#Giornatainternazionaledell039alfabetizzazione
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-internazionale-dellalfabetizzazione/?feed_id=935&_unique_id=64fac84c58e9e %TITLE% L'8 settembre è la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, una ricorrenza istituita il 17 novembre 1965 dall'UNESCO al fine di ricordare alla comunità internazionale l'importanza dell'alfabetizzazione. Non si tratta solo dell'importanza di saper leggere, anche se in molte zone del mondo ci sono ancora vaste fasce di popolazione completamente analfabete, ma di saper analizzare e interpretare correttamente un testo. I diversi livelli di alfabetizzazione Il programma OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) riconosce sei livelli di alfabetizzazione principali: 1: competenza alfabetica molto modesta al limite dell’analfabetismo (analfabetismo funzionale grave);2: possesso di un limitato patrimonio di competenze di base (analfabetismo funzionale non grave). Implica saper riconoscere l’idea principale in un testo semplice;3: competenze sufficienti per poter analizzare un testo di cui si ha familiarità;4: buone conoscenze per poter analizzare la maggior parte dei testi;5: capacità riflessive ed interpretative tali da rendere possibile analizzare la quasi totalità dei testi, anche alcuni tra quelli complessi;6: conoscenze elevate o molto elevate che permettono di confrontare ed integrare in maniera dettagliata e precisa più informazioni da più testi complessi. Sotto il livello 1 si può parlare di analfabetismo totale. La maggior parte degli studiosi considerano il livello 3 come livello base per garantire un corretto inserimento nelle dinamiche della vita sociale, economica e occupazionale. Anche nei paesi che riteniamo sviluppati la situazione non è così idilliaca Fonte: https://italiaindati.com/analfabetismo-funzionale-in-italia/ Identikit dell’analfabeta funzionale in Italia Secondo l’OCSE e l’ISFOL, l’analfabetismo funzionale non riguarda una specifica fascia della popolazione italiana; colpisce trasversalmente diverse fasce demografiche. Detto ciò, i dati riescono a fornire un identikit piuttosto preciso di coloro che sono più soggetti a questo fenomeno: Da un punto di vista anagrafico, uno su tre ha più di 55 anni; “solo” un giovane italiano su 6 non comprende a pieno il significato di ciò che legge. Una grande fetta è composta da pensionati;Da un punto di vista professionale, solo il 10% è disoccupato. Tra i giovani tra i 16 e 24 anni sono soprattutto coloro che vivono a casa dei genitori, non studiano, non lavorano e non cercano lavoro, i cosiddetti “Neet”; nella stragrande maggioranza dei casi svolgono lavori manuali e routinari (ad es.: lavori domestici non retribuiti) oppure svolgono lavori in nero o precari, in cui non sono previsti momenti di formazione sul lavoro;Da un punto di vista formativo, in generale sono poco istruiti. Molti hanno abbandonato precocemente il percorso scolastico;Da un punto di vista geografico, il Sud e il Nord-Ovest del Paese sono le regioni con le percentuali più alte; queste aree ospiterebbero più del 60% dei lavoratori non qualificati. Fonte: https://italiaindati.com/analfabetismo-funzionale-in-italia/ Analfabetismo di ritorno L'analfabetismo di ritorno è quel fenomeno attraverso il quale un individuo che abbia assimilato nel normale percorso scolastico di alfabetizzazione le conoscenze necessarie alla scrittura e alla lettura, perde nel tempo quelle stesse competenze a causa del mancato esercizio di quanto imparato. Un analfabeta di ritorno, dunque, dimentica via via quanto assimilato perdendo di conseguenza la capacità di utilizzare il linguaggio scritto o parlato per formulare e comprendere messaggi e, in senso più ampio, di comunicare con il prossimo e con il mondo circostante.[1] Per definizione l'analfabetismo di ritorno differisce dall'analfabetismo, che è invece determinato dal non avere mai assimilato alcuna competenza di scrittura e di lettur
a. Il 98,6% degli italiani è alfabetizzato, ma sfiora il 30% la quota di cittadini tra i 25 e i 65 anni con limitazioni nella comprensione, lettura e calcolo. A tal proposito da un’indagine denominata ‘Istruzione e futuro: un gap da colmare’ realizzata per la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli dall’Istituto Carlo Cattaneo emerge che i bassi livelli di istruzione generano ingenti costi di seguito elencati: Costi a livello individuale: esclusione sociale, insicurezza, mancanza di autonomia, precarietà.Costi sociali: scarsa partecipazione al processo democratico, criminalità, maggior spesa per la salute.Costi economici: livello di sviluppo limitato, bassa propensione all’innovazione, scarsa produttività. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_di_ritorno Quindi? Quindi è importante riflettere su questa situazione, soprattutto perché il potere di voto è dato a chi non è analfabeta funzionale come a chi lo è, e le scelte, i voti, le decisioni influenzano tutti. L'unico modo per risolvere, seppur lentamente, questa situazione è investire sempre di più nell'istruzione.
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