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#Gilda Nery
cinquecolonnemagazine · 2 months
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Un’estate del secolo scorso
La smania di vedersi grandi conviveva coll’illusione di trasformarsi per magia in maliarde bellissime e irraggiungibili come le dive dei rotocalchi, rincorse da paparazzi, emiri, principi, attori hollywoodiani tra bagni nelle fontane e serate in via Veneto. Un modo per sviare il disappunto di non essere visibili nemmeno agli acneici della porta o della classe accanto. Successe mentre erano lontane. Gilda tornò dalle vacanze, un mese al paese e uno al mare, che sembrava un’altra. Si era alzata e riempita. Non la maggiorata dei desideri, ma ben accentuati e morbidi i fianchi e il seno, assottigliate la vita e le caviglie, allungate le gambe. Il vestito Vichy largo di gonna e un po’ scollato, le scarpe con un accenno di tacco, i capelli in su e cotonati. Una signorina. Fiorenza ci rimase male. Le sembrò, quel cambiamento a sua insaputa, un dispetto personale, un tradimento. Tanto più che si erano sentite per telefono, poco e in fretta in verità, perché il vicino del duplex ci metteva niente a bussare per far liberare la linea, ma un accenno, un piccolo accenno di preavviso che le sarebbe costato? E dire che ne aveva sentito la mancanza e aveva pensato di confidarle gli intrugli che le bollivano dentro, non appena l’avesse rivista. «Che bello, sei cresciuta anche tu» l’abbracciò Gilda. «Oh, io.» È vero, era cresciuta ma di poco, e sempre come una pianta con poca acqua e cattiva terra. Uno stelo nodoso e ruvido, con le gemme bloccate da un’estate arida di giornate tutte uguali, i suoi che davano ripetizioni dal mattino alla sera, il gelato delle domeniche, il pranzo di ferragosto con la madre lamentosa per la fatica di cucinare con quel caldo, le ore che non passavano nemmeno con musica e libri. E a quelle cinque giornate al mare meglio non ripensarci, che sembravano villeggianti felici e non lo erano neanche un po’, suo padre in spiaggia vestito con la giacca perché tanto non sapeva nuotare, sua madre vestita anche lei che pure sapeva nuotare e le sarebbe piaciuto, ma quando mai mostrare a tutti nudità intime, anche se con abiti prendisole vedo non vedo dava più nell’occhio che in costume come le altre. E le tensioni latenti di troppe occhiate, accentuate dall’atmosfera sovreccitata e confidenziale dei vacanzieri sul pullman del rientro, sarebbero esplose in accuse e litigi appena sulla porta di casa. Fiorenza il costume lo metteva giusto per scottarsi, perché l’acqua era lì, a due passi, ma lei doveva entrarci con parsimonia, appena arrivata no perché sudata dal viaggio, poco prima di pranzo no perché si mangia ben asciutti, dopo sarebbero dovute passare almeno tre ore di digestione ed era il momento di partire. E poi doveva bagnarsi dove si tocca, mentre le sarebbe piaciuto inoltrarsi e sentirsi avvolta e appiattirsi lieve e saltare i cavalloni, come vedeva intorno, stai in riva, non sai nuotare, non farci preoccupare, voglio imparare, non ne vale la pena, io in acqua avevo sempre freddo e battevo i denti, la madre, io non ne sento la mancanza, il padre. Ricordati che hai avuto la polmonite. E poiché il tempo dei castelli di sabbia era finito e sul pattino non poteva andarci da sola, stava la maggior parte del tempo sull’asciugamano ad arrostire al sole che almeno avrebbe ristretto i pori e fatto sparire brufoli e punti neri (ci mancavano solo quelli), a dondolarsi coi twist e i cha cha cha che gridavano dal jukebox, anche se poi si perdeva nel palpitare di Cuandocalienta el sol e nella magia di Moon River. Colazione da Tiffany non l’aveva visto, ma le piaceva l’attrice magra magra magrissima pochi fianchi poco seno, che riempiva le riviste quanto le maggiorate ed era una speranza di charme anche per le minorate piallate paperine come lei. Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine Read the full article
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jacopocioni · 1 year
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Dante e la sua Casa.
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È lo stesso Sommo Poeta che ci indica il suo domicilio ponendolo in un'area tra la chiesa di San Martino, la Badia Fiorentina e la chiesa di Santa Margherita de' Cerchi, luoghi per altro ancora oggi esistenti e visitabili. Non è però certo che la casa museo di Dante sia veramente quella dove realmente visse il poeta. La casa museo è una costruzione che ingloba una serie di case medievali tra cui la vecchia torre della famiglia dei Giuochi. La Torre citata da Dante come vicina alla sua casa sarebbe in realtà la casa torre della Castagna. La Divina Commedia, cosi definita pare dallo stesso Boccaccio, fu scritta in italiano volgare da Dante e per questo deriso dai colleghi dell'epoca che per prenderlo in giro lo apostrofarono come "Cruscone", termine denigratorio  con un significato che va da "contadino" a "giocoso", un termine che lascia ad intendere si tratti di una persona gretta o da prendere poco sul serio. Probabilmente nel 1570 il termine fu d'ispirazione all'origine del nome "La brigata dei Crusconi' coloro che poi diedero origine all'Accademia della Crusca, cioè i massimi esponenti della conservazione della lingua italiana. Altri sostengono che il nome Accademia della Crusca derivi dal separare la crusca dalla farina, cioè separare la buona lingua italiana da quella più corrotta, prendendone come esempio l'italiano volgare del 1300.
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All'interno della casa museo si ritrovano pannelli esplicativi, riproduzioni, modellini, monete, armi, utensili, le pagine originali di codici miniati di varie edizioni della Divina Commedia. E' presente anche la ricostruzione di una stanza da letto dell'epoca, costumi tipici dell'epoca e pannelli che riproducono tutta la Divina Commedia. Un'esposizione di erbe medicinali e utensili dato che Dante apparteneva alla Gilda dei Medici Speziali. Nato a Firenze nel 1265 Dante fu scrittore, politico, poeta e Guelfo e partecipò come cavaliere alle campagne militari contro Arezzo e Pisa. Scortò Carlo Martello d'Angiò Si diede alla politica assumendo vari incarichi anche di prestigio nella comunità Fiorentina. Si schierò dalla parte dei Guelfi bianchi durante le lotte intestine della sua fazione guelfa e si oppose a Bonifacio VIII contro date le sue ingerenze sui Guelfi e vi identificava la decadenza morale della chiesa. Nel tentativo di riappacificare le parti si attirerà le ire di entrambe le fazioni. Un provvedimento di esilio che colpiva entrambi gli schieramenti, oltre a non risolvere il problema, creò seri problemi allo stesso Dante inviso, a quel punto, dai suoi oltre che dai rivali. Nel mentre Dante si recava a Roma per cercare di distogliere Bonifacio VIII dalle mire su Firenze Carlo di Valois, appoggiato dal papa stesso, conquistò Firenze e appoggiò i Guelfi Neri determinando così l'esilio perpetuo per Dante da Firenze ed inoltre condannato in contumacia al rogo e alla distruzione della sua casa. Dante morirà nel 1321 di malaria a Ravenna senza rivedere più Firenze.
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Riccardo Massaro Read the full article
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akosicharlie · 5 years
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Join us in our last night with our Mama +Gilda Nabartey. There will be a mass at 7pm to be celebrated by Fr. Jerome Marquez, SVD at the PAGASA Chapel of San Felipe Neri Parish, Boni Ave cor Rev. Aglipay Street, Mandaluyong City. (at San Felipe Neri Memorial Chapels) https://www.instagram.com/p/B9BlqVqHXwY/?igshid=1pw7k21a7x9st
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goodbearblind · 6 years
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Tra i miei capelli neri - nidi dei figli della mia libertà - nascondo un tesoro. Lo tengo protetto dal freddo, lo raccolgo con le mani. É la mia fragilità, é il mio correre sopra i palazzi di una città sorda di pianto. É il mio segreto che gioca di nascosto nei boschi e abbraccia gli alberi e sente le voci della vita. Come un dolore, il dolore della gioia che mi costringe in fuga, che mi fa sentire esule in un mondo che non riconosco. Gilda Jocle https://www.instagram.com/p/BraAyfuFQs6/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1xymrb7jwkqfi
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wfroberto · 8 years
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Empregada é indenizada por não receber seguro-desemprego
Empregada é indenizada por não receber seguro-desemprego #0004609-47.2008.4.01.3600 #benefícioprevidenciário
Créditos: Filipe Frazão / Shutterstock.com
Empregada que tinha direito ao recebimento de seguro-desemprego e teve o benefício indeferido, faz jus ao recebimento das parcelas atrasadas bem como de indenização a título de danos morais. A decisão é da 1ª Turma negou provimento à apelação interposta pela União contra sentença da 2ª Vara Federal de MT que julgou parcialmente procedente o pedido.
Em…
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Sabato 28 e domenica 29 aprile, alle ore 21.15, presso il Teatro San Filippo Neri, andranno in scena due saggi che vanno a concludere il percorso formativo dei partecipanti al corso  di teatro organizzato annualmente da “OffiCine Teatrali“, la scuola di recitazione della compagnia O’Scenici diretta dal regista e attore Marco Trionfante, con la preziosa collaborazione di Lucia Potaqui, Emy D’Erasmo e Romina Assenti, che hanno messo la loro grande esperienza e professionalità al servizio del teatro.
Saggi di fine corso delle OffiCine Teatrali. Due gruppi distinti di allievi si cimenteranno in due serate  nell’interpretazione di uno spettacolo tetrale dal titolo “TR(e)ATTI di Follia”, tre divertenti atti unici ispirati  alla tradizione del teatro partenopeo del novecento.
Il  28 aprile andranno in scena:  Emilia Ricci, Gilda Luzzi, Emiliano Di Domenico, Rosanna Fasola, Stefania Tanzi, Serena Neroni, Palmira Iobbi; oltre a Cristian Mecozzi, Roberto Corradetti e Sergio Costanzi, che reciteranno anche il 29 aprile con il secondo gruppo composto da: Manuela Di Giantomasso, Enrico Violini, Angelo Capriotti, Rita Ianni, Ginevra Cappellacci, Loide Chiappetta.
Tecnico Audio-luci: Cosimo Guadalupi. I biglietti si potranno acquistare direttamente al botteghino la sera dello spettacolo. Quest’anno accademico è stato particolarmente fortunato, probabilmente sulla scia dell’apprezzamento suscitato da quelli precedenti ma anche del successo in ambito nazionale della Compagnia Teatrale “Gli O’Scenici”, che ad oggi vanta il maggior numero di rappresentazioni teatrali in tutto il territorio di Marche e Abruzzo.
Infatti, viste le numerose iscrizioni, sono stati condotti ben 3 corsi di teatro, due a San Benedetto ed uno a Val Vibrata. Oltretutto stanno già arrivando richieste di iscrizione anche per il prossimo anno. Inoltre gli allievi hanno avuto ulteriore modo di affinare le loro abilità recitative attraverso lo Stage di alta formazione teatrale organizzato con Michele Monetta, Docente e membro del Consiglio dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico Roma, Insegnante di recitazione e Commedia dell’Arte all’École-Atelier Rudra del coreografo Maurice Béjart in Svizzera.
Gli appuntamenti col teatro non finiscono qui: il 19 maggio, sempre al San Filippo Neri, sarà la volta del corso “Avanzato” con lo spettacolo: “Cose da pazzi… in questo manicomio”, opera ispirata al commediografo Eduardo Scarpetta, riadattata per l’occasione.
Grande è la soddisfazione per Marco Trionfante, che in questi anni  ha visto crescere il suo progetto di divulgazione teatrale e che certamente non si ferma qui. Grandi sono le prospettive anche per il futuro, con novità che si aggiungono anno dopo anno, puntando non solo sulla formazione accademica ma anche sulla preparazione pratica dei docenti.
I corsi di “OffiCine Teatrali” offrono un percorso formativo completo, in cui  l’Allievo ha la possibilità di entrare con competenza e stabilità nel mondo dello spettacolo. Lo scopo è quello di mettere in pratica subito le competenze che via via si vanno ad acquisire.
“ Lo spettacolo di fine corso -analizza Marco Trionfante– è un momento atteso con grand’emozione, rappresenta il completamento alla preparazione e alla formazione dell’allievo. Grande impegno e cura sono profusi nella regia, ricerca musicale e nell’allestimento per un risultato che tende alla realizzazione di un vero e proprio spettacolo teatrale“.
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foxpapa · 7 years
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Gilda Ferrandino da Ischia al Sudan
L'archeologa che interpreta la lingua dei Faraoni neri 
Con l’università L’Orientale porta avanti una sfida: tradurre la lingua meroitica, la più antica scritta in Africa dopo l’egiziano
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michaelfloris · 8 years
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Capitolo 6 online - Gilda. Mentre Remo percorreva la strada che portava in paese, si domandava continuamente se fosse vestito adeguatamente per l’appuntamento con Gilda. Si era spruzzato un po’ di acqua di Colonia, che aveva trovato tra le cose di sua madre, aveva indossato i calzoni corti, e lottato con i suoi capelli neri e fini, per ottenere la riga giusta ad un lato. Ad ogni passo dalla tasca si sentiva il tintinnio dei soldi e, ogni tanto, Remo doveva tirar su i calzoni, perché il peso delle monete li tiravano giù pian piano. -Hai portato i soldi?- gli chiese Ciccio. -Son qua!- rispose Remo battendo la mano sopra la tasca e facendo sentire il tintinnio delle monete. Ciccio fece un gesto d’intesa poi fece per andare verso il ponte romano. Continua a leggere il racconto sul blog ➡️ michaelfloris.altervista.org (link in bio). #ilseminatoredigrano #scrivereèlamiapassione
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kapusoprgirl-blog · 8 years
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GMA Network's TV adaptation of PINULOT KA LANG SA LUPA premieres on January 30
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GMA Network brings to light the remake of the 1987 classic movie, Pinulot Ka Lang Sa Lupa.
The Ishmael Bernal masterpiece makes a big comeback with a modernized version that tackles the life struggles of two women intertwined by lost love.
Pinulot Ka Lang Sa Lupa features an ensemble of talented Kapuso actors headlined by Julie Anne San Jose as Santina, Benjamin Alves as Ephraim, Martin del Rosario as Kiko and LJ Reyes as Angeli.
With equally important roles are Ara Mina as Mariz and Ms Jean Garcia as Diony.
Joining them are Victor Neri as Cesar, Allan Paule as Hector, Geleen Eugenio as Yoleng, Janna Dominguez as Chona, Lharby Policarpio as Boggs.
Julie Anne is Santina, an orphaned girl who was forced to work hard after her aunt’s death. Later on, she will work in one of the restaurants of Diony played by Ms. Jean Garcia. Due to her kindness, Diony will send her to school and treat her as her own daughter.
LJ, on the other hand, is Angeli. She is homeless and is longing for a mother’s love. Diony will adopt Angeli and she will eventually help her in running the business.
As Santina and Angeli’s worlds collide through Diony, the two will also vie for Ephraim’s love (Benjamin Alves). Ephraim is Diony’s son who blamed her for the death of his sister. At first, Angeli will see Ephraim as a competition but after an incident, she will fall secretly and obsessively in love with him. Ara Mina as Mariz, is Angeli's neglectful mother. Angeli is a product of rape that's why Mariz hates her daughter and left her with Diony.
Meanwhile, Santina and Ephraim are childhood best friends. Their friendship will eventually blossom into a romantic relationship. Known for getting everything she wants, Angeli will stop at nothing stop from getting not only Diony’s attention but also Ephraim’s love. But Santina is also willing to fight for herself and for the people she loves. In the end, who will get the love that she’s been hoping for? Santina or Angeli? And how are they supposed to fight for it when they’re just both pinulot lang sa lupa?
Pinulot Ka Lang Sa Lupa is under helm of award-winning actress and director Gina Alajar together with second unit director Aya Topacio.
Behind this engrossing drama is the creative team composed of Creative Director Roy Iglesias; Creative Block Head Jake Tordesillas; Creative Consultant Aloy Adlawan; Headwriter Marlon Miguel; Writers John Kenneth de Leon, Maria Priscilla Hidalgo; Brainstormers Kenneth Angelo Enriquez, Gilda Olvidado-Marcelino, Roda Sulit Marino; Concept Creator Gilda Olvidado-Marcelino.
The program is another original creation of the GMA Drama group under the supervision of Senior Vice President for Entertainment TV Lilybeth G. Rasonable; Vice President for Drama Redgie Acuña-Magno; Assistant Vice President for Drama Cheryl Ching-Sy; Program Manager Ali Nokom Dedicatoria and Executive Producer Jocelyn Arino.
Pinulot Ka Lang Sa Lupa begins on January 30 after Hahamakin Ang Lahat on GMA Afternoon Prime.
Get the latest updates about Pinulot Ka Lang Sa Lupa from the official Facebook page of GMA Drama www.facebook.com/GMADrama, Twitter account @GMADrama and the GMA Network website www.GMANetwork.com. 
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