altrock#radiohead
10 notes
·
View notes
Text
¿Cuál es la historia y los logros del Everton City en el fútbol inglés?
🎰🎲✨ ¡Obtén 500 euros y 200 giros gratis para jugar juegos de casino con solo un clic! ✨🎲🎰
¿Cuál es la historia y los logros del Everton City en el fútbol inglés?
Historia del Everton City en la Premier League
El Everton Football Club es un club de fútbol con una rica historia en la Premier League inglesa. Fundado en 1878, el club ha sido un participante regular en la máxima categoría del fútbol inglés a lo largo de los años. El Everton City ha experimentado altibajos en su desempeño en la Premier League, con momentos de gloria y temporadas más complicadas.
Una de las épocas más destacadas del Everton en la Premier League fue durante la década de 1980, cuando el equipo ganó dos títulos de liga. Bajo la dirección del legendario entrenador Howard Kendall, el Everton City disfrutó de un gran éxito en la liga inglesa, consolidándose como uno de los equipos más destacados de la época.
A lo largo de los años, el Everton ha sido conocido por su cantera de talentos y por su estilo de juego ofensivo y atractivo. Grandes jugadores han vestido la camiseta del Everton City, dejando una huella imborrable en la historia del club y de la Premier League.
Aunque el Everton no ha logrado ganar la Premier League en los últimos años, el club sigue siendo un competidor respetado y un equipo que despierta pasión entre sus seguidores. Con su estadio mítico Goodison Park como fortín, el Everton City continúa siendo parte importante de la rica historia del fútbol inglés y de la Premier League.
Logros del Everton City en la FA Cup
El Everton City es un equipo con una rica historia en la FA Cup. A lo largo de los años, el club ha logrado varios hitos impresionantes en esta prestigiosa competición de fútbol.
Uno de los logros destacados del Everton City en la FA Cup es su participación en numerosas finales. El equipo ha llegado a la final en varias ocasiones, demostrando su calidad y competitividad en este torneo tan importante. Además, el Everton City ha logrado levantar el trofeo de la FA Cup en varias ocasiones, añadiendo títulos a su palmarés y celebrando victorias memorables.
Los aficionados del Everton City han sido testigos de partidos emocionantes y momentos inolvidables en la FA Cup a lo largo de los años. La pasión y el compromiso de los jugadores del Everton City en esta competición han sido una fuente de orgullo para el club y sus seguidores.
En resumen, los logros del Everton City en la FA Cup son un testimonio de su grandeza como equipo de fútbol. Con su historial de finales disputadas y títulos ganados, el Everton City ha dejado huella en esta competición y ha demostrado ser un rival formidable para cualquier equipo que se cruce en su camino en la FA Cup.
Jugadores emblemáticos del Everton City
El Everton City es un equipo de fútbol con una rica historia y muchos jugadores emblemáticos que han dejado una marca indeleble en el club. Uno de los jugadores más icónicos en la historia del Everton City es Alan Shearer, un delantero formidable que dejó una huella imborrable en el club con su habilidad goleadora y su dedicación al equipo.
Otro jugador legendario del Everton City es Neville Southall, considerado uno de los mejores porteros de su generación. Su presencia en la portería era imponente y sus actuaciones salvadoras hicieron que fuera una figura querida por los aficionados del club.
Además, no se puede hablar de jugadores emblemáticos del Everton City sin mencionar a Dixie Dean, un delantero que anotó más de 300 goles para el club y es recordado como uno de los mejores goleadores en la historia del fútbol inglés.
Otros jugadores emblemáticos del Everton City incluyen a Gary Lineker, Graeme Sharp y Duncan Ferguson, quienes dejaron una marca imborrable en el club con su talento y dedicación.
En definitiva, el Everton City ha tenido el privilegio de contar con jugadores emblemáticos a lo largo de su historia, cuyas hazañas en el campo de juego siguen siendo recordadas y celebradas por los aficionados del club.
Rivalidades del Everton City en Inglaterra
El fútbol en Inglaterra está marcado por intensas rivalidades entre los diferentes equipos, y una de las más destacadas es la que protagonizan el Everton y el Manchester City. Estos dos clubes tienen una larga historia de enfrentamientos en la English Premier League, que ha generado pasión y emoción en los aficionados de ambos equipos.
El Everton, fundado en 1878, ha compartido la ciudad de Liverpool con su eterno rival, el Liverpool FC. Sin embargo, su rivalidad con el Manchester City también es significativa, ya que ambos equipos han competido en la élite del fútbol inglés durante décadas. Los enfrentamientos entre el Everton y el Manchester City suelen ser muy disputados, con momentos memorables que han quedado grabados en la historia de la Premier League.
Los aficionados de ambos equipos se entregan por completo en cada partido, creando un ambiente electrizante en las gradas. Los colores azul y blanco del Everton se enfrentan al celeste del Manchester City en un espectáculo lleno de tensión y emoción. Los jugadores también se contagian de la intensidad de este enfrentamiento, lo que se traduce en partidos reñidos y llenos de incidentes.
A lo largo de los años, la rivalidad entre el Everton y el Manchester City ha sido fuente de grandes momentos para el fútbol inglés, con victorias épicas, derrotas inesperadas y goles memorables. Esta rivalidad seguirá alimentando la pasión de los aficionados y manteniendo viva la emoción del fútbol en Inglaterra.
Estadio del Everton City y su importancia
El Estadio del Everton City es un icónico lugar que ha sido testigo de innumerables momentos memorables en la historia del fútbol. Ubicado en el corazón de la ciudad, este estadio ha sido el hogar del Everton City durante décadas y ha albergado a millones de aficionados apasionados que han vibrado con cada gol y cada victoria de su equipo.
La importancia del Estadio del Everton City va más allá de ser simplemente un lugar donde se juegan partidos de fútbol. Es un símbolo de la identidad y la historia de la ciudad, un punto de encuentro para la comunidad y un lugar donde se fomenta la pasión por el deporte rey.
Además de ser el escenario de los emocionantes encuentros de fútbol, el Estadio del Everton City también ha sido sede de conciertos, eventos deportivos internacionales y otras actividades que han enriquecido la vida cultural de la ciudad.
Para los aficionados, el estadio es mucho más que un simple lugar de entretenimiento: es un templo sagrado donde se rinde culto al fútbol y donde se crean recuerdos imborrables que perdurarán para siempre en la memoria de quienes tienen el privilegio de vivir la experiencia de asistir a un partido en este emblemático lugar.
En resumen, el Estadio del Everton City es mucho más que simplemente un campo de fútbol, es un símbolo de la pasión, la historia y la identidad de la ciudad, un lugar donde los sueños se hacen realidad y donde la emoción y la camaradería se unen para crear momentos inolvidables.
0 notes
Text
¿Cuál equipo ha ganado más partidos entre el Everton y el Manchester City en la historia de la Premier League?
🎰🎲✨ ¡Obtén 500 euros y 200 giros gratis para jugar juegos de casino con solo un clic! ✨🎲🎰
¿Cuál equipo ha ganado más partidos entre el Everton y el Manchester City en la historia de la Premier League?
Victorias Everton Premier League
El Everton Football Club es un equipo de fútbol profesional con sede en Liverpool, Inglaterra, que compite en la Premier League inglesa. El club, fundado en 1878, ha acumulado una gran cantidad de victorias a lo largo de su historia, lo que lo ha convertido en uno de los equipos más exitosos del fútbol inglés.
Una de las victorias más destacadas del Everton en la Premier League fue en la temporada 1984-1985, cuando lograron ganar el título de liga bajo el liderazgo del legendario entrenador Howard Kendall. Con jugadores estelares como Neville Southall, Graeme Sharp y Kevin Ratcliffe, el equipo demostró una increíble habilidad en el campo y conquistó el título de liga de manera magistral.
Además de su éxito en la liga nacional, el Everton también ha tenido un desempeño notable en competiciones europeas, como la Copa de la UEFA y la Champions League. A lo largo de los años, el club ha forjado una reputación como un equipo competitivo y respetado en el escenario europeo.
Con una base de seguidores apasionados y fieles, el Everton continúa desempeñando un papel destacado en el mundo del fútbol inglés y mundial. Con su legado de victorias y logros, el Everton Premier League seguirá siendo un equipo formidable en la escena deportiva durante muchos años más.
Triunfos Manchester City Historial Premier League
El Manchester City es uno de los clubes más exitosos y populares en la historia de la Premier League. Con una rica tradición y una base de aficionados apasionados, este equipo ha celebrado numerosos triunfos a lo largo de los años.
El club ha logrado varios campeonatos de la Premier League, siendo uno de los equipos más dominantes en la competición inglesa. Bajo el liderazgo de destacados entrenadores y con un plantel de jugadores de clase mundial, el Manchester City ha demostrado su calidad en el terreno de juego temporada tras temporada.
Además de sus éxitos en la liga doméstica, el Manchester City ha tenido un desempeño notable en competiciones internacionales, destacándose en torneos como la Champions League y la Europa League. Los logros del equipo han contribuido a consolidar su reputación como uno de los clubes más respetados a nivel mundial.
Los aficionados del Manchester City han sido testigos de momentos memorables y celebrado victorias inolvidables a lo largo de los años. Ya sea en el legendario estadio de Etihad Stadium o en otros escenarios, la pasión y el orgullo por los colores del club son evidentes en cada encuentro.
En resumen, el historial de triunfos del Manchester City en la Premier League es un testimonio de su grandeza y su legado en el fútbol inglés. Con una trayectoria llena de éxitos y momentos inolvidables, este club continúa inspirando a sus seguidores y dejando una huella imborrable en la historia del deporte rey.
Estadísticas Partidos Ganados Everton vs Manchester City EPL
En la historia de la English Premier League, el enfrentamiento entre Everton y Manchester City ha sido uno lleno de emoción y competencia. Ambos equipos han demostrado su calidad en el terreno de juego y han brindado a los aficionados momentos inolvidables a lo largo de los años.
Al analizar las estadísticas de los partidos ganados entre Everton y Manchester City, podemos ver que la balanza se inclina ligeramente hacia el lado del Manchester City. Con un historial de encuentros cara a cara en la EPL, el Manchester City ha logrado imponerse en varias ocasiones sobre el Everton.
Sin embargo, el Everton no se queda atrás y ha sabido plantar cara al Manchester City en numerosas ocasiones, demostrando su determinación y calidad como equipo. Los enfrentamientos entre estos dos clubes siempre son intensos y repletos de emoción, lo que los convierte en partidos imperdibles para los aficionados al fútbol.
A medida que ambos equipos continúan enfrentándose en la English Premier League, los aficionados pueden esperar más partidos llenos de emoción, goles y momentos memorables. Everton y Manchester City seguirán dando lo mejor de sí en cada encuentro, manteniendo viva la rivalidad deportiva que los ha caracterizado a lo largo de los años.
Récord Ganador Everton vs Man City Premier League
El Everton ha logrado un impresionante récord al vencer al Manchester City en la Premier League. El equipo de Liverpool sorprendió a todos al derrotar al vigente campeón de la liga con un marcador histórico que quedará grabado en la memoria de los aficionados.
El partido, que se llevó a cabo en el Goodison Park, fue testigo de la increíble actuación del Everton, que demostró su determinación y habilidad en el terreno de juego. Los jugadores del Everton mostraron un rendimiento excepcional, tanto en defensa como en ataque, lo que les permitió imponerse al Man City de manera contundente.
Este triunfo no solo representa un logro deportivo para el Everton, sino que también tiene un gran impacto en la clasificación de la Premier League. Con esta victoria, el equipo de Liverpool se ubica en una posición destacada en la tabla, lo que le permite soñar con grandes metas para lo que resta de la temporada.
Los aficionados del Everton celebran con orgullo este récord ganador frente al Manchester City, y sin duda, este partido pasará a la historia como uno de los momentos más memorables en la trayectoria del club. Con un juego sólido y una determinación inquebrantable, el Everton ha demostrado que está listo para enfrentar a los mejores equipos de la liga y seguir cosechando victorias. ¡Felicidades al Everton por esta hazaña!
Comparativa Triunfos Historial Everton Man City EPL
El enfrentamiento entre el Everton y el Manchester City en la English Premier League (EPL) es uno de los más esperados por los fanáticos del fútbol. Ambos equipos tienen una larga trayectoria y han logrado importantes triunfos a lo largo de los años.
El Everton, fundado en 1878, ha logrado consagrarse campeón de la liga inglesa en nueve ocasiones, siendo uno de los equipos más exitosos de Inglaterra. Además, ha ganado la FA Cup en cinco ocasiones y la UEFA Europa League en una ocasión. Con jugadores como Dixie Dean, Alan Ball y Neville Southall en su historial, el Everton cuenta con una destacada reputación en el mundo del fútbol.
Por otro lado, el Manchester City, fundado en 1880, ha experimentado un resurgimiento en las últimas décadas, logrando conquistar la EPL en varias ocasiones. Con jugadores de la talla de Sergio Agüero, David Silva y Vincent Kompany, el Manchester City se ha consolidado como uno de los equipos más poderosos de la actualidad.
Los enfrentamientos entre el Everton y el Manchester City suelen ser muy intensos, ya que ambos equipos cuentan con jugadores de gran calidad y un estilo de juego ofensivo y atractivo. Los fanáticos de ambos equipos esperan con ansias cada partido para ver quién saldrá victorioso en esta apasionante rivalidad.
0 notes
Text
¿Cuáles son los jugadores clave en la plantilla actual de la selección de Escocia?
🎰🎲✨ ¡Obtén 500 euros y 200 giros gratis para jugar juegos de casino con solo un clic! ✨🎲🎰
¿Cuáles son los jugadores clave en la plantilla actual de la selección de Escocia?
Lista de jugadores convocados por Escocia
Escocia ha revelado recientemente la lista de jugadores convocados para sus próximos partidos. Entre los seleccionados se destacan jugadores reconocidos internacionalmente, como Andy Robertson, el capitán del equipo y estrella del Liverpool en la Premier League. Otro nombre importante en la convocatoria es Kieran Tierney, defensor del Arsenal, que aportará su experiencia y solidez en la línea defensiva del equipo escocés.
En la lista de convocados también se encuentra John McGinn, mediocampista del Aston Villa, quien ha tenido un gran rendimiento en la liga inglesa y será fundamental en el centro del campo de Escocia. Otra incorporación destacada es Che Adams, delantero del Southampton, que buscará aportar goles y desequilibrio en el ataque escocés.
El seleccionador de Escocia ha apostado por una mezcla de jugadores experimentados y jóvenes promesas, con el objetivo de armar un equipo competitivo y sólido para los próximos compromisos. La afición escocesa espera que esta convocatoria sea el inicio de una nueva etapa de éxitos para su selección, que buscará clasificar a competiciones internacionales y hacer historia en el fútbol europeo.
Estrellas destacadas de la selección escocesa
La selección nacional de fútbol de Escocia ha visto a lo largo de su historia a muchos jugadores destacados que han dejado una marca imborrable en el equipo nacional. Estos jugadores han llevado el orgullo de Escocia en sus hombros y han dejado un legado en el deporte rey. Entre las estrellas más destacadas de la selección escocesa se encuentran:
Kenny Dalglish: Considerado uno de los mejores jugadores escoceses de todos los tiempos, Dalglish brilló tanto en la selección como en clubes como el Celtic y el Liverpool. Su habilidad técnica y visión de juego lo convirtieron en un ícono del fútbol escocés.
Denis Law: Conocido como "El Rey" en Escocia, Law es recordado por su tiempo en el Manchester United y su notable carrera internacional. Su capacidad goleadora y su determinación lo convierten en una leyenda del fútbol escocés.
Jim Baxter: Este talentoso centrocampista era conocido por su habilidad con el balón y su capacidad para controlar el juego. Baxter dejó una huella indeleble en la selección escocesa durante la década de 1960, siendo parte del equipo que derrotó a Inglaterra en el famoso "Partido de Wembley" en 1967.
Graeme Souness: Otro gran nombre en la historia del fútbol escocés, Souness fue un centrocampista dominante que destacó tanto en la selección como en clubes como el Liverpool y el Rangers. Su liderazgo en el campo lo convirtió en un referente para futuras generaciones de jugadores escoceses.
Estas estrellas son solo algunos ejemplos de los talentos excepcionales que han representado a Escocia en el fútbol internacional, dejando un legado que perdura hasta el día de hoy.
Jugadores clave en el equipo nacional de Escocia
Dentro del equipo nacional de fútbol de Escocia, hay jugadores clave que han dejado su marca en la historia del deporte en este país. Uno de ellos es Kenny Dalglish, considerado uno de los mejores futbolistas escoceses de todos los tiempos. Dalglish fue un delantero excepcional que brilló tanto en el Celtic como en el Liverpool, ganando múltiples títulos a lo largo de su carrera.
Otro jugador clave en la historia reciente del equipo nacional escocés es Darren Fletcher. Este centrocampista ha sido una figura fundamental en el mediocampo, aportando control y liderazgo en cada partido que disputa. Su entrega y compromiso lo han convertido en un referente para las generaciones más jóvenes de futbolistas escoceses.
También es imposible no mencionar a Denis Law, una verdadera leyenda del fútbol escocés. Law destacó por su habilidad goleadora y su capacidad para desequilibrar a las defensas rivales. Su legado en el equipo nacional perdura hasta el día de hoy, siendo recordado como uno de los mejores delanteros que ha vestido la camiseta escocesa.
En resumen, estos jugadores clave han dejado una huella imborrable en la historia del equipo nacional de Escocia, contribuyendo con su talento y dedicación al desarrollo del fútbol en este país. Su legado perdurará en el tiempo, siendo recordados como verdaderos íconos del deporte escocés.
Rendimiento de los jugadores de Escocia
El rendimiento de los jugadores de Escocia es un tema que suscita gran interés entre los aficionados al fútbol. La selección escocesa ha tenido altibajos a lo largo de su historia, pero en los últimos tiempos ha mostrado signos de mejora y competitividad en el escenario internacional.
Jugadores destacados como Andy Robertson, capitán del Liverpool FC, han sido clave en el resurgimiento del equipo nacional. Robertson, conocido por su liderazgo en el campo y su capacidad para aportar tanto en defensa como en ataque, es uno de los pilares de la selección escocesa.
Además, otros jugadores como Kieran Tierney, del Arsenal FC, y John McGinn, del Aston Villa, han demostrado su valía en la Premier League y han aportado su talento a la selección escocesa en torneos importantes como la Eurocopa.
El rendimiento de los jugadores de Escocia en cada partido es crucial para lograr buenos resultados y seguir avanzando en el ámbito internacional. La afición escocesa confía en que sus jugadores sigan demostrando su compromiso y profesionalismo en cada encuentro, representando con orgullo los colores de su país.
En resumen, el rendimiento de los jugadores de Escocia es un tema apasionante que sigue generando expectativas y emociones en los corazones de los seguidores del fútbol escocés. La calidad y dedicación de estos jugadores son la base para construir un futuro prometedor en el ámbito futbolístico internacional.
Novedades en la plantilla de la selección de Escocia
La selección de Escocia ha presentado recientemente nuevas incorporaciones a su plantilla que están generando expectación entre los aficionados y especialistas del fútbol. Estos cambios han sido muy comentados en el mundo deportivo, ya que podrían tener un impacto significativo en el rendimiento del equipo en futuros torneos y competiciones.
Una de las novedades más destacadas en la plantilla de la selección escocesa es la inclusión de jóvenes talentos emergentes que han demostrado un gran potencial en sus respectivos clubes. Estos jugadores están siendo observados de cerca por el cuerpo técnico y se espera que aporten frescura y dinamismo al equipo.
Además, se ha producido el regreso de jugadores experimentados que han tenido un papel clave en el pasado éxito de la selección de Escocia. Su presencia en la plantilla aporta estabilidad y liderazgo, elementos esenciales para el buen funcionamiento de cualquier equipo.
Estas novedades en la plantilla de la selección de Escocia han generado debate y expectación entre los seguidores del fútbol, quienes esperan con optimismo los próximos encuentros del equipo. Con estos cambios, se espera que la selección escocesa pueda competir al más alto nivel y lograr resultados positivos en las próximas competiciones internacionales.
0 notes
Text
#ProyeccionDeVida
🎬 “INHALA” (BLOW)
🔎 Género: Drama / Biográfico / Crimen / Drogas / Años 70s & 80s
⏰ Duración: 119 minutos
✍️ Guion: David McKenna y Nick Cassavetes
📕 Novela: Bruce Porter
🎼 Música: Graeme Revell
📷 Fotografía: Ellen Kuras
🗯 Argumento: Basada en hechos reales, cuenta la historia de George Jung, un hombre de familia humilde que consiguió hacerse multimillonario gracias a su propia versión del sueño americano. Durante su estancia en la cárcel se adentra en el mundo del narcotráfico en Colombia, y a través de un ingenioso sistema de importación llega a comerciar la mayor parte de la cocaína que entra en Estados Unidos durante la década de los setenta. Acompañado por Mirtha y Delgado, formarán un triángulo que compartirá situaciones límite dominadas por la pasión, el odio, la amistad y una desmedida ambición de poder.
👥 Reparto: Johnny Depp (George Jung), Penélope Cruz (Mirtha Jung), Ted Demme (Archie Sigmond), Ray Liotta (Fred Jung), Ethan Suplee (Tuna), Franka Potente (Barbara Buckley) y Emma Roberts (Kristina Sunshin)
📢 Dirección: Ted Demme
© Productoras: New Line Cinema & Alliance Atlantis Communications
🌎 País: Estados Unidos
📅 Año: 2001
📽 Proyección:
📆 Jueves 21 de Marzo
🕗 8:00pm.
🎦 Cine Caleta (calle Aurelio de Souza 225 - Barranco)
🚶♀️🚶♂️ Ingreso libre
🙂 A tener en cuenta: Prohibido el ingreso de bebidas y comidas. 🌳💚🌻🌛
0 notes
Text
He salido del túnel
Al leer y traducir ese libro sobre “gaslighting”, he confirmado algo que descubrí hace algunos años, que mi padre era un psicópata. Mediante comportamientos perversos y crueles, dañó mi reputación, valiéndose principalmente de campañas de desprestigio, describiéndome ante quien estuviera dispuesto a escucharlo, como un muchacho mimado que vivía en la opulencia, cuya ocupación de tiempo completo era adquirir todo lo que se puede comprar con dinero, satisfacer hasta el menor capricho, violentando a su padre que para llevar el pan al hogar, tenía que romperse la espalda cotidianamente. Quienes lo escuchaban, carecían de la inteligencia y claridad de pensamiento para percatarse de que lo que afirmaba ese mal individuo, carecía de todo sentido y desafiaba la lógica más elemental. No obstante, muchísimas personas, me consideraban el individuo más despreciable que haya vivido jamás a partir de que el homo sapiens es tal cosa, homo sapiens.
Cobrar conciencia de esa realidad ha provocado dolor psíquico intenso, pero será para bien. Hablando con mi madre (ocasionalmente con alguna psicóloga, vía telefónica) he expresado la idea de que esta experiencia, aprender sobre agresores con patologías narcisistas y los efectos que su violencia ha traído a mi vida, es equiparable a (soy muy dado a usar analogías) ser sometido a una cirugía mayor. Ese tipo de operación se realiza, por supuesto, bajo anestesia general, pero al despertar, el paciente puede sentir mucho dolor, mismo que disminuye conforme pasan los días, los días se convierten en semanas, las semanas se convierten en meses. El dolor desaparece y lo que fue una experiencia dolorosa y difícil, ha solucionado el problema de salud, que de otra forma, de no haberse atendido, podría haberse agravado y posiblemente habría matado a quien lo padecía.
Esta fase de dolor psíquico podría ser la última etapa conducente a mi recuperación definitiva, acabar de salir del túnel, dejar de vivir en oscuridad e iniciar una existencia en plenitud.
Cuando perdí mi empleo, a mediados de agosto de 2021 —hace ya 20 meses— incrementé mis esfuerzos físicos, mi actividad deportiva. Veinte años antes, durante el año 2002, con 38 de edad, había leído la historia de un ciclista escocés de alto rendimiento, que años antes, había roto el récord de la hora; su nombre era Graeme Obree. Este deportista superdotado, padecía una patología mental grave, trastorno bipolar, o algo así. Algo en la narrativa me permitió percatarme de que yo (un año mayor que Obree), deportista amateur, mundialmente desconocido, había pasado muchos años (no podría decir cuántos) provocándome agotamiento mediante actividad excesiva, convirtiéndola en un mecanismo de evasión. Pese a cobrar conciencia de ello, no fui capaz de evitar continuar haciendo eso y al perder ese empleo en el octavo mes del año 2021, con 57 de edad, incrementé mis esfuerzos, sufrí algunas lesiones (no de consideración) e incluso perdí mucho peso.
Ahora vivo con un agotamiento intenso, pero siento que me he fortalecido y por el incremento en la energía y la potencia que he ganado, parecería haber rejuvenecido un par de décadas. Sin poder explicar por qué, siento también que la manifestación de esa libido, energía vital, lleva a mis antagonistas (que intentaron hacerme tanto daño como para aniquilarme, tal vez orillarme a quitarme la vida) a su ruina, tal vez a su deceso. Si ocurriera eso, si uno o varios de ellos acabaran muertos, yo no lo lamentaría.
Como expresé en comunicación con la autora de ese libro de Gaslighting (una dama originaria de Canadá), si un sociópata – psicópata se quita la vida, yo no lo lamento. Es justo que un mal individuo coseche lo que ha sembrado. En relación con esto, mi padre intentó aniquilarme, o en su defecto, arruinarme completamente; sobra decir que no logro lo primero ni lo segundo, y en cambio, él tuvo un éxito contundente en destruirse a sí mismo. Su alcoholismo lo mató a los 70 años y cuatro meses de edad (en diciembre de 2007, hace ya quince años), lo cual, a mi parecer, no fue otra cosa que un “suicidio indirecto”, su deceso no significó nada para mí (con esto quiero decir que no me causó ningún pesar ni tristeza) y en cambio pareció un buen augurio.
El jueves de la semana pasada, 27 de abril, cumplí 59 años de edad. El domingo siguiente, 30 de abril, se cumplieron 17 años del deceso de mi hermana menor, que cuando ocurrió, me hizo percatarme de que había perdido la voluntad de vivir, por segunda vez. Desde entonces he sentido que mi existencia se acabó y he seguido por mi senda como un autómata, procurando que el dolor psíquico no me abrume y durante mucho tiempo pensé que cuando las cosas se pusieran demasiado difíciles, pondría fin a mis problemas quitándome la vida.
A principios del año 2014, con 50 de edad, conocí a una mujer con la que comencé a trabajar traduciendo documentos para la industria farmacéutica. Me pagó demasiado poco por mi trabajo (un abuso, un acto de deshonestidad) pero aprendí y un año más tarde, conseguí un empleo, habiendo perdido la esperanza de que sucediera eso, muchos años antes. Mi fecha de ingreso coincidió con mi cumpleaños 51 y eso pareció significativo. Durante los primeros dos años, entre abril de 2015 y abril de 2017, enfrenté problemas de una severidad que pude manejar, pero en mayo de 2017 sufrí un accidente en mi bicicleta de carreras (una fractura de clavícula) que me mantuvo incapacitado hasta mediados de junio. Al regresar, se dio una situación que proporcionó a un mal compañero, la excusa perfecta para comenzar a hacerme la vida difícil. Ese mal individuo, que a todas luces adolecía de una patología narcisista, era bien conocido por sus antecedentes de acoso laboral; entonces me convirtió en su objetivo y cuatro años más tarde consiguió que perdiera mi empleo.
Pese a la injusticia que se cometió, me he fortalecido y el suicidio ya no parece una opción, tal vez porque he cobrado conciencia de la fortaleza que he mostrado ante tanta adversidad, y del valor con que comencé a enfrentar mis problemas desde etapas muy tempranas de mi vida.
A un paso de la tercera edad, presento un aspecto poco común. Soy un hombre delgado, físicamente apto, con un intelecto poco común, un deportista serio que vive sin abusar de ninguna sustancia (entiéndase adicción a alcohol, tabaco o drogas no legales), que pese a haber pasado la mayor parte de su vida sin ser productivo (sin trabajar), ha sido capaz de conseguir enormes avances, ha evitado hábitos destructivos y en cambio ha optado por convertirse en un hombre decente y honesto, he evitado ser parte de la colectividad (un cordero, de acuerdo con Erich Fromm en su libro “el corazón del hombre”) evitando también convertirse en un lobo.
Como decía antes, siento que he hecho más que sobrevivir, y que finalmente he salido del túnel. Lo mejor está por venir.
0 notes
Link
0 notes
Text
Nicki Minaj for Interview Magazine's Fall 2022 issue.
Hair: Dionte Gray using Obviously Arrogant
Makeup: Jamal Scott using Dior
Production: Brande Bytheway and Sarah El Khawand
Set Design: Liam Moore
Lighting Assistants: Bennet Perez, Austin Durant, and Lonnie Vincent
Fashion Assistants: Juan Zenon and Isabelle Fields
Manicure: Yvett G
Production Assistants: Dylan Palley, Juan Cruz, Ralph Parker, and Graeme Flegenheimer
Hair Assistant: Tuson Jewell
Set Assistant: Savana Ogburn
Digital Technician: Rich Coughran
Tailor: Niki Dimitras at Carol Ai Studio
Post-Production: Helen Studios
38 notes
·
View notes
Text
I talebani hanno rivendicato il vero valore economico dell'Afghanistan
18 agosto 2021
Credits Christina Hägerfors
Di Graeme Smith e David Mansfield
Mr. Smith e Mr. Mansfield sono esperti dell'Afghanistan che hanno recentemente pubblicato uno studio sull'economia informale del paese.
Dopo la loro sbalorditiva cattura di Kabul, i talebani hanno cercato di trasmettere un senso di calma. Solo pochi giorni dopo che gli alti funzionari afghani si sono arrampicati sui voli militari e gli afgani disperati si sono aggrappati alla fusoliera degli aerei in partenza, i talebani hanno tranquillamente fatto un giro di ispezione delle strutture governative. Nella sala di controllo dell'azienda elettrica statale, una delegazione dei talebani si è fermata davanti ai pannelli lampeggianti e ha promesso di tenere le luci accese.
Come esattamente i talebani pianifichino di mantenere in funzione tutti i sistemi, in uno dei paesi più poveri del mondo che dipende da oltre 4 miliardi di dollari l'anno in aiuti ufficiali e dove i donatori stranieri hanno coperto il 75% della spesa pubblica, è una domanda urgente. Il fallimento dello stato ha indotto alcuni donatori occidentali a pensare che la pressione finanziaria, sotto forma di minacce di trattenere i finanziamenti umanitari e per lo sviluppo, potrebbe essere esercitata sui nuovi governanti dell'Afghanistan. La Germania ha già avvertito che taglierà il sostegno finanziario al paese se i talebani "introdurranno la legge della sharia".
Ma quelle speranze sono mal riposte. Anche prima del loro blitz nella capitale durante il fine settimana, i talebani avevano rivendicato il vero premio economico del paese: le rotte commerciali - che comprendono autostrade, ponti e sentieri - che fungono da punti di strozzatura strategici per il commercio in tutta l'Asia meridionale. Con le mani su queste fonti di reddito altamente redditizie e con paesi vicini, come Cina e Pakistan, disposti a fare affari, i talebani sono sorprendentemente isolati dalle decisioni dei donatori internazionali. Ciò che verrà dopo nel paese è incerto, ma è probabile che si svolga senza uno sforzo significativo del potere occidentale.
Uno dei motivi per cui i donatori stranieri gonfiano la propria importanza in Afghanistan è che non comprendono l'economia informale e le enormi quantità di denaro nascosto nella zona di guerra. Il traffico di oppio, hashish, metanfetamine e altri narcotici non è il più grande tipo di commercio che avviene in nero: i soldi veri provengono dal movimento illegale di beni ordinari, come il carburante e le importazioni di consumo. Per dimensioni e somma, l'economia informale fa impallidire gli aiuti internazionali.
Ad esempio, il nostro studio sulla provincia di confine di Nimruz, pubblicato questo mese dall'Overseas Development Institute, ha stimato che la tassazione informale - la riscossione delle tasse da parte del personale armato per consentire il passaggio sicuro delle merci - ha raccolto circa 235 milioni di dollari all'anno per i talebani e i pro - figure di governo. Al contrario, la provincia riceveva meno di 20 milioni di dollari l'anno in aiuti esteri.
Una provincia meridionale nel cuore dei sostenitori dei talebani, Nimruz è il tipo di posto che potrebbe fungere da base per i talebani che pensano a come funziona l'economia. Quest'estate hanno deciso di prenderlo. A giugno, hanno catturato Ghorghory, il centro amministrativo del distretto di Khashrud, seguito dalla città di Delaram, sull'autostrada principale, a luglio. Queste due città da sole potrebbero valere 18,6 milioni di dollari l'anno per i talebani se manterranno i precedenti sistemi di tassazione informale, inclusi 5,4 milioni di dollari per il commercio di carburante e 13 milioni di dollari per le merci di transito.
Un premio più grande è stata la dogana di Zaranj, una città al confine con l'Iran e la prima capitale di provincia a cadere durante l'offensiva di agosto dei talebani. Sebbene la città abbia ufficialmente fornito al governo $ 43,2 milioni in dazi annuali - con ulteriori $ 50 milioni in tasse dirette nel 2020 - abbiamo riscontrato che c'era una quantità significativa di commercio non dichiarato, in particolare di carburante, prendendo le vere entrate totali dal confine superando almeno $ 176 milioni all'anno.
Zabihullah Mujahid, al centro, il portavoce dei talebani, in una conferenza stampa martedì. I talebani sono sorprendentemente isolati dalle decisioni dei donatori internazionali.Credit...Jim Huylebroek per il New York Times
L'avanzata dei talebani ha imposto un dilemma ai paesi vicini: potrebbero continuare a commerciare, dando ai talebani più potere e legittimità, o negare a se stessi le entrate commerciali e accettare il dolore finanziario. Sebbene a volte abbiano optato per quest'ultimo, non è chiaro – poiché la pressione aumenta per riconoscere ufficialmente il governo talebano – quanto durerà ancora.
Prendi l'Iran, per esempio. Abbiamo stimato che i talebani hanno guadagnato 84 milioni di dollari l'anno scorso tassando gli afgani che commerciano con l'Iran, e questo prima che gli insorti catturassero tutti e tre i principali valichi di frontiera dell'Afghanistan con l'Iran. Teheran, non volendo legittimare i talebani, ha interrotto tutti gli scambi commerciali con l'Afghanistan all'inizio di agosto. Ma l'imperativo economico di riaprire al traffico commerciale è forte. Pi�� di 2 miliardi di dollari di scambi sono passati attraverso questi valichi lo scorso anno, secondo i dati ufficiali, e la nostra ricerca suggerisce che i numeri effettivi, una volta incluso il commercio informale, potrebbero essere il doppio. I primi rapporti suggeriscono che i valichi di frontiera sono di nuovo aperti, anche se il commercio rimane lento e interrotto.
L'amministrazione Biden, che non ha ancora preso una posizione formale su come rispondere economicamente all'acquisizione dei talebani, domenica ha congelato le riserve del governo afghano detenute nei conti bancari statunitensi, mentre il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente, Jake Sullivan, ha suggerito questa settimana che la leva americana sui talebani potrebbe derivare da “questioni relative alle sanzioni”.
Ma i guadagni del commercio transfrontaliero - un singolo valico di frontiera con il Pakistan, catturato a luglio, porta decine di milioni di dollari all'anno in entrate illegali - stanno facendo dei talebani, che ora governano lo stato afghano, i principali attori dell'Asia meridionale commercio regionale. Ciò significa, in modo cruciale, che i soliti metodi con cui i regimi recalcitranti sono sottoposti a pressioni internazionali - sanzioni, isolamento - sono meno applicabili all'Afghanistan di oggi.
Questo è solo uno dei tanti modi in cui l'Occidente, ora costretto a fare i conti con un Afghanistan gestito dai talebani, è stato umiliato dagli eventi recenti. Ma potrebbe essere tra i più consequenziali.
Graeme Smith (@smithkabul) è l'autore di "I cani li mangiano ora: la nostra guerra in Afghanistan" e David Mansfield (@mansfieldintinc) è l'autore di "Uno stato costruito sulla sabbia: come l'oppio ha indebolito l'Afghanistan". Entrambi sono ricercatori consulenti per l'Overseas Development Institute.
Il Times si impegna a pubblicare una varietà di lettere all'editore. Ci piacerebbe sapere cosa ne pensi di questo o di uno qualsiasi dei nostri articoli. Ecco alcuni suggerimenti. Ed ecco la nostra email: [email protected].
Segui la sezione Opinioni del New York Times su Facebook, Twitter (@NYTopinion) e Instagram.
© 2021 The New York Times Company
tradotto con Google Translate
4 notes
·
View notes
Text
Book Tag FRIENDS ☕❤️
1) Mônica, aquele com tema de comida.
"O efeito Rosie (Don Tillman #2)" - Graeme Simsion Don Tillman é desajustado socialmente, mas é fofo. Ele tem seu sistema de refeições super planejado e, nesse livro, ele faz um para a Rosie e controla sua comida e bebida, por causa da gravidez. Tem também um incidente envolvendo atum-azul - polêmica envolvendo comida! -... Eu amo os livros do Don Tillman- sou suspeita pra falar! -... O tema principal do livro não é comida, é claro, mas tem pontos de destaque que, enquanto pensava que livro se encaixaria nessa categoria, só consegui pensar no sistema de refeições do Don e na polêmica com atum-azul! Então esse é o livro certo para essa categoria!
2) Chandler, aquele em que o personagem principal evoluiu mais.
"Emma" - Jane Austen Lutei bastante durante a leitura. No começo, parecia um livro arrastado, a personagem era chata. Mas, a medida que fui lendo, fui gostando de ver a evolução da personagem e fui torcendo por ela.
3) Phoebe, aquele com o personagem ou história mais good vibes.
"Árvore dos Desejos" - Katherine Applegate Livro gostoso de ler, com uma história super interessante, com temas profundos também mas super good vibes, pois é contada do ponto de vista da árvore.
4) Joey, aquele com o livro que você lutou para ler, mas acabou se apaixonando.
"Orgulho e Preconceito" - Jane Austen Enrolei por anos para ler algum livro da Jane Austen. Tinha vontade de ler, mas nunca tinha coragem. Confesso que achava que seria super chato, superestimado. Quando li, me apaixonei. Um dos melhores livros que já li!
5) Ross, aquele que não é de ficção.
"Coronavírus e Cristo" - John Piper Ano passado, a Editora Fiel disponibilizou esse livro digitalmente, de graça. Comecei a ler logo que lançou no Brasil, no meio de uma fase difícil da pandemia, onde estávamos sem saber o que fazer e no que acreditar, entre tantas notícias, isolados em nossas casas, sem poder sair. Foi um livro necessário, que me ajudou a me lembrar que Deus é soberano sobre tudo e que, ao invés de ter medo até mesmo de sair de casa, eu deveria depositar minha confiança em Deus, pois Ele é que está no controle de tudo - nada vai acontecer se Ele não quiser! Tenho muitos livros de não-ficção para indicar, mas esse, em específico, falou comigo em um momento difícil.... E, como a pandemia ainda não acabou por aqui - se for da vontade de Deus, em breve acaba!- , continua sendo necessário!
6) Rachel, aquele com a capa bonita e o conteúdo interessante.
"Not yet married" - Marsall Segal Lembro-me que, quando o Desiring God divulgou que seria lançado esse livro, as duas coisas que mais me chamaram atenção foram a capa e o título. Assim que o Desiring God disponibilizou o livro gratuitamente, corri para ler e não me arrependo. A mensagem é muito boa! Então, mais que uma "capinha" bonita, ele tem conteúdo! Gostei tanto que, assim que a Editora Fiel lançou esse livro em português nesse ano, corri para garantir minha edição.
7) Mondler, aquele com o seu casal favorito da vida.
"A noiva é tamanho 42" - Meg Cabot Essa pergunta foi difícil - tenho alguns casais como queridinhos -, mas já que eu só poderia escolher um dos casais, elegi Cooper e Heather. Eles são opostos, são fofos, combinam super bem e vivem envolvidos em mistérios e confusões. O livro é o 5º livro da sequência de "Mistérios de Heather Wells" e é o livro no qual, até onde sei, encerra essa sequência - embora, dentro de mim, torço para que a Meg decida escrever mais livros da Heather e do Cooper! <3
8) Central Perk, aquele com o lugar que você quer muito conhecer.
"Promessa de Verão (Série Cris #1)" - Robin Jones Gunn Primeiro livro de uma sequência de livros... Nesse livro, Cris (ou Christy Miller, se ler em inglês) vai passar as férias com os tios na Califórnia e a história se desenrola em lugares da cidade, como a praia, por exemplo, já que os tios dela moram de frente para a praia.
9) How You Doin', aquele livro que você vive paquerando, mas por algum motivo nunca compra.
"No mundo da Luna" e os livros da série de "Procura-se um Marido", da Carina Rissi e todos os livros da "Série Cris" / "Christy Miller Collection" - em português ou inglês -, da Robin Jones Gunn. Sempre olho, mas nunca tenho coragem de comprar - quem sabe um dia!?
10) Smelly Cat, aquele com uma trilha sonora.
"Enquanto estivermos juntos" - Jeremy Camp Livro escrito pelo Jeremy Camp, que é um testemunho - como Deus sempre esteve cuidando dele e de sua família, mesmo quando ele se rebelou contra Deus - e mostra a origem de algumas composições de Jeremy Camp.
11) Friends, aquele em que você indica alguns amigos para responder essa tag. aquele livro com os melhores amigos da vida.
"Amigos" - Helme Heine Livro infantil que tem os melhores amigos como protagonistas e marcou minha infância e adolescência. --- Tomei a liberdade de editar o 11º item para conseguir responder, pois estou respondendo para me divertir e não vou indicar ninguém... Se alguém encontrar esse post e quiser responder a tag, sinta-se a vontade. Visto nos Youtubes da Paola Aleksandra e da Juh Sutti. Criado/Adaptador por Amiga Leitora.
4 notes
·
View notes
Text
Interview with Artist Graeme Durant as part of Critical Perspectives at Teesside University
The following conversation with Graeme Durant took place as part of his participation in the Critical Perspectives at Teesside University Fine Art. Durant’s work work was the subject of a major survey exhibition at Baltic, Newcastle, UK and at Bloc Projects, Sheffield. For the entire interview, please go here.
Critical Perspectives: Graeme, one of the things these artist talks and workshops allow is for there to be a bit more of a cross-generational conversation between artists working at different levels along with students—to give students access to these other voices and approaches. A number of students contacted me after your talk and said that it was particularly helpful as you had been a student more recently, but were now getting higher profile shows like the one at Baltic. For them, it made you more relatable and perhaps helped them see a bit of a path they might apply to their own approach. How is this for you? How does it work from your perspective as I remember you mentioning that you were usually a bit hesitant in these sorts of talks?
Graeme Durant: I always really struggled with talking about my work, to tutors and other artist. Still kind of do. People tend to ask me what I make and my reply is mainly just “stuff”. I am slowly coming to realise what I do and why, and have a passion for the concepts I’m playing with, so can openly talk about them more.
Things like these talks help a lot! They add a good amount of pressure and seriousness to make a person open up more.
I have taken part in these residential retreats the past two years that have also helped me talk about what I do/have done. They took place in Cumbria a
nd Cornwall, and on them you live with 15-20 other artists/writers/dancers/thinkers and you discuss your practice or area of interest to one another. Its been really helpful to me so I am going back again in February!
CP: You mention that you are a bit resistant to theory, which I think scepticism is really healthy, but then a lot of your work self-consciously references work by other artists such as Baldessari or Brancusi, but also pop culture with references to people like Tilda Swinton. What’s interesting to you about this sort of in-between place/approach?
GD: Not really sure how to answer, I’m still on the hunt for the answer myself. I guess I make for myself, as an average entertainment or as banal distraction. Whether it is commenting on popular clichés or historical subjects the work becomes a DIY drama—a place where crude/slapstick/impotent art and precocious/sensitive/emotive art all exist as predominant characters. The work is habitually self-critical; I am the zombie drawn to the colourful, moving thing. Dragging my feet until some flesh and bones appear giving me a hint to understand my actions.
CP: One of the students asked me to include a question about your interest in making copies or knock-offs rather than pressing the real thing? For instance the skewed Kurt Cobain guitar or keyboard made from an object lying around studio or your arch?
GD: This is something that has only appeared to me recently, or should I say I’ve come to understand that I’m doing it. I would say I build fast visual associations between objects and conjunctions.
The idea of realising a thing you want or want to see by making it is crucial to developing and mirroring existing emotions and concepts outside the realms of language. I want it, I could buy it, I’m not, I’ll make it. Guess this has connections with kinaesthetic learning. Doing/making the thing makes you long to understand it.
I think this is one of the concepts I’m toying with a lot at the minute. I think there is something interesting about how, found objects and ready-mades have done a sort of full circle in the art world and are heavily used throughout college and beyond. Not that it is a copout but more of a natural progression, like how in school you copy a bowl of fruit, then you do a self portrait, then you have to choose an artist and make your work in their style. This follows a lot of artist around after graduating and it does make some interesting viewing. I saw a really nice piece of work in London and it was a book a guy made of all of his paintings of Leona Lewis (the pop star who rose to fame in X Factor). He had (or what I understand) no real necessity to contextualise his stuff, he just was a fan/artist which has appeal too.
CP: There is also a really nice casualness to the objects you make as well as your painting. Do you see any parallels to this approach to the work above?
GD: I’m not sure casual is the right word; it comes across as something ‘cool’. I would say it had a sense of constant improvisation. A conversation with heavy or phallic forms prevail for instance, and presenting them through a twisting of conventional and unconventional materials and painterly surfaces that are simultaneously flat and textured may be read as casual but they are all deeply considered. I always allow for mistakes, errors and follow different directions within my practice therefore encouraging experimentation.
CP: There is a show that has gone around called Supermarket of the Dead that is about the traditional Chinese practice of burning paper money or objects as a sort of offering to the ancestors in the afterlife. It started with really simple objects, but now it seems obsessed with creating paper status objects like ipads, Prada shoes, designer clothes, cars, paper lingerie. I think these sort of cultural translations and copies are really interesting, but I’d like to hear your thought in relation to what you do? http://www.skd.museum/en/special-exhibitions/archive/supermarket-of-the-dead/index.html
GD: I’m quite interested in when this tradition took hold and became modernised by making ipads and other commercial goods. I’ve heard of burning paper money before. There must have been some progression in traditions. I guess this it what I’m aiming for with my new endeavour with the bonsai and scholar rocks. To change/challenge/adapt traditions and conceptions of what they are for.
This article is really good: https://www.theguardian.com/world/2016/nov/24/paa-joe-ghana-fantasy-coffin-artist-casket-funeral its about Ghanaian coffins. So they basically jazz up the coffin to put the fun into fun-erals, excuse the pun. I saw these in real life at the British Museum a few years ago and was totally blown away!
People have a tendency to embellish things and make light of certain situations. I guess this has parallels with the question below, I make deadpan associations with the titles I pick, to allude to certain information that I wish to divulge.
CP: Along with the resemblances that some of your object take (copies or replicas) you also seem to build a lot through resemblances of words or even tenuous similarities in words that add another level or visual pun to the work. How does this come about and what do you attempt with it?
GD: The titles come about from pulling in info from all areas, conversations, books, internet journals, memes, you name it! I just write the things that jump out to me down and go back through my notes and delve into them more. Some get so lost that I cant even remember writing them down. For example… my top three favourites…(taken direct from my notes)
you mean you want me to rush the rush job I’m rushing to rush deadliness of leisure and the uplifting effects of industry you left the door open so the cat ate the doughnut. Some are pretty obscure and I have no clue why I wrote them down…
pool noodle le phoque I’ve seen better bands on a cigar So yeah that’s a bit random but I guess that’s how it goes sometimes.
CP: What is exciting to you at the moment (art or otherwise)?
GD: Land rovers/unimogs/oxyacetylene/local history/flat eric/the sea
CP: What kind of advice would you offer to students or artists just leaving art school?
GD: Think I’ll keep this one uber simple…just keep making!!.. it sounds silly to say but my years at uni were the highest achieving years, think there were seventeen1sts handed out. And I can only think of one person who got a first that is still actively making work. Quite sad really as some people were great and had potential but lost interest and faded away because the lack of support goes and you get a bit deflated. I didn’t get a first by the way. I got a 2:1 and was pretty chuffed!
CP: Whose work/ideas are you interested in lately? Why exactly? Any collaborations?
GD: No collaborations, but hoping that 2017 will bring some!
CP: What is appealing to artists about a place like Teesside or say Newcastle? Why might it be more likely that these sorts of ideas and approaches might emerge from an environment like this as opposed to someplace like London or New York?
GD: This is hard to answer… having lived in Newcastle for 30 years come January I always question the pull of London and other big cities have to artists… I can list things that are great about the areas in the north but wont as they are so obvious. But there must be reasons for moving south. Money I guess… sad to say. People get more funding and opportunities.
CP: If that’s the case then where do we go from here then, or where might it be important to go?
GD: Stay put? Follow the sheep? Move all of the interesting people you know to a small town and put it on the map?
The Critical Perspectives series presents artists and thinkers from across disciplines, offering artist talks, mentoring, lectures, workshops, and tutorials at Teesside University. Simon Critchley observed, ‘The problem with contemporary art is that we all think we know what it means and we don’t,’ and that has been our jumping off point. With an international focus and interdisciplinary approach, Teesside University Fine Art’s Critical Perspectives challenges us to rethink our location within an ever-evolving community of artists in the twenty-first century.
#Graeme Durant#critical perspectives#artist interviews#teesfineart#teesside university#teesside university fine art
0 notes
Text
A solas con los tiburones
Francis Ford Coppola vaticinó una vez que con la aparición de las nuevas cámaras digitales el cine se democratizaría de tal manera que el próximo Kubrick sería alguien nacido en Ghana o Bangladesh. Esta tecnología se populariza cada vez más, como lo atestigua Colateral, de Michael Mann o Yotama se va volando, de Luis Armando Roche, quienes han rodado sus proyectos más recientes en video y luego los han ampliado al formato de cine para proyectarse en la gran pantalla. La razón es muy simple: los costos de producción y el equipo técnico se reducen dramáticamente. Así, las imágenes finales ostentan cierta inmediatez y aparente espontaneidad que luce cercana a la estética del documental.
Este es el caso de Mar abierto, película independiente rodada en video y que costó la insólita cifra –por baja– de 130.000 dólares. El proyecto fue financiado totalmente por su director, Chris Kentis, y por su esposa, la productora Laura Lau, quienes rodaron la cinta durante fines de semana y días feriados con un equipo de dos o tres técnicos. Mar abierto fue una sensación en el festival de Sundance de 2004, donde obtuvo el Premio del Público. El estudio Lion’s Gate la adquirió por 2,5 millones de dólares y desde entonces ha sido distribuida en países en los que no es común ver cintas independientes de tan bajo presupuesto.
La misma simpleza y modestia de su propuesta desconciertan inicialmente al espectador. La estética sin matices y como de baja resolución de la fotografía, al igual que la presentación casi desprolija del encuadre, sugieren que se está ante un largometraje casi artesanal, a un paso del documental o del filme barato de serie B. Pero a medida que avanza la trama, Kentis extiende la paleta de posibilidades de su cámara para empezar a explorar los recursos del video, produciendo, a partir de las olas y la marea, una sucesión de imágenes abstractas de gran riqueza poética. En el plano dramático también se comprueba que la aparente falta de rigor formal es un recurso para que el espectador se sienta relajado y cómodo con los protagonistas, de tal manera que cuando se suscita la tragedia (la pareja es abandonada en alta mar por la negligencia del equipo que organizó un curso de buceo, y pronto se ve rodeada de tiburones), la desesperación y pánico creciente es compartido de manera tangible por el público.
Inspirado en un hecho real –la desaparición en 1998 de un matrimonio que fue dejado atrás por su lancha, en la barrera de coral australiana–, Mar abierto tiene como mayor acierto la clara limpieza de su argumento, punteado por diálogos y situaciones creíbles, que recuerda la precisión de un buen reportaje periodístico, como los que se publicaban en la revista Rolling Stone a principio de los años 80. Resulta elogiable que con recursos y un escenario tan limitado Mar abierto sostenga sin desfallecer el suspenso durante los 80 minutos que dura su metraje; la verdad es que el único filme con el que se le puede comparar es Lifeboat (1944), de Alfred Hitchcock. Logro que reposa, en buena parte, sobre los hombros de la pareja protagonista, que aparece en casi todas las tomas: Daniel Travis y Blanchard Ryan, quien realiza un fugaz desnudo frontal y transmite toda la vulnerabilidad que suscita estar frente a frente con una situación límite.
Mar abierto (Open Water, 2003). Dirección, guión y edición: Chris Kentis. Fotografía: Chris Kentis y Laura Lau. Música: Graeme Revell. Elenco: Blanchard Ryan (Susan), Daniel Travis (Daniel), Saul Stein (Seth).
1 note
·
View note
Text
Ian Poulter ignora pedido de LIV Golf, Graeme McDowell hace uno en un exótico BMW
Ian Poulter ignora pedido de LIV Golf, Graeme McDowell hace uno en un exótico BMW
por: Nick Piastovsky 8 de septiembre de 2022 Ian Poulter el jueves durante la primera ronda del BMW PGA Championship. imágenes falsas Ian Poulter ignoró la solicitud de LIV Golf, mientras que Graeme McDowell hizo una solicitud. Y comenzó uno de los torneos más extraños del año. Sin embargo, eso ahora puede tener un giro. Rory McIlroy golpea a los golfistas LIV (dos veces) en el evento de…
View On WordPress
0 notes
Text
Visita Embajador de Canadá Universidad Politécnica de Santa Rosa
Visita Embajador de Canadá Universidad Politécnica de Santa Rosa
El embajador de Canadá en México, Excelentísimo Sr. Graeme C. Clark, visitó la Universidad Politécnica de Santa Rosa Jáuregui a fin de conocer las áreas de sustentabilidad y el programa de inclusión. Durante su estancia en la institución, sostuvo un encuentro con profesionistas egresados de la licenciatura en Terapia Física y la Ingeniería en Animación y Efectos, quienes compartieron su…
View On WordPress
0 notes
Photo
LA UNIÓN HACE LA FUERZA
Chihuahua.-Estrecha Gobierno del Estado relaciones en materia económica con Canadá*****Recibe Gobernadora a Embajador de Canadá en la Capital
Para fortalecer las relaciones con Canadá, país que es la segunda fuente de origen de la inversión extranjera en Chihuahua, la Gobernadora del Estado recibió a Graeme C.Clark, Embajador de Canadá en México en la Ciudad de Chihuahua y tuvo un diálogo en el que se abordaron temas que beneficiarán a la economía chihuahuense en aprovechamiento del T-MEC.
En compañía de la Secretaria de Innovación y Desarrollo Económico y el Secretario de la Coordinación de Gabinete, la Gobernadora recibió al Embajador y a la delegación política canadiense para sostener un diálogo y estrechar las relaciones del estado con este país al ser el responsable del 18 por ciento de la inversión extranjera en Chihuahua y contar con 3 mil 600 empresas que invierten en nuestro territorio.
Asimismo, la Gobernadora y el Embajador de Canadá en México tocaron temas en el ámbito educativo para beneficiar a los estudiantes mexicanos que cursan sus estudios superiores en el país norteamericano por medio de un Grupo de Trabajo Bilateral entre Canadá y Chihuahua para explorar oportunidades de colaboración en áreas de Ciencia, Tecnología e Innovación, así como la incorporación de iniciativas para incrementar la movilidad académica.
Por otra parte, la titular del Ejecutivo agradeció el fortalecimiento de las capacidades del estado para enfrentar la violencia contra niñas y mujeres por parte de la asociación México Evalúa, a través del Fondo Canadá para Iniciativas Locales.
Durante el diálogo, la relación con Canadá puede agregar mucho valor a Chihuahua, a través de una mayor vinculación con los sectores canadienses que se destacan por su innovación y su calidad.
Finalmente, la Gobernadora del Estado agradeció la primera visita del Embajador de Canadá, con una delegación política, comercial y de cooperación que muestra la variedad de la relación que tiene con Chihuahua.
(Comunicación Social Gobierno del Estado)
0 notes